secolo
L’Europa carolingia
(medioevo)
La struttura politica
Carlo divise, inoltre, il suo ampio territorio in ampie circoscrizioni (contee/ 200 province) affidate
ai conti, e in zone di confine (marche) attribuite ai marchesi. Entrambi non ricevevano uno
stipendio, ma vivevano dai ricavati dalle terre ottenute in usufrutto. Il compito di controllarne
l'operato spettava ai missi dominici (inviati del sovrano), che percorrevano le province imperiali,
ascoltando le lagnanze dei sudditi e punendo gli abusi dei "potenti". Ogni anno, in primavera,
l'imperatore convocava presso la propria corte l'assemblea generale (placito) dei "grandi", laici ed
ecclesiastici- conti, marchesi, vescovi e abati -, per deliberare sulle questioni d'interesse generale.
Da queste assemblee, dette campi di maggio, nascevano i capitolari, disposizioni scritte, divise in
capitoli e trasmesse nei territori dell'impero dai missi dominici.
I servi, distinti in domestici (impiegati nella parte padronale) e casati (distribuiti nei mansi),
lavoravano alle dirette dipendenze del signore, il quale poteva punirli senza ricorrere ai
tribunali e incaricare una parte di beni in caso di morte.
Invece, i coloni che gestivano i mansi versando un canone di denaro o in natura, erano
giuridicamente liberi, come i piccoli proprietari, detti alloderi.