La fase funzionalista è caratterizzata dalla produzione di trattati, con approccio funzionale all'interesse
economico dell'uomo. Crescita nel numero dei trattati di carattere ambientale, negli anni '70 e '80, si
inizia a porre regole e basi giuridiche per fissare norme di condotta. Questi trattati hanno caratteristiche
comuni, in particolare i trattati di questa fase sono caratterizzati dalla prewsenza di obblighi di risultato,
rimettono alle parti la scelta della modalità con cui raggiungere l'obiettivo. Questo comporta una
ulteriore attività normativa che spetterà agli stessi stati, che dovranno accogliere la normativa nel
proprio ordinamento. Nel caso del diritto del mare, lo stato esercita la propria sovranità fino a 12 miglia
sulle acque territroaili, ulteriori 12 miglia rispetto al mare territoriale è zona contigua, in cui lo stato può
esercitare solo alcuni aspetti della sovranità. Poi fino a 200 miglia marine, la zona economica esclusiva, in
cui lo stato ha diritti di sfruttamento economico. A tutto ciò si aggiunge la. Nella Convenzione delle NU
sul diritto del mare c'è anche l'area, cioè la colonna d'acqua del mare, suolo e sottosuolo marino nelle
zone situate aldilà delle giurisidizioni nazionali. L'are è importante perchè la Convenzione stabilisce uno
sfruttamento comune dell'area, nessuno stato può esercitare la sovranità. Cosiddetto principio del
patrimonio comune dell'umanità, concetto giuridico ben definito. Nasce nella terza conferenza
internazionale per il diritto del mare nel 1967, l'ambasciatore maltese parlò di un regime giuridico terzo,
che riguardasse la protezione delle risorse dei suoli e sottosuoli marini oltre le giurisdizioni nazionali.
Segue 3 criteri, la non appropriabilità, devono essere utilizzate solo per scopi pacifici, devono essere
gestite e sfruttate per tutti gli stati. Nel 1970, prima dichiarazione di principi dell'assemblea generale, i
principi che governano i fondali marini e oceanici, nonchè il loro sottosuolo, oltre i limiti della
giurisdizione nazionale. Il paragrafo 7 riguarda lo sfruttamento della risorsa nell'interesse di tutti, si tratta
di un meccanismo di equità compensatrice. Il principio del patrimonio comune dell'umanità viene
inserita anche nella carta dei diritti e doveri economici degli stati del '74. Nel 1982 si arriva alla
Convenzione di MOntego Bay, che riprende gli aspetti più importanti e li codifica in un trattato. Essendo
di carattere consuetudinario la convenzione spiega gli effetti anche per coloro che non l'hanno ratificata,
es USA. Art 137, nessuno stato può pretendere diritti di sovranità e appropriarsi di una risorsa. Art 140
dvee essere utilizzata nel beneficio dell'umanità nel suo complesso. Altro elemento, utilizzo
esclusivamente per fini pacifici. Negli articoli successivi si prefigura un ente terzo futuro che abbia il
compito di gestire tali risorse in comune tra gli stati, ha possibilità di acquisire tecnologie e tecniche
specifiche e ha possibilità di trasferirle ai paesi in via di sviluppo. Ha il compito di adottare determinati
atti come parametri di condotta per gli stati. Quello che ne derivava da una complessa struttura giuridica
è una situazione in cui diversi paesi industrializzati contestano alcune tipologie di lavoro. Anzitutto
l'aspetto procedurale, cioè il fatto che si debba chiedere l'autorizzazione all'autorità per compiere le
attività, i contributi amministrativi per il funzionamento dell'autorità stessa seguono il sistema di
finanziamento delle NU. Si prevedevano anche misure volte a tutelare paesi produttori di minerali
terrestri, spesso coincidenti con i paesi di sviluppo. Quindi la diminuzione del prezzo di quei minerali
sarebbe stata compensata attraverso un fondo. Questo compromesso trova una prima astensione
nell'Urss e nei paesi socialisti, gli Usa votano contro. La posizione statunitense si basava
sull'inaccettabilità del monopolio dell'autorità, inoltre avrebbe scoraggiato l'attività privata. Anche la
protezione dei diritti di proprietà intellettuale verrebbe minata dal trasferimento delle tecnologie ai paesi
in via di sviluppo. Anche gli oneri finanziari a carico dei paesi industrializzati sono eccessivi. E soprattutto
il processo decisionale è sbagliato, perche gli stati industrializzati hanno lo stesso peso degli altri. Siamo
nella meta anni '80 e tutti i sistemi di welfare vanno in crisi, ritorna il liberismo e lo scenario mondiale
cambia. Diversi stati iniziano ad adottare legilslazioni nazionali che regolamentano uno sfruttamento
unilaterale dei fondali marini, ma queste legilsazioni sono state poi abrigate perchè nel '94 si è istitutita
l'autorità dei fondali marini. Gli unici a mantenerla furono gli USA. L'accordo del 94 modifica in parte la
Convenzione del 1982, viene eliminato l'obbligo a carico degli stati industrializzati di finanziare la prima
attività di estrazione mineraria, c'è ancora un fondo per il supporto ai paesi in via di sviluppo ma c'è una
valutazione preventiva di un'autorità. Non si sono ancora svolte attività di estrazione mineraria, è ancora
una fase di monitoraggio. Si sviluppa anche il concetto di patrimonio culturale e naturale, manca la non
appropriabilità però, si parla di beni situati all'interno dello stato nazionale, sotto la giuridsizione statale.
Manca anche l'uso per socpi pacifici. Ha il principio di sussidiarietà perchè si ricnosce l'azione all'ente più
prossimo al ben e lo stato si impegna a tutelare quel bene con normative che favoriscano il suo sviluppo.
L'antartide, continente su cui nessuno stato esercita giurisdizione, tendenzialmente non abito, usato per
scopi di ricerca scientifica, pesca e turismo. Uso limitato, il suo regime giuridico è stabilito da una serie di
convenzioni internazionali, a partire dal trattato di Washington del 59, finalizzato a mettere in pausa le
pretese di sovranità. Entrambi i territori sono contesi da stati. Inoltre il trattato vieta ogni attività di
carattere militare, afferma il principio della libertà delle ricerche con finalità scientifica. Ne fanno parte
50 stati contraenti, suddivisi in parti consultive, cioè tutti gli stati che hanno manifestato interesse e
conducono attualmente attività scientifica sul continente, e parti non consultive. E' stato integrato dal
protocollo di Madrid del 1991, dichiara l'antartide qualfiicandolo come riserva naturale dedicata alla
pace e alla scienxza, status giuridico di riserva naturale con finalità di crattere pacifico e scientifico. Viene
aggiunta una moratoria di 50 anni sulle attività estrattive, per via della mancata entrata in vigore del
trattato di Wellington del 88.
L'artico è un mare ghiacciato, abitato da popolazioni indigene. L'artico è oggetto di una battaglia
geopolitica per le rotte navigabili e da diverse rivendicazioni di sovranità, Canada, Danimarca, Russia, Usa
e sono tutti stati che ai sensi della convenzione dell'82 esercitano determinati diritti in quella zona. Non
ci sono norme pattizie che regolamentano la situazione giuridica dell'artico, abbiamo un consiglio artico
istituito mediante una soft law, organo di carattere consultivo, è un foro di discussione tra 8 paesi. Il
consiglio artico ha però portato alla sottoscrizione di 3 accordi, anche con valenza ambientale.