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Per studiare il diritto, esso deve essere staccato dalle idee politiche e morali.

Così si crea un
sistema teoricamente perfetto, ma eticamente inadeguato, come mostrerà poi l'avvento delle
dittature fasciste e naziste.
Nel 1948, dopo la seconda guerra mondiale, fu stipulata la Dichiarazione Universale dei Diritti
dell'Uomo, per evitare che accadano sciagure come quelle che accaddero nella prima metà del
1900.
Per fare ciò fu nominata una Commissione, che crearono un questionario che somministrarono agli
intellettuali di tutto il mondo. In esso era presente una domanda, la quale chiedeva se fosse
possibile creare una lista di principi che fossero validi e accettati da tutti.
I valori morali rientrano nel diritto quindi attraverso i diritti umani. Vi rientrano poi i principi, esposti
nella Costitizione.
Quindi la fonte del diritto dopo il 48 non è più lo stato, ma i principi scritti nella Costituzione e che
devono essere rispettati dallo stato. Non si ha più la separazione tra diritto e morale che era invece
presente nell'età moderna. La giustizia torna ad essere un elemento morale da inserire dentro la
considerazione del diritto.

Negli ultimi decenni si è avuta una trasformazione antropologica del potere politico nei confronti
degli uomini che compongono la società, e del comportamento di quest'ultimi.
L'homo economicus era pensato per rispettare le regole capitaliste e lavorare.
Nella società attuale la cosa è cambiata, attraverso il sinopticon, ossia attraverso i media. L'uomo
è quindi passato da homo economicus all'homo videns consumens.

La morale obbliga in La norma obbliga in sanzione.


Il diritto nell'età moderna si è separato dalla morale. Con il processo di secolarizzazione lo stato ha
iniziato a governare solo attraverso il diritto. Quindi il diritto riguardava lo stato, mentre la morale
riguardava il privato.
Scelte morali e religiose riguardavano l'individuo nella sua sfera privata.
Attualmente il confine tra diritto e morale sta diventando più sottile.

Post-moderno: nuova epoca della cultura umana a seguito dell'età moderna. La linea di
demarcazione tra moderno e postmoderno è la fine della prima guerra mondiale.

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