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Riv Ital Med Lab (2018) 14:241–248

https://doi.org/10.1007/s13631-018-00208-1

S C H E G G E D I S TO R I A D E L L A M E D I C I NA

Medicina Militare nella Prima Guerra Mondiale. Studi francesi


sulla patogenesi dello shock traumatico nei feriti di guerra
Military medicine during the First World War. French studies
on the pathogenesis of traumatic shock in the war wounded

Giuliano Dall’Olio1

Ricevuto: 26 luglio 2018 / Accettato: 2 novembre 2018 / Pubblicato online: 21 novembre 2018
© Società Italiana di Patologia Clinica e Medicina di Laboratorio 2018

Riassunto Nella guerra 1914–1918 l’uso di nuove potenti con shock è diversa a seconda che il ferito si avvii verso la
armi, quali le mitragliatrici e le artiglierie portano la Sanità guarigione o sia destinato alla morte. Nel primo caso l’azoto
Militare dei Paesi belligeranti a rivedere la sua organizza- totale non proteico, all’inizio molto aumentato, ritorna pro-
zione e a intraprendere studi sulle complicazioni in chirur- gressivamente alla normalità, nel secondo la curva è rego-
gia. I proiettili shrapnel e le schegge di granata provocano larmente ascendente e l’azoto totale non proteico continua a
ferite estese sul corpo e sugli arti dei combattenti, mettendo crescere fino alla morte. Il metodo utilizzato da Grigaut per
i chirurghi di guerra di fronte a nuove problematiche. Una la misura delle sostanze azotate è una modifica della rea-
di queste è lo shock traumatico da ferite, fino ad allora poco zione di Nessler per il dosaggio dell’ammoniaca. Georges
studiato. Già nel maggio 1916, il chirurgo professor Eduard Rouhier, chirurgo negli ospedali di prima linea, con il suo
Quénu, dall’osservazione clinica dei feriti di guerra, ipotiz- lavoro sui feriti agli arti, osserva che l’interposizione di un
zava che i fenomeni denominati “shock” fossero dovuti a laccio emostatico tra il tessuto lesionato e la circolazione ge-
un avvelenamento il cui punto di partenza si trovava nella nerale può impedire alle sostanze azotate tossiche prodotte
ferita. Il chirurgo Pierre Duval e il chimico clinico Adrien nella ferita di passare nel sangue ed esercitare il loro effetto
Grigaut, attraverso accurate indagini chimico-cliniche, di- nocivo sull’organismo. Quindi l’amputazione rapida o l’e-
mostrano che i fenomeni tossici dello shock da ferita sono scissione ampia può salvare i feriti dalla morte sopprimendo
correlati a un’intensa e rapida scomposizione chimica di al- il focolaio tossico. Questi fatti, secondo gli autori, sono la
cuni composti azotati nelle parti traumatizzate. Le sostanze conferma della teoria di Quénu e hanno contribuito, nel cor-
azotate, normalmente trattenute nelle cellule dei tessuti, per so della guerra, a fare luce sulla patogenesi dello shock trau-
effetto del trauma che abbassa la soglia di escrezione del- matico da ferite e a utilizzare nuovi protocolli nella chirurgia
la membrana cellulare, passano nel sangue. Duval e Grigaut d’urgenza.
sono in grado di verificare questo passaggio. Dalle analisi
chimico-cliniche sui feriti emerge infatti che, alla diminu- Parole chiave Prima Guerra Mondiale · Medicina
zione dell’azoto non proteico nei tessuti traumatizzati, cor- militare · Shock traumatico · Ferita di guerra · Éduard
risponde un suo aumento nel sangue e che questo incremen- Quénu · Pierre Duval · Georges Rouhier · Adrien Grigaut
to è correlato all’intensità dei fenomeni di intossicazione.
L’aumento di azoto non proteico nel sangue, anche se mini- Summary During the war 1914–1918, the use of new pow-
mo, si rileva in tutti i feriti, ma assume valori considerevoli erful weapons, such as machine guns and artillery leads the
solo in quelli con shock nei quali Duval e Grigaut riscon- Military Health Service of belligerent countries to review
trano concentrazioni anche doppie del valore normale che its organization and to undertake studies upon complica-
essi avevano individuato. In generale l’evoluzione della cur- tions in surgery. Shrapnel projectiles and grenade splinters
va delle sostanze azotate che si trovano nel sangue dei feriti cause extended injuries to the body and the limbs of the com-
batants, bringing war surgeons to face with new problems.
B G. Dall’Olio One of these is the traumatic shock caused by wounds, until
giuliano.dallolio@yahoo.it then poorly studied. Already in May 1916, from the clini-
1 Museo delle Forze Armate 1914–1945, Via del Lavoro n. 66, cal observation of war wounded, the surgeon professor Ed-
Montecchio Maggiore, VI, Italia uard Quénu, supposed that the phenomena called “shock”
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were due to a sort of poisoning, whose starting point was the lesioni estese e profonde, provocate dai proietti shrapnel e
wound. The surgeon Pierre Duval and the clinical chemist dalle schegge di granata, che imponeva alla chirurgia, in tut-
Adrien Grigaut show with accurate chemical and clinical te le sue branche, l’aumento esponenziale di problematiche
studies that toxic phenomena from wound shock are related mai affrontate nei precedenti conflitti.
