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1) Sistema inquisitorio

Vedi introduzione al processo penale ; libro del prof.

2) Come avviene la formazione del fascicolo per il dibattimento


Dopo l'emissione del decreto che dispone il giudizio, segue un'attività di estrema importanza per la fase dibattimentale,
ovvero la formazione, nel contraddittorio tra le parti, del fascicolo per il dibattimento, cui il giudice udienza preliminare
provvede immediatamente o, se una delle parti ne fa richiesta, in un'apposita udienza successiva, da svolgersi entro
quindici giorni. In realtà i fascicoli sono due, la previsione del doppio fascicolo è indispensabile per non incidere sul principio
del libero convincimento del giudice del dibattimento.
A) fascicolo per il dibattimento, da trasmettere alla cancelleria del giudice competente per la fase dibattimentale
unitamente al decreto che dispone il giudizio ed all'eventuale provvedimento di applicazione di misure cautelari (se
ancora in esecuzione); Hanno valore di prova
B) fascicolo del pubblico ministero, destinato ad essere conservato nella segreteria del p.m., con facoltà dei difensori
di prenderne visione ed estrarne copia. Utilizzabili dalle parti per la ricostruzione dei fatti e delle strategie processuali .
Nel fascicolo per il dibattimento sono raccolti: Art.431 c.p.p.
1. atti relativi alla procedibilità dell'azione penale e all'esercizio dell'azione civile;
2. verbali degli atti non ripetibili compiuti dalla P.G., P.M. e dal difensore o acquisiti con rogatoria internazionale
3. verbali degli atti assunti nell'incidente probatorio;
4.certificato generale del casellario giudiziario e gli altri documenti indicati nell'articolo 236;
5. corpo del reato e cose pertinenti al reato, qualora non debbano essere custoditi altrove

3) LA PERIZIA COATTIVA

Tra i casi che legittimano il ricorso a un incidente probatorio vi è quello riguardante l’esigenza di assunzione di prove. Si
tratta di attività riconducibili al prelievo coattivo di capelli, di peli o di mucosa del cavo orale al fine di determinare il profilo
del DNA ed altri accertamenti medici.
Perizia coattiva l’art. 224-bis c.p.p., ha attribuito all’organo giurisdizionale il potere di disporre il prelievo coattivo
necessario per sottoporre al perito il materiale biologico da cui estrarre il profilo genetico. Il legislatore ha
predisposto lo strumento della perizia per consentire al giudice di acquisire, nel contraddittorio tra le parti, la
diretta conoscenza di un fatto biologico, rilevabile unicamente attraverso sofisticate indagini, che presuppongono
cognizioni ed esperienze scientifiche, da eseguire all’interno dei laboratori specializzati . Comunque l’organo
giudicante non dovrà limitarsi a valutare la prova o il metodo scientifico solo sulla base dell’esame e del
controesame dei soggetti partecipanti ma, attraverso un procedimento logico, dovrà considerarla in relazione alle
altre prove assunte.
Può essere disposta solo mediante autorizzazione del giudice e deve essere effettuata dal p.m. in presenza di un consulente,
può essere effettuata senza il consenso dell’indagato o dell’imputato. Due sono i presupposti per l’emissione dell’ordinanza,
l’uno attinente al tipo di reato per il quale si procede, l’altro è che l’esecuzione coattiva sia «assolutamente indispensabile
per la prova dei fatti

4) Cosa succede nel caso di abrogazione o dichiarazione di illegittimità costituzionale di una norma
incriminatrice passata in giudicato ?

Può richiederlo Il P. M. , l interessato o il difensore


In questo caso c’è la revoca della sentenza (art 673) per abolitio criminis in base al principio dello status quo ante e al favor
rei anche riguardo al diritto civile .Il PM o le parti interessate, sempre nella fase esecutiva dei provvedimenti giurisdizionali,
possono, adire il giudice dell’esecuzione per ottenere talune decisioni quali ad es. applicazione di indulto, amnistia.

5) REVISIONE DEL GIUDICATO


È un procedimento speciale di impugnazione delle sentenze insieme al ricorso straordinario in cassazione e la rescissione. È
proposta personalmente dall’imputato condannato o a mezzo di procuratore speciale e si richiede di rivisionare il giudicato
perché il condannato potrebbe risultare non colpevole a seguito di : errore di persona, nuove prove schiaccianti a discarico
della colpevolezza o a seguito di testimonianze sulla sua non colpevolezza in procedimenti collegati o connessi. L'istanza
deve indicare specificatamente le ragioni e le prove che la giustificano, ed essere presentata unitamente ad eventuali atti e
documenti. Il giudizio vero e proprio, instaurato a seguito del decreto di citazione del Presidente della Corte d'appello
competente, è disciplinato dalle norme relative agli atti preliminari e al dibattimento di primo grado. La natura del mezzo
d’impugnazione de quo non consente alla Corte d'appello di superare i limiti di accertamento e assunzione di prove legati alle
ragioni della richiesta. In caso d'accoglimento, abbiamo la revoca del provvedimento oggetto di revisione, con pronuncia di
sentenza di proscioglimento, oppure, nel solo caso ex C. Cost. sentenza n. 113 del 2011, alternativamente di proscioglimento,
confermativa, o (solo) maggiormente favorevole.
Casi di revisione:
a) se i fatti stabiliti a fondamento della sentenza o del decreto penale di condanna non possono conciliarsi con quelli stabiliti
in un'altra sentenza penale irrevocabile del giudice ordinario o di un giudice speciale.
b) se la sentenza o il decreto penale di condanna hanno ritenuto la sussistenza del reato a carico del condannato in
conseguenza di una sentenza del giudice civile o amministrativo, successivamente revocata, che abbia deciso una delle
questioni pregiudiziali previste dall'art. 3 c.p.p., ovvero una delle questioni previste dall'art. 479 c.p.p.
c) se dopo la condanna sono sopravvenute o si scoprono nuove prove che, sole o unite a quelle già valutate, dimostrano che il
condannato deve essere prosciolto a norma dell'art. 631 c.p.p. Per prove nuove devono intendersi non solo le prove
sopravvenute e quelle scoperte successivamente, ma anche quelle non acquisite nel precedente giudizio oppure acquisite, ma
non valutate, purché non dichiarate inammissibili o ritenute superflue dal giudice, e ciò indipendentemente dal fatto che
l'omessa conoscenza sia imputabile a comportamento processuale negligente o doloso del condannato
d) se è dimostrato che la condanna venne pronunciata in conseguenza di falsità in atti o in giudizio, o di un altro fatto
previsto dalla legge come reato. È necessaria una pronuncia passata in giudicato che attesti il reato in contrasto con il
giudicato di condanna; il giudice della revisione può accertare in via incidentale tale condizione solamente nel caso in cui, in
via principale, ciò non sia stato possibile per una causa estintiva .

6) Quali sono i vizi per i quali è’ possibile proporre ricorso in cassazione (art 606); in particolare, i vizi di
motivazione (lettera e)

Ricorso per cassazione è un mezzo di impugnazione ordinario, vale a dire proponibile esclusivamente avverso una sentenza
che non sia divenuta definitiva, a critica vincolata, in quanto sono tassativamente indicati dal legislatore i motivi deducibili,
consistenti in specifici errores in procedendo (applicazione norme processuali) o in iudicando(errori applicazione diritto
sostanziale). Il ricorso è parzialmente devolutivo.
Casi di ricorso; solo per i motivi predeterminati dall'art.606 c.p.p. Se la richiesta appare manifestamente infondata per difetto
delle condizioni di legge ovvero costituisce mera riproposizione di una richiesta già rigettata, basata sui medesimi elementi, il
giudice o il presidente del collegio, sentito il pubblico ministero, la dichiara inammissibile con decreto motivato, che è
notificato entro cinque giorni all'interessato. Contro il decreto può essere proposto ricorso per cassazione [606].
a) esercizio da parte del giudice di una potestà riservata dalla legge a organi legislativi o amministrativi ovvero non
consentita ai pubblici poteri: è l'ipotesi c.d. di eccesso di potere
b) inosservanza o erronea applicazione della legge penale o di altre norme giuridiche, di cui si deve tener conto
nell'applicazione della legge penale
c) inosservanza delle norme processuali stabilite a pena di nullità, di inutilizzabilità, di inammissibilità o di decadenza
d) mancata assunzione di una prova decisiva, quando la parte ne ha fatto richiesta anche nel corso dell'istruzione
dibattimentale limitatamente ai casi previsti dall'articolo 495, comma 2 c.p.p.
e) mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione, quando il vizio risulta dal testo del
provvedimento impugnato ovvero da altri atti del processo specificamente indicati nei motivi di gravame: è l'ipotesi
del c.d. vizio di motivazione :
a) La motivazione è “mancante nel senso di CARENTE” non solo quando la sentenza difetta totalmente della parte
espositiva, ma anche quando mancano i singoli momenti esplicativi, necessari per spiegare il rapporto tra il thema
decidendum e il contenuto del giudizio. Alla carenza di motivazione grafica si equipara anche la motivazione manoscritta
illeggibile e la c.d. motivazione apparente, cioè quando il giudice di merito non indica tutti gli elementi su cui si è formato il
suo convincimento, oppure li indica ma non li spiega approfonditamente. Si tende ad ammettere la motivazione per
relationem, purché però il provvedimento al quale si rimanda sia conosciuto o conoscibile dalle parti e il giudice non si limiti
semplicemente ad accettare acriticamente la valutazione alla quale fa riferimento. Mentre nella c.d. insufficienza della
motivazione, , è previsto l’istituto della correzione della sentenza ai sensi dell’art. 547 c.p.p. .
b) La motivazione si presenta come “manifestamente illogica” sia quando c’è un’illogicità nella giustificazione interna sia
quando tale vizio concerne la giustificazione esterna della decisione. Nel primo caso c’è incompatibilità tra premesse e
conclusioni; nel secondo caso vengono adottati dei criteri di inferenza non plausibili. L’illogicità tra l’altro è rilevante solo
quando è macroscopica, quindi manifesta.
c) la motivazione è “contraddittoria” quando c’è un’inconciliabilità tra le argomentazioni giustificative adottate dal giudice
di merito e le risultanze probatorie.
REQUISITO DI SPECIFICITÀ, i 3 vizi sono incompatibili e il ricorso deve argomentare il vizio e non riportare il testo e
genericamente proporre. Il vizio di motivazione è deducibile, non solo quando risulta dal testo del provvedimento impugnato,
ma anche quando risulta da altri atti del processo che il ricorrente ha l'onere di indicare specificante nei motivi di gravame e
allegare per il già richiamato principio di autosufficienza del ricorso7.

