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NAPOLEONE

I principi della rivoluzione si diffusero in gran parte dell’Europa. Le idee rivoluzionarie arrivarono anche in
Italia e fu fondamentale il ruolo di Napoleone Bonaparte. Il generale francese sconfisse prima il Regno di
Sardegna e poi l’Austria, giungendo a Milano il 15 maggio 1796. Napoleone trasformò il suo esercito in un
esercito contemporaneo. L’armata d’Italia consentì al suo comandante di istituire nei territori conquistati le
“repubbliche sorelle”, cioè stati che si richiamavano alla repubblica francese. Tra il dicembre 1796 e
l’estate 1797 si costituirono 2 repubbliche rivoluzionarie: la Repubblica cisalpina e la Repubblica ligure.
Nella primavera del 1797 fu deposto l’ultimo doge e grazie al trattato di Campoformio (17 ottobre 1797) tra
Bonaparte e gli Asburgo, la Repubblica di Venezia, l’Istria e la Dalmazia furono cedute all’Austria, in cambio
del Belgio e dl riconoscimento della Repubblica cisalpina. Questo trattato generò sconforto, in quanto gli
italiani avevano visto i francesi come dei liberatori, mentre i francesi li avevano considerati solo come una
moneta di scambio. Nacquero successivamente la Repubblica Romana (1798) e la Repubblica napoletana e
di Lucca (1799). Gli eserciti francesi si impadronirono anche del Piemonte e della Toscana. Gli italiani che
aderivano alle idee della Rivoluzione francese definivano se stessi “patrioti”, l’appellativo di giacobini.
Volevano un’Italia libera, unita e indipendente. Le repubbliche democratiche italiane si rivelarono istituzioni
fragili. Cessarono di esistere prima la Repubblica cisalpina, poi quella ligure, di Lucca, romana e napoletana.
A Napoli a far crollare la Repubblica fu un’armata di contadini e di briganti (sanfedisti), guidata dal cardinale
Fabrizio Ruffo.

Fu elaborata una nuova Costituzione (Costituzione dell’anno VIII), che prima entrò in vigore e poi venne
sottoposta a un plebiscito. In Francia i cittadini designavano una rappresentanza di “grandi elettori”, che
selezionava la lista nazionale, dalla quale il Senato sceglieva i nominativi di coloro che avrebbero formato il
Tribunato e il Corpo legislativo. Il potere legislativo spettò ai consoli, specialmente al “primo” console
Napoleone Bonaparte. Nel 1800 l’esercito di Napoleone sconfisse gli austriaci e fece risorgere le repubbliche
ligure e cisalpina. Prima gli inglesi e poi gli austriaci firmarono accordi di pace. Nel 1802 Napoleone divenne
console a vita e nel 1804 si proclamò imperatore. La Francia napoleonica si caratterizzò per un
riavvicinamento ambivalente alla Chiesa di Roma. Nel 1801 Napoleone sottoscrisse con Pio VII un
concordato e mentre riconosceva il cattolicesimo come religione della maggioranza della nazione, il
consolato attribuiva a Napoleone forti poteri sul controllo del clero. La domenica tornò essere considerato
come giorno di riposo e il calendario repubblicano fu abolito per reintrodurre quello gregoriano. Quando salì
al trono come imperatore, Napoleone si fece condurre per mano dal pontefice, ma fu lui a porsi sul capo la
corona, in segno di non volersi sottomettere all’autorità del papa. Il governo imponeva il rispetto delle
leggi e la cittadinanza non godeva più del diritto di partecipare attivamente alla politica (regime
democratico ma allo stesso tempo monarchico).

In Francia l’egualitarismo delle leggi fu frutto del Codice Civile (Codice Napoleone) promulgato nel 1804.
Tutti erano soggetti a prestare il servizio militare. Per rendere tutti uguali fu realizzata un’amministrazione
centralizzata, con suddivisione del territorio in province (dipartimenti). I dipartimenti erano 130 e vi era un
prefetto. Ogni dipartimento era diviso in cantoni, ciascuno controllato da un sottoprefetto. Ogni cantone
era diviso in comuni, affidati ai sindaci. Il sottoprefetto e il sindaco erano funzionari statali nominati e
stipendiati dal governo. La legge era uguale per tutti e questo nuovo sistema amministrativo per
funzionare, aveva bisogno di personale ben preparato e motivato. Le carriere pubbliche dovevano essere
aperte al merito e al talento e a questo scopo, fu creato un nuovo sistema di istituzioni superiori: vennero
istituiti università licei statali, e scuole politecniche. Tutti potevano avere le stesse possibilità e scalare la
piramide sociale. Nel 1808 Napoleone diede vita a una nuova aristocrazia titolata. Chi scalava la piramide
sociale godeva di un’accresciuta considerazione pubblica, ma per il resto era un cittadino uguale agli altri.

Napoleone subì inizialmente una sconfitta navale a Trafalgar da parte dell’Inghilterra, che insieme a Russia,
Svezia, Regno di Napoli e Austria, aveva costituito la terza coalizione anti francese. Successivamente
Napoleone sconfisse prima gli austriaci e i russi, e poi prussiani e decise di attuare il blocco continentale
contro l’Inghilterra (non potendo vincerla sui mari, provò ad indebolirla sul commercio). Napoleone cercò
di conquistare tutte le coste europee e dopo aver sconfitto l’Austria, pretese come sposa la figlia del
sovrano austriaco, Maria Luisa d’Asburgo. In quest’anno, la Francia raggiunse la sua massima espansione,
arrivando a comprendere Belgio, Olanda, la Catalogna e parte dell’Italia e della Germania.