to intense and rapid chemical breakdown of nitrogenous Fin dall’inizio delle ostilità, i chirurghi comprendono che
compounds in traumatized parts of the body. Nitrogenous per la gestione delle nuove ferite di guerra l’apparato fino al-
substances, normally held in tissue cells, seep into the blood lora in uso è insufficiente ed elaborano progressivamente più
due to the trauma that lowers the threshold of cell membrane moderne tecniche chirurgiche e mediche e migliori supporti
excretion. Duval and Grigaut can verify this spread. Clini- logistici.
cal chemistry analysis performed on wounded soldiers show La Prima Guerra Mondiale fu decisiva per lo sviluppo
that the decrease of non-protein nitrogen in traumatized tis- dei principi base del trattamento chirurgico delle ferite e
sues is related to the corresponding increase in the blood, rappresentò per tutti i chirurghi un periodo di riferimento.
and that this increase is proportional to the intensity of in- Il massiccio afflusso di feriti e le precarie e ritardate con-
toxication phenomena. The increase of non-protein nitrogen dizioni di cura fanno infatti riapparire la gangrena gassosa
in the blood, although minimal, can be detected in all the e le complicazioni setticemiche mortali. Edmond Delorme
wounded, but reaches high values only in those with shock; (1847–1929), professore di chirurgia di guerra, il 10 aprile
in these subjects Duval and Grigaut find concentrations 1914 esponeva all’Académie de Médecine, le sue direttive ai
even twofold exceeding the normal value they had identi- chirurghi: per le lesioni da proiettili di piccolo calibro po-
fied. In general the evolution of the curve of nitrogenous sub- che operazioni in prima linea, rimandarle alle retrovie. L’in-
stances found in the blood of the wounded with shock is dif- tervento veniva così ritardato e “l’infezione allora diventa
ferent and depends on whether the wounded is healing or he la regola!”. Qualche mese dopo Delorme riconosceva che
is destined to die. In the first case the non-protein nitrogen, le lesioni da armi di grosso calibro ponevano problemi di-
at the beginning very high, gradually returns to normal val- versi e quindi: “la chirurgia di prima linea deve fare tutto
ues; in the second one, the curve is regularly ascending and il necessario (. . . ) per situazioni nuove nuove soluzioni!”
total non-protein nitrogen continues to grow until the death. [1–3].
The method used by Grigaut for nitrogenous substances is Si calcola che negli eserciti dell’Intesa i soldati feriti per
a modification of Nessler’s reaction for ammonia measure. l’intero periodo di belligeranza furono: Francia 4,5 milioni,
Georges Rouhier, surgeon in forefront hospitals, in his work 2,0 milioni di inglesi, 1,0 milione di soldati italiani, circa
on limb injured notes that the interposition of a tourniquet 200.000 americani e più di 5,0 milioni di russi; per le poten-
ze degli Imperi Centrali: 4,5 milioni di tedeschi, 1,8 milioni
between the damaged tissue and the overall circulation may
di austriaci-ungheresi [4].
prevent toxic nitrogenous substances produced in the wound
La Francia con il maggior numero di feriti tra le poten-
from passing into the blood and producing their harmful ef-
ze dell’Intesa, con una Sanità Militare organizzata per una
fect on the organism. Then rapid amputation or wide exci-
guerra breve e di movimento, come del resto tutti i Paesi bel-
sion can save the wounded from death by suppressing the
ligeranti legati a esperienze delle guerre precedenti, dovrà
toxic site. These facts, according to the authors, are the con-
adeguarsi alle nuove condizioni di combattimento.
firmation of Quénu’s theory and have contributed, during
Il servizio sanitario dell’esercito francese affronta il pro-
the war, to shed light on the pathogenesis of traumatic shock
blema stabilendo un triage dei feriti, mobilitando tutti i chi-
from wounds and to introduce new treatment protocols in
rurghi disponibili e realizzando nuove strutture quali le unità
emergency surgery.
chirurgiche mobili, le “Ambulances Chirurgicales Automo-
biles” (ACA, dette anche “Auto-chir”) per gli interventi in
Keywords First World War · World War I · Military
prima linea [3, 5, 6].
medicine · Wound shock · War wound · Éduard Quénu ·
Pierre Duval · Georges Rouhier · Adrien Grigaut
Lo shock traumatico da ferita
Introduzione Uno dei problemi che i chirurghi di guerra si trovano a do-
ver affrontare è lo shock traumatico nei feriti, all’epoca an-
Il nuovo volto della Guerra 1914–1918, combattuta con ar- cora poco studiato. La Grande Guerra offre l’opportunità di
mi moderne di effetto vulnerante mai prima conosciuto, con indagare sulla patogenesi dello shock in modo rigoroso e
largo impiego delle artiglierie con enorme potenza di fuoco, scientifico. I chirurghi che operano al fronte si appoggiano
mitragliatrici, gas tossici e la sua estensione a molte potenze ai Laboratori di chimica clinica e batteriologia per verificare
mondiali, porta alla Sanità Militare dei Paesi belligeranti il ipotesi sull’eziopatogenesi dello shock generato sul campo
problema della cura di un elevatissimo numero di feriti con di battaglia.
