SOCIETÀ
lucrative
=a scopo di lucro, cioè con l’obiettivo di realizzare, attraverso l’esercizio dell’attività, un
profitto da dividere tra i soci, art. 2247
DI PERSONE: DI CAPITALI:
organismi snelli, funzionali all’esercizio di enti più complessi destinati allo svolgimento
attività di dimensioni non particolarmente di attività di dimensioni variabili e con una
cospicue e generalmente partecipati da un compagine sociale più o meno ampia.
numero ridotto di soci. autonomia patrimoniale perfetta
autonomia patrimoniale imperfetta
Società semplice Società per azioni (s.p.a.)
Società in nome collettivo (s.n.c.) Società a responsabilità limitata (s.r.l.)
Società in accomandita semplice (s.a.s.) Società in accomandita per azioni (s.a.p.a.)
+
enti che perseguono uno scopo mutualistico
Società cooperative
Mutue assicurative
+ modelli di matrice europea (regolati dal diritto comunitario)
Società europea (CE, art. 2157)
Società cooperativa europea (CE, art. 1435)
I – SOCIETÀ ENTE COLLETTIVO E SOCIETÀ ENTE UNIPERSONALE
PLURALITÀ DI SOCI E SOCIO UNICO
Sono organismi pluripersonali senza eccezioni:
a) le società di personenecessaria la presenza di una pluralità di fondatori (almeno
due) per la natura dichiaratamente contrattuale dell’atto che le costituisce (artt. 2251,
2296) e dal fatto che il venir meno della pluralità dei soci, nel corso della vita dell’ente,
ne determina l’estinzione (art. 2272 riguardante la società semplice, applicabile anche
a s.n.c. e s.a.s.);
b) in accomandita per azioniper ragioni strutturali: sono composte tipicamente da
due classi di soci (accomandanti e accomandatari, art. 2452);
c) quelle con scopo mutualisticoper ragioni funzionali: il perseguimento di uno scopo
mutualistico ha senso solo in presenza di più fruitori (art. 2522).
Organismi che non sono necessariamente pluripersonali: s.p.a. e s.r.l.possono essere
costituiti anche per atto unilaterale (artt. 2328 e 2463), quindi da un unico fondatore; inoltre,
possono veder confluire nelle mani di un unico socio tutte le quote di partecipazione nel corso
della loro esistenza, senza che questa ne venga pregiudicata (artt. 2362 e 2470).
IL CONTRATTO E L’ATTO UNILATERALE COSTITUTIVO: STRUTTURA E DISCIPLINA
Le società, escluse quelle create direttamente dalla legge (società legali), trovano la propria
fonte in un atto di autonomia privata: in un contratto o in un atto unilaterale. Atto unilaterale
e contratto condividono gli elementi fondamentali e differiscono esclusivamente sul piano del
numero delle persone che si fanno promotrici dell’iniziativa.
Contratto di società, art. 2247: “con il contratto di società due o più persone conferiscono
beni o servizi per l'esercizio in comune di un'attività economica allo scopo di dividerne gli
utili”.
La volontà negoziale costitutiva si esplica su tre livelli e ha ad oggetto:
1) il conferimento di determinati beni o servizi, cioè la composizione di una dotazione di
risorse, funzionale all’esercizio di un’attività economica;
2) lo svolgimento (secondo determinate regole organizzative) di questa attività per
mezzo di quel patrimonio;
3) la realizzazione di un profitto da assegnare ai partecipanti (scopo di lucro).
Sotto il profilo funzionale, questo art. definisce esclusivamente le società lucrative.
Tutte le società perseguono (con eccezioni) uno scopo di natura patrimoniale ed egoistico; il
contratto di società cooperativa e consortile coincide (nei tratti suindicati, fatta eccezione per
lo scopo) con l’atto costitutivo di società lucrativa.
Differenza tra contratti di scambio e contratto di società:
- contratti di scambio: diretti a comporre tra le parti una contrapposizione di interessi,
soddisfacendoli entrambi attraverso la commutazione (scambio) di prestazioni
reciproche. Gli effetti prodotti da questi negozi non sarebbero concepibili in assenza di
una delle parti;
- contratto di società: appartiene alla categoria dei contratti plurilaterali con
comunione di scopo.
