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Università degli Studi di Teramo

Facoltà di Scienze Politiche

Corso di Laurea in Statistica

Lezioni del Corso di Matematica

a cura di

D. Tondini

a.a. 2003/2004

1
CAPITOLO I
GLI INTEGRALI

1. GENERALITÀ

Definizione di integrale definito per una funzione di una variabile (secondo Cauchy-
Riemann). Sia y = f ( x ) una funzione definita nell'intervallo chiuso [ a, b] . Si suddivida
tale intervallo in un numero n qualunque di intervalli parziali mediante gli n − 1 punti
x1 , x2 , ..., xn−1 con
a ≡ x0 < x1 < x2 < ... < xn −1 < xn ≡ b
Si indichi con fr uno qualunque dei valori assunti dalla funzione f ( x ) nell'intervallo
parziale [ xr −1 , xr ] per r = 1, 2, ..., n . Posto:
xr − xr −1 = hr
si costruisca la somma:
n

∑h
r =1
r fr

Si consideri ora il seguente limite:


n
lim ∑ hr fr
θ →0
r =1

dove θ è il massimo degli hr .


Se tale limite esiste ed è finito allora si dice che la f ( x ) è integrabile nell'intervallo
[ a, b] . Il limite considerato rappresenta proprio l'integrale definito della f ( x ) in [ a, b] e
lo si indica con il simbolo:
b

(1)
∫ ()
a
f x dx

Gli estremi a e b dell'intervallo sono detti rispettivamente estremo inferiore ed estremo


superiore dell'integrale definito; la funzione f ( x ) è detta funzione integranda ed x
rappresenta la variabile di integrazione.
Osservazione 1. La funzione f ( x ) non è integrabile in [ a, b] se il predetto limite non
esiste oppure se è infinito (uguale a ± ∞).
Osservazione 2. La variabile di integrazione x può essere sostituita da una qualsiasi altra
lettera, ad esempio t, u, v, etc. a patto che il simbolo (1) venga sostituito rispettivamente da:

2
b b b

∫ () ∫ ( ) ∫ ()
a
f t dt ,
a
f u du ,
a
f v dv , etc.

Condizione necessaria per l'integrabilità. Condizione necessaria (non sufficiente)


affinché una funzione f ( x ) definita in un intervallo [ a, b] sia ivi integrabile è che la
f ( x ) sia limitata in [ a, b] . In altre parole se la funzione f ( x ) non è limitata in [ a, b]
essa non è integrabile in [ a, b] ; se, invece, è limitata allora essa può essere integrabile in
[ a, b] .
ESEMPI
La funzione di Dirichlet definita da:
 1 per x razionale
f (x) = 
 0 per x irrazionale
con 0 ≤ x ≤ 2 , non è limitata e non è integrabile secondo Riemann.
Analogamente la funzione definita da:
 1
 x≠0
f (x) =  x
 25 x =0
non è né limitata né integrabile secondo Riemannn.

Condizione necessaria e sufficiente di integrabilità. Condizione necessaria e sufficiente


affinché una funzione f ( x ) definita e limitata in un intervallo [ a, b] sia ivi integrabile è
che, fissato ad arbitrio un numero ε > 0 si possa determinare in corrispondenza un numero
θε > 0 tale che, qualunque sia la decomposizione di [ a, b] in intervalli parziali [ xr −1 , xr ] ,
con r = 1, 2, ..., n ed a ≡ x0 < x1 < x2 < ... < xn −1 < xn ≡ b (tutti di lunghezza minore di
θ ε ) e denotati con er ed Er rispettivamente l'estremo inferiore e l'estremo superiore della
f ( x ) in [ xr −1 , xr ] , risulti:
n

∑h Ω
r =1
r r <ε

ovvero:
n
lim ∑ hr Ω r = 0
θε → 0
r =1

ove hr = xr − xr −1 , Ω r = E r − er , per con r = 1, 2, ..., n .


Osservazione. Se la funzione f ( x ) è integrabile in [ a, b] allora è integrabile in ogni
intervallo [ c, d ] contenuto in [ a, b] .