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Il termine “shock” per descrivere una vittima di un trau- Fig. 1 Éduard Quénu
(1852–1933)
ma appare per la prima volta nella traduzione inglese di un
trattato sulle ferite da arma da fuoco del 1840 del chirur-
go francese Henri-François LeDran (1685–1770) ed è inteso
come “impatto improvviso”, “scossa”, “spavento”, “urto”,
o “emozione violenta” che segue la ferita da arma da fuoco
[7].
Dalla Guerra Civile americana (1861–1865), quando i
chirurghi iniziano a ipotizzare che il fenomeno dello shock
potrebbe essere una risposta a qualcosa di più di una sem-
plice ferita da arma da fuoco e fino a poco prima della Gran-
de Guerra, numerose furono le teorie sullo shock. Alcune
di queste derivano da studi effettuati in Laboratorio, come
patogenesi dello shock traumatico da ferite di guerra e a
quelle proposte da George Washington Crile (1864–1943),
coordinare le ricerche per avvalorare le sue idee.
chirurgo statunitense, docente di chirurgia alla Western Re-
serve University [8], e da Yandell Henderson (1873–1944), – Édouard Quénu (1852–1933), chirurgo (Fig. 1)
fisiologo della Yale University la cui tesi che lo shock fos-
Dopo la laurea in Medicina a Parigi (1881) percorre i vari
se dovuto a una riduzione di CO2 nel sangue ebbe molte stadi della carriera universitaria. Nel 1890 consegue l’inca-
attenzioni tra gli studiosi [9, 10]. rico di chirurgo all’ospedale universitario Cochin, che man-
Walter Bradford Cannon (1871–1945), professore di terrà fino alla fine della carriera, e nel 1907 diviene titolare
fisiologia della Harvard Medical School, e John Fraser della Cattedra di Chirurgia.
(1885–1947), professore di clinica chirurgica a Edimbur- Quénu aveva acquisito solide basi di anatomia norma-
go, che durante la guerra si occupano dello shock da feri- le, anatomia patologica, fisiologia, discipline fondamentali
ta, in un loro lavoro scrivono: “L’importanza dello shock per il suo lavoro di chirurgo, frequentando come assisten-
traumatico come serio fattore di complicanza delle ferite e te Louis Félix Terrier (1837–1908) e poi collaborando con
delle operazioni chirurgiche e la sua natura misteriosa si Etienne Jules Marey (1830–1904), professore di Semeiotica
sono combinati per stimolare l’indagine sulle sue cause e Medica a Parigi, fisiologo, noto per la realizzazione di nu-
sui metodi per affrontarla. Che l’indagine sullo shock sia merosi apparecchi per la registrazione grafica in fisiologia
stata difficile e che lascia perplessi è indicata dal numero e (sfigmografo, pneumografo, cardiografo) e per le ricerche
dalla varietà delle teorie presentate per spiegarla. Le diffi- sulla funzione muscolare, sulla fisiologia del movimento, sui
coltà non risiedono nell’oscuro carattere dello shock stesso, fenomeni elettrici.
ma anche nelle complicazioni introdotte dalle condizioni Terrier è chirurgo degli ospedali Saint-Antoine (1882) e
connesse, come emorragia e sepsi. In queste circostanze il Bichat (1883) professore di Clinica chirurgica nell’ospeda-
modo più promettente di ottenere una visione profonda sta le universitario Pitié-Salpêtrière, sostenitore della sterilizza-
nel raccogliere quanti più fatti di osservazione possibile, zione a secco e dell’asepsi nelle sale operatorie. Accanto a
con la possibilità che i fatti possano suggerire la natura del Terrier, Quénu partecipa attivamente allo sviluppo e al mi-
processo o dei processi che stanno avvenendo” [11]. glioramento della nascente asepsi; dopo aver superato molte
Nel 1918 gli americani e gli inglesi istituiscono una spe- resistenze, riesce a introdurre in Francia l’uso di guanti di
ciale commissione per la ricerca sullo shock traumatico che gomma nelle operazioni chirurgiche.
includeva fisiologi illustri e faceva capo a Walter Cannon Il lavoro chirurgico di Édouard Quénu è considerevo-
e a William Maddock Bayliss (1860–1924), professore di le, particolarmente interessato alla patologia dell’intesti-
Fisiologia all’University College di Londra. no crasso, per la quale sviluppa nuove tecniche chirurgi-
che, e a quella delle vie epatobiliari, dove contribuisce a
estendere il ruolo della chirurgia [12, 13].
I protagonisti francesi degli studi sullo shock La Grande Guerra fornisce a Quénu l’opportunità di ren-
traumatico nei feriti di guerra dere servizi di carattere ancor più generale. Allo scoppio
delle ostilità viene mobilitato come ufficiale medico e in-
In Francia, gli studi sullo shock traumatico da ferite viene caricato di dirigere, organizzare e gestire la distribuzione e
effettuato principalmente da tre chirurghi: Éduard Quénu, lo sgombero dell’elevatissimo numero di feriti dalle prime
Pierre Duval, Georges Rouhier e dal chimico clinico Adrien linee.
Grigaut, tutti arruolati nella Sanità Militare allo scoppio del- Organizza corsi di formazione del personale sanitario te-
la Grande Guerra. Sarà Éduard Quénu, il più anziano dei nuti da chirurghi con esperienza. Rende la Società di Chi-
chirurghi, il primo in Francia a formulare un’ipotesi sulla rurgia il centro scientifico che emette pareri operativi e linee
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Fig. 2 Pierre Duval chirurgiche mobili autotrasportate create dalla Sanità Mi-
(1874–1941)
litare francese. Duval aveva collaborato fin dal 1915 alla
realizzazione di questi nuclei mobili destinati a intervenire
sui feriti il più vicino possibile ai luoghi di combattimento.
