Sei sulla pagina 1di 4

CODICE GOOGLE MEET: qbn-uspi-ewc

LE PARTI DEL DISCORSO SONO NOVE


5 VARIABILI numero (singolare o plurale) e genere (maschile o femminile)
1. NOME, casa case,
2. ARTICOLO, uno una
3. PRONOME, quello quella
4. AGGETTIVO, alta alte
5. VERBO arriva arrivano

4 INVARIABILI
1. AVVERBIO io vado là, io salgo lassù, io corro velocemente
2. PREPOSIZIONE di a da in con su per tra o fra
3. CONGIUNZIONE io corro e canto, una casa bella e bassa, io vado lentamente e
pensosamente
4. INTERIEZIONE O ESCLAMAZIONE . ohi! (dolore) oh! (meraviglia), ahimè!

L’ESCLAMAZIONE O INTERIEZIONE.
Cominciamo a trattarle dalla interiezione o esclamazione
oh! ah! ahi! eh! ahimè! uffa! addio! ciao! ecc.
es.: Oh! Che bella giornata!
È la parte che ci darà meno fastidio non solo perché è invariabile, ma anche perché
viene usata poco: oggi poi con WhatsApp viene sostituta nella produzione scritta
dalle faccine
L'interiezione si dice impropria quando è una parola che ha altri significati e viene usata
anche nelle esclamazioni; sono interiezioni improprie: coraggio! peccato! silenzio!
bravo! bene! ecc.Es.: “Coraggio! Non mollare!”

L’ARTICOLO
Due tipi di articoli: 1) determinativi e 2) indeterminativi
ARTICOLI DETERMINATIVI: variano in funzione del numero (singolare o plurale)
e del genere (maschile o femminile)
SINGOLARE PLURALE
il i maschile
lo gli maschile
la le femminile
per il maschile abbiamo due forme:

“IL” (plur. I), si usa davanti ai nomi che cominciano per consonante (escluse la z, la s
seguita da consonante ed esclusi i gruppi gn, ps, pn ) Es.: il banco, i banchi, il tavolo
i tavoli, il lume i lumi, il buco i buchi, il collo i colli, il callo i calli ecc.

“LO” (plur. gli) si usa davanti ai nomi che cominciano per z, s seguita da consonante
o con i gruppi gn, ps, pn. (Es.: lo zucchero gli zuccheri, lo scoppio gli scoppi, lo
studio gli studi, lo spacco gli spacchi, lo spiedo gli spiedi, lo spreco gli sprechi, lo
gnomo gli gnomi, lo psicologo gli psicologi, lo pneumologo gli pneumologi). “LO” si
usa anche davanti ai nomi che cominciano per vocale, nel quale caso si apostrofa. Es.:
l’ombrello, l’imbuto, l’autore, l’emiro, l’ufo, ma al plurale non si apostrofa e dirò gli
ombrelli, gli imbuti, gli autori, gli emiri, gli ufo.
Per il femminile abbiamo solo una forma:
“LA” (plur. le ) si usa dinanzi a tutti i nomi femminili e prende l’apostrofo davanti ai
nomi che iniziano per vocale.
Es.: la carta, le carte; la donna, le donne, la luna, le lune, l’astronomia, le astronomie;
l’autrice, le autrici; l’acqua, le acque.

ARTICOLI INDETERMINATIVI
Abbiamo solo il singolare: due forme per il maschile (un, uno)
ed una per il femminile (una)
un uno
una un’altra, un’infelice (se tolgo l’apostrofo infelice diventa
maschile)

UN viene usato davanti ai nomi maschili che iniziano per vocale e per consonante
(escluse la z, la s seguita da consonante e i gruppi gn, ps, pn). Es.: un altro, un
uomo, un etto, un ombrello, un banco, un tavolo, un lume, un buco, un collo,ecc.

UNO viene usato davanti ai nomi maschili che iniziano per z, s seguita da
consonante e i gruppi gn, ps, pn. Es.: uno zero, uno sparo, uno scoppio, uno storno,
uno spreco, uno strepito, uno gnomo, uno psichiatra, uno pneumologo, ecc.

UNA viene usato davanti a tutti i nomi femminili, se cominciano per vocale si
apostrofa (perde la -a). Es.: una donna, una ciotola, una veranda, una casa, un’altra,
un’entrata, un’illusa, un’upupa, un’orsa, un’infelice, ecc. un infelice, un’infelice

PREPOSIZIONI
SEMPLICI ARTICOLATE
di del, dello, della, dei, degli, delle
a al, allo, alla, ai, agli, alle
da dal, dallo, dalla, dai, dagli, dalle
in nel, nello, nella, nei, negli, nelle
con col, collo, colla, coi, cogli, colle
su sul, sullo, sulla, sui, sugli sulle
per non usate o quasi scomparse
tra o fra non ce ne sono, (es.: tra fratelli fra trentini)

le preposizioni semplici sono invariabili, quelle articolate (come dice il nome stesso)
sono variabili seguendo le sei forme dell’articolo (il, lo, la, i, gli, le).
Hanno un’importante funzione logica, nel senso che si prepongono, si mettono
davanti ad un nome e specificano la funzione di quel nome nella frase.
Es.: è arrivato Pietro, il figlio di Nicola. In questo caso la preposizione “di” specifica di
che è figlio Pietro e “di Nicola” lo chiamerò complemento di specificazione.
Ogni preposizione indica una o più funzioni: mezzo, causa, termine, luogo, ecc.
Es.: Sto in città, vado a casa, vengo da Bari (luogo)
Non sono venuto per la pioggia, per un mal di denti (causa)
Sono venuto con la bicicletta, con l’auto, con il bus (mezzo)
Vado a passeggio con la mia amica, con mia figlia, con Giovanni (compagnia)
Tutte le preposizioni sono importanti per l’analisi logico-funzionale dei nomi ed
anche dei verbi.

I NOMI
Li possiamo raggruppare in tre declinazioni

MASCHILI FEMMINILI
1^) A il POET-A, i POET-I la ROS-A, le ROS-E
2^) O il POPOL-O, i POPOL-I la MAN-O, le MAN-I
3^) E il SENATOR-E, i SENATORI la SENATRIC-E, le SENATRIC-I
La maggior parte dei nomi viene inquadrata in queste declinazioni e seguono
quello schema.
Ci sono tuttavia alcuni nomi che non rientrano in quello schema e che perciò
chiameremo indeclinabili, ovvero hanno la stessa desinenza al singolare e al plurale:
la dinamo, le dinamo; la radio, le radio; la libertà, le libertà; la virtù, le virtù, la città, le
città; la moto, le moto, la crisi, le crisi; il lapis, i lapis, ecc.
“Divertitevi” a classificare tutti i nomi che conoscete nelle tre declinazioni,
e trovate almeno 10 nomi indeclinabili.

Potrebbero piacerti anche