Dopo la caduta delle “repubbliche sorelle”, gran parte della penisola italiana cominciò a ritornare sotto il
controllo diretto o indiretto della Francia. Tuttavia vi erano molte differenze dall’Italia del 1799 e quella di
10 anni dopo. La prima era fatta da repubbliche, la seconda di regni e la Repubblica cisalpina fu trasformata
nel 1805 nel Regno d’Italia. La prima aveva dato spazio alla democrazia, nella seconda vi era
un’organizzazione dall’alto del potere. All’inizio del 1797, l’Italia era formata da 9 stati diversi, mentre nel
1810 era divisa in 3 porzioni: i dipartimenti italiani, il Regno d’Italia e il Regno di Napoli. Ci si poteva
sposare con rito civile e il Codice Civile, aveva introdotto anche il divorzio. Ci fu l’abolizione del
feudalesimo e l’introduzione di un sistema statale gratuito, che nelle campagne suscitò resistenze. Alcuni
articoli del Codice abolirono l’istituto del fedecommesso, in base al quale il patrimonio della famiglia veniva
trasmesso interamente al primogenito, Vi fu una diversa percezione dello spazio, non si parlava più di
sudditi, ma di cittadini (Italiani). Il riconoscimento dei diritti civili fu esteso anche agli ebrei. I cittadini del
Regno d’Italia avevano un solo governo e una sola capitale (Milano) e usavano tutti gli stessi pesi e le
stesse misure. Le carte d’identità divennero per la prima volta un documento obbligatorio a tutti i cittadini
di fruire dei servizi pubblici e allo Stato di esercitare un capillare controllo sugli individui. Gli italiani
cominciarono a godere di libertà di movimento e sentirono il senso della comune appartenenza allo stesso
Stato. L’aristocrazia di sangue si sentì estranea a questo nuovo ordine, ma potè acquistare i beni nazionali
e alcuni dei suoi esponenti entrarono a far parte delle strutture di governo napoleoniche. Si dimostrarono
favorevoli al nuovo governo gli strati medio-alti (“borghesia”.)

In Spagna nel 1808 ci fu un’insurrezione di massa, a partire dalla scelta del nuovo sovrano Giuseppe
Bonaparte, fratello di Napoleone. Imponenti masse di spagnoli diedero vita nel 1808 a un movimento di
guerriglia. Sostenuta finanziariamente dagli inglesi, la guerriglia provocò perdite enormi all’esercito
napoleonico. Nel marzo 1812 la Spagna del Sud risultava liberata dall’occupazione francese ed emanò una
Costituzione, facendo leva sul sentimento nazionale. La Francia infliggeva pesanti contributi finanziari ai
suoi Stati satelliti e quel malessere che si avvertiva negli altri stati, cominciò a prendere piede anche in
Francia. A determinare il controllo dell’impero di Bonaparte fu l’indebolimento dell’esercito. L’ossessiva
ricerca nel realizzare un blocco continentale nei confronti dell’Inghilterra, rappresentò la causa principale
della crisi dell’impero napoleonico. Poiché lo zar non aveva rispettato gli accordi stabiliti nella pace di Tilsit,
la Francia attaccò la Russia nel giugno 1812, convinta che fosse stata una “passeggiata”. Lo zar ordinò al
suo esercito di fare terra bruciata alle proprie spalle, così i francesi furono costretti a fare arrivare dalla
lontana Francia gli approvvigionamenti. Essi riuscirono a raggiungere Mosca il 14 settembre, ma qui furono
coinvolti nell’incendio intenzionale della capitale. Mentre attendeva la pace da parte dello zar, arrivò
l’inverno, che lo costrinse alla ritirata. Il colpo decisivo fu inferto dai russi al passaggio del fiume Beresina,
dove decine di migliaia di soldati francesi, persero la vita tentando di attraversare le acque gelide. Nel
febbraio 1813 si costituì la sesta coalizione antifrancese, che nell’ottobre 1813 a sconfisse la Francia, nella
“battaglia delle nazioni”. A fine marzo 1814 Parigi fu invasa dall’esercito russo e Napoleone fu costretto ad
abdicare, formando un piccolo regno sull’isola d’Elba. In Francia salì al trono Luigi XVIII, ma a marzo 1815,
Napoleone fuggì dall’isola d’Elba e sbarcò in Francia, dove fu accolto con entusiasmo. Il 20 marzo si insediò
sul trono, ma il suo regno durò soltanto 100 giorni. A giugno 1815 fu sconfitto nella battaglia di Waterloo
dalla settima coalizione, e fu mandato in esilio a Sant’Elena, dove morì il 5 maggio 1821. Nel 1813 le truppe
asiatiche occuparono il Veneto e a Milano, una rivolta popolare abbatté il governo del Regno d’Italia. Nel
frattempo il re di Napoli, Gioacchino Murat, tentò l’emanazione di una Costituzione e l’indipendenza. Ma
fallì e fu catturato e ucciso dai Borboni.

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