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1 Storia
1.1 Origini
1.2 Anni trenta e quaranta
1.3 Anni cinquanta
1.4 Anni sessanta
1.5 Anni settanta
1.6 Anni ottanta
1.7 Anni novanta
1.8 Anni duemila
1.9 Anni 2010
2 Cinema dell'orrore gotico
3 Note
4 Bibliografia
5 Voci correlate
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Storia
Origini
Locandina del film di Robert Wiene Il gabinetto del dottor Caligari (1920)
I primi anni del XX secolo portarono ulteriori opere considerate pietre miliari nel
genere horror: fra i più importanti e riconosciuti dagli studiosi c'è da annoverare
lo studente di Praga, storia di un giovane che vende l'anima al diavolo[7]. Per
quel che riguarda il cinema italiano (in questo periodo l'Italia inizia ad
affermarsi come una delle industrie cinematografiche più importanti a livello
mondiale) molto importanti alcune scene de l'Inferno (dall'opera di Dante) del 1909
(di cui ci è rimasta una versione di poco successiva). L'inferno fu uno dei primi
successi internazionali del cinema italiano[8] e, sebbene non possa ascriversi
completamente al genere horror, mette in scena alcuni personaggi infernali
(Minosse, Cerbero) e nel finale mostra un terrificante Lucifero gigante nell'atto
di divorare un dannato.
Molti dei primi film d'orrore furono fatti da registi tedeschi tra gli anni dieci e
venti; diversi ebbero una notevole influenza sulle future produzioni di Hollywood,
ad esempio Il golem di Paul Wegener del 1915 o Nosferatu il vampiro di Friedrich
Wilhelm Murnau (1922), un adattamento non autorizzato di Dracula di Bram Stoker. Il
più importante di quest'epoca è probabilmente Il gabinetto del dottor Caligari che
è considerato il simbolo del cinema espressionista.[9]. L'importanza del cinema
espressionista tedesco, per quel che riguarda l'horror, è determinata non solo dai
soggetti trattati, ma dallo stile della messa in scena e delle scenografie. Per la
prima volta l'horror ricorre alla rappresentazione deforme dello spazio e
all'enfatizzazione delle ombre (malefiche) in contrasto con la luce (benefica) per
esprimere l'orrore e suscitare inquietudini nello spettatore. Tecniche che saranno
poi riprese dall'horror hollywoodiano, grazie anche ai transfughi tedeschi che
emigrarono dalla Germania nazista verso gli Stati Uniti tra anni Trenta e Quaranta.
In seguito i film hollywoodiani ripresero i vecchi temi come Il gobbo di Notre Dame
(1923) e The Monster (1925), entrambi con Lon Chaney, la prima star del cinema
horror, il cui ruolo più importante fu ne Il fantasma dell'opera (1925).
Anni trenta e quaranta
Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Mostri della
Universal.
Bela Lugosi in Dracula (1931) di Tod Browning
La serie dei film horror della Universal continuò negli anni quaranta con L'uomo
lupo (1941), non il primo film sui lupi mannari, ma certamente il più influente.
Inoltre la Universal continuò, durante questo decennio, la serie di film su
Frankenstein, così come altri film su mostri già visti sullo schermo. Sempre nello
stesso decennio, Val Lewton produsse per la RKO una serie di film di notevole
influenza, tra cui Il bacio della pantera (1942), L'uomo leopardo (1943), Ho
camminato con uno zombi (1943), tutti distinti dalla presenza di elementi tipici
del genere (creature spaventose, ombre sui muri), caratterizzati dalla regia di
Jacques Tourneur.
