Miei cari e amati figli, vengo in mezzo a voi col Cuore affogato nelle mie
fiamme d’amore.
Vengo come Padre in mezzo ai figli che amo assai, ed è tanto il mio
amore, che vengo a rimanere con voi per far vita insieme e vivere con
una sola volontà, con un solo amore. Vengo col corteggio delle mie
pene, del mio sangue, delle mie opere e della mia stessa morte.
Guardatemi: ogni goccia del mio sangue, ogni pena, tutte le mie opere, i
miei passi, fanno a gara perché vogliono darvi la mia Divina Volontà;
perfino la mia morte vuole darvi il risorgimento della vita in Essa.
Chi, ingrato, non vorrà ricevere Me e il dono che gli porto? Sappiate che
è tanto il mio amore, che metterò da parte la vostra vita passata, le
stesse vostre colpe, tutti i vostri mali; li seppellirò nel mare del mio
amore, affinché siano tutti bruciati, ed incominceremo insieme la nuova
vita, tutta di Volontà mia.
Chi avrà cuore di farmi un rifiuto e di mettermi alla porta, senza accettare
la mia visita tutta paterna?
Figli miei, figli miei, dove siete? Perché non venite al Padre vostro?
Non altro sospiro, se non che la mia regni in mezzo a voi. Il Cielo e la
terra vi sorrideranno, la mia Mamma Celeste vi farà da Madre e da
Regina. Già essa, conoscendo il gran bene che vi riporterà il Regno del
mio Volere, per appagare i miei desideri ardenti e farmi cessare di
piangere, e amandovi da veri suoi figli, va girando in mezzo ai popoli,
nelle nazioni, per disporli e prepararli a ricevere il dominio del Regno
della mia Volontà.
Fu lei che mi preparò i popoli per farmi scendere dal Cielo in terra, e a lei
affido, al suo amore materno, che mi disponga le anime, i popoli, per
ricevere un dono sì grande.
E questo costituisce uno dei piu’ importanti caratteri di uno spirito vero, di
una virtu’ solida e provata, poiche’ si tratta di una quarantina di anni, in
cui con la piu’ forte violenza contro se’ stessa si sottopone alla gran
Signora Ubbidienza che la domina!"
"Quest’anima solitaria e’ una vergine purissima, tutta di Dio, che appare
come oggetto di singolare predilezione del Divin Redetore Gesu’.
Senza che nessun segno appaia nelle mani, nei piedi e nel costato o
sulla fronte, essa riceve da Nostro Signore stesso una frequente
crocifissione.
grande, perche come la Serafina del Carmelo, dice anch’essa: "O patire
o morire". Ecco un altro segno del vero spirito…"
Piu’ di una volta, persone che hanno letto "L’Orologio della Passione" – e
si e’ svegliato in loro un senso di sacro affetto per quest’anima solitaria e
sconosciuta – mi hanno scritto di volerle inviare del denaro.
trae qualche guadagno dal suo lavoro, e del tutto deve fruire
specialmente la sua amorevole consanguinea, poiche’ in quanto ad essa
non ha da fare spese per un vestito o per calzature;
"Al suo gran distacco da ogni guadagno che non procacci con le sue
mani, si deve aggiungere la sua fermezza di non avere mai voluto
accettare un tanto, che di diritto le apparterrebbe come proprieta’
letteraria sull’edizione e vendita dell’Orologio della Passione.
Pressata da me a non
rifiutarlo, ha risposto:
La vita e’ piu’ celeste che terrena di questa vergine Sposa di Gesu’, che
vuol passare nel mondo ignorata e sconosciuta, non cercando che Gesu’
solo e la sua SS. Madre, che essa chiama la Mamma, la quale ha preso
di quest’anima eletta una particolare protezione."
Da una lettera di
S. Annibale a Luisa:
Per quanto sublime e' questa scienza del Divino Volere, altrettanto questi
scritti di una dettatura celeste, la presentano chiara e limpida.
Mio Gesù, amor mio, mia Mamma celeste e sovrana Regina, venite in
mio aiuto, prendete fra le vostre mani il povero mio cuore; non vedete
come mi sanguina per il duro combattimento di dover cominciare da
capo, per dire la mia povera esistenza, della mia infanzia?
Ah, Gesù, permetterai tu forse che io abbia che ci fare col mio volere,
dopo tanto tempo che tu con tanta gelosia lo tieni legato ai tuoi piedi
come dono e trionfo della piccola figlia tua?
Onde dico in principio ciò che mi hanno detto, la stessa mia famiglia.
Diceva mia madre che io nacqui a rovescio, ma lei non soffrì nulla nel
parto, tanto che io, negli incontri e circostanze della mia povera vita, son
solita di dire: “Nacqui al rovescio!
È giusto che la mia vita sia al rovescio della vita delle altre creature”.
Onde ricordo che nella mia tenera età di tre o quattro anni, fino all’età di
circa dieci, ero di temperamento pauroso, ed era tanta la paura che, né
sapevo star sola, né dare un passo da sola; ma ciò era causato che fin
dall’età di tre anni, nella notte facevo quasi sempre sogni di paura.
Ora credo che ciò mi fece bene, perché sin da quella tenera età io
recitavo molte Ave Maria e Pater Noster a tutti i santi [di cui] io
conoscevo il nome, per avere la grazia di non farmi sognare il demonio;
e se mi veniva nominato un altro santo che io non conoscevo, subito
aggiungevo un Pater, se era santo maschio, un’Ave se era donna,
perché dicevo che se non li onoravo tutti, mi facevano sognare il
demonio.
Ora, avendomi fatta all’età di undici anni figlia di Maria, un giorno, mentre
volevo pregare e meditare, la paura mi sorprese e stavo per fuggire in
mezzo alla famiglia, mi intesi una forza nel mio interno che mi tratteneva,
e sentii nel fondo dell’anima mia una voce che mi diceva: “ Perché temi?
C’è l’angelo tuo vicino al tuo fianco, c’è Gesù nel tuo cuore, c’è la
Mamma celeste che ti tiene sotto il suo manto; perché dunque prendi
paura?
Chi è più forte: l’angelo tuo custode, il tuo Gesù, la tua Mamma celeste,
o il nemico infernale?
Questo sentire nel mio interno mi recò tanta forza, coraggio e fermezza,
che si allontanò la paura, ed