7) Casi di annullamento senza rinvio da parte della cassazione


-L' annullamento senza rinvio(art. 620 c.p.p.) è disposto quando la Corte accoglie uno o più motivi di ricorso e non
occorre procedere a un nuovo giudizio di merito.
La Corte procede in tal senso: 1) se il fatto non è previsto dalla legge come reato, se è estinto o se l'azione penale non
doveva essere iniziata o proseguita; 2) se il reato non appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario nel qual caso viene
disposta la trasmissione degli atti all'autorità competente, che essa designa; 3) se il provvedimento impugnato contiene
disposizioni che eccedono i poteri della giurisdizione, limitatamente alle medesime o consiste in un provvedimento non
consentito dalla legge; 4) se la sentenza è nulla a norma e nei limiti dell'articolo 522 c.p.p. in relazione a un reato concorrente
o a un fatto nuovo, nel qual caso la Corte dispone che del provvedimento sia data notizia al pubblico ministero per le sue
determinazioni; 5) se la condanna è stata pronunciata per errore di persona; 6) se vi è contraddizione fra la sentenza o
l'ordinanza impugnata e un'altra anteriore concernente la stessa persona e il medesimo oggetto, pronunciata dallo stesso o da
un altro giudice penale: in questo caso la Corte ordina l'esecuzione della prima sentenza o ordinanza, ma, se si tratta di una
sentenza di condanna, ordina l'esecuzione della sentenza che ha inflitto la condanna meno grave determinata a norma
dell'articolo 669 c.p.p.; 7) se la sentenza impugnata ha deciso in secondo grado su materia per la quale non è ammesso
l'appello: in tal caso la Corte ritiene il giudizio qualificando l'impugnazione come ricorso;8) se la Corte ritiene di poter
decidere, non essendo necessari ulteriori accertamenti di fatto, o di rideterminare la pena sulla base delle statuizioni del
giudice di merito o di adottare i provvedimenti necessari, e in ogni altro caso in cui ritiene superfluo il rinvio: in tutti questi
casi la Corte procede alla determinazione della pena o dà i provvedimenti che occorrono. Trattasi di una norma di
chiusura quest'ultima che fa luce sul criterio guida sotteso alla scelta dell'annullamento senza rinvio che è quello della
superfluità del rinvio. Al riguardo sono già intervenute le sezioni unite della Corte che hanno affermato la possibilità
di ritenere il rinvio superfluo “anche all’esito di valutazioni discrezionali”,(discrezionalitè vincolata) quando la causa
può essere decisa “alla stregua degli elementi di fatto già accertati o sulla base delle statuizioni adottate dal giudice di merito,
non risultando necessari ulteriori accertamenti”.
b) Annullamento con rinvio: nuovo giudizio di merito la Corte dispone l'annullamento con rinvio nei termini di cui all'art.
623 c.p.p., cioè tendenzialmente nella stessa sede in cui è stata emessa la decisione annullata:
1) se è annullata un’ordinanza, il giudice cui dovranno essere trasmessi gli atti sarà lo stesso giudice che l’ha pronunciata
(art. 623 lett. a c.p.p.); 2)se è annullata una sentenza di condanna per nullità della sentenza di primo grado ai sensi
dell’articolo 604, commi 1, 4 e 5 bis (nullità assoluta o generale), la Corte di cassazione dispone la trasmissione degli atti al
giudice di primo grado (art. 623, lett. b c.p.p.); 3)se è annullata la sentenza di una Corte di Assise di appello o di una Corte
di Appello, il giudizio è rinviato rispettivamente a un’altra sezione della stessa corte o dello stesso tribunale o, in mancanza,
alla corte o al tribunale più vicini (art. 623, lett. c);4)infine se è annullata la sentenza di un tribunale monocratico o di un
giudice per le indagini preliminari, la Corte di cassazione dispone che gli atti siano trasmessi al medesimo tribunale, ma il
giudice deve essere diverso da quello che ha pronunciato la sentenza annullata (art. 623 lett. d c.p.p.).
L'annullamento può essere totale o parziale: in quest'ultimo caso si verifica un fenomeno che prende il nome di
GIUDICATO PROGRESSIVO in quanto passano in cosa giudicata le disposizioni della sentenza che non hanno
connessione essenziale con la parte annullata, intendendosi per connessione essenziale il vincolo che sussiste quando la
parte annullata costituisce una premessa indispensabile rispetto a quella non annullata.
Nel giudizio di rinvio il giudice deve uniformarsi al principio di diritto enunciato dalla sentenza della Corte ma, salve
le imitazioni stabilite dalla legge, decide con gli stessi poteri che aveva il giudice la cui sentenza è stata annullata
E’ ammesso un Ricorso straordinario per errore materiale o di fatto (art. 625 bis c.p.p.).E' un mezzo di impugnazione
straordinario atto ad emendare gli errori del giudice di legittimità e previsto esclusivamente a favore del condannato, anche
se solo agli effetti civili19 e anche con riferimento ai provvedimenti che intervengono a stabilizzare il giudicato, formatosi
anteriormente 20. Con tale strumento, introdotto con legge 128/2011, può essere chiesta la correzione dell'errore materiale o
di fatto contenuto nei provvedimenti pronunciati dalla Corte di cassazione.
Per errore materiale si intende un vizio estetico che, senza incidere sul processo logico e volitivo della decisione giudiziale,
determini un divario fra la volontà del giudice e la materiale rappresentazione grafica della stessa Per errore di fatto si
intende un errore di natura percettiva, causato da una svista o un equivoco, La causa dell’errore è ravvisabile in una svista o
in un equivoco, ovvero in un errore di lettura o di comprensione, che porti ad asserire falsamente l’esistenza Deve sussistere
un nesso causale tra l’errore di fatto e la decisione con la quale si è concluso il giudizio di legittimità. La richiesta è proposta
dal Procuratore generale o dal condannato, con ricorso presentato alla Corte di cassazione entro centottanta giorni dal
deposito del provvedimento.

8) Che differenza c’è tra imparzialità e terzieta’ del giudice.

Gli aspetti di entrambe le figure. La terzietà ha a che fare con la sua posizione istituzionale di equidistanza tra le parti (quindi
opera in relazione all’ordinamento) ; L imparzialità ha a che fare con i rapporti del giudice con il processo, egli non deve
avere un interesse sulla singola vicenda processuale (quindi opera in relazione al magistrato-persona) –

9) POTERI DI INTEGRAZIONE PROBATORIA


507 ART Vi sono occasioni in cui il giudice ha la possibilità non tanto di introdurre nuovi temi di prova ma di esplorarne
alcuni -.In questa chiave, ben si comprende come parte della dottrina abbia individuato nell’art. 507 c.p.p. una vera e
propria clausola di salvaguardia, indispensabile per togliere il giudice dall’imbarazzo di non riuscire a decidere in
tutti i casi in cui l’istruttoria dibattimentale si sia rivelata lacunosa o incompleta. Fondamentale a garantire la terzietà
e l’imparzialità del giudice deve essere perciò la definizione del perimetro nel quale opera il potere d’intervento
giudiziale d’ufficio. Il potere probatorio del giudice non deve essere soggetto a nessun limite, purché sia
«assolutamente necessario» a raggiungere lo scopo del processo penale: l’accertamento della verità Come mai è’
introdotto questo eventuale potere d’ufficio in capo al giudice? Risposta: per cercare di colmare un eventuale inerzia delle
parti. Una larga parte della dottrina critica l’articolo 507 perché attribuire questa facoltà al giudice mette in crisi il sistema.,
l’art. 507 c.p.p. prevede che, terminata l’acquisizione delle prove, il giudice, se risulta assolutamente necessario, può disporre
anche di ufficio l’assunzione di nuovi mezzi di prova. Presupposto per l’esercizio di tale potere officioso, quindi, è
l’espletamento dell’istruttoria dibattimentale, cioè dopo l’acquisizione completa delle prove richieste dalle parti Soltanto in
quel momento il giudice, se ritiene di non essere in grado di decidere per la lacunosità o l’insufficienza del materiale
probatorio di cui dispone, può ammettere quelle prove che gli consentono un giudizio più meditato e più aderente alla realtà
dei fatti che è chiamato a ricostruire. ’ECCEZIONE al principio di disponibilità della prova e può essere esercitato
sempre che si resti nell’ambito della supplenza probatoria e non già dell’esercizio di prerogative sostanzialmente
inquisitorie
limiti rigidi : L’ASSOLUTA NECESSITÀ, LA SICURA CONCLUDENZA E LA DECISIVITÀ DELLA PROVA DA
AMMETTERE Soltanto in quel momento il giudice, se ritiene di non essere in grado di decidere per la lacunosità o
l’insufficienza del materiale probatorio di cui dispone, può ammettere quelle prove che gli consentono un giudizio più
meditato e più aderente alla realtà dei fatti che è chiamato a ricostruire
10) Cos’è l’interrogatorio di garanzia
Per la loro applicazione richiedono l’esistenza di due ordini di requisiti: i gravi indizi di colpevolezza (art. 273, co. 1,
c.p.p.), e le esigenze cautelari (art. 274 c.p.p.) si tratta di un momento fondamentale del procedimento cautelare penale,
in quanto rappresenta il primo contatto che la persona sottoposta a misura cautelare ha con il giudice a garanzia del più ampio
diritto di difesa dell'indagato L'interrogatorio di garanzia è un adempimento che il giudice è tenuto a compiere quando
(durante le indagini preliminari, durante l'udienza preliminare o fino alla dichiarazione di apertura del dibattimento) decide in
ordine a una misura coercitiva o restrittiva. Nell’ordinamento penale italiano per decidere quali misure cautelari applicare a
un indagato è necessario svolgere il cosiddetto interrogatorio di garanzia. Solitamente si tratta di un adempimento previsto
per chi è sottoposto a fermo o è stato arrestato in flagranza di reato. Lo scopo è quello di tutelare il diritto di difendersi del
soggetto. Il giudice in base alle risposte fornite dall’indagato può farsi un’idea in merito a ciò che è successo e alle
motivazioni che lo hanno spinto ad agire in un certo modo. Se ritiene che il presunto colpevole sia pericoloso per la società
o ci sia il rischio di inquinamento delle prove, quindi di compromettere l’intero procedimento, verranno adottate misure
restrittive della libertà. E’ un momento particolarmente importante, dato che c’è il primo contatto tra il giudice e
l’indagato, e quest’ultimo ha la possibilità di fare valere le proprie ragioni, se lo ritiene opportuno. Infatti, egli può anche
decidere di restare in silenzio per evitare di compromettere ulteriormente la sua posizione, come vedremo a breve.
L’interrogatorio di garanzia deve essere svolto rispettando delle regole precise: deve avvenire entro 5 giorni dall’inizio della
custodia in carcere e 10 giorni dopo la notifica o dall’esecuzione del provvedimento. Se la misura adottata è diversa dal
carcere, deve avvenire entro 48 ore.

