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1 La dottrina degli idoli

Il pnmo . passo per 1a co struzione di un'autentica conoscenza consiste nel prendere le-·di-
stanze d a 11 e au torl.ta' dottrinali e dall'acritica venerazione del passato, ma- al tempo stesso
·~·
-rret.:f. flj""'e_r_a-rs~r""!aP.
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!! I ~p:::
re::-:g~ìu;'{;l;:t;}''~ré'FatL_
- r; Ì2.J?regiudizi non si esauriscono infatti n_el peso di una tradizio~e filosofic<:-::ci:n-
tifica pa~sìv~mente accettata, ma hanno anche altre origini. J ut~a_Ia pnma_fase_d_el meto-
dobàéémia.~o si sonfigu_ra quindi~come un_a p_ars__ des~rue_ns (parte distruthv~),.~ ~ ~-
vinziorre che non sia . po~~~bge_~~.~_t_ruire t1na ,?c,ie~~<:1 ':alidà ~e pri]Tia non sL1ia110
smantellate- tutte 1èc onv°in zioni errate-~~e p_o trebb~ro-intral<;_i_a re •quella·costruzio!1_e.
--·Ncl.Nuovo Orgàno ·Ìa pars -d; struens si concretizza nella dottrina dei ~- Tale
termine
-
va
-
inteso
-------=-
innanzitutto
----- -
11el significato originario e·generico di "immagine",
.__ ,.,_.,,.......,_~. ~- -~. L ... !!i!I-.--._
nel ,...A ..

senso che gli idòla sono rappr~sentizio.ni µ.e.tlQ12.Ri· ffiliiione, eh-e ~non corrispondono o
c~isporidorio -~'òltan.!_o _p_àrzialme.nte_alla_r_ealtt.ba parola, tuttavia, suggerisce anche
cneessfsono quasi fals_~ d~ ~venerate dagli uomini e da cui questi ultimi si lasciano
facilmente ingann~ si tratta, insomma, di pericolosi P[i~!].__gi~i 9-~l}'iptelletto ~i cui
bisogna liberarsi o di cm quantomeno dobbiamo rendere-i conto per non lasciarcene do-
~IThre~l'è~sono il.!,::~ti, 1 altri invece.,ve~g_9.~9,2ffU,tisffi:nel CQ!fa.çié['esi s ~ .1fac~~f
i~ Vffiùa quattro gfu ppi di idoli: 'ffNa tribus ("della tribù"), specus ("della caverna"), fori
("della piazza" o "del mercato") e- ffi'eatri ("del téatrc?f - - - ~--- ·~ -
1. -t a "trjfi(, n~l suggestivo liI;-guaggio baconiano, ; ltro non è chE: l'u1:1anità nel suo
complesso: gli idòla tribus saranno quindi i eregiudizi radicatinel la~nat~rà
"'--..i..~ - --·--- - - ..- , : _.,. c... --

umana in genefale,ad esempio la tendenza a veder~ nella realtà più O!:._qi_:r;i_~,~ r:egg-
laritàcfi-quanto non sia effètti; af'nent; te ~timoniato· ~lall~sper i"e~
..... ___ - - ·- '°" ... ··-·~---, - ... -cf-;:: • .........:. =:.::.....--r::.. _.......... ----=..:."!- • • ~ - --

2. La caverna cui si fa riferimento nell'espressione idòla specus


.... ----··- -:.o.
è invece una metafo- --- 1!i ·• ~ - •••

ra-dìChi~ ~ : .n~e_n~~ p_l~~~~:~J?.Oic~é al~!.,,~t~~--~-~g~--~~y~~~~ presentàtb


nella
__ Repubblica
_,__ _ _ dal filosofo greco. Anche Bacone ritiene
-.;_.::=.:z:_.._._~~"'--""' - - - -che
- - - .nell'infellèn:o
: - - : - - - - - - ~ ·umano

yi s.i~, metaforicamente parlando, una sgrta.dLspelonca sul fondo della quale ven-
gono riflesse, come in uno specchio d~ r.ro.ant~ le immaginifo~~ité daffièsperien-
z~ ile, che per lui deve i~vece es~__çup~- tita testimo-
~ a. A differenz~j_egli idolìc ~ HaJEibù, quelli d: ll~ _c~~ern~-~~IÙ;~~~entano i
pr~ ~iz_i~ divi~~ali, propr~~L_ogni .~ingolo e~~r..:__:1~an?: ad esempio, certi
uomini sono portati a riconoscere soprattutto le somiglianze tra i fenomeni, men-