3
Dalla condizione di integrabilità di Riemann discendono i seguenti Teoremi.
Teorema 1. Se la f ( x ) è continua in [ a, b] allora è ivi integrabile secondo Riemann
(condizione sufficiente e non necessaria di integrabilità).
Teorema 2. Se la f ( x ) è limitata in [ a, b] ed ivi presenta un numero finito di punti di
discontinuità allora è integrabile secondo Riemann (condizione sufficiente e non necessaria
di integrabilità).
Teorema 3. Se la f ( x ) è monotona in [ a, b] allora è ivi integrabile secondo Riemann
(condizione sufficiente e non necessaria di integrabilità).

2. PROPRIETÀ DELL'INTEGRALE DEFINITO

Sia f ( x ) una funzione integrabile in [ a, b] . Allora:


a

(1)
∫ ()
a
f xdx = 0

(2)
∫ ()
a
f x dx = 0 ⇔ f ( x) ≡ 0

a b

(3)
∫ () ∫
b
f x dx = −
a
f ( x )d x

(4)
∫a
dx = b − a

b b

(5)
∫a
c ⋅ dx = c

a
dx =c ( b− a) con c costante

b b

(6)
∫a
c ⋅ f (x ) dx = c
∫a
f (x ) dx =c ( b − a ) con c costante

b c b

(7)
∫ () ∫ () ∫ ()
a
f x dx =
a
f x dx +
c
f x dx con a < c < b

(8) Se f ( x ) è integrabile in [ a, b] allora tale risulta anche la funzione f (x) e


risulta:

4
b b


a
f ( x ) dx ≤

a
f ( x) dx

(9) Se f1 ( x) , f 2 ( x) , ..., f n ( x ) sono funzioni integrabili in [ a, b] allora anche la


funzione:
F ( x ) = f1 ( x) + f 2 ( x ) + ... + fn ( x)
è integrabile in [ a, b] e risulta:
b b b b

∫ a
 f1 ( x ) + f2 ( x ) + ... + f n (x ) dx =

a
f1 ( x ) dx +
∫a
f 2 ( x ) dx + ... +

a
fn ( x ) dx

(10) Se f ( x ) e g ( x ) sono funzioni integrabili in [ a, b] allora anche la funzione:


F ( x ) = f ( x ) ⋅g (x )
è integrabile in [ a, b] .
Osservazione. Non esiste una regola analoga a quella della somma che consenta di
calcolare immediatamente l'integrale di un prodotto. In tal caso, infatti, occorrerà ricorrere
ad alcune formule di integrazione che verranno analizzate nel seguito.
(11) Se f ( x ) e g ( x ) sono funzioni integrabili in [ a, b] allora anche la funzione:
f ( x)
F ( x) = , g ( x) ≠ 0
g ( x)
è integrabile in [ a, b] .

ESEMPI
1


1
1 1 1
α) x dx = x3 = ⋅13 − ⋅13 = 0
2

3 1 3 3
1
+1

β)
∫−1
0 ⋅ dx = 0 qualunque siano gli estremi a e b dell'intervallo di partenza


2
1 4 1 4 1 1 1 1 15
x 3dx = = ⋅ 2 − ⋅ ( − 1) = ⋅16− ⋅ 1 =4 − =
4
γ) x
4 −1
4 4 4 4 4 4
−1

5
Scambiando gli estremi d'integrazione si ha:
−1


−1
1 4 1 1 1 1 1 15
x 3dx = = ⋅ ( − 1) − ⋅ 2 4 = ⋅ 1 − ⋅ 16 = − 4 = −
4
x
4 2
4 4 4 4 4 4
2
1

∫ dx = x 2 = 1 − 2 = −1
1
δ)
2
1

∫ dx = x −1 = 1 + 1= 2
1
δ')
−1
1

∫ 2 ⋅ dx = 2x 2 = 2 ⋅ 1 −2 ⋅2 =2 − 4 = −2
1
ε)
2
1 1

∫ ∫
1
2 x3
⋅ x = ⋅ (13 − 23 ) = ⋅ (1 −8) = ⋅ ( − 7) = −
2 2 2 2 31 2 2 2 14
ζ) x dx = x dx = ⋅
2
=
5 5 5 3 2
15 2 15 15 15 15
2 2
1
2 2 2