11 )Cos’è il rito abbreviato condizionato art 438

(richiesto dall’imputato e “condizionato” ad una integrazione probatoria; quali requisiti deve rispettare la richiesta
fatta al giudice) Il rito abbreviato è un procedimento speciale che, elidendo il giudizio, porta il giudice del processo a
decidere allo stato degli atti, id est sulla base degli elementi contenuti nel fascicolo del PM, oltre ad eventuale
integrazione Il giudizio de quo, può essere condizionato ad un'integrazione probatoria se necessaria ai fini della
decisione (in quanto non sostitutiva), oltreché di indispensabile supporto logico-valutativo per un qualche aspetto della
regiudicanda Di fronte al rito abbreviato condizionato in essere, il PM potrà chiedere ed ottenere l'ammissione di prova
contraria;. In ipotesi di richiesta di abbreviato con deposito di indagini difensive dell’imputato, il PM può chiedere un
termine per indagini suppletive specifiche, e l’imputato di conseguenza può revocare la richiesta originaria (art. 438 comma
4 c.p.p.).

12) PRINCIPIO DI NON COLPEVOLEZZA ART 27 COST

La colpevolezza, secondo i sostenitori della c.d. concezione psicologica, consiste nel rapporto psicologico esistente tra il
soggetto agente e l'azione che cagiona l'evento. Invece, secondo i sostenitori della concezione normativa, l'essenza della
colpevolezza va ravvisata nel rapporto di conflittualità tra la volontà del soggetto agente e la volontà della società,
immanente nella norma violata; sicché ciò che rileva non è tanto la volontà dell'azione causativa dell'evento, quanto
l'atteggiamento antidoveroso della volontà. L'art. 27, 1° comma cost. imporrebbe la responsabilità personale colpevole ed
esprimerebbe, quindi, il principio della colpevolezza come necessario presupposto della responsabilità penale con la
conseguente tendenziale illegittimità costituzionale delle fattispecie di c.d. responsabilità oggettiva.
.
14)Le dichiarazioni fatte dall’imputato al pm durante le indagini, possono essere usate contro di lui durante il
dibattimento, e se l’imputato si avvale della facoltà di non rispondere? Art 513 Al fine di garantire un'effettiva
conoscenza probatoria, necessaria per la successiva fase decisoria, gli atti del dibattimento, sebbene conosciuti dal giudice,
non sono utilizzabili se prima non vengono acquisiti mediante lettura. Le dichiarazioni spontanee, anche se rese in assenza
del difensore e senza l’avviso di poter esercitare il diritto al silenzio, sono utilizzabili nella fase procedimentale, nella misura
in cui emerga con chiarezza che l’indagato abbia scelto di renderle liberamente, senza alcuna coercizione o
sollecitazione. Si tratta di dichiarazioni che hanno un perimetro di utilizzabilità circoscritto alla fase procedimentale e
dunque all’incidente cautelare, ed ai riti a prova contraria, ma che non hanno alcuna efficacia probatoria in dibattimento.
Il giudice, se l’imputato è assente ovvero rifiuta di sottoporsi all’esame, dispone, a richiesta di parte, che sia data lettura dei
verbali delle dichiarazioni rese dall’imputato al pubblico ministero o alla polizia giudiziaria su delega del pubblico ministero
o al giudice nel corso delle indagini preliminari o nell’udienza preliminare, ma tali dichiarazioni non possono essere
utilizzate nei confronti di altri senza il loro consenso. Dispositivo dell'art. 210 Codice di procedura penale

15)PERCHÉ IL LEGISLATORE NON VUOLE CHE IL GIUDICE SIA CONDIZIONATO DAGLI ATTI
COMPIUTI NELL’INDAGINE PRELIMINARE?
Ripetere il principio del libero convincimento del giudice di primo grado; si ricollega alla formazione del fascicolo del
dibattimento art 431 c.p.p.

16)SI PUÒ CONDANNARE QUALCUNO SOLTANTO SULLA BASE DI PROVE ACQUISITE nel
CONTRADDITTORIO (ARTICOLO 111 §4 C.)
L’art. 526 comma 1 c.p.p. sancisce che il Giudice non può utilizzare ai fini della deliberazione prove diverse da quelle
legittimamente acquisite nel dibattimento. Ciò, in virtù del principio del contraddittorio nella formazione della prova,
sancito dall’art. 111 Cost. Spiegazione dell'art. 526 Codice di procedura penale -Data la fondamentale tutela nei confronti
dell'imputato e del suo diritto di difesa, il giudice non può utilizzare per la sua decisione prove diverse da quelle
legittimamente acquisite nel contraddittorio delle parti all'interno del dibattimento o tramite incidente probatorio, secondo le
regole di ammissibilità dettate dagli articoli 190, 190 bis e 191. Inoltre, in ottemperanza a quanto previsto dall'articolo 111,
comma 4 della Costituzione, si prevede qui il principio, anch'esso fondamentale, secondo cui la colpevolezza dell'imputato
non può essere provato sulla base delle dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente sottratto
all'esame da parte dell'imputato o del suo difensore. Come si evince dalla disposizione stessa, il principio non trova
chiaramente applicazione quando il rifiuto di sottoporsi all'esame derivi da violenza, minaccia, offerta o promessa di denaro
al fine di non deporre, oltre che nei casi di impedimento assoluto (ad es. fisico) a comparire per essere esaminato. Tale
principio non è tuttavia affermato in maniera assoluta, bensì viene bilanciato con altre esigenze ritenute prevalenti in
determinati casi. Art. 111 comma 5 : tre eccezioni. La prova è utilizzabile fuori del contraddittorio: per consenso
dell’imputato o per accertata impossibilità di natura oggettiva o per effetto di provata condotta illecita
Ove il contraddittorio risulti così inquinato, occorrerà far ricorso al metodo alternativo consistente nell’utilizzabilità delle
precedenti dichiarazioni, avendo l’esigenza di accertamento dei fatti un indubbio rilievo costituzionale

18) I PRESUPPOSTI DEL GIUDIZIO IMMEDIATO LA DISCIPLINA DEL GIUDIZIO IMMEDIATO È


DETTATA DAGLI ARTICOLI 453 E seguenti
Si tratta di un rito speciale dibattimentale non premiale attivabile unilateralmente dal Pubblico Ministero o dall’imputato che
– saltando l’udienza preliminare – perviene direttamente al giudizio . Il GIP, entro cinque giorni dalla richiesta (termine
ordinatorio), nelle diverse forme, può alternativamente emettere il decreto di giudizio immediato o rigettare la richiesta e
restituire gli atti al PM, ma non può de plano emettere sentenza di proscioglimento ai sensi dell'art. 129 c.p.p. . Il decreto
che dispone il giudizio immediato non è impugnabile come anche l'ordinanza di rigetto .
Quando il reato per cui è richiesto il rito immediato è connesso con altri reati (ed eventuali imputati) per i quali non è
possibile tale rito, si procede separatamente salvo che ciò pregiudichi gravemente le indagini; in quest'ultimo caso si procede
per tutti con simultaneus processus mediante rito ordinario. In particolare, nella fase delle indagini preliminari il PM può
scegliere ai sensi dell'art. 130 disp. att. c.p.p. se procedere distintamente o congiuntamente per più persone e/o più
imputazioni, ma il GIP, in caso che il PM abbia optato per la separazione, può valutare in sede di immediato che la riunione
sia assolutamente necessaria per l'accertamento dei fatti, escludendo quindi l'evidenza della prova in concreto con
restituzione degli atti al PM.
Il decreto di giudizio immediato, deve essere notificato al solo imputato e non al suo difensore, che deve essere avvisato solo
della data dell'udienza , alla persona offesa, oltreché comunicato al PM; per tutti vale il termine di trenta giorni liberi prima
della data fissata per il giudizio. Deve contenere l'avvertimento all'imputato delle possibili richieste di patteggiamento, rito
abbreviato o messa alla prova. Il patteggiamento, il giudizio abbreviato o la messa alla prova devono essere chiesti entro
quindici giorni dall'ultima data tra la notifica del decreto all'imputato e la comunicazione dell'avviso dell'udienza al difensore
e valutati dal GIP in udienza ad hoc.
In caso di giudizio immediato il fascicolo del dibattimento non è formato nel contraddittorio delle parti bensì dal
GIP de plano.