-----
tre altri tendono a coglierne prevalentemente le differenz'e:-Tnrucun icasi, i pregiu-
dizi "dellg cavern.<J.ono innati; in altri dipendono invece dall'educazione ·rice-vùta
dc: ogni individuo e dalle esperienze. cli.e ha avuto... ·•·- ·-
3. G~i idòla fori son? poi _i ~ gi~dizi_c~~ de!i~~~o-~!t~s-~ guaggio: p~~za !a
e.!LI]].~rcatq___sono mfatt1 tipicamente 1luogh11_n _c_~1 le E~~sone_parlano-h:_a loro. Ba-
cone si rende conto che il linguaggio non è un semplic·e strumento di com; ·nic?àzio-
n-e.: esso j p.fluenza largamente il nostro modo di pensare. In effetti, le parole sono
etichétte COI).S~i 9~s_igi:ti~mo .9ggetti o gruppi di oggetti; e il modo in cui attribuiamo
tali etichette definisce di fatto i conéetfi attraversò i quali interpretiamo il mondo.
Secondo Bacone, in alcuni casi vengono coniate espressioni che non corrispondo-
±.filLa!Cun-oggetto .reale, e il loro uso ripetuto finisce per convincerci erronea-
mente dell'esi.?tenza di quegli ogg~ ti:èll caso dP 'primo mobife~1o-c·uzi6ne di
ascendenza aristotelica impostasi nella tradizione scientifica e filosofica, raffor-
zando la credenza in un inesistente cielo delle stelle fisse. Tuttavia, ancora più
grave in quanto più difficilmente smascherabile è l'uso di espressioni che corri-
spondono a oggetti reali, ma che vengono utilizzate in maniera ambigua e impre-
cisa. L'esempio citato da Bacone è quello della parola "umido", che può essere
utilizzata in significati anche molto differenti, indicando sostanze prive d r consi-
stenzct e forma propria, corpi che·possono passare dallo stato solido a quello-liqui-
do ecc. È evidente quanto possa essere pericoloso per la ricerca scientifica questo
genere di idoli: nel caso riportato, si potrebbe finire per considerare umidi, oltre
all'acqua, anche il fuoco e il vetro. )
4. Gli idòla theatri, infi ne, sono i pregiudizi derivanti dall'adesione acritica a dot-
trine filosofiche, paragonate a scenari di teatro, mondi costruiti artificialmente
che ben poco h an r,o a che fare con quello reale. Come sappiamo, Bacone intende-
va segnare una rottura netta non soltanto nei confronti dell'aristotelismo, ma an-
che di quasi tutto il pen siero antico e medievale: in particolare, si dimostra ostile
nei confronti della tradizione platonica e pitagorica, accusate di confondere arbi-
trariamente concezioni filosofiche e religiose.
Per il filosofo inglese i pregiudizi non sono del tutto eliminabili, soprattutto quelli innati;
tuttavia, il fatto stesso di rendersene conto consente di neutralizzarne o quantomeno li-
mitarne gli influssi negativi.