∫ ∫ ∫
1 2
x2 2
x2 1 1  1  1 
η) xdx = xdx + xdx = + = ⋅  − 1  + ⋅ 4 −  =
2 1
2 1 2 4  2  4 
2
1 1 1
2

1  3  1  15  3 15 12 3
=⋅−  + ⋅  = − + = =
2  4 2 4  8 8 8 2
Si poteva pervenire allo stesso risultato procedendo più semplicemente come segue:
2


2
x2 4 1 3
x ⋅ dx = = − =
2 1
2 2 2
1

1 1

∫ ∫
1
2 2 2 2 x3 14 14
θ) x dx = x dx = ⋅
2
= − =
5 5 5 3 2
15 15
2 2
1 1

∫ ∫
1
2 2 2 2 x3 14 14
x dx = x 2 dx = ⋅ = − =
5 5 5 3 2
15 15
2 2

6
Osservazione. Si noti che può essere integrabile f ( x ) e non la f ( x ) , come accade per la
funzione:
 1 per x razionale
f (x) = 
 −1 per x irrazionale
con a ≤ x ≤ b .
2 2 2 2

∫( ∫ ∫( ∫
2 2
x3 x2
x − 2x + 1) dx = x dx + −2 x ) dx+ dx = − 2⋅ +x1 =
2
ι) 2 2

31 21
1 1 1 1

8 1  1 7 3 7 1
=  −  − 2 ⋅  2 − + ( 2− 1) = − 2 ⋅ + 1 = − 2 =
3 3  2 3 2 3 3
κ) Poniamo:
f ( x) = x2 e g ( x) = x
Ne segue che:
b 2 2

∫ () ∫( ∫
2
x4
f x ⋅g (x ) dx = x ⋅ x ) dx =
2
x dx =
3
= 4−0 = 4 ≠
4 0
a 0 0
b b 2 2

∫ ∫ ∫ ∫
2 2
x3 x 2 8 16
≠ f (x ) dx ⋅ g ( x ) dx = x dx ⋅
2
xdx = ⋅ = ⋅2 =
3 0 2 0
3 3
a a 0 0

In generale, quindi, l'integrale del prodotto è diverso dal prodotto degli integrali.
κ') Analogamente, se poniamo:
f ( x) = x2 e g ( x) = x
allora si ha:
b 2

b 2 2
∫ ∫ f ( x )d x x2 dx
x3
2

∫ ∫ ∫
f (x) x2
x 2 2
3
8
8
dx = dx = xdx = =2≠ a
= 0
= 0
= 3 =
g ( x) x 2 b 2 2
2 6

∫ () ∫
0 x2
a 0 0
g x dx xdx 2 0

a 0
ovvero l'integrale del quoziente di due funzioni è diverso dal quoziente degli integrali.

Sussistono, inoltre, per gli integrali definiti i seguenti Teoremi.


Teorema della media. Se f ( x ) è una funzione integrabile in [ a, b] allora risulta:
b

(α)
∫ ()
a
f x dx = µ ( b − a )

7
essendo µ un opportuno valore compreso tra l'estremo inferiore e e l'estremo superiore E
della f ( x ) in [ a, b] .

Il precedente Teorema può essere anche generalizzato come segue:


Teorema della media generalizzato. Se f ( x ) e g ( x ) sono due funzioni integrabili in
[ a, b] ed è g ( x ) ≥ 0 oppure g ( x ) ≤ 0 , allora risulta:
b b

(β)

a
 f ( x ) ⋅g ( x ) dx = µ
∫ ()
a
g x dx

essendo µ un opportuno valore compreso tra l'estremo inferiore e e l'estremo superiore E


della f ( x ) in [ a, b] .
Osservazione. Se nella (α) si pone g ( x ) = 1 si ottiene proprio la (β).
Corollario 1. Se f ( x ) è una funzione integrabile in [ a, b] ed è ivi positiva (negativa),
allora risulta:
b

∫ ()
a
f x dx ≥ ( ≤ ) 0

Corollario 2. Se f ( x ) e g ( x ) sono due funzioni integrabili in [ a, b] ed è f ( x ) ≥ g ( x )


allora:
b b

∫ () ∫()
a
f x dx ≥
a
g x dx

Definizione. Sia y = f ( x ) una funzione integrabile nell'intervallo [ a, b] , ovvero


integrabile in ogni intervallo [ a, x ] , essendo x un generico punto di [ a, b] . Allora la
funzione:
x

F ( x) =
∫a
f (t )dt

è detta funzione integrale della f ( x ) in [ a, b] relativa al punto a.