Si tratta di atti che mirano alla realizzazione di un interesse comune tra le parti: le
prestazioni a cui queste si impegnano non si incrociano tra loro, ma convergono, in
vista del soddisfacimento di tale interesse.
Infatti, nelle società, ciascun partecipante non cede il bene allo scopo di appropriarsi di
quelli apportati da altri, bensì per farli confluire tutti nel patrimonio strumentale
all’esercizio dell’attività produttiva.
L’unicità dell’interesse negoziale spiega:
a) l’inessenzialità del numero delle parti (=compatibilità dell’effetto con l’eventuale
unilateralità)
b) la neutralità, rispetto al perseguimento dello scopo, degli eventi che, nel corso del
rapporto, determinano la variazione del numero dei contraenti (es. il recesso di uno
dei soci);
il contratto con comunione di scopo è un contratto a struttura aperta.
Il contratto di società appartiene alla categoria dei contratti plurilaterali a rilevanza esterna,
ossia dei contratti associativi. Qui l’esecuzione delle prestazioni (conferimenti) costituisce il
presupposto per l’esplicazione di un’attività che si sviluppa nel compimento di atti materiali e
giuridici, anche nei confronti dei terzi, e che è funzionale alla realizzazione dell’obiettivo finale
del rapporto. Pertanto, nel negozio si radicano sia gli obblighi assunti dalle parti, che
l’organizzazione cui esse danno vita. Conseguentemente, il regolamento contrattuale esplica
una funzione attributiva, di assegnazione di prestazioni tra i contraenti, e ha un valore
organizzativo, cioè di disciplina dell’organizzazione così creata.
Disciplina delle società: disciplina di una struttura organizzativa e dei modi di esercizio di
un’attività, rilevanti come tali.
L’atto unilaterale ha, al pari del contratto, un rilievo organizzativo: esso cioè pone le basi e
regola l’organizzazione deputata allo svolgimento dell’attività; inoltre, dà vita al rapporto di
partecipazione, cioè al fascio di diritti e obblighi che fanno capo al socio, nei confronti della
società: esso costituisce anche la giustificazione causale del conferimento, che il fondatore
deve eseguire nel momento stesso in cui l’atto si perfeziona (artt. 2342, co. 2, 2464, co. 4).
Strutturalmente e funzionalmente, quindi, atto unilaterale e contratto si identificano e questo
spiega come anche l’atto unilaterale sia potenzialmente aperto all’ingresso di nuovi soci es.
attraverso l’adesione di altri investitori che apportino nuovi conferimenti alla società.
2) per quanto riguarda le società aventi per oggetto l’esercizio di una professione protetta
(=società tra professionisti):
a) la società deve essere composta (anche se non esclusivamente) da soci abilitati
principio che rende inammissibili le società fra capitalisti, cioè costituite
esclusivamente tra soci non abilitati, per offrire prestazioni riservate mediante il
ricorso al lavoro organizzato di terzi professionisti;
la composizione della compagine sociale non è libera: il numero dei soci
professionisti e la partecipazione al capitale sociale deve essere tale da determinare
la maggioranza di due terzi nelle deliberazioni o decisioni dei soci;
b) la prestazione deve essere eseguita da uno dei soci iscritti all’albo, scelto dal cliente
o a lui preventivamente indicatoprincipio che concerne il rapporto d’opera: la
prestazione professionale resta una prestazione dovuta dalla società, che è parte
formale e sostanziale di tale rapporto, e non dal socio, il quale è tenuto
all’esecuzione solo nei confronti della società. Tuttavia, egli gode di piena autonomia
di giudizio nello svolgimento dell’incarico non essendo soggetto ad alcun potere di
direzione da parte degli amministratori e, pertanto, il socio esecutore assume nei
confronti del cliente una responsabilità diretta per i danni arrecati nell’esecuzione
della prestazione, solidalmente con la società.
ATTIVITÀ PRODUTTIVA E GODIMENTO DI BENI: SOCIETÀ E COMUNIONE IN GENERALE
Inammissibilità di società (esclusivamente) di mero godimento: l’attività sociale, in
quanto produttiva, è creatrice di nuova ricchezza/nuove utilità economiche; si distingue,
quindi, dall’attività di mero godimento di beni intesa come fruizione delle utilità (frutti civili o
naturali) generate da uno o più beni.