FARE fJM CAPIRE • Prova a proporre un esempio, diverso da quelli forniti nel testo, per ciascun tipo
di idòla.
4 L'induzione: la pors construens del metodo
1 La raccolta dei dati el'induzione vera ., .
. 111
· ·d'0 l ò prendere avvio . 1a Pars construens' c10e la parte costrutti-
Una volta affrontati g a, pu . d " tale nuova fase è la raccolta dei
• fI f Il punto d1 partenza 1
va del percorso di ricerca scien ica. ,. t ("storia naturale"): essa indi-
. d. • h B ne definisce fi,rstoria na ura,1~
dati I espenenza, c e aco_ . . . . _ uelli generati spontaneamente
ca l'attività di selezione e d1 descnzione dei fenomeni q . .
. h
dalla natura, ma anc eque I pro Jr d O tf1 dalle attività umane. che la modificano
. ... . • · t·fe la trasfor-
màno - preliminare all'elaborazione ai unà vera e propna con~~cenz~ scie~ 1 _ica. .
La raccolta dei dati è alla base dell'applicazione del i_ne~od? m~utt~vo, 1~rnco pr~ced~-
mento razionale che per Bacone risulti efficace. L'indu~ione è il _~~<?c~s~o lo~co mfe~1-
sce verità di carattere generale a· partire dall'ossetvazione di casi m~1v1d~~l-~.~?~n~h _dalle-
sperienza seiisioiié: Esso si contrappone esplicitamente a quello a:1st~t~hco, ~1p1ca~ent~
deduttivo, che per mezzo di sillogismi derivava affermazioni apphcab1h a casi par~1colan
a partire da verità generali. In realtà Bacone è consapevole del fatto che anche Anstotele
aveva riconosciuto l'importanza dell'induzi'One, la quale interveniva, muovendo da pro-
posizioni particolari, nella definizione delle proposizioni universali a fondamento del ra-
gionamento deduttivo. Tuttavia, il filosofo inglese distingue nettamente il proprio metodo
induttivo, che egli definisce induzione vera, da quello aristotelico. Secondo Bacone Ari-
stotele si limitava a prendere in considerazione alcuni esempi particolari raccolti a caso,
pretendendo di derivarne immediatamente-verità generalissime: ad esempio, dalla con-
statazione che alcuni animali sono mortali, s1 poteva Ìnferire induttivamente che tutti gli
animali Io sono; e successivamente, per via deduttiva, giungere ad affermare che, poiché
tutti gli uomini sono animali, essi sono necessariamente mortali. Il filosofo inglese nutre
invece forti perplessità nei confronti di un procedimento induttivo casuale e basato su un
numero limitato di casi. L'induzione vera si deve fondare per lui su una r~ccolta di dati non
soltanto sufficientemente am~ia, ma anche rispondente a regole precise. Essa, in parti-
colare,_ de~e_procedere_m ".'an'.era g~aduale, passando ordinatamente dalle singole os-
servaz1orn a1 _cos1ddet11 ass10nu Dle!!J - affermazioni caratterizzate da un livello di gene-
rahzzaz1one intermedio tra I casi mdividuali e le proposizioni universali_ e soltanto da
ujtimo e con molta cautela alle affermazioni di carattere universale Tale att •
nsponde sia alla convinzione che generalizzazioni troppo affrettate rischiano 'gia~e:10a
conclus1om errate, sia soprattutto allo scopo della ricerca se. . . 1 por ar
è essenzialmente pratico Il filo , , . f . . ientifica, che secondo Bacone
· soio e m atti poco interessato all ff •
eccessivamente generale in t . e a ermaz1oni di carattere
1
, quan o nsu tana troppo astratt . d. .
sa sulla realtà e di dare indi • . .. e e quin 1 incapaci di fare pre-
1
caz1oni uti I per poterla trasf Gl.
saranno in grado di fornire armare. 1 assiomi medi invece
concrete regole operative. ' '

1r11 11r 111111111111111 11r11 11 11 1111 w


11 11 1111111111111111
111111111111111111111111111111 11 111111 111111111111111 111111111111 1

