DE MARCO
CORSO DI IPNOSI
Autore
Umberto De Marco
Editore
Bruno Editore
ISBN
9788861746169
Sito internet
www.BrunoEditore.it
ATTENZIONE: questo ebook contiene i dati criptati al fine di un riconoscimento in caso di pirateria.
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta con alcun
mezzo senza l’autorizzazione scritta dell’Autore e dell’Editore. È espressamente vietato trasmettere ad
altri il presente libro, né in formato cartaceo né elettronico, né per denaro né a titolo gratuito. Le strategie
riportate in questo libro sono frutto di anni di studi e specializzazioni, quindi non è garantito il
raggiungimento dei medesimi risultati di crescita personale o professionale. Il lettore si assume piena
responsabilità delle proprie scelte, consapevole dei rischi connessi a qualsiasi forma di esercizio. Il libro ha
esclusivamente scopo formativo e non sostituisce alcun tipo di trattamento medico o psicologico. Se
sospetti o sei a conoscenza di avere dei problemi o disturbi fisici o psicologici dovrai affidarti a un
appropriato trattamento medico.
Sommario
Introduzione
Capitolo 1: Come ipnotizzare in modo sicuro
Capitolo 2: Cosa fare prima dell’induzione ipnotica
Capitolo 3: Come eseguire l’induzione Ericksoniana
Capitolo 4: Come eseguire l’induzione di Elman
Capitolo 5: Come dare le suggestioni: gli script
Capitolo 6: Come migliorare sempre più
Conclusione
Appendice
Introduzione
Ipnotizzare è un po’ come dipingere! Lo so, detta così può sembrare una frase un
po’ strana, criptica e non facilissima da comprendere. Ma pensa a un pittore, uno
di quelli bravi, uno di quei pittori che ti lasciano a bocca aperta quando ti ritrovi
di fronte una sua tela. Dietro la sua opera puoi trovare tre elementi fondamentali:
1. gli anni passati a studiare i grandi artisti che lo hanno preceduto, lo studio
della storia dell’arte, della prospettiva e del disegno;
2. il suo messaggio, ciò che di più profondo alberga in lui e che lo distingue da
chi lo ha preceduto;
L’ipnosi funziona allo stesso modo. Quando vedi un ipnotista (può essere un
terapeuta o un ipnotista da palcoscenico) devi sapere che la sua arte da un lato è
il frutto del suo personalissimo modo di elaborarla, da un altro lato deriva dallo
studio teorico e, da un altro ancora, è l’effetto diretto di innumerevoli sessioni di
pratica, grazie alle quali si è “allenato” sino a rendere naturale tutto ciò che visto
da un occhio estraneo può sembrare magico.
Ciò che troverai nelle prossime pagine è sicuro e assolutamente inoffensivo per
le persone con cui avrai a che fare. Ho impostato questo percorso proprio
affinché tu possa sviluppare le tue abilità nel totale rispetto di chi hai di fronte,
migliorando allo stesso tempo il loro stato emotivo.
Quindi, arrivati a questo punto, non posso fare altro che augurarti una buona
lettura e un’ottima pratica.
CAPITOLO 1: Come ipnotizzare in modo
scuro
Prima di iniziare a ipnotizzare qualcuno ci sono una serie di regole che devi
assolutamente seguire. La prima riguarda la responsabilità. Una delle domande
che mi viene più spesso rivolta durante i corsi è: «Esistono soggetti che non
possono essere ipnotizzati?» La mia risposta è sempre la stessa: sì e no. Ma che
vuol dire?
Devi sapere che tutti noi siamo soggetti ipnotizzabili, la trance (che è lo stato in
cui viene portata la mente durante un’induzione) è un fenomeno naturale, che
qualsiasi essere umano sperimenta molte volte durante la giornata. Ti sarà
capitato sicuramente di trovarti di fronte a qualcuno che parlava – e quindi la tua
realtà fisica era composta dall’ambiente che ti circondava, dalla persona o dalle
persone che avevi di fronte e da tutto ciò che ascoltavi –eppure, come si dice in
questi casi, eri “con la testa altrove”. In altre parole, con gli occhi della mente
vedevi altro, e lo stesso accadeva con ciò che ascoltavi. Di conseguenza, le
sensazioni che provavi erano influenzate da ciò che la tua mente stava creando
(o rivivendo). Sfido chiunque a trovare anche una sola persona che non si sia
mai trovata in una situazione del genere.
Ma il fatto che ogni essere umano sia ipnotizzabile non vuol dire che tu sia in
grado di ipnotizzare chiunque. Ci sono soggetti più resistenti, altri con cui invece
non sei in grado di entrare in empatia, e tutto questo influisce sul successo
dell’induzione. Ti dico questo non per scoraggiarti, ma per farti prendere
coscienza del fatto che il buon esito di un’induzione dipende solo da te, è una tua
responsabilità.
SEGRETO n. 1: tutti i soggetti sono potenzialmente ipnotizzabili, la riuscita
di una buona induzione dipende solo da te.
Sono sicuro che i primi tempi incontrerai parecchi soggetti del genere, è
normale, sei alle prime armi e devi ancora sviluppare le tue abilità. Man mano
che andrai avanti diminuiranno, sino al punto in cui solo pochissimi potranno
resisterti.
Fidati di me, evita! Non serve parlare, non serve spiegare, ti cacceresti in una lite
che ti porterebbe allo stesso livello di chi hai di fronte. Limitati a dire: «Sei un
tipo troppo resistente per questo genere di cose». Ne guadagnerai in tempo e
salute e, nel caso ci fosse qualcun altro presente mentre lo dici, ti assicuro che gli
comunicherai una sicurezza e una risolutezza di gran lunga superiore a tutto ciò
che puoi dimostrare impegolandoti in una discussione del genere. Ma adesso
passiamo a vedere in dettaglio i soggetti non ipnotizzabili.
Epilettici
Cardiopatici e asmatici
Anche in questo caso l’ipnosi per loro può essere positiva, ma se il soggetto
avesse una crisi cardiaca o respiratoria mentre è in trance, cosa faresti? Se sei un
medico non c’è problema, sai come agire ma, se non lo sei, lascia stare.
Diabetici
Ormai sono già sotto l’ipnosi delle rispettive sostanze. Oltretutto, come sopra,
sono soggetti che devono essere trattati da professionisti regolarmente iscritti
all’Ordine.
Aggressivi
Sicuramente un’attenzione di questo tipo non può che essere utilissima, ma è pur
vero che non tutti possono permettersi una cosa del genere. Per quel che riguarda
la mia esperienza, se hai una stanza per l’ipnosi, ben venga, altrimenti ti basterà
una qualsiasi altra stanza, purché sia comoda e accogliente.
Quello che vedi qui di seguito è uno script che ti consiglio di imparare a
memoria e ripetere ogni volta che devi svegliare i soggetti con cui hai a che
fare.
Ora conterò da uno a cinque. Da uno a cinque per il tuo risveglio. Da uno a
cinque per condensare con ogni numero ciò che hai sperimentato, ciò che hai
appreso, ogni sensazione che hai provato. Da uno a cinque per lasciare al tuo
inconscio la possibilità di assorbire ancora più profondamente ciò che hai
imparato. Da uno a cinque per fare un altro passo verso il tipo di persona che
vuoi essere e stai diventando... e non importa se ti accorgi del cambiamento,
perché il cambiamento è già avvenuto e si sta manifestando da ora. Infatti, può
darsi che stanotte o nelle prossime notti farai sogni con i quali apprenderai nuovi
frammenti, nuove idee, nuovi comportamenti che il tuo inconscio ti suggerisce.
Quindi, ora conterò da uno a cinque e a cinque potrai aprire gli occhi e tornare
nel qui e ora.
Due... puoi renderti conto di come cambia il respiro e come il cuore riprende il
suo normale palpitare.
Quattro... immagina una cascata d’acqua di fronte a te che ti cade sul viso e ti
rinfresca il volto.
SEGRETO n. 4: nel risveglio devi condensare tutto ciò che si è fatto durante
l’intera sessione.
Può capitare che, dopo aver dato l’ordine di svegliarsi, il soggetto rimanga
immobile con gli occhi chiusi, ancora beato nella sua trance. Se questo accade,
non preoccuparti poiché non è affatto pericoloso. Un fenomeno del genere può
accadere per tre ragioni:
Qualunque sia il motivo, limitati a dire con voce ferma e autoritaria questa frase:
«Ora conterò da uno a cinque e, se al cinque tu non aprirai gli occhi, ti impedirò
di provare queste sensazioni per il resto della tua vita». E inizia a contare. Ti
assicuro che una minaccia così crudele sarà sufficiente a fargli aprire gli occhi e
a svegliarlo immediatamente.
Potrebbe capitare che le immagini mentali che il soggetto sta creando nella sua
mente siano disturbanti e lo mettano in uno stato negativo. È un’eventualità
abbastanza rara ma, nel caso in cui si dovesse presentare, mantieni la calma e
ripeti più volte con voce fermissima questa frase: «La scena svanisce e puoi
lasciare tornare il sereno».
Nella nostra cultura, il termine ipnosi è abbastanza complesso. Basti pensare che
in Italia ci sono ancora persone che sostengono che in realtà l’ipnosi non esiste o
che, guardando un ipnotista da palcoscenico che manda in trance una persona del
pubblico, alzano le spalle e dicono: «È tutta una truffa, si sono messi
d’accordo».
In America le cose sono diverse. Ad esempio non è raro che un ipnotista che fa
coaching o analisi sia anche un uomo di spettacolo e che questo non incida
assolutamente sulla sua credibilità di professionista d’aiuto. In alcuni Stati,
inoltre, esiste un albo degli ipnotisti. Addirittura, in alcuni Stati, durante i
processi penali è possibile affidarsi a un ipnotista per portare il testimone in
trance e fargli recuperare una serie di ricordi che da conscio non riesce a portare
alla mente (pensa a un uomo che ha assistito a una rapina e non riesce a ricordare
il numero di targa dell’automobile su cui sono scappati i rapinatori). In Italia
l’ipnosi non è ancora regolarizzata, l’ordinamento giuridico specifica che
l’ipnoterapia può essere utilizzata solo ed esclusivamente da psicologi e da
psichiatri. Ma l’ipnosi non si riduce a questo, ma esistono, come ho già
menzionato, l’ipnosi da palco e l’ipnopedia.
