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PICCOLOMINI

A CINZIA

Cinzia, se una qualche gloria è dovuta alla mia fatica,


da te comincerò tutto quello k è destinato all’onore,
tu mi dai le stesse forze che servono alla scrittura delle poesie
tu mi doni l’ingegno , tu mi doni l’eloquenza.
Sotto la tua guida le sorelle divine accorrono ai miei desideri,
sotto la tua guida io mi bevo i sogni allo fonte Castalia.
Lo ammetto a te sono dovuti premi enormi:
se mi sarà concesso io ti porterò alle stelle con un’altissima poesia.
E cosi si aprirà insieme a te la prima parte di questo nostro libretto
Tu sarai il mio principio, tu sarai la mia fine.

N.7
Cinzia, quali ricompense ti restituirò x i tanti meriti k hai nei miei confronti,
tutti quelli k a me proponi, quando ormai il giorno è finito, tu k 6 illustre (alma)
Forse sarei caduto lungo disteso su delle montagne scoscese
O io sarei stato preda di un leone furioso
Ma tu che hai avuto pietà del nostro destino, oh cinzia,,
vieni incontro con il fuoco della lampada notturna.
Tu mi mostri quali sia il cammino e quali siano i pericoli evidenti
Quali ricompense in cambio io ti posso restituire
Se x caso tu fossi in difficoltà ,io farò sempre x te in maniera k vi sia qualcuno k superi col suo canto poesie
funeste.
Pertanto con verso elevato tratterò i numi ( cioe del fatto k tu x me sia una divinità)
In k maniera giovino di notte in k maniera appaiano di giorno.

EPIGRAMMA 17
In questa tomba giace la gloria della lingua romana
Tullio che delle mani infami hanno rapito
Tu grande senatore sei caduto per le spade di Antonio
E il campo di Gaeta ti ha seppellito, per la lode della tua eloquenza
Hai superato tutti i greci e solo quando tu fosti console Roma fu sicura.
Pertanto sebbene le tue membra siano coperte da un tumulo oscuro
Tuttavia questa morte non ti ha strappato tutta la tua fama.
Finchè il cielo guardi le terre e il mare rifletta il cielo
A Nessun tempo sfuggiranno le tue lodi.

Epigramma 19

Qui sono sepolto io, Tullio Arpinate,ma solo nel corpo


Perché la parte migliore di me,lo spirito, lo possiedono gli astri.
Ho salvato la patria ho salvato le leggi del senato,
quando io ero console soccombette sotto il mio consolato il malvagio Catilina.
Gli antichi latini dissero che io ero il padre dell’eloquenza 5
Anche la dotta Grecia cedette al mio ingegno.
Sei per dieci (60 anni) più tre raccolti vide la mia vita
2Quando l’ira mi prese la mia pia testa con la spada.

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