Osservazione. In luogo dell'estremo a è possibile considerare un altro punto qualunque x0
di [ a, b] .
Teorema. Se la funzione f ( x ) è integrabile in [ a, b] allora la F ( x ) risulta continua in
[ a, b] .

8
Teorema fondamentale del calcolo integrale. La funzione F ( x ) è derivabile in ogni punto
x dove la f ( x ) è continua ed in tali punti risulta:
F '( x ) = f ( x )
Osservazione. Se la f ( x ) è continua allora la F ' ( x ) esiste sempre.

3. SIGNIFICATO GEOMETRICO DELL'INTEGRALE DEFINITO

Sia y = f ( x ) una funzione definita nell'intervallo [ a, b] ed ivi continua e non negativa.


Sia inoltre Γ la sua rappresentazione grafica in un riferimento cartesiano ortogonale Oxy:
y

A'' A1 '''
A' A2 '' A''n−1
A1 '' A''n

A'1 A'2 A'n−1


A'n

T x
O A A1 A2 An−1 An
x0 = a x1 x2 xn−1 xn

La curva Γ, le retta x = a , x = b ed il segmento a ≤ x ≤ b dell'asse x delimitano una parte


di piano T che, per la sua forma, si chiama trapezoide o rettangoloide.
Ci proponiamo ora di determinare l'area di T. Dividendo l'intervallo [ a, b] in un numero
qualunque n di intervalli parziali di uguale lunghezza mediante i punti x1 , x2 , ..., xn−1 con
a ≡ x0 < x1 < x2 < ... < xn −1 < xn = b . Osserviamo, in primo luogo, che la lunghezza di
b−a
ciascun intervallo parziale è uguale a .
n

9
b−a
Posto = h e denotati con mr ed M r rispettivamente il minimo ed il massimo
n
assoluto della f ( x ) nell'intervallo [ xr −1 , xr ] ( r = 1, 2, ..., n ) , consideriamo le seguenti
somme:
n
Sn = m1h + m2 h + ... +mn h = ∑ mr h
r =1

(somma delle aree dei rettangoli A A A A1, A1 A A2' A2 , ..., An −1 An' −1 An' An )
'
1
'' '
1
n
Sn' = M1h + M 2 h + ... + M n h = ∑ M r h
r =1

(somma delle aree dei rettangoli A A'' A1''' A1, A1 A1'' A2'' A2 , ..., An −1 An'' −1 An'' An )
Si indichi inoltre con T1 il plurittangolo inscritto in T e con T2 quello circoscritto a T.

Osservato che T1 è contenuto in T e che T2 contiene T risulta naturale considerare,


qualunque sia n, Sn ed S n' come valori approssimati rispettivamente per difetto e per
eccesso dell'area A di T, cioè:
S n ≤ A ≤ S n'
per cui poniamo, per definizione:
b

(1) A =
∫()
a
f xdx

Se, invece, la f ( x ) , definita in [ a, b] , è ivi continua e non positiva allora:


b

(2) A =−
∫ ()
a
f x dx

O A' B' x

b
T
a
B
Γ

10
Se, poi, la f ( x ) , definita in [ a, b] , è ivi continua ed inoltre è non negativa in [ a, c ] e non
positiva in [ c, b ] ( a < c < b) , allora:
c b

(3) A =
∫ () ∫ ()
a
f xdx−
c
f x dx

y
A

Γ
T
A' T C B' x
O a c b
T

Se f ( x ) e g ( x ) sono due funzioni definite in [ a, b] ed ivi continue e se ∀x ∈ [ a, b]


risulta f ( x ) ≥ g ( x ) , allora:
b b b

(4) A =
∫ () ∫() ∫
a
f x d x−
a
g xdx =
a
 f ( x ) − g ( x) dx

A Γ1
C
T x
O a Γ2 b

avendo indicato con Γ 1 e Γ 2 rispettivamente le curve di equazione y = f ( x ) ed


y = g( x) .