Anni cinquanta
Dracula il vampiro (1958). È questo film ad introdurre i canini retrattili per il
Conte Dracula (qui l'attore Christopher Lee alla prima delle sue 16 interpretazioni
del personaggio)
Con i radicali cambiamenti nella tecnologia che ci furono negli anni cinquanta,
anche gli horror cambiarono e passarono dalla linea gotica a quella di
fantascienza. Ci furono numerosi film d'orrore di seconda categoria dove gli umani
se la dovevano vedere con entità extraterrestri: invasioni aliene, mutazioni,
piante o insetti. In questi film furono utilizzati nuovi trucchi, come il 3-D, che
portarono il pubblico settimana dopo settimana a spaventi migliori e maggiori. I
film di maggior qualità di questo periodo, oltre a La cosa da un altro mondo (1951;
attribuito nei crediti a Christian Nyby ma considerato in realtà un'opera di Howard
Hawks) e L'invasione degli Ultracorpi di Don Siegel (1956), cercarono di portare lo
spettatore in un'atmosfera della Guerra Fredda.
Gli ultimi anni cinquanta e primi anni sessanta videro la nascita di case
cinematografiche esclusivamente per i film horror, come la Hammer Film Productions.
La Hammer raggiunse un grande successo internazionale coinvolgendo personaggi
classici dell'horror, spesso interpretati da Peter Cushing e Christopher Lee, come
La maschera di Frankenstein (1957), Dracula il vampiro (1958) e La mummia (1959) e
molti seguiti. La Hammer, e il direttore Terence Fisher, sono universalmente
riconosciuti come i pionieri del moderno cinema horror.
L'American International Pictures (AIP) fece anche una serie di film ispirati ai
racconti di Edgar Allan Poe prodotti da Roger Corman e con Vincent Price. Queste
produzioni, a volte controverse, spianarono la strada ad una violenza più esplicita
sia negli horror che in altri generi di film[11].
I film horror dei decenni precedenti fino agli anni cinquanta sono tutti costellati
da figure archetipe dell'immaginario collettivo, spesso mutuate dalla letteratura
di genere. Ma è a partire da questo decennio che vengono introdotti nuovi concetti
e personaggi; ed è da questo decennio che i film horror cominciano realmente ad
assimilare le paure diffuse per renderle sullo schermo senza filtri, o quasi, così
da divenire lo specchio più credibile dello sviluppo della società. Infatti è
proprio a partire da questi anni l'introduzione degli alieni come modificazione
(spesso in negativo) dei miti classici di fate ed elfi, ormai passati di moda e
troppo poco credibili; ma gli alieni vengono anche utilizzati per parlare, e
mettere in guardia, del pericolo comunista (per quanto riguarda questa lettura, su
tutti spicca L'invasione degli Ultracorpi). Altro personaggio tipico di quest'epoca
è lo scienziato pazzo, o lo scienziato a cui sfugge di mano la propria scoperta (si
veda L'esperimento del dottor K.) concetto preso da Frankenstein ovviamente, ma che
viene ripreso a seguito del rapido sviluppo tecnico e scientifico di quegli anni,
sviluppo troppo rapido e troppo radicale perché la gente se ne appropriasse senza
paura (particolare, in quest'ottica è Assalto alla Terra, film in cui la scienza,
oltre ad essere causa, o concausa, del male viene rappresentata come unica
soluzione).
Anni sessanta
Una giovane zombie che divora il cadavere di suo padre, ne La notte dei morti
viventi (1968)
Negli anni sessanta il genere si spostò verso l'"horror psicologico", con thriller
come Psyco (1960) di Alfred Hitchcock e Che fine ha fatto Baby Jane? (1962) di
Robert Aldrich, che spostavano l'effetto suspense dai soliti "mostri" alle psicosi
umane che sfociavano in efferati atti sadomasochistici; L'occhio che uccide di
Michael Powell (1960) è un chiaro esempio di questa caratteristica. Gli horror
psicologici continuarono ad essere prodotti sporadicamente, con Il silenzio degli
innocenti (1991), tra i più importanti.
Ci furono anche numerosi film fatti con un budget ridotto. Alcuni esempi sono Blood
Feast (1963) (il primo film Gore) e Two Thousand Maniacs! (1964), entrambi di
Herschell G. Lewis, che prevedevano schizzi di sangue e sanguinosi
svisceramenti[13]. Notevole per le scene molto forti, sebbene non considerabile
splatter, è Occhi senza volto (1960) di Georges Franju, capolavoro del cinema
dell'orrore francese.
