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Una delle caratteristiche fondamentali dell'individuo è la sua capacità, anzi la sua necessità di porsi
in relazione con gli altri: occorrono quindi delle norme di comportamento ben precise che regolino i
rapporti tra gli individui,determinando ciò che è consentito e ciò che non lo è.
L'insieme di queste norme prende il nome di DIRITTO.
Il diritto è dunque la base di ogni società: non esiste società senza diritto né diritto senza società
ubi societas ibi ius, ubi ius ibi societas
Bisogna rilevare che accanto alle norme che fanno parte del diritto, dette NORME GIURIDICHE,
ci sono norme che non fanno parte di esso ad es norme di natura morale, religiosa, di costume ecc.
Ciò che distingue le une dalle altre sta nel fatto che la non osservanza delle norme giuridiche
comporta una SANZIONE: anche la violazione di norme non giuridiche comporta una reazione
negativa della collettività ad es sparlare di una persona PUO' comportare ( ma non è una cosa certa)
la riprovazione della società, ma la sanzione della giustizia cioè risarcimento per diffamazione è una
cosa certa e predeterminata.
Caratteristiche fondamentali di un ordinamento giuridico sono dunque:
...presenza di regole
...presenza di sanzioni
...presenza di organismi che applicano le sanzioni.
Si può dire che ogni società ha un suo ordinamento giuridico per cui è prevedibile che possano
sorgere problemi di compatibilità tra ordinamenti diversi: ad es in alcuni stati è ammessa la
bigamia, in Italia la Federazione Calcistica ha i suoi giudici e i suoi regolamenti; la regola in questi
casi è dettata dall'art 31 delle disposizioni preliminari del codice civile:
“ le leggi di uno stato estero, gli ordinamenti di qualsiasi istituzione non possono avere effetto nel
territorio dello Stato,quando siano contrari all'ordine pubblico e al buon costume”: ciò sancisce la
prevalenza dell'ordinamento giuridico dello Stato su tutti gli altri.
Le differenze tra i vari ordinamenti giuridici sono in gran parte dovuti alle differenti strutture delle
società, tuttavia esiste un elemento comune ed è quello della equità e giustizia delle norme.
Equità e giustizia sono garantite, almeno nella maggior parte degli ordinamenti, dal consenso
popolare.
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Premesso che esiste un DIRITTO NATURALE cioè un insieme di leggi non scritte, connesse alla
natura e razionalità umana e come tali valide per ogni uomo, in ogni luogo e in qualunque epoca
storica ( ad es la salvaguardia della vita umana), si definisce DIRITTO POSITIVO l'insieme delle
norme che costituiscono l'ordinamento giuridico di una data collettività in un dato momento storico.
Il termine “positivo” deriva dal latino “ius in civitatem positum”.
La norma è caratterizzata da 3 aspetti:
1--- GENERALITA' perchè non si rivolge al singolo ma a tutti
2---ASTRATTEZZA perchè non si limita a una singola situazione ma a una pluralità di situazioni
3---IMPERATIVITA' perchè DEVE essere osservata
Questi aspetti sono tipici ma non necessari, ad es una legge che crea un ente pubblico non è né
generale né astratta.
Per GIURISPRUDENZA si intende l'attività di interpretazione e applicazione delle norme
giuridiche, compito svolto istituzionalmente dai giudici.
Da dove traggono origine le norme giuridiche?
Originano da fonti NON scritte (usi e costumi) e da fonti scritte (leggi e regolamenti)
Tradizionalmente si distinguono:
FONTI DI PRODUZIONE :la legge, quale atto emanato dal parlamento e dagli organi competenti
FONTI DI COGNIZIONE :è il testo scritto
Per chiarire il concetto si pensi al segnale di sosta vietata: esso è l'espressione grafica (la fonte di
cognizione) di una legge del codice stradale (fonte di produzione).
A proposito delle fonti di produzione, poiché esse sono numerose, sorge il problema di quale di esse
prevalga sulle altre ossia quale sia la GERARCHIA delle fonti: esse viene indicata nell'art 1 delle
“disposizioni sulla legge in generale”,una serie di disposizioni preliminari del cc dette PRELEGGI .
L'ordine gerarchico é il seguente:
1 Costituzione e altre leggi costituzionali 4 Leggi regionali
2 Regolamenti comunitari 5 Regolamenti
3 Leggi ordinarie dello Stato 6 Usi e consuetudini
LE LEGGI COSTITUZIONALI dettano le regole fondamentali dell'assetto politico e istituzionale
del nostro Paese: tutte le leggi devono conformarsi ai principi costituzionali pena la loro nullità per
ILLEGITTIMITA' COSTITUZIONALE: sono leggi rigide e possono essere modificate solo con
altre leggi costituzionali tramite procedura complesse e rigorose
I REGOLAMENTI COMUNITARI sono atti normativi della UE che hanno diretta efficacia per tutti
i cittadini della comunità, prerogativa che non hanno invece le DIRETTIVE comunitarie che
devono essere recepite dal parlamento prima di entrare in vigore.
Le LEGGI ORDINARIE sono atti normativi emanati dal Parlamento; ad esse si equiparano anche i
decreti legge emanati dal governo in caso di necessità che devono essere approvati dal parlamento
entro 60 gg pena la decadenza e le leggi DELEGATE o DECRETI LEGISLATIVI emanati dal
governo su precisa delega del parlamento.
I REGOLAMENTI sono atti normativi emanati da autorità amministrative (stato, comuni, prefetti)
che regolano l'applicazione pratica delle leggi.
L'USO O CONSUETUDINE è quella norma NON SCRITTA che nasce dal protrarsi nel tempo di
un certo comportamento: perchè una consuetudine abbia la forza di una norma occorre un
REQUISITO OGGETTIVO ,cioè che si ripeta nel tempo, e uno SOGGETTIVO o psicologico nel
senso che se ne deve sentire l'obbligatorietà: nessuno si sente obbligato a versare la mancia, essa
quindi è un uso di fatto ma privo di forza normativa ( insomma se non do la mancia non mi
possono denunciare)
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L'applicazione della legge consiste nell'assegnare a un caso concreto la disciplina che gli compete.
Essa può essere paragonata al sillogismo, procedimento logico mediante il quale da determinate
premesse si ricava una conseguenza cioè da una norma generale e astratta si ricava la regola
applicata al caso singolo. Ad es per l'affitto di una casa si parte dalla categoria generale “negozio”,
si passa poi alla categoria “contratti” e infine si arriva alla categoria “affitti”.
L'applicazione della legge consta di due momenti:
1 ---individuazione delle norme pertinenti al caso
2 ---interpretazione, cioè precisazione del suo significato.
Poiché si tratta di norme scritte, l'interpretazione consiste nel chiarire il senso delle parole scritte
seguendo i dettami dell'art 12 delle dispos. prelim. c.c. che prevede:
--un criterio LETTERALE cioè dare alle parole il significato che hanno nell'uso comune
--un criterio di GLOBALITA' cioè considerare la parola singola nel contesto del discorso
--un criterio di SISTEMATICITA' cioè considerare la norma non isolatamente ma come parte di un
sistema di norme e tra queste particolare importanza assume la Costituzione.
--un criterio di FUNZIONALITA' cioè interpretare le intenzioni del legislatore
L'interpretazione inoltre può essere ESTENSIVA quando si fanno rientrare nella norma ipotesi non
previste ma coerenti con la norma e viceversa RESTRITTIVA quando vengono escluse ipotesi che
rientrerebbero nella norma ma che in realtà esulano dall'intenzione del legislatore.
Quando si presentano casi che nonostante la completezza del sistema non siano previsti
dall'ordinamento giuridico si usa il criterio dell' ANALOGIA cioè ad essi si applicano le regole che
si usano in casi previsti che abbiano una certa somiglianza ad es un interesse comune( ANALOGIA
LEGIS); si parla invece di ANALOGIA IURIS quando la regola da applicare si ricava dai principi
generali dell'ordinamento: l'analogia NON si applica alle norme penali e a quelle eccezionali.
Una legge entra in vigore 15 gg dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (art 73 Cost) per
permettere ai destinatari di prendere conoscenza delle norme.(questo periodo di 15 giorni è
chiamato VACATIO LEGIS) :una legge non ha valore retroattivo (art 11 disp preliminari).Tuttavia
si precisa che le disposizioni sulla vacatio e sulla retroattività non sono assolute poiché lo stesso art
73 recita “salvo che sia altrimenti disposto”; in ogni caso la retroattività di una legge PENALE è
vietata dall'art 25 della Costituzione.
Una norma cessa di avere efficacia per vari motivi:o perchè ABROGATA da una legge o da un
referendum o perchè incostituzionale o perchè sostituita da un'altra.
Nel caso una legge sia sostituita con un'altra si provvede a emanare delle norme TRANSITORIE
che disciplinano il passaggio dall'una all'altra, generalmente sulla base che gli effetti già prodotti
rimangono validi: es il caso in cui una legge cambi il numero degli anni di un corso di laurea, per
un certo periodo ci saranno in vigore due ordinamenti.
Vediamo ora di chiarire il problema della legge italiana di fronte a un cittadino straniero:
In primo luogo allo straniero regolarmente soggiornante in Italia vengono garantiti ,oltre ai diritti
fondamentali della persona umana, anche i diritti in materia civile attribuiti al cittadino italiano
riguardanti la tutela giurisdizionale, l'accesso ai pubblici servizi, i rapporti con l'amministrazione
pubblica.
In secondo luogo bisogna distinguere tra cittadini comunitari ed extracomunitari: i primi in base al
trattato di Maastricht hanno la cittadinanza europea che assicura loro i diritti civili spettanti ai
cittadini dello stato ospite più alcuni diritti politici come il voto nelle elezioni amministrative locali.
Per gli extracomunitari, pur in presenza di norme di diritto privato internazionale, la legge 218 del
1995 dispone che bisogna tener conto:
1---della cittadinanza per le questioni relative a stato della persona, rapporti familiari, successioni
(ad es a un Saudita cosa dico, di lasciare le sue 99 mogli e tenersene una sola perchè in Italia non è
ammessa la poligamia?)
2---del luogo in cui si trova la cosa o in cui è stato compiuto l'atto per le questioni riguardanti
proprietà, diritti reali, fatti illeciti (se compra una casa in Italia sottostà alle leggi italiane)
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NOTA:
L'interpretazione in base ai soggetti che la compiono, si distingue in
1) interpretazione giurisprudenziale = fatta dai giudici
2) “ dottrinale = fatta dagli studiosi
3) “ autentica = fatta dallo stesso legislatore che per chiarire una legge nuova,
emana un'altra norma detta interpretativa.
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Si definisce rapporto giuridico ogni relazione tra individui disciplinata dal diritto.
Nel rapporto giuridico quindi si individuano:
1) l'oggetto cioè il bene in senso ampio (beni materiali,immateriali,servizi)
2) i soggetti :(possono essere persone fisiche oppure enti o società) sono gli “attori”
3) le situazioni giuridiche soggettive cioè in che posizione giuridica si trovano i soggetti ,cioè se
sono in posizione di
VANTAGGIO ovvero godono di diritti ( diritti soggettivi,potestà, interessi legittimi )
o SVANTAGGIO ovvero sono soggetti a obblighi, doveri,oneri
La PUBBLICITA' dei fatti giuridici consiste nel rendere agevole la conoscenza dei fatti stessi
Abbiamo 3 tipi di pubblicità
NOTIFICATIVA serve solo a dare notizia del fatto ma la sua omissione non incide sulla validità del
fatto es la pubblicazione matrimoniale :in sua assenza il matrimonio è valido ugualmente.
DICHIARATIVA serve a rendere opponibili a terzi determinati atti: la sua omissione non incide
sulla validità ma sulla efficacia dell'atto es se compro una casa e non trascrivo l'acquisto nei registri
immobiliari l'atto sarà valido ma non potrò far valere l'acquisto contro chi, pur acquistando
successivamente, trascriva il suo acquisto.
COSTITUTIVA condiziona validità ed efficacia dell'atto es l'iscrizione dell'ipoteca nei registri
immobiliari è necessaria per la nascita dell'ipoteca stessa.
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Con il termine SOGGETTO si indica il titolare delle posizioni giuridiche soggettive: da rilevare che
soggetto non vuol dire solo una persona fisica ma anche gli Enti Giuridici (un'associazione, una
spa) in quanto portatori di interessi distinti da quelli delle persone che ne fanno parte.
L'attitudine a essere titolari di posizioni giuridiche (ovvero avere diritti o doveri) viene detta
CAPACITA' GIURIDICA e può essere :
GENERALE se attribuita a persone fisiche e agli enti giuridici “dotati di personalità” cioè
associazioni riconosciute,fondazioni,regioni,province,comuni.
PARZIALE se attribuita a enti pubblici che non hanno “personalità giuridica”( es associazioni non
riconosciute).
La capacità giuridica si acquisisce al momento della nascita (art 1 cc) cioè da questo momento si
acquistano una serie di diritti es il nome,il mantenimento ,l'acquisizione di eredità ecc. Alcuni di
questi diritti vengono riconosciuti anche al nascituro concepito e avranno effetto alla nascita, così il
nascituro concepito ha la capacità di succedere per causa di morte, di ricevere donazioni ecc; inoltre
il nascituro concepito gode di specifiche leggi di tutela : sono infatti vietate sperimentazioni non
aventi fini terapeutici,clonazione e ibridazione, commercializzazione, modifiche del patrimonio
genetico (art 13 ss e legge 40 del 2004).La legge prevede anche la figura del nascituro non ancora
concepito cioè di colui che si prevede o si spera che nascerà:anch'egli infatti ha alcuni diritti come
la possibilità di essere beneficiario in una donazione o in un testamento purchè sia figlio di persona
vivente al momento della donazione o della morte del testatore(art 784, 462).
La capacità giuridica può avere delle limitazioni giustificate dall'esigenza di tutelare gli interessi del
soggetto stesso o quelli della collettività. Queste limitazioni sono ben specificate e non sono
suscettibili di interpretazioni estensive, per questo si parla di INCAPACITA' SPECIALI
Esse sono determinate dall' ETA' (divieto di lavoro per i minori di anni 15 art 3 leg.977 del 1967)
dallo STATO DELLE PERSONE (divieto di matrimonio tra persone con stretti vincoli di parentela)
dall'UFFICIO RICOPERTO ( i pubblici amministratori non possono essere acquirenti dei beni degli
enti da essi amministrati)
Diversa dalla capacità giuridica è la CAPACITA' DI AGIRE è l'idoneità a esercitare i propri diritti e
si acquisisce al raggiungimento della maggiore età: un minore ha capacità giuridica (diritto alla
vita,al mantenimento ecc) ma non capacità di agire, non può ad es decidere del suo patrimonio,
questo spetta ai genitori.
Può accadere che anche in maggiore età il soggetto sia incapace di agire del tutto o parzialmente
avendosi così incapacità assoluta o relativa.
La legge n.6 /2004 ha introdotto la figura dell'AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO al fine di
tutelare le persone prive in tutto o in parte di autonomia nell'espletamento delle funzioni della vita
quotidiana: si tratta quindi non solo di disabili o alcoolisti e tossicodipendenti ma anche di anziani,
carcerati e in genere soggetti per i quali appare eccessiva l'interdizione o l'inabilitazione
INCAPACITA' RELATIVA DI AGIRE
Si ha nei casi in cui una persona è affetta da turbe mentali non particolarmente gravi o chi abusando
di alcool o stupefacenti espone sé e la famiglia a gravi danni economici o anche ciechi e sordomuti
non addestrati
Nei casi meno gravi il giudice tutelare nomina l'amministratore di sostegno con un decreto nel quale
sono specificati gli atti che l'amministratore compierà da solo e quelli che il beneficiario può
compiere solo con l'assistenza dell'amministratore: questo comporta che il beneficiario può
compiere liberamente da solo tutti gli altri atti non specificatamente vietati nel decreto:
l'amministratore viene scelto di solito tra i congiunti. Nei casi in cui tutto questo risulti insufficiente
si procede,dopo accertamento,alla INABILITAZIONE dell'incapace; l'inabilitato ha la capacità di
agire riguardo agli atti di ordinaria amministrazione del suo patrimonio ma gli atti di
amministrazione straordinaria necessitano di un CURATORE che si consulta con il giudice.
Si può avere anche una situazione contraria cioè concedere una parziale capacità di agire a un
soggetto che non ne avrebbe diritto, tipico l'esempio del diritto di matrimonio concesso a un
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CAP 7 I SOGGETTI DEL RAPPORTO GIURIDICO : GLI ENTI GIURIDICI (pagg 72-85)
Soggetti del rapporto giuridico possono essere, oltre le persone fisiche, anche gli ENTI GIURIDICI
Essi sono distinti in:
---ENTI DOTATI DI PERSONALITA' GIURIDICA es stato,comuni,regioni considerate persone
giuridiche in senso proprio;hanno autonomia patrimoniale perfetta cioè c'è una netta distinzione tra
il patrimonio dell'ente e il patrimonio dei soci
---ENTI NON PERSONIFICATI associazioni non riconosciute,comitati, società di persone:
hanno autonomia patrimoniale imperfetta perchè manca questa distinzione
L'acquisizione della personalità giuridica avviene per legge (es Istituzione di un nuovo Comune)
oppure tramite l'iscrizione in un apposito registro delle persone giuridiche depositato in prefettura:
tocca al prefetto decidere sul riconoscimento o meno: requisiti richiesti sono la liceità dello scopo e
un adeguato patrimonio (una volta non si concedeva il riconoscimento a quegli enti che
presentavano futili scopi o erano doppioni di alti enti).
la vita dell'ente è regolata da uno statuto che deve contenere notizie essenziali come denominazione,
scopi,sede, patrimonio ; l'ente opera a mezzo di organi cui sono affidate le decisioni e la loro
attuazione. L'Ente risponde dell'operato dei suoi organi (se un segretario di partito commette brogli
elettorali ne risponde il partito stesso)
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E' il bene cioè tutto ciò che è in grado di soddisfare un bisogno umano sia economico che spirituale.
L'uomo per natura tende a tali beni, cioè ha INTERESSE per questi beni e la legge tende a tutelare
questo interesse, assicurando a ciascuno i beni necessari a soddisfare i propri bisogni.