11
Se, inoltre, f ( x ) e g ( x ) sono funzioni definite e continue in [ a, b] e se f ( x ) ≥ g ( x ) ,
∀x ∈ [ a, c] , ed f ( x ) ≤ g ( x ) , ∀x ∈[ c, b] ( a < c < b) , allora:
c b

A =

a
 f ( x )− g ( x )dx +

c
 g ( x ) − f ( x ) dx

A Γ1
C D
x
O a c b
Γ2
B
E

4. PRIMITIVA DI UNA FUNZIONE: INTEGRALE INDEFINITO

Sia y = f ( x ) una funzione definita nell'intervallo [ a, b] .


Definizione. Una funzione Φ ( x ) , definita in [ a, b] e tale che Φ ' ( x ) = f ( x ) , ∀x ∈ [ a, b] ,
si dice primitiva della f ( x ) in [ a, b] .
Osservazione 1. Se Φ ( x ) è una primitiva di f ( x ) , allora lo è anche Φ ( x ) + c , dove c è
una costante arbitraria; viceversa, una qualsiasi primitiva Φ1 ( x ) di f ( x) è
necessariamente del tipo Φ ( x ) + c (la derivata di Φ1 ( x ) − Φ ( x ) è nulla ∀x ∈ [ a, b] per cui
tale differenza è costante in tutto [ a, b] ).
Osservazione 2. Se y = f ( x ) è continua, allora:
a) la funzione integrale F ( x ) che, per definizione esiste sempre, è integrabile;
b) la funzione primitiva Φ ( x ) esiste (si osservi che qualora la f ( x ) non sia
continua non è detto che la primitiva esiste);
c) F ' ( x ) e Φ ' ( x ) sono uguali a meno di una costante

12
Osservazione 3. Alle volte si pone la seguente:

Definizione. Se la funzione f ( x ) è dotata di primitiva Φ ( x ) in [ a, b] , allora l'insieme


delle funzioni Φ ( x ) + c , con c costante arbitraria, primitive della f ( x ) in [ a, b] ,
rappresenta proprio l'integrale indefinito della f ( x ) e lo si indica con il simbolo:

Per definizione risulta, quindi:


(1)
∫() f xdx

∫ ()
f x dx = Φ ( x ) + c

Pertanto se f ( x ) è continua oppure è dotata di primitiva ed è integrabile in [ a, b] , il


simbolo (1) è esattamente quello di cui ci siamo occupati fino ad ora; se, invece, f ( x ) è
dotata di primitiva ma non è integrabile in [ a, b] , allora la (1) non è altro che l'insieme
Φ ( x) + c .

5. TABELLA DEGLI INTEGRALI INDEFINITI IMMEDIATI

(1)
∫ 0 ⋅ dx = c con c = costante

(2)
∫ dx = x + c


1 n+1
(3) x n dx = x +c con n ≠ −1
n +1


dx
(4) =2 x+c
x

(5)
∫ sin xdx = − cos x + c

(6)
∫ cos xdx = sin x + c


dx
(7) 2
= tgx + c
cos x

13

dx
(8) 2
= −ctgx + c
sin x


dx  arcsin x + c
(9) =
1 − x 2 − arccos x + c


dx  arctg x + c
(10) =
1+ x −arcctgx + c
2


dx
(11) = log x + c
x

(12)
∫ e x dx = ex + c


ax
(13) ax dx = +c
log a

6. PRINCIPALI REGOLE DI INTEGRAZIONE

(14)
∫ k ⋅ f (x ) dx = k ⋅
∫ ()
f x dx


1 n+ 1
 f ( x )  ⋅ f ' ( x ) dx = ⋅  f ( x )  + c
n
con n ≠ −1
n +1 
(15)


f '( x )
(16) dx = 2 f ( x ) + c
f (x)