Ogni società gode degli elementi che compongono il suo patrimonio (es. utilizza gli impianti,
riscuote i crediti, ecc.), ma questo godimento deve sempre risultare funzionale all’esercizio di
un’attività produttiva.
Comunione a scopo di godimento, art. 2248: “La comunione costituita o mantenuta al
solo scopo di godimento di una o più cose è regolata dalle norme del titolo VII del libro III”=se
più persone mettono in comune uno o più beni con l’unico obiettivo di trarne i relativi frutti,
l’effetto che si produce è la costituzione tra esse di una situazione di comproprietà per quote.
la disciplina che si applica alla comproprietà (situazione giuridica statica) appartiene al
diritto dei beni, cioè della res e dei poteri su di essa.
la disciplina che si applica alla società appartiene al diritto dell’impresa, cioè
dell’attività e delle modalità del suo svolgimento
Uso illegittimo delle cose sociali, art. 2256: “Il socio non può servirsi, senza il consenso
degli altri soci, delle cose appartenenti al patrimonio sociale per fini estranei a quelli della
società”.
Ciò che differenzia le società dalle altre figure e rende “comune” l’attività sono le regole della
sua imputazione: la scelta della veste societaria è scelta di un regime di imputazione (degli
apporti, degli atti giuridici, dei risultati economici) non individuale, ma collettivo.
Tale criterio permette di distinguere la società da altre figure in cui pure l’interesse di
un’attività produttiva è comune a più soggetti:
- associazione in partecipazione
- impresa familiare, art. 230-bis: è un’impresa giuridicamente imputabile al solo
familiare che la esercita (la responsabilità per le obbligazioni assunte grava solo su di
lui + solo lui è esposto al rischio di fallimento). La legge, per ragioni di equità e
solidarietà, riconosce ai collaboratori alcuni diritti patrimoniali e di codecisione che,
altrimenti, non spetterebbero a loro.
- impresa coniugale, art. 177, lett. d: prevede che sia soggetta al regime di comunione
legale l’azienda costituita/acquistata dopo il matrimonio e gestita da entrambi i coniugi.
Problema: non riguarda l’imputazione collettiva o individuale, ma la scelta della
normativa di attrarre l’attività e i rapporti che ne scaturiscono al diritto di famiglia e di
non attrarre tale fenomeno entro il diritto societario. Se i coniugi vogliono costituire una
propria società devono manifestare chiaramente la volontà di superare quello spirito di
solidarietà familiare per perseguire finalità espressamente speculative.
IV – LA DOTAZIONE PATRIMONIALE
I CONFERIMENTI: IL LORO OGGETTO E LA LORO ESSENZIALITÀ
Conferimenti=utilità economiche apportate dai soci, cioè i “beni o servizi” (art. 2247) che
formano il complesso delle risorse iniziali che i fondatori destinano in via definitiva
all’iniziativa economica progettata e attraverso cui questa può trovare realizzazione. Ogni
entità utile e suscettibile di valutazione economica può essere oggetto di conferimento es.
beni immobili o mobili. Il conferimento rappresenta il valore del rischio che ogni socio accetta
di assumere.
L’atto costitutivo contiene l’assunzione, da parte dei soci, dell’obbligo di effettuare i
conferimenti, o che direttamente trasferisce alla stessa la titolarità del bene conferito in
proprietà.
I conferimenti rappresentano le prestazioni degli stipulanti e giustificano, quindi, la loro
partecipazione alla costituzione della società.
I conferimenti sono elemento essenziale dell’atto costitutivo di società e questo principio ha
una duplice implicazione:
1) non esiste società se non si forma una dotazione iniziale di risorse per l’esercizio
dell’attività
2) ciascun fondatore deve conferire qualcosa
la partecipazione all’attività economica presuppone necessariamente l’assunzione del
relativo rischio per il perseguimento di uno scopo egoistico; senza l’una o l’altro non si
può essere soci perché verrebbe meno la funzione stessa della partecipazione,
espresso anche nell’art. 2265 che vieta il patto leonino, sancendo la nullità di ogni
accordo che escluda un socio da qualsiasi partecipazione agli utili o alle perdite.
Minimi fissati dalla legge nelle società di capitali: 10.000€ nelle s.r.l. “a capitale ordinario”,
50.000 in s.p.a. e s.a.p.a. + s.r.l. con capitale pari almeno a 1€ (società “senza conferimenti),
organo costituito solo su risorse reperite esternamente es. prestiti bancari.