I fatti giuridici sono quell'insieme di fatti umani o naturali che producono effetti giuridici: dormire o
leggere sono fatti umani che non possono produrre effetti giuridici, a meno che tu, addetto alla
sorveglianza della Bank of America, non lo faccia in servizio e avvenga una rapina: si tratta quindi
di distinguere i fatti giuridici da quelli che non lo sono e inquadrarli in una sottocategoria
Infatti la categoria generale dei fatti giuridici viene distinta in sottocategorie a seconda della
rilevanza che ,per ciascuna di esse, assumono la coscienza e la volontà:
La COSCIENZA è la consapevolezza di sé e del mondo esterno, capire quello che si sta facendo:
giuridicamente si definisce come CAPACITA' DI INTENDERE;
la VOLONTA' è la capacità di autodeterminarsi cioè di decidere liberamente il proprio
comportamento : CAPACITA' DI VOLERE
In mancanza anche di uno solo di questi requisiti si avrà un atto irriflesso:il demente non ha
capacità di intendere e volere, il cleptomane ha capacità di intendere ma non ha capacità di volere
Le sottocategorie sono:
1)..MERI FATTI GIURIDICI: si riferiscono a accadimenti naturali o cmq fatti indipendenti dalla
volontà umana; qui ciò che conta è l'accadimento es alla morte di una persona si apre la
successione:l'effetto, cioè la successione, si collega all'accadimento,cioè alla morte della persona, a
prescindere dal fatto che la morte sia dovuta a cause naturali (morte per vecchiaia) o all'azione
umana (morte per omicidio)
2)..ATTI GIURIDICI: in cui rientrano gli eventi derivati da un'azione umana che richiedono la
capacità di intendere e volere; gli atti giuridici si distinguono, a loro volta in
-ATTI GIURIDICI IN SENSO STRETTO azione umana che richiede capacità di intendere e
volere non importa se il soggetto non voleva o ignorava gli effetti: se tu hai “riconosciuto” un figlio
naturale non puoi dopo piagnucolare che non sapevi o non credevi che ti toccasse anche mantenerlo.
-NEGOZI GIURIDICI: sono azioni non solo volontarie ma anche intenzionali:
il negozio è la possibilità di decidere in piena autonomia ciò che è conveniente ai propri interessi.
Se faccio un contratto di vendita, non solo decido il quanto e il come, ma esprimo anche la volontà
di avvalermi delle disposizioni di legge sui contratti.
Negozio giuridico, pertanto, può essere definito come ogni manifestazione di volontà dell'uomo
finalizzata ad avvalersi degli effetti previsti dalla legge e tutto questo per regolare i propri interessi.
Questa manifestazione di volontà può essere una dichiarazione scritta o orale ma anche
un'operazione materiale: salire su un autobus,secondo la giurisprudenza, equivarrebbe a esprimere
la volontà di stipulare un contratto di trasporto con la ditta.
Se la volontà si manifesta da una sola parte si parla di negozio giuridico unilaterale(es testamento);
se invece viene da due parti si parla di negozio bilaterale (un contratto di compravendita ad es).
Altre classificazioni sono:negozi tra vivi (inter vivos) e mortis causa che hanno effetti dopo la morte
(testamento), negozi familiari (matrimoni,adozioni),negozi patrimoniali (compravendite) che
possono essere a titolo oneroso,quando prevedono un corrispettivo oppure a titolo gratuito.
La RINUNZIA è l'atto unilaterale con cui un soggetto dismette un suo diritto es rinuncia a beni
mobili o immobili.
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Nel linguaggio comune BENE è tutto ciò che arreca utilità all'uomo in quanto soddisfa un suo
bisogno; in senso giuridico invece bene è ciò che forma oggetto di diritti (art 810): l'aria ad es che è
un bene comune,non è un bene giuridico perchè nessuno può vantare diritti su di essa cioè nessuno
può appropriarsene a meno che non sia racchiusa in bombole.
Costituiscono beni le cose materiali ma anche onore, rispetto cioè cose immateriali
Si distinguono beni mobili e immobili:
BENE IMMOBILE è il suolo e tutto ciò che, per natura o artificialmente, è incorporato ad esso
BENE MOBILE è tutto ciò che non è immobile (art 812)
Questa distinzione non è solo didattica : la compravendita di un bene immobile richiede infatti la
forma scritta e la registrazione; quella di un bene mobile no. Fa eccezione a questa regola una
particolare categoria, i cosiddetti BENI MOBILI REGISTRATI (auto,navi,aerei)
Si parla di UNIVERSALITA' di mobili quando ci si riferisce a una pluralità di cose appartenenti
alla stessa persona che le ha riunite e destinate a una funzione unitaria es biblioteca o collezione: il
carattere peculiare è che il valore del complesso è superiore alla somma dei componenti:questa
universalità,nata per volontà di chi ad es ha raccolto i libri, viene definita UNIVERSALITA' DI
FATTO; si parla di UNIVERSALITA' DI DIRITTO quando nasce per volontà della legge, la quale
per es ha stabilito che l'azienda è un'universalità perchè è “un insieme di rapporti giuridici
disciplinati in modo unitario.
Non costituisce universalità invece il PATRIMONIO, inteso come insieme dei rapporti attivi e
passivi facenti capo a uno stesso soggetto (quindi comprende debiti e crediti)
COSA SEMPLICE è costituita da elementi connessi tra loro e non separabili senza portare alla
distruzione della cosa es un tavolo
COSA COMPOSTA è costituita da elementi di per sé distinti e autonomi es automobile: la
differenza con l'universalità sta proprio nella fisicità dell'unione dei componenti
Sono DIVISIBILI i beni il cui frazionamento non altera la funzione economica delle parti risultanti
e ne mantiene il valore es edificio e appartamenti
PERTINENZE:sono beni destinati a servizio o ornamento di un altro, non costituiscono parte
dell'elemento principale ma ne accrescono il valore o l'utilità es area a parcheggio:la regola è
accessorium sequitur principale cioè la vendita dell'immobile comprende anche l'area parcheggio.
FRUTTI:sono beni che provengono da altri beni es prodotti agricoli (FRUTTI NATURALI) o
interessi che provengono da capitali (FRUTTI CIVILI):ne beneficia il titolare del bene originario.
BENI FUNGIBILI :beni sostituibili con altri dello stesso genere es denaro con denaro
BENI INFUNGIBILI beni con caratteristiche proprie e uniche es immobili, opere d'arte (anche
denaro es una moneta con un particolare anno di conio)
BENI CONSUMABILI si consumano con l'uso tutte in una volta,si usano una sola volta, non si può
concedere ad altri il godimento es derrate alimentari
BENI INCONSUMABILI è concessa l'utilizzazione a terzi
BENI DETERIORABILI si consumano poco a poco es automobile
BENI PUBBLICI:appartengono a un Ente pubblico: ad es un comune può possedere un locale
esattamente come un privato; ma ci sono beni pubblici di interesse collettivo e cioè:
--1) BENI DEMANIALI che possono appartenere
--allo stato es: la spiaggia appartiene al demanio marittimo, un fiume a quello idrico,una
. caserma a quello militare
--a un ente pubblico territoriale es un cimitero appartiene al demanio comunale
--2) BENI PATRIMONIALI INDISPONIBILI foreste, miniere,reperti archeologici,fauna selvatica.
--3) BENI PATRIMONIALI DISPONIBILI es i beni ecclesiastici (le chiese però sono intoccabili
fino al momento in cui sono sconsacrate)
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E' una forma di pubblicità dichiarativa che riguarda beni immobili e beni mobili registrati.
Essa si attua riportando su un pubblico registro (Ufficio dei registri immobiliari)gli atti ad es. una
vendita, in modo di consentire a tutti gli interessati di prenderne conoscenza: è necessario allegare
l'atto pubblico o la sentenza o la scrittura privata autenticata e i dati identificativi delle due parti.
La pubblicità dichiarativa non condiziona la validità o l'efficacia degli atti ma solo l'opponibilità ai
terzi, cioè la possibilità di far valere gli atti contro alcune categorie di persone; in altre parole chi
compra un immobile diviene proprietario per effetto del contratto anche se non trascrive il proprio
acquisto.
Il problema potrebbe nascere se il proprietario di un bene lo vende a più persone:in tal caso vale
l'acquisto di data anteriore se non c'è stata nessuna trascrizione; se invece la trascrizione c'è stata,
tra i diversi acquirenti è preferito quello che per primo ha trascritto l'atto, anche se l'acquisto è di
data posteriore e anche se il secondo acquirente è in malafede cioè sapeva: naturalmente tocca poi al
primo acquirente dimostrare di essere il vero proprietario e cioè che la seconda vendita è nulla:
infatti la trascrizione non sana gli eventuali vizi dell'atto di acquisto: per cui nel nostro caso il
venditore disonesto che ha venduto una seconda volta, non poteva farlo perchè a quel punto non era
più il proprietario e quindi il secondo atto di vendita è nullo.
Gli atti soggetti a trascrizione sono (art 2643)
1--- I contratti che trasferiscono la proprietà o che costituiscono o modificano o estinguono diritti
reali di godimento ultranovennale su beni immobili e mobili registrati:ad es
vendita,permuta,donazione,locazione oltre i 9 anni, usufrutto ecc.
2--- Gli atti unilaterali che provocano i medesimi effetti es atti di rinunzia a tali diritti
3--- Le sentenze che provocano gli stessi effetti
Da notare che la trascrizione viene fatta non in base al bene ma in base ai soggetti (doppia
trascrizione :venditore e compratore) per cui nel caso che io volessi sapere se il tizio che mi vuole
vendere un immobile è effettivamente il proprietario, non devo ricercare l'immobile ma il nome del
tizio: di nome in nome si potrebbe arrivare all'acquisto a titolo originario ( di solito per usucapione)
ma se manca uno dei passaggi anteriori le successive trascrizioni non hanno effetto perchè non sono
in grado di rendere note tutte le vicende del bene (viene a mancare il cd Processo di continuità delle
trascrizioni) ma hanno valore cd PRENOTATIVO. Vediamo di spiegare questa complicata faccenda.
A vende a B un terreno ma NON effettua la trascrizione quindi nei registri non c'è nulla.
B vende a sua volta a C ed effettua la trascrizione il 30 giugno
A questo punto sembrerebbe che il terreno sia di C
Ma l'1 luglio A vende a X : X va a guardare il registro delle trascrizioni e, non vedendo nulla a
carico di A, conclude che A è il proprietario e quindi compra tranquillamente e registra in data 2
luglio. Ora la situazione è questa: il terreno è di X perchè l'atto è stato registrato e risulta che X ha
comprato dal legittimo proprietario A mentre della vendita di A a B nei registri non c'è nulla ( e di
conseguenza non vale la vendita di B a C). E' una situazione paradossale perchè C che ha comprato
per primo non ne è proprietario; ma la soluzione c'è: B procede alla trascrizione del suo acquisto da
A: automaticamente le successive trascrizioni hanno effetto e in particolare ha effetto la trascrizione
fatta il 30 giugno tra B e C: a questo punto il proprietario è C (trascrizione 30 giugno) e non X
(trascrizione 2 luglio) perchè la sua trascrizione è ANTERIORE a quella di X
Analoga funzione prenotativa ha la trascrizione delle domande giudiziali e dei contratti preliminari:
la domanda giudiziale è l'inizio di un procedimento giudiziario: se ad es mio fratello si è
appropriato di un immobile che io ritengo sia mio ,avvio il procedimento cioè chiedo a un giudice
di pronunciarsi sulla questione: è opportuno allora trascrivere nei registri immobiliari accanto al
nome di mio fratello, che c'è una causa in corso in modo tale da 1) impedire che nel frattempo mio
fratello venda 2) portare a conoscenza del problema l'eventuale compratore che si renderà conto di
correre il rischio che il suo acquisto venga meno se la sentenza sarà a me favorevole 3) darmi la
possibilità di oppormi all'eventuale compratore. Lo stesso dicasi per il contratto preliminare di
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La PRESCRIZIONE è l'estinzione dei diritti dovuta all'inerzia del titolare che non li esercita nei
tempi previsti dalla legge (art 2934)es se smarrisco una cambiale a mio favore e la ritrovo dopo 10
anni non posso pretenderne il pagamento; sono soggetti a prescrizione tutti i diritti assoluti e relativi
con esclusione di quelli indicati dalla legge e in particolare le azioni volte a far dichiarare la nullità
di un atto e la proprietà ad es se vendo un fondo e il contratto per qualche motivo è nullo, posso
fare dichiarare la nullità della vendita in qualsiasi momento (certo se passano più di 20 anni scatta
l'usucapione e il fondo non mi sarà restituito).La prescrizione decorre dal giorno in cui il diritto può
essere fatto valere e finisce allo spirare dell'ultimo giorno del termine.
La prescrizione è una norma inderogabile, non si può escluderla o modificarla e vi si può rinunciare
solo dopo che essa si sia compiuta. Sono previsti gli istituti della INTERRUZIONE E
SOSPENSIONE che interrompono e sospendono il decorso del tempo richiesto per la prescrizione:
--Interruzione è causata da domande giudiziali e atti di costituzione in mora: se, nel caso della
cambiale, entro i 10 anni intimo al debitore di restituire il denaro, la prescrizione viene interrotta e
ricomincia cioè devono passare altri 10 anni
--Sospensione se durante i 10 anni, io creditore sono stato impossibilitato a esercitare il mio diritto
perchè ad es sono stato per 2 anni in ospedale, per questi 2 anni la prescrizione è sospesa cioè non si
contano.
In base alla durata possiamo distinguere:
1---PRESCRIZIONE ORDINARIA: 10 anni, vale per tutti i diritti per i quali non sia disposto
diversamente
2---PRESCRIZIONE BREVE varia da 5 anni (risarcimenti da danni, pigioni) a 2 (risarcimento da
sinistri stradali)
Si prescrivono invece in 20 anni i diritti reali di godimento su beni altrui.
PRESCRIZIONE PRESUNTIVA è un istituto per il quale ,trascorso un certo periodo di tempo,un
diritto si PRESUME estinto: es passo una settimana di ferie a Rimini;certo la ricevuta dell'hotel non
la conserverò per molto e l'albergatore dopo 1 anno potrebbe accusarmi di non aver pagato; la legge
tutela il debitore in quei casi in cui il pagamento avviene senza rilascio di quietanza (medico-
paziente) o nei casi in cui, data l'esiguità del valore,il debitore non conserva a lungo la quietanza
( oste-cliente): la legge prevede che ,passato un breve lasso di tempo, il debito possa presumersi
estinto. La durata è varia: sei mesi (osti e albergatori),1 anno (lezioni private inferiori a 1
mese,convitti,farmacisti,commercianti al dettaglio) 3 anni (professionisti,notai ecc)
L'unica arma che il creditore ha per dimostrare il suo credito è il giuramento decisorio del debitore o
la sua confessione.
DECADENZA: a volte la legge impone a chi voglia conservare un diritto, di compiere uno
specifico atto che rappresenta la volontà del soggetto che lo compie di avvalersi del diritto:questo
atto specifico ha un termine di tempo, trascorso il quale si ha la decadenza cioè il soggetto non può
più esercitare quel diritto; decadenza è dunque l'estinzione di un diritto dovuta all'oggettivo
decorrere del tempo fissato dalla legge.
La decorrenza non può essere né interrotta né sospesa ma solo impedita: se il compratore riscontra
vizi nella cosa venduta è tenuto a farne denunzia entro 8 gg dalla scoperta, pena la decadenza del
suo diritto al rimborso o alla sostituzione: fatta la denuncia, la decadenza viene impedita: dopodichè
ho 1 anno per agire eventualmente in giudizio (prescrizione)
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Diritti reali sono i diritti su una cosa e infatti “reale” deriva da “res” cioè “cosa”
Si distinguono in 2 categorie:
1)Diritti riguardanti una cosa propria : PROPRIETA'
2)Diritti riguardanti una cosa altrui : DIRITTI REALI MINORI es servitù,usufrutto ecc.
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La proprietà è il primo e fondamentale fra i diritti reali e l'art 832 cc ne descrive il contenuto:
“è il diritto di GODERE e DISPORRE delle cose in modo PIENO ed ESCLUSIVO, entro i limiti
stabiliti dall'ordinamento giuridico.
Il diritto di GODERE delle cose consiste nella facoltà di utilizzare il bene perseguendo interessi e
fini liberamente scelti: il proprietario può quindi decidere come e quando utilizzare la cosa,
trasformarla o lasciarla inutilizzata.
Il diritto di DISPORRE consiste nella facoltà di alienare un bene o di costituire su di esso diritti
reali in favore di terzi: il proprietario può quindi vendere o donare, dare in pegno ecc.;
la PIENEZZA sta nel fatto che il proprietario può fare tutto ciò che non è espressamente vietato;
l'ESCLUSIVITA' consiste nella facoltà di escludere tutti coloro che non abbiano un diritto
concorrente per poter esercitare poteri o facoltà sulla cosa.
La costituzione (art 42) riconosce e garantisce la proprietà privata e ,subito dopo, parla di una sua
FUNZIONE SOCIALE :come è possibile che una proprietà privata possa avere una qualche
importanza per la collettività se privato e pubblico sono due cose opposte?
Il fatto è che, se fino al periodo della rivoluzione industriale la proprietà, intesa prevalentemente
come proprietà terriera, era il fondamento dell'economia, successivamente questa importanza è via
via diminuita a favore dell'industria e dell'impresa: la conseguenza è che oggi la legge non vede più
la proprietà come un FINE da raggiungere ma un MEZZO per la promozione umana e in tal senso
l'interesse generale va prevalendo su quello privato: questo concetto diventa chiaro se andiamo a
vedere le limitazioni sempre più numerose che la legge stabilisce nei confronti del diritto di
proprietà e questo sia nell'interesse pubblico (espropriazione per motivi di interesse generale, i
vincoli legati a beni culturali o ai parchi naturali o cmq connessi alla salvaguardia dell'ambiente),
sia nell'interesse privato ( distanze, luci e vedute).
Sono tali e tanti questi limiti che non si può + parlare di un istituto unitario, cioè di UNA disciplina
che regola la proprietà, ma di TANTE discipline che regolano altrettanti tipi di proprietà ognuna
delle quali ha i suoi limiti, basti pensare ad es che terreni agricoli e terreni edificabili sono regolati
da norme diversissime tra di loro.
Quindi l'interpretazione delle leggi esistenti (e di quelle future) si basa sull'equilibrio tra funzione
sociale e interesse privato inteso come interesse concreto non generico: ad es scavare a grande
profondità una miniera sotto un fondo, non è che lede l'interesse concreto del proprietario del fondo,
per cui si può fare anche se in linea di massima il sottosuolo è di sua proprietà.
Il codice civile si occupa innanzitutto della proprietà fondiaria, distinguendola in proprietà agricola
o rurale e proprietà edilizia.
Alla proprietà fondiaria in generale sono dedicati gli art 840-845 che stabiliscono norme generiche:
----l'estensione verticale: parte dal sottosuolo e si estende in altezza ma non come dicevano i romani
dagli inferi agli astri: il proprietario non si può opporre né alle miniere né alle teleferiche.