Uno dei più influenti film horror degli anni sessanta fu La notte dei morti viventi
(1968) di George A. Romero[14]. Questo film sugli zombie fu più tardi dichiarato
"culturalmente, storicamente ed esteticamente significativo" abbastanza da essere
preservato nel National Film Registry. Portò l'horror ancora più distante dal
vecchio filone gotico dei primi anni e lo introdusse nella vita delle persone
moderne[15].
Anni settanta
Con il successo dei film a basso budget e il sempre crescente interesse del
pubblico all'occulto, il genere fu in grado di sfornare una serie di pellicole
molto intense, spesso con contenuti sessuali, diventate A-movie (nonostante
avessero le caratteristiche dei B-movie). Molti di questi film furono fatti da
registi rispettabili.
Rosemary's Baby - Nastro rosso a New York (1968) di Roman Polański fu acclamato sia
dalla critica che dal pubblico, e fu un precursore dell'esplosione dell'occulto
degli anni settanta; questa esplosione include il grande successo L'esorcista
(1973) (diretto da William Friedkin e scritto da William Peter Blatty, che scrisse
anche il romanzo), e altri film dove il Diavolo s'impossessa del corpo di una donna
o di un bambino. Bambini demoniaci e reincarnazioni diventarono temi popolari nei
film horror (come Audrey Rose del 1977 di Robert Wise, dove un uomo sostiene che
sua figlia sia la reincarnazione di una persona morta). Un altro famoso film horror
religioso fu Il presagio (1976), nel quale un uomo scopre che suo figlio adottivo è
l'Anticristo.
Alien (1979) di Ridley Scott combinò la violenza tipica dei film anni settanta con
i "monster movie" degli anni precedenti e riavvicinò l'horror alla fantascienza. Ci
furono numerosi seguiti di gran qualità a questo film e un'infinità di imitazioni
negli anni successivi. Ancora una volta abbiamo una donna per protagonista (Ellen
Ripley, interpretata da Sigourney Weaver), ma questa volta il suo ruolo è ancora
più determinate.
Intanto i registi di Hong Kong iniziarono a essere ispirati dai film della Hammer e
dalla produzione europea e cominciarono a fare film horror con protagonisti
esclusivamente asiatici. La Shaw Scope produsse La leggenda dei sette vampiri d'oro
(1973) in collaborazione con la Hammer, e in seguito iniziò a creare propri film
più originali. Questo genere esplose negli anni ottanta, con Close Encounters of
the Spooky Kind (1981) di Sammo Hung che lanciò il sottogenere della "commedia
horror kung-fu"; esempi di questo nuovo genere sono Mr. Vampire (1985) e Storia di
fantasmi cinesi (1987).
A partire dagli anni sessanta, fino agli anni settanta (e soprattutto in questo
decennio) il cinema horror subisce una nuova ed importante modificazione; è in
questo periodo infatti che vengono creati quelli che sono gli attuali stili
classici del genere. Al di là delle creazioni dei vari sottogeneri, il cambiamento
più radicale è nel protagonista negativo delle vicende. Il mostro infatti, che nel
cinema horror classico era effettivamente un essere del tutto non umano, o non più
umano (dal mostro della laguna nera a Dracula), ora in questi anni diviene un
essere umano, o in cerca di vendetta o impazzito e assetato di sangue; la sfiducia
non è più in ciò che la gente non conosce, quanto in ciò che la gente conosce ma di
cui non può avere del tutto fiducia.
Anni ottanta
Praticamente tutti i film horror di successo degli anni ottanta ebbero un seguito:
Poltergeist - Demoniache presenze (1982) diretto da Tobe Hooper ebbe due seguiti ed
una serie TV. I tantissimi seguiti di Halloween e di Venerdì 13 (1980), e il film
splatter soprannaturale di Wes Craven Nightmare (1984) furono le facce popolari dei
film horror negli anni ottanta, con la nascita di vere e proprie icone come quelle
di Michael Myers, Freddy Krueger e Jason Voorhees.
