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“No.” Quell'eresia? Quell'apostasia? Impensabile, vi perderete, sarete dannata, scomunicata e la vostra anima
immortale verrà mandata a bruciare per sempre nel fuoco eterno!” Tenendo gli occhi bassi Angélique si sforzò
di pensare in modo coerente. Hiraga colse un fugace riflesso nella vetrina del negozio del macellaio e non si
riconobbe. “Grimes, va' subito ad avvisare il capo, è dai russi, terza casa in fondo alla strada, stai attento.” Il
soldato scivolò via. Le fiamme dei lampioni sulla passeggiata ondeggiavano e tutti aspettavano in ansia.
L'ufficiale si avvicinava impettito e impassibile. “Brutta faccia, vero, sergente?” sussurrò una sentinella con le
mani sudate strette sul fucile. E' americano, con un leggero accento del Sud, le spalle ampie, la vita stretta, ha
l'aria di uno che tira di scherma e sembra anche un ottimo ballerino. Ma chi stabilisce i prezzi?” “Ah, in tal
caso... anche se non è saggio riferire le voci” disse lo shoya con finto imbarazzo, valutando che fosse giunto il
momento di tirare a riva il suo pesce, “nelle locande di Kyòto si dice che alla prima imboscata sia scappato
anche un terzo samurai. Una donna, una donna samurai esperta nell'arte dello shuriken... che vi prende, Otami-
“Per un tempo così breve, posso appoggiarmi a un bastone soltanto.” Malcolm sorrise senza gioia. “Mi sono
esercitato.” Con grande fatica mise da parte tutti i possibili interrogativi e si concentrò per contraccambiare
quelle informazioni. Tirò fuori una manciata di appunti e cominciò a spiegare, semplicemente, ripetendo quanto
sentito, ciò che Taira e “Mukfey” gli avevano raccontato per ore. Lo shoya ascoltava attento, contento che la
moglie nascosta dietro lo shoji stesse prendendo nota di ogni parola. “Appunto, signor Struan!” sbottò
l'ammiraglio. “Se gli indigeni non avessero avuto le armi non sarebbe accaduto il grande ammutinamento, le
rivolte verrebbero domate molto più in fretta ovunque, e i selvaggi di tutto il mondo potrebbero essere educati
con minor fatica, ogni genere di commercio utile verrebbe svolto in pace e la pax britannica avrebbe già imposto
l'ordine al mondo intero. “Grazie.” Ah Soh allungò i bastoncini per riempire la ciotola e prese anche il bel
gambero saltato in padella che aveva già adocchiato. “Per favore, continua, sorella maggiore.” Le due donne
sedevano nella stanza di Ah Tok davanti al tavolo su cui erano disseminate le numerose pietanze del loro pasto,
con il bricco di tè al gelsomino a portata di mano. “Ayeeyah, è molto difficile. Furente, l'ufficiale inspirò e si
avviò deciso verso il cancello della Legazione russa, superò le due immense sentinelle barbute e si piazzò
davanti a sir William, aspettandosi un inchino. “Non ne sono sicuro, ma potrei scommetterci.” I samurai
misero mano alle spade. In fondo alla strada il drappello della marina si schierò pronto a fronteggiare l'attacco.
Ciascuna delle due parti era in attesa del primo passo falso.
“Ho anche cercato di convincerlo a desistere dal duello ma la sua risposta è stata: “Solo se Malcolm mi
chiederà pubblicamente scusa”.” “Perché, padre?” “Grazie.” Hiraga finì il suo sakè. Sumomo era a Kyòto con
Katsumata... “Grazie.” Ah Soh allungò i bastoncini per riempire la ciotola e prese anche il bel gambero saltato
in padella che aveva già adocchiato. “Per favore, continua, sorella maggiore.” Le due donne sedevano nella
stanza di Ah Tok davanti al tavolo su cui erano disseminate le numerose pietanze del loro pasto, con il bricco di
tè al gelsomino a portata di mano. “Ayeeyah, è molto difficile. “Non importa, vi confesso subito.” “Sì, lo so.”
Ketterer spostò la lettera al centro della scrivania. “La vostra Nobil Casa è la compagnia più importante in Asia,
anche se mi dicono che ormai la Brock vi sta superando. In ogni caso, voi potreste dare il buon esempio. Vorrei
che voi e la vostra compagnia mi sosteneste in questa giusta causa, signor Struan.” Malcolm tacque esasperato.
“No. Una fesseria del genere non meriterebbe neppure di essere riferita.”