4. Immediati atipici Nei giudizi immediati atipici ai sensi degli artt. 419 comma 5, (. L'imputato può rinunciare all'udienza
preliminare e richiedere il giudizio immediato con dichiarazione presentata in cancelleria, personalmente o a mezzo di
procuratore speciale, almeno tre giorni prima della data dell'udienza. L'atto di rinuncia è notificato al pubblico ministero e
alla persona offesa dal reato a cura dell'imputato.) 464 comma 1 c.p.p.(opposizione) non sono previsti presupposti
sostanziali alla richiesta, che sotto questo profilo è una mera scelta discrezionale dell'imputato quindici giorni dalla
notificazione del decreto, senza contare il dies a quo (C
Diversa forma di giudizio immediato è stata introdotta dal D.L. n. 92 del 2008 convertito con modifiche dalla L. n. 125 del
2008 ai commi 1 bis e 1 ter dell'art. 453 c.p.p. Il PM, una volta ottenuta la misura della custodia cautelare per un indagato, e
definita la procedura di eventuale riesame con conferma, o scaduti i termini per la stessa impugnazione, entro centottanta
giorni dall'esecuzione della misura, ancora in essere (art. 455 comma 1 bis c.p.p.; sul punto si veda anche BENE), può
chiedere al GIP l'emissione di decreto di giudizio immediato (alternativamente il PM può richiedere il giudizio immediato
ex art. 453 comma 1 c.p.p., Cfr. Cass. Pen., Sez. III, sent. n. 52037 del 2014). L'evidenza della prova in tal caso non è
data iuris et de iure dalla custodia cautelare in essere per la stessa causa (Cfr. Cass., Sez. Un. Pen., sent. n. 42979 del 2014,
che richiede anche una valutazione di sostenibilità dell’accusa in giudizio e di inutilità di celebrazione dell’udienza
preliminare), in quanto non è ritenuto bastevole a questi fini il preventivo giudizio sui gravi indizi di colpevolezza posto in
essere, seppure in modo stabile, per l'applicazione della misura stessa. La clausola “salvo che la richiesta pregiudichi
gravemente le indagini” non è altro che l'espressione di una potestà discrezionale del PM in ordine alla richiesta.).
1)L’ EVIDENZA della prova .2) L’indagato sia stato chiamato a rendere INTERROGATORIO.3) NON SIANO
TRASCORSI PIU’ DI 90 GIORNI DA QUANDO IL NOME DELL’INDAGATO E’ STATO ISCRITTO NEL
REGISTRO DELLE NOTIZIE DI REATO (o R.G.N.R.).
>Evidenza probatoria in questo caso significa superfluità dell'udienza preliminare sulla base di quanto già acquisito,
anche in sede di interrogatorio dell'indagato; in altre parole la presenza di elementi idonei a sostenere l'accusa in
giudizio .
>L'interrogatorio indicato come presupposto per il rito immediato può essere anche quello in sede di convalida di
fronte al GIP o di garanzia per l'applicazione di una misura cautelare -
>Non è ammesso il rito immediato nei procedimenti avanti al tribunale in composizione monocratica con citazione
diretta a giudizio ai sensi dell'art. 550 c.p.p.
Giudizio immediato custodiale . A partire dal 2008, a seguito del cd. "pacchetto sicurezza", è stata introdotta un'ulteriore
ipotesi in cui il pubblico ministero può chiedere il giudizio immediato. Si tratta del caso in cui si proceda per un reato in
relazione al quale la persona sottoposta alle indagini si trova in stato di custodia cautelare e ciò non pregiudichi gravemente
le indagini. Se la custodia viene poi revocata o annullata per sopravvenuta insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, il
giudice rigetta la richiesta del pubblico ministero.
Reati connessi Può accadere che il reato per il quale è richiesto il giudizio immediato risulti connesso con altri reati per i
quali mancano le condizioni che giustificano la scelta di tale rito. In tal caso, salvo che ciò pregiudichi gravemente le
indagini, si procede separatamente per gli altri reati e nei confronti degli altri imputati; se invece la riunione risulta
indispensabile, prevale il rito ordinario.
Richiesta di giudizio immediato da parte dell'imputato Il termine per provvedervi, in tal caso, è di massimo tre giorni
prima dell'udienza preliminare e la richiesta va fatta con dichiarazione presentata in cancelleria personalmente o a mezzo di
procuratore speciale.
I vantaggi del giudizio immediato rende il processo molto più celere di quanto avviene normalmente e permette, quindi,
una sua definizione nel giro di poco tempo.

Giudizio immediato e patteggiamento Anche quando viene chiesto il giudizio immediato è fatta salva la facoltà per
l'imputato di ricorrere al patteggiamento. Il decreto che dispone il giudizio immediato, infatti, deve contenere l'avviso che
l'imputato può richiedere l'applicazione della pena a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale.
Giudizio immediato e giudizio abbreviato L'imputato va avvisato poi anche della facoltà di richiedere il giudizio
abbreviato. L'eventuale richiesta va depositata nella cancelleria del giudice per le indagini preliminari, con la prova
dell'avvenuta notifica al pubblico ministero, entro quindici giorni dalla notificazione del decreto di giudizio immediato.Il
giudice, quindi, fissa con decreto l'udienza in camera di consiglio e ne dà avviso almeno cinque giorni prima al pubblico
ministero, all'imputato, al difensore e alla persona offesa. Se riconosce la propria incompetenza, la dichiara con sentenza e
ordina la trasmissione degli atti al pubblico ministero presso il giudice competente.

19) COSA S’INTENDE ESATTAMENTE PER DIRITTO DI DIFESA? ART 24 COST ED IN QUALI DIRITTI SI
TRADUCE IL DIRITTO DI DIFESA?
C’è un atto che più di altri ha una connessione con il diritto di difesa: l’avviso di conclusione delle indagini preliminari (in
cosa consiste)415 bis L'avviso previsto dall'articolo 415 bis cpp è l'atto che viene notificato dal Pubblico Ministero
all'indagato, con il quale quest'ultimo viene informato che le indagini preliminari svolte nei suoi confronti sono concluse,
quindi informato dell'esistenza di un procedimento penale pendente nei suoi confronti
All'indagato viene indicata l'Autorità Giudiziaria che sta procedendo nei suoi confronti ( l'attività investigativa è conclusa.
Il P.M. è intenzionato ad esercitare l'azione penale. n primo luogo, l’avviso di cui all'articolo 415 bis cpp contiene
la cd. "contestazione provvisoria", ovvero l'enunciazione sommaria del fatto per cui si procede nei confronti
dell'indagato. n altri termini, il cd. fatto costituisce l'accusa, l'addebito che il Pubblico Ministero ha mosso nei
confronti dell'indagato, all'esito della conclusione delle indagini preliminari. Nominato il difensore, l'indagato
può:.1 Acquisire le copie del fascicolo.2 Presentare memorie difensive al magistrato.3 Produrre documenti e
documentazione relativa ad investigazioni difensive.4 Rilasciare dichiarazioni 5 Rendere l'interrogatorio difensivo.La
richiesta di interrogatorio deve essere depositata nella segreteria del pubblico ministero entro 20 giorni dalla notifica
dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari. In questo cas, il pubblico ministero ha l'obbligo di disporre
l'interrogatorio prima di assumere le sue determinazioni, ed infatti, nel caso in cui il magistrato, in presenza di una richiesta
di interrogatorio, ritualmente presentata dall'indagato, esercitasse l'azione penale, senza avere prima ascoltato la persona
indagata, si determinerebbe la nullità della richiesta di rinvio a giudizio. L’interrogatorio è inoltre definito un “atto
garantito” e ciò in quanto deve essere assunto necessariamente in presenza del difensore di fiducia o di ufficio dell'indagato.