VINCOLO DI DESTINAZIONE DEI BENI CONFERITI E VINCOLO DI INDISPONIBILITÀ DEL
CAPITALE
I beni conferiti sono destinati in via definitiva dai soci all’attività sociale. L’atto costitutivo
imprime su di essi un vincolo di destinazione, in forza del quale è impedito che essi vengano
sottratti all’iniziativa economica per tutta la durata della società.
Il vincolo di destinazione si traduce nelle seguenti regole:
a) il socio conferente non può mai chiedere la restituzione del bene;
b) il socio non è neppure libero di chiedere in qualsiasi momento detta liquidazione (=non
può recuperare il valore dell’investimento effettuato);
c) i soci non possono individualmente servirsi dei beni per fini estranei a quelli della
società (art. 2256);
d) i beni sono destinati alla garanzia dei creditori sociali, prioritariamente rispetto ai
creditori individuali dei soci, o in via esclusiva.
Vincolo di indisponibilità del capitale sociale: i soci non possono prelevare dal
patrimonio della società, per distribuirsele, se non le somme che eccedano il valore del
capitale.
NB: capitale sociale/nominale=è una posta contabile che rappresenta il valore dei
conferimenti e che viene indicata nell’atto costitutivo ~ patrimonio della società=insieme
dei concreti elementi dell’attivo e del passivo che in un dato momento fanno capi all’ente.
LE SOCIETÀ DI PERSONE
LA PARTECIPAZIONE
La partecipazione ad una s.n.c. è consentita sia alle persone fisiche, sia alle persone
giuridiche.
Bilancio della s.n.c. (e s.a.s.): le società di persone di tipo commerciale devono redigere il
bilancio secondo le norme previste per la s.p.a. qualora tutti i loro soci illimitatamente siano
s.p.a., s.a.p.a. o s.r.l. Si ammette quindi la possibilità di una s.n.c. i cui soci sono
esclusivamente società di capitali. In tal caso le persone giuridiche socie (o solo alcune tra
loro) dovranno rivestire la veste di amministratori, secondo i principi che governano il potere
di amministrazione e rappresentanza.
IL CAPITALE SOCIALE
Il capitale sociale (somma dei valori dei conferimenti) costituisce l’elemento essenziale
dell’atto costitutivo.
Tali conferimenti possono, ma non devono essere necessariamente capitalizzati. L’eventuale
loro mancata capitalizzazione provoca conseguenze specie in sede di liquidazione della
società quando l’attivo residuo dopo il pagamento dei debiti sociali deve essere distribuito 1)
tra i soci restituendo loro il capitale 2) distribuendo l’eccedenza, se vi sia, in proporzione alla
partecipazione di ciascuno di essi agli utili.
A) Sul piano vincolistico si delinea già nella s.n.c. una prima disciplina di tutela del
capitale a protezione del mercato: è preclusa la restituzione ai soci dei conferimenti
o la distribuzione agli stessi di somme attinte dal patrimonio sociale, se non nella
misura in cui si tratti di eccedenza del patrimonio netto rispetto all’importo del capitale
indicato in atto costitutivo.
Creditori particolari= coloro che vantano un credito nei confronti di un singolo socio.
Creditore particolare del socio, art. 2305: “Il creditore particolare del socio, finché dura la
società, non può chiedere la liquidazione della quota del socio debitore”.
Art. 2270, co. 1: i creditori particolari possono tutelarsi solo aggredendo gli utili spettanti al
socio debitore e ponendo in essere atti conservativi sulla quota a questi spettante in
occasione della liquidazione della società; è loro invece sottratta la facoltà di provocare lo
scioglimento del singolo rapporto sociale. Ciò garantisce l’intangibilità del patrimonio sociale e
del suo valore dalle azioni di tali creditori, a servizio dell’attività produttiva a garanzia dei
relativi debiti.
Termine di durata della società: si traduce in un limite temporale ai poteri dei creditori
particolari, tenuti ad attendere lo scioglimento della stessa per vedere incrementate le
chances di soddisfazione.
Il rischio è che attraverso la proroga della durata vengano deluse le aspettative dei creditori
particolari del socio anteriori a essa.