historia naturalis (d l . 1111 111 1111111111111 111 11111 111 111 1111 11 111111111111111111111111111
f',_ca .. rice_rca
•- a greco
") la selezione h1storfa , eh e s1gni
ra ion . .- ordinata dei ·. .11111111111111. 111 11111111111.1111111111111111111111111111111111111111
l 1one de, fenomeni della na? ata e la descri- alla forrn l _dati, dai . casi particolari procede
Jrnane che su essa agiscono ura e delle attività alle aff u az1_on~ degli assiomi medi (v.) e quindi
. . . errnaz1on1 generali.
;nduzoone ~••• .il met?do che Baco (°jsstoont medi . . . .
appone ali induzione aristotelic . ne con- terrned · (t . le _g_eneral1zzaz1on1 di livello in-
Je una raccolta il più Possibile arn aP,iaesgsodpreve- Univers1;l.1)crah I c~s1 individuali e le proposizioni
· ra uate • e s1 Poss
e d1rnento induttivo. ono effettuare nel proce-
1 formiche, ragni eapi
La prima c_aratteristica ~el metodo baconiano è, come abbiamo visto, la gradualità: secondo
il filosofo m~lese, , «Al~ mtell~tto degli uomini non si devono aggiungere ali, ma piuttosto
piombo e pesi, cosi da impedirgli di saltare e di volare» (Nuovo Organo, I, 104), ossia di proce-
dere imprudentemente verso conclusioni scarsamente fondate. Obiettivo della polemica ba-
coniana sono in questo caso non soltanto l'affrettata induzione aristotelica, ma anche lepre-
tese di maghi e alchimisti che millantavano eccezionali capacità di penetrazione dei misteri
della natura. Bacone diffida delle intuizioni avventate dovute a presunti intelletti superiori e
ritiene invece chè il progresso della scienza si debba' fonda.re su' un· lavoro tanto metodico
quanto faticoso. Tuttavia, per evitare che tale impresa rischi di diventare enorme e quindi di
fatto irrealizzabile, perché i casi da prendere in considerazione nell'indagine sono potenzial-
mente infiniti, occorre che la raccolta dei dati.non
., ..si riduca a una mera accumulazione di in-
formazioni, bensì che quelle informazioni siano organizzate ed elaborate dall'intelletto.
Bacone paragona gli scienziati a tre specie di insetti:
1. da un lato vi sono le formiche, che accumulano il cibo senza sottoporlo ad alcuna
elaborazione: esse rappresentano gli scienziati «empirici», che si limitano alla rac-
colta di dati;
2. all'estremo opposto abbiamo i ragni, che producono çla sé il filo con cui tessere la pro-
pria tela: sorìo'questi i filosofi che, come Aristotele e ~oprattutto come i peripatetici
contemporanei di Bacone, considerati «dogmatici», costruiscono immagini del mon-
do traendole esclusivamente dal proprio intelletto, senza alcun confronto con la te-
stimonianza dell'esperie~za. La metafora della ragnatela suggerisce anche che tale
genere di studiosi crea vere e proprie trappole in cui rimangono irretiti i loro seguaci;
3. vi sono infine le api, il cui comportamento evi~a _gli o_pp~sti ecces~i delle formiche e
dei ragni. Esse raccolgono il polline passando d1_fiore m t1?re, _e po~ Io_ trasformano in
miele. È questo per Bacone l'atteggiamento ~egh ~~t~nhc1 sc1enz1ah, che applicano
1·1propno· m· t e 11e tto all'elaborazione dei dati empmc1 per trarne vera conoscenza ·
I l'organizzazione dei dati nelle tavole
. promosso da Bacone comporta una collaborazione . , tra sensi
. . e
Il mo d eIl o d 1 conoscenza .
·mte Iletto, tra l'espenenza
· - condotta secondo precisi criteri - e . la raz10nahta
. . Per
. il filo-
sofo la stessa raccolta dei dati empirici implica già una forma d1 elaboraz10~~, m quanto
gli elementi tratti dall'esperienza devono esser: ~nquadrat! secondo prec1s1 p_rotocolli,
che Bacone chiama fivòle. Egli ne propone tre hpt: tavole d1 presenza, tavole d1 assenza
in prossimità e tavole dei gradi.
1. Nelle tavole di presenza vengono raccolti i casi in cui il fenomeno indagato si p~e-
senta. Ad esempio, se la ricerca mira a individuare la natura del calore, nell~ rel~tiva
tavola di presenza andranno riportati oggetti e fenomeni, anche molto d1vers1 tra
loro, in cui il calore si manifesta, quali il Sole, il fuoco, fa pelliccia degli animali, ma
anche la calce viva e il ghiaccio, che producono una sensazione di bruciore.
2. Le tavole di assenza, invece, raccolgono i casi apparentemente simili a quelli pre-
cedenti, in cui tuttavia il fenomeno (in questo caso sempre il calore) non compare:
esempio tipico è quello della Luna, per molti aspetti simile al Sole, ma del tutto
incapace di riscaldare. Questo tipo di tavole esemplifica l'intenzione baconiana di
evitare di disperdere la ricerca nell'impresa impraticabile di una raccolta pressoché
sterminata di dati: in esse non vengono registrati tutti gli esempi di assenza di ca-
lore, bensì solamente quelli "in prossimità", cioè affini ai casi in cui esso invece si
presenta. Si evita così un lavoro tanto impossibile quanto inutile, concentrando
l'attenzione soltanto sulle situazioni effettiyamente significative. Per rimanere agli
esempi citati, mentre le tavole di presenza suggeriscono ipotesi su quale potrebbe
essere la natura del calore, quelle di assenza permettono di escluderne immediata-
mente alcune, restringendo così il ventaglio delle spiegazioni verosimili: se il caso
del Sole parrebbe indicare un rapporto stretto fra calore e luce, tale rapporto viene
smentito dalla constatazione che la Luna, pur luminosa, non risulta calda.
3. Esistono infine le tavole dei gradi, in cui vanno riportati i casi in cui il fenomeno in-
dagato cresce o decresce di intensità con il crescere o il decrescere di un altro fenome-
no: ad esempio, con l'aumentare del moto e dell'esercizio fisico il corpo degli animali
si accalora sempre più; e il Sole riscalda maggiormente man mano che si innalza
sull'orizzonte. Ovviamente, mentre è verosimile che tra due fenomeni che aumenta-
no e diminuiscono di grado contemporaneamente vi sia una qualche relazione di
causalità, tale relazione va esclusa qualora uno dei due aumenti al diminuire dell'altro.
L'uso sistematico e integrato dei tre tipi di tavole consente al ricercatore di avanzare un'i-
potesi su quale possa essere la natura del fenomeno esaminato: è questa la vindemiatio
P..rJ1!1a ('.'prima ~end_emm:a"), ~na congettura formulata selezionando e organiz; ando i
van dat_1 _prov~~1entJ dall espenenza; nel caso in esame, l'ipotesi è che la sostanza del
~alore s~ iden~ifichi con il moto. Tale congettura, tuttavia, prima di essere accettata come
I autentJca spiegazione del fenomeno studiato, dovrà venire sottoposta a verifica.

