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CORTE D’APPELLO DE L’AQUILA

ATTO DI APPELLO

In favore di: LUCIA DI FRANCESCO, cod. fisc. n. DFRLCU62T56L103V,

elettivamente domiciliata in L’Aquila, v. ________, presso lo studio dell’Avv.

______,rappresentata e difesa per delega a margine del presente atto dall’Avv.

Laura Francinella e dalla dott.ssa Paola De Federicis presso il cui studio in Silvi,

via Statale Sud (TE), n. 113 elegge domicilio

- appellante -

CONTRO

FRIGOMECCANICA s.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore,

con sede in via Salinello, km. 1, Tortoreto (TE).

- appellato –

AVVERSO

La sentenza n. emessa dal Tribunale di Giulianova – resa tra le parti in epigrafe,

pubblicata in data 12.12.2008,

ESPOSIZIONE IN FATTO

Con atto di citazione del _________ il sig. __________ chiedeva ___________;

Si costituiva ritualmente in giudizio la parte convenuta impugnando la domanda attrice deducendo che
__________

- espletata l’istruttoria la causa veniva posta in decisione e il il Giudice adito con la sentenza sopra descritta
disponeva come segue:_______________

Tale sentenza è ingiusta e va riformata e contro la stessa si propone formale appello per i seguenti

Con il presente atto si propone appello avverso la menzionata sentenza per i

seguenti
MOTIVI

Preliminarmente ed in omaggio al principio dell’effetto devolutivo dell’appello, si

ripropongono tutti i motivi e le argomentazioni riportate negli scritti difensivi del

giudizio di primo grado, insistendo per il loro accoglimento e rinviando l’Ecc.ma

Corte di Appello, al fine di evitare inutili ripetizioni, alla lettura degli stessi, che in

questa sede devono intendersi richiamati per relationem.

Rinuncia all’azione – cessazione materia del contendere – soccombenza virtuale

***

Fatti.

Parte ricorrente ha proposto domanda a norma dell'art.1172 c.c., volta ad

ottenere…………………………………………………………..

Da ciò discende che è venuta a cessare la materia del contendere, atteso che la

fase di merito è stata spostata nella sede propria. Che tale spostamento non

poteva essere avviato dall’iniziativa de……A quel punto, infatti, la odierna

appellante non poteva più richiedere lo sgombero del terreno, in quanto l’art. 50

prevede che, una volta avviata la relativa procedura, il coltivatore diretto ,

sebbene debba detenere il terreno fino all’avvenuto paagmento, sia titolato a

richiedere un indennizzo, a seguito del versamento del quale, restituirà il

terreno.

A ciò si aggiunga che nelle more la Frigomeccanica ha costruito, con una

celerità davvero impressionante, un opificio. A quel punto di nessun …sarebbe

stata più la restituzione del terreno in quanto ormai non più idoneo alla

coltivazione. Certo folle sarebbe stato a quel punto insistere per il ripristino ….

Della’rea quando ormai esra stato avviato il procedimento ex art. ____ (da

controparte) che dà solo titolo all’indennizzo.

Pertanto la questione si incentrava, oramai, esclusivamente sul governo delle spese del procedimento in
corso. Al riguardo giova ricordare, nonostante l'andamento che questo ha assunto in relazione alla
necessità di verificare la conformità a legge della nuova canna fumaria impiantata al servizio dell'esercizio
di panetteria, che la causa si trova ancora nella fase 'cautelare'.
Si pone, pertanto, il problema della possibilità, nel caso in esame, di statuire sulle spese del procedimento
all'esito della presente fase, o se la questione debba necessariamente essere rimessa al merito, con la
conseguente obbligatorietà di instaurare il relativo giudizio.
PROCEDIMENTO CIVILE
Cessazione della materia del contendere – Spese giudiziarie - Soccombenza virtuale.
La pronuncia di cessazione della materia del contendere costituisce, nel rito contenzioso
ordinario davanti al giudice civile, una fattispecie creata dalla prassi giurisprudenziale e
applicata in ogni fase e grado del giudizio, da pronunciare con sentenza, d’ufficio o su istanza
di parte, ogniqualvolta non si possa far luogo alla definizione del giudizio per rinuncia agli atti o
per rinuncia alla pretesa sostanziale o per il venir meno dell’interesse delle parti alla naturale
definizione del giudizio stesso. Anche nel caso di declaratoria di cessazione della materia del
contendere le spese giudiziarie devono essere liquidate dal giudice secondo il criterio della
soccombenza virtuale.

