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La vita di Borromini si intreccia con quella del Bernini nel cantiere del Pantheon: diventata dal ‘600 d.C. una chiesa dedicata
a Santa Maria ad Martyres, dato che è stata utilizzata non era in grande stato di degrado, nonostante fosse molto antico.
All'epoca del Bernini è un edificio attorniato da una serie di case, il lato sinistro del pronao era molto degradato, mancava
un pezzo del timpano e le colonne non erano complete come, ad esempio, la mancanza di capitelli.
L'intervento sul capitello del lato sinistro del 1629 era attribuito al
Bernini mentre in realtà era stato realizzato dal Borromini, insieme
all'impresa Facelli, Castelli e Radi, poiché nasce come scultore e prima
di diventare famoso come architetto realizza questi piccoli
accorgimenti.
Le strutture del Pantheon saranno oggetto di una fitta serie di
interventi che prenderanno avvio dalla cogente necessità di ricavare
materiale prezioso per le colonne del baldacchino in San Pietro e, non
ultima, di migliorare le artiglierie pontificie di Castel Sant’Angelo. In
relazione a ciò Urbano VIII Barberini (1623-1644) ordinerà di
«smantellare il Portico della Chiesa di Santa Maria Rotonda”.
Già nel ‘25 del ‘600 viene smontato l'apparato bronzeo e realizzato un
piccolo intervento di restauro, in quanto viene demolito un campanile
romanico e realizzate le due “orecchie”, ovvero i due campaniletti successivamente demoliti a fine ‘800.
Il papa affida all'impresa nel 1629 la realizzazione del capitello, che deve in qualche modo essere nuovo ma accordarsi con
quelli antichi. È davvero una delle prime operazioni di restauro, non scritta, ma affronta già una serie di questioni moderne:
si deve immaginare un capitello composito che, allo stesso tempo, celebri la committenza. Questo viene realizzato inserendo,
nel capitello composito, lo stemma di famiglia ovvero l'ape dei Barberini
Santa Maria del Popolo: La chiesa sorgeva su un possedimento della famiglia Chigi che si trova a Piazza del Popolo a nord
della città. Alessandro VII chiede a Bernini di ridecorarla. Si tratta di una chiesa degli anni Settanta del Quattrocento, che
ha un'identità molto forte ma che al papà non piace per l'assenza di decorazioni. L’architetto seicentesco svilupperà un
programma condotto per apposizione piuttosto che per sottrazione, per aggiunta
piuttosto che per radicale “riduzione” dell’antico.
L’invaso chiesastico, contraddistinto da tre navate con cappelle laterali, scandito
da pilastri con semicolonne addossate e coperto nella nave principale da crociere
a spigolo vivo, sarà interessato da un intervento mirante con evidenza
all’arricchimento dell’austera preesistenza piuttosto che ad operazioni di
consolidamento strutturale. Bernini fa una serie di operazioni che ricorrono alle
regole di San Carlo Borromeo, come ad esempio sostituire le finestre bifore
con finestre quadrangolari, inserire degli elementi decorativi che danno più
continuità alla navata.
L’evidente volontà di un arricchimento decorativo dell’interno si accompagnerà,
all’esterno, ad un più equilibrato intervento con limitate alterazioni della
facciata quattrocentesca della chiesa. Bernini rimuove il rosone a ruota di
timone e realizza un grande oculo finestrato per far entrare più luce, va a
sostituire le volute con dei timpani spezzati e raccordati con elementi vegetali, va
sormontare la croce con dei monti, simbolo della casata papale, e realizza una
gradonata ricurva che si raccorda con la sistemazione della piazza.
L’antica Porta Flaminia, inserita entro le mura aureliane, aveva subito un primo
assetto contemporaneamente alla ricostruzione quattrocentesca della chiesa di
Santa Maria del Popolo, con la
costruzione di due torrioni su pianta
quadrata addossati all’esterno. La Porta si presenterà alle maestranze
seicentesche ad un unico fornice inquadrato da una coppia di colonne doriche
trabeate e dotata di un attico unicamente all’esterno, con parti fatiscenti
soprattutto sui lati. L’intervento voluto da Alessandro VII si concentrerà, pertanto,
su quest’ultimo entro un più ampio piano di allestimento barocco dello spazio
della piazza. Il prospetto interno della Porta sarà arricchito da colonne libere
binate provenienti dal transetto della basilica vaticana e il registro superiore sarà
arricchito con gli stemmi della casata papale Chigi.