Gli incassi al botteghino per i sanguinosi horror moderni iniziarono a calare (come
dimostrato da La cosa del 1982 di John Carpenter che ebbe poco successo), ma
aumentò il mercato dell'home video, nonostante la nuova generazione di film avesse
un tono meno tenebroso. Motel Hell (1980) e Basket Case (1982) di Frank Henenlotter
furono i primi film degli anni ottanta a rivoluzionare le convenzioni dei film
horror del precedente decennio (i film sugli zombi come La notte dei morti viventi
e Zombie contenevano una satira e una critica della società, ma erano più tetri che
divertenti). Re-Animator di Stuart Gordon, Il ritorno dei morti viventi di Dan
O'Bannon e The Toxic Avenger di Lloyd Kaufman (tutti del 1985) furono seguiti dal
remake di David Cronenberg de La mosca (1986), che uscì a poche settimane di
distanza da Aliens - Scontro finale di James Cameron. La casa 2 (1987), sequel de
La casa (1981), entrambi diretti da Sam Raimi, conteneva una violenza comica, nella
quale le risate venivano provocate da alcune sequenze splatter, come nel caso di
Violent Shit (1987), di un regista tedesco di nome Andreas Schnaas. Il regista
neozelandese Peter Jackson seguì i passi di Raimi realizzando Fuori di testa
(1987), avendo a disposizione un budget ridottissimo.
Negli anni ottanta, con l'abbattimento dei costi produttivi e con la diffusione
delle VHS l'horror diviene alla portata di tutti; sia come fruizione, sia come
produzione. Si ha infatti in questi anni la proliferazione dei sottogeneri (come
tentativo di imporsi nelle nuove nicchie di mercato), su tutti lo splatter; mentre
sul fronte di personaggi e rappresentazioni sociali, si raggiunge un vero e proprio
delirio, l'intenzione di piccole produzioni di riempire tutte le nicchie possibili
porta a resuscitare personaggi come i gremlins o gli elfi così come gli zombie e,
più tardi anche le bambole assassine.
Anni novanta
Nella prima metà degli anni novanta, il genere continuò con i temi degli anni
ottanta. Ci furono alcuni film che non ebbero particolare successo come la serie di
Leprechaun. I film Nightmare, Venerdì 13 e Halloween ebbero tutti dei seguiti negli
anni novanta, molti dei quali ricevettero un discreto successo al botteghino,
nonostante sia la critica che il pubblico considerassero i film di basso livello,
con l'eccezione di Nightmare - Nuovo incubo di Wes Craven.
Nota: Nightmare - Nuovo incubo, insieme a Il seme della follia, La metà oscura e
Candyman - Terrore dietro lo specchio, fecero parte di un piccolo movimento di
horror "auto-riflessivo". Ogni film toccò temi del mondo reale, oltre a quelli
della finzione orrorifica. Candyman ad esempio collegò una leggenda metropolitana e
il realistico orrore del razzismo che produsse un mostro. Il seme della follia ha
un approccio più letterario: il protagonista diventa parte di un romanzo che uno
scrittore (di cui lui era alla ricerca) sta scrivendo. Questo stile diventò più
ironico quando fu girato Scream.
Il film canadese Cube - Il cubo (1997) fu probabilmente uno dei pochi horror degli
anni novanta a basarsi su un concetto relativamente nuovo; il regista fu capace di
evocare una vasta gamma di paure, e toccò una varietà di temi sociali (come la
paura della burocrazia) che non erano stati esplorati precedentemente.
Due problemi principali spinsero l'horror classico in secondo piano durante questo
periodo: in primo luogo, il genere horror fu sopraffatto dalla continua
proliferazione di film splatter e sanguinosi; in secondo luogo, il pubblico
adolescente che aveva assistito ai film dei precedenti decenni crebbe e passò alla
visione di film di fantascienza, che attiravano la gente grazie all'utilizzo di
nuove tecniche negli effetti speciali.
Oltre ai popolari film horror in lingua inglese degli ultimi anni novanta, solo il
film indipendente The Blair Witch Project (1999) provocò spaventi notevoli. Il
successo internazionale Ring (1998) di Hideo Nakata, lanciò una serie di film
horror che si concentravano su temi psicologici piuttosto che sul sangue. Il sesto
senso (1999) di M. Night Shyamalan fu un esempio di grande successo.