Le Auto-Chir dispongono di tutte le attrezzature necessarie
per la Chirurgia d’urgenza, sale operatorie, unità di Radio-
logia, farmacia, sala di sterilizzazione, gruppo elettrogeno,
trasportate su camion nei posti dove era previsto un massic-
cio afflusso di feriti, montate e rese operative in poche ore
vicino a strutture già esistenti, scuole, chiese, ville, barac-
che, dove potevano essere sistemati i letti per gli operati in
attesa di essere trasferiti negli ospedali di retrovia [3, 5, 6].
Nell’ottobre 1917 così riferisce la sua esperienza sull’evo-
guida terapeutiche. Affronta le più svariate questioni della
luzione della chirurgia di guerra ribadendo quanto già affer-
chirurgia bellica.
mato da Delorme: “nel 1914, la chirurgia bellica si basava
Si adopera a convincere i governanti che non vi è una
su due principi fondamentali: evacuare molto senza un in-
chirurgia di guerra e una chirurgia dei tempi di pace. Tutti i
tervento chirurgico precoce e operare al minimo. L’attuale
feriti hanno il diritto di essere curati da chirurghi competenti
guerra ha invertito questa formula. Operare sempre e il più
e ricoverati in strutture idonee. La valutazione dei feriti de-
rapidamente possibile; evacuare solo i feriti operati: tale
ve essere effettuata da chirurghi esperti; egli stesso effettua,
è la regola” [16]. La migliore conoscenza dell’evoluzione
per molti mesi, il triage dei grandi feriti a Parigi. Si oppone
biologica delle ferite di guerra giustificava questo atteggia-
all’imposizione di trasporti ininterrotti di feriti per più gior-
ni e, con difficoltà, ottiene che il loro spostamento avvenga mento, la rapidità dell’intervento poteva evitare le temute
per fasi successive. complicazioni infettive. Di grande aiuto furono quindi le
Con ostinazione, fa accettare il principio che in guerra Auto-Chir.
l’unico trattamento razionale delle ferite addominali è la la- Nel 1917 assume il controllo chirurgico dell’Armata del-
parotomia immediata, opinione subito avvalorata dal grande le Fiandre, successivamente è nominato consulente della
chirurgo, Léon Labbé (1832–1916). Settima Armata, responsabile di 4000 posti letto.
Alla fine del conflitto torna al suo lavoro mettendo a frut- Il suo lavoro al fronte, con l’enorme flusso di feriti che ar-
to la notevole esperienza acquisita nella logistica e nella rivano agli ospedali di prima linea e ai posti di medicazione,
chirurgia di guerra. può approfondire numerosi aspetti speciali della Chirurgia
È stato membro dell’Accademia delle Scienze, dell’Ac- di guerra, in particolar modo quella toracica, i cui risultati
cademia di Medicina, commendatore della Légion d’hon- pubblica nel 1917 [17]: l’uso della sieroterapia per la pre-
neur, membro del consiglio dell’Institut Pasteur, presidente venzione della cancrena gassosa, alcuni protocolli sul tratta-
di numerose Società scientifiche [14, 15]. mento delle ferite da effettuare sul campo e negli ospedali di
retrovia e infine lo shock traumatico, dimostrando, con in-
– Pierre Duval (1874–1941), chirurgo (Fig. 2) dagini di laboratorio, in collaborazione con Grigaut, la sua
Si laurea in Medicina all’Università di Parigi nel 1902 origine tossica come aveva intuito Quénu [16].
e fino al 1912 è assistente di Quénu, con il quale svolge Tornato alla pratica civile, Duval lavora come chirurgo
ricerche di Chirurgia genitourinaria e Patologia chirurgica all’ospedale Lariboisière e quindi, nel 1919, viene nomina-
dell’intestino crasso. to professore di chirurgia a Parigi. Due anni dopo assume
Nel 1912 diviene direttore della Clinica chirurgica all’o- la direzione del nuovo ospedale universitario di Vaugirard
spedale Bicêtre di Parigi. di Parigi con l’incarico di professore di Clinica chirurgica
Nel 1914, allo scoppio della guerra, viene arruolato nel- [2, 18–20].
l’esercito come aiutante nel Servizio Sanitario della Decima
– Georges Rouhier (1879–1960), chirurgo, ginecologo
Armata e già nell’autunno dello stesso anno presta servizio
nella prima battaglia della Marna. Laureato in Medicina nel 1911, frequenta la Clinica chi-
Viene quindi assegnato alla direzione chirurgica del- rurgica dell’ospedale Cochin occupandosi del cancro del ret-
la Decima Regione con il controllo di 14.000 posti letto, to e quindi la Clinica ginecologica dell’ospedale Broca do-
dimostrando le sue eccellenti capacità di organizzatore e ve si dedica allo studio del cancro dell’utero. Dal 1911 al
amministratore. 1914 orienta i suoi interessi alla Ginecologia e alla Chirurgia
Nel 1916 torna in servizio attivo come responsabile addominale.
dell’Ambulance Chirurgicale Automobile numero 21 (Auto- “Infine, la guerra è arrivata e ora esiste solo la chirurgia
Chir, 21) con 12 tavoli operatori, una delle circa 40 unità di guerra” [21].