FARE ,mi CAPIRE • Prova da elsfemdpdlificare la raccolta di dati attraverso le tre tavole in relazione al feno-
meno e re o.
1 La verifica delle ipotesi: le istanze prerogative
La verifica della prima ipotesi potr' ff ·
. . a essere e ettuata per mezzo di appositi esperimenti,
he Bacone ch iama «istanze prero f N 11 . ,.
e . . . ga ive». e a pnma fase della ricerca scientifica, 1 in-
telletto s1 era 1.imitato a dare ordine all a racco1ta d e1• dati. empirici attraverso il loro msen-
· ·
mento metodico nelle tre tavole· al t · d. . ·
. · ermme i tale lavoro, le ipotesi interpretative emer- 1111

gevano quasi spontaneamente · Ora, invece,


· 1a mente umana e, chiamata
. · · he
a porre specif1c [1
do~~nd~ all~, n~t~ra. L'espressione jstanze prerogative significa letteralmente "domande
privilegiate , cioe quelle domande mirate che forzano la natura a fornire proprio le ri- '
lE
sposte volute. ~l t~rmine "istanza", poi, evoca in particolare il contesto giuridico, nell'am- s
bito del quale indica una richiesta puntuale e specifica. Proprio questa è la differenza tra cl
a
la semplice esperienza e l'esperimento: mentre con la prima non si fa altro che osservare a
il mondo, quasi mettendosi in ascolto di ciò che esso ha da dirci, il secondo si configura VI

come un vero e proprio interrogatorio durante il quale la natura viene costretta a rivelare p

i propri misteri. Il filosofo - che era stato anche Lord Cancelliere, ovvero ministro della e
Giustizia, e ben conosceva la crudele procedura penale dei suoi tempi- non esita a para-
gonare l'esperimento a una forma di tortura, tesa a estorcere alla natura quei segreti che
difficilmente rivelerebbe spontaneamente.