20) Cosa è la contestazione suppletiva,? (art. 517 c.p.p., )Siamo in tema di Modifica dell’imputazione:

a). Il fatto diverso


b). Reato concorrente e circostanze aggravanti risultanti dal dibattimento cd CONTESTAZIONE SUPPLETIVA
c). Fatto nuovo risultante dal dibattimento
d) Nuove contestazioni all’imputato assente
e). Modifiche della composizione del Giudice a seguito di nuove contestazioni
f). Correlazione tra l’imputazione contestata e la sentenza e la nullità per difetto di contestazione

21) IN TEMA DI CORRELAZIONE TRA ACCUSA E SENTENZA, QUALI SONO LE MODIFICHE


DELL’IMPUTAZIONE (E QUALI SONO LE IPOTESI IN CUI IL PM PUÒ MODIFICARE L’IMPUTAZIONE?
art,516
La correlazione tra accusa e sentenza rappresenta un principio fondamentale all'interno della fase del giudizio, posto che
risulta assolutamente indispensabile per un corretto ed effettivo esercizio della difesa da parte dell'imputato. In linea di
massima, se la decisione non coincide con la formulazione dell'imputazione, il giudice deve astenersi dal decidere e
trasmettere gli atti al pubblico ministero affinché quest'ultimo formuli, se ancora possibile tenuto conto della prescrizione,
una nuova imputazione (art. 521, comma 2).Tuttavia, già nel corso del dibattimento, il P.M. ,che ha potere esclusivo
,può modificare ed integrare l'accusa. se l'imputato è assente si provvede alla notifica per si sia proceduto per un reato che
non la prevedeva estratto del verbale dibattimentale). All'inizio della nuova udienza deve altresì essere eccepito il vizio
derivante dal non essersi tenuta l'udienza preliminare, qualora, ma che, in seguito al mutamento dell'imputazione, risulta ora
necessaria.
La modifica dell’imputazione nel dibattimento costituisce oggetto della disciplina degli artt. da 516 a 522 c.p.p., la quale
opera una differenziazione a seconda che il dibattimento faccia emergere:
a). un fatto diverso da quello originariamente contestato - art. 516 c.p.p.; Cosa è Il fatto diverso? Il fatto diverso è un
fatto incompatibile con la ricostruzione iniziale, si appunta, infatti, sulle modalità con cui è avvenuto il fatto. Il tipico
esempio è quello dell’omicidio del medesimo uomo, realizzato in giorni differenti. L’art. 516 c.p.p. disciplina il caso in cui,
nel corso dell’istruzione dibattimentale, il fatto risulti diverso da come è descritto nel decreto che dispone il giudizio. Se, nel
corso dell’istruttoria dibattimentale, il fatto risulta diverso da quello originariamente contestato, là dove non appartenga alla
competenza di un Giudice superiore, il P.M. modifica l’imputazione e procede alla relativa contestazione. Diritti
dell’imputato a.) può chiedere un termine per la difesa ai sensi dell’art. 519 c.p.p. commi 1 e 2; b.) può chiedere
l’ammissione di nuove prove (ex art. 519, comma 2, ultimo inciso, c.p.p);c). può chiedere il rito abbreviato o messa in prova

b). una circostanza aggravante dapprima non contestata, ovvero un reato connesso - art. 517 c.p.p.; c.d. di
contestazione suppletiva. Reato connesso o circostanza aggravante il Pubblico Ministero contesta all’imputato il reato o la
circostanza, purché la cognizione non appartenga alla competenza di un giudice superiore.In questa ipotesi, nel corso
dell’istruzione dibattimentale, emerge un fatto connesso a quello per cui si procede, in particolare, un fatto posto in
rapporto di concorso formale o di continuazione, oppure si integra questa ipotesi nel caso in cui emerga una
circostanza aggravante Data la fase di riferimento, dovrebbe essere preclusa l’opportunità di formulare tale richieste,
in quanto il termine ultimo fissato a tal fine è quello delle conclusioni formulate nel corso dell’udienza preliminare ma
i diritti riconosciuti all’imputato garantisce la sua difesa ( stessi diritti di a)
c.) un fatto nuovo - art. 518 c.p.p. Nuovo>>fatto ulteriore ed autonomo rispetto a quello contestato, ossia un episodio
storico che non si sostituisce ad esso, ma che eventualmente vi si aggiunge, affiancandolo quale autonomo “thema
decidendum”»il P. M. procede nelle forme ordinarie. il Presidente, qualora il P. M. ne faccia richiesta, può autorizzare la
contestazione nella medesima udienza, se vi è consenso dell’imputato presente e non ne deriva pregiudizio per la speditezza
dei procedimenti.l’imputato: a. può chiedere un termine per la difesa ai sensi dell’art. 519 c.p.p. commi 1 e 2; b. può chiedere
l’ammissione di nuove prove (ex art. 519, comma 2, ultimo inciso). 5. Nuove contestazioni all’imputato assente
Ai sensi dell’art. 520 c.p.p. quando intende contestare i fatti o le circostanze indicati negli artt. 516 e 517 c.p.p. all’imputato
assente, il Pubblico Ministero chiede al Presidente che la contestazione sia inserita nel verbale del dibattimento e che il
verbale sia notificato per estratto all’imputato. In tal caso, il Presidente sospende il dibattimento e fissa una nuova udienza
per la prosecuzione. La sospensione è disposta per un tempo non inferiore al termine per comparire previsto dall’art. 429
(vale a dire, 20 giorni), ma comunque non superiore a quaranta giorni. Il presidente dispone la citazione della persona offesa,
osservando un termine non inferiore a cinque giorni.
d). Nuove contestazioni all’imputato assente Ai sensi dell’art. 520 c.p.p. quando intende contestare i fatti o le circostanze
indicati negli artt. 516 e 517 c.p.p. all’imputato assente, il Pubblico Ministero chiede al Presidente che la contestazione sia
inserita nel verbale del dibattimento e che il verbale sia notificato per estratto all’imputato. In tal caso, il Presidente sospende
il dibattimento e fissa una nuova udienza per la prosecuzione. La sospensione è disposta per un tempo non inferiore al
termine per comparire previsto dall’art. 429 (vale a dire, 20 giorni), ma comunque non superiore a quaranta giorni. Il
presidente dispone la citazione della persona offesa, osservando un termine non inferiore a cinque giorni.
e). Modifiche della composizione del Giudice a seguito di nuove contestazioni: se, in seguito ad una diversa definizione
giuridica o alle contestazioni previste dagli artt. 516, commi 1-bis e 1-ter, 517, comma 1-bis e 518 c.p.p., il reato risulta tra
quelli attribuiti alla cognizione del Tribunale per cui è prevista l’udienza preliminare e questa non si è tenuta, il Giudice
dispone con ordinanza la trasmissione degli atti al Pubblico Ministero.L’inosservanza di tale disposizione deve essere
eccepita, a pena di decadenza, nei motivi di impugnazione.
f). Correlazione tra l’imputazione contestata e la sentenza e la nullità per difetto di contestazione L’art. 521
c.p.p. pone il principio di correlazione tra l’imputazione contestata e la sentenza. Invero, il potere di modificare
l’imputazione spetta soltanto al Pubblico Ministero, secondo le modalità sopra descritte e non anche al Giudice, il quale
potrà, al più, dare al fatto una diversa qualificazione giuridica, là dove quest’ultimo sia identico a quello contenuto nella
contestazione, ma debba essere più correttamente sussunto entro il paradigma descrittivo di altro reato. In questo contesto,
l’art. 521 c.p.p. stabilisce che nella sentenza il Giudice può dare al fatto una definizione giuridica diversa da quella enunciata
nell’imputazione, purché il reato non ecceda la sua competenza né risulti attribuito alla cognizione del tribunale in
composizione collegiale anziché monocratica. Il giudice dispone con ordinanza la trasmissione degli atti al Pubblico
Ministero se accerta che il fatto è diverso da come descritto nel decreto che dispone il giudizio ovvero nella
contestazione effettuata a norma degli artt. 516, 517 e 518, comma 2, c.p.p.Nello stesso modo il giudice procede se il
Pubblico Ministero ha effettuato una nuova contestazione fuori dei casi previsti dagli artt. 516, 517 e 518, comma 2
c.p.p.
L’art. 522 c.p.p prevede la sanzione della nullità della sentenza, per difetto di contestazione, nel caso di inosservanza
di tutte le disposizioni relative alle nuove contestazioni. Tuttavia, la sentenza di condanna pronunciata per un fatto nuovo,
per un reato concorrente o per una circostanza aggravante senza che siano state osservate le disposizioni degli articoli
precedenti è nulla soltanto nella parte relativa al fatto nuovo, al reato concorrente o alla circostanza aggravante. Secondo la
giurisprudenza di legittimità, trattasi di nullità di ordine generale a regime intermedio, in quanto ad essere leso, in tali casi, è
il diritto di difesa. In conseguenza di ciò, essa dovrà, dunque, essere rilevata o dedotta prima della pronuncia della sentenza
che definisce il grado successivo a quello in cui si è verificata, non potendo essere dedotta per la prima volta in sede di
legittimità là dove il vizio riguardi la pronuncia di primo grado e non sia stato denunciato in appello.
Analogamente, non si può rimproverare l’imputato nel caso in cui questo abbia tempestivamente richiesto il patteggiamento
ma questo gli sia stato ingiustificatamente negato. Corte costituzionale: nel 1994 e nel 2014, se il giudice accerti
l’esistenza dei presupposti, dovrà pronunciarsi sulla richiesta di applicazione della pena, avanzata dall’imputato in
relazione alla nuova contestazione. Successivamente, nel 2014, la Corte ha deciso di adottare un orientamento più
estensivo, ritenendo che non rileva se la modifica dell’imputazione sia stata patologica o fisiologica, per cui ogniqualvolta
cambi il tema dell’accusa, l’imputato deve avere la possibilità di ritornare sui suoi passi e richiedere, dunque, il giudizio
abbreviato.

