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Dove l’Italia ha un vantaggio nella


tecnologia
14.10.16
Andrea Ciffolilli

Industria 4.0, il piano nazionale presentato dal ministro per lo Sviluppo economico, vuole
incentivare gli investimenti nelle tecnologie. In alcune l’Italia ha già vantaggi in termini di
specializzazione e di risorse ottenute in sede europea. Quattro suggerimenti per il successo
del programma.

I vantaggi dell’Italia nell’Industria 4.0

Industria 4.0, il piano nazionale presentato di recente dal ministro per lo Sviluppo
economico, mira a incentivare gli investimenti innovativi su tecnologie e beni tipici della
quarta rivoluzione industriale, a rafforzare le competenze e le infrastrutture abilitanti e a
sensibilizzare imprese e altri attori creando un’adeguata governance pubblico-privata. Si
tratta principalmente di incentivi automatici, ma anche sostegno ai cluster tecnologici,
contratti di sviluppo e altre attività.

Una delle principali novità è l’accento sulle tecnologie, in particolare su quelle industriali
“abilitanti” elencate nella tabella 1. A cui si aggiungono le tecnologie “agri-food”, “bio-based
economy” e per l’ottimizzazione dei consumi energetici.

Ma quali sono i punti di forza dell’Italia nelle tecnologie “abilitanti”? Una stima ce la possono
fornire alcuni semplici indici di vantaggio comparato e assoluto. Il primo misura la
specializzazione in una tecnologia, il secondo indica se l’Italia primeggia in termini di
capacità di ottenere risorse in un certo ambito. Gli indici sono calcolati sulla base dei dati sui
progetti finanziati dai Programmi europei per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (7°
Programma quadro – FP7 e 8° Programma quadro – Horizon 2020), progetti collaborativi di
eccellenza a cui partecipano imprese, università ed enti di ricerca.

Le tecnologie “abilitanti” di Industria 4.0 sono ambiti piuttosto eterogenei per numero di
progetti collaborativi finanziati e risorse ottenute dai programmi europei. I più ampi e di
maggior peso finanziario sono: “advanced manufacturing solutions” e “augmented reality”
(oltre 1 miliardo di euro di risorse assegnate in Europa dal 2008 in ciascuno dei due). Tra
quelle indicate da Industria 4.0, l’Italia ha ottenuto le maggiori risorse proprio dai progetti che
riguardano queste tecnologie. Altri campi, come “additive manufacturing”, sono più
circoscritti in termini di progetti e risorse (tabella 1).

Se si guarda alla stima dei vantaggi comparati nazionali, la buona notizia è che l’Italia è forte
in tutte le tecnologie abilitanti di Industria 4.0, ma si dimostra particolarmente specializzata in
“advanced manufacturing solutions” e “augmented reality”, a cui si aggiungono
“cyber-security”, “horizontal/vertical integration” e “simulation”. Alla maggior parte dei
vantaggi comparati corrisponde anche un vantaggio assoluto, ossia una maggiore capacità
di ottenere risorse.

Questi dati, disponibili anche a livello regionale e a un livello di dettaglio tecnologico


maggiore, possono essere utili per la governance delle iniziative, poiché aiutano a decidere
dove favorire gli investimenti e quali strategie adottare. Per esempio, far leva sui punti di
forza in alcuni ambiti oppure colmare le lacune favorendo le collaborazioni tra attori di
regioni diverse.

Tabella 1​ – Industria 4.0: vantaggi comparati nazionali nelle tecnologie “abilitanti” (sulla
base del valore dei progetti FP7 e Horizon 2020; un valore dell’indice >1 indica un vantaggio
comparato o assoluto)

* Indice di vantaggio comparato rivelato (Revealed Comparative Advantage) dell’Italia nella


tecnologia ​j​. È uguale al rapporto tra due rapporti. Al numeratore le risorse ottenute dall’Italia
nei progetti che riguardano la tecnologia ​j​ sulle risorse totali ottenute in tutte le tecnologie
Industria 4.0. Al denominatore le risorse ottenute da tutti i progetti europei sulla tecnologia ​j
sul totale delle risorse dei progetti europei su Industria 4.0. Valori dell’indice maggiori o
uguali a uno indicano un vantaggio comparato. ** Indice di vantaggio assoluto, uguale al
rapporto tra la quota di risorse ottenute dall’Italia rispetto all’Europa nella tecnologia ​j​, sulla
popolazione italiana rispetto alla popolazione europea.

Fonte: Red database, Ismeri Europa 2016; Contiene dati su circa 10.000 progetti di ricerca e
sviluppo (tutti i progetti FP7 dei programmi “cooperation” e “capacities”, e un campione di
progetti H2020 approvati fino a metà 2016). I dati sono regionalizzati, disaggregati per 62
aree di ricerca e 161 tecnologie critiche. La tassonomia Red è stata adattata in questa
tabella alla classificazione Industria 4.0.

Quattro raccomandazioni

Articoli precedenti forniscono una​ ​valutazione critica del piano e degli strumenti​ di Industria
4.0. Qui si formulano alcune raccomandazioni alla luce dei dati e delle lezioni apprese dalle
politiche passate:

● Focalizzare gli investimenti sui temi e tecnologie caratterizzate da maggiore


potenziale nei territori. L’individuazione delle priorità di investimento dovrebbe essere
un processo di scoperta imprenditoriale, come nelle strategie di specializzazione
smart (S3) che la Commissione europea ha richiesto a tutte le Regioni all’inizio della
programmazione 2014-2020 come condizione per accedere ai fondi. Il politico non
impone le scelte, ma può facilitarle fornendo informazioni su vantaggi comparati,
tecnologie emergenti, opportunità commerciali, mitigando le asimmetrie informative.
Per questo sono necessari dati sui trend tecnologici e le competenze oltre che un
coinvolgimento proattivo di imprese, università, enti di ricerca.
● Favorire la complementarietà con le politiche regionali previste dalle S3 e finanziate
dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) per evitare duplicazioni o che un
incentivo “spiazzi” l’altro riducendo la domanda. A questo fine gli schemi d’aiuto
andrebbero accompagnati da analisi preliminari degli effetti indesiderati.
● Evitare provincialismi favorendo collaborazioni anche transnazionali nelle tecnologie
in cui la specializzazione italiana è più debole. Chi gestisce gli interventi dovrebbe
poter fare affidamento su dati solidi per sapere dove si trovano gli attori rilevanti e
favorire le interazioni.
● Monitorare il piano in “tempo reale” e valutarne i risultati anche con confronti
internazionali. A tal fine, dati che incorporano la variabile tecnologica sono essenziali.

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