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Hawthorne iniziò il romanzo quando era stato appena licenziato dalla dogana.

THE CUSTOM HOUSE – Hawthorne impose all’editore di mettere questo saggio


autobiografico come introduzione. Esso costituisce il substrato storico, al quale si
aggiunge un livello altro (e alto), che è quello metaforico e fantastico. A parte i 4
protagonisti (HESTER PRYNNE, REV. DIMMESDALE, PEARL, DR.
CHILLINGWORTH), gli altri sono tutti personaggi storici. Questo mantenersi in
bilico ha una precisa funzione: usare puntelli storici aiuta a dare credibilità a tutto il
resto. La realtà è quella del ‘600 nel New England.

La descrizione realistica e dettagliata dell’edificio della dogana serve a dare fiducia al


lettore in ciò che legge. In USA c’era diffidenza per le storie completamente
fantastiche e i romanzi partivano sempre da dati realistici. Il licenziamento di
Hawthorne dalla dogana provocò scalpore a Salem. Riferirsi ad un avvenimento
capitato qualche mese prima significava creare un forte aggancio con la realtà. Inoltre
Hawthorne doveva attirare di più il lettore, visto che ambientava il romanzo due
secoli prima; doveva inoltre giustificare perché impelagarsi con una storia di due
secoli prima. Gli fu chiesto di eliminare la “Custom House” dalla seconda edizione,
ma Hawthorne scrisse una “Preface to the second edition” in cui spiegava di non
poterla eliminare. Era convinto della validità di ciò che aveva scritto. Si trattava di un
testo molto polemico nei confronti della realtà esistente. L’attacco al microcosmo (la
dogana) diventava indirettamente un attacco al macrocosmo (la società del New
England).

La dogana è la sede del potere governativo. Il riferimento alla bandiera (con le strisce
verticali invece che orizzontali) caratterizza l’edificio come sede di governo e non
come edificio militare. Compare anche l’aquila e questa, insieme alla bandiera, è uno
dei due simboli del Governo americano l’aquila è un simbolo forte: grande madre,
che con le sue ali si apre in un grande abbraccio accogliente, ma anche animale
truculento, con i suoi dardi e i suoi artigli. L’aquila diventa il simbolo della doppiezza
americana. Siccome Hawthorne era del partito del presidente Jackson, alla fine del
mandato di questo presidente fu considerato un sovversivo e per questo fu cacciato
dalla dogana. Da ciò veniva l’ironia amara nei confronti dell’aquila americana.

Hawthorne si identifica con Hester: entrambi avevano disubbidito alla legge della
maggioranza. Come può l’uomo punire così severamente chi ha violato le leggi
dell’uomo? È solo ammissibile che si possa punire così severamente chi violi la legge
di Dio. Da qui il legame profondo tra il saggio introduttivo e il romanzo.
Dichiarandosi jacksoniano, Hawthorne aveva disubbidito ad una consuetudine, non
ad una legge e tuttavia era stato punito col licenziamento. L’aver ambientato il
romanzo nel ‘600 creava una relazione diretta tra i due secoli: in sostanza dimostrava
che nulla era cambiato.

IL RITROVAMENTO DELLA LETTERA SCARLATTA (episodio


dell’introduzione): l’espediente del manoscritto ritrovato è un classico del romanzo
gotico. Nato in un momento successivo all’esplosione del romanzo borghese, basato
su fatti reali, concreti, nutrito di Illuminismo, il romanzo gotico risultava una reazione
all’eccessiva fiducia nella ragione. Per interessare la borghesia a queste esplosioni di
fantasia (fantasmi, castelli, mostri, vampiri, ecc.) si iniziava col ritrovamento di un
manoscritto, spesso del Medio Evo (l’epoca più oscura). Il “device” serviva a
scaricare di responsabilità l’autore che raccontava cose apparentemente strane.
Espediente tecnico banale, usato per fare accettare le storie al pubblico. Una finzione
nella finzione.

Tutto diventava ancora più accettabile e rendeva la storia accettabile perché


l’episodio è inserito nella introduzione, dove tutto è storicamente documentato.
Hawthorne trova un pacchetto di carta ingiallita e dentro la lettera scarlatta, in panno
rosso. La lettera è un simbolo ed è il vero protagonista del romanzo. Lo si capisce fin
dal titolo. È il simbolo dell’ottusità della folla di Boston, della stupidità con la quale
puniscono le trasgressioni. Con il suo ritrovamento, ancora una volta è dimostrato che
nel romanzo non importano i fatti, ma il loro valore simbolico, non la colpa, ma come
la colpa è vissuta nella coscienza e come è percepita dalla società.
La scoperta di questo simbolo riceve grande attenzione: si tratta di un lavoro
meraviglioso, dal ricamo accurato, un’opera d’arte e Hawthorne ne è affascinato. Se
lo pone sul metto, dove lo indossava Hester e anche lui prova una sensazione di
bruciore. È il momento più evidente dell’identificazione fra lui ed Hester, la sutura
dei due temi, la colpa di lei in quanto adultera e la colpa di lui in quanto artista,
giudicato come improduttivo e quindi colpevole dalla società puritana. I due
coincidono: tutti e due sono colpevoli di qualcosa e la A sta per Adultera e per
Artista.

Quindi Hawthorne racconta di aver trovato dei documenti in cui è spiegata tutta la
storia di Hester. I primi momenti del romanzo consistono nel sapere la storia, che ci
viene subito raccontata. In seguito si concentra sul senso e il romanzo va letto per
sapere il contenuto metaforico di questa vicenda di debolezza e fragilità umana,
piuttosto che per la vicenda svelata fin da subito.

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