22) COS’È L’INCIDENTE PROBATORIO artt. 392 ss. c.p.p.,


attraverso il quale si assume anticipatamente un mezzo di prova con le forme del dibattimento La richiesta di incidente
probatorio può essere avanzata:
1. nella fase delle indagini preliminari dinanzi al G.I.P.
2. oppure nel corso dell’udienza preliminare dinanzi al G.U.P.
3. o, infine, nella fase degli atti preliminari al dibattimento dinanzi al Giudice del dibattimento (art. 467
c.p.p.).
In linea generale può dirsi che il fine cui il legislatore mira attraverso l’incidente probatorio è quello di poter acquisire, in
situazioni eccezionali, delle prove non rinviabili al dibattimento, che siano poi pienamente utilizzabili in giudizio, in
quanto assunte con la garanzia del contraddittorio, dinanzi ad un Giudice terzo, e con la partecipazione del P.M.,
dell’indagato/imputato e del difensore.
Il legislatore ha elencato i mezzi di prova suscettibili di acquisizione anticipata, specificando, poi, caso per caso, le
ragioni in presenza delle quali soltanto la prova potrà essere assunta prima del dibattimento (L’art. 392 c.p.p. )
Lett. a) .b) testimonianza - Potrà procedersi all’assunzione di una testimonianza con incidente probatorio:
1)c’è fondato motivo di ritenere che la persona non potrà essere esaminata nel dibattimento per infermità o altro grave
impedimento ;quando, per elementi concreti e specifici, vi è fondato motivo di ritenere che la persona sia esposta a violenza,
minaccia, offerta o promessa di denaro o di altra utilità affinché non deponga o deponga il falso.
Lett. c): dichiarazioni contra alios - Può procedersi con incidente probatorio anche nel caso debba essere esaminata una
persona indagata su fatti concernenti la responsabilità di altri.
Lett. d): l’esame di imputati in procedimento connesso o collegato e i testimoni di giustizia - Può ricorrersi all’incidente
probatorio, anche ove debbano essere esaminate le persone indicate nell’art. 210 c.p.p., o i testimoni di giustizia.
Lett. e): il confronto - È possibile ricorrere all’incidente probatorio anche nel caso di confronto tra persone che, in altro
incidente probatorio o al Pubblico Ministero, abbiano reso dichiarazioni discordanti, allorquando si verta in una delle
situazioni di cui alle lett. a) o b).
Lett. f) e art. 392, comma 2, c.p.p.: la perizia e l’esperimento giudiziale - Si può fare ricorso all’incidente probatorio nel
caso di esperimento giudiziale, allorquando la prova riguardi una persona, una cosa o un luogo il cui stato sia soggetto a
modificazione non evitabile (rientrano in queste ipotesi, oltre ai casi in cui dalla modifica deriverebbe la impossibilità
materiale di compiere l’atto, anche quella delle modifiche tali da pregiudicare il risultato delle operazioni).
Per quanto attiene, invece, alla perizia, oltre a poter esser disposta nei medesimi casi dell’esperimento giudiziale, il
legislatore ha previsto altre due ipotesi e cioè il caso nel quale:
1) la perizia potrebbe determinare, ove disposta nel dibattimento, una sospensione superiore ai 60 giorni (ipotesi finalizzata a
salvaguardare la c.d. concentrazione del dibattimento; si pensi, ad es., al caso di un procedimento avente ad oggetto
numerose ipotesi di false comunicazioni sociali relative a varie annualità e a plurime voci asseritamente false; in questo caso
una perizia contabile, per la complessità degli accertamenti da svolgere, potrebbe determinare una sospensione del
dibattimento superiore ai 60 giorni che ne giustificherebbe l’assunzione a mezzo dell’incidente probatorio);
2) la perizia abbia ad oggetto l’esecuzione di accertamenti o prelievi su persona vivente ex art. 224-bis c.p.p.; ipotesi, questa,
introdotta nell’art. 392 per effetto della L. n. 85 del 30/06/2009.
Lett. g): la ricognizione - Il ricorso all’incidente probatorio è ammesso anche in caso di ricognizione, allorquando particolari
ragioni di urgenza non ne consentano il differimento al dibattimento (saranno, tipicamente, quelle correlate al rischio di
dispersione del ricordo). Stante l’espressione non specifica utilizzata dal legislatore, che non ha inteso tipizzare le ragioni di
urgenza, si ritiene che in sede di richiesta, dovranno essere ben enunciate quali siano le ragioni giustificatrici della richiesta
medesima.
Art. 392, comma 1-bis, c.p.p. - Nel caso di indagini concernenti alcuni specifici reati può procedersi a incidente probatorio,
anche al di fuori dei presupposti di non rinviabilità e di inquinamento di cui al comma 1, allorquando debba assumersi la
testimonianza di un soggetto minorenne, ovvero della persona offesa maggiorenne.Sarà possibile avanzare richiesta di
incidente probatorio anche ove la persona offesa versi in condizione di particolare vulnerabilità.L’elenco dei delitti per i quali
sarà possibile avanzare tale richiesta svincolata, come detto, dai requisiti ordinari, è da ritenersi tassativa.
Altri casi nei quali è possibile procedere nelle forme dell’incidente probatorio sono:
 quello della perizia in tema di capacità dell’indagato ex art. 70 c.p.p.;
 quello inerente alla trascrizione delle intercettazioni ex art. 268 c.p.p.;
 gli accertamenti tecnici non ripetibili ex art. 360 c.p.p.;
 il caso delle indagini difensive, ex art. 391-bis, comma 11.
È proprio per questa ragione che il P.M., prima dell’inizio dell’incidente probatorio, deve depositare i verbali delle
dichiarazioni già rese con facoltà per le parti di prenderne visione nei due giorni precedenti l’udienza. Va detto, tuttavia, che
una discovery completa è stata prevista limitatamente ai casi ex art. 392, comma 1-bis, c.p.p.A pena di inammissibilità,
la richiesta deve essere presentata: in fase di indagini preliminari, entro i termini per la conclusione delle stesse e, comunque,
in tempo sufficiente per l’assunzione della prova prima della scadenza dei relativi termini deve contenere:
1. la prova da assumere, i fatti che ne costituiscono l’oggetto e le ragioni della sua rilevanza per la decisione
dibattimentale;
2. le persone nei cui confronti si procede per i fatti oggetto della prova;
3. le circostanze che, ex art. 392, rendono la prova non rinviabile al dibattimento;
4. ove promanante dal Pubblico Ministero, la richiesta dovrà altresì contenere l’indicazione dei difensori, delle persone
interessate ex lett. b), della persona offesa e del suo difensore.
Le deduzioni La decisione del Giudice in merito all’ammissibilità ed all’opportunità della richiesta di incidente probatorio
può essere preceduta, nella fase delle indagini preliminari, da un contraddittorio di tipo cartolare (art. 396 c.p.p.)
caratterizzato da una tempistica molto stringente. Ed infatti, entro due giorni dalla notificazione della richiesta, il Pubblico
Ministero, ovvero l’indagato, possono presentare delle deduzioni in merito all’ammissibilità e alla fondatezza della richiesta,
depositare cose, produrre documenti, nonché indicare altri fatti che dovrebbero, a loro avviso, costituire oggetto di prova,
ovvero altre persone interessate (ex art. 393, comma 1, lett. b).Copia delle deduzioni è consegnata dall’indagato alla
segreteria del Pubblico Ministero che comunicherà, senza ritardo, al Giudice le indicazioni necessarie per gli avvisi.
L’indagato ha, inoltre, diritto di estrarre copia delle deduzioni presentate dalle altre parti.
Differimento dell’incidente probatorio Il Pubblico Ministero, in caso di richiesta promanante dall’indagato, può
chiedere al Giudice il differimento dell’incidente probatorio, allorquando la sua esecuzione pregiudicherebbe uno o
più atti di indagine (art. 397 c.p.p.). Al fine di rispettare, tuttavia, la “parità delle armi” fra Accusa e Difesa, il differimento
non potrà, tuttavia, essere chiesto allorquando potrebbe pregiudicare l’assunzione della prova.La richiesta di differimento
deve essere presentata, a pena di inammissibilità, nella cancelleria del Giudice entro il termine di due giorni dalla
notificazione della richiesta e deve indicare (art. 397, comma 2, c.p.p.):
1. l’atto o gli atti di indagine che sarebbero pregiudicati dall’incidente probatorio e le cause del pregiudizio;
2. il termine del differimento richiesto.
Salvo non rigetti o dichiari inammissibile la richiesta di incidente probatorio, il Giudice provvede entro due giorni con
ordinanza:
a. accoglie,b. respinge,c. o dichiara inammissibile,
Nel caso in cui la richiesta di differimento venga accolta, il Giudice fisserà l’udienza relativa all’incidente probatorio non oltre il
termine strettamente necessario per il compimento dell’atto o degli atti indicati dal Pubblico Ministero; anche tale ordinanza è
immediatamente comunicata al P.M. e notificata per estratto alle persone nei confronti delle quali si procede per i fatti oggetto
della prova.Sia la richiesta di differimento, sia l’ordinanza dovranno essere depositate in udienza
4. L’udienza si svolge in camera di consiglio, ma l’assunzione delle prove avviene con le forme stabilite per il dibattimento;
l’udienza è inoltre destinata alla sola assunzione dei mezzi di prova; conseguentemente sono espressamente escluse questioni
inerenti all’ammissibilità o alla fondatezza della richiesta (art. 401, comma 4, c.p.p.). Essa si svolge con la partecipazione
necessaria:del Pubblico Ministero,e del difensore della persona sottoposta a indagini, ove quest’ultimo non compaia, il Giudice
ne designerà uno a norma dell’art. 97, comma 4, c.p.p.
Se l’incidente è esperito nella fase delle indagini preliminari, il difensore della persona offesa, che ha diritto di partecipare, può
chiedere al Giudice di rivolgere delle domande. Quanto, invece, all’indagato (o imputato) e alla persona offesa (o alla parte
civile), esse:se debba essere esaminato un testimone o un’altra persona, hanno diritto di assistere; potranno assistere solo previa
autorizzazione del Giudice, negli altri casi.
L’istruzione probatoria riguarderà esclusivamente i mezzi di prova indicati nell’ordinanza ammissiva e non potrà estendersi a
fatti concernenti persone diverse da quelle i cui difensori partecipano all’udienza (salvo in caso di estensione dell’incidente
probatorio).Il verbale, le cose e i documenti sono trasmessi al Pubblico Ministero e i difensori avranno diritto di prenderne
visione ed acquisirne copia. Ovviamente, data la natura dell’incidente probatorio, si tratterà di verbali di prove destinati a
confluire, ove si pervenisse alla fase dibattimentale, nel fascicolo del dibattimento ex art. 431 c.p.p.
5. L’estensione dell’incidente probatorio Il legislatore ha previsto che il Pubblico Ministero o il difensore della persona
indagata possano chiedere che la prova si estenda ai fatti o alle dichiarazioni previsti dall’art. 401, comma 6, c.p.p. (art. 402
c.p.p.).
6. La utilizzabilità delle prove assunte L’incidente probatorio è un istituto regolato dal principio del contraddittorio tra le
parti da cui mutua anche i propri limiti di efficacia L’art. 403 c.p.p. dispone, infatti, che nel dibattimento le prove assunte
con l’incidente probatorio sono utilizzabili nei soli confronti degli imputati i cui difensori abbiano partecipato alla
loro assunzione. Tutto questo a condizione, però, che la prova sia ancora riassumibile; se così non è (si pensi ad un
testimone oramai deceduto, ovvero ad una perizia tecnica su un materiale oramai irrimediabilmente modificatosi per effetto
del tempo), non sarebbe più possibile recuperare la prova. Al fine di non disperdere quanto già acquisito, il legislatore, con il
comma 1-bis (introdotto dalla L. n. 267 del 07/08/1997) ha stabilito che le prove non siano utilizzabili nei confronti
dell’imputato raggiunto da indizi di colpevolezza solo successivamente all’incidente probatorio, se il difensore non ha
partecipato all’assunzione delle prove, salvo che i suddetti indizi siano emersi dopo che la ripetizione dell’atto sia divenuta
impossibile (ad esempio, dopo la morte del testimone). In questo solo, ultimo caso, le prove saranno utilizzabili anche nei
confronti dell’imputato raggiunto successivamente dagli indizi.