Negli anni novanta il cinema horror si modifica nuovamente. Ciò che avviene può
essere definito come il rendere quotidiano l'orrore che nei decenni precedenti era
considerato distante. Da una parte vi è l'umanizzazione di personaggi negativi
anche classici (si veda il complesso personaggio del conte Vlad in Dracula di Bram
Stoker) dall'altra si ha la generalizzazione del male, il mostro è un uomo, ma
stavolta non si è più sicuri di chi sia, chiunque è imputabile e di chiunque si può
dubitare; è la società malata che crea e che nasconde il mostro. Caratteristica
comune all'horror classico è che comunque il mostro è ben individuabile ed il bene
è sempre presente e spesso vince.
Anni duemila
Dopo The Ring, altri film horror giapponesi - oltre che statunitensi - furono
prodotti ricevendo un discreto successo: i cosiddetti "J-Horror", come Ju-on (2000)
di Takashi Shimizu e Kairo (2001) di Kiyoshi Kurosawa. Altre novità nell'horror
vennero dall'animazione giapponese, e la loro cultura cinematografica iniziò ad
affacciarsi in occidente.
Il genere zombie ebbe una rinascita in tutto il mondo, anche grazie ai videogiochi.
Alcuni di questi giochi sono diventati anche film (ad esempio Resident Evil del
2002 e Silent Hill del 2006). La casa dei 1000 corpi di Rob Zombie, Cabin Fever di
Eli Roth e il sorprendente Wrong Turn - Il bosco ha fame di Rob Schmidt ripresero
le caratteristiche degli anni settanta e ottanta, con l'utilizzo dei primi metodi
per spaventare.
James Gunn, scrittore dei film su Scooby-Doo, scrisse e diresse Slither. Uscito nel
2006, non ebbe molto successo al botteghino, ma ricevette migliori recensioni
rispetto a ogni altro horror americano degli ultimi anni.
Un fenomeno particolare, ora molto comune nei film horror, è quello di essere
vietati negli USA ai minori di 13 anni non accompagnati. Film come Stay Alive e Al
calare delle tenebre hanno elementi caratteristici dei film horror e alcuni
considerano il divieto troppo restrittivo. I film horror con tale divieto negli
Stati Uniti sono solitamente storie di fantasmi (The Ring, The Exorcism of Emily
Rose, White Noise - Non ascoltate), mentre la maggior parte di film horror continua
ad avere il divieto ai minori di 17 anni non accompagnati (Saw - L'enigmista,
Hostel).
Saw è la serie orrorifica che inaugura il filone torture movie (o Torture porn i
cui elementi ricorrenti sono violenza, tortura, nudità e sadismo) e diventa il
maggior successo commerciale dell'horror moderno creando una nuova figura di
mostro: l'enigmista.
L'horror britannico torna al successo con film come 28 giorni dopo (2002), Dog
Soldiers (2002), L'alba dei morti viventi (2004) e The Descent (2005).