(17)
∫ sin f ( x) ⋅ f ' ( x ) dx = − cos f ( x ) + c

(18)
∫ cos f ( x) ⋅ f ' ( x ) dx = sin f ( x ) + c


f ' ( x)
(19) dx = tgf ( x ) + c
cos f ( x )
2


f ' ( x)
(20) dx = −ctgf ( x ) + c
sin f ( x )
2

14

f '( x )  arcsin f ( x ) + c
(21) dx = 
1 −  f ( x )   − arccos f ( x ) + c
2


f '( x )  arctg f ( x ) + c
(22) dx = 
1 +  f ( x )   − arcctg f ( x ) + c
2


f ' ( x)
(23) dx = log f ( x ) + c
f ( x)

(24)
∫ e
f ( x)
⋅ f ' ( x ) dx = e
f (x )
+c


a ()
f x

⋅ f ' ( x ) dx =
f (x )
(25) a +c
log a

ESEMPI
(3)


1 3+1 1
α) x 3dx = x + c = x4 + c
3 +1 4

∫ ∫ ∫ ∫
x2 x2 2− 1 3 1 3 2 +1 1 5
β) dx = 1
dx = x 2
dx = x 2 dx = x + c = x 2 +c =
x 3 5
+1
2
x
2 2
2 52 2 5 2
= x +c= x + c = x2 x + c
5 5 5

∫ (x ) ∫( x ⋅ x )dx = ∫ x ∫
1 2+ 1 7
γ) 2
⋅ 3 x dx = 2 3 3
dx = x 3 dx =

1 7 3 +1 1 103 3 3 10 3
= x +c= x +c = x + c = x3 3 x + c
7 10 10 10
+1
3 3
(14)

∫ ∫
x4 x4
α) 2x3 dx = 2 x 3dx = 2 ⋅ +c = + c
4 2
risultando k = 2 ed f ( x ) = x3

∫ ∫
4 1
β) dx = 4 dx = 4 ⋅ 2 x + c = 8 x + c
x x
essendo k = 4 ed f ( x ) = 1
x

15
(15)


1 1
(1 + x ) (1+ x ) + c = ( 1+ x ) + c
4+1
dx =
4 5
α)
4 +1 5
essendo n = 4 ≠ −1 , f ( x ) = 1 + x ed f ' ( x ) = 1

∫ ∫
1 1
2 ( 2x + 1) 2 dx = ( 2x + 1) 2+1 + c = 3 ( 2x + 1) 2 + c =
1 1 3
β) 2 2 x + 1dx =
1
+1
2 2
2 2
= ( 2x + 1) 3 + c = ( 2 x +1) 2x + 1 + c
3 3
essendo n = 1 ≠ −1 , f ( x ) = 2 x + 1 ed f ' ( x ) = 2
2


1
γ) sin x cos xdx = sin 2 x + c
2
essendo n = 1 ≠ −1 , f ( x ) = sin x ed f ' ( x ) = cos x

∫ ∫
1 1
( sin x ) ( sin x ) + c = sin 5 x + c
4 +1
sin 4 x cos xdx = cos xdx =
4
δ)
4 +1 5
essendo n = 4 ≠ −1 , f ( x ) = sin x ed f ' ( x ) = cos x

∫ ∫
1 1
( cos x ) ( cos x ) + c = − cos3 x + c
2 +1
cos 2 x sin xdx = sin xdx = −
2
ε)
2 +1 3
essendo n = 2 ≠ −1 , f ( x ) = cos x ed f ' ( x ) = − sin x
(16)

∫ ∫ ∫
x 2x 1 2x 1
α) dx = dx = dx = ⋅ 2 x 2 − 1 +c =
x −12
2 x −1 2 2 x −1
2 2

= x −1 + c
2

osservando che x risulta, a meno del fattore 2, la derivata di f ( x ) = x 2 − 1

∫ ∫
3x 2 1 3 x2 1
β) dx = dx = − ⋅ 2 1 − x 3 + c = − 1 − x3 + c
2 1− x 3 2 1− x 3 2
osservando che 3x risulta, a meno del fattore −1, la derivata di f ( x ) = 1 − x3
2

(17) + (18)