Per ipnopedia si intende quel tipo di ipnosi che viene utilizzata per far
apprendere al soggetto dei nuovi comportamenti. Può essere utilizzata da un
bravo allenatore per migliorare le prestazioni dei suoi sportivi, oppure per
insegnare a smettere di fumare, o ancora per abituare il soggetto ipnotizzato a
creare degli stati emotivi positivi. È la forma di ipnosi comunemente utilizzata
anche dai coach e dai counselor ed è quella che ti insegnerò a praticare in questo
corso.
• SEGRETO n. 4: nel risveglio devi condensare tutto ciò che si è fatto durante
l’intera sessione.
Sia ben chiaro, non li voleva indurre a dubitare di tutto, ma a farsi un’idea della
persona che avevano di fronte con la massima precisione. Se ad esempio un
cliente avesse avuto un paio di guanti, molto probabilmente lui avrebbe detto
all’allievo: «Come fai a sapere che sotto quei guanti ci sono le mani e non un
paio di protesi?» Se l’allievo avesse risposto «Perché conosco bene i movimenti
a scatti delle protesi e quelli che ha appena fatto con le mani possono essere
compiuti solo da un arto umano», con buone probabilità avrebbe ritenuto esatta
l’osservazione .
Erickson, ricalcando il soggetto che aveva di fronte, faceva in modo che questi
lo riconoscesse come un suo pari in tutto e per tutto e provasse per lui una
fortissima empatia, che lo spingeva poi a seguirlo, sia consciamente sia
inconsciamente.
Prova a pensare a una persona che stimi, con cui stai bene insieme e a un’altra
che ti fa sentire a disagio. Con quale delle due ti lasci andare più facilmente?
Quale delle due sei più disposto a seguire? Scommetto la prima. Nell’ipnosi vale
la stessa regola: il soggetto sarà più propenso a seguirti man mano che si sente a
suo agio con te.
Il primo modo per entrare in Rapport con chi hai di fronte consiste nell’essere
per lui come uno specchio. In altre parole, nota:
Dopo aver notato questi elementi, riproducili a tua volta. I primi tempi non è
facilissimo, ci vuole un po’ di esercizio. Ma ti assicuro che dopo un po’ ti
risulterà talmente facile che inizierai a farlo senza accorgertene. Ovviamente non
tralasciare il buon senso: se una persona accavalla le gambe, non farlo
immediatamente anche tu, prenditi qualche secondo prima di seguirla.
A volte mi capita di avere a che fare con degli allievi restii a utilizzare questa
strategia perché temono che il soggetto che hanno di fronte possa accorgersene.
Non esiste un rischio di questo tipo! Se lo fai al solo scopo di entrare in
risonanza con la persona che hai di fronte, non verrà minimamente percepito,
perché tutto ciò su cui si concentrerà la persona che hai di fronte sarà il modo in
cui si sente a suo agio quando è con te.
• «È una bella ragazza, alta, con i capelli castani lunghi fino a metà schiena e un
sorriso veramente brillante».
• «È una ragazza armoniosa, il suono della sua voce è davvero molto piacevole e
anche nel modo di muoversi sembra avere un suo ritmo ben preciso».
Forse qualcuno potrebbe pensare che stanno parlando di tre persone diverse, ma
la realtà è che ognuno dei tre è abituato a notare dei particolari piuttosto che altri.
Ad esempio, il primo privilegia il senso della vista: infatti usa parole che
descrivono la ragazza dal punto di vista fisico, ovvero ciò che è immediatamente
osservabile. Il secondo, invece, è più concentrato sul senso dell’udito: fa
attenzione al suono della voce, nota nelle movenze un ritmo ben preciso e, anche
quando la descrive fisicamente, usa un’espressione che rimanda al mondo della
musica («È una ragazza armoniosa»). Il terzo, infine, è focalizzato sulle
sensazioni.
Quelli che ti propongo adesso sono tre esercizi che ti aiuteranno a far diventare il
Rapport qualcosa di naturale, che riesci a fare senza pensare. Quando il primo ti
riuscirà bene, passa al secondo. In questo modo ti addestrerai a sviluppare
sempre più la tua maestria. Come ho detto all’inizio, l’ipnosi ha un’enorme
componente “manuale”, e il miglior modo per svilupparla è esercitarsi.
Esercizio 1
Nota il modo in cui le persone si muovono e ricalcale. Non importa che siano
persone con cui ti stai relazionando. Può essere anche uno sconosciuto seduto di
fronte a te sul treno, oppure una persona in coda con te alle Poste. Impara a
ricalcarne la postura, i movimenti e il respiro. Nel caso in cui stiate conversando,
aggiungi anche il tono di voce.
Per capire se hai fatto bene l’esercizio, una volta che senti di essere in Rapport,
fai un movimento a tua scelta e nota se la persona che hai davanti ti segue.
Quando questo accade vuol dire che hai ricalcato così bene, che ora stai
iniziando a guidare. Ovvero: chi hai di fronte è diventato un soggetto ideale per
essere ipnotizzato.
Esercizio 2
Esercizio 3
Adesso unisci entrambe le cose, crea Rapport usando sia il linguaggio non
verbale, sia quello verbale. Anche in questo caso, controlla la riuscita
dell’esercizio guidando i soggetti con cui lo fai, cioè cambiando posizione e
notando se ti seguono.
Quindi ciò che devi fare è semplicemente seguire le mie istruzioni, che sono
istruzioni molto semplici, e nessun potere sulla Terra potrà impedirti di
sperimentare le sensazioni piacevoli che vuoi provare. In fondo queste
sensazioni sono alla base dell’esperienza che farai, un’esperienza che ti aiuterà
ad avere tutti i benefici che desideri. Come ti ho detto, è semplice, devi solo
lasciarti andare. Alcune persone sprecano il loro tempo a resistere e, se vuoi, lo
puoi fare anche tu. Ma non credo che è per questo che sei qui. Se sei qui è per
cominciare una nuova esperienza di apprendimento che ti aiuterà a poco a poco a
stare sempre meglio. Ho ragione?
• il soggetto è al sicuro con te e ti prenderai cura di lui, non facendogli fare nulla
che non vuole;
In questo mondo chi hai davanti avrà un’enorme aspettativa sugli esiti del
processo ipnotico, che peraltro risulta fondamentale per la sua riuscita. Ho notato
che nei corsi sia il Rapport sia il Pre-talk vengono saltati da parecchi ipnotisti,
con ovvie ripercussioni sull’efficacia delle induzioni dei loro allievi. Certo, se sei
un ipnotista esperto, che ha ipnotizzato più di mille persone, ci sono buone
possibilità che emani una sicurezza così forte, che il semplice contare all’indietro
e dire “Dormi!” sarà una suggestione sufficiente a far entrare in trance il
soggetto. Ma, se stai leggendo questo manuale, posso essere quasi certo che non
sei a questo livello.
Per molti anni si è creduto che il tono di voce da utilizzare durante una sessione
di ipnosi dovesse essere grave e profondo, perché così era il tono di voce di
Milton Erickson e molti lo imitavano in tutto e per tutto per avere i suoi stessi
risultati. In realtà, se proprio bisogna descrivere il tono di voce dell’ipnotista
possiamo definirlo come calmo, sicuro e denso.
Se non ci sono grossi problemi con i primi due aggettivi, il terzo può creare
qualche difficoltà. Che significa denso? Per denso intendo che, attraverso il suo
tono di voce, l’ipnotista deve far sentire al soggetto che è presente, che ogni sua
parola ha un valore estremamente profondo. A questo punto la domanda può
essere: com’è un tono di voce denso? Te lo farò capire con l’ esercizio seguente.
Esercizio 4
Prendi un registratore e registrati mentre pronunci una frase a tua scelta. Poi
registrati ancora mentre ripeti la stessa frase, ma portando l’attenzione su ogni
singola parola, come se fossi tu a doverla ascoltare. Una volta fatto questo,
riascoltati: ti assicuro che ti sorprenderai della differenza tra i due toni di voce.
Avrai un tono ancora diverso se, oltre a portare attenzione su ogni singola parola,
sei consapevole del tuo corpo. Ad esempio, mentre parli, puoi concentrarti anche
sulla tua mano destra e sul piede sinistro.
Nel praticare questo esercizio ti sorprenderai nel vedere non solo come il tuo
tono di voce si fa sempre più denso, ma anche come diventa sempre più calmo e
sicuro, esprimendo un carisma che lì per lì sembrerà non appartenerti, ma che in
realtà è sempre stato dentro di te; dovevi solo capire come farlo uscire fuori.
Potrei assegnarti un esercizio in cui ti dico di dedicare un po’ del tuo tempo a
essere consapevole del tuo corpo. Ma la consapevolezza è parte integrante
dell’esercizio precedente, per questo limitati a notare, quando lo pratichi, il
modo in cui cambia il tuo linguaggio del corpo e cerca di restare in quello stato il
maggior tempo possibile, in modo che finisca per diventare il tuo naturale modo
di essere.
Anche in questo caso, ci troviamo di fronte a un’accortezza che non è essenziale
ai fini del processo ipnotico, ma è fondamentale per ridurre al minimo le
difficoltà e qualsiasi resistenza.
Nel linguaggio comune si dice: «Gli occhi sono lo specchio dell’anima», «Il tuo
sguardo mi ha raggelato», «Il modo in cui mi guardi mi fa sentire compreso»
ecc. Insomma, lasciamo ai nostri occhi il compito non solo di comunicare, ma
anche di dire che tipo di persona siamo. Ciò che dobbiamo fare, allora, è usarli
per dire al soggetto che abbiamo di fronte che siamo degli ottimi ipnotisti e che
lo condurremo a vivere la migliore esperienza possibile. Anche questa volta, per
insegnarti a utilizzare il tuo sguardo al meglio, ti propongo un esercizio.
Esercizio 5
Mettiti a circa un metro di distanza da uno specchio e fissa il tuo riflesso alla
radice del naso, lì dove secondo alcune tradizioni si trova il terzo occhio, e
mantieni fisso lo sguardo il maggior tempo possibile. Molto probabilmente, dopo
un paio di minuti comincerai a lacrimare; non ti preoccupare, resisti più che puoi
e, quando non ce la fai più, chiudi gli occhi. Attenzione: la reazione che
normalmente si ha una volta chiusi gli occhi è di strofinarseli; non farlo, questo
li irrita soltanto e ti procura un leggero bruciore (niente di grave, ma fastidioso).
Limitati a portare il palmi delle mani sulle palpebre chiuse, massaggiandole
delicatamente.