Tribunale di Torino, 9 marzo 2006

La tipa ha confuso due istituti tra loro diversi e con conseguenze diverse: la

rinuncia agli atti del giudizio, cui si applica la normativa dell’art. 306 cpc,

applicata appunto con la sentenza che si oppone, e la rinuncia all’azione, cioè la

cessazione della materia del contendere. A tale proposito si specifica “che in

particolare, la rinunzia alla domanda non richiede formule sacramentali e può

essere anche tacita e va riconosciuta quando vi sia incompatibilità assoluta

tra il comportamento dell’attore e la volontà di proseguire nella domanda

proposta; detta rinuncia si configura, tra l’altro, nella dichiarazione di non

voler insistere nelle domande proposte e determina, indipendentemente

dall’accettazione della controparte (richiesta, invece, per la rinuncia agli atti

del giudizio), l’estinzione dell’azione e la cessazione della materia del

contendere, la quale va dichiarata anche d’ufficio” (trib Torino 9 marzo

2006). Pertanto il giudice deve rilevarla anche indipendentemente da precise

formule.
Specificare cos’è la CESSAZIONE DELLA AMTERIA DEL CONTENDERE.

In particolare, si deve osservare che la cessazione della materia del contendere, che costituisce
il riflesso processuale del venir meno della ragion d’essere sostanziale della lite, per la
sopravvenienza di un fatto suscettibile di privare le parti di ogni interesse a proseguire il
giudizio, può e deve essere dichiarata ogni qual volta i contendenti si diano reciprocamente
atto dell’intervenuto mutamento della situazione evocata in controversia, tale da eliminare
totalmente ed in ogni suo aspetto la posizione di contrasto tra le parti, e da far venir meno del
tutto la necessità di una decisione sulla domanda originariamente proposta, e sottopongano al
giudice conclusioni conformi, intese a sollecitare l’adozione di una declaratoria della cessazione
della materia del contendere, potendo al più residuare un contrasto solo sulle spese di
lite, che il giudice con la pronuncia deve risolvere secondo il criterio della cosiddetta
soccombenza virtuale (cfr. in tal senso: Cass. civile, sez. III, 1 aprile 2004, n. 6395 in
Giust. civ. Mass. 2004, f. 4; Cass. civile, sez. III, 1 aprile 2004, n. 6403 in Giust. civ. Mass.
2004, f. 4; Cass. civile, sez. un., 26 luglio 2004, n. 13969 in Giust. civ. Mass. 2004, f. 7-8;
Cass. civile, sez. III, 8 giugno 2005, n. 11962 in Giust. civ. Mass. 2005, f. 6).

Sulle spese processuali


I. Come si è accennato, anche nel caso di declaratoria di cessazione della materia del
contendere le spese giudiziarie devono essere liquidate dal giudice secondo il criterio della
soccombenza virtuale (cfr. in tal senso: Cass. civile, sez. III, 8 giugno 2005, n. 11962 in Giust.
civ. Mass. 2005, f. 6; Cass. civile, sez. III, 2 agosto 2004, n. 14775 in Giust. civ. Mass. 2004,
f. 7-8; Cass. civile sez. III, 10 aprile 1998, n. 3734 in Giust. civ. Mass. 1998, 789).
Riforma della sentenza impugnata: dichiarata la cessazione della amteria del contendere e decidere
sulle spese, dando atto della soccombenza virtuale della Frigomeccanica, in quanto illegittimamente
hanno occupato, e tuttora occupano, il terreno della sig.ra Lucia Di Francesco