27)Come avviene il procedimento di archiviazione? L'archiviazione costituisce l'alternativa all'esercizio dell'azione


penale, cui il Pubblico Ministero può determinarsi, in esito alle indagini preliminari, in presenza dei presupposti di
fatto (art. 408 e art. 415 c.p.p.) e di diritto (art. 411 c.p.p.) previsti dal codice di rito, più precisamente:

1.qualora la notizia di reato risulti infondata ; non idoneità degli elementi acquisiti nel corso delle indagini preliminari a
sostenere l'accusa in giudizio.
2.qualora sia rimasto ignoto l'autore del reato; , il Pubbico Ministero, nel termine di sei mesi dall'iscrizione nel registro
delle notizie di reato, dell'apposita notizia, presenta al Giudice per le indagini preliminari richiesta di archiviazione ovvero di
autorizzazione a proseguire le indagini
3.qualora risulti mancante una condizione di procedibilità, il reato sia estinto ovvero il fatto non sia previsto dalla
legge come reato; art. 411 comma 1 c.p.p. disciplina le ipotesi di archiviazione c.d. in iure, che si collocano per l'appunto
sul piano della valutazione giuridica del fatto. Tali ipotesi attengono alla mancanza di una condizione di procedibilità
(querela, istanza autorizzazione a procedere), all'estinzione del reato (per es. per morte del reo), alla circostanza che il fatto
non sia più previsto dalla legge come reato (ad es. perchè sia intervenuta una depenalizzazione o una sentenza di
incostituzionalità
4.qualora il fatto sia particolarmente tenue; archiviazione in iure,
In presenza dei presupposti di fatto o di diritto come sopra ricordati, il Pubblico Ministero, entro il termine di tre mesi
(prorogabile di altri tre con decreto motivato del Procuratore Generale) dalla scadenza del termine massimo di durata delle
indagini preliminari 1 presenta al Giudice per le indagini preliminari la richiesta di archiviazione e ne fa dare avviso alla
persona offesa (o al Difensore di questa, se già nominato, in quanto domiciliatario ex lege ai sensi dell' art. 33 disp. att.
c.p.p.) che, al momento della presentazione della notizia di reato o successivamente ne abbia fatto richiesta.
Legittimati a ricevere l'avviso della richiesta di archiviazione sono la persona offesa, i congiunti della persona offesa
deceduta in conseguenza del reato, gli organismi rappresentativi degli interessi lesi dal reato, non anche il denunciante e o il
danneggiato che non siano anche titolari del bene giuridico attinto dal reato,
Con l'avviso di cui sopra, la persona offesa è avvertita della facoltà di prendere visione degli atti - che include la facoltà di
estrarre copia degli stessi in virtù dell'ordinanza 13/2000 della Corte Costituzionale - e di proporre motivata opposizione ai
fini della prosecuzione delle indagini, nel termine come di seguito precisato:
20 giorni, in generale (il termine è stato così aumentato dalla legge 103/2017); 30 giorni, quando si tratta di delitti commessi
con violenza alla persona o reato di furto in abitazione e furto con strappo 10 giorni, nel caso di archiviazione per particolare
tenuità del fatto.
Il rispetto del termine garantisce un'utile ed efficace presentazione dell'opposizione, scongiurando il rischio che il Giudice
abbia già valutato la richiesta e disposto conformemente ad essa.
Decorso il termine senza che sia stata proposta opposizione, ovvero di seguito alla presentazione della stessa, il Pubblico
Ministero trasmette alla cancelleria del Giudice per le indagini preliminari, la documentazione delle indagini espletate e i
verbali degli atti compiuti davanti al Giudice per le indagini preliminari (art. 126 disp. att. c.p.p.).
L'opposizione all'archiviazione non ha natura di impugnazione ma costituisce espressione specifica della generale facoltà
delle parti di presentare richieste al giudice, stabilita dall’art.121 c.p.p.; Nel merito, l'atto di opposizione è finalizzato ad
un'integrazione investigativa, a supporto della quale, la persona offesa, a pena di inammissibilità, deve indicarne l'oggetto e i
relativi elementi di prova
In esito all'udienza, il Giudice può disporre l'archiviazione, con ordinanza, ovvero, sempre con ordinanza, indicare al
Pubblico Ministero lo svolgimento di ulteriori indagini e il termine per il loro compimento o ancora l'esercizio dell'azione
penale nel termine di 10 gg fissando l'udienza preliminare nei due giorni successivi.

28)Il reclamo ex art. 410 bis c.p.p.


Con legge 103/2017 è stata introdotta un'inedita forma di controllo di legalità del provvedimento di archiviazione
affidata alla competenza del Tribunale monocratico nel dichiarato intento di alleggerire la Corte di cassazione cui l'art. 409
comma 6 (per conseguenza abrogato) affidava il controllo sull'ordinanza di archiviazione nei casi di nullità previsti dall'art.
127 comma 5 c.p.p.. Oggetto di reclamo è il provvedimento nullo di archiviazione, sia decreto sia ordinanza.

29). La riapertura delle indagini


Il provvedimento di archiviazione può essere superato da un decreto motivato con il quale il Giudice per le indagini
preliminari autorizzi la riapertura delle indagini.Il presupposto è l'esigenza di nuove investigazioni prospettata in una
richiesta dell'organo di accusa. Ove ottenga l’autorizzazione, il Pubblico Ministero procede a una nuova iscrizione nel
registro delle notizie di reato con conseguente decorrenza di un nuovo termine per le indagini.Qualora non ottenga
l'autorizzazione, l'azione penale è preclusa e gli atti di indagine compiuti successivamente all'archiviazione del procedimento
sono inutilizzabili.
30) Cos’è la testimonianza assistita?
La testimonianza assistita, sancita dall'art. 197 bis c.p.p. è l'ipotesi in cui l'ufficio di testimone viene assunto da persone
imputate o giudicate in un procedimento connesso o per un reato collegato.L'art. 197 bis c.p.p. individua i soggetti che
possono rendere testimonianza, disciplina le condizioni e specifica le garanzie volte a tutelare il diritto di difesa degli
imputati-testimoni. La Corte Costituzionale si è pronunciata nel 2006 sulla questione dell'imputato testimone connesso
assolto con sentenza irrevocabile per non aver commesso il fatto.

31) Cos’è il divieto di reformatio in peius (corte d’appello)?


Nell’ambito della processo penale rappresenta il limite al sindacato del giudice d’appello che, nei casi in cui l’appellante sia
solo l’imputato, non può riformare la sentenza di primo grado con una pena o una misura peggiore di quella applicata in
precedenza. Espressione del più ampio principio del favor rei, tale divieto è previsto e disciplinato dal 3 co. dell’art. 597 c.p.p.