Proroga della società, art. 2307:
- Proroga espressa: “Il creditore particolare del socio può fare opposizione alla proroga
della società, entro tre mesi dall'iscrizione della deliberazione di proroga nel registro
delle imprese. Se l'opposizione è accolta, la società deve, entro tre mesi dalla
notificazione della sentenza, liquidare la quota del socio debitore dell'opponente.”
- Proroga tacita: “In caso di proroga tacita ciascun socio può sempre recedere dalla
società, dando preavviso a norma dell'articolo 2285, e il creditore particolare del socio
può chiedere la liquidazione della quota del suo debitore a norma dell'articolo 2270”.
AMMINISTRAZIONE DISGIUNTA
Amministrazione disgiuntiva, art. 2257, co. 1: “La gestione dell'impresa […] spetta
esclusivamente agli amministratori, i quali compiono le operazioni necessarie per l'attuazione
dell'oggetto sociale. Salvo diversa pattuizione, l'amministrazione della società spetta a
ciascuno dei soci disgiuntamente dagli altri”.
Art. 2257, co. 2: “Se l'amministrazione spetta disgiuntamente a più soci, ciascun socio
amministratore ha diritto di opporsi all'operazione che un altro voglia compiere, prima che sia
compiuta”diritto di opposizione/veto; l’opposizione acquista la propria efficacia negativa
(=impedisce il compimento dell’operazione) rispetto ai poteri positivamente riconosciuti a
ciascun singolo amministratore sempre che venga esercitata tempestivamente.
Art. 2257, co. 3: “La maggioranza dei soci, determinata secondo la parte attribuita a ciascun
socio negli utili, decide sull'opposizione”.
AMMINISTRAZIONE CONGIUNTA
Amministrazione congiuntiva, art. 2258, co. 1: “Se l'amministrazione spetta
congiuntamente a più soci, è necessario il consenso di tutti i soci amministratori per il
compimento delle operazioni sociali”.
Art. 2258, co. 2: “Se è convenuto che per l'amministrazione o per determinati atti sia
necessario il consenso della maggioranza, questa si determina a norma dell'ultimo comma
dell'articolo precedente”i soci possono inserire nell’atto costitutivo la regola secondo cui gli
amministratori decidono a maggioranza; anche in questo caso varrà il criterio della
partecipazione agli utili (art. 2258 rinvia all’art. 2257).
Art. 2258, co. 3: “Nei casi preveduti da questo articolo, i singoli amministratori non possono
compiere da soli alcun atto, salvo che vi sia urgenza di evitare un danno alla società”.
RAPPRESENTANZA
Controllo dei soci, art. 2261, co. 1: “I soci che non partecipano all'amministrazione hanno
diritto di avere dagli amministratori notizia dello svolgimento degli affari sociali 1 (diritto di
informazione), di consultare i documenti relativi all'amministrazione 2 (diritto di ispezione)
e di ottenere il rendiconto (diritto al rendiconto) quando gli affari per cui fu costituita la
società sono stati compiuti.
1
e 2 ipotesi in cui si consente al socio di procurarsi le informazione e i documenti che
reputa necessari per valutare sia il generale andamento della società, sia quello di
specifiche operazioni alle quali sia particolarmente interessato.
Rendiconto=prospetto analitico delle operazioni realizzate, con espressa indicazione
delle relative entrate e uscite, secondo il modello tradizionale delle gestioni per conto
altrui (art. 1713).
trascrizione indicata nel primo periodo del primo comma. Possono essere impugnate senza
limiti di tempo le deliberazioni che modificano l'oggetto sociale prevedendo attività impossibili
o illecite.”
RECESSO
Recesso del socio, art. 2285: “Ogni socio può recedere dalla società quando questa è
contratta a tempo indeterminato o per tutta la vita di uno dei soci. Può inoltre recedere nei
casi previsti nel contratto sociale ovvero quando sussiste una giusta causa. Nei casi previsti
nel primo comma il recesso deve essere comunicato agli altri soci con un preavviso di almeno
tre mesi”manifestazione unilaterale di volontà del socio, recettizia nei confronti della
società.