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Arruolato nella Sanità Militare nell’agosto 1914, presta cura della realizzazione di queste tecniche, base di ricerche
servizio come chirurgo in vari settori del fronte, negli ospe- successive. L’indagine clinica, completata dalla sperimen-
dali da campo nelle immediate retrovie sino alla fine del tazione, ha seguito questo primo lavoro e portato a deduzio-
conflitto. ni riguardanti la fisiologia e la patologia [23]. I suoi studi
Nel 1917 viene nominato chirurgo consulente di corpo sono rivolti allo studio di numerosi analiti nel sangue e nelle
d’armata, il cui compito è principalmente organizzare un urine: colesterolo, acido urico, glucosio, azoto non proteico,
gruppo avanzato di chirurghi per garantire il triage di tutti urobilina e bilirubina, tossine difteriche e tetaniche.
i feriti e la chirurgia d’urgenza dei non trasportabili subito Durante la Prima Guerra Mondiale mette a disposizione
dopo le azioni militari quando il numero di feriti accolti va- le sue conoscenze nel campo della Chimica clinica per risol-
riava tra 2500 e 10.800. “I miei doveri mi hanno permesso di vere problemi attinenti lo shock traumatico da ferite, come
studiare le grandi emorragie e i feriti con shock. Le oppor- si legge nella relazione di Émile Bourquelot (1851–1921),
tunità di studio sono state frequenti e il mio campo di osser- professore di chimica alla Facoltà di Farmacia dell’Univer-
vazione è stato molto ampio (. . . ). Per passare alla pratica sità di Parigi, sulla memoria presentata da Adrien Grigaut
quotidiana, ci volle un grande sforzo, perché le condizio- per il premio Chaussier: “Nouvelles méthodes chimiques en
ni della guerra non favorivano lo studio dei nuovi problemi pathologie et leurs résultats”, relazione letta nella seduta
che si presentavano. Era, infatti, nel costante pericolo, sotto del 22 dicembre 1919 all’Accademia delle Scienze di Parigi
una tenda o in una baracca, in mezzo a confusione e rumo- [24].
re, spesso in preda a un’eccessiva stanchezza, che bisogna- “L’autore, che è Direttore del Laboratorio di Chimica
va lavorare. Per trovare la volontà, era essenziale sentirsi alla Facoltà di Medicina di Parigi, ha ideato nuovi metodi
incoraggiati dalla certezza che una mano possente avrebbe e perfezionato quelli vecchi per ricercare, isolare e dosare
raccolto tutte queste conoscenze dolorosamente accumulate diversi costituenti importanti dell’organismo. Grazie a que-
e ne avrebbe tratto insegnamento. Questo incoraggiamento, sti metodi, notevoli progressi sono stati raggiunti nel campo
questo sostegno, questa certezza, dell’uso dello sforzo dato, della Medicina e della Chirurgia.
io l’ho trovato durante l’intera guerra, e molti altri con me, Per quanto riguarda le sostanze azotate, il metodo è una
nel mio maestro Professor Quénu” [22]. modifica della reazione di Nessler per il dosaggio dell’am-
Viene nominato Cavaliere della Legion d’onneur per moniaca che “è stato molto utile all’autore durante la guer-
meriti militari. ra permettendogli di effettuare una serie di ricerche sul san-
gue dei feriti, ricerche cha hanno contribuito a fornire nuo-
– Adrien Grigaut (1884–1960) farmacista, medico, chimi- vi dettagli sulla patogenesi dello shock traumatico. Egli ha
co clinico potuto anche dimostrare il passaggio, nel sangue dei soldati
Acquisita nel 1908 la laurea in farmacia, nel 1911 gli vie- colpiti da shock, di veleni sviluppati dalla ferita di guerra e
che, da soli, sarebbero in grado di generare gli avvenimenti
ne affidata la direzione del Laboratorio di Analisi Chimiche
tossici dello shock.
alla Facoltà di Medicina di Parigi.
Le ricerche di A. Grigaut sono, come vediamo, molto va-
Nel 1913 consegue anche la laurea in Medicina.
rie. Condotte con molta pazienza e grande abilità sperimen-
Autore di numerosi lavori di Chimica clinica, fisiologi-
tale, esse l’hanno portato ad affrontare problemi estrema-
ca e patologica spesso in collaborazione con illustri colle-
mente delicati di Chimica medica e a trovarne la soluzio-
ghi, soprattutto con Anatole Chauffard (1855–1932) interni-
ne (. . . ). Di conseguenza, credo che una parte del premio
sta all’Hôpital Saint-Antoine e, per quanto riguarda lo shock
Chaussier gli possa essere accordata” [24].
da ferite di guerra, con Pierre Duval [23].