L’ideale è fare in modo che tu riesca a mantenere aperti gli occhi per quindici
minuti. Fai attenzione anche a restare presente mentre fai questo esercizio. Di
sicuro ti capiterà di sperimentare una sensazione di trance mentre fissi il tuo
riflesso. Ti tranquillizzo subito: non resterai immobile a fissarti mentre sei
completamente autoipnotizzato. Ma ci sono buone probabilità che, a un certo
punto, la tua mente cominci a vagare. Quando succede, torna immediatamente al
qui e ora. Non devi solo imparare a tenere lo sguardo aperto il maggior tempo
possibile, ma anche a essere completamente vigile e presente.
Anche in questo caso torniamo alla metafora del pittore: la prima volta che ha
preso una matita in mano e ha provato a fare un ritratto non gli è riuscito
benissimo. Per diventare bravo ha dovuto esercitarsi giorno dopo giorno. Questi
esercizi vanno utilizzati allo stesso modo, sino a quando non ti renderai conto di
aver sviluppato delle abilità che prima non avevi. Ci sono buone possibilità che a
un certo punto le persone vadano in trance anche mentre parli con loro del più e
del meno.
• SEGRETO n. 10: il tono di voce dell’ipnotista deve essere denso, in modo tale
da trasmettere sicurezza e presenza.
Erickson, dopo aver messo a proprio agio i suoi pazienti, mentre continuava a
ricalcarli a livello non verbale, cominciava a descrivere esattamente l’esperienza
che stavano vivendo. Così, avendo di fronte a sé un cliente seduto sulla poltrona,
diceva: Mentre sei qui, seduto di fronte a me, con la schiena ben poggiata allo
schienale e ascolti la mia voce e mi guardi, cominci a rilassarti.
Di solito il cliente chiudeva gli occhi. Prima di passare avanti, però, analizziamo
di nuovo ciò che dice. La prima proposizione (e mentre ti rilassi) prende atto del
cambiamento avvenuto nel paziente, con un’affermazione che descrive il suo
nuovo stato, le altre tre proposizioni continuano la descrizione, mentre le ultime
due (ti senti sempre più rilassato, e inizi ad aver voglia di chiudere gli occhi)
sono dei comandi. Ma continuiamo. E con i tuoi occhi chiusi, puoi continuare ad
ascoltarmi, ad affondare ancora di più nella poltrona, e avere un rilassamento
sempre più profondo, sentirti come all’interno di una nuvola di tranquillità,
mentre ogni mia parola contribuisce a farti scendere sempre di più.
Di nuovo tre proposizioni vere. La terza (ad affondare ancora di più nella tua
poltrona) ovviamente presuppone che Erickson abbia notato il corpo del cliente
mettersi ancora più comodo nella poltrona. Subito dopo, seguono tre ordini.
E mentre il tuo respiro si fa sempre più lento e profondo, e il battito del cuore
rallenta, puoi fare in modo di scendere ancora più giù, e con ogni respiro sempre
più profondamente, cancellando per un po’ ogni tensione, lasciando che ogni
pensiero possa scorrere via.
Ti rendi conto che ti senti bene, e puoi stare sempre meglio, allontanando ogni
pensiero, dimenticando ogni preoccupazione, e andare giù, giù...
Anche in questo caso, quando Erickson dice e ti rendi conto che ti senti bene, per
quanto questo sia uno stato che Erickson non può osservare direttamente, lo dà
per scontato perché una persona, nel momento in cui si rilassa, comincia a
sentirsi molto bene. Quindi è una descrizione, seguita, infine, da ben cinque
ordini. In breve, questa è l’essenza del ricalco e guida: alternare descrizioni dello
stato in cui è il paziente a degli ordini che lo guidano nello stato che l’ipnotista
sta costruendo per lui.
Come puoi notare, l’induzione segue uno schema molto preciso: cinque
descrizioni e un ordine, quattro descrizioni e due ordini, tre descrizioni e tre
ordini... e così via.
Quando nei corsi spiego questo approccio, i miei allievi mi guardano sempre
sorpresi: in effetti sembra davvero strano che uno schema così semplice possa
indurre la trance. In realtà, però, ciò che accade al paziente mentre ascolta queste
parole è abbastanza interessante.
Come incorporare
Questi truismi risultano molto più forti di quelli che descrivono lo stato esterno,
per tre ragioni:
Un altro modo per descrivere lo stato non direttamente osservabile è questo: puoi
concentrarti sulle mani e cominciare a notare che una potrebbe essere più
pesante dell’altra.
Prova a concentrarti sulle tue mani e nota quale è più pesante... Ti dirò la verità,
non so se le tue mani abbiano pesi diversi, ma il semplice focalizzare
l’attenzione su questo fa in modo che tu ne percepisca la differenza. Si tratta di
un fenomeno abbastanza curioso, che sono sicuro ti sorprenderebbe se lo
provassi mentre sei completamente conscio... figuriamoci se già stai
cominciando ad andare giù.
Mentre porti l’attenzione sui tuoi vestiti, notando il modo in cui aderiscono al
tuo corpo, la sensazione che provocano sulla tua pelle e a cui non hai fatto caso
finché non te l’ho detto io...
Anche in questo caso è molto probabile che il soggetto non presti attenzione alla
sensazione dei vestiti e pertanto il semplice nominarla lo fa focalizzare proprio
su quella sensazione, mentre dire “a cui non hai fatto caso finché non te l’ho
detto io” rende il tutto decisamente più suggestivo, poiché indica che sei tu a
guidare la sua attenzione e le sue sensazioni.
Come creare una forte suggestione nel soggetto
Un piccolo schema che uso spesso è quello degli occhi bloccati. Per capirlo devi
seguirmi e provare immediatamente ciò che ti propongo. Chiudi gli occhi,
immagina di fissare un punto luminoso al centro della tua fronte e poi,
continuando a osservare quel punto, prova ad aprirli. Noterai che non ci riesci. Il
motivo è molto semplice: quando gli occhi, da sotto le palpebre, osservano un
punto luminoso sopra la fronte sono nella stessa posizione che hanno quando
sono aperti, e quindi diventa impossibile poter sollevare le palpebre. Ovviamente
siamo in pochi a conoscere questo piccolo segreto che possiamo utilizzare per
creare una potente serie di truismi da legare a degli ordini.
Ora, continuando a tenere gli occhi chiusi, immagina un punto al centro della tua
fronte, colorato e luminoso, fissalo intensamente, continua a fissarlo, mentre noti
il cuore che batte e il respiro che entra ed esce dai tuoi polmoni... continuando a
fissare quel punto, renditi conto che i tuoi occhi sono bloccati; puoi provare ad
alzare le palpebre, ma non ci riesci.
Appena vedi che prova senza riuscirci, fallo smettere subito: Puoi smettere di
provare. In certi casi questo effetto risulta così sorprendente che la persona
cambia immediatamente posizione degli occhi e quindi, al secondo tentativo,
potrebbe alzare le palpebre.
Esegui questa suggestione solo dopo aver eseguito un ciclo di ricalco e guida.
Infatti ha lo scopo di rendere più consistente la realtà che stai creando per il
soggetto. Subito dopo averla eseguita, dai degli ordini semplici che lo fanno
sprofondare ancora di più: E adesso puoi scendere ancora più profondamente,
con ogni respiro sempre più giù, più giù di quanto tu possa immaginare.
I test ipnotici
Per capire se la persona stia effettivamente andando in trance, puoi utilizzare una
serie di test ipnotici che ti faranno capire a che punto sei nell’induzione. Il più
famoso è quello del braccio leggero.
Puoi renderti conto che il tuo braccio, ora che è completamente rilassato, si fa
sempre più leggero, a poco a poco sempre più leggero. Così leggero che
comincia a sollevarsi, come se fosse legato a tanti palloncini colorati che lo
sollevano verso il cielo.
E mentre il tuo dito si solleva, prima l’indice... poi il medio... ora il pollice, ti
rendi conto che senti il tuo braccio che va sempre più su, tirato a poco a poco
sempre più verso l’alto.
Questo può anche essere un test per vedere a che punto è la tua induzione: se il
soggetto sorride, vuol dire che ti sta seguendo e quindi puoi passare a dare le tue
suggestioni, oppure fare altri test leggermente più complessi, come quello delle
palpebre pesanti:
Ti rendi conto che le tue palpebre sono pesanti, così pesanti da essere incollate,
sigillate al punto tale che, anche se provi ad aprirli, gli occhi resteranno chiusi.
In questo caso non gli fai fissare il centro della fronte, ma ti limiti a dargli la
suggestione, così puoi renderti conto se ti sta seguendo o no. Se noti che cerca di
alzare le palpebre e non ci riesce, allora sei sulla strada giusta. Altrimenti, di’
immediatamente:
Ma il tuo inconscio può decidere di farteli aprire, per dimostrarti che anche se
hai gli occhi aperti puoi mantenere lo stesso stato di rilassamento... ora chiudi di
nuovo gli occhi e...
Poiché i test ti dicono a che punto sei dell’induzione, se danno esito negativo
esegui un altro ciclo di ricalco e guida.
I primi tempi, quando sperimenterai queste tecniche, userai gli script che ti ho
fornito. Più avanti, però, è meglio che sviluppi un tuo modo personale per dare
l’induzione. Questo perché, quanto più il linguaggio che usi è il tuo, più sarà
percepito come naturale da chi ti ascolta. In più, quanto più l’induzione ricalca il
soggetto, più diventa profonda e meglio porta il soggetto in trance.
Esercizio 6
Decidi di dedicare mezz’ora al giorno nella descrizione mentale di ciò che fanno
le persone che incontri per strada, in metropolitana o in ufficio. Impara a
coglierne i piccoli movimenti, le espressioni del viso.
Esercizio 7
Esercizio 8
Ora che ci troviamo in questo cinema, io e te, dopo un bel po’ che non ci si
vedeva, e possiamo finalmente trascorrere del tempo a vedere un bel film
rilassante, penso che questa possa essere davvero una bella serata. In fondo cosa
c’è di meglio di due amici che stanno insieme, si siedono l’uno accanto all’altro
e vedono il film del loro regista preferito? Insomma, è la ricetta per la serata
perfetta, quella che cancella ogni preoccupazione. Perché anche quando uno si
sente giù, per il semplice fatto che può distrarsi, riesce ad allontanare i problemi
e rendersi conto che è facile stare bene.
SEGRETO n. 18: dalla tua capacità di dire truismi dipende l’esito di una
buona induzione, quanto più è naturale per te crearli più facile sarà portare
in trance il soggetto.
Forse hai notato che il linguaggio che viene usato durante l’induzione è poco
diretto. Non si usano mai espressioni come “Rilassati!” oppure “Ti ordino di
sentirti bene”. Piuttosto si fa in modo che il soggetto percepisca il comando
come un consiglio. Ti faccio alcuni esempi di modo che tu possa capire al
meglio.
