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Entropia

L’entropia può essere definita proprio come la misura del grado di equilibrio
raggiunto da un sistema in un dato momento. A ogni trasformazione del
sistema che provoca un trasferimento di energia (ovviamente senza
aggiungere altra energia dall’esterno), l’entropia aumenta, perché l’equilibrio
può solo crescere. In teoria, si può considerare un “sistema” anche l’intero
universo e allora la conclusione è: anche nel cosmo l’energia tende a
distribuirsi dai corpi più caldi a quelli meno caldi e l’entropia aumenta. Quando
tutto l’universo si troverà alla stessa temperatura (gli scienziati ipotizzano a
pochi gradi al di sopra dello zero assoluto), l’entropia sarà massima e nessuna
trasformazione sarà più possibile. Sarà la cosiddetta morte fredda
dell’universo.
Il Collettivo Barnum è composto da tredici giovani artisti: tredici diverse
sensibilità̀ e personalità̀. Il gruppo nasce dall’esperienza comune della
formazione accademica e dalla coesistenza nello stesso atelier. La forza del
collettivo sta nella diversità̀ che contraddistingue ogni elemento del gruppo,
diversità̀ che diventa così opportunità̀ di arricchimento. Barnum si propone di
presentare l’esperienza artistica contemporanea in una chiave di lettura
autentica e originale. Il nome evoca un’atmosfera circense e giocosa che
contraddistingue il clima del gruppo e l’approccio di esso verso l’arte, senza
però tralasciare una necessità introspettiva. Barnum si identifica nelle
personalità del circo, che unendosi e creando un nucleo, sono libere di
esprimere e scoprire sé stesse. La mostra si propone come indagine sul
concetto di entropia.
Il Collettivo Barnum intende affrontare la tematica proponendone una visione
in chiave artistica contemporanea. Prendendo come punto di partenza il
significato scientifico ed etimologico del termine ogni elemento di Barnum ha
fatto proprio questo concetto sviluppandone una personale rielaborazione e
proponendo un’opera inedita. L’esposizione comprende lavori che spaziano
dalla pittura all’installazione, alla fotografia. Una volta qui c'era il mare: Le
fotografie che compongono questa serie hanno come soggetto rifiuti-cose-
forme abbandonati per strada, archiviati con uno scatto attraverso mezzi
comuni come il cellulare. La qualità dell'immagine passa in secondo piano e
stamparle in grande dimensione serve per enfatizzare il disordine del
disordine. Untitled: L'armonia del gioco dei coriandoli viene esibita come
metafora di stati d'animo che nascono e che vanno a pezzi, lanciati in aria per
un brivido momentaneo ed abbandonati poi a terra per esser calpestati i giorni
seguenti senza alcuna premura.
I coriandoli sono stati recuperati direttamente dal suolo dall'artista e vengono
esposti come reperto di un sentimento caotico ormai perduto e non più
recuperabile. In dimensioni variabili: Quattro diverse testimonianze di una
naturale confusione degenerativa. L'opera è composta da due frammenti
umani marchiati dalla formula del concetto, nell'utopia che essa rimanga
integra. Dialogano a lato due accessori per il bagno ritrovati in una dimora
siciliana abbandonata che, incontrati dal tempo e dai visitatori, mutano loro
malgrado riportando segni. Un'intima lettera apre, racconta e testimonia
l'approccio dell'artista con la tematica: non nasconde l'amarezza, l'abbraccia.
Siate aperti e curiosi al cambiamento, la diversità è una fonte di vita:
accogliamola. Riflessioni e commenti personali: Ho apprezzato
particolarmente il focus di questa esibizione. Trovo che questa mostra
rappresenti la riprova di come le scienze matematiche siano legate alla
creatività, all'arte e ai sentimenti. In questa presentazione, ho scelto 3 delle
numerose opere esibite nella mostra. L'opera "Una volta qui c'era il mare" è
incentrata sul concetto di disordine (incarnato dall'entropia) legato ai rifiuti
lasciati per la strada. L'artista riesce a catturare un'immagine della quotidianità
di ognuno di noi attraverso il suo cellulare, relazionandola al disordine che ci
circonda. Nell'opera senza titolo invece, l'artista riesce ad esprimere il concetto
di caos attraverso il gioco dei coriandoli. Quest'ultimo è paragonato a emozioni
forti ma solo momentanee che non potranno più essere vissute. Il processo
rappresentato nell'opera è riscontrabile nella traformazione irreversibile
dell'entropia. "In dimensioni variabili", l'opera che mi ha affascinata di più,
contiene due immagini interessanti con riferimento alla formula dell'entropia e
una lettera intensa e appassionata nella quale l'artista manifesta il suo
desiderio di confusione. L'autrice dichiara di aver capito che "la forza è nel
disordine" e che, in ragione di questo, "non possiamo ordinare ma vivere". Da
questi messaggi possiamo capire come l'entropia sia un concetto alla base
dell'universo e di tutti noi.

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