È stato autore di numerosissimi lavori, membro di Socie-
Nella pubblicazione del 1923 dei suoi titoli e articoli
tà scientifiche: “Société di Biologie, de Chimique, de Chimi-
scientifici così descrive la sua attività di laboratorio: “I lavo-
que Biologique, d’Histoire de la Médecine”. Per il suo im-
ri riportati in questa esposizione costituiscono un’applica-
pegno durante il periodo bellico riceverà la Croce di Guerra
zione della Chimica alla Medicina. Molti di questi sono sta-
e la nomina a Cavaliere della Légion d’Honneur [23].
ti intrapresi in collaborazione con il mio professore Chauf-
fard, di cui ho l’onore di essere il direttore del laboratorio
dal 1911. I lavori sulla patogenesi dello shock
Ogni volta che mi veniva posto un problema patologico,
la mia prima preoccupazione è sempre stata stabilire una Nella seduta dell’Accademia delle Scienze di Parigi del 28
tecnica chimica sufficientemente semplice per facilitare le luglio 1919 Éduard Quénu presenta una sua monografia sul-
ricerche in serie e che tuttavia portasse ai suoi risultati tutta lo shock traumatico che riassume il lavoro sull’argomento
la precisione richiesta. effettuato durante il periodo bellico [25, 26].
Spinto da questa idea che i risultati valgono solo per il Prima della guerra, e anche fino al 1917 – riferisce Qué-
rigore del processo che li ha fatti nascere, mi sono preso nu – si credeva che la sindrome nota con il nome di “shock”
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avesse per origine un’improvvisa azione del trauma sulle separazione delle albumine, metodo che fornisce risultati di
funzioni del sistema nervoso. notevole precisione, rispetto al metodo Kjeldahl per l’azoto
“Mi sono adoperato di dimostrare che non è così, l’ap- totale, e al metodo di Fosse per l’urea”.
parizione dei sintomi, che avrebbe dovuto essere istantanea Gli autori calcolano i valori di riferimento per azoto totale
nell’ipotesi della teoria nervosa, non si verifica quasi mai. non proteico e azoto residuo nel plasma, nel sangue intero,
Credo di essere riuscito a provare che, nella maggior nei globuli. Per il plasma i valori medi nell’uomo sano sono
parte dei casi, la sindrome è causata da avvelenamento rispettivamente 23 centigrammi/1000 grammi di sostanza e
da ‘toxalbumine’ uscite dai tessuti infranti, in particolare 10 centigrammi/1000 grammi.
dei muscoli; ho anche proposto di sostituire il termine im- La diminuzione dell’azoto non proteico non è limitata al
proprio di ‘shock’ con quello di ‘tossiemia traumatica con punto del trauma ma colpisce, anche se in misura minore,
sindrome depressiva’. i tessuti vicini. È solo più tardi che intervengono i proces-
Questa nuova interpretazione ha avuto importanti con- si fermentativi e microbici. Ma la causa principale e ge-
seguenze terapeutiche, specialmente nelle indicazioni ope- neralmente unica dell’intossicazione nei grandi traumi è il
ratorie” [26]. passaggio delle riserve azotate dai tessuti al sangue. È que-
La teoria di Quénu viene studiata nel corso della guerra sto innalzamento rapido che provoca la leucocitosi intensa e
da Duval e Grigaut per dare una spiegazione al fenomeno precoce.
dello shock traumatico attraverso indagini di laboratorio e “Con dei dosaggi chimici noi abbiamo potuto cogliere
da Rouhier tramite osservazioni cliniche. direttamente il passaggio di queste sostanze nel sangue”
[27].
– Lavori di Duval e Grigout
Nei soldati feriti l’azoto totale e l’azoto residuo del san-
“Orientati da un’ipotesi di Quènu del 1916 (e suppor- gue sono, di norma, aumentati. Questo aumento è minimo
tata da alcuni fatti clinici), ipotesi che fa derivare lo shock per la maggior parte dei feriti. Inizia subito dopo la lesio-
da un’intossicazione da riassorbimento di prodotti di ori- ne, passa attraverso un massimo verso il secondo giorno e
gine albuminoide derivante dallo sfracello dei tessuti, noi progressivamente torna nella norma con la guarigione.
abbiamo intrapreso delle ricerche con lo scopo di mette- A volte la curva è solo abbozzata, a volte prende un po’
re in evidenza l’agente causale di questa intossicazione” più di ampiezza sia in ragione dell’estensione della parte le-
[27, 28]. sa sia a causa della molteplicità delle ferite, o perché a un an-
Gli studi di Duval e Grigaut rilevano che, in condizioni damento normale viene aggiunto un processo di natura pa-
normali, le cellule dell’organismo tengono accumulata una tologica quali l’ittero e l’infezione generalizzata già capaci
quantità notevole di sostanze azotate non proteiche, a un li- da soli di provocare un aumento [28, 30].
vello ben più alto di quello del plasma. Nei muscoli que- Qualunque sia l’intensità delle precedenti cause addizio-
sto valore è di 3,30 g/1000 g di tessuto, di molto superiore nali, l’aumento delle sostanze azotate non proteiche del san-
a quello del plasma. Queste sostanze sono per la maggior gue rimane sempre limitato per la maggior parte dei feriti e
parte dializzabili. Nel caso del muscolo, la membrana non solo molto raramente raggiunge valori doppi del normale.