“Aspettate!” La violenza della voce di padre Leo la turbò. “Padre?” Ah Soh prese un'altra porzione di un
gustoso spezzatino di manzo in salsa d'ostriche. “Non è proprio da lui.” “No, quell'impertinente rifiuta di
discutere l'argomento. E voi?” La pattuglia camminava al centro della strada e le sentinelle della Legazione
britannica, francese e russa, già all'erta, impugnarono con calma i fucili. “Lasciate le sicure, ragazzi! E non
sparate fino a quando non ve lo ordino” ringhiò il sergente. “Per tutti gli dei, grandi e piccoli, nessuno può
tradire mio figlio, fargli indossare il cappello verde e vivere una vita lunga e felice!” “L'ho letto sui giornali, ma
non so per certo se i cannoni fossero di produzione britannica.” Sorrise alla propria immagine soddisfatto del
travestimento, poi si sfilò l'orologio e lo ammirò. Segnava le undici e sedici minuti. Come se sedici minuti
fossero importanti, pensò con disprezzo. Tuttavia era soddisfatto d'aver imparato a leggere il tempo dei gai-jin
tanto in fretta.
“Certo. E' carica, naturalmente.” Era una pistola piccola ma micidiale, con il manico rivestito d'argento, a
canna doppia, caricata con due proiettili di bronzo. Gliela restituì. “Non lo hai fatto, Angel” la rassicurò
Malcolm. “No, per favore, sedetevi. Avete considerato il prezzo?” Edward Gornt annuì. “Chiedo scusa per non
essere venuto a trovarvi prima, signore, ma il signor Greyforth non voleva... sentire ragione. Ora si dice
d'accordo sulle pistole, sulle pistole da duello a doppia canna, un colpo o due, a vostra scelta, da una distanza di
venti passi.” La voce dell'ammiraglio era dura e gelida, e sembrava arrivare dal cassero di poppa. Ubbidite e
non commettete errori. “Cos'è stato?” chiese lei con il cuore che batteva più in fretta del solito. La sala da
pranzo, la stanza più grande della Legazione russa, conteneva un tavolo per venti persone imbandito con
raffinata argenteria e ricchi piatti di portata. Alla festa erano presenti tutti i ministri, escluso von Heimrich,
sempre ammalato, nonché alcuni ufficiali francesi e britannici. Angélique e Malcolm sedevano a capotavola.
Dietro a ciascun ospite erano appostati due inservienti in livrea e altri servivano. “No, non importa, di' a Johann
di raggiungermi.”
Norbert, che si era già scelto una via di fuga in caso di emergenza, vide la ronda notturna della marina,
capitanata da un sergente, uscire di corsa da una strada laterale con i fucili spianati e schierarsi con autorità ma
senza essere provocatoria lungo la passeggiata. “Adesso non dobbiamo più preoccuparci” disse Greyforth più
rilassato. “Portate sempre quella pistola con voi, Edward?” Angélique fissò l'ombra oltre la grata. Era sicura che
padre Leo stesse mentendo e quel pensiero la inorridiva. “Farò del mio meglio” disse. Faresti bene a non
parlarne a nessuno! “Otami-sama” disse lo shoya, che non aveva notato in Hiraga nessun cambiamento essendo
a sua volta stordito, “i miei signori vi saranno grati quanto me. Quando avremo finito di esaminare tutti i vostri
brillanti pensieri e le vostre idee, mi concederete la possibilità di porvi alcune brevi domande?” “Che cosa sta
succedendo, signore?” chiese Gornt. “Ecco cosa voleva suggerirci Chen! I pipistrelli ondeggiano quando
volano, non si posano sul primo ramo che trovano e si appendono a testa in giù. Ci sta dicendo di scoprire lo
Yang che ha posseduto quello Yin! “Ditegli che sono autorizzato a...” La voce di sir William lo interruppe.
“Capitano Pallidar, aspettate! “Dunque, il valore della Choshu Società per Azioni è di diecimila azioni. Poi, il
daimyo, rappresentante della società per azioni, offre tutte o parte delle azioni a qualcuno in cambio di denaro.
Questi riceve un pezzo di carta che dice quante azioni della Choshu Società per Azioni ha comprato, e così entra
in possesso della Choshu Società per Azioni per una quota corrispondente al denaro versato. Tutto questo dovrà
essere scritto in un contratto che voi firmerete. Dopo dieci anni il patto decadrà e sfodereremo le spade.”
Le faccende riguardanti lo scambio di denaro erano competenza delle donne, non degli uomini. Ubbidite e non
commettete errori. “Ammiraglio Ketterer, il governatore può indicare chi vuole, ma dovrà sostenere le sue
accuse con buone prove se non vorrà scatenare una dura reazione da parte nostra, e ancora più dura da parte dei
Brock. A me non risultano contatti di quel tipo, e in ogni caso la vendita di armi non è proibita dal Parlamento.