Trib di Nola Ritiene questo giudice di dovere aderire all'indirizzo più recente del giudice di
legittimità (inaugurato da Cass. n.6133 del 1998; vds. più di recente Cass.n.9766 del 2001), cui del
resto accede anche la prevalente giurisprudenza di merito (vds. ex plurimis pret Vallo della Lucania
27.11.1998; trib. Milano 2.6.1998), secondo il quale, nel caso di cessazione della materia del
contendere accertata nel corso della fase cautelare, la pronuncia conclusiva della fase debba
contenere anche la statuizione sulle spese sulla base del principio della soccombenza virtuale,
analogamente a quanto avviene per la pronuncia emessa all'esito della fase di merito.
Invero, una prima considerazione si rende necessaria.
La pronuncia di declaratoria della cessata materia del contendere, deve essere, nella sostanza,
equiparata ad una pronuncia di rigetto, sebbene, di regola, si presti ad essere pienamente satisfattiva
delle ragioni della parte che ha introdotto la causa.
Infatti, diversamente da quanto avviene con riferimento alla rinuncia agli atti del giudizio ex art.306
c.p.c., che richiede l'accettazione della controparte e che conduce alla estinzione del processo e,
pertanto, ad una pronuncia di mero rito, la declaratoria di cessazione della materia del contendere
presuppone la rinuncia all'azione del soggetto che accampa la pretesa in giudizio e ciò sia nel caso
in cui vi sia stata transazione tra le parti, sia che ciò avvenga perché l'attore riconosce non fondata la
propria domanda e finanche laddove sia il convenuto stesso ad ammettere la fondatezza delle
ragioni avverse, con la conseguenza che la verifica circa il venir meno delle ragioni di contrasto
esita in una pronuncia sul merito della res controversa, suscettibile di passare in cosa giudicata.
Il tutto perché, in ogni caso, come è intuitivo, il venir meno delle ragioni del contendere riverbera i
suoi effetti sull'interesse ad agire della parte, provocandone il sopravvenuto difetto, interesse ad
agire che, costituendo una condizione dell'azione, va valutato, come è noto, al momento della
adozione della pronuncia.
Alla luce delle argomentazioni che precedono nulla osta alla regolazione delle spese sopportate
dalle parti all'esito della fase cautelare, ma anzi la relativa statuizione è addirittura imposta,
trovandoci in presenza proprio delle condizioni richieste dall'art.669 septies c.p.c. - "…ordinanza di
rigetto…pronunciata prima dell'inizio della causa di merito…" come previsto la suo secondo
comma - per la pronuncia sulle spese.
Tale statuizione andrà adottata in base alla cd. "soccombenza virtuale": è vero, infatti, che la
pronuncia è di rigetto per il sopravenuto difetto di interesse della parte, ma, analogamente a quanto
avviene all'esito della decisione che definisce il giudizio, ciò non esime dal considerare le ragioni
che ne hanno provocato l'effetto.
Ciò posto e passando ad analizzare il 'merito' della questione, si è già detto come la sostituzione
della canna fumaria sia avvenuta durante la trattazione del ricorso.
Inoltre si evidenzia che questo è stato depositato in data 17.4.2003, mentre, dalle stesse allegazioni
difensive di parte resistente si ricava che soltanto il giorno dopo la Caia comunicava al comune
l'intenzione di sostituire la canna fumaria e che aveva bisogno di sessanta giorni.
Alla luce di ciò, considerato anche la natura dei rapporti intercorsi tra le parti, deve con ogni
ragionevolezza ritenersi che la prospettazione di intentare causa ed il deposito steso del ricorso,
abbiano certamente contribuito a compulsare i ricorrenti a provvedere alla menzionata sostituzione.
Sopravvenienza, questa, che già di per sé costituisce riprova della fondatezza delle argomentazioni
proposte dal condominio ricorrente, fondatezza che emerge, del resto, dalla documentazione
prodotta in relazione agli interventi effettuati dai vigili del fuoco (vds. in particolare la nota inviata
al sindaco del comune di Kkkk, protocollata 36503).
D'altro canto, in ordine ai profili di pericolo, va certamente considerata la circostanza relativa al
principio di incendio verificatosi in data 3.9.2002, la quale conferma ulteriormente l'inadeguatezza
dei materiali costruttivi della originaria canna fumaria, non essendo, sotto altro profilo, desumibile,
dagli atti di causa, che questo fosse di natura dolosa.
Pertanto i resistenti vanno certamente stimati soccombenti nel presente procedimento.
Ciò, nondimeno, non può non assumere rilevanza il comportamento da loro tenuto nel corso del
giudizio, cosa che induce questo tribunale, unitamente a ragioni di equità, a compensare le spese
della presente fase cautelare, per un terzo (i diritti andranno liquidati in virtù della tariffa vigente al
momento dell'espletamento dell'attività, gli onorari sulla base di quella attualmente in vigore,
secondo il valore indeterminabile 'semplice'), restando interamente e definitivamente a loro carico
quelle relative alla espletata c.t.u..