L’idea di fondo è che ciò che andiamo a dire è qualcosa che il soggetto sembrava
già avere in mente, lasciandogli l’impressione di percepire il nostro comando
come la verbalizzazione di un suo pensiero che ancora non aveva chiarito. Dare
degli ordini diretti romperebbe l’incantesimo, e proprio per questo motivo devi
usare sempre espressioni come:
... puoi...
...puoi fare questo adesso oppure tra poco e quando lo farai ti sentirai meglio...
In questo modo farai sentire il soggetto sempre più a suo agio, e sempre più
desideroso di seguirti.
Il doppio legame
...meno puoi sentire le tensioni e più ti rilassi... e più vai giù, più puoi renderti
conto che ogni timore svanisce e più i timori svaniscono e più vai giù...
SEGRETO n. 20: grazie al doppio legame puoi legare due stati insieme.
Un esercizio che faccio fare nei miei corsi consiste nel far immaginare a un
allievo di essere in un luogo diverso dalla sala in cui siamo (può essere una
spiaggia, un divano di fronte al caminetto, il ponte di una nave ecc.) e mettere di
fronte il compagno a creare un’induzione.
La cosa difficile di questo esercizio è che chi deve dare l’induzione non può
vedere ciò che il soggetto sta immaginando. Quindi, se sta immaginando di
essere su una spiaggia, il compagno non può sapere se è una spiaggia affollata o
deserta, se ha la sabbia o i sassolini. In questo modo deve usare un linguaggio
così generico e vago da riuscire in qualunque caso a ricalcare l’esperienza che
sta vivendo.
Mentre sei sulla spiaggia e puoi vedere il mare, l’incresparsi delle onde, la linea
dell’orizzonte che lo congiunge al cielo e il cielo stesso, ti puoi rendere conto di
sentirti bene. E mentre ti senti bene, puoi far caso alla sensazione dei piedi
mentre sei lì, come il corpo sente l’aria che lo circonda, e sintonizzarti sui suoni
che ti circondano, rendendoti conto che puoi rilassarti sempre di più e stare bene,
sulla spiaggia in cui ti trovi...
Se hai un compagno con cui sperimentare anche tu, allora esegui l’esercizio.
Noterai che non appena pronunci un truismo che non è vero, cioè che non ricalca
l’esperienza che sta vivendo, il soggetto tenderà a uscire un po’ dallo stato in cui
si sta immergendo. Te ne puoi accorgere dalla respirazione o da un movimento
improvviso. È probabile che abbia reazioni come strizzare leggermente l’occhio,
contrarre le labbra, allargare le narici, aumentare leggermente la respirazione.
Se hai già messo in pratica l’esercizio precedente, avrai visto che, ogni volta che
pronunci un truismo che non ricalca l’esperienza del soggetto, questi esce un po’
dalla trance. Quando ciò accade, puoi utilizzare espressioni come: Ogni tuo
muscolo è rilassato “ma” potrebbe anche non esserlo... E il tuo battito cardiaco
sta rallentando, “però” può battere ancora un altro può al ritmo che sente
giusto... Ti stai sentendo pigro “o” semplicemente noti che alcune tensioni
stanno sparendo...
Non appena noti un cenno che ti fa capire che quello che hai appena detto non è
un truismo, inserisci immediatamente “o”, “ma”, “però”, e correggi con un
truismo esatto. Poi riprendi il ciclo di ricalco e guida.
Come migliorare
La forza di questa induzione sta nel fatto di essere non solo semplice, ma il più
elastica possibile rispetto alle esigenze del soggetto che abbiamo di fronte. Può
essere sperimentata in qualsiasi occasione e anzi, una volta sviluppata la tua
abilità, potrai anche provare a eseguirla mentre stai parlando con qualcuno e a
notarne gli effetti anche nel momento in cui il soggetto ha gli occhi aperti ed è
impegnato in una discussione. In questo caso, si parla appunto di ipnosi
conversazionale. I primi tempi devi limitarti a usare gli script, poi puoi allenarti
a improvvisare le tue induzioni personali, sino a sviluppare un buon livello di
competenza e di sicurezza.
Un altro modo per esercitarti consiste nel rileggere, alla luce di ciò che hai
imparato in questo capitolo, l’intero libro. Ti renderai conto che il linguaggio che
ho utilizzato per scriverlo ricalca esattamente quello che il buon Milton Erickson
usava nelle sue induzioni. Perché l’ho fatto?
In primo luogo, perché così puoi rileggerlo alla luce di ciò e avere ulteriori
esempi di questo schema. In secondo luogo, perché in questo modo sono certo
che ciò che stai leggendo si possa imprimere così profondamente nella tua mente
che per te sarà impossibile dimenticarlo. L’ultima frase era un comando vero e
proprio, ci hai fatto caso?
• SEGRETO n. 18: Dalla tua capacità di dire truismi dipende l’esito di una
buona induzione, quanto più è naturale per te crearli più facile sarà portare in
trance il soggetto.
• SEGRETO n. 20: Grazie al doppio legame puoi legare due stati insieme.
• SEGRETO n. 21: Se pronunci un truismo non vero puoi correggerti dicendone
uno esatto preceduto da “ma”, “però”, “o”.
CAPITOLO 4: Come eseguire l’induzione di
Elman
Dave Elman è stato uno dei più importanti ipnotisti del secolo appena trascorso.
Di certo non proveniva da ambiti accademici, per quanto si può dire che fosse un
figlio d’arte, visto che anche suo padre era ipnotista. Ciò che però lo distingue da
molti colleghi passati alla storia è il suo background decisamente profano: era un
ipnotista da palcoscenico e usava la sua maestria più per intrattenere che per fare
terapia.
Gran parte del lavoro rivoluzionario di Dave Elman deriva proprio dall’aver
osservato il padre. Vedendo il suo modo di ipnotizzare, si accorse che chi
praticava l’ipnoterapia in quel periodo incorreva in un enorme errore: impiegava
molto più tempo a mandare un cliente in trance di quanto facesse un comune
ipnotista da palco.
Come ho accennato, questa tecnica è stata creata per l’ipnoterapia, ma ciò non
toglie che possa andare bene anche per il tipo di ipnosi che ci apprestiamo a
eseguire noi, ovvero l’ipnopedia; non dimenticare che all’epoca ancora non
esistevano figure come quella del counselor o del coach, così come era
impensabile utilizzare l’ipnosi per la preparazione atletica degli sportivi.
Oltre a questa induzione, Elman mise in pratica anche tante altre strategie che
cominciò a insegnare agli ipnotisti. Tra le più note c’è la tecnica per l’anestesia,
che veniva insegnata anche ai dentisti, perché potessero eseguire i loro interventi
senza provocare dolore nei pazienti e senza l’uso di sostanze farmaceutiche. A
un certo punto della sua vita, la sua carriera era divisa: se metà del suo lavoro
consisteva nel tenere spettacoli in giro per il mondo, l’altra metà consisteva
nell’incontrare medici di tutti i tipi per trasferire loro tutto ciò che aveva
imparato nel corso degli anni.
Nei corsi dal vivo, mi piace trattare l’induzione di Elman e quella di Erickson
insieme perché sono l’una l’opposto dell’altra. Se, come abbiamo visto,
l’induzione Ericksoniana è molto colloquiale e si basa sulla capacità
dell’ipnotista di notare ciò che accade nel soggetto, quella di Elman è
esattamente l’opposto: rigida e schematica. La sua semplicità consiste proprio in
questo: una volta appreso il protocollo, tutto ciò che si deve fare è limitarsi a
eseguirlo. Questo protocollo è formato da cinque fasi:
• rilassamento fisico;
• frazionamento;
• rilassamento mentale;
• test di suggestionabilità;
Rilassamento fisico
In questa prima fase tutto ciò che devi fare è aiutare il tuo soggetto a rilassarsi
completamente. C’è da dire che la fenomenologia ipnotica non si ottiene solo
con il rilassamento fisico, anzi si può mandare in trance qualcuno anche a occhi
aperti. Tuttavia, per i nostri scopi, il rilassamento del soggetto è molto utile,
anche perché, comunemente, questo viene associato all’ipnosi e, quanto più
l’esperienza che il soggetto vive è simile a ciò che si aspetta, più ne verrà
suggestionato. Ma come ottenere il rilassamento fisico?
Per prima cosa assicurati che il soggetto sia in una posizione comoda, con le
gambe che non si incrociano e le mani poggiate sul ventre o sulle gambe. Poi,
così come faceva Elman, digli: Fai un bel respiro profondo e chiudi gli occhi...
rilassa tutto il tuo corpo, portando l’attenzione ai piedi, alle gambe, ai fianchi, al
torace, alle braccia, alle mani e alla testa... e fai sciogliere i tuoi muscoli
completamente. Rilassa ogni tuo muscolo dalla testa ai piedi. Rilassati
completamente. Se hai eseguito un buon Rapport e un buon Pre-talk, limitarti a
dire questo sarà sufficiente a far rilassare il soggetto.
A questo punto ciò che devi fare è controllare che il rilassamento stia davvero
avvenendo. Per farlo, devi sottoporre al soggetto un test oculare apparentemente
simile a quello che abbiamo già visto nella precedente induzione. Digli: Rilassa
gli occhi, le palpebre e tutti i piccoli muscoli attorno agli occhi. Rilassa gli occhi
al punto tale che diventa per te difficile aprirli volontariamente. Fai in modo che
i tuoi occhi restino chiusi, sigillati.
Nota che, se nei test che abbiamo visto in precedenza abbiano fatto ricorso prima
a un espediente muscolare e poi direttamente a una suggestione, in questo caso si
fanno due cose completamente diverse: gli si ordina direttamente di bloccare gli
occhi e, contemporaneamente, gli si dice che è lui a doverlo fare, quindi la buona
riuscita del test dipende solo ed esclusivamente da lui.
In questo modo il soggetto comincia a seguire i tuoi ordini e, allo stesso tempo,
si sente tranquillizzato dall’avere il pieno controllo. Ovviamente, il rilassamento
fisico è il primo passaggio per far sì che la sua mente abbandoni ogni dialogo
interno, annullando il fattore critico, e diventi quanto più flessibile alle nostre
suggestioni.
Frazionamento
Quindi, digli: Tra poco conterò da 3 a 1 e al numero 1 aprirai gli occhi. Poi ti
chiederò di chiudere di nuovo gli occhi e tu ti rilasserai tre volte di più. Tre...
due... uno... perfetto, ora chiudi gli occhi.