----L'estensione orizzontale con i CONFINI che impediscono agli estranei di accedere al fondo
Limiti e obblighi specifici sono dettati per i rapporti di vicinato cioè tra proprietà vicine: questi
vincoli sono RECIPROCI in quanto il sacrificio di ciascuno è compensato dal vantaggio derivante
dall'analogo limite in capo al vicino; sono AUTOMATICI in quanto nascono direttamente dalla
legge; infine sono GRATUITI perchè non richiedono il pagamento di alcuna indennità.
Importanti sono le regole in tema di IMMISSIONI cioè le propagazioni derivanti a un fondo dalla
attività svolta in un altro: propagazione di fumo, rumori, calore, scuotimenti.: la regola generale è
che il proprietario non può impedire le propagazioni derivanti dal fondo vicino se non superano la
normale tollerabilità: si tratta quindi di ripercussioni indirette ,involontarie cioè non conseguenze di
attività voluta.
Un ulteriore criterio è dato dalla necessità di contemperare le esigenze di produzione con le ragioni
della proprietà: questo vuol dire che sono in qualche modo autorizzate immissioni tollerabili
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derivanti da attività produttive anche se di recente si è consolidato l'orientamento per cui il giudice
deve previamente accertare se queste immissioni siano riducibili con l'adozione di idonei
accorgimenti tecnici.
La PROPRIETA' AGRICOLA, una volta importante tanto da essere contemplata dalla Costituzione,
è regolata dagli art 849-868 con riferimento a bonifiche, vincoli idrogeologici, vincoli boschivi e
,art 909-911, disciplina delle acque private(oggi tutte le acque superficiali e sotterranee sono
pubbliche)
La PROPRIETA' EDILIZIA, non contemplata dalla Costituzione,è regolata dall'art 869 e ss:
regolamentazione per le distanze da osservarsi fra gli edifici e fra altri manufatti
DISTANZA TRA EDIFICI art 873 :le costruzioni su fondi vicini devono essere realizzate in
aderenza ovvero tenute a una distanza non inferiore a 3 metri (una distanza maggiore è ormai quasi
ovunque stabilita dagli strumenti urbanistici) :la scelta fra le due è affidata al criterio della
prevenzione temporale: chi costruisce per primo può scegliere se edificare al confine o ritirarsi a
una distanza di un metro e mezzo.
DISTANZE PER ALTRI MANUFATTI E IMPIANTI: una regola analoga vale anche per altri
manufatti che devono essere tenuti a distanza dal confine per preservare i fondi vicini da ogni danno
pozzi, alberi ecc.
LUCI E VEDUTE:riguarda l'apertura di finestre negli edifici:
LUCI sono aperture che danno passaggio a luce e aria ma non permettono di affacciarsi sul fondo
del vicino e possono essere aperte liberamente anche nel caso di muro contiguo, ma il vicino potrà
chiudere ove costruisca in aderenza al muro stesso
VEDUTE sono aperture che consentono di affacciarsi e poter guardare, quindi hanno
l'inconveniente di esporre il vicino alla curiosità altrui e perciò devono essere tenute a una certa
distanza dal confine: 1,5 m per le vedute dirette, 0,75 m per le vedute laterali e oblique
Per la proprietà edilizia vale più che mai il concetto di funzione sociale: il proprietario non ha più
un totale ius aedificandi: può costruire solo nei limiti del piano regolatore (previo rilascio di un
permesso) e delle disposizioni di salvaguardia dei beni ambientali,storici, artistici ecc.
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ma se una di queste appare principale, il suo possessore diventa proprietario del tutto con obbligo di
rimborso per gli altri(es uso di pezzi di ricambio per l'auto).
-prende il nome di SPECIFICAZIONE quando + cose formano una cosa NUOVA ad es con
legname altrui un artigiano costruisce un tavolo: il tavolo è suo (con il pagamento del legname
ovviamente)
B)---accessioni DA IMMOBILE A IMMOBILE dette INCREMENTI FLUVIALI caratterizzate dal
fatto che in seguito a modificazioni del regime o del corso delle acque, si verificano mutamenti
nell'assetto di fondi confinanti: oggi tali incrementi sono attribuiti al demanio pubblico per motivi di
salvaguardia ambientale;
AVULSIONE è l'unica ipotesi di accessione a una proprietà privata art 944 e si ha quando una parte
di un fondo viene staccata dalle acque e portata a valle dove si unisce a un altro fondo.
C)---accessione da MOBILE A IMMOBILE cd ACCESSIONE AL SUOLO : qualsiasi piantagione
o opera realizzata sopra o sotto il suolo ,appartiene al proprietario del fondo anche se l'opera è stata
realizzata da terzi : in tal caso il proprietario del suolo può richiederne la rimozione o , se preferisce
tenerla, dovrà pagare la minor somma tra lo speso e il migliorato. Ipotesi particolare è
l'ACCESSIONE INVERTITA : se una costruzione occupa parte del suolo del vicino e il costruttore
sia in buona fede ,egli può chiedere al giudice di attribuirgli anche la proprietà del suolo occupato,
previo pagamento del doppio del valore del suolo.
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Attribuiscono un potere su una cosa altrui. In quanto appartenenti alla categoria dei diritti reali
godono di tutte le caratteristiche, inerenza, assolutezza,elasticità,tipicità ecc.
Si dicono minori o parziari per il loro contenuto ristretto che talvolta si riduce a una sola facoltà ad
es solo il passaggio sul fondo altrui e d'altra parte su uno stesso bene possono coesistere più diritti
reali minori purchè di contenuto diverso es servitù e usufrutto.
Inoltre gravano su cosa altrui perchè si tratta di beni di proprietà di altri e limitano le facoltà di altri
e il contenuto del loro diritto, riducendo pienezza ed esclusività.
L'altruità della cosa è essenziale in quanto se il proprietario e il titolare del diritto coincidono nella
stessa persona , il diritto minore si estingue cd CONSOLIDAZIONE.
In ogni caso i diritti minori si estinguono dopo 20 anni di non uso.
La tutela di questi diritti è erga omnes in quanto il titolare del diritto può agire direttamente contro
chiunque si trovi in possesso del bene, al fine della restituzione del diritto o del suo accertamento
(cd confessoria che è il contrario delle negatoria con la quale si NEGA l'esistenza dell'altrui diritto)
I diritti reali di godimento sono: la superficie, l'usufrutto, l'enfiteusi,l'uso, l'abitazione e le servitù.
La SUPERFICIE
Come sappiamo dall'art 934 cc, ogni opera esistente sopra e sotto il suolo appartiene al proprietario
del suolo: nulla vieta però che questo può dare a un altro il diritto di costruire sul proprio terreno
oppure di vendere una casa riservandosi la proprietà del suolo su cui essa è costruita.
La superficie quindi consiste nel diritto di fare una costruzione sopra o sotto il suolo altrui ( IUS
AEDIFICANDI ),oppure separare la proprietà di una costruzione già esistente dalla proprietà del
suolo ( PROPRIETA' SUPERFICIARIA ); si sottolinea che nel caso dello ius aedificandi quello che
si concede è il diritto di costruire ( che dura 20 anni poi si estingue), non la proprietà della
costruzione che appartiene al proprietario del suolo previo indennizzo. In ogni caso si realizza così
una separazione tra proprietà del suolo e proprietà delle opere fatte sopra di esso.
La proprietà superficiaria in quanto proprietà non si prescrive; è molto frequente, basti pensare alle
edicole, alle stazioni di servizio, alle cappelle cimiteriali, ai terreni comunali adibiti a parcheggio.
La costituzione della superficie può avvenire :
---per contratto scritto
---per legge ad es quando ho il diritto di passaggio e per usufruirne devo costruire un terrapieno sul
fondo servente, il terrapieno è mio
---per usucapione
l'estinzione avviene :
---per scadenza del termine se previsto nel contratto
---per consolidazione ( cioè riunione in capo allo stesso soggetto delle qualità di proprietario del
suolo e del superficiario)
---per prescrizione del diritto di costruire (20 anni)
In ogni caso l'estinzione della superficie comporta l'acquisto della costruzione a titolo originario in
capo al proprietario del fondo per accessione senza necessità di accettazione.
L'USUFRUTTO è il diritto di godere di una cosa entro i limiti segnati dal rispetto della sua
destinazione economica (artt 981 e ss)
Attribuisce al titolare ampio potere di godere della cosa altrui traendone ogni utilità che questa può
dare e in questo si avvicina alle situazioni proprietarie ma se ne discosta in quanto vi sono 2
limitazioni una è la durata temporale e l'altra la destinazione economica.
La destinazione economica della cosa rappresenta un limite al potere di godimento ed è tipico
dell'usufrutto: es se è oggetto di usufrutto un appartamento questo non può essere adibito a deposito
( questo non c'è ad es nell'enfiteusi ). Per quanto riguarda la durata temporale questa non può
eccedere la vita dell'usufruttuario e se questi è un ente non oltrepasserà i 30 anni.
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Oggetto dell'usufrutto non è solo il bene materiale ma anche i crediti,i titoli di credito,le azioni.
E' possibile anche che l'usufrutto sia costituito su una cosa consumabile; è evidente che l'utilizzo ne
comporta la perdita e quindi l'impossibilità di restituirla al termine dell'usufrutto: è stabilito in
questo caso che l'usufruttuario potrà servirsi liberamente del bene per poi pagarne il valore di stima
o restituirne un altro dello stesso genere: in questo caso particolare possiamo dire che la proprietà
delle cose passa all'usufruttuario e si parla di “quasi usufrutto”.
Nel caso invece di cose deteriorabili, l'usufruttuario può servirsene secondo l'uso ordinario,pur se
ciò comporti l'usura, e le restituirà nello stato in cui si trovano.
Ampi sono i POTERI dell'usufruttuario:
Può utilizzare la cosa direttamente o indirettamente traendone i frutti naturali e civili che gli
spettano per la durata del suo usufrutto.
Può realizzare miglioramenti e addizioni, cioè incrementi qualitativi (spietratura) e quantitativi (una
vasca per l'acqua): in entrambi i casi l'usufruttuario ha diritto a un'indennità nella misura della
minor somma tra la spesa e il migliorato alla cessazione dell'usufrutto.
Gli OBBLIGHI invece sono connessi alla restituzione della cosa al termine dell'usufrutto oltre che
alle spese di ordinaria manutenzione (le straordinarie e le imposte dominicali toccano al
proprietario) .
L'usufrutto si costituisce per legge (usufrutto dei genitori sui beni dei figli minori), per volontà
privata tramite testamento o contratto o donazione con riserva di usufrutto, oppure si acquisisce per
usucapione.
L'usufruttuario può anche cedere il proprio diritto a terzi mediante atto tra vivi ma non è ammesso il
passaggio da una persona a un'altra al momento della morte in quanto si estingue alla morte del ecc)
titolare; la trasmissione per successione ereditaria è ammessa solo in un caso, quando l'usufrutto sia
stato ceduto a un terzo e questo muoia prima del cedente: in tal caso gli eredi del cessionario
proseguiranno nel godimento del diritto per il periodo restante.
L'estinzione si verifica per scadenza del termine , alla morte dell'usufruttuario,per prescrizione
ventennale, per abuso che l'usufruttuario può fare del suo diritto (ad es se deteriora il bene), per
perimento totale della cosa e per consolidazione.
La SERVITU' ( art 1027 e segg) consiste in un “peso” posto sopra un fondo (detto servente) per
l'utilità di un altro fondo (detto dominante)appartenente a un diverso proprietario. Esso consente
l'utilizzo specifico e circoscritto della cosa altrui ( cd SPECIALITA' della servitù: se la servitù è
quella del passaggio non posso anche attingere acqua) ma in particolare si caratterizza perchè dà
origine a una oggettiva relazione di servitù tra due fondi in virtù della quale la limitazione imposta
al primo fondo avvantaggia il secondo( cd predialità della servitù); inoltre ha carattere di
accessorietà alla proprietà di un immobile nel senso che è legata inscindibilmente ad esso e si
trasferisce automaticamente col trasferimento di proprietà del fondo, sia il servente sia il dominante
( in altre parole si mantiene anche se cambiano i proprietari dei due fondi).
Gli elementi costituenti la servitù sono dunque:
1)---Il PESO sul servente che costituisce una limitazione della facoltà di godimento del bene e può
consistere nel permettere (il passaggio sul fondo o l'attingere acqua) o nel non permettere (ad es non
costruire o non piantare alberi di alto fusto): l'azione del servente si esaurisce qui, non deve FARE
nulla: se per contratto è tenuto ad es a spurgare l'acquedotto che passa sul suo terreno, questo esula
dalla servitù; si tratterebbe di un'OBBLIGAZIONE PROPTER REM
2)---L'UTILITA' del fondo dominante che può consistere in qualsiasi vantaggio ,economico o
no,purchè stabile e oggettivo cioè non deve riguardare personalmente il titolare del diritto (non è
ammessa una servitù del tipo entro nel tuo fondo per cacciare o pescare; se hai il diritto di attingere
acqua è per irrigare il tuo terreno non per venderla)
3)---DIVERSITA' DEI PROPRIETARI DEI DUE FONDI
Le servitù possono essere, riguardo il contenuto, negative (se vietano) o positive (se
permettono);discontinue se richiedono l'azione dell'uomo(es passaggio) o continue se non lo
richiedono es un acquedotto sta lì e basta.
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ENFITEUSI
Attribuisce al titolare (enfiteuta) lo stesso potere di godimento che spetta al proprietario, salvo
l'obbligo di migliorare il fondo e di pagare un canone periodico (art 959).
E' una figura di antica tradizione ma oggi molto meno diffusa: una volta infatti rispondeva
all'esigenza di favorire la coltivazione del latifondo e dei terreni abbandonati: il proprietario aveva
una rendita assicurata, l'enfiteuta aveva i suoi vantaggi per la tendenziale perpetuità del rapporto e
per la possibilità di acquistare la piena proprietà tramite l'affrancazione.
L'enfiteuta ha pieni poteri simili a quelli del proprietario (può cambiare la destinazione economica
del fondo, può costruire,può costituire diritti di servitù) mentre gli obblighi riguardano i
miglioramenti e il pagamento di un canone che ,per le enfiteusi rustiche, non può superare il reddito
dominicale; di rilievo la possibilità da parte dell'enfiteuta di ottenere l'affrancazione, cioè diventare
proprietario a pieno titolo, pagando una somma pari a 15 volte il canone annuo ( è un diritto
POTESTATIVO); d'altra parte il concedente ha il diritto di ottenere la devoluzione ( per la
mancanza di miglioramenti o per ritardato pagamento di 2 anni di canone) che comporta l'estinzione
dell'enfiteusi.
Prescrizione estintiva di 20 anni di non uso.
USO E ABITAZIONE
Si considerano sottospecie di usufrutto caratterizzate da una facoltà di godimento limitata ai bisogni
del titolare e della sua famiglia; sono personali e non possono essere ceduti.
L'uso è il diritto di servirsi di una cosa e di raccoglierne i frutti per bisogni personali e familiari
L'abitazione è il diritto di abitare una casa per bisogni familiari.
Hanno scarso riscontro nella pratica, però l'art 540 cc prevede a favore del coniuge superstite il
diritto di abitazione della casa familiare e di uso dei mobili che la corredano.
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Il possesso NON è un diritto (la proprietà si), ma una situazione di fatto per cui un soggetto gode di
un bene a prescindere dalla circostanza che ne abbia o meno il diritto; la legge infatti ha la tendenza
a tutelare, immediatamente e senza alcuna preventiva indagine, la situazione possessoria di fatto: il
possessore ad es un ladro non deve giustificare i suoi poteri sulla cosa (possideo quia possideo) e
nel caso in cui sia privato del possesso può ottenere un'immediata reintegrazione, anche contro lo
stesso proprietario legittimo.
Questa situazione pazzesca è giustificata dalla giurisprudenza con la necessità di garantire la pace
sociale e cioè il proprietario che si vede spogliato del suo bene può resistere all'altrui violenza solo
mentre essa è in atto (legittima difesa); passato questo momento,non può riprendersi il bene con la
forza ma può tutelarsi con le azioni a difesa del possesso perduto.
Un'altra ragione della tutela del possesso in capo a chi non avrebbe diritto è l'intento di premiare
chi, a differenza del proprietario assenteista, utilizza il bene e lo mette a frutto (ad es chi coltiva un
fondo lasciato incolto dal proprietario).
La situazione possessoria può anche presentarsi come una situazione di esercizio solo INDIRETTO
del potere sulla cosa, realizzato tramite un'altra cosa;es quando il possessore lascia la cosa in
custodia a un'altra persona: in questo caso il possessore non perde il controllo sulla cosa ma
continua a esercitare un potere su di essa tramite un altro soggetto che ne ha la detenzione cioè la
materiale disponibilità.
Possiamo quindi distinguere:
1) il possesso vero e proprio che consiste nell'esercizio diretto dei poteri sulla cosa
2) il possesso mediato tramite un terzo che ne ha la detenzione cioè la materiale disponibilità
Il possesso è formato quindi da due elementi:
1) un elemento oggettivo: la materiale disponibilità della cosa ( corpus )
2) un elemento soggettivo: l'intenzione di tenere la cosa per sé ( animus )
La detenzione è invece formata solo dall'elemento oggettivo e implica l'obbligo della restituzione.
Inoltre il possessore esercita i poteri sempre nel proprio interesse e non per conto di altri, mentre
i poteri che il detentore può esercitare dipendono dallo scopo particolare per il quale il bene è stato
consegnato (affido un bene al detentore affinchè lo custodisca o lo amministri o lo affitti ecc)
Mentre la detenzione può acquistarsi solo in modo derivativo presupponendo quindi un possessore
dal quale si riceve la cosa, il possesso può acquistarsi anche in modo originario:
1) nell'ipotesi di acquisto della proprietà a titolo originario(accessione,occupazione,invenzione)
2) nell'ipotesi di mutamento della detenzione in possesso
3) quando il possesso sia conseguito con la materiale apprensione del bene altrui (es furto).
Parliamo invece di acquisto derivativo quando il possesso viene trasmesso dal precedente
possessore tramite la consegna della cosa sia essa materiale o simbolica (es consegna chiavi di un
immobile).
Il MUTAMENTO della detenzione in possesso può avvenire solo per una delle seguenti ragioni:
1)..CAUSA PROVENIENTE DA UN TERZO il quale afferma di essere proprietario e trasferisce il
diritto di proprietà al detentore
2)..ad opera del detentore (OPPOSIZIONE) che rende noto al possessore in qualunque modo ( sia
con atti giudiziari e extragiudiziari che con atti univoci) la sua intenzione di detenere la cosa non
più in nome del possessore ma in nome e per conto proprio.
