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Incompatibilità Rh

L’incompatibilità Rh si verifica quando il sangue della donna in gravidanza è Rh-


negativo mentre quello del feto è Rh-positivo (con creazione di anticorpi anti Rh):

• da cui può risultare una distruzione dei globuli rossi del feto, con conseguente
anemia anche grave.

• Il feto è sottoposto a continua osservazione.

• Se si sospetta l’anemia, si procede alle trasfusioni di sangue al feto.

• Per prevenire problemi per il feto, i medici somministrano iniezioni di anticorpi


anti-Rh alle donne con sangue Rh-negativo dopo circa 28 settimane, dopo
qualsiasi episodio di sanguinamento significativo dopo il parto e dopo alcuni
interventi.

Le complicanze della gravidanza, come l‘incompatibilità Rh, sono problemi che si


presentano unicamente durante la gravidanza stessa. Possono interessare la donna, il
feto o entrambi e possono insorgere in diversi momenti nel corso della gravidanza.
Tuttavia, la maggior parte delle complicanze della gravidanza può essere trattata in
maniera efficace.

Il feto di una donna Rh negativa può avere sangue Rh-positivo se il padre è Rh-positivo.
La percentuale di persone con sangue Rh negativo è bassa, e varia in base all’etnia:

• Soggetti caucasici in Nord America ed Europa: circa il 15%

• Afro-americani: circa l’8%

• Soggetti di discendenza cinese: circa lo 0,3%

• Soggetti di discendenza indiana: circa il 5%

• L’incompatibilità Rh non causa problemi nella prima gravidanza.

Il fattore Rh è una molecola situata sulla superficie dei globuli rossi di alcune persone; il
sangue è Rh-positivo se i globuli rossi hanno il fattore Rh mentre è Rh-negativo se ne
sono privi. I problemi nascono nel momento in cui il sangue di un feto è Rh-positivo mentre
la donna è Rh-negativa. Il sistema immunitario della madre riconosce come estranei i
globuli rossi del feto e produce degli anticorpi, chiamati anticorpi anti-Rh, per distruggere
i globuli rossi Rh-positivi del feto. La produzione di questi anticorpi è chiamata
sensibilizzazione Rh. (Gli anticorpi sono proteine prodotte dalle cellule immunitarie che
aiutano a difendere l’organismo dalle sostanze estranee.)
Nelle donne con sangue Rh-negativo la sensibilizzazione può avvenire in qualsiasi
momento durante la gravidanza. Tuttavia, il momento più probabile è quello del parto .
Nella prima gravidanza in cui si verifica la sensibilizzazione il feto o il neonato
probabilmente non sono interessati. Ma una volta che la madre è sensibilizzata, aumenta
la probabilità di problemi ad ogni successiva gravidanza se il sangue del feto è Rh-positivo.
Durante ogni gravidanza successiva alla sensibilizzazione, la donna produce anticorpi
anti-Rh prima e in maggiore quantità.

Se gli anticorpi Rh attraversano la placenta verso il feto, possono distruggere una parte
dei globuli rossi fetali. Se i globuli rossi vengono distrutti più velocemente di quanto
vengano prodotti dal feto, quest’ultimo diventa anemico.

Diagnosi
• Esami del sangue

• Se il sangue della madre contiene anticorpi anti-Rh, ecodoppler

Durante la prima visita medica nel corso della gravidanza, si procede allo screening per
determinare il gruppo sanguigno delle donne e controllare se sono Rh-positive o Rh-
negative. Nelle gestanti Rh-negative vengono effettuate delle analisi del sangue volte alla
ricerca di anticorpi anti-Rh.

I medici di norma valutano il rischio che le donne sviluppino sensibilizzazione al fattore Rh


come segue:

• Se il padre è noto e disponibile per le analisi, viene determinato il suo gruppo


sanguigno.

Dopo aver determinato il rischio di sensibilizzazione Rh, i medici possono misurare il livello
di anticorpi anti-Rh nel sangue della madre. Se il livello raggiunge un certo valore, aumenta
il rischio di anemia del feto. In tali casi, periodicamente si può procedere con
un ecodoppler per valutare il flusso di sangue nel cervello del feto e, in caso di anomalia,
diagnosticare l’anemia.

Prevenzione
Come precauzione, le donne con sangue Rh-negativo ricevono un’iniezione di anticorpi
anti-Rh in ciascuno dei seguenti momenti:

• Dopo 28 settimane di gestazione

• Entro 72 ore dal parto di un bambino con sangue Rh-positivo, anche dopo un
aborto spontaneo o indotto

• Dopo eventuali episodi di sanguinamento vaginale durante la gravidanza

• Dopo amniocentesi o prelievo dei villi coriali


Gli anticorpi somministrati vengono definiti immunoglobulina Rh0(D). Questo trattamento
agisce riducendo la capacità del sistema immunitario della donna di riconoscere il fattore
Rh presente sui globuli rossi del bambino, eventualmente entrati nel torrente ematico della
madre. In tal modo il sistema immunitario materno non produce anticorpi per il fattore Rh.
Il trattamento riduce dal 12-13% (senza trattamento) a circa lo 0,1% il rischio che nelle
successive gravidanze i globuli rossi del feto vengano distrutti.

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