Si distingue tra:
ESCLUSIONE FACOLTATIVA
L’esclusione facoltativa è la causa di scioglimento del singolo rapporto sociale legata a
un’iniziativa promossa dalla stessa società, attraverso una decisione adottata dagli altri soci
(artt. 2286-2287). Essendo facoltativa, gli altri soci sono liberi di soprassedere, mantenendo
inalterato il rapporto con il socio che pur versi in una delle situazioni contemplate dall’art.
2286.
Presupposti:
1) Gravi inadempienze delle obbligazioni che derivano dalla legge o dall’atto
costitutivoinadempienze gravanti sul socio in quanto tale, non socio in quanto
amministratore. Obbligo di effettuare il conferimento promesso nel contratto; dovere di
non concorrenza.
2) Interdizione, inabilitazione del socio o sua condanna a pena che comporti
interdizione, anche temporanea, dai pubblici uffici
3) Impossibilità sopravvenuta della prestazione; perimento della cosasia
conferimenti di beni in godimento, sia conferimenti d’opera richiedono che per un
determinato arco temporale permangano determinate condizioni tali da assicurare alla
società l’acquisizione dell’utilità promesso dal socio: l’idoneità del socio a effettuare
l’opera promessa; l’attitudine del bene a essere oggetto di godimento.
L’atto costitutivo della società può indicare ulteriori ipotesi di esclusione che si affiancano a
quelle contemplate dall’art. 2286 o ne specificano il contenuto.
ESCLUSIONE DI DIRITTO
Esclusione di diritto, art. 2288, co.1: “È escluso di diritto il socio nei confronti del quale
sia stata aperta o estesa la procedura di liquidazione giudiziale secondo il Codice della crisi
d'impresa e dell'insolvenza”quando il socio viene dichiarato fallito.
Co. 2: “Parimenti è escluso di diritto il socio nei cui confronti un suo creditore particolare
abbia ottenuto la liquidazione della quota a norma dell'articolo 2270”quando il creditore
particolare del socio ha ottenuto la liquidazione della quota del socio stesso.
L’esclusione di diritto è dettata a tutela di interessi esterni alla società, pertanto si tratta di
una disciplina immodificabile dell’atto costitutivo.
responsabilità limitata comporta che gli accomandanti non possono essere aggrediti
direttamente dai creditori sociali, i quali possono soddisfarsi soltanto sul patrimonio
degli accomandatari e su quello della società.
Alle cause comuni anche alla s.n.c., si aggiunge qui quella rappresentata dal venir meno
di una delle due istituzionali categorie di soci.
Tuttavia, lo scioglimento non opera automaticamente, in quanto l’art. 2323 concede un
termine di tolleranza di sei mesi nei quali è consentito ricostituire la dualità di posizioni.
Qualora venga meno la categoria degli accomandatari, la società può rimanere operativa
durante i sei mesi di tolleranza mediante la nomina di un amministratore provvisorio (un
accomandante o un estraneo) che è legittimato a compiere atti di ordinaria amministrazione e
che non assume la qualifica di socio accomandatario.
41 – SOCIETÀ SEMPLICE
La società semplice rappresenta l’unico tipo di società “non commerciale”, cioè che alla
stessa è precluso l’esercizio di attività d’impresa commerciale e il perseguimento dello scopo
consortile: le è, pertanto, consentito esclusivamente l’esercizio in comune di attività di
impresa agricola o di una professione intellettuale (che possono, tuttavia, svolgersi
altresì utilizzando gli altri tipi societari).
La disciplina della società semplice funge da normativa generale per tutte le società di
persone, salvo le deroghe espresse relative agli altri tipi di società.
I – LA COSTITUZIONE E L’ISCRIZIONE
La disciplina della costituzione di una società semplice è improntata alla massima semplicità e
libertà formale: il contratto non è soggetto a forme speciali (salvo quelle richieste dalla natura
dei beni conferiti, art. 2251).
Non è previsto che il contratto sociale debba menzionare un capitale sociale o i conferimenti,
anzi, la nozione di capitale sociale è del tutto assente nella disciplina della società semplice;
infatti, la destinazione dell’esercizio di un’attività non commerciale la esclude dall’obbligo
della tenuta delle scritture contabili e della redazione annuale del bilancio.
L’atto costitutivo (come per la s.n.c.) può essere concluso anche verbalmente o per fatti
concludenti (c.d. società di fatto); la società di fatto è regolata dalle norme dettate in tema di
società semplice ogniqualvolta l’attività esercitata non è commerciale.