α)
∫ sin ( 2 x2 ) ⋅ 4 xdx = − cos (2 x 2 ) + c

dove f ( x ) = 2 x2 ed f ' ( x ) = 4 x

16
∫ ∫ ∫
2cos2 x 1 1
β) cos2xdx = dx = 2cos2 xdx = sin2x + c
2 2 2
dove f ( x ) = 2 x ed f ' ( x ) = 2

∫ ∫ ∫
4 x3 cos x 4 1 1
γ) x 3 cos x4 dx = dx = 4x3 cos x4 dx = sin x 4 + c
4 4 4
dove f ( x ) = x ed f ' ( x ) = 4 x
4 3

∫ ∫ ∫
4 x3 sin x 4 1 1
δ) x 3 sin x4 dx = dx = 4x 3 sin x4 dx = − cos x 4 + c
4 4 4
dove f ( x ) = x ed f ' ( x ) = 4 x
4 3

(19) + (20)


3
α) 2
dx = tg3x + c
cos 3 x
essendo f ( x ) = 3x ed f ' ( x ) = 3

∫ ∫ ∫
1 3 1 3
β) 2
dx = 2
= 2
= tg3 x + c
cos 3 x 3cos 3x 3 cos 3 x
osservando che 1 risulta, a meno del fattore 3, la derivata di f ( x ) = 3x

∫ ∫ ∫
1 −1 −1
γ) dx = dx = − dx = − − ctg (− x ) + c =
sin ( − x ) − sin ( − x ) sin ( − x )
2 2 2

=ctg ( − x) + c
osservando che 1 risulta, a meno del fattore −1, la derivata di f ( x ) = − x
(21) + (22)

∫ ∫ ∫
x 2x 1 2x 1
α) dx = dx = dx = arcsin x 2 + c
1− x 2 1 − ( x2 ) 1− ( x2 )
4 2 2 2 2

essendo x, a meno del fattore 2, la derivata di f ( x ) = x 2

∫ ∫ ∫
1 1 1
β) dx = dx = dx =
2x − x 2x − x + 1− 1 1 − ( x − 2x + 1)
2 2 2


1
= dx = arcsin ( x − 1) + c
1 − ( x − 1)
2

essendo f ( x ) = x − 1 ed f ' ( x ) = 1

17
∫ ∫ ∫
1 1 5
γ) dx = dx = dx =
1 + 25x2 1 + ( 5x ) 5 1 + ( 5 x ) 
2 2
 


1 5 1
= dx = arctg5 x + c
1 + ( 5x )
2
5 5
essendo 1, a meno del fattore 5, la derivata di f ( x ) = 5x

∫ ∫ ∫ ∫
1 9 1 9 1 1
δ) dx = dx = dx = dx =
9 + x2 9 (9 + x 2 ) 9 + x2 2
9 9 x
1+  
3
1


1 3 1 x
= 2
dx = arctg + c
3 x 3 3
1+  
3
x 1
essendo f ( x ) = ed f ' ( x ) =
3 3
(23)

∫ ∫ ∫
x2 3 x2 1 3x 2 1
α) dx = dx = dx = log x3 + 3 + c
x +3 3 x +3 x +3
3 3 3
3 3
con f ( x ) = x + 3 ed f ' ( x ) = 3 x2
3

( x 2 rappresenta, a meno del fattore 3, la derivata, di f ( x ) )


1

∫ ∫
1 x dx = log log x + c
β) dx =
x log x log x
con f ( x ) = log x ed f ' ( x ) = 1
x

∫ ∫ ∫ ∫
sin x − sin x − sin x
γ) tgxdx = dx = dx = − dx = − logcos x + c
cos x − cos x cos x
con f ( x ) = cos x ed f ' ( x ) = − sin x

∫ ∫ ∫
e2 x +1 2e2 x +1 1 2e2 x +1 1
δ) dx = dx = dx = log e 2x + 1 + 4 + c
2 ( e 2x +1 + 4)
2 x +1
e +4 2 e2 x +1 + 4 2
con f ( x ) = e 2 x +1
+ 4 ed f ' ( x ) = 2e 2 x +1

(24) + (25)