I Le istanze cruciali
Il filosofo inglese elenca ben 27 tipi di istanze prerogative, le più significative delle quali
sono probabilmente le istanze cru.ciall!. Con tale espressione si intendono gli esperimen-
ti che sono in grado di farci decidere quale tra due ipotesi interpretative di un deter-
minato fenomeno sia quella corretta. Infatti può capitare che, al termine del lavoro di
organizzazione dei dati effettuato per mezzo delle tavole, due ipotesi risultino verosimili
in quanto entrambe compatibili con l'esperienza. L'istanza cruciale consentirà allora di
eliminarne una e confermare definitivamente l'altra, giungendo così alla spiegazione del
fenomeno indagato e alla conclusione della ricerca.
Bacone esemplifica questo tipo di istanza con u~ esperime~t? inge?noso, anche se
all'epoca difficilmente realizzabile. Egli suppone d1 dover stabilire se 11 peso dei corpi
dipenda dall'attrazione esercitata su di essi dalla Terra oppure semplicemente dalla loro
natura intrinseca. Sincronizziamo allora due orologi, uno funzionante a molla e l'altro
azionato da un peso. In base alla prima ipotesi, le l~ncette di quest'ultimo dovrebbero
muovers1• pm . , o meno v elocemente a seconda della . distanza
. . dal centro
. . della Terra in cui
fosse co11ocat o; mvece,
. s e fosse vera la seconda ipotesi,
. . le differenti distanze non influen-
zerebb ero 1.1 peso e qum
• di· la velocità delle lancette.
. Di conseguenza,
. . sempre in base alla
r ·m • . . d
P 1 a ipotesi, i ue oro logi· perderebbero la smcromzzazione
. . se quello. a, peso fosse
Portato in luoghi elevati oppure in caverne che si spingono nelle profondita della terra,
in quanto esso subirebbe l'influenza della variazione della forza di attrazione; viceversa,
se il peso dipendesse unicamente dalla natura intrinseca dei corpi, i due orologi rimar-
rebbero perfettamente sincronizzati.
Se tale esperimento potesse essere realizzato, costituirebbe dunque l'istanza cruciale
e determinante nella soluzione del problema posto, permettendo di decidere per una
opzione o per l'altra.

FARE • Prova a illustrare quale potrebbe essere l'istanza cruciale per verificare l'ipotesi secondo cui
pe'I la medesima quantità di acqua, sottoposta alla stessa fonte di calore, bolle più o meno velo-
CAPIRE cemente a seconda della pressione atmosferica .

mu1111u11nt1mmummrnnu11111111mmm murnmu m111111m11111111 •11 ,1111111a,1 :;111 1 l !f!,U;,;,,,,i,1111•. Hlllll\ll/llUHIU!111111/l ltllt 1111 111 1UIIUIIIIIJ ILlllll!111 11Ulll111U11 llll lllllllll llll llllll11lUUlll llllllll111111Ul ll l\l l lllllll lU1 1111Ulll1l\1111\lllll lllllllllU11111111 11lllltll!tll\lllll llH IUI II IIIIIUU III III IIIUllll1111Jll l! 111111 ' •

LE FASI DELLA RICERCA


SCIENTIFICA
t.:INDUZ/ONE VERA

deve procedere
gradualmente
attraverso varie fasi
I :
If1U1K•a111UU11111111;u1111111\llflllallllllo11M111u11111tN111111W1111uu,11l1n1111111ttJum1 mm 1,nijllll111,t111111,, ,u11 1uu1muro1111 u1m,1u1, 1,1m11 u 11111111, l mu1111m 1111u1111,1111111t11111~111u,1111 111111111,,,m11., ,,u 1111 11 1m 11n 1111111 111IUUIU~imuunu ,,,m1 ,N U1 11 11o1 111 1uu1 11111111111111im,1111 ,u u 1111111un M11m11,1~
1 , I I
1. la raccolta 2. l'organizzazione 3. l'elaborazione 4. la verifica delle
dei dati dei dati della prima ipotesi ipotesi grazie alle
nelle tavole interpretativa istanze prerogative
(vindemiatio prima)
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i
l
l'""''"•""'•M"""·""". .........,,,,,,,,j,,,..,.,,,,,,,,,,,,M~"""'""""''""'"""'""'"
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in particolare

tavole di tavole di tavole dei


presenza assenza in gradi le istanze
prossimità cruciali

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