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Ciò che viene indagato è il flusso di informazioni che, sfociando nel reale dal mondo
digitale, dà forma, in modo sempre più frammentato e flebile, alle nostre verità
soggettive: uniche vere unità di misura e di confronto per vivere nel mondo.
In quest’ottica la grafica e il design, applicati a svariati media, sia online che non,
vengono utilizzati come silenzioso strumento attivo di modifica dei comportamenti
degli individui.
Pongono così l’accento sul fatto che tale fenomeno è stato oramai assimilato al punto
da venir dato per scontato nel nostro vivere, criticandolo e decostruendolo attraverso
i loro lavori che sfruttano il medesimo linguaggio riplasmandolo a livello estetico,
formale e contenutisico.
“La nostra visione del mondo sta cambiando, come se ci fossimo svegliati da un sogno.
Tra non molto non vedremo più internet come un modo di comunicare,ma come un
modo di cambiare la natura della realtà stessa.
Illusioni pixellate rimpiazzano informazioni e credi: ideologie che collimano in abissi di
incertezza e speranza.
Guardiamo i nostri schermi, intrappolati dello “Sprawl”.”
Questo è il testo che introduce la home page del sito web The Sprawl (Propaganda
about Propaganda), un’opera realizzata dal collettivo tra il 2014 e il 2015 che
rappresenta un mondo narrativo (“soft sci-fi”) sviluppato attraverso un film
frammentato e presentato in tanti modi diversi: come un’installazione museale a
cinque canali, un canale Youtube e come un sito web internazionale.
L’opera indaga il film come medium all’interno di strutture iperideologiche, come
flusso di informazioni (veicolate attraverso più piattaforme) in forma memetica
(quindi soggetto a riproducibilità e selezione “naturali”) e propagandistica con un
grande impatto socio-culturale.
Il termine “sprawl” (“distensione”, “spaparanzamento”)identifica esattamente quello
stato di inerzia cui ci si sottopone di fronte ai flussi informatici, uno stato che mette in
discussione il concetto di identità a causa delle costanti contraddizioni contenutistiche
e comunicative che ci investono, appartenenti anche a mondi ed epoche differenti.
https://sprawl.space/
Pubblicazioni:
Uncorporate Identity (2010);
Can Jokes Bring Down Governments (2013);
Black Transparency (2015);
Digital Tarkovsky (2018);
PSYOP (antologia, 2018).
Personali recenti:
‘Information Skies’, Auto Italia, Londra (2016), ‘The Sprawl’, YCBA, San Francisco (2015), ‘Black
Transparency’, Future Gallery, Berlino (2014), e ‘Islands in the Cloud’, MoMA PS1, New York
(2013).
Collettive:
‘Fear & Love’, Design Museum, Londra (2016), ‘Dream Out Loud’, Stedelijk Museum
Amsterdam (2016), ‘The Eighth Climate (What Does Art Do?)’, the 11th Gwangju Bienniale
(2016), ‘All of This Belongs to You’, Victoria & Albert Museum, Londra (2015), ‘Private Settings:
Art After the Internet’, Museum of Modern Art Varsavia (2014), ‘Frozen Lakes’, Artists Space,
New York (2013), e ‘Immaterial Labour Isn’t Working’, Auto Italia, Londra, (2013).
Collaborazioni:
WikiLeaks: produzione di sciarpe e magliette;
Principality of Sealand: re-branding dell’autoproclamato principato, isola fortezza fondata
come Stato Sovrano nel 1967 in acque internazionali;
Icelandic Modern Media Institute (IMMI): lavoro per la visual identity.