lascia passare queste sostanze nel sangue se non si trova- Molto più importante è l’aumento delle sostanze azotate
no oltre un valore determinato, vicino a 3,30 g/1000 g “che non proteiche nel sangue nei feriti con shock e l’evoluzio-
si può chiamare soglia normale di escrezione azotata della ne della curva dei valori nel sangue è diversa a seconda che
cellula muscolare” [27]. Sotto l’influenza del trauma, la so- i feriti stiano andando verso le guarigione o verso la mor-
glia di escrezione della cellula viene abbassata e una parte te. Gli autori con numerose determinazioni dell’azoto non
della riserva tossica di azoto del tessuto danneggiato passa proteico delineano l’andamento della curva nel caso di esito
nella circolazione sanguigna. Questo passaggio era già sta- favorevole o infausto.
to intravisto da altri ricercatori francesi che avevano notato Quando il ferito va verso la guarigione l’azoto totale non
come nei grandi feriti si presentasse una leucocitosi intensa proteico e l’azoto residuo, molto aumentati, ritornano pro-
e precoce e concludevano che la leucocitosi dei feriti “do- gressivamente alla normalità; quando invece è destinato a
vrebbe essere correlata ai riassorbimenti prodotti a livello soccombere la curva è regolarmente crescente e l’azoto tota-
dei tessuti danneggiati” [29]. le non proteico e i suoi costituenti continuano ad aumentare
I numerosi dosaggi che abbiamo effettuato sui tessuti dei fino alla morte [27, 28].
feriti di guerra ci hanno permesso ogni volta di constatare Duval e Grigaut concludono che il fatto stesso che l’in-
una diminuzione del contenuto in azoto non proteico del tes- tossicazione abbia come punto di partenza i tessuti trauma-
suto leso e simultaneamente un aumento nel sangue e che tizzati legittima tutta la Chirurgia di guerra allora in uso
questo aumento era correlato all’intensità dei fenomeni di per contrastare l’intossicazione da ferita a tutti i suoi stadi:
intossicazione. Per questi dosaggi, abbiamo usato il metodo dall’escissione ampia di tutte le ferite fino all’amputazione
di nesslerizzazione diretta di Folin e Denis modificato, per la immediata [16].
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– Lavoro di Rouhier Quénu ritiene che queste osservazioni cliniche abbiano il


Quénu parlando dello shock traumatico scrive: Fino al- valore di un esperimento e le presenta alla Société de Bio-
l’ottobre 1917, ero in grado di raccogliere solo materiali logie nell’ottobre 1918, nella sessione dedicata allo studio
isolati, fu durante la battaglia per il Chemin des Dames dello shock traumatico da ferite.
(1917) che il mio tirocinante anziano Rouhier, che era a Questo riscontro non è isolato, altri analoghi lo confer-
capo di un ospedale divisionale, aveva raccolto importanti mano.
osservazioni cliniche; ho fatto una relazione su queste os- Ecco il caso opposto: un ferito arriva dopo cinque ore
servazioni alla Société de Chirurgie il 5 dicembre 1917 e con un’enorme triturazione nella parte superiore della gam-
si può dire che questo rapporto è stato l’inizio dello studio ba: tessuto maciullato, schiacciamento dei muscoli, ossa fra-
della shok nel nostro paese. (. . . ). Rouhier sottolinea che in cassate, lesioni tipiche nello shock. Eppure nessuna traccia
quell’occasione Quénu distingue lo shock traumatico nel- di shock. Il soldato si era applicato, subito dopo il ferimento,
le sue varietà eziologiche che richiedevano altrettanti trat- un laccio emostatico di fortuna fatto con la cravatta, sosti-
tamenti diversi e sviluppa la sua teoria dello shock tossico, tuita nella stazione di soccorso da una benda elastica sopra
indica la via a nuove osservazioni e incita alle ricerche che i condili femorali. “All’arrivo all’unità avanzata di chirur-
aveva suggerite a lungo durante il suo lavoro negli ospedali gia, ho effettuato la disarticolazione del ginocchio e solo
in prossimità del fronte [21]. dopo ho rimosso il laccio emostatico. Lo shock non apparve
Nella nota sullo shock traumatico nei soldati feriti non più dopo l’operazione” [31].
trasportabili [22] durante le azioni militari dal 27 maggio Quénu ritiene essere questi fatti prove convergenti verso
al 15 luglio 1918, periodo di attività militare molto inten- la stessa dimostrazione:
sa, Rouhier ricorda che ebbe modo di continuare a studiare • un ferito con una lesione che di solito genera shock sfugge
numerosi casi di shock secondo le indicazioni che gli erano a questa complicazione perché un laccio emostatico si è
state suggerite da Quénu, il quale, da queste osservazioni, opposto alla circolazione di ritorno ed è stato rimosso solo
ottenne ulteriori conferme alle sue ipotesi. una volta eseguita l’amputazione;
Rouhier suddivide le ferite che aveva trattato nei soldati • un ferito con un laccio emostatico non ha shock; quando
con shock in due categorie: le lesioni multiple da proiettili questo viene rimosso, le complicazioni appaiono tre ore
di shrapnel o da schegge di granate, il cui danno interessa- dopo;
va spesso una vasta superficie del corpo, e le frantumazione • nei feriti con shock grave, gli incidenti scompaiono a
degli arti e particolarmente degli arti inferiori. Questi ulti- seguito dell’amputazione dell’arto o degli arti colpiti [31].