α)
∫ e x + 2 dx = e x + 2 + c

essendo f ( x ) = x + 2 ed f ' ( x ) = 1

18
∫ ∫ ∫
3
+1
3 x2 ex 1 1 3
x 2e x +1dx =
3
3x 2e x +1dx = e x +1 + c
3
β) dx =
3 3 3
essendo x , a meno del fattore 3, la derivata di f ( x ) = x3 + 1
2


2
+5
2
+5
γ) 2x ⋅ 3x dx = 3x log3 e + c

essendo a = 3 , f ( x ) = x2 + 5 ed f ' ( x ) = 2 x

∫ ∫ ∫
2cos x 1+2 s i n x 1
δ) cos x ⋅ 21+2 s i n x dx = ⋅2 dx = 2cos x ⋅ 21+2 s i n x dx =
2 2
1 1+ 2sin x
= ⋅2 ⋅ log2 e + c
2
essendo a = 2 , f ( x ) = 1 + 2sin x ed f ' ( x ) = 2cos x

7. INTEGRALE INDEFINITO ED INTEGRALE DEFINITO

Sia f ( x ) una funzione continua nell'intervallo [ a, b] e sia:


x

F ( x) =
∫ a
f (t )dt

la funzione integrale. Per il Teorema Fondamentale del calcolo integrale, quindi, risulta:
F '( x ) = f ( x )
Indichiamo, inoltre, con Φ ( x ) + c l'integrale indefinito, cioè poniamo:

∫ () f x dx = Φ ( x ) + c

ed in particolare consideriamo, per c = 0 , la primitiva Φ ( x ) di f ( x ) . In virtù


dell'Osservazione 2. c) riportata in ¶ 4. la derivata della funzione integrale è uguale a
quella della funzione primitiva, ovvero:
F '( x ) = Φ ' ( x )
da cui si ha:
x

F ( x ) = Φ ( x ) + c1 ⇒ Φ ( x ) = F ( x ) − c1 =
∫ ()
a
f t dt − c1

Per x = a , quindi:
F ( a ) = Φ ( a ) + c1 ⇒ Φ ( a) = F ( a ) − c1 = −c1 ⇒ Φ ( a) = −c1

19
essendo:
a

∫ ()
a
f t dt = 0

Pertanto si può scrivere:


x x

Φ ( x) =
∫ ()
a
f t dt + Φ ( a ) ⇒ Φ ( x ) −Φ ( a ) =

a
f ( t )dt

da cui segue, in particolare:


b

(1) Φ (b ) −Φ ( a) =
∫a
f (t )dt

che rappresenta proprio la:


Formula fondamentale del calcolo integrale. L'integrale definito di una funzione continua
f ( x ) in [ a, b] è uguale alla differenza dei valori che una primitiva della f ( x ) assume
rispettivamente nell'estremo superiore b e nell'estremo inferiore a dell'integrale. In simboli
si ha:
b

∫ f (t )dt = Φ ( x ) a = Φ ( b ) − Φ ( a )
b

Osservazione. La (1) esiste anche se la f ( x ) è dotata di primitiva ed è integrabile in


[ a, b] .
ESEMPI
1

α)
∫(
0
x + 1)dx

In primo luogo occorre calcolare l'integrale indefinito:

∫ ∫ ∫
x2
( x + 1)dx = xdx + dx = + x +c
2
Ne segue, quindi, che:
1 1 1

∫ ∫ ∫
x =1
 x2  1  0  1 3
( x + 1)dx = xdx + dx =  + x  =  + 1 − +0  = + 1 =
 2  x= 0  2  2  2 2
0 0 0

20
2


1
β) dx
x
1

Essendo:


1
dx = log x + c
x
risulta:
2

∫ dx = ( log x )
1 x= 2
= log 2 − log1 = log2 − log1 = log2 − 0 = log2
x x =1

1
1

γ)
∫( −1
e x +e − x )dx

Poiché:

∫ (e
segue che:
x
+ e − x )dx =
∫ ∫ ex dx + e− x dx = ex − e− x + c

2 2e 2 − 2 2( e − 1)
1


2

(e x + e − x )dx = (e x − e− x ) = ( e1 −e −1 ) − ( e−1 − e1 ) = 2e −
1
= =
−1 e e e
−1

21

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