Le circostanze che qualificano il possesso sono:
1)lo stato psicologico del soggetto al momento dell'acquisto: buona o mala fede: possessore in
buona fede è quello che possiede ignorando di ledere l'altrui diritto
2)le modalità di acquisto:viziato o non viziato: si definisce viziato quando sia stato acquistato in
modo violento (con la forza o la minaccia) o clandestino (tenerlo nascosto alla pubblica
conoscenza)
3)le modalità di esercizio : continuo o discontinuo:si definisce continuo quando non siano
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sopravvenute interruzioni civili ( una chiamata in giudizio) o naturali (se si è perduto il possesso per
oltre 1 anno)
4)durata del possesso: il possesso attuale non fa presumere il possesso anteriore: tuttavia se il
possessore attuale dimostra di aver posseduto il bene in un tempo anteriore si presume che abbia
avuto il possesso anche nel tempo intermedio.
Il possesso quindi si qualifica in base alle circostanze che accompagnano l'acquisto:
nel caso di acquisto a titolo originario del possesso, il soggetto se è in buona fede non sarà
pregiudicato dalla eventuale malafede dei possessori precedenti.
Nel caso di acquisto a titolo derivativo occorre fare una distinzione:
1) successione a titolo universale es eredità: in questo caso il possesso continua nell'erede con
gli stessi caratteri e qualificazioni che esso aveva presso l'ereditando, quindi se il possesso
era viziato continuerà ad esserlo anche in capo all'erede
2) successione a titolo particolare es la consegna del bene a seguito di vendita o donazione: in
questo caso torna ad applicarsi la regola generale, quindi colui che subentra nel possesso
non sarà pregiudicato dall'eventuale malafede del suo dante causa e inoltre potrà sommare al
periodo in cui egli stesso ha posseduto, il periodo durante il quale hanno posseduto i suoi
danti causa, elemento questo importante per definire i tempi di usucapione .
La TUTELA del possesso è solo provvisoria e , in seguito al vittorioso esperimento dell'azione di
rivendicazione da parte del titolare, il possessore dovrà restituire la cosa.
In particolare se il possessore è in buona fede e si tratta di una cosa fruttifera, potrà fare suoi i frutti
percepiti fino al giorno della domanda giudiziale; andranno quindi restituiti i frutti percepiti dopo
tale data.
Il possessore in mala fede invece deve restituire insieme alla cosa tutti i frutti dal giorno dell'inizio
del suo possesso.
Secondo la regola generale il possessore ha diritto al rimborso delle spese necessarie per la
produzione; quanto alle altre spese il possessore ha diritto al rimborso di quelle effettuate per
riparazioni straordinarie mentre per le riparazioni ordinarie si segue il regime dei frutti nel senso
che vanno rimborsate quelle relative alla restituzione dei frutti.
Infine i miglioramenti vanno rimborsati nella misura dell'aumento del valore della cosa (se il
possessore è in buona fede) oppure nella minor somma tra spese e migliorato (se il possessore è in
malafede)
A tutela delle situazioni possessorie sono previste alcune specifiche azioni con lo scopo di
mantenere o ripristinare lo stato di fatto alterato dall'altrui intromissione , senza tener conto del
diritto; il possessore molestato o spogliato della cosa può far ripristinare lo stato anteriore e in
questi casi sarà chi pretende di avere un diritto sulla cosa a dover agire POI in giudizio.
Le azioni a difesa della situazione possessoria sono:
1) manutenzione
2) reintegrazione
3) denunzia di nuova opera
4) denunzia del danno temuto
1---l'azione di MANUTENZIONE è concessa a chi è stato molestato nel possesso di un immobile o
di una universalità di mobili; legittimato attivo è solo il possessore di diritti reali sui beni immobili.
Requisiti specifici sono il possesso non viziato, continuo e non interrotto da oltre un anno;
legittimato passivo è chiunque compia atti di turbativa o molestia: l'azione mira a ottenere la
cessazione della molestia e a consentire la continuazione del libero esercizio sul potere della cosa:
2---l'azione di REINTEGRAZIONE o spoglio è concessa a chi è spogliato violentemente od
occultamente del possesso e mira a ottenere la reintegrazione nella situazione possessoria anche qui
restando insoluta la questione relativa al diritto.
Legittimato attivo è sia il possessore che il detentore di beni mobili o immobili.
Legittimato passivo è colui che ha commesso lo spoglio violento o clandestino.
Si definisce violento ogni spoglio attuato contro la volontà del possessore, clandestino lo spoglio
che di fatto sia rimasto celato. L'azione è soggetta a decadenza dopo 1 anno dal giorno dello spoglio
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o se clandestino dal momento in cui è stato scoperto. Conclusione: un ladro mi ruba qualcosa e se la
porta a casa: io vado da lui e mi riprendo la mia cosa : il ladro può rivolgersi al giudice che
immediatamente mi ordinerà di restituirla,basandosi semplicemente sul fatto. Solo in seguito posso
agire in giudizio per stabilire che io sono il legittimo proprietario.
3---la denunzia di nuova opera e la denunzia di danno temuto sono azioni cautelari, mirano cioè a
preservare il bene da un danno che possa derivare da una cosa del vicino o da una nuova opera da
lui intrapresa:
-- la denunzia di nuova opera può essere esercitata quando si abbia ragione di temere un danno da
una NUOVA opera intrapresa da altri da non oltre un anno: i giudici potranno vietare o permettere
la prosecuzione delle opere imponendo le dovute cautele.
--la denunzia del danno temuto può essere esercitata quando si abbia ragione di temere un danno
grave e imminente da un edificio, albero o cosa altrui: il giudice disporrà le idonee cautele tecniche
o giuridiche per l'eventuale risarcimento.
Abbiamo visto come possesso e proprietà siano cose differenti: vediamo ora come un semplice
possesso possa trasformarsi in proprietà vera e propria: infatti in alcuni casi la legge attribuisce al
possessore la titolarità del diritto anche se manca un efficace titolo di acquisto:
I casi sono: il possesso titolato e l'usucapione.
USUCAPIONE
E' un modo di acquisto della proprietà e degli altri diritti reali di godimento derivato dal possesso
continuato per un certo tempo.
L'acquisto è a titolo originario e la proprietà della cosa si acquista libera da eventuali pesi e diritti
altrui.
Con l'usucapione si acquistano tutti i diritti reali di godimento ma non i diritti reali di garanzia.
Il ruolo centrale è dato dal possesso continuato per un certo tempo e d'altra parte l'usucapione
semplifica la prova relativa alla titolarità dei diritti reali e in particolare della proprietà favorendone
la tutela e la circolazione: così potrei acquistare un rustico senza fare ricerche sui registri in quanto
mi basterebbe sapere che il venditore ne ha avuto il possesso da almeno 20 anni perchè se non era il
proprietario lo è diventato per usucapione
L'usucapione viene in rilievo come modo di acquisto della proprietà i 2 ipotesi fondamentali:
1) possesso senza alcun titolo : usucapione ordinaria
2) possesso legittimato da titolarità valida ma inefficace perchè proveniente da chi non è
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titolare del diritto alienato: usucapione abbreviata (cioè compro, con regolare contratto, da
uno che non è proprietario
USUCAPIONE ORDINARIA: si compie in virtù del possesso continuato per 20 anni (art1158); in
questo caso i requisiti necessari sono
1)acquisto pacifico e pubblico cioè senza violenza o clandestinità
2)possesso continuo e non interrotto da citazione in giudizio; eventualmente con presunzione di
….............possesso intermedio
non è richiesta la buona fede
Con l'usucapione ordinaria ventennale si acquistano i diritti di proprietà e di godimento su tutti i
beni mobili, immobili, universalità di mobili e mobili registrati; per l'usucapione della piccola
proprietà rurale bastano 15 anni
USUCAPIONE ABBREVIATA : richiede oltre al possesso continuato per un certo tempo, un titolo
idoneo a trasferire il diritto, la buona fede e la trascrizione del diritto: il titolo richiesto è un titolo
valido pur se in concreto inefficace perchè non proveniente da chi è titolare del diritto alienato;
buona fede significa ignoranza non gravemente colposa dell'altruità del bene; la trascrizione del
titolo è richiesta per i soli beni immobili o beni mobili registrati ed è fondamentale perchè è da tale
momento che decorre il possesso utile per l'usucapione.
Quanto al possesso la sua durata vale in relazione al bene:
10 anni per i beni immobili e le universalità dei mobili
5 anni per la piccola proprietà rurale
3 anni per i beni mobili registrati
Anche per i beni mobili è prevista un'usucapione abbreviata di 10 anni nel caso in cui l'acquirente,
pur in buona fede, manchi di un titolo valido ( se questo vi fosse ,il diritto si acquisirebbe
immediatamente mediante la regola “possesso vale titolo”).
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Si ha quando la proprietà o un altro diritto reale spetta in comune a più persone (art 1100)
I soggetti in questione sono definiti “contitolari” di uno stesso diritto sullo stesso bene.
Non si ha una pluralità di diritti ma solo uno stesso diritto distribuito fra più persone perchè spetta
contemporaneamente a più soggetti, Il diritto di ciascuno investe la totalità della cosa ma è limitato
dal diritto degli altri e la misura in cui ciascuno è ammesso a esercitarlo è espressa dal concetto di
quota: la quota è la misura della partecipazione di ciascuno alla contitolarità.
L'unicità del diritto spiega come nel caso di rinuncia di uno dei contitolari essa va ad accrescere la
quota degli altri.
Il fondamentale problema che nasce è rappresentato dall'esigenza di conciliare l'interesse
individuale con quello collettivo.
L'assetto attuale indica una tendenziale prevalenza dell'interesse collettivo su quello individuale già
per l'adozione del principio maggioritario con decisioni vincolanti per i dissenzienti; il gruppo
comunque ha competenza solo per gli interessi comuni e non deve ledere l'interesse del singolo; in
ogni caso non può individuarsi nella comunione un autonomo soggetto di diritto distinto dai
partecipanti.
Non c'è uno scopo comune come nelle associazioni: l'interesse collettivo è solo la risultante degli
interessi individuali e si riassume nelle esigenze di razionale gestione e miglior godimento della
cosa.
Si distinguono comunioni VOLONTARIE , create dalle parti, e comunioni INCIDENTALI create
dalla legge (e, tra esse le comunioni forzose che non è possibile sciogliere per volontà unilaterale).
COMUNIONE ORDINARIA: è l'ipotesi generale di contitolarità della proprietà o di un diritto
reale; è segnata dalla tendenziale prevalenza dell'interesse collettivo su quello individuale.
E' retta dal principio del concorso: ciascun partecipante può servirsi della cosa comune purchè non
ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri di farne parimenti uso.
La misura del diritto (ma anche del peso) di ciascuno è segnata dalla quota di contitolarità: le quote
sono fissate dal titolo e in mancanza di specificazione si presumono tutte uguali.
Un altro principio è quello maggioritario: le decisioni della maggioranza vincolano anche i
dissenzienti ma non possono ostacolare i diritti individuali.
E' caratterizzato da 3 profili:
1) l'uso spetta individualmente a ciascuno in proporzione alla quota e limiti indicati
2) l'amministrazione spetta collettivamente a tutti, secondo il principio maggioritario per le
decisioni di interesse comune; per gli atti di ordinaria amministrazione basta la maggioranza
semplice calcolata in base alle quote; per gli atti di straordinaria amministrazione invece
occorre una doppia maggioranza, per capi e per quote e cioè la maggioranza numerica dei
partecipanti che rappresentino almeno i 2/3 del valore della cosa.
3) La disposizione spetta individualmente a ciascuno nei limiti della sua quota, cioè ciascuno
può vendere liberamente a terzi la sua quota e può chiedere lo scioglimento della comunione
ma l'alienazione dell'intero bene richiede il consenso unanime dei contitolari.
Comunioni particolari sono:
Il CONDOMINIO
E' una particolare comunione che si instaura tra gli edifici. In essi ciascuno è contemporaneamente
proprietario esclusivo di un piano o porzione di esso e comproprietario di alcune parti comuni
suolo,scale,tetti: la comunione riguarda quindi solo parti della cosa ed è inoltre forzosa: trattandosi
di cose strumentali non è soggetta a divisione, non si può rinunciare ad essa, non si può alienare.
Il diritto sulle cose comuni è segnato dalla quota espressa in millesimi.
E' caratterizzato dalla prevalenza dell'interesse collettivo su quelli individuali
L'amministrazione è affidata a 2 organi:
1) assemblea dei condomini :è l'organo deliberativo e ha competenza generale sulla gestione
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La MULTIPROPRIETA' IMMOBILIARE
E' una comunione caratterizzata da un vincolo di destinazione e da una particolare modalità di
godimento ripartito di beni immobili, basata sulla turnazione cioè ciascuno dei condomini ha diritto
al godimento dell'unità immobiliare in periodi prefissati ad es 1 o + settimane l'anno.
Non è regolata da specifiche leggi; c'è un codice di consumo espresso da una direttiva UE (art 69-
81) ma si limita a disciplinare i contratti allo scopo di garantire l'acquirente pollo contro possibili
abusi del venditore, astuto professionista: tratta quindi di obblighi di informazione, di diritto di
recesso, di obblighi del venditore ecc.
Caratteristiche proprie della multiproprietà sono:
-- il vincolo negoziale turnario, per cui sarebbe una comproprietà che non stabilisce lo spazio
spettante ai diversi proprietari ma il tempo di godimento
--la indivisibilità :e questo la potrebbe far escludere come comunione, ma qui la indivisibilità non è
imposta dalla legge ma dalla impossibilità di dividere il tempo
--le particolari norme di amministrazione di solito affidata a una società di gestione.
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Secondo il nostro sistema giuridico non è il giudice che deve cercare le prove di quanto affermato
dai litiganti, bensì le parti stesse: l'onere della prova dunque, grava sulle parti (attore e convenuto)
secondo quanto stabilisce l'art 2697: chi vuol far valere un diritto deve provare i fatti che ne
costituiscono il fondamento, mentre chi vuole resistere deve provare i fatti su cui si fonda la sua
opposizione ( fatti impeditivi o modificativi o estintivi dell'altrui pretesa).
Le prove, fornite tramite MEZZI DI PROVA (documenti, dichiarazioni ecc.) sono distinte in:
---1)prove storiche che ricostruiscono i fatti da provare: documenti, testimonianze, confessione,
giuramento
---2)prove logiche che si fondano su deduzioni logiche: presunzione.
PROVA TESTIMONIALE non è sempre ammessa dalla legge: in particolare non è ammessa :
---per i patti contrari o aggiunti al contenuto di un documento che si affermi essere anteriori o
contemporanei al documento (non è verosimile che le parti hanno sottoscritto un accordo ma in
realtà si sono accordate verbalmente in maniera diversa da quanto scritto)
---per i contratti, i pagamenti e le remissioni di debito superiori a £ 5000
Questi limiti si riferiscono solo alle parti: i terzi possono testimoniare (essendo estranei al contratto)
La prova testimoniale è ammessa quando:
---c'è un principio di prova scritta che possa confermare la testimonianza orale
---quando la parte si è trovata nell'impossibilità morale o materiale di procurarsi una prova scritta
---quando si è perduto senza colpa il documento scritto.
La CONFESSIONE è la dichiarazione che una parte fà della verità di fatti a sé sfavorevoli:
---GIUDIZIALE quando è resa in giudizio: fà piena prova
---STRAGIUDIZIALE quando è resa fuori dal giudizio: fà piena prova se resa alla controparte; se
viene resa a terzi invece sarà valutata dal giudice caso per caso.
Il GIURAMENTO è la dichiarazione solenne di una parte circa la verità di certi fatti: può essere
prestata solo in giudizio da una sola delle parti e fa piena prova nel senso che decide la controversia
in modo definitivo anche se successivamente si dimostri falso: la parte lesa può solo chiedere il
risarcimento dei danni; può essere:
---DECISORIO se prestato da una parte su invito dell'altra:se essa rifiuta soccomberà su tale punto,
ma può richiedere che sia l'altra parte a farlo
---SUPPLETORIO se prestato su invito del giudice perchè le prove non sono convincenti o per
stimare il valore di una cosa (giuramento estimatorio).
PRESUNZIONE: mezzo di prova logica che non dà dimostrazione diretta dei fatti ma tramite
ragionamenti induttivi (da fatti noti si arriva a chiarire fatti ignoti); può essere:
---legale se stabilita dalla legge (es presunzione di possesso in tempo intermedio) e si dice assoluta
se non ammette prova contraria
---semplice se elaborata dal giudice caso per caso secondo il suo prudente apprezzamento.
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Gli INTERESSI sono un'obbligazione pecuniaria accessoria a una principale avente come oggetto
una somma di denaro; in quanto obbligazione accessoria segue le sorti della principale ma è distinta
da essa e pertanto può formare oggetto di separati atti di disposizione (ad es ha un autonomo
termine di prescrizione). Possono avere funzione:
COMPENSATIVA (la banca mi fa un prestito e io pago gli interessi come compenso per il
godimento del denaro)
RISARCITORIA ( ad es gli interessi moratori che servono a risarcire il creditore del danno per il
ritardo dell'adempimento ma comprendono anche la quota compensativa).
FONTE degli interessi:
---Interessi CONVENZIONALI nascono da un apposito accordo tra le parti
---Interessi LEGALI: sono stabiliti dalla legge art 1282 “ i crediti pecuniari liquidi ed esigibili (cioè
non scaduti) producono interessi di pieno diritto” cioè senza bisogno di ulteriori precisazioni
normative: negli altri casi invece saranno dovuti interessi solo in presenza di esplicite disposizioni
di legge ( somme dovute dal mandante al mandatario, mutui onerosi, conti correnti e depositi
bancari). Il saggio di interesse legale per il 2010 è fissato all'1 % in ragione d'anno: le parti possono
disporre diversamente ma la pattuizione di saggi maggiori richiede la forma scritta pena la nullità.
Sono vietati gli interessi USURARI che d'altra parte rendono nulla qualsiasi trattativa: vengono
considerati usurari gli interessi che superano il cd tasso soglia calcolato trimestralmente dal
Ministero del tesoro sulla base di un tasso medio praticato da banche e intermediari finanziari
autorizzati, aumentato del 50%.
ANATOCISMO consiste nella produzione di interessi da altri interessi scaduti e non pagati: scaduta
l'obbligazione con interessi già maturati, questi si sommano al capitale e sull'ammontare totale si
calcoleranno i nuovi interessi; ma occorre un accordo tra le parti POSTERIORE alla scadenza dei
primi interessi e che si tratti di interessi dovuti da almeno 6 mesi.
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Tipo particolare di obbligazioni sono le OBBLIGAZIONI ALTERNATIVE (art 1285) in cui sono
dovute 2 o + prestazioni ma il debitore si libera eseguendone una sola (es un ristoratore offre allo
stesso prezzo un menù a base di carne oppure uno a base di pesce):
Gli elementi fondamentali sono dunque:
1)pluralità delle prestazioni, sin dalla nascita del rapporto (nelle facoltative la prestazione è 1 sola)
2)unicità dell'adempimento (nelle cumulative invece bisogna adempiere tutte le prestazioni).