mi feriti arrivavano quasi tutti all’unità avanzata di chirurgia
già con un laccio emostatico applicato nei posti di primo
soccorso. Conclusioni
Lo studio dei feriti con laccio emostatico mi ha forni-
to tutta una serie di fatti che possono essere considerati I lavori di laboratorio di Duval e Grigaut e quelli clinici di
una dimostrazione quasi-sperimentale dell’insorgenza dello Rouhier, che confermano la teoria avanzata da Quénu, hanno
shock. Come sempre, è un primo fatto particolarmente acu- contribuito a far luce sulla patogenesi dello shock traumati-
to e sorprendente che attira l’attenzione e allora tutta una co. Mostrano come il grado di intossicazione che segue il
serie di fatti simili diventano evidenti [31]. traumatismo possa essere funzione dell’estensione del tes-
Riporta alcuni casi emblematici: suto colpito, in ragione della maggiore o minore abbondan-
(. . . ) un ferito arriva con un laccio emostatico nella parte za delle sostanze tossiche dell’azoto rilasciate dalle cellule
alta del femore. La gamba è blu, piena di sangue, ma il pol- danneggiate. Limitata nei feriti leggeri, la proporzione di so-
so è forte, il colorito normale, non c’è apparenza di shock. stanze azotate tossiche che passano nel sangue cresce con
Nessun motivo per sacrificare l’arto. Rouhier approfitta del- l’importanza dei danni, specialmente muscolari, per porta-
la presenza del laccio per pulire il focolaio della ferita e so- re nei grandi traumatismi a forme gravi d’intossicazione che
lo allora lo rimuove. Immediatamente la carne sanguina, la costituiscono lo shock.
circolazione viene ripristinata, il ferito non mostra ancora Spiegano inoltre come l’interposizione di un laccio emo-
traccia di shock. Tre ore dopo il ferito, che aveva lasciato statico tra il tessuto traumatizzato e la circolazione generale
“calmo e sorridente”, si trova in uno stato di shock intenso, possa impedire a queste sostanze di passare nel sangue ed
livido e senza polso. Sono necessarie ventiquattr’ore perché esercitare il loro effetto nocivo sull’organismo. Infine, mo-
l’intossicazione si attenui e il soldato, sfuggito alla morte, si strano che l’amputazione rapida o l’escissione ampia posso-
avvii alla guarigione. Lo shock tossico, che non si è prodotto no salvare i feriti dalla morte sopprimendo il focolaio tossico
nelle ore successive alla ferita, si è presentato bruscamente [32].
quando, tolto il laccio, il sangue trattenuto nella gamba e ca- Le indagini sperimentali sullo shock traumatico prose-
rico di prodotti di disintegrazione del focolaio della lesione guiranno anche dopo la fine della guerra a opera di studiosi
viene rimesso nella circolazione generale. americani, in particolare da Walter B. Cannon [10, 11], e da
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alcuni ricercatori del Laboratorio di Fisiologia e Biochimi- 14. Quenu E (1904) Exposé des titres et des travaux scientifiques.
ca della Harvard Medical School quali Joseph Aub (1890– Steinhel, Parigi
1959), endocrinologo, e Hsien Wu (1893–1959) [33], noto 15. Lacroix A (1933) Mémoires et communications des mem-
bres et des correspondants de l’Académie. Comptes ren-
ai laboratoristi di tutto il mondo per il suo lavoro con Ot- dus hebdomadaires des séances de l’Acadèmie des Sciences
to Folin (1867–1934) “A system of blood analysis” (1919), 197:365–367
testo classico di Chimica clinica [34, 35]. 16. Duval P (1919) Titres et travaux scientifiques. Masson et Cie,
Aub e Wu, in una pubblicazione del 1920, fanno un preci- Parigi
so riferimento ai lavori effettuati in Francia durante la guer- 17. Duval P (1917) Les plaies de guerre du poumon; notes sur leur
traitement chirurgical dans la zone des armées. Masson et Cie,
ra: “Nello shock traumatico sperimentale vi è una marcata Parigi
diminuzione della velocità del flusso sanguigno e del meta- 18. https://livesonline.rcseng.ac.uk/biogs/E004003b.htm (Accesso 21
bolismo generale (. . . ). È ora presa in seria considerazione giugno 2018)
sapere quali sono gli effetti di tali condizioni anormali acu- 19. Lefevbre P (1987) Histoire de la médecine aux armées. Vol 3: De
1914 à nos jours. Lavauzelle-Graphic Ed.
te sui costituenti chimici del sangue, specialmente come una
20. Duval PA (1924) Supplément à l’exposé des titres et travaux
causa chimica dello shock. Alcuni lavori in questo campo scientifiques de Dr Pierre Duval, 1919 à 1924. Masson et Cie,
sono stati fatti da ricercatori francesi. Duval e Grigaut ave- Parigi
vano studiato l’azoto non proteico del sangue nello shock 21. Rouhier G (1920) Etude sur le shok traumatique. In: Titres et
traumatico (. . . ) [33]. travaux scientifiques de George Rouhier. Vougirard, Parigi
22. Rouhier G (1920) Note à propos du traitement des grands in-
Conflitti di interesse Nessuno. transportables en état de shok (Pseudo-shokés hémorragiques).
In: Titres et travaux scientifiques de George Rouhier. Vougirard,
Studi condotti su esseri umani o animali L’articolo non contiene Parigi
studi eseguiti su esseri umani o animali da parte dell’autore. 23. Grigaut A (1923) Exposé des titres et des travaux scientifiques.
Masson et Cie, Parigi
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