P.Q.M.
Ritenuta cessata la materia del contendere, rigetta il ricorso.
Condanna i resistenti alla refusione delle spese della presente fase in favore del condominio
ricorrente che, compensate per un terzo, si liquidano in euro 128,98 per spese (cui si aggiungono le
spese relative all'acconto di euro 200,00 al c.t.u. se effettivamente corrisposto), euro 607,67 per
diritti ed euro 1200,00 per onorario, oltre spese generali, iva e c.p.a. come per legge, rimanendo
definitivamente a loro carico le spese di c.t.u. pari ad euro 250,00 per spese e 976,38 per onorario,
oltre iva e c.p.a come per legge (da cui va detratto l'acconto, se corrisposto dall'ente ricorrente, già
imputato precedentemente a titolo di spese).
Nola, 07 marzo 2005
“L'istituto della cessazione della materia del contendere, mutuato dal processo amministrativo,
non trova in quello civile alcun substrato normativo. Tuttavia si trova ampiamente utilizzato
nella prassi processuale, quale strumento di utile economia processuale, con contorni invero
ben delineati.

Nello specifico ambito del giudizio possessorio appare consolidata la giurisprudenza di


legittimità che ne riconosce la ricorrenza qualora le parti congiuntamente diano atto in corso di
causa del venir meno della causa petendi, oppure qualora il giudice di merito, con valutazione
insindacabile in Cassazione, abbia constatato e dichiarato l'oggettivo venir meno di ogni
presupposto giuridico a fondamento delle rispettive domande ed eccezioni processuali delle
parti, a ciò ostando, ad exemplum tantum, anche il perdurare del solo interesse alla
liquidazione degli interessi legali accessori al credito originariamente vantato dall'attore.

Una sentenza della Corte di Cassazione del 1997, e quindi non recentissima, ma non più
contraddetta fino ad oggi, proprio in materia possessoria ha statuito che la cessata materia del
contendere "non e 'che il riflesso processuale di un mutamento della situazione sostanziale,
quando questa dà luogo al venir meno della ragione di essere della lite, in forza di un fatto
sopravvenuto, che priva i litiganti di ogni interesse a proseguire il giudizio.
Senonche', una volta cessata la (materia della) lite, la fine del processo non puo' non seguire
secondo le forme, gli istituti previsti a tale scopo dal codice di procedura civile, e cioe',
escludendo in ipotesi la conciliazione giudiziale, la cancellazione della causa seguita
dall'estinzione del processo, l'estinzione per rinunzia o per inattivita' delle parti, e la sentenza.
In quest'ultimo caso, e' evidente che le parti devono darsi atto - e dare atto al giudice - del
venir meno della lite, mediante contemporaneo e conforme mutamento delle conclusioni
definitive sottoposte o da sottoporre al giudice stesso, il quale deve emettere la statuizione a
seconda del tenore di esse.
Nel caso in esame, le parti in lite, nell'adottare le conclusioni definitive nel giudizio di secondo
grado, lungi dal dare atto di un mutamento sopravvenuto nella situazione sostanziale attinente
al possesso del garage, si sono riportate, come si legge nella epigrafe della sentenza
impugnata, "agli atti introduttivi ed ai verbali di causa", insistendovi e manifestando con cio' la
persistenza, in entrambe le parti, di un interesse ad ottenere la pronuncia sul capo specifico,
ex artt. 100 c.p.c.
Sicche' il secondo giudice, con l'emissione di una declaratoria di cessazione della materia del
contendere, peraltro non sollecitata da nessuna delle parti, ha pronunciato extra petita, in
violazione dell'art. 112 c.p.c.
Pertanto, a norma degli artt. 360 e 383 c.p.c., la sentenza impugnata deve essere cassata
limitatamente al quarto motivo e la causa deve essere rinviata ad altro giudice di merito(…).
Il giudice del rinvio, oltre ad uniformarsi al principio sopra enunciato, provvedera' alla
regolamentazione delle spese di questo giudice di cassazione."
Il testo integrale di questa decisione (Cass. sez. II 22.01.97 n.622) in
wwww.ricercagiuridica.com. Quella del Tribunale a Vs. disposizione, su richiesta