Le grandi innovazioni, in ambito horror, del primo decennio del 2000 sono il già
citato torture porn e le caratteristiche che al momento si possono riscontrare
quasi esclusivamente nel cinema di Rob Zombie. Il torture porn è un sottogenere
solo in parte simile allo splatter. Da questo mutua la violenza esposta, ma mentre
il gore ha la tendenza a mostrare il sangue, la morte violenta; il torture movie
vuole mostrare la sofferenza, al di là degli spargimenti di sangue, e la morte è
solo l'ultima tappa di un lungo processo e comunque non è predominante (ciò è
all'opposto dello splatter). I significati sociologici possono essere molti, al di
là del già citato abu-graib, anche l'esposizione ostentata di video con uccisioni
efferate o torture su internet (in particolare quelli con protagonisti
fondamentalisti islamici), e dall'altra parte anche il fenomeno dei video su
YouTube che spontaneamente si portano a mostrare le sofferenze o la violenza
inutile. Da sottolineare che il torture movie, come già aveva fatto lo splatter,
non si è limitato ad essere un sottogenere, ma ha creato un nuovo linguaggio; molti
horror di questo decennio al di là degli stilemi classici affiancano un gusto per
la sofferenza (sia psicologica che fisica) che manca quasi completamente nei
decenni precedenti; esemplare in questo senso il remake fatto di Non aprite quella
porta. Intanto nel 2003 esce il film Underworld. Infine è da citare il già
menzionato Rob Zombie, il quale fa un discorso particolare per quanto riguarda
storia e regia. Le tematiche sono infatti la naturale progressione del discorso
iniziato negli anni sessanta con l'umanizzazione del mostro; il concetto viene
portato alle estreme conseguenze (per ora), con l'idea di male esteso alla società
prima che al mostro; Rob Zombie infatti mette in scena il lato umano di figure
orribili non senza ironia nera ed eccessi; personaggi tutti calati in una società
identica a loro per metodi e comportamenti anche se con fini diversi (nei suoi film
i poliziotti non sono molto diversi dai criminali); è quindi la società ad essere
un mostro è i devianti non sono che una sua propaggine; il bene sostanzialmente non
esiste più. Per quanto riguarda la regia, Zombie adotta moltissimi primi piani
eliminando invece i movimenti di macchina; opta poi per una sovraesposizione degli
esterni. Il linguaggio creato da Zombie, almeno al momento, non è però entrato nel
genere horror e rimane limitato al microcosmo del regista. Negli anni che vanno dal
2007 al 2011 esce la trilogia di Paranormal Activity. Il film, girato come falso
documentario, è solo uno dei tanti girati con questa tecnica di ripresa (Cannibal
Holocaust, The Blair Witch Project, Il quarto tipo, Rec..) e riscuote un
grandissimo successo, considerato il bassissimo budget di produzione.
Anni 2010
Tra le novità del decennio spicca il ritorno di Pennywise sul grande schermo: i due
capitoli del remake di IT (datati 2017 e 2019) sono stati indiscutibili campioni di
incassi al botteghino internazionale[16][17].
Fra le nuove leve del genere in questi anni si posso riscontrare registi e
sceneggiatori quali: Jordan Peele (Scappa - Get Out, Noi), Ari Aster (Hereditary -
Le radici del male, Midsommar - Il villaggio dei dannati) e Robert Eggers (The
Witch, The Lighthouse).
Cinema dell'orrore gotico
Voce da controllare
Il cinema gotico nasce con il cinema horror con pellicole come Nosferatu o Il
golem, passando per la casa di produzione Hammer (serie di film di Dracula, de La
mummia e di Frankenstein), Terence Fisher, Roger Corman e Mario Bava. Tim Burton è
senz'altro uno dei registi cardine del cinema gotico contemporaneo, ma non del
gotico classico poiché ne offre una versione contaminata da influenze glam e pop e
da una forte ironia.
Elementi tipici del cinema horror gotico sono principalmente le atmosfere gotiche.
Temi e personaggi ricorrenti sono mostri, vampiri, zombie (o altre forme di non-
morti), lupi mannari, fantasmi, demoni, antiche maledizioni, creature possedute dal
demonio, occulto, animali demoniaci, oggetti inanimati dotati di una vita
proveniente dalla magia, streghe, scienziati pazzi, case infestate, cannibali e
creature extraterrestri.
Non di rado i film horror sono debitori di altri generi, in particolare il cinema
di fantascienza, i film fantasy ed i thriller. I confini tra film horror e questi
non sono sempre precisi, diventando così oggetto di dibattiti tra critici e fan.
Bibliografia
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Voci correlate
Cinema di fantascienza
Cinema di genere
Cinema horror fantascientifico
Cinema dell'orrore in Italia
Letteratura dell'orrore
Mostri della Universal
Serial killer cinematografici
Slasher
Splatter
Tentacle rape
Orrore (genere)
Uomo lupo nella cinematografia
Dracula nella cinematografia
Frankenstein nella cinematografia
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V · D · M
L'orrore nella cultura di massa
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Generi cinematografici
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