32) Il giudizio immediato


è un procedimento speciale che porta ad anticipare il dibattimento senza finalità premiali per l'imputato (non applicabile nella
procedura avanti al giudice di pace). presupposti del rito de quo sono rappresentati dall'evidenza della prova contra reum da
un lato, e dall'avvenuto interrogatorio dell'indagato, o dalla mancata comparizione allo stesso non giustificata da
legittimo impedimento, irreperibilità o latitanza dall'altro .Evidenza probatoria indica (superfluità dell'udienza preliminare
) la presenza di elementi idonei a sostenere l'accusa in giudizio . Il giudizio immediato può determinarsi sia su richiesta del
pubblico ministero che dell'imputato. In tale ultimo caso, il quale non presenta alcun vantaggio per l'imputato, se non quello di
accedere più celermente ad una sentenza saltando la fase dell'udienza preliminare, l'imputato richiede semplicemente tre giorni
prima dell'udienza preliminare, ai sensi dell'art. 419 comma 5, di rinunciare a quest'ultima. Il giudice è tenuto ad esaudire la
richiesta.
L'interrogatorio indicato come presupposto per il rito immediato può essere anche quello in sede di convalida di fronte al
GIP ex art. 391 c.p.p. oppure quello di garanzia per l'applicazione di una misura cautelare ai sensi dell'art. 294 c.p.p. .Non è
ammesso il rito immediato nei procedimenti avanti al tribunale in composizione monocratica con citazione diretta a giudizio
ai sensi dell'art. 550 c.p.p
33) Cosa s’intende per contraddittorio nella formazione della prova in base alla costituzione e quali sono le
applicazioni più importanti di questo principio nel codice ?
Cost art 111 co 4 Il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio Nel suo significato più ristretto, questo
principio inerisce la fase delle indagini preliminari, assicurando il diritto del difensore ad essere presente ad un atto di
indagine o a conoscerne il verbale, e quella del dibattimento, riconoscendo, ai fini della decisione, la validità della prova
esclusivamente se è stata formata oralmente all’interno dell’esame incrociato (come detto sopra).
1. La conoscenza dei verbali e degli atti di indagine si può definire esaustiva quando il pubblico ministero invia
l’avvio di conclusione delle indagini preliminari (ex art. 415 bis c.p.p.).
2. Nella sua accezione più ampia, il contraddittorio si riferisce alla parità delle parti durante le fasi della
formazione della prova.
3. La piena attuazione del principio assicura un’ampia gamma di diritti strumentali tra i quali si rileva il diritto ad
ottenere dal giudice l’ammissione della prova, sia essa orale, documentale o reale (ex art. 190 e 495, comma1,
c.p.p.).
4. Il diritto ad ottenere l’ammissione della prova contraria rispetto alla prova principale richiesta da altri (ex art.
495, comma 2, c.p.p.).
5. Il diritto di porre domande nell’esame e nel controesame (ex art. 498 c.p.p.), il quale esercizio è controllato dal
presidente dell’organo collegiale che valuta la pertinenza e l’ammissibilità della singola domanda (ex art. 499,
comma 6, c.p.p.).
6. In particolare, nell’ambito dell’esame incrociato, le domande sono poste prima dalla parte, pubblico ministero
o difensore, che ha chiesto l’esame di una determinata persona (c.d. esame diretto), poi precede al controesame
la parte che ha un interesse contrario, poi la parte che ha chiesto l’esame può proporre ulteriori domande.
7. Il comma 5 dell’art. 111 della Costituzione, pone importanti eccezioni al principio del contraddittorio che,
siccome derogatrici di una regola tutelata a livello costituzionale, non possono essere estese analogicamente.
La prova è utilizzabile anche se si è formata fuori dal contraddittorio per consenso dell’imputato o per accertata
impossibilità di natura oggettiva o per effetto di provata condotta illecita.

contraddittorio nella formazione della prova. La colpevolezza dell'imputato non può essere provata sulla base di
dichiarazioni rese da chi, per libera scelta, si è sempre volontariamente sottratto all'interrogatorio da parte dell'imputato o
del suo difensore. la dottrina, rappresentata dal Professor Paolo Tonini, estende il significato del contraddittorio, affermando
che il principio sancito dal comma 4 dell’articolo 111 della Costituzione, troverebbe piena attuazione anche dove le
precedenti dichiarazioni, rese nel circuito delle indagini preliminari, fossero contestate in dibattimento a colui che dia una
diversa versione dei fatti, in questo caso la prova valida ai fini della decisione dibattimentale si formerà in modo complesso,
nel quale verrà rispettata la dialettica tra accusa e difesa. Il dichiarante che cambi versione, non si sottrarrà al contraddittorio
perché le parti potranno fare domande attraverso le quali sarà possibile chiarire le motivazioni delle differenze rispetto a
quello che è stato affermato in precedenza.

35)Come mai, visto il principio del contraddittorio , abbiamo nel codice il giudizio abbreviato che elimina il
dibattimento? Come funziona il rito abbreviato
Il rito abbreviato è un procedimento speciale che, elidendo il giudizio, porta il giudice del processo a decidere allo stato degli
atti, id est sulla base degli elementi contenuti nel fascicolo del PM, oltre ad eventuale integrazione. Il giudizio de quo,
disciplinato agli artt. 438 e ss. c.p.p. è premiale per l'imputato, e conveniente per l'ordinamento sul piano
dell'economia processuale. Una volta esercitata l'azione penale da parte del PM, l'imputato, indipendentemente dal reato
contestato, può chiedere che il processo sia definito sulla base del contenuto del fascicolo delle indagini preliminari, oltre ad
eventuali integrazioni. Non è possibile chiedere il giudizio abbreviato nel procedimento penale davanti al giudice di pace.La
scelta del rito può essere effettuata sino all'ultimo momento utile per le conclusioni di parte in udienza preliminare
(Cfr. Cass., Sez. Un. Pen., sent. n. 20214 del 2014); laddove manchi l'udienza preliminare (procedimento con citazione
diretta), la scelta può avvenire fino alla dichiarazione di apertura del dibattimento.
Il giudizio abbreviato atipico può essere chiesto: contestualmente all'opposizione a decreto penale di condanna; entro 15
giorni dalla notifica del decreto di giudizio immediato; in caso di giudizio direttissimo fino alla dichiarazione di apertura del
dibattimento.
La richiesta semplice obbliga il PM a prenderne atto e il giudice a disporre con ordinanza la trasformazione del rito.
Diverso è il caso in cui la richiesta di rito abbreviato sia condizionata ad un'integrazione probatoria. Il giudice in tale
situazione ammetterà il rito qualora l'integrazione richiesta sia necessaria ai fini della decisione (in quanto non sostitutiva),
oltreché di indispensabile supporto logico-valutativo per un qualche aspetto della regiudicanda ma anche compatibile con le
finalità di economia processuale del procedimento sulla scorta degli atti acquisiti ed utilizzabili. Di fronte al rito abbreviato
condizionato in essere, il PM potrà chiedere ed ottenere l'ammissione di prova contraria; è da ritenere che il PM possa, già
prima della valutazione del giudice, interloquire con lo stesso prospettando tale necessità in modo che il giudice valuti anche
sulla base di questa prospettiva.
In ipotesi di richiesta di abbreviato con deposito di indagini difensive dell’imputato, il PM può chiedere un termine per
indagini suppletive specifiche, e l’imputato di conseguenza può revocare la richiesta originaria (art. 438 comma 4 c.p.p.).In
caso di rigetto da parte del giudice della richiesta condizionata, la stessa potrà essere riproposta sino alla dichiarazione di
apertura del dibattimento (Cfr. C. Cost. sent. n. 169 del 2003)È possibile la richiesta di rito abbreviato per una parte delle
imputazioni di un processo purché per le rimanenti la strada processuale scelta sia alternativa, utile e meritevole di tutela per
l’ordinamento; ciò deve ritenersi escluso in caso di reati avvinti dal vincolo della continuazione.
2. Poteri del giudiceIl materiale sulla base del quale il giudice è chiamato a decidere il rito, è rappresentato dagli atti raccolti
nelle preliminari (anche indagini difensive depositate nei termini di richiesta del rito), dal materiale di indagine eventuale ai
sensi dell'art. 419 comma 3 c.p.p. (anche ex art. 438 comma 4 c.p.p.), oltreché dagli atti conseguenti a varie forme di
integrazione probatoria a seguito di iniziativa: dell'imputato (art. 438 comma 5 c.p.p.); del pubblico ministero a prova
contraria di integrazione probatoria ottenuta dall'imputato (art. 438 comma 5 c.p.p.); dello stesso giudice quando ritenga di
non poter decidere allo stato degli atti (art. 441 comma 5 c.p.p.), e in aggiunta al materiale conseguente all'eventuale
integrazione probatoria ai sensi dell'art. 422 c.p.p.
Il giudice, in caso di rito abbreviato, può utilizzare ai fini della decisione le dichiarazioni spontanee rese alla PG
dall'indagato); in generale nella sede de qua non hanno effetto le inutilizzabilità fisiologiche o relative, mentre rilevano quelle
in via patologica
Se il giudice rigetta la riproposizione di rito abbreviato condizionato (sulla base di una valutazione a seguito di visione del
fascicolo del PM), solo al termine del giudizio lo stesso potrà applicare la diminuente del rito qualora ritenga ex post che il
procedimento speciale de quo doveva invece essere ammesso in origine .

Negli ultimi anni il legislatore ha riconosciuto alla persona offesa un ruolo particolare quando questa risulti particolarmente
vulnerabile. Cosa si intende per “particolarmente vulnerabile” e quali sono gli istituti del codice che si occupano di questa
figura
8. Requisiti dell’atto di impugnazione
9. Art 190bis limiti all’oralità
10. Il principio del giudice naturale (art 25 cost) prima parte ; casi nei quali il codice prevede che la cognizione di
alcuni processi sia affidata a un giudice da quello che sarebbe competente per territorio (rimessione del
procedimento)
11. Testimonianza indiretta art 195 (ha detto che fanno spesso questa domanda)
12. Applicazioni della pena su richiesta di parte (patteggiamento); quando riceve questa richiesta che controllo deve
fare il giudice per accoglierla o meno
13. Cosa s’intende per effetto estensivo dell’impugnazione Al lavoro del pm si lega intimamente, nella fase della
costruzione dell’accusa, quello di due magistrati giudicanti aventi funzione processuale incoativa: il giudice per le
indagini preliminari (gip) e il giudice per l’udienza preliminare (gup). Il gip ha il compito di assicurare che
all’imputato vengano fornite tutte le garanzie legali nel corso delle indagini che il pm decide di disporre nei
suoi confronti. Quando l’accusa ha ormai trovato la sua forma definitiva, spetta al gup decidere, sulla base delle
prove presentate dal pm e convalidate dal gip, se rinviare o no l’imputato a giudizio, e quindi dare inizio all’iter
processuale vero e proprio. Nel frattempo, naturalmente, gip e pm possono già disporre nei confronti dell’imputato
alcune particolari misure cautelari, come gli arresti domiciliari.

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