“Me la porto anche a letto, signore, ma l'ho usata solo una volta, contro una signora che stava scappando nel
cuore della notte con il mio portafogli.” “Carina. E' americana?” “Come possiamo essere sicure che sia stato il
padrone?” disse Ah Soh con un sonoro rutto. “E se fosse stato un altro?” Abbassò il tono di voce guardandosi
intorno come se temesse di essere ascoltata, mentre Ah Tok rimaneva con i bastoncini sospesi a mezz'aria. “Joie
de vivre” rispose Gornt. Quando la minacciosa presenza giapponese fu notata, quelli che passeggiavano si
fermarono, quelli che conversavano lasciarono le frasi a mezzo, tutti guardarono verso nord e i più vicini alla
pattuglia si fecero da parte. Molti rimpiansero di non avere una pistola in tasca o nella fondina. Altri arretrarono
e un soldato fuori servizio scappò in un vicolo ad avvisare la ronda notturna della marina. “Se la pesca è
abbondante, costano meno e viceversa. Dipende dalla pesca, o dal raccolto.” Hiraga annuì, pur essendo certo che
lo shoya avesse dato una risposta reticente, parziale o ambigua. Dai mercanti e dagli usurai non ci si può
aspettare di più, pensò, e decise all'istante di sospendere ogni eventuale incontro tra Mukfey e lo shoya e di
rimandare l'ultima parte della lezione sulla società per azioni, quella che per qualche misteriosa ragione lo
affascinava di più: che il fondatore di una società per azioni, cioè, potesse decidere quante azioni riservare a se
stesso, senza pagarle, e se queste ammontavano al cinquantun per cento del totale aveva il potere sulla
compagnia.
“Cos'è stato?” chiese lei con il cuore che batteva più in fretta del solito. “Una bella idea. Norbert è d'accordo?”
“Sì, lo so.” Ketterer spostò la lettera al centro della scrivania. “La vostra Nobil Casa è la compagnia più
importante in Asia, anche se mi dicono che ormai la Brock vi sta superando. In ogni caso, voi potreste dare il
buon esempio. Vorrei che voi e la vostra compagnia mi sosteneste in questa giusta causa, signor Struan.”
Malcolm tacque esasperato. Angélique e Malcolm lo guardarono allontanarsi. “Chi è questo signor Gornt?” Lui
glielo spiegò, dandole tuttavia soltanto la versione ufficiale. Il pensiero di martedì gli offuscava la mente. Il
macellaio aveva un'enorme pancia, braccia grandi come cannoni e il grembiule macchiato di sangue. Di navi da
guerra. E di oppio.” Malcolm misurò le parole. “La Struan commercia in Cina nel rispetto delle leggi
britanniche. Nessuno degli articoli che avete menzionato è vietato dalla legge.” Sulla spiaggia alcuni marinai
mezzo ubriachi avevano acceso un fuoco e ballavano al suono della cornamusa con un travestito. In lontananza
si udiva il brusio della Città Ubriaca. “Preferite che ci si incontri più tardi, da qualche altra parte?” Sulla
spiaggia alcuni marinai mezzo ubriachi avevano acceso un fuoco e ballavano al suono della cornamusa con un
travestito. In lontananza si udiva il brusio della Città Ubriaca. La vecchia Ah Tok non rideva più. “Fang-pi!”
Malcolm respirò a fondo per riacquistare il controllo di sé. “Dell'importazione e della vendita di armi e
cannoni agli indigeni. “Sarà un onore per me esporre queste opinioni, ammiraglio.” Ketterer sbuffò. Per evitare
di ritrovarsi messo alle strette, Malcolm accennò ad alzarsi. “Un momento, signor Struan, prima che ve ne
andiate vorrei parlarvi di un'altra questione, una faccenda privata.” L'ammiraglio indicò la busta e la lettera sulla
scrivania. “In tal caso...” disse lo shoya con voce umile e mielata, notando la grande concessione di quel
“prego”. “Il Gyokoyama è onorato di prestare un servizio a voi e alla vostra famiglia, preziosi clienti.” “Non è
necessario, sir William” intervenne Erlicher, il ministro svizzero, “se è in olandese posso tradurre io.” “Una
bella idea. Norbert è d'accordo?” Angélique lo guardò con ammirazione poi, riscaldata dal suo sorriso, prese
Malcolm sottobraccio e cominciò a raccontarsi mentalmente l'incontro per la lettera che stava scrivendo a
Colette: “Bene.” Hiraga era stanco, ma apprezzava quel labirinto di nuove idee anche se a volte vi si perdeva.