1. Dichiari che solleverai il braccio e che lo lascerai cadere e poi lo fai. Ovvero:
ciò che dici accade.
3. Nel momento in cui il braccio va giù, puoi renderti conto se davvero cade
abbandonato perché è rilassato oppure se è il soggetto a spingerlo verso il basso.
Il braccio deve cadere come se fosse senza vita, come se il soggetto abbia
smesso di badare a lui. Se c’è anche solo un po’ di resistenza, se non va giù
attratto unicamente dalla forza di gravità, il test non è superato e, quindi, il
soggetto non ti sta seguendo.
Rilassamento mentale
Adesso ciò che devi fare è assicurarti di allontanare completamente il suo fattore
critico, il suo dialogo interno. Inizia a dirgli: Perfetto, hai ottenuto un ottimo
rilassamento fisico. Ora ti voglio insegnare come ottenere anche un ottimo
rilassamento mentale. Fra pochi istanti ti chiederò di cominciare a contare da
100 all’indietro, guardando i numeri scomparire man mano che conti.
Cominciamo.
Molti ipnotisti, in questa fase, contano all’indietro al posto del soggetto. È una
cosa che si può fare, ma personalmente lo sconsiglio: nel momento in cui è il
soggetto stesso a contare, possiamo renderci conto, dal tono della voce, quando
effettivamente sta continuando ad andare giù. La reazione che dobbiamo ottenere
è quella di una voce che si fa sempre più lenta e bassa. Magari, i primi tre
numeri possiamo contarli insieme a lui per fargli comprendere quale ritmo deve
avere (l’ideale è un paio di secondi tra un numero e altro), poi lo lasciamo
contare da solo, semplicemente dicendogli: Perfetto, continua da solo.
Infine, mentre conta da solo, gli diamo delle piccole suggestioni, come quelle
che seguono. 98: Ti rilassi sempre di più; 97: Sempre più profondamente a ogni
numero; 96: I numeri cominciano a dissolversi”; 95: Vai sempre più in
profondità; 94: I numeri stanno svanendo; 93: I numeri sono svaniti del tutto.
Test ipnotici
Prima di lavorare effettivamente con il soggetto, sperimenta uno dei testi ipnotici
visti nel capitolo precedente per essere sicuro che sia veramente in trance.
L’intero processo non deve durare più di quattro minuti. Se ci impieghi di più,
allora c’è qualcosa che non va e con buone probabilità non otterrai il risultato
desiderato.
In linea di massima, la maggior parte dei problemi sono causati dal non aver
eseguito un buon Rapport e un buon Pre-talk. Quindi, innanzi tutto assicurati di
aver seguito questi due passaggi alla perfezione, poi domanda alla persona se
vuole essere davvero ipnotizzata, se c’è qualcosa che la preoccupa e cosa puoi
fare per cancellare ogni sua preoccupazione. Qualunque siano le sue
preoccupazioni, affrontale in modo che possa sentirsi sicuro e protetto. Nel
primo capitolo abbiamo visto quali sono i parametri di sicurezza fisica, ma non
vanno dimenticati quelli di sicurezza emotiva.
Spesso può essere davvero stancante rispondere per l’ennesima volta a una di
queste domande e quante volte la mia reazione avrebbe voluto essere
semplicemente quella di sbuffare. Ma bisogna vedere la cosa dal punto di vista
di chi abbiamo di fronte: sta per fare per la prima volta qualcosa di nuovo,
qualcosa che ai suoi occhi deve apparire oscuro e su cui ha notizie poco chiare e
contrastanti. Il minimo che possiamo fare è accogliere ogni singola
preoccupazione, dando tutto il conforto che siamo in grado di offrire.
Ma quando sono ipnotizzato c’è la possibilità che io dica cose che vorrei
tenere segrete?
Ma pensaci bene, per il solo fatto che ha alzato la mano, decidendo di salire sul
palco di fronte a centinaia e centinaia di persone dimostra che di certo non è
timida; il più delle volte l’ipnosi riesce a dare delle risorse che noi di solito non
abbiamo e grazie alle quali riusciamo a fare ciò che abbiamo sempre desiderato.
Affatto, sentirai tutto e sarai pronto a svegliarti da solo e reagire nel caso ci
dovesse essere un pericolo imminente. Se non senti nulla vuol dire che ti sei
addormentato. E poi, se non sentissi nulla, come faresti a seguire le indicazioni
che ti do per guidare la tua trance? Può succedere che una volta sveglio non
ricordi proprio tutto, così come può accadere che avrai l’impressione che il
tempo sia passato molto più velocemente. Ma in linea di massima ti accorgerai
di tutto ciò che ti dirò.
SEGRETO n. 27: se il soggetto non supera i test significa che non sono stati
eseguiti correttamente Rapport e Pre-talk o che il soggetto deve essere
ulteriormente rassicurato.
Avrai potuto notare che le due induzioni sono completamente diverse: quella
usata da Erickson è molto morbida, permissiva, materna; quella di Elman è
rigida, direttiva, paterna. Alcuni ipnotisti sono dell’idea che l’induzione di
Elman (con tutte le sue varianti) sia l’unica induzione che un ipnotista esperto
debba utilizzare, proprio perché esprime un livello di sicurezza superiore. Non
sono d’accordo: essendo due approcci completamente diversi, andrebbero
utilizzati con persone diverse.
La paura di fare brutte figure, cioè di dare un comando che non viene eseguito
dal soggetto, è ciò che impedisce a molti ipnotisti di sviluppare il proprio talento.
Fidati, non hai idea di quante volte mi è capitato di fallire. Ancora oggi, quando
sperimento qualcosa di nuovo, mi può capitare di non ottenere gli effetti che
vorrei. E la cosa, a essere sincero, non è mai piacevole; eppure sono proprio
questi momenti che mi fanno comprendere i miei errori e, soprattutto, come
correggerli.
Quindi, una volta appresa bene l’induzione di Erickson, passa a quella di Elman.
E poi usale entrambe. Sempre qui troverai un’induzione creata da me, che è il
risultato dell’unione di entrambe. Se hai letto con attenzione questo corso, ti
renderai conto che è composto da una serie di piccoli test e di suggestioni che
rendono impossibile il suo fallimento.
La insegno agli allievi che vengono ai miei corsi proprio per dar loro qualcosa
che li metta al sicuro da qualsiasi fallimento iniziale. Come ti ho detto, non ti
augurerei mai di non fallire, perché significherebbe augurarti di non andare oltre
le tue abilità, Di contro, però, sono consapevole che troppi intoppi all’inizio
possono essere un problema così grande da scoraggiare ad andare avanti. Proprio
per questo ho deciso di fornirti anche questo paracadute.
In ogni caso, tornando a quando usare le varie induzioni, ecco qualche categoria
di persone con cui usarle.
Un’altra idea generale (forse anche troppo) è quella di ipnotizzare gli uomini con
il metodo di Elman e le donne con quello di Erickson. Ricorda, però, che queste
sono indicazioni fin troppo generiche e dovranno essere in breve sostituite dalla
tua capacità di capire (in modo quasi istintivo) quali sia il metodo migliore. Una
capacità che svilupperai solo con la pratica costante.
• SEGRETO n. 27: Se il soggetto non supera i test significa che non sono stati
eseguiti correttamente Rapport e Pre-talk o che il soggetto deve essere
ulteriormente rassicurato.
Hai incontrato il soggetto, l’hai messo a suo agio utilizzando il Rapport, l’hai
rassicurato con il Pre-talk, hai eseguito l’induzione e hai controllato la sua
profondità attraverso i test ipnotici. Ora quello che devi fare è guidare la sua
mente a vivere un’esperienza che lo porti ad apprendere qualcosa di importante e
di utile.
Il più delle volte tutti noi sappiamo quali sono le cose che dobbiamo fare per
stare bene e per avere successo (qualsiasi cosa voglia dire per te successo e
tuttavia non sempre siamo in grado di mettere in pratica queste conoscenze. Se
ciò accade è perché averne una conoscenza teorica non vuol dire aver sviluppato
l’esperienza necessaria che ci vuole per applicare nel modo più corretto tutte le
azioni necessarie.
Gli script hanno proprio questo scopo: fornire al soggetto l’esperienza che gli
occorre per trasformare la teoria in pratica. È un po’ come fornirgli una sorta di
pilota automatico che lo guidi a ottenere ciò che desidera. Ovviamente è
necessario che:
• Ciò che desidera lo voglia davvero. Ovvero che non sia dettato dalla reazione
istintiva a qualcosa che gli è appena accaduta, ma sia allineato con la sua natura
più profonda.
• Ciò che desidera non sia dannoso per sé o per gli altri. Come ho detto più volte,
il nostro scopo è quello di occuparci del soggetto, mettendolo nella condizione di
vivere solo esperienze piacevoli che abbiano su di lui un effetto esclusivamente
positivo.
Gli incidenti con gli squali sono davvero rari, eppure ci sono molte persone che,
quando sono in mare, ne hanno paura. Addirittura accade (specialmente in mare
aperto) che si guardino attorno timorosi, anche se sanno che in quelle acque non
ci sono tracce di squali da decenni. Probabilmente hanno immaginato più volte
di essere attaccati da uno squalo. E non solo, forse quel pensiero ha avuto una
certa carica emotiva, così ora quando sono in mare è come se una loro parte
inconscia fosse convinta che queste cose accadono ogni giorno. Infatti, se fai
notare a una persona con una fobia del genere che non è razionale, ti risponderà:
«Razionalmente lo so che è impossibile, ma ho paura lo stesso».
Attraverso questi script noi forniamo una vera e propria esperienza al soggetto e,
quanto più abbiamo eseguito bene l’induzione, quanto più risultiamo
emotivamente coinvolgenti, tanto più questa esperienza si inciderà nel suo
inconscio in modo significativo, andando a modificare il modo in cui rappresenta
le cose, quindi i suoi atteggiamenti e, di conseguenza, i comportamenti.
È importante, perciò, che l’induzione sia eseguita alla perfezione e che il tuo
modo di adoperare questi script sia emotivamente coinvolgente. Per fare questo,
prima di cominciare con l’induzione vera e propria, assicurati di coinvolgere il
soggetto parlandogli di ciò che vuole davvero, lasciandogli esprimere ciò che
veramente gli sta a cuore del comportamento e dell’atteggiamento che vuole
adottare.
Nelle prossime pagine troverai gli script che potranno esserti più utili durante le
prime induzioni. Li ho riportati in base alla mia esperienza, ovvero facendo caso
a quelle che sono le necessità più diffuse.
Questi script ti aiuteranno a creare nella mente del soggetto ipnotizzato quel tipo
di esperienza che gli occorre per apprendere ciò che deve fare per ottenere ciò
che vuole. Hanno un duplice scopo:
Questo primo script è estremamente utile per creare uno stato e renderlo sempre
più presente nel soggetto ipnotizzato. Uno stato altro non è che una sensazione,
un’emozione. Durante la giornata le persone si sentono tristi, felici, arrabbiate
ecc. e con questo script facciamo in modo che la mente del soggetto impari a
essere sempre più presente nella sensazione che gli induciamo. Ovviamente,
questa sensazione deve essere positiva e utile alle sue necessità.
Adesso immagina proprio di rivivere quel momento... vedi quello che vedevi
allora... ascolta quello che ascoltavi allora... prova le stesse sensazioni che
provavi allora. Quando hai fatto, fammi un leggero cenno con il capo.
(Aspetta)
Perfetto. Ora nota la sensazione di [stato desiderato] e nota in che punto preciso
del tuo corpo si trova... che colore ha... che forma ha... se è ferma oppure in
movimento... e immagina che si spande... si spande sempre di più... inizia a
ricoprire tutto il corpo... ogni singolo centimetro, dalla testa ai piedi... mentre il
colore si fa sempre più intenso, sempre più brillante... entra nei muscoli, nelle
vene, negli organi, dentro le ossa, in ogni singola cellula... e il tuo corpo impara,
apprende con i suoi muscoli, con le sue ossa, con i suoi organi, con la sua
chimica... a essere sempre più [stato desiderato], perché l’apprendimento
riguarda non solo ciò che sai, ma anche come ti comporti... e ora stai
apprendendo a essere sempre più [stato desiderato]... sino a quando ti rendi
conto che questa sensazione di [stato desiderato] si fa così brillante, così forte...
che il tuo corpo non la riesce a trattenere... così non ce la fa, deve espandersi
ancora... ed esce dal tuo corpo... invade la stanza in cui ti trovi... e poi l’intero
palazzo... e le strade, prima della città... poi va ancora oltre... e man mano può
spingersi ancora più in là... espandendosi ancora e ancora e ancora, diventando
sempre più intenso... sino a quando non ha invaso tutto il mondo... e tutto il
mondo ha il colore dello [stato desiderato] che ha il suo epicentro in te.
Ora conterò velocemente da uno a tre, e al mio tre, tutta questa sensazione
imploderà di colpo nel tuo corpo, lì dove è nata, per diventare ancora di più parte
di te. Uno... due... tre!
Magari il soggetto che hai di fronte vuole sentirsi più attraente, più sicuro, più in
pace con sé stesso; con questo script gli darai la possibilità di sperimentare
quello stato a livelli altissimi. Lo script può essere anche molto utile subito dopo
l’induzione per rendere il soggetto ulteriormente più sensibile a eventuali
suggestioni successive, inserendo come stato desiderato l’essere mentalmente
aperto, pronto ad apprendere, in grado di assimilare.
SEGRETO n. 31: puoi creare uno stato nel soggetto per rendere più
presente una sensazione o per predisporlo meglio allo script successivo.
Cancellare un’emozione negativa
Adesso mentre sei [stato positivo] puoi renderti conto di come cambia la tua
percezione quando sei [contesto, persona, ambiente che fa scattare l’emozione
negativa], come cambia il tuo modo di sentirti, di comportarti.
Ricorda il punto preciso del tuo corpo dove nasce [stato positivo], il suo colore,
la sua consistenza e lascia che si spanda ancora... annullando i residui superflui
di ciò che ti faceva sentire [stato negativo] e che adesso hai dimenticato.
Lascia che [stato positivo] torni a pervadere tutto il tuo corpo come prima...
trasformandolo... facendolo risplendere adesso... spandendosi oltre la tua
consapevolezza... colmando ogni piccolo vuoto lasciato da quel qualcosa di cui
hai dimenticato l’esistenza. Ora conterò da uno a tre e, a ogni numero, sentirai
[stato positivo] pervadere il tuo corpo sempre più in profondità.
Quando fai questo, devi assicurarti che il soggetto sappia descrivere alla
perfezione il comportamento e che sia in grado di identificare in che condizioni
avviene ed, eventualmente, in presenza di quali persone. Tutto ciò serve per
rendere il comportamento quanto più specifico possibile, in modo da focalizzare
la sua mente al meglio.
Esiste un luogo nella tua mente dove conservi tutto ciò che sai essere falso... un
luogo in cui tieni a mente tutto ciò che è falso, un inganno, una bugia... quel
luogo della tua mente in cui conservi informazioni certe su tutto ciò che sai
essere falso. Ora immagina un momento in cui sei stato [vecchio
comportamento], immaginalo come una foto... osservala... strappala... e poi
appallottolala e buttala nel luogo in cui le cose sono false... rendendoti conto che
così facendo puoi cancellare [vecchio comportamento] ed essere libero di
decidere come comportarti. Torna con la mente a un altro ricordo di te mentre
[vecchio comportamento]... immaginalo ancora come una foto... osservala... e
poi strappala, appallottolala e buttala nel luogo in cui le cose sono false...
rendendoti conto di come [vecchio comportamento] si cancella ancora di più...
ora torna a un altro ricordo... e di nuovo rendilo una foto... appallottolala e
buttala via... e ancora un altro... e un altro... e un altro ancora... sino a quando
non riesci a ricordare nulla, sino a quando puoi vedere solo foto sbiadite che ti
lasciano indifferente... e quando hai fatto, fammi un cenno con la testa.
(Aspetta)
Adesso devi sapere che esiste un altro luogo nella tua mente in cui metti le cose
che sono vere, tutto ciò che sai essere certo e in cui hai completa fiducia. In
questo luogo sono inserite informazioni sicure come il Sole che sorge al mattino
e tramonta la sera... informazioni come la certezza che i tuoi polmoni si
riempiono e si svuotano d’aria e che il cuore batte... e mentre sei in questo luogo,
crea un’immagine di te che esegui [nuovo comportamento]... un’immagine
grandissima, come lo schermo di un cinema... un’immagine delineata... con i
colori vivissimi... e quando questa immagine è delineata in ogni dettaglio...
entraci dentro! Vivila! E mentre sei lì, concentrati su ciò che stai facendo... su
ciò che i tuoi muscoli stanno facendo... su come si muovono... su ciò che vedi...
su tutto ciò che ascolti... e nota adesso come questo ti fa sentire... e renditi conto
che non solo la tua mente ma anche i tuoi muscoli stanno apprendendo... perché
l’apprendimento non è solo mentale, ma anche cellulare... lascia che questa
sensazione penetri in ogni centimetro del tuo corpo, sin dentro a ogni singolo
atomo, lasciala diventare parte di te, come la pelle, i capelli, le ossa...
Ora esci dall’immagine e inseriscila nel luogo della tua mente in cui ci sono le
cose che sono vere... e renditi conto di come si adatta alla perfezione tra tutto ciò
che sai essere certo e sicuro... come se fosse sempre stata lì e solo ora cominci a
farci caso.
Scegliere se stessi
Una volta fatto questo, fallo parlare di come sarà la sua giornata quando sarà
come vuole. Lascialo fantasticare sulla sua giornata tipo e fagliela descrivere nel
modo più dettagliato possibile: da quando si sveglia al mattino a quando va a
dormire. Ricorda che, quando il soggetto immagina, entra in uno stato mentale
simile alla trance, quindi quanto più lo fai addentrare nella sua immaginazione
più lo condurrai a ricevere al meglio lo script.
Sei in una stanza in cui ci sono centinaia di tue foto a ogni parete, una stanza
bianca in cui su ogni parete sono attaccate foto del te futuro... ogni foto raffigura
una possibile versione di te... una versione di te che può realizzarsi ma può
anche non realizzarsi... e tante quante sono le foto tante sono le possibilità che
queste si realizzino.
(Aspetta)
Osserva ancora l’unica foto che ti è rimasta, quella in cui sei [direzione] e nota
bene il tuo volto, lo sguardo... allarga la foto... rendila gigante... così grande da
renderla a grandezza naturale... sino a quando il te stesso del futuro può
finalmente uscire dalla foto. Devi sapere che il te stesso del futuro conosce
esattamente tutto ciò che compirai da adesso a quando sarai lui... lo sa perché ci
è già passato, ha affrontato momenti belli e momenti difficili ma... è riuscito a
diventare ciò che è ora.
Chiedigli tutti i consigli di cui hai bisogno... lui sa esattamente quali sono i passi
migliori da fare... domandagli in che modo affrontare le situazioni più difficili...
è la persona più adatta a consigliarti. Ascoltalo... senti ogni sua parola... e mentre
lo fai, apprendi in che modo diventerai lui. Ora resterò in silenzio mentre tu parli
con il te stesso del futuro... per sapere tutto ciò di cui hai bisogno... quando hai
finito puoi farmi un lieve cenno con la testa.
(Aspetta)
Adesso ringrazia il te stesso del futuro e sappi che ora che è da solo in questa
stanza bianca è l’unico in grado di realizzarsi, perché questa è la stanza del te
futuro e lui è il tuo te futuro. Insieme a lui divertiti a creare immagini di quello
che sarà il tuo futuro e che è il suo presente... tutto ciò che immaginate
trasformatelo in una foto... una foto del futuro che hai scelto, in cui sei
[direzione] e in cui il te stesso del futuro è già [direzione]. Possono essere delle
foto in cui fai ciò che ti piace... delle foto in cui lavori nel modo migliore... delle
foto in cui sei con le persone che ami... o con una persona speciale... una foto
che raffigura l’immagine di te quando ti senti semplicemente bene, senza una
ragione specifica ma solo perché sei tu. Una volta che l’intera stanza è piena di
queste foto, fammi un leggero cenno con il capo.
(Aspetta)
Ora saluta il tuo te stesso del futuro... e lascialo a guardia delle foto... e ricorda
che lui farà in modo che ogni foto si realizzi... perché tu sei lui già da adesso... tu
sei ogni singola foto sulle pareti e tutto quello che ora devi fare è uscire dalla
stanza e rendertene conto.
Quando questo accade, vuol dire che il soggetto è ancora legato a quella o a
quelle persone. Anche se non le vede più, anche se dice di non pensarle; se così
non fosse il ricordo gli porterebbe dietro solo indifferenza o, nel caso fosse
legato a ricordi piacevoli, sensazioni positive.
Spesso, quando propongo questa idea a un cliente, mi capita che questi scuota
immediatamente la testa e dica: «No, io non posso perdonare quella persona, non
se lo merita!» Ma il perdono che affrontiamo qui non è un perdono altruistico,
ma profondamente egoistico. Seguimi attentamente.
Adesso è probabile che ci siano cose che non sei riuscito a dirgli, cose che non
hai avuto modo di affrontare, cose che hai tenuto per te e non gli hai rivelato...
prendi un grosso respiro e inizia a dirgli tutto ciò che ti sei tenuto dentro, le tue
ragioni... i tuoi motivi... ciò che ti ha ferito o ti ha deluso... e, mentre lo dici, nota
come lui ti ascolta, nota il modo in cui [persona] è attento a ogni tua parola.
Continua a dirgli tutto ciò che è rimasto in sospeso, sino a quando non hai ormai
detto proprio tutto... e quando hai detto proprio tutto fai un leggero cenno con il
capo.
(Aspetta)
Ora, così come lui ha ascoltato te, sii tu ad ascoltarlo... entra nel suo punto di
vista e ascolta ogni sua motivazione, ogni sua ragione... ascolta ciò che anche lui
ha da dirti. E quando ha finito, fammi un cenno con la testa.
(Aspetta)
E guardalo andare via, incamminarsi lungo la spiaggia, sempre più lontano da te,
sempre più piccolo, sino a quando non diventa un puntino che svanisce nel nulla.
Ora ogni legame è stato tagliato. Ora puoi sederti in pace di fronte al fuoco,
godendo del fatto di essere completamente libero di procedere lungo la tua
strada, godendo di questa sensazione di libertà che ha cancellato il precedente
legame, l’ha completamente annullato... come se non fosse mai esistito.
Scrivere il futuro
Questo script è estremamente utile per fissare gli obiettivi nella mente del
soggetto e aumentare la sua motivazione e il suo senso di efficacia nel
perseguirli. Come prima cosa, fallo focalizzare su ciò che desidera dal futuro.
Se conosci la PNL, puoi usare lo schema che viene utilizzato per la creazione
degli obiettivi, altrimenti puoi anche solo limitarti a farlo parlare di ciò che
vuole, lasciando che sogni un po’ a occhi aperti, mentre ti racconta del suo futuro
ideale. Ciò che è davvero importante è che prima di iniziare con l’induzione tutta
la sua attenzione sia concentrata su un futuro composto solo da elementi positivi.
Immagina di essere in una foresta, tra il verde e gli alberi che filtrano la luce del
sole... cammini lungo un sentiero, godendo del paesaggio, dei suoni, della
sensazione di pace che ti provoca lo stare lì, della sensazione che ti dà l’aver
cancellato il mondo esterno, la tua quotidianità... sentendoti libero di essere
concentrato solo sul qui e ora... su questa pace, sulla foresta e su tutto ciò che ti
circonda.
Mentre cammini, puoi notare davanti a te una piccolo tempio, bianco e con le
rifiniture dorate... ti avvicini sino all’entrata e noti il grande portone di legno... lo
osservi e poi lo spingi e noti che basta veramente poco per spalancarlo... rimani
sull’uscio qualche secondo e infine... entri.
Dentro è buio, non puoi vedere assolutamente niente, se non una luce bellissima
che scende dall’alto del tempio e illumina un leggio. Ti avvicini e noti che sul
leggio c’è un libro, dalla copertina pregiata con al centro stampato il tuo nome.
Lo apri e cominci a leggerlo e... ti rendi conto che la prima pagina racconta
proprio del giorno in cui sei nato... vai avanti di qualche pagina e leggi di un
momento di tanti anni fa in cui eri un bambino che si divertiva a giocare...
continui a sfogliare le pagine, sorprendendoti sempre di più di come su questo
libro siano scritti momenti della tua vita che solo tu puoi conoscere... e ti rendi
conto che questo è il libro della tua vita... continui ancora a sfogliare, sino a
quando non arrivi al punto in cui puoi leggere di te che sei nel tempio a leggere
il libro... poi le pagine sono tutte bianche.
Ora puoi notare che accanto al libro c’è una penna... la prendi e cominci a
scrivere il tuo futuro, tutto ciò che accadrà una volta uscito dal tempio... hai in
mano la penna e scrivi il tuo futuro, con la consapevolezza che lo scriverlo nel
libro della tua vita lo renderà reale. Perché ciò che è scritto su quel libro è realtà
e diventerà reale anche ciò che scrivi adesso... continua a scrivere, lasciando che
la luce che illumina il libro illumini anche le parole che stai scrivendo... continua
a scrivere tutto ciò che vuoi far diventare reale e quando hai finito fai un cenno
con la testa.
(Aspetta)
Ora posa la penna, chiudi il libro... e lascia il tempio. Fuori, la foresta è ancora
avvolta nella serenità più totale.
SEGRETO n. 36: esistono varie possibilità per ogni persona ma, nel
momento in cui si suggestiona l’inconscio a seguirne una sola, il soggetto si
sentirà molto più motivato a seguire quella strada.
• SEGRETO n. 29: Gli script forniscono al soggetto l’esperienza che gli occorre
per trasformare le conoscenza in un atto pratico.
• SEGRETO n. 31: Puoi creare uno stato nel soggetto per rendere più presente
una sensazione o per predisporlo meglio allo script successivo.
• SEGRETO n. 32: Puoi cancellare un’emozione negativa per poi inserirne una
positiva: in questo modo fai sì che il soggetto sperimenti sempre più la secondo e
sempre meno la prima.
• SEGRETO n. 36: Esistono varie possibilità per ogni persona ma, nel momento
in cui si suggestiona l’inconscio a seguirne una sola, il soggetto si sentirà molto
più motivato a seguire quella strada.
CAPITOLO 6: Come migliorare sempre di
più
Mettersi in discussione
Tutto ciò che hai imparato finora è solo l’inizio. Da questo momento in poi ciò
che devi fare è imparare ad assumerti sempre maggiori rischi per migliorare
sempre di più, per rendere la tua ipnosi sempre più profonda ed efficace. Quando
parlo di rischi, ovviamente, non parlo di rischi per i soggetti, ma per te, e mi
riferisco al rischio di non riuscire (che, come ho accennato, è lo spauracchio che
maggiormente terrorizza chi si avvicina a questa pratica). Quello che vedremo
nei prossimi paragrafi serve a metterti sulla strada per imparare a renderti ancora
più suggestivo, elevando alla massima potenza gli effetti delle tue induzioni.
Immagina di essere in cima a una scala composta da sette gradini... tra poco ti
chiederò di percorrerla sino a scenderla completamente... con ogni numero da
sette a uno potrai scendere di un gradino... e a ogni gradino andrai sempre più
giù, sempre più profondamente... sentendoti meglio, rilassato in un modo che
non hai mai sperimentato prima di adesso.
E... zero, più profondamente della profondità che hai mai provato...
perfettamente in equilibrio.
Ora conterò da uno a quindici e, arrivato a dieci, aprirai gli occhi... a undici li
richiuderai e con ogni numero scenderai ancora più in profondità di quanto sei
ora. Conterò da uno a quindici... a dieci aprirai gli occhi e a undici li
richiuderai... e con ogni numero andrai due volte più in profondità di quanto sei
adesso.
Uno... due... tre... quattro... cinque... sei... sette... otto... nove... dieci...
In questo modo si trasmette al soggetto il messaggio che, anche con gli occhi
aperti, lui continua a restare in trance. Inoltre, rimanendo in quello stato di
rilassamento con gli occhi aperti, quando li richiude e il conteggio riprende, sarà
estremamente facile per lui continuare ad approfondire quello stato.
Ora conterò da uno a cinque per farti tornare nel qui e ora il tempo necessario
per farti rendere conto quanto è facile per te andare in trance... e quando ti dirò
di chiudere gli occhi scenderai ancora più velocemente e ancora più
profondamente in uno stato piacevolissimo di trance. Aprirai gli occhi e te li farò
chiudere di nuovo e ogni volta che io e solo io ti chiederò di andare in trance per
te sarà sempre più facile. Uno... due... tre... quattro... cinque... Perfetto... ora
guardati attorno... e chiudi di nuovo gli occhi.
Subito dopo aver usato questo approfondimento continua con la scala; in questo
modo avrai la certezza che il soggetto è in uno stato profondo.
Il braccio bloccato
Ora conterò da uno a cinque e, al cinque, solo la tua testa uscirà dalla trance...
mentre il tuo corpo resterà in questo stato... conterò da uno a cinque, la tua testa
uscirà dalla trance e il tuo corpo resterà in questo stato, con il braccio rigido...
impossibile da piegare. Uno... due... tre... quattro... cinque.
Il soggetto aprirà gli occhi, proverà a muovere il braccio senza riuscirci. A quel
punto potrai dirgli di chiudere di nuovo gli occhi e portarlo di nuovo giù
scegliendo la tecnica di approfondimento che preferisci. Una piccola nota su
come operare quando gli afferri il braccio: quando dai l’induzione, fai attenzione
ad applicare una pressione non troppo forte – ma decisa – sui muscoli, usando la
mano; parti dal bicipite e schiaccia tutto il braccio sino al polso. Questo creerà
una lievissima sensazione di immobilità. Infine, quando fai di nuovo chiudere gli
occhi al soggetto, prendigli di nuovo il braccio, scuotilo dolcemente e
poggiaglielo delicatamente sulla gamba, dicendo: «Ora il braccio può di nuovo
piegarsi».
Questo test non solo ti dà la certezza della qualità di trance a cui sei arrivato, ma
è estremamente suggestivo per il soggetto, che si rende conto di essere davvero
in trance e di come questa può avere influenza su di lui. Per quel che riguarda la
mia esperienza diretta, ho potuto notare che fare questo migliora di gran lunga la
qualità e l’efficacia delle induzioni successive.
SEGRETO n. 39: con il test del braccio bloccato rendi molto più forte le
suggestioni che dai al soggetto.
Il corpo incollato
Questa tecnica unisce il principio del braccio bloccato alla creazione dello stato e
va eseguita solo dopo aver effettuato l’intero script per la creazione dello stato.
Ora conterò da uno a cinque e la tua testa uscirà dalla trance, mentre il tuo corpo
resterà in questo stato, completamente bloccato... incollato alla poltrona. Conterò
da uno a cinque, la tua testa uscirà dalla trance e il tuo corpo resterà
completamente bloccato e più proverai a muoverti più ti sentirai incollato... così
come più cercherai di uscire da [stato desiderato] più il tuo inconscio ti incollerà
a esso. Uno... due... tre... quattro... cinque.
Una volta che il soggetto ha aperto gli occhi, dagli il tempo di provare a
muoversi. Il più delle volte la sua reazione durerà qualche secondo, altre volte,
invece, più a lungo. Per farlo di nuovo chiudere gli occhi e scendere in
profondità, limitati a fissarlo e a dire: «Ora chiudi gli occhi e... scendi di nuovo
in profondità». Prima di dirlo puoi anche portare delicatamente una mano sulla
fronte del soggetto, in modo da coprirgli gli occhi, spingendola delicatamente
all’indietro. Fallo solo se precedentemente hai già avuto un contatto fisico con
lui, come con il braccio bloccato, altrimenti potrebbe percepire quel contatto
improvviso come eccessivamente aggressivo.
L’inconscio consapevole
Questo è uno script molto simile a quello della creazione dello stato, con l’unica
differenza che nell’eseguirlo non sai assolutamente nulla delle risorse di cui ha
bisogno il soggetto. Si basa, infatti, sul dialogo con l’inconscio, al quale vai a
chiedere di che cosa ha bisogno il soggetto.
(Aspetta)
Perfetto. Ci sono molti modi in cui l’inconscio può apprendere... modi che la
mente conscia neppure conosce e neppure tiene in considerazione... ciò che
davvero conta è che l’inconscio decida di fare apprendere questa nuova risorsa a
[nome soggetto]. Se è così alza l’indice della mano.
(Aspetta)
Perfetto. L’inconscio adesso può semplicemente attivare tutte le sue risorse
disponibili per rendere presente questa risorsa... sempre più presente... sino a
renderla parte integrante di [nome soggetto]... e una volta concluso questo
processo puoi alzare l’indice della mano destra.
(Aspetta)
(Aspetta)
Ora non importa che [nome soggetto] sia consapevole di tutto questo... ciò che
realmente è importante è che nei prossimi giorni ti sorprenderai di te stesso... di
alcune reazioni... del modo di reagire completamente nuovo e positivo a certi
eventi.
Come avrai potuto notare, questo script non segue in modo molto preciso le
regole della grammatica, creando una certa confusione tra il soggetto e il suo
inconscio. Questo non è un errore di scrittura ma un elemento fondamentale del
processo ipnotico, nel quale si crea una certa separazione tra il soggetto e
l’inconscio. Quest’ultimo, infatti, può essere indipendente dal primo e operare
per proprio conto i cambiamenti necessari, di cui il soggetto prenderà
consapevolezza solo una volta avvenuti.
SEGRETO n. 41: puoi lasciare che sia l’inconscio a scegliere sia su quale
aspetto lavorare, sia che risorsa avere per risolvere il problema.
Spesso ciò che il soggetto fa subito dopo la sessione di ipnosi è pensare a ciò che
è appena accaduto, cercando di ricordare ogni cosa, per poi razionalizzarla.
Questo può diminuire l’efficacia dell’ipnosi. Per evitare che ciò accada, la cosa
migliore è creare, nel soggetto, un’amnesia.
Il metodo più semplice è quello di farlo focalizzare, non appena esce dalla
trance, su alcuni particolari esterni, come l’ora o un elemento all’interno della
stanza (un tappeto, un mobile); già questo basta per fargli dimenticare gran parte
dei particolari. Ma, per esserne completamente sicuri, prima di svegliarlo gli si
può dare un ordine diretto.
C’è da dire che, per quanto il soggetto ascolti tutto durante la trance, per il solo
fatto di essere in questo stato, difficilmente riesce a ricordare tutto; normalmente
ricorda solo certi frammenti e per sommi capi. Spesso ha un percezione distorta
del tempo che è trascorso, il che gli dà l’impressione che sia passato molto più
velocemente di quanto è realmente accaduto.
• SEGRETO n. 39: Con il test del braccio bloccato rendi molto più forte le
suggestioni che dai al soggetto.
Arrivati a questo punto, tocca a te. Sei completamente padrone di tutto ciò che
serve per lavorare sulle altre persone. Ovviamente il mio consiglio è quello di
non fermarti qui. Quelle che possiedi sono le basi pratiche di questa disciplina,
ma per migliorare ancora di più non bastano. Il mio consiglio è quello di iniziare
a ipnotizzare il maggior numero possibile di persone. Se proprio devo darti
qualche indicazione di massima, ti potrai rendere conto come basteranno anche
solo dieci persone per farti prendere abbastanza confidenza e sicurezza; quando
invece arriverai a cento, sono sicuro che avrai sviluppato un livello di
competenza e di consapevolezza in questa disciplina che ti lascerà libero di
improvvisare e di cercare il tuo stile personale.
Non mi resta altro da fare che augurarti buona pratica: insomma, da questo punto
in poi il tuo nuovo mentore sei proprio tu!
Appendice
Induzione Ericksoniana
Ora che sei qui, di fronte a me, con gli occhi chiusi... e puoi sentire il tono della
mia voce e comprendere ogni singola parola... non so se puoi rilassarti... e
mentre ti rilassi renderti conto della sensazione dei vestiti sulla tua pelle, a cui
non hai fatto caso finché non te l’ho fatto notare... così come puoi notare il
battito del tuo cuore... e questo ti fa sentire sempre meglio, ti fa sprofondare un
po’ di più nella poltrona... e mentre i tuoi muscoli si sciolgono ancora un po’,
puoi portare la tua attenzione all’aria che entra e che esce dai tuoi polmoni... ai
piedi poggiati al pavimento... mentre il respiro si fa sempre più calmo... e il
battito del cuore rallenta e tu puoi sentirti sempre meglio... e mentre senti il
benessere che si spande all’interno del tuo corpo, puoi notare come i tuoi
muscoli sono rilassati... il suono dei rumori che provengono dall’esterno... e puoi
lasciare che il solo ascoltarli ti faccia sprofondare ancora un po’... così come il
suono della mia voce ti fa scendere in profondità con ogni parola... e questo crea
in te una sensazione di profondo rilassamento, di morbidezza, di pigrizia...
cancella ogni traccia di tensione... così mentre il tuo corpo rimane qui seduto, la
tua mente può vagare altrove... cancellare ogni traccia di tensione... annullare per
ora qualsiasi pensiero... godendoti questa possibilità di stare completamente
bene... di essere rilassato... e aperto a ogni forma di cambiamento che il tuo
inconscio ti permetterà di fare.
Induzione di Elman
Fai un bel respiro profondo e chiudi gli occhi... rilassa tutto il corpo, portando
l’attenzione sui piedi, sulle gambe, sui fianchi, sul torace, sulle braccia, sulle
mani e alla testa... e fai sciogliere i tuoi muscoli completamente. Rilassa ogni tuo
muscolo dalla testa ai piedi. Rilassati completamente.
Rilassa gli occhi, le palpebre e tutti i piccoli muscoli attorno agli occhi. Rilassa
gli occhi al punto tale che diventa per te difficile aprirli volontariamente. Fai in
modo che i tuoi occhi restino chiusi, sigillati.
Puoi provare ad aprili e notare come averli fatti rilassare sino a questo punto ti
impedisce farlo.
(Esegui)
(Esegui)
Perfetto, hai ottenuto un ottimo rilassamento fisico. Ora ti voglio insegnare come
ottenere anche un ottimo rilassamento mentale. Fra pochi istanti ti chiederò di
cominciare a contare da 100 all’indietro, guardando i numeri scomparire man
mano che conti. Cominciamo…
Induzione mista
Osserva un punto davanti a te… concentra tutta la tua attenzione su quel punto,
senza mai chiudere gli occhi… concentrati completamente su quel punto anche
se le palpebre a poco a poco cominciano a diventare pesanti.
E per quanto possono diventare pesanti, cerca di non chiuderle… resisti un altro
po’… ancora un altro po’.
Così, mentre continui a fissare quel punto, vorrei che tu portassi la tua attenzione
sulle tue due mani, notando come una comincia a diventare più pesante
dell’altra. Qual è più pesante, la destra o la sinistra?
(Aspetta la risposta)
Perfetto. Ora chiudi gli occhi e renditi conto di come le tue palpebre si sigillano,
stanche… pigre… al punto tale che puoi provare ad aprirle e renderti conto di
quanto ti è difficile.
Adesso puoi notare che c’è un punto piccolissimo sul dorso della tua mano più
pesante, dove puoi provare un leggero formicolio. Potresti non accorgertene
subito, ma… se fai bene attenzione, puoi renderti conto che è proprio lì. Quando
lo trovi fammi un cenno con la testa.
(Aspetta)
Ora inizia a notare come quel formicolio non può essere contenuto in quell’unico
punto e che quindi si spande ai punti della mano immediatamente vicini… e da
quei punti si spande ancora… come quando lanci un sasso nello stagno e questo
crea tanti cerchi concentrici. Allo stesso modo il formicolio si spande, portando
all’interno della mano una piacevole forma di rilassamento.
Adesso lascia che dalla mano salga lungo il polso… e poi su, su per il braccio…
sino ad arrivare al gomito… e poi ancora più su, lungo il bicipite… sino alla
spalla. E, man mano che ascolti le mie parole, puoi renderti conto di come
questo rilassamento invade tutto il tuo corpo… mentre ascolti la mia voce, puoi
notare come questa sensazioni entra a poco a poco in ogni centimetro del tuo
corpo.
(Esegui)
(Esegui)
Perfetto, hai ottenuto un ottimo rilassamento fisico. Ora ti voglio insegnare come
ottenere anche un ottimo rilassamento mentale. Fra pochi istanti ti chiederò di
cominciare a contare da 100 all’indietro, guardando i numeri scomparire man
mano che conti. Cominciamo…
Perfetto.
Ora immagina di essere in cima a una scala composta da sette gradini... tra poco
ti chiederò di percorrerla sino a scenderla completamente... con ogni numero da
sette a uno potrai scendere di un gradino... e a ogni gradino andrai sempre più
giù, sempre più profondamente... sentendoti meglio, rilassato in un modo che
non hai mai sperimentato prima di adesso.
Sette... e scendi giù, lentamente...
Tre... puoi iniziare a chiederti come sarà quando sarai completamente giù...
E... zero, più profondamente della profondità che hai mai provato...
perfettamente in equilibrio.
Adesso la tua mente è pronta e il tuo inconscio può fare tutti quei cambiamenti
di cui ha bisogno per farti essere il tipo di persona che desideri diventare… e può
lasciare che la tua parte ascolti… oppure la può allontanare completamente,
lasciandola vagare libera e indisturbata… qualunque sia la sua decisione, va
bene.