Se non vi è il consennso unanime, il giudice deve eventualmente pervenire al

giudizio sul meirto. Ma non certo invocare una rinuncia agli atti che nessuno ha

chiesto!!

Sulla sospensione.

Fumus: grave ingiustizia che la appellante ha subito e sta subendo da oltre un

anno, un terreno con contratto registrato occupato da un’azienda che ha finto di

non sapere di avere acquistato un teredell’esistenza di …un contratto

regolarmente registrato

FORMA DEL PROVVEDIMENTO DI DICHIARAZIONE DI ESTINZIONE

Sebbene non vi sia una denominazione nell’atto che si impugna, si precisa che il provvedimento
impugnato è e dovrebbe essere una sentenza.

“l’estinzione deve essere oggetto di un provvedimento dichiarativo, che, se pronunciato dal giudice
istruttore, ha la forma di ordinanza e quella di sentenza se la dichiarazione è resa dal collegio
dinanzi al quale l’eccezione di estinzione sia proposta. Entrambi tali provvedimenti sono
assoggettati a regime d’impugnazione, l’ordinanza attraverso il reclamo al collegio (art. 178,
secondo comma), la sentenza con l’impugnazione ordinaria. Quanto alla forma del provvedimento
col quale il giudice istruttore in funzione di giudice unico dichiara l’estinzione del processo, sembra
preferibile (come per l’analoga dichiarazione resa dal giudice “istituzionalmente” monocratico)
quella di sentenza e, comunque, l’applicazione integrale al provvedimento, pur se denominato dal
giudice ordinanza, della disciplina della sentenza, in obbedienza al principio, chiaramente enunciato
nella’rt. 279, secondo comma, n. 2, che impone la forma di sentenza per il provvedimento che
definisce il giudizio “decidendo questioni pregiudiziali attinenti al processo”.

Ciò è ampiamente confermato dalla giurisprudenza di legittimità: “Il provvedimento dichiarativo


dell’estinzione del processo adottato da giudice monocratico in primo grado ha natura di sentenza,
ancorché pronunciato sotto forma di ordinanza, ed è pertanto, impugnabile con i mezzi di gravame
ordinari (Cass. 07/6023 06/8041 – 05/950 - 02/8206 – 02/14889)
*****
Per tutti i sopra esposti motivi, la ______________, come in epigrafe rappresentata,
difesa e elettivamente domiciliata, propone appello per la riforma e/o l’annullamento
della Sentenza n. ______, emessa dal Tribunale Civile di ____________ - in
data ________ e per l’effetto
CITA
la società FRIGOMECCANICA s.r.l………….., rappresentata e difesa dall’Avv.
____, presso lo studio
a comparire dinanzi alla Corte d’Appello de L’Aquila, all’udienza del 15 maggio, ore
di rito, con invito a costituirsi e comparire nei modi e nei termini di legge di cui alla’rt.
166 c.p.c, nel termine di giorni venti prima della predetta udienza, e con espresso avvertimento che

la costituzione oltre il suddetto termine comporterà le decadenze di cui all’art. 167 c.p.c e che, in

difetto, si procederà in loro contumacia, per ivi sentire accogliere le seguenti

CONCLUSIONI
“Voglia la Ecc.ma Corte adita, in riforma della sentenza impugnata, ogni contraria istanza
ed eccezione disattesa e previa ogni altra necessaria declaratoria, in accoglimento del presente
appello, così provvedere:

IN VIA PRELIMINARE

1) Disporre la sospensione, ai sensi del combinato disposto degli artt. 447

bis, 4° comma, 283 e 351 c.p.c., dell’efficacia esecutiva e/o l’esecuzione

della sentenza gravata, ricorrendo i presupposti previsti dalla legge,

meglio enunciati ed illustrati in narrativa, atteso il gravissimo danno che

potrebbe derivare all’appellante dall’esecuzione della statuizione stessa;


NEL MERITO.- in via principale:
a.- riformare intergralmente l' impugnata sentenza n. 58\2004 resa
dal giudice di pace di Finale Ligure in data 4\3\2004 e pubblicata in
pari data;
b.- per l' effetto dichiarare tenuti e condannare i convenuti signori
G. A. e G. R., alla rifusione di spese, diritti ed competenze
anticipate ed anticipande per entrambi i gradi del giudizio."

.- vinte le spese di entrambi i gradi del giudizio."

2) Riformare integralmente la sentenza gravata,


3) dichiarare la cessazione della materia del contendere per i motivi indicati

in narrativa

4) riconoscere e dichiarare la soccombenza virtuale della Frigomeccanica

s.r.l nel giudizio di primo grado

5) per l' effetto dichiarare tenuta e condannare la convenuta alla rifusione

di spese, diritti ed competenze anticipate ed anticipande per entrambi i

gradi del giudizio."

6) Condannare la appellata a restituire alla appellante quanto eventualmente

da lei versato in esecuzione della sentenza gravata, oltre agli interessi

legali ed al risarcimento del maggior danno ex art. 1124, c. 2, c.c.

Si offrono in comunicazione mediante produzione:

1) Copia autentica della sentenza di primo grado impugnata;

2) Fascicolo di parte del giudizio di primo grado con i documenti indicati nel

relativo indice;

Ai sensi e per gli effetti della :::: si dichiara che il valore della presente causa

è compreso tra Euro ___________ ed Euro ________________

Salvezze illimitate

Silvi-L’Aquila, ________________

(Avv. Laura Francinella)

Nb: in base alle nuove disposizioni introdotte con la Legge 80/05 al codice di

procedura civile, nell’atto di citazione può essere inserito l’invito al convenuto a notificare

al difensore dell’attore ai sensi dell’art. 4 del d.lgs. 17 gennaio 2003 n. 5, la comparsa di

risposta entro un termine non inferiore a sessanta giorni dalla notificazione della

citazione, ma inferiore di almeno dieci giorni al termine indicato ai sensi del primo

comma dell'articolo 163-bis del codice (che indica 90 giorni il luogo della notifica si trova

in Italia e 150 giorni se all’estero) dalla notifica dell’atto di citazione presso un

determinato numero di fax o indirizzo di posta elettronica. Tale invito può essere del

tenore che segue: invita il convenuto a notificare al difensore dell’attore, ai sensi dell’art.

4 del d.lgs. 17 gennaio 2003 n. 5, la comparsa di risposta entro giorni ……………. dalla
notifica dell’atto di citazione presso il seguente numero di fax o indirizzo di posta

elettronica ………)
RELATA DI NOTIFICA

Ad istanza dell’avv. Laura Francinella, nella qualità spiegata, io sottoscritto Ufficiale Giudiziario addetto
all’Ufficio Unico presso il Tribunale di Giulianova, ho notificato copia della’tto di appello che precede a:

Frigomeccanica s.r.l., e per essa, ai sensi della’rt. 330 c.p.c. al suo procuratore domiciliatario avv

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