Si differenziano dalle obbligazioni generiche per:
a)potere di scelta (debitore o creditore)
b)la scelta è un atto UNILATERALE RECETTIZIO in quanto acquista efficacia nel momento in cui
viene comunicato al destinatario( per vizi e capacità valgono le disposizioni vigenti sui contratti)
L'obbligazione alternativa diventa semplice (cd CONCENTRAZIONE) nel momento in cui si fa la
scelta che di solito spetta al debitore: se sopravviene un'impossibilità di scelta l'obbligazione si
considera semplice e il debitore deve eseguire quella che è rimasta possibile.
Quando però l'impossibilità sia imputabile a una delle parti questa ne risponde (vedi slides):
--se è imputabile al DEBITORE:
1)se la scelta tocca al debitore l'obbligazione diventa semplice
2)se la scelta tocca al creditore egli sceglie quella rimasta possibile o chiede risarcimento
--se è imputabile al CREDITORE:
1)se la scelta tocca al debitore egli viene liberato o sceglie quella rimasta + risarcimento
2)se la scelta tocca al creditore egli può scegliere la prestazione rimasta ma deve risarcire il debitore
per la perdita.
Le obbligazioni FACOLTATIVE si hanno quando è dovuta una sola prestazione ma il debitore ha
facoltà di liberarsi eseguendone un'altra- IUS VARIANDI- (es.un impresario prepara un cartellone
di spettacoli ma si riserva di sostituire una rappresentazione con un'altra).
IL PROBLEMA DELL'USURARIETA' SOPRAVVENUTA
La legge sull'usura è la 108 del 1996; essa introduce il tasso soglia, pone in rilievo lo stato di
difficoltà economica del debitore e rinnovella l'art 1815 cc ribadendo che, in caso di interessi
usurari, la clausola è nulla e NON E' DOVUTO ALCUN INTERESSE nemmeno quello legale.
Il legislatore però, non si preoccupò di stabilire norme transitorie per cui, fermo restando che a
partire dal '96 gli interessi usurari dovevano rispettare la legge 108, cosa succedeva per quegli
interessi pattuiti prima del 1996 e maturati dopo, interessi diventati usurari con la nuova legge?
Due erano le interpretazioni:
1)il carattere usurario si stabilisce al momento della pattuizione degli interessi
2)il carattere usurario si stabilisce al momento della maturazione (al momento del pagamento)
Nel primo caso, poiché al momento della pattuizione (prima del '96) l'interesse era perfettamente
lecito, esso rimane valido anche dopo il '96, cioè continuerò a pagare interessi usurari.
Nel secondo caso invece, non pagherò gli interessi usurari solo per le rate maturate dopo il '96.
In questa situazione caotica, intervenne la Cassazione che sostanzialmente fece sua la seconda
interpretazione, basandosi sul principio della non retroattività della legge nuova e della non
ultraattività della legge vecchia. Restava oscuro un problema fondamentale: poichè le rate maturate
dopo il '96 sono gravate da interessi usurari, applicando rigorosamente l'art 1815 non sono tenuto a
pagare nessun interesse, nemmeno quello legale, cioè il mutuo mi viene gratuito: ma se si fosse
applicato rigorosamente l'art 1815, banche e finanziarie, che vivono degli interessi, sarebbero
andate a puttane; e infatti il governo intervenne con un decreto legge 394/2000, detto decreto
salvabanche, con cui si affermava che il carattere di usurarietà si stabiliva al momento della
pattuizione (l'interpretazione 1, vedi sopra), per cui gli interessi usurari erano perfettamente
legittimi: in seguito all'ondata di proteste (tra cui parecchie obiezioni di illegittimità costituzionale)
la conversione del decreto nella legge24/2001, pur rimanendo sulle sue posizioni, apportò un
contentino a tutela del mutuatario, stabilendo per i mutui prima casa un tasso dell'8% e per mutui
non agevolati a tasso fisso, un tasso sostitutivo di quello usurario.
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MORA DEL CREDITORE (mora credendi) ha luogo quando il creditore senza legittimo motivo
rifiuta l'OFFERTA FORMALE di pagamento effettuata da parte del debitore con le seguenti
modalità:
---offerta solenne : effettuata tramite pubblico ufficiale in modo reale (cioè portando con sé la cosa,
se si tratta di obbligazioni portabili) o per intimazione a ricevere la cosa (se non sono portabili)
---offerta secondo gli usi: è effettuata direttamente dal debitore che
1)offre la prestazione ad es con una raccomandata al creditore invitandolo ad accettare la
prestazione e
2)effettua il deposito o il sequestro della cosa dovuta.
Effettuata l'offerta formale, se il creditore non accetta è costituito in mora, corre il rischio
dell'impossibilità sopravvenuta della prestazione ed è tenuto al risarcimento danni.
Si noti che con la offerta solenne è vero che il debitore non può + essere considerato inadempiente
ma è anche vero che l'obbligazione non è stata ancora adempiuta e quindi il debitore non è liberato:
ciò può essere un danno per il debitore ad es quando voglia cancellare un'ipoteca accesa a garanzia
di un debito. È prevista a tale scopo la LIBERAZIONE COATTIVA del debitore: il debitore
consegna la cosa dovuta a un terzo effettuando il “deposito” della cosa dovuta o il “sequestro” se si
tratta di un immobile; deposito e sequestro devono essere accettati dal creditore oppure convalidati
da una sentenza.
Nella pratica corrente si usa un altro sistema: un debitore può inviare ad es un vaglia postale o un
assegno al creditore e questa viene considerata una OFFERTA NON FORMALE la quale non mette
in mora il creditore ma almeno esclude la mora del debitore che non è più responsabile in caso di
impossibilità sopravvenuta, ma solo in determinate ipotesi.
In sostanza:
--se il DEBITORE è in mora è responsabile dei danni da impossibilità sopravvenuta
--se il CREDITORE è in mora è “ “ “ “
--se c'è stata offerta non formale il debitore è responsabile per le cose non ancora individuate, il
creditore per le cose individuate.
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L'inadempimento è l'inesatta esecuzione della prestazione dovuta (art 1218) e cioè un'esecuzione
non conforme alle regole che definiscono l'esatto adempimento: sarà quindi inesatta una prestazione
che non abbia i requisiti di diligenza, buona fede, esattezza quantitativa e qualitativa, puntualità di
tempo e luogo ecc.
In particolare l'inadempimento è :
--ASSOLUTO quando la prestazione è mancata del tutto
--RELATIVO quando la prestazione c'è stata ma risulta difforme da quella dovuta (ad es è stata fatta
in ritardo) e si dice imputabile quando ciò è dovuto a colpa del debitore.
Di fronte all'inadempimento il creditore può chiedere l'esecuzione in forma specifica se la
prestazione sia ancora possibile e il creditore abbia ancora interesse, e in ogni caso anche il
risarcimento del danno cagionato dall'inadempimento, se il debitore non prova che l'inadempimento
o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui non
imputabile.
Quando una prestazione può definirsi impossibile?
In base all'art 1176 si può dire che la prestazione è impossibile quando non può essere eseguita con
l'impiego della diligenza richiesta normalmente per quel tipo di prestazione; ma l'art 1218 sembra
andare oltre, fino al limite delle possibilità umane: se l'unica strada esistente è franata e non posso
consegnare un pacco, sono stato diligente secondo l'art 1176; ma non lo sono stato secondo l'art
1218 perchè avrei potuto inviare il pacco per via aerea. Così spuntano fuori due correnti di
pensiero: una propone due regimi di responsabilità e cioè
1)nelle obbligazioni di mezzi e di dare cose specifiche, vale l'art 1176 con responsabilità per colpa
cioè non osservanza della diligenza media.
2)nelle obbligazioni di risultato e di dare cose generiche vale l'art 1218 con responsabilità oggettiva,
cioè non si è arrivati a fare l'umanamente possibile.
L'altra corrente (preferibile) non fa queste distinzioni e si appella alla diligenza del buon padre di
famiglia, ossia la diligenza media rapportata all'oggetto dell'obbligazione( posso portare con un
motorino un giornale ma non il quadro della Gioconda per la quale la diligenza media suggerisce
altri mezzi): quindi si tratterebbe di IMPOSSIBILITA' OGGETTIVA (cioè impossibile per qualsiasi
debitore medio) E RELATIVA (in rapporto al tipo di prestazione); sempre secondo questa
interpretazione, la funzione dell'art 1218 sarebbe quella di attribuire al debitore l'onere di provare
l'impossibilità della prestazione e che la causa dell'impossibilità non è a lui imputabile cioè che è
stata imprevedibile e inevitabile: classiche ipotesi di non imputabilità sono il CASO FORTUITO o
la FORZA MAGGIORE (una frana, una guerra ma anche uno sciopero generale o un fatto
dell'autorità o la morte o malattia del debitore).
La dimostrazione dell'impossibilità libera il debitore da responsabilità (IMPOSSIBILITA'
LIBERATORIA): l'impossibilità permanente determina l'estinzione dell'obbligazione.
Fra i diversi tipi di inadempimento il codice dedica particolare attenzione al RITARDO: l'art 1219
afferma che il ritardo non sempre costituisce inadempimento ad es un ritardo di pochi giorni può
essere accettato, ma quando si prolunga in modo intollerabile, si ha la MORA DEL DEBITORE
che è quindi un ritardo IMPUTABILE E QUALIFICATO cioè imputabile al debitore e qualificato
come “intollerabile”: il ritardo viene qualificato intollerabile tramite un atto di costituzione in mora
da parte del creditore cioè un'intimazione fatta per iscritto dal creditore (MORA EX PERSONA).
In altri casi la mora non richiede una specifica iniziativa del creditore, si verifica automaticamente
in determinate circostanze in cui è implicita l'intollerabilità del ritardo (MORA EX RE):
--quando il debito deriva da fatto illecito
--quando il debitore ha dichiarato per iscritto di non voler adempiere
--quando è scaduto il termine e il luogo della prestazione era il domicilio del creditore
--quando si tratta di obbligazione di non fare
Gli effetti di mora consistono nell'obbligo di risarcire il danno secondo le regole generali e
nell'aggravamento del rischio: durante la mora, la sopravvenuta impossibilità della prestazione è a
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carico del debitore anche se deriva da causa a lui non imputabile (se doveva consegnare frutta e non
lo ha fatto, se la frutta nel frattempo è andata a male sono cazzi suoi anche se la frutta è andata a
male a causa di un blackout generale).
La mora perciò aggrava la posizione del debitore: il debitore deve adempiere tempestivamente se
vuole evitare tale aggravio o in alternativa fare un' offerta formale o informale (questa offerta
costituisce in mora il creditore e scarica su di lui il rischio dell'impossibilità sopravvenuta).
EFFETTI DELL'INADEMPIMENTO IMPUTABILE AL DEBITORE
L'inadempimento è causa di responsabilità: l'inadempiente è infatti chiamato a rispondere delle
conseguenze del suo comportamento e anche dell'operato dei dipendenti e dei collaboratori.
La responsabilità si definisce contrattuale ma non si limita alle violazioni del contratto: comprende
tutte le ipotesi di inadempimento di una specifica preesistente obbligazione, quale che ne sia la
fonte: quindi violazione di atti e fatti idonei a produrre obbligazioni (ad essa si contrappone la
responsabilità extracontrattuale per fatto illecito o aquiliana).
Le clausole che esonerano da tale responsabilità sono valide tranne nei casi in cui l'inadempimento
sia dovuto a dolo o colpa grave (es grave negligenza).
L'inadempimento imputabile al debitore comporta l'obbligo di risarcire i danni: il risarcimento ha la
funzione di reintegrare il creditore nella stessa situazione in cui si sarebbe trovato se non vi fosse
stato l'inadempimento, tramite una prestazione diversa e succedanea: di norma questa diversa
prestazione consiste nel pagamento di una somma di denaro di ammontare equivalente al valore
della prestazione mancata (risarcimento per equivalente).
Il danno risarcibile si configura in base a 4 elementi:
----1)perdita subita e mancato guadagno:designati come DANNO EMERGENTE E LUCRO
CESSANTE: il primo consiste ad es nel valore del bene dovuto e non consegnato + le spese
sostenute; il secondo invece è il guadagno che il creditore avrebbe potuto realizzare utilizzando la
prestazione; nel caso di obbligazioni pecuniarie il risarcimento si effettua tramite gli interessi
moratori,determinati dalla legge.
----2)NESSO DI CAUSALITA' tra inadempimento e danno (art 1223): occorre quindi che l'uno sia
conseguenza immediata e diretta dell'altro: es in seguito a un incidente ferroviario Tizio viene
ricoverato in ospedale e quindi non può lavorare: si tratta di una conseguenza che non si sarebbe
verificata senza l'inadempimento. Ma fino a che punto si spinge questo nesso?
Tizio in ospedale subisce un aggravamento dei danni per imperizia medica.
Le FS sono responsabili anche dei danni subiti in ospedale?
Una parte della dottrina fa riferimento al criterio della REGOLARITA' CAUSALE: si imputano
all'inadempiente tutte le conseguenza che possono ritenersi “normali” ( FS responsabili solo dei
danni direttamente derivati dall'incidente); un'altra parte fa invece riferimento alla CAUSALITA'
TIPICA: il debitore risponde delle conseguenze che “siano attuazione di un rischio tipicamente
connesso al comportamento pur se anormali”( il vettore è responsabile del rischio cui si espone il
viaggiatore sottoponendosi a intervento e quindi anche dei danni subiti in ospedale).
----3)PREVEDIBILITA' del danno al tempo in cui è sorta l'obbligazione (art 1225): si vuole così
evitare di esporre il debitore per conseguenze che egli non poteva prevedere: così se il bene
aumenta notevolmente di valore l'inadempiente non risponderà di tale incremento (tale incremento
non sarà computato nel risarcimento); tale criterio non viene applicato quando l'inadempimento sia
doloso cioè volontario e intenzionale.
----4)IL CONCORSO DEL FATTO COLPOSO DEL CREDITORE (art 1227): in tale previsione si
distinguono 2 ipotesi:
--il creditore ha contribuito col proprio comportamento a cagionare il danno: il risarcimento è
diminuito secondo la gravità della colpa e l'entità delle conseguenze
--in caso di mancata cooperazione del creditore che non si adopera nei limiti dell'ordinaria diligenza
per evitare o limitare il danno: qui il risarcimento non è dovuto.
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ulteriore risarcimento che però non è dovuto se è stata convenuta la misura degli interessi moratori
(quindi superiori all'interesse legale).
Questo significa che la legge riconosce al creditore, oltre agli interessi moratori legali, anche un
risarcimento dovuto al maggior danno derivato dall'impossibilità di disporre della somma a lui
dovuta nel periodo di mora: ad es l'imprenditore che, non essendo stato pagato nei termini pattuiti,
è stato costretto, per continuare la sua attività produttiva, a rivolgersi ad una banca per un prestito,
ha diritto a un risarcimento per maggior danno, pari in questo caso alla differenza tra il tasso di
interesse pagato alla banca e il tasso d'interesse moratorio.
La Cassazione sembra avere confermato l'applicazione della norma anche al maggior danno subito
per effetto dell'inflazione, giustificandola con il fatto che il creditore avrebbe potuto investire la
somma ricevuta nei giusti termini, neutralizzando così gli effetti della svalutazione: in questo caso il
maggior danno viene valutato sulla differenza tra il tasso medio di rendimento dei titoli di stato (non
superiori a 12 mesi) e il tasso dell'interesse legale moratorio.
La COMPENSAZIONE è l'estinzione dei reciproci rapporti obbligatori correnti tra i soggetti stessi.
Se un soggetto è al contempo debitore e creditore nei confronti di una stessa persona la
compensazione elimina la necessità di effettuare due distinti pagamenti:
Presupposto di questa disciplina è l'autonomia dei debiti nel senso che devono derivare da due fonti
diverse (se no si tratterebbe semplicemente di attivi e passivi). Si distinguono 3 tipi:
-1)---COMPENSAZIONE LEGALE è disposta dalla legge e opera l'estinzione automatica di debiti
reciproci che siano omogenei, liquidi ed esigibili: i debiti sono omogenei quando hanno ad oggetto
beni fungibili della stesso genere, liquidi quando sono determinati nel loro ammontare, esigibili
quando non sono sottoposti né a termine né a condizione.
-2)---COMPENSAZIONE GIUDIZIALE è pronunciata dal giudice quando si tratta di un credito
omogeneo ed esigibile, non ancora liquido (non determinato) ma di facile e pronta liquidazione.
-3)---COMPENSAZIONE VOLONTARIA è operata dalle parti con apposito accordo quando non ci
sono i requisiti per la legale o la giudiziale: l'accordo può essere preventivo riguardando così debiti
non ancora scaduti.
Una sottospecie della compensazione volontaria è la COMPENSAZIONE FACOLTATIVA che
attribuisce ad una delle parti, con atto unilaterale, il diritto potestativo di determinare la
compensazione dei debiti.
Si noti che la compensazione giudiziale e quella facoltativa richiedono rispettivamente una sentenza
e un atto (efficacia costitutiva) che segnano la data di estinzione.
La compensazione non si verifica per alcuni crediti come quelli impignorabili (es salari) e quelli
relativi alla restituzione di cose affidate in custodia o illecitamente sottratte.
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( invece di denaro mi obbligo a dare un'auto) ovvero il titolo dell'obbligazione (invece di dare una
cosa in custodia mi obbligo a darla in comodato): gli elementi che la caratterizzano sono:
--ANIMUS NOVANDI la volontà di estinguere l'obbligazione che deve risultare in modo certo
--ALIQUID NOVI occorre che la nuova obbligazione sia sostanzialmente nuova, abbia cioè un
oggetto o un titolo diverso.
Con la novazione la vecchia obbligazione si estingue e se ne crea una nuova: questa però dipende
funzionalmente dall'originaria pertanto se questa ad es era nulla, la novazione è senza effetto.
Questo fatto della obbligazione che deve essere nuova, distingue la novazione dalla prestazione in
luogo di adempimento o DATIO IN SOLUTUM: questa comporta una semplice sostituzione della
prestazione dovuta con un'altra ma MANTIENE INALTERATA l'obbligazione originaria che si
estingue solo se e quando la nuova prestazione è stata adempiuta.
La novazione invece estingue immediatamente la vecchia obbligazione con tutti i suoi accessori: se
il debitore non adempie la nuova obbligazione, il creditore non può più chiedere l'adempimento
della prestazione originaria.
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Come i beni si possono trasferire da un soggetto a un altro (sono cioè suscettibili di circolazione
giuridica ), così possono trasferirsi da un soggetto a un altro anche i diritti di credito.
Anche per questi esistono acquisti a titolo originario e a titolo derivativo.
L'acquisto a titolo originario riguarda i titoli di credito in cui la prestazione è incorporata in un bene
mobile cioè il documento di credito ad es la cambiale. Al di fuori di tale ipotesi la circolazione delle
obbligazioni si realizza a titolo derivativo tramite una successione derivativo-traslativa da un
soggetto a un altro e il diritto si trasferisce con gli stessi limiti e caratteristiche che aveva in capo al
precedente titolare: si può dire molto semplicemente che la circolazione delle obbligazioni consiste
in una modificazione dei soggetti dell'obbligazione e cioè del creditore (modificazioni dal lato
attivo) e/o del debitore (lato passivo).
Il ruolo svolto da queste modificazioni è quello di far circolare già oggi quella ricchezza futura
rappresentata dai crediti così come il trasferimento dei beni fa circolare la ricchezza attuale.
MODIFICAZIONI DAL LATO ATTIVO
Si hanno quando al creditore originario subentra un nuovo creditore.
E' una vera e propria successione nel senso che il nuovo creditore subentra in una situazione
giuridica il cui contenuto rimane invariato: il nuovo creditore avrà quindi gli stessi poteri e limiti
che competevano al creditore originario: il trasferimento del creditore non richiede il consenso del
debitore essendo indifferente per il debitore adempiere a uno piuttosto che all'altro.
Le modificazioni dal lato attivo comprendono diverse situazioni come la surrogazione (pag 7) e la
delegazione attiva (vedi dopo) ma la figura di riferimento è la cessione del credito.
LA CESSIONE DEL CREDITO consiste nel trasferimento di un credito dal creditore originario
(cedente) al nuovo creditore (cessionario): il trasferimento può avvenire in diversi modi: se ad es la
cessione avviene dietro corrispettivo di un prezzo si parlerà di una vendita, se con spirito di
liberalità si parlerà di donazione; inoltre posso cedere un credito per estinguere un mio debito verso
il cessionario, si avrà allora un contratto solutorio così detto perchè si intende solvere un debito
tramite una prestazione in luogo di un adempimento (es cessione del quinto della stipendio).
Non tutti i crediti sono cedibili: vi è una incedibilità oggettiva quando il tipo di credito ha carattere
strettamente personale (i crediti alimentari) e vi è poi una incedibilità soggettiva dipendente dalla
qualità dei possibili cessionari e dalla volontà che le parti abbiano di escludere detta cedibilità.
EFFETTI: concluso l'accordo il credito si trasferisce al cessionario con effetto immediato, insieme
con gli accessori del credito (garanzie reali e personali, interessi convenzionali ecc).La posizione
debitoria resta immutata e rimangono impregiudicate le eccezioni relative al credito (il debitore
potrà opporre al cessionario tutte le eccezioni che poteva opporre al creditore originario).
NOTIFICA: la cessione non richiede il consenso del debitore, egli però dovrà cmq esserne
informato: ove manchi tale conoscenza il debitore rimarrà liberato anche se adempirà verso chi non
è più creditore. La notificazione della cessione serve inoltre a risolvere il conflitto tra + cessionari di
un medesimo credito: prevale infatti la cessione NOTIFICATA per prima, anche se la cessione è
stata fatta in data posteriore.
GARANZIE: il cedente è tenuto a prestare al cessionario delle garanzie, dipendenti dalla causa
della cessione:
--A) se la cessione è a titolo oneroso il cedente deve garantire per legge solo l'esistenza del credito
(cd nomen verum) non la solvenza del debitore: tale garanzia si può anche escludere pattiziamente
(ma il cedente resta cmq obbligato per il fatto proprio) oppure si può estendere alla solvenza del
debitore ceduto (tale significato hanno le clausole “salvo buon fine” e “salvo incasso”) ma in tal
caso il cedente risponderà solo nei limiti di quanto ricevuto dal cessionario ( cioè se il debitore non
paga il cessionario, il cedente darà indietro al cessionario il prezzo avuto per la cessione + spese).
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La SOSTITUZIONE del debitore con un altro può aversi solo per successione ( ad es quando si
eredita si può anche ereditare un debito oppure quando un'azienda viene venduta, nella vendita sono
compresi anche i debiti); in tutte le altre ipotesi di modificazione del debitore (delegazione,
espromissione e accollo), il principio generale è che, senza il consenso del creditore, non è possibile
sostituire il debitore originario ma soltanto AFFIANCARE ad esso un nuovo debitore.
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L'ESPROMISSIONE
E' un contratto tra il creditore e un terzo il quale SENZA DELEGAZIONE DEL DEBITORE, ne
assume il debito verso il creditore: caratterizzante di questa figura è dunque l'iniziativa del terzo
(espromittente) che interviene senza un previo incarico del debitore (espromesso): es un socio che
si obbliga verso i creditori della sua società per ottenere una dilazione.
L'espromittente non paga immediatamente ma si limita a promettere in proprio il pagamento del
debito altrui: l'espromissione non libera automaticamente il debitore originario e perciò è
cumulativa salvo che il creditore dichiari espressamente di liberarlo.
Per effetto dell'espromissione il terzo subentra nella stessa posizione del debitore (che cmq è in
posizione sussidiaria) e rimane obbligato in solido per lo stesso debito quindi può opporre le stesse
eccezioni del debitore originario tranne quelle relative ai rapporti personali creditore -debitore
originario e quelli fra espromittente e debitore originario esse infatti finirebbero col rendere inutile
l'espromissione.
L'ACCOLLO
Mentre nell'espromissione l'accordo è tra terzo e creditore, nell'accollo l'accordo intercorre tra terzo
e debitore: in virtù di tale accordo il terzo si assume il debito verso il creditore.
Qui è il creditore (accollatario) a rimanere estraneo al contratto che non richiede quindi il suo
consenso: è anzi possibile che non possa vantare alcun diritto nei confronti del terzo e si parla in tal
caso di ACCOLLO INTERNO poiché è soltanto verso il debitore accollato che il terzo obbliga.
Di norma però l'accordo si struttura come ACCOLLO ESTERNO che ha i caratteri di un contratto a
favore di terzi, in tal caso il creditore può aderire alla convenzione (cioè accetta) e potrà pretendere
il pagamento anche dal terzo; anche in tal caso il debitore originario non è automaticamente liberato
(salvo espressa volontà del creditore) e la nor ma è quindi cumulativa.
Per effetto dell'accollo il terzo subentra nella stessa posizione del debitore e potrà quindi opporre al
creditore tutte le eccezioni che avrebbe opposto il debitore originario.
Tutti questi strumenti visti cui si ricorre per far circolare le obbligazioni sono intercambiabili
Ad es : A ha un debito con C ma anche un credito con B B> A > C
A può fare:
--delegazione di pagamento (B paga C)
--delegazione di debito (delega B a promettere a C)
--stipula con B accollo (per cui B si accolla il debito di A vs C)
--cessione a C del proprio credito con B
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Come si è visto, oltre alla garanzia generica sono previste ulteriori forme di garanzie.
Un primo tipo di garanzie è costituito dalle garanzie personali prestate da terzi ad es la fideiussione
in cui un terzo garantisce il debitore con tutto il suo patrimonio ( quindi si tratta di un'ulteriore
garanzia generica simile alla garanzia generica del debitore).
Forme di garanzia specifica in senso proprio sono invece i privilegi, il pegno e l'ipoteca.
[ Presentano le seguenti caratteristiche:
1)cadono su beni determinati del debitore o di un terzo e non su tutto il patrimonio
2)occorre un titolo apposito e specifico (ad es un contratto) per la loro costituzione
3)attribuiscono un diritto ulteriore e specifico al generale ius distrahendi spettante a tutti gli altri
creditori e cioè il diritto di prelazione: i creditori muniti di garanzia specifica hanno la precedenza
rispetto agli altri ( i cd chirografari) sul ricavato della vendita dei beni.
4)attribuiscono il diritto di seguito sul bene: il diritto cioè segue il bene nei suoi successivi
trasferimenti, il che significa che il creditore può espropriarlo anche al terzo acquirente: per tale
opponibilità erga omnes queste garanzie, con l'eccezione del privilegio generale, si configurano
come diritti reali.]
IL PRIVILEGIO
Il privilegio è la prelazione che la legge accorda al creditore in considerazione della causa del
credito: ci sono cioè crediti che la legge considera + importanti e che saranno i primi ad essere
soddisfatti: quindi non si tratta di un diritto autonomo distinto dal credito e ad esso accessorio
( come pegno e ipoteca), ma un carattere del credito: o il credito è privilegiato sin dalla nascita o
non potrà + esserlo e solo la legge ha il potere di conferire questa particolare garanzia che d'altra
parte cade solo sui beni del debitore non anche su un terzo (a differenza di pegno e ipoteca).
Sono previsti due tipi di privilegi generale e speciale:
--generale cade su tutti i beni mobili del debitore: non attribuisce diritto di seguito e si riferisce a
crediti relativi a spese funebri,sanitarie e alimentari, crediti per le imposte
--speciale cade su determinati beni mobili o immobili: ha un vero e proprio carattere di realità
attribuendo oltre alla prestazione il diritto di seguito: se si tratta di immobili può farsi valere contro
gli acquirenti successivi, i creditori ipotecari ecc; se si tratta di beni mobili NON potrà farsi valere
contro chi acquista, anche successivamente,la proprietà (qui si tratta di possesso titolato per il quale
la cosa si acquista libera da diritti altrui): i crediti per fitti hanno precedenza sugli arredi, i crediti
per spese di giustizia prevalgono sugli immobili ai quali si riferiscono; se + privilegi concorrono
sullo stesso bene, l'ordine è fissato dagli art 2777 e ss; inoltre sui mobili il pegno prevale sul
privilegio speciale, mentre sugli immobili il privilegio speciale prevale sull'ipoteca.
Le altre garanzie specifiche sono il pegno e l'ipoteca
Sono cause di prelazione che attribuiscono a un creditore un vero e proprio diritto reale sul bene che
ne costituisce oggetto: si tratta di diritti su beni altrui (al pari degli altri diritti minori come la
servitù) e sono detti di garanzia in quanto attribuiscono al creditore alcuni poteri specifici a tutela
del suo credito; hanno le segg caratteristiche comuni:
--diritto di prelazione nella distribuzione del denaro ricavato dalla vendita dei beni vincolati
--diritto di seguito cioè il diritto di far espropriare il bene anche se esso sia nel frattempo passato in
proprietà di altri: il diritto segue infatti il bene (e in ciò si manifesta il suo carattere di realità), come
nel privilegio speciale;
--a differenza dei privilegi speciali che sono accordati solo dalla legge, essi sono costituiti per
volontà dei privati, per questo possono costituirsi anche dopo il sorgere del credito
--abbisognano di un titolo (contratto di pegno o ipoteca)
--mentre i privilegi cadono solo sui beni dei debitori, pegno e ipoteca possono costituirsi anche sui
beni di un terzo datore (ovviamente con il suo consenso) che risponderà del debito non con il suo
patrimonio ( come il fideiussore) ma con il bene offerto in garanzia.
Carattere comune a pegno e ipoteca è l'accessorietà: sono cioè diritti accessori al credito e pertanto
ne seguono le vicende e in particolare si estinguono in caso di estinzione del credito garantito.
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La legge difende sia l'interesse del creditore che quello del debitore:
se la cosa data in pegno o ipoteca perisce, il creditore può chiedere un'altra idonea garanzia
( compresa l'eventuale indennità assicurativa sulla cosa) oppure l'immediato pagamento del credito.
D'altra parte la legge vieta il cd PATTO COMMISSORIO e cioè il patto col quale si conviene che in
mancanza del pagamento la proprietà della cosa passi al creditore: si è voluto evitare così che il
creditore possa approfittare della condizione di debolezza del debitore per arricchirsi a suo danno
Invece è valido il patto con cui si stabilisce che la cosa passi immediatamente in proprietà del
creditore e che in caso di esatto adempimento essa torni al debitore (ALIENAZIONE IN
GARANZIA) il che sembra in contrasto col divieto di patto commissorio ma non lo è: qui si
tratterebbe infatti di atti non collegati DIRETTAMENTE all'inadempimento, cioè il debitore è
libero di valutare se gli conviene vendere al creditore (acquisire un credito vs il creditore con il
quale quindi avrebbe contemporaneamente un debito e un credito da compensare), eventualmente
con patto di riscatto o di retrovendita, oppure cedere il bene al creditore come datio in solutum.
Tutto questo, detto tra noi, è un modo di aggirare il divieto di patto commissorio.
Il PEGNO
E' un diritto reale che vincola un bene mobile del debitore a garanzia di un credito.
Il diritto attribuisce al creditore la facoltà di espropriare la cosa anche se essa sia stata alienata a
terzi (diritto di seguito) e di soddisfarsi con prelazione su di essa.
Oggetto di pegno possono essere i beni mobili, le universalità di mobili e i crediti del debitore o di
un terzo datore di pegno. Si costituisce con apposito contratto (scritto e con data certa quando il
valore del credito supera 5000 £ o l'oggetto del pegno è un credito) che ha natura di contratto reale
in quanto richiede anche la consegna della cosa al creditore o ad un terzo designato dalle parti:
occorre inoltre che la cosa resti in possesso del creditore o del terzo pena il venir meno della
garanzia. Lo spossessamento del debitore ha inoltre funzione di pubblicità se pur indiretta (perchè
non esiste un registro sul quale annotare il diritto); il consegnatario non può usare la cosa né
concedere ad altri il godimento, deve piuttosto custodirla e restituirla una volta che sia stato pagato
il debito garantito: può usare la cosa se quest'uso è necessario alla sua conservazione es un gregge
di pecore o se si tratta di cose fungibili come il denaro: ad es la cauzione versata dall'inquilino come
garanzia per le pigioni e gli eventuali danni, è denaro che passa al creditore padrone di casa ( il cd
PEGNO IRREGOLARE) che dovrà in seguito restituirlo o trattenerlo tutto o in parte per
inadempimento o danno
Se il debito garantito non viene pagato il creditore può far vendere la cosa o farsi assegnare in
pagamento la cosa, realizzando una sorta di datio in solutum.
L'IPOTECA
E' un diritto reale che vincola un bene immobile a garanzia di un credito: essa attribuisce al
creditore ipotecario il diritto di espropriare il bene anche in confronto del terzo acquirente (diritto di
seguito) e di soddisfarsi con prelazione sul ricavato della vendita forzata.
Oggetto di ipoteca sono i beni immobili, i mobili registrati, i diritti reali di godimento sugli stessi e
le rendite dello stato e si estende ai miglioramenti e alle accessioni.
Caratteri dell'ipoteca sono la specialità e l'indivisibilità, cioè può costituirsi solo su beni
specialmente indicati e per una somma determinata: non sono quindi ammesse ipoteche generali.
E' inoltre indivisibile perchè sussiste per intero sopra tutti i beni vincolati, cioè se pago l'ipoteca
solo in parte essa continua a gravare su tutti i beni vincolati.
Per costituire l'ipoteca occorrono 2 elementi:
--il titolo che autorizzi il creditore perchè trattandosi di una garanzia specifica non basta la semplice
esistenza del credito
--l'iscrizione nei pubblici registri che è una forma di pubblicità costitutiva senza la quale l'ipoteca
non può sorgere
Fonti del diritto di iscrivere ipoteca sono la legge, la sentenza del giudice, la volontà provata, per
cui avremo un'ipoteca legale, giudiziale e volontaria.
L'IPOTECA LEGALE nasce grazie alla legge che attribuisce tale diritto a:
--chi ha venduto un immobile o mobile registrato a garanzia del pagamento
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--coeredi, soci e altri condividenti a garanzia del pagamento dei conguagli in denaro che gli spettano
possono accendere ipoteca sugli immobili dell'eredità;
--lo stato sui beni di un imputato a pagamento delle spese processuali e delle pene pecuniarie.
E' iscritta d'ufficio al momento della trascrizione dell'atto di acquisto o di divisione e prevale sulle
trascrizioni e iscrizioni già eseguite contro l'acquirente.
L'IPOTECA GIUDIZIALE trova titolo in sentenza o altro provvedimento che condanni il debitore
al pagamento di una somma di denaro o all'adempimento di un'altra obbligazione: presentando
questo provvedimento, il creditore può ottenere iscrizione di ipoteca sul pubblico registro.
L'IPOTECA VOLONTARIA nasce da un contratto o da dichiarazione unilaterale, redatti per atto
pubblico o scrittura privata autenticata, può gravare sia su beni del debitore, sia sui beni di un terzo
che lo consenta, sia su una vendita futura di un bene ( ma qui l'iscrizione potrà avvenire solo al
momento in cui si concretizzerà la vendita)
Come detto,la pubblicità ipotecaria ha funzione costitutiva, l'ipoteca non nasce se non quando è
iscritta: l'iscrizione viene effettuata sui pubblici registri del luogo dove si trova il bene e secondo la
natura del bene ( ci sono il registro immobiliare, il registro automobilistico, il registro navale ecc)
e occorre presentare il titolo (contratto o sentenza) e un'apposita nota
Su uno stesso bene sono possibili+ ipoteche successive per crediti diversi e a ciascuna di esse
viene assegnato un numero o grado dell'ipoteca in base al quale si determina la precedenza in ordine
alla soddisfazione del credito: i creditori però possono effettuare uno scambio di grado dell'ipoteca;
l'iscrizione ipotecaria conserva la sua efficacia per 20 anni dopo di che si estingue a meno che il
creditore non proceda tempestivamente alla sua rinnovazione; decorsi i 20 anni si può procedere a
una nuova iscrizione che ovviamente si metterà in coda dietro le altre che le sono anteriori.
Il creditore può far valere il diritto di ipoteca anche nei confronti di un terzo che ha semplicemente
acquistato un bene già gravato di ipoteca e che quindi non c'entra per niente nel debito;
il terzo acquirente, se vuole evitare che il bene gli venga espropriato, ha tre possibilità:
--pagare egli stesso i creditori ipotecari surrogandosi così nel credito pagato
--effettuare il rilascio dei beni ipotecati con apposita dichiarazione al tribunale che nomina un
amministratore nei cui confronti avverrà l'espropriazione (in sostanza l'esproprio avviene lo stesso
ma l'onore del terzo è salvo perchè l'esproprio è fatto contro l'amministratore)
--effettuare la PURGAZIONE DELLE IPOTECHE cioè liberare i beni tramite un apposito
procedimento e l'offerta d una somma di denaro a tacitazione dei crediti garantiti.
Invece il terzo datore di ipoteca (chi ipoteca un bene proprio a favore di un altro) risponde solo per
il bene ipotecato, non può avvalersi delle facoltà di cui gode il terzo acquirente, nemmeno del
beneficium excussionis (vedi fideiussione): può solo pagare i creditori per evitare l'espropriazione.
Riguardo l'estinzione delle ipoteche bisogna distinguere:
Alcune cause di estinzione incidono sul titolo e perciò travolgono anche l'iscrizione che pur essendo
elemento costitutivo ha solo funzione strumentale: così il pagamento del credito, il perimento della
cosa,la rinuncia all'ipoteca, fanno venir meno il titolo e si può chiedere allora la cancellazione.
Altre cause incidono direttamente sull'iscrizione e perciò fanno venir meno il diritto, ma non
escludono che l'ipoteca si possa nuovamente iscrivere: es l'estinzione si verifica per il decorso del
termine di 20 anni dall'iscrizione salvo restando la possibile ipotesi di rinnovazione.
NOTA: il pegno, con lo spossessamento, esclude il debitore dalla gestione dei suoi beni e ciò
rappresenta uno svantaggio per il debitore-imprenditore ad es nel caso di materie prime o
semilavorati che avrebbero bisogno di completare il loro ciclo di produzione. Per tale motivo la
legge prevede il pegno rotativo e il pegno fluttuante ( pegni anomali).
Il pegno rotativo era originariamente previsto nel caso in cui l'oggetto del pegno siano i prosciutti
doc: il debitore può mantenere il possesso dei suoi prosciutti per consentirne la produzione e la
successiva vendita sostituendoli nel pegno con altri di analogo valore; il pegno fluttuante riguarda
gli strumenti finanziari (ad es azioni): il pegno riguarda tutti i titoli del debitore: esso consente al
debitore di sostituire i singoli titoli con altri di pari valore in modo da potere negoziare i titoli
“liberati”evitando le perdite dovute alla loro immobilizzazione.
E' dubbio che i 2 istituti possano estendersi ad altri casi.
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Il divieto di patto commissorio è stato abolito per alcuni contratti di pegno detti di garanzia
finanziaria, quando siano stipulati con banche o altri operatori professionali.
A parte questi casi, oggi viene considerato lecito il cd patto marciano con il quale si conviene che il
bene passerà al creditore nel caso di inadempimento ma previa stima del suo valore da parte di un
terzo con diritto del debitore a ricevere l'eventuale eccedenza di valore rispetto al credito garantito.
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Costituiscono fonti di obbligazione i fatti illeciti cioè fatti e atti che cagionano un danno ad altri e
quindi sono vietati dalla legge. Sono fonti di obbligazione RISARCITORIA, cioè obbligano a
risarcire, a riparare il danno cagionato ad altri; l'istituto si chiama responsabilità extracontrattuale e
la qualifica di extracontrattuale sottolinea che la responsabilità nasce al di fuori di uno specifico
rapporto obbligatorio tra le parti.
Tale responsabilità, disciplinata dal diritto privato, si qualifica come “civile” per contrapporla a
quella penale che deriva da fatti costituenti reato per i quali è prevista una sanzione detta pena ( es
reclusione): mentre l'illecito penale è TIPICO, cioè si può essere condannati solo se il fatto è
espressamente previsto dalla legge come reato, l'illecito civile è ATIPICO, cioè non è necessario che
la legge preveda questo o quel comportamento, basta che sia violato un interesse tutelato dalla
legge: art 2043 “qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga
colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”. Viene chiamata anche responsabilità aquiliana
dalla legge romana da cui deriva.
I requisiti della responsabilità sono:
1)—IL FATTO: può essere un fatto giuridico in senso stretto (crollo di un edificio) o un atto
giuridico: la legge parla di “qualunque atto” quindi saranno rilevanti sia fatti commissivi che fatti
omissivi (una mancata azione, es un casellante che non chiude il passaggio a livello).
2)---IL DANNO: consiste nella lesione di un interesse tutelato dalla legge: il danno si dice
patrimoniale quando riguarda un bene economico, non patrimoniale quando riguarda un bene della
persona: l'onore, l'integrità psicofisica ecc.
Le ipotesi di risarcibilità di danno non patrimoniale sono aumentate notevolmente rispetto al
passato sia per espressa previsione testuale (cioè per nuove leggi) sia per via interpretativa (cioè
interpretazione estensiva di leggi esistenti).
Tra i casi previsti dalla legge va menzionata la risarcibilità del danno derivante da lesione dell'onore
come pure il danno derivante dalla violazione delle norme relative alla privacy, alla pari
opportunità, alla discriminazione sul lavoro per motivi razziali, etnici o religiosi.
In via interpretativa è ammesso risarcimento per la lesione dei diritti fondamentali della persona e in
particolare quelli costituzionalmente garantiti: valga per tutti il danno derivante dalla
compromissione del rapporto parentale conseguente alla uccisione di un figlio.
E' inoltre ormai consolidata la risarcibilità del danno non patrimoniale alla persona, sia il danno
biologico inteso come lesione dell'integrità psicofisica sia il danno morale inteso come dolore e
sofferenza.
3)---L'INGIUSTIZIA DEL DANNO: il danno deve essere ingiusto, deve cioè ledere un diritto o un
interesse protetto dalla legge (se apre un negozio accanto al mio, ricevo un danno perchè parte dei
miei clienti mi lascia, ma non posso chiedere risarcimento,non ho il diritto all'esclusiva della
clientela). L'impostazione tradizionale individuava il carattere dell'ingiustizia solo nella violazione
di un diritto assoluto (reale o della personalità) ma oggi si parla di ingiustizia anche nel caso di
lesione di un semplice interesse tutelato o di un diritto di credito
Quanto ai diritti di credito, la lesione deve provenire da terzi i quali rendano impossibile
l'adempimento o la prestazione del debitore: così avviene se il fatto illecito del terzo comporta la
morte del debitore di una prestazione personale e insostituibile: un padre di famiglia viene ucciso e i
figli hanno diritto a risarcimento perchè il padre non può + adempiere al debito che ha con loro di
mantenerli (cd TUTELA ESTERNA del credito).
4)---il NESSO DI CAUSALITA': deve esistere un nesso di causalità tra il fatto e l'evento dannoso:
si rilevano solo i danni che siano conseguenza immediata e diretta dell'illecito: va evidenziato che
se + persone hanno concorso a cagionare il danno, sono tutte obbligate al risarcimento con vincolo
di solidarietà, anche se diverso è stato il loro ruolo.
5)---IL DOLO E LA COLPA: si ha dolo quando l'evento è voluto come conseguenza dell'azione
dell'agente, si ha colpa quando vi sia negligenza e imprudenza cioè inosservanza di leggi e
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La legge dedica una disciplina specifica ad alcuni fatti idonei a generare obbligazioni che sono
raggruppati in appositi titoli del libro 4° del cc artt 2028-2042 e che sono comunemente detti
“obbligazioni nascenti dalla legge”.
A questa definizione si obietta che non è la legge la “fonte” di queste obbligazioni perchè a monte ci
sono i fatti che determinano l'instaurarsi dell'obbligazione: se è vero che la legge impone ai genitori
il mantenimento dei figli è pur vero che a monte c'è il fatto di averli generati.
Piuttosto il dato che accomuna questo tipo di obbligazioni è che sono atti o fatti giuridici in senso
stretto;esse sono la gestione di affari altrui, il pagamento dell'indebito e l'arricchimento senza causa.
GESTIONE DEGLI AFFARI ALTRUI : qui la legge considera l'ipotesi in cui un soggetto gestisce
un affare altrui senza essere obbligato; nessuno può vincolare giuridicamente altre persone ma si
consideri ad es il caso in cui l'interessato non può provvedere perchè ammalato o all'estero: allora si
prevede che se qualcuno assume spontaneamente la gestione di un affare altrui sarà innanzitutto
obbligato a continuarla fino a quando l'interessato non è in grado di provvedere da sé: il gestore è
inoltre tenuto ad operare prestando la diligenza del buon padre di famiglia. L'interessato dovrà
rimborsare le spese necessarie che il gestore abbia assunto in suo nome e non importa il risultato
finale che potrebbe anche essere negativo, importa che all'inizio l'azione del gestore si presentasse
vantaggiosa o necessaria.
Questo istituto non si applica per quegli atti di gestione compiuti contro l'espresso divieto
dell'interessato, purchè tale divieto non si presenti contrario alla legge, all'ordine pubblico o al buon
costume: posso dare da mangiare a un cane abbandonato alla catena, anche contro il divieto del
padrone.
PAGAMENTO DELL'INDEBITO: si ha quando una persona esegue una prestazione non dovuta
detta appunto indebita: ciò può verificarsi per diversi motivi: contratto nullo o annullato o risolto
oppure un debito già estinto; la legge considera il pagamento dell'indebito come fonte di
obbligazione del ricevente che infatti ha l'obbligo di restituire quanto indebitamente ricevuto mentre
chi ha pagato ha diritto a riavere (ri-petere) la prestazione eseguita (cd ripetizione dell'indebito).
Esistono 2 ipotesi:
EX RE= INDEBITO OGGETTIVO quando la prestazione non è dovuta da nessuno: L'accipiens
( cioè il ricevente) riceve quindi un pagamento oggettivamente non dovuto e non giustificato
(perchè il contratto è nullo, perchè il pagamento è già stato fatto ecc): chi ha pagato avrà diritto alla
restituzione e anche ai frutti e interessi a partire dal giorno del pagamento se chi lo ha ricevuto è in
malafede, dal giorno della domanda se in buona fede.
EX PERSONA=INDEBITO SOGGETTIVO quando la prestazione non tocca a chi effettivamente
ha pagato ma toccava a una terza persona es pago per errore una bolletta del vicino; qui chi ha
pagato ha diritto alla restituzione solo se il pagamento è avvenuto per errore scusabile; se non c'è er
rore vuol dire che si voleva pagare e si ha l'ipotesi di adempimento del terzo.
La ripetizione non è ammessa:
--nelle OBBLIGAZIONI NATURALI: si tratta di quegli obblighi che nascono nell'ambito dei
doveri morali e sociali es pagare i debiti di gioco; essi non danno luogo a vere e proprie
obbligazioni vincolanti; se vengono spontaneamente adempiute non si può agire per ottenerne la
restituzione a meno che la prestazione non sia stata eseguita da un incapace in quanto è un atto
negoziale che richiede la capacità di agire.
--nei CONTRATTI CONTRARI AL BUON COSTUME: questi contratti sono nulli, nessun
adempimento è dovuto e le prestazioni già eseguite si devono restituire ma non è ammessa azione di
ripetizione da parte di chi sia partecipe dell'immoralità; se l'immoralità è bilaterale nessuno è
ammesso alla ripetizione; se l'immoralità è solo di una parte sarà questa a non poter chiedere la
restituzione: es se un funzionario pubblico costringe un privato a pagargli una somma per il disbrigo
di un documento, immorale è il funzionario non il privato che quindi può richiedere la restituzione
della somma.
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Il MUTUO è un contratto col quale una parte ( mutuante) consegna all'altra ( mutuatario) una
determinata quantità di denaro e quest'ultima si obbliga a restituire altrettante cose della stessa
specie e qualità.
Funzione del mutuo è quella di mettere una somma di denaro a disposizione di un soggetto che ne
acquista la piena disponibilità e può farne l'uso che crede: gli impieghi sono perciò irrilevanti anche
se recenti disposizioni hanno reso rilevante in alcuni casi la destinazione della somma, destinazione
che il mutuatario è tenuto a rispettare: sono i cd mutui di scopo.
Il mutuo è un contratto reale, si perfeziona solo con la consegna della cosa mutuata.
Oggetto del contratto possono essere anche cose diverse dal denaro purchè fungibili e consumabili
se no si rientra rispettivamente nella locazione e nel comodato.
Il mutuo si presume oneroso salvo diversa volontà delle parti , cioè il mutuatario deve corrispondere
gli interessi al mutuante che saranno dovuti nella misura legale se le parti non hanno pattuito un
tasso superiore ; il termine di restituzione è fissato dai contraenti e la sua osservanza assume
ordinariamente rilievo essenziale tanto che l'inadempimento di una sola rata consente di richiedere
l'immediata restituzione dell'intero capitale.
LA FIDEIUSSIONE (art 1936) è il contratto con il quale una parte, detta fideiussore, garantisce
l'adempimento di un'obbligazione altrui obbligandosi personalmente verso il creditore.
Costituisce una forma di garanzia personale del credito che impegna tutto il patrimonio del garante
ma senza vincoli specifici su questo o quel bene, a differenza delle garanzie reali che vincolano beni
specifici e determinati.
Funzione della fideiussione è la garanzia del debito altrui e da ciò deriva la caratteristica della
figura: l'accessorietà rispetto al debito garantito (cd DIPENDENZA FUNZIONALE) : la
fideiussione infatti non è valida se non è valida l'obbligazione principale e inoltre non può eccedere
quanto è dovuto dal debitore né essere prestata a condizioni + onerose.
Il fideiussore può opporre al creditore tutte le eccezioni che spettano al debitore principale, tuttavia
solitamente, specie nelle fideiussioni prestate a favore di una banca,si usa la clausola SOLVE ET
REPETE per effetto della quale il fideiussore non potrà sollevare eccezioni se non dopo l'integrale
pagamento del debito.
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I soggetti della fideiussione sono dunque 3, tuttavia il contratto è tra fideiussore e creditore e non si
chiede l'adesione del debitore garantito né che egli ne sia a conoscenza, invece la dichiarazione di
fideiussore deve essere espressa non bastando una manifestazione tacita di volontà.
Per effetto del contratto il fideiussore diviene obbligato in solido col debitore principale e il
creditore potrà rivolgersi indifferentemente a uno dei due per riavere l'intero
Il fideiussore può servirsi di due benefici:
---il beneficio di escussione che gli consente di chiedere,nel caso il debitore sia stato insolvente, la
preventiva esecuzione dei beni del debitore principale indicando i beni da sottoporre a esecuzione e
l'azione esecutiva si configura quindi come un onere per il creditore (in sostanza il fideiussore che
deve pagare al posto del debitore, prima di pagare, può chiedere l'esecuzione sui beni del debitore)
---il beneficio della divisione che, nel caso ove esistano + fideiussori, limita la responsabilità di
ciascuno dei fideiussori alla quota del debito assunta da ciascuno.
Il fideiussore che ha pagato il debito è surrogato nei diritti che il creditore aveva verso il debitore e
può così agire in regresso contro di lui (debitore)per ottenere il rimborso di capitale interessi e spese
E' ammessa anche la fideiussione omnibus e cioè prestata per tutti i debiti che un soggetto ha o
potrà assumere in futuro verso un creditore, di solito una banca; la figura però si presta ad abusi
proprio per questa incertezza sull'importo: la legge ha stabilito dunque che è valida la fideiussione
prestata per un'obbligazione futura se in essa è indicato l'importo massimo garantito e inoltre il
fideiussore è liberato se il creditore ha fatto credito al soggetto garantito dopo il sensibile
peggioramento delle sue condizioni patrimoniali.
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Le singole fonti di obbligazione sono ( art 1173) “ il contratto, il fatto illecito e qualunque atto o
fatto idoneo a produrle”.
Il libro IV regola i contratti e + precisamente il titolo II i contratti in generale e il titolo III i singoli
contratti (vendita, locazione ecc)
Il contratto secondo l'art 1321 è l'accordo di due o + parti per costituire, regolare o estinguere tra
loro un rapporto giuridico patrimoniale, con i relativi diritti e obblighi (obbligazioni): esso
costituisce lo strumento principale con cui si attua il trasferimento della proprietà e degli altri diritti
reali sui beni.
Il termine contratto viene usato sia per indicare l'atto vero e proprio sia per indicare il rapporto cioè
gli effetti che da esso derivano ad es i doveri di mutua assistenza per i coniugi derivano dall'atto di
matrimonio, se questo manca tali doveri non sorgeranno.
L'accordo deriva dalla libera volontà delle parti per cui si configura come negozio.
Principio fondamentale è l' AUTONOMIA CONTRATTUALE che stabilisce:
1)la facoltà di concludere o no un contratto e di scegliere liberamente la controparte(cd libertà
contrattuale in senso negativo)
2)la facoltà di determinare liberamente il contenuto del contratto entro i limiti imposti dalla legge
cd libertà contrattuale in senso positivo; ciò significa che le parti possono derogare dalle
disposizioni di legge ma solo se si tratta di norme derogabili: ad es un venditore deve garantire la
cosa venduta immune da vizi ma , poiché si tratta di una norma derogabile, ci si può accordare per
escludere questa garanzia ma se il venditore in malafede ha taciuto al compratore i vizi della cosa,
la legge interviene annullando il patto.
3)la facoltà di redigere contratti cd innominati o atipici che cioè non trovano rispondenza con i tipi
stabiliti dalla legge (ad es il leasing)
A proposito del punto 1 bisogna però rilevare che ci sono delle limitazioni:
--esiste un obbligo legale di contrarre in alcuni casi particolari ad es le assunzioni obbligatorie di
categorie protette, come gli invalidi;
--la libera scelta della controparte non si può basare su criteri di discriminazione razziale,
etnica,religiosa, sul sesso, sulla disabilità della persona (obbligo di non discriminare): non è
consentito rifiutare un contratto di lavoro o un contratto di locazione (o anche aumentare il prezzo
della locazione) in base a queste discriminazioni: ove ciò accada, il giudice può ordinare la
cessazione del comportamento discriminativo ed eventualmente il risarcimento del danno anche non
patrimoniale.
A questo punto facciamo una digressione: il trasferimento di proprietà può essere effettuato anche
con un ATTO UNILATERALE ad es una donazione o una promessa di vendita ecc: la legge però
diffida degli atti unilaterali sia perchè verrebbe meno il principio secondo cui il singolo non può
entrare nella sfera giuridica altrui, sia perchè verrebbe ad alterarsi la disciplina dei contratti che si
fonda sul cd SINALLAGMA cioè sullo scambio delle prestazioni : io ti vendo una cosa, tu mi dai
denaro cioè un'altra cosa. Per questo motivo gli atti unilaterali sono limitati dalla legge nel numero
(cd numero chiuso degli atti unilaterali) e accuratamente disciplinati da specifiche norme che
stabiliscono sia il tipo che gli effetti (cd tipicità degli atti unilaterali).
I contratti sono variamente CLASSIFICATI:
--si dicono bilaterali quando intervengono due parti con interessi contrapposti: sono i contratti di
scambio es vendite;
--plurilaterali quando intervengono + parti con interessi NON contrapposti come i contratti di
società in cui le diverse parti hanno un interesse o uno scopo comune.
--onerosi in cui una parte affronta un sacrificio l'altra offre una prestazione es vendita
--gratuiti in cui c'è solo il sacrificio di una parte es donazione
--aleatori in cui una prestazione dipende da un evento casuale es l'assicurazione
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Prima che il contratto venga stipulato c'è la fase delle trattative in cui le parti tentano di raggiungere
un'intesa: sebbene in tale fase le parti non hanno alcun obbligo tra loro, ciò non vuol dire che
possano comportarsi come vogliono: l'art 1337 cc stabilisce infatti che esse devono comportarsi
secondo buona fede che in questo caso significa correttezza.
Violazione della correttezza è la rottura ingiustificata delle trattative, l'intraprendere una trattativa
sapendo di non avere mezzi sufficienti, tacere alla controparte che esiste qualche causa di invalidità
del contratto ecc.
La correttezza è una obbligazione che comporta una RESPONSABILITA' PRECONTRATTUALE,
quindi non adempierla comporta l'obbligo di risarcire il danno emergente e il lucro cessante come
avviene nella disciplina dei contratti: solo che nel nostro caso il contratto non c'è (perchè non è
ancora stato firmato) e quindi il danno emergente consiste nelle spese fatte inutilmente ad es
consulenze, redazione di progetti, viaggi; il lucro cessante è costituito dal guadagno che avrei
realizzato impegnandomi in un altro affare invece di perdere tempo con questa contrattazione
inutile (cd interesse negativo).
Una volta concluse le trattative con esito positivo, non è detto che si debba stipulare subito il
contratto; per varie ragioni la stipula può essere rinviata a tempi successivi: ma se voglio essere
sicuro che poi il contratto venga stipulato alle condizioni già stabilite, posso richiedere la
sottoscrizione di vincoli particolari detti RAPPORTI GIURIDICI PREPARATORI come prelazione,
contratto preliminare ecc., che bloccano l'affare, fissando subito il suo contenuto e rinviano la
stipula del contratto vero e proprio.
Il CONTRATTO PRELIMINARE è un contratto come gli altri che si caratterizza però per l'oggetto
che è l'obbligo di stipulare un successivo contratto: è molto diffuso nel campo immobiliare dove
viene comunemente chiamato compromesso (e si può trascrivere): perchè sia valido è necessario
che il preliminare abbia stessa forma e sostanza del contratto definitivo con indicazione
dell'oggetto, prezzo ecc.
Le parti sono obbligate a concludere il contratto definitivo, non possono rifiutarsi se sono pentite
dell'affare: esse possono sciogliersi solo per una giusta causa (ad es se si scopre che la casa è stata
costruita abusivamente): in caso di rifiuto di una delle parti, il giudice emanerà una sentenza che
produrrà gli stessi effetti del contratto non concluso (esecuzione in forma specifica), come ad es una
traslazione della proprietà, tenendo anche conto della trascrizione
Secondo le slides della Cavallaro sarebbe anche possibile la risoluzione del contratto+ risarcimento
Il contratto preliminare può vincolare anche una sola delle parti (preliminare unilaterale).
La PRELAZIONE non comporta nessun obbligo di contrarre ma quello di preferire un certo
contraente: il soggetto obbligato cioè, non è tenuto a stipulare il contratto ma se deciderà di farlo,
dovrà attribuire la preferenza al prelazionario e ove questi rifiuti, sarà libero di vendere ad altri;
la prelazione può derivare da un accordo delle parti, cd PATTO DI PRELAZIONE e in caso di
violazione si può richiedere solo il risarcimento; oppure dalla legge ,cd PRELAZIONE LEGALE,
che ad es prevede per i coeredi il diritto di prelazione ove uno di essi voglia alienare la sua quota
oppure per i fondi rustici il diritto di prelazione del vicino, se coltivatore diretto: in questi casi, se la
prelazione non viene rispettata e il bene viene venduto ad altri, si potrà ottenere il retratto del bene
cioè il trasferimento del bene coattivo al prelazionario con risoluzione della vendita precedente.
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Il contratto, perchè sia valido, deve presentare dei requisiti determinati dalla legge ( art 1325);
questi requisiti vengono distinti in:
--requisiti ESSENZIALI, la cui mancanza ne determina la invalidità (il contratto non è in grado di
produrre gli effetti giuridici voluti): accordo delle parti, causa, oggetto, forma
--requisiti ACCIDENTALI che possono essere inseriti o no nel contratto secondo l'intesa delle parti,
senza che abbia a soffrirne la validità del contratto stesso che cmq ne è condizionato ( ad es se
faccio una donazione a una persona posso porre come condizione che consegua una laurea o superi
un certo esame ecc): essi sono: condizione, termine, modo o onere .
NOTA 1 Bisogna innanzitutto chiarire chi siano le parti: sarebbe facile dire infatti che le parti
sono quelle che “fanno” il contratto: ad es si pensi a un contratto stipulato non dal diretto interessato
ma da un suo rappresentante: in tal caso il rappresentante stipula il contratto ma gli effetti del
contratto (cioè diritti e obblighi da esso derivanti) cadranno sul diretto interessato: occorre dunque
distinguere la PARTE IN SENSO FORMALE (quella che “forma” il contratto) e PARTE IN
SENSO SOSTANZIALE (quella su cui si producono gli effetti)
Si noti che la parte formale deve avere capacità di agire, mentre la parte sostanziale può anche non
averla ma deve cmq possedere la capacità giuridica, ad es un minore (che ha capacità giuridica ma
non capacità di agire) può essere parte sostanziale ( può ricevere una donazione) ma non formale
(non può effettuare la dichiarazione di accettazione della donazione, che verrà fatta dai genitori).
NOTA 2 Non si faccia l'errore di dire che un contratto bilaterale è quello tra due persone: quello
che importa è che ci siano due “centri di interesse”: un contratto di vendita tra + venditori e +
compratori è considerato bilaterale perchè ci sono 2 centri di interesse, uno di chi vende, l'altro di
chi compra; plurilaterali sono solo i contratti di società nei quali i centri di interesse sono tanti
quanti sono i soci.
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l'accettazione, senza che ciò comporti responsabilità salvo che il proponente ad es confidando
in buona fede sull'accettazione della controparte, abbia iniziato i lavori senza aspettare
l'accettazione; revoca si ha anche per morte o sopravvenuta incapacità di una delle parti.
In alcuni casi però la revoca non è ammessa (proposta irrevocabile):
--quando il proponente con atto unilaterale, si obbliga a mantenere, cioè a non ritirare la sua
proposta per un certo periodo di tempo per dar modo all'oblato di decidere con calma
--oppure quando sono le due parti a decidere in tal senso con un contratto di opzione con il quale
l'opzionario acquista il diritto potestativo di chiudere il contratto con una dichiarazione unilaterale
di accettazione
Il contratto di opzione assomiglia al preliminare unilaterale in quanto si ha un vincolo per una sola
delle parti (il proponente nel caso della proposta; colui che promette la vendita, nel caso del
preliminare); la differenza è che
--nella proposta irrevocabile il contratto si chiude con UNA dichiarazione di volontà da parte di chi
accetta, mentre nel preliminare ne occorrono DUE
--nel preliminare il promittente ha l'obbligo di eseguire con diligenza tutto ciò che occorre per
potere poi stipulare il contratto (preparare i documenti ecc) e se non lo fa incorre nella
responsabilità contrattuale; nella proposta irrevocabile questo obbligo non c'è e cmq una eventuale
responsabilità sarebbe di tipo precontrattuale
--in caso di inadempimento del preliminare il giudice emetterà una sentenza costitutiva del contratto
( cioè il contratto sarà forzosamente fatto); in caso di inadempimento dell'opzione il giudice
emetterà una sentenza dichiarativa che accerti che il contratto si è già concluso per effetto
dell'accettazione..
Un tipo particolare di proposta contrattuale è l'OFFERTA AL PUBBLICO, cioè l'offerta rivolta a
una pluralità di persone: essa equivale a una proposta contrattuale se contiene gli elementi essenziali
del contratto come un vestito in vetrina con il cartellino del prezzo: si entra, si accetta la proposta, si
paga, il contratto è concluso: non essendo recettizia (perchè il destinatario non si conosce) diventa
efficace non appena è resa pubblica ( quando il vestito è messo un vetrina) e il commerciante può
revocarla quando vuole, ritirando il vestito dalla vetrina.
I CONTRATTI PLURILATERALI APERTI O DI ADESIONE (ad es contratti di società e di
associazioni) sono contratti già conclusi ma aperti all'adesione di altri soggetti, adesione che viene
indirizzata ai contraenti originari oppure ad un organo apposito, con ciò concludendo il contratto in
quanto l'adesione equivale all'accettazione; ma in alcuni casi viene richiesta l'approvazione e in tal
caso l'adesione non è + un'accettazione ma una proposta e sarà l'organo ad accettarla o meno.
--2)INIZIO DELL'ESECUZIONE: nelle vendite su catalogo siamo fuori dallo schema generale
proposta-accettazione: innanzitutto la legge non parla di proposta ma di “invito all'acquisto” ;in
secondo luogo non c'è comunicazione di accettazione da parte del compratore il quale ordina
direttamente (si potrebbe dire che ordine e accettazione coincidono); e infine il contratto si chiude al
momento in cui faccio l'ordine-accettazione cioè prima che il proponente abbia notizia dell'ordine
(manca dunque il carattere recettizio).
--3)CONTRATTI CON OBBLIGAZIONI DEL SOLO PROPONENTE
L'esempio è la fideiussione con cui un soggetto garantisce il pagamento di un debito di un altro :
anche qui siamo di fronte a un contratto che non ha bisogno di una espressa accettazione da parte
dell'oblato il quale può rifiutare la proposta ma la mancanza di questo rifiuto equivale ad
accettazione: si tratta quindi di “silenzio circostanziato” ossia di silenzio al quale la legge attribuisce
il valore di assenso in considerazione che dal contratto derivano all'oblato solo vantaggi.
--4)CONTRATTI REALI: sono quelli in cui, oltre al consenso delle parti, occorre la TRADITIO, la
consegna della cosa (res, da cui il nome), ad es il comodato o il mutuo: fino a quando non avviene
la consegna il contratto non si considera concluso.
--5)CONTRATTI STANDARD sono quelli in cui la contrattazione non esiste: si prenda ad es. un
contratto di fornitura di energia elettrica: al cliente l'azienda presenta un modulo prestampato da
accettare o rifiutare: il fatto che le condizioni sono poste da una sola delle parti, comporta una serie
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di problemi:
--il cliente,che spesso firma senza leggere, deve essere a conoscenza delle condizioni generali di
contratto, o almeno deve avere la possibilità di conoscerle (la legge parla di conoscenza astratta nel
senso che è sufficiente che vengano messe a disposizione del cliente, che poi questi li legga o no
sono affari suoi) e inoltre queste condizioni generali devono essere chiare e non ambigue ( in caso
di ambiguità verranno interpretate sempre a favore del cliente)
--poichè il contratto è unilaterale, riguardo il contenuto ci possono essere le cd clausole
VESSATORIE, clausole cioè che vanno o a sfavore del cliente ( decadenze, restrizioni alla libertà
contrattuale vs terzi, tacite proroghe, clausole compromissorie che affidano a privati la soluzione di
future liti ecc) o a favore di chi ha predisposto il contratto (facoltà di recedere dal contratto,
limitazioni di responsabilità): l'art 1341 prescrive che tali clausole se esistono devono essere
sottoscritte separatamente dal contratto: chiaramente questa tutela del consumatore è insufficiente,
perchè di fatto il cliente non può rifiutare queste clausole.
Tuttavia la legge, che fino a qualche tempo fa non faceva distinzione tra contratti tra privati o tra
società o tra industria e consumatore, si è resa conto che spesso una delle parti contraenti è in
condizioni di inferiorità nei confronti dell'altra ad es il consumatore o il piccolo industriale che
fornisce pezzi a una grande industria, e ha evidenziato un nuovo principio, quello del divieto di
abuso di potere contrattuale a carico del contraente che si trovi in posizione di forza:
A)Per i contratti tra imprenditori, la legge 192 del 1998 ha introdotto la tutela dell'imprenditore
debole ossia del subfornitore che fornisce ad altra impresa prodotti e servizi: è chiara qui la
dipendenza economica del subfornitore che non può vendere a nessun altro il suo prodotto per cui
potrebbe essere soggetto ad abusi da parte dell'industria maggiore: la legge quindi richiede la forma
scritta del contratto, garanzie di pagamento, nullità di clausole vessatorie ecc; ma più in generale la
legge si occupa di intese anticoncorrenziali, di pubblicità ingannevole ecc.
B)Più numerosi sono gli interventi legislativi a difesa del consumatore, tanto che sono stati
racchiusi nel cd codice del consumo (2005) che detta regole specifiche su singoli aspetti del
contratto ma anche alcuni principi generali di correttezza,trasparenza, equità:
---sono stati sanciti i DIRITTI FONDAMENTALI DEL CONSUMATORE: alla salute, alla
sicurezza e qualità dei prodotti, a una informazione appropriata ( indicazioni sulla composizione,
sulla presenza di sostanze nocive) divieto di pubblicità ingannevole o scorretta (vietata la pubblicità
subliminale)
---Sono stati conferiti poteri istruttori, inibitori e sanzionatori all'AUTORITA' GARANTE DELLA
CONCORRENZA E DEL MERCATO.
---Le ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI sono state legittimate ad agire a tutela degli interessi
collettivi dei consumatori, potendo chiedere al giudice di inibire atti e comportamenti lesivi e di
adottare misure idonee a correggere gli effetti dannosi e infine di esercitare azioni collettive
risarcitorie nei confronti di chi ha leso i diritti di una pluralità di consumatori
Particolare attenzione è rivolta ai RAPPORTI TRA CONSUMATORE E PROFESSIONISTA:
consumatore è chi agisce per scopi estranei alla propria attività imprenditoriale o professionale;
professionista è chi agisce nell'esercizio delle proprie attività imprenditoriali o professionali;
per questi rapporti la legge sancisce la nullità di alcune clausole contrattuali a prescindere dalla
eventuale e specifica sottoscrizione, le già ricordate clausole vessatorie che determinano un
significativo squilibrio di diritti e obblighi a sfavore del consumatore e sulle quali deciderà il
giudice caso per caso: la nullità è relativa cioè si limita alle clausole vessatorie mentre il contratto
rimane valido per il resto. L'art 33 cod cons considera vessatorie le clausole:
--che escludono o limitano la responsabilità del professionista in caso di morte o danno del cliente
–che escludono o limitano diritti del consumatore in relazione a disdetta, recesso ecc
--che impongono penali eccessive o modifiche unilaterali del contratto senza giusti motivi.
Deroghe sono previste per contratti di prestazioni di servizi finanziari e per le clausole che sono
state oggetto di trattative tra cliente e professionista perchè in tal caso verrebbe a mancare la
predisposizione unilaterale del contratto.
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vendita a terzi sarà valida. Tuttavia la legge prevede che la retroattività possa essere esclusa dalla
volontà delle parti o dalla natura del rapporto (ad es nei contratti di lavoro continuato lascia ferme le
prestazioni già eseguite).
IL TERMINE
Stabilisce l'inizio o la fine degli effetti del contratto, o cmq la durata del rapporto.
Caratteristica del termine è di essere stabilito in relazione ad un evento futuro e certo e può
consistere in una data prefissata (cd termine determinato) o in un qualsiasi altro accadimento purchè
certo (cd termine indeterminato): si suole dire che il termine è “certo se” e” certo o incerto quando”,
cioè il termine è certo ma il quando può essere certo (es il1°maggio) o incerto (il giorno delle
prossime elezioni).
Come la condizione anche il termine ha la funzione di adeguare gli effetti del contratto agli specifici
interessi delle parti , anche qui ci sono atti legittimi cioè che non ammettono termine (es
matrimonio), termine potestativo (affidato alla scelta di una delle parti), ma non ha effetti retroattivi.
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LA NULLITA'
La nullità è la forma generale e + grave di invalidità e comporta la radicale e definitiva inefficacia
dell'atto.Un contratto è nullo quando manca o è illecito uno dei suoi requisiti essenziali.
1)MANCANZA DEI REQUISITI
--mancanza della causa
--mancanza dell'oggetto o oggetto impossibile o indeterminato
--mancanza della forma (es stipulo verbalmente una compravendita immobiliare)
--mancanza dell'accordo tra le parti per:
----A)mancanza di volontà: ad es nei casi di dichiarazione non seria (scherzosa ad es scambierei la
mia auto per la tua bici) o nella violenza fisica ( in un'asta alzo il braccio del mio vicino; drogo
l'altro contraente)
----B)divergenza tra volontà e dichiarazione: sono i casi di errore ostativo (voglio scrivere 1100 e
invece scrivo 1010) per il quale la nullità sembra un provvedimento eccessivo per cui la legge
preferisce inquadrarlo nei vizi del consenso; e di simulazione per il quale si rimanda al cap effetti
del contratto
2)ILLICEITA' DEL CONTRATTO
Il contratto è illecito quando è contrario a norme imperative, all'ordine pubblico o al buon costume:
L'ordine pubblico è l'insieme dei principi fondamentali dell'ordinamento giuridico, si tratta cioè di
quei principi irrinunciabili che sono esplicitati in norme di legge oppure principi non scritti ma
comunemente accettati.
Il buon costume è l'insieme dei principi morali comunemente accolti nella società e attinenti sia alla
sfera sessuale sia alle regole dell'onestà e correttezza: esempi di negozi immorali sono i contratti
relativi alla prostituzione e pornografia, la corruzione di un funzionario pubblico, l'affitto di utero.
Nulli infine, come sappiamo, sono i contratti con motivo illecito da ambo le parti e i contratti in
frode alla legge.
L'AZIONE DI NULLITA'
La nullità opera automaticamente per cui l'azione di nullità (cioè l'azione con cui si fa valere in
giudizio la nullità dell'atto) è un'azione di mero accertamento: il giudice dovrà semplicemente
accertare e far constatare pubblicamente (sentenza dichiarativa) che il contratto è nullo.
L'azione di nullità può essere fatta valere da chiunque vi ha interesse e può anche essere rilevata
d'ufficio dal giudice; essa è imprescrittibile, salvi (art 1422) gli effetti dell'usucapione e della
prescrizione degli atti di ripetizione: cioè se ho acquistato un immobile e, passati 20 anni, il giudice
dichiara nullo il contratto, l'immobile resta a me per usucapione; né d'altra parte, a prescindere
dall'usucapione, posso restituire l'immobile e riavere indietro il prezzo pagato se ormai è prescritta
l'azione di ripetizione cioè di restituzione.
RECUPERO DEL CONTRATTO NULLO
La nullità è una forma di invalidità insanabile: le parti possono solo fare una rinnovazione del
contratto, ma si tratta appunto di un contratto nuovo.
Ferma l'insanabilità del negozio nullo, sono previste alcune forme di recupero dell'atto nullo fondate
su un meccanismo di modificazione legale dell'atto: sono la nullità parziale e la conversione:
---La nullità parziale è la nullità che riguarda solo una parte del contratto ad es: se vendendo un
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terreno mi riservo la proprietà degli alberi da frutto, questa clausola è palesemente contro legge: la
nullità si limita alla clausola o riguarda tutto il contratto?
La risposta sta nell'importanza che si attribuisce alla clausola: se la clausola è importante nel senso
che le parti non avrebbero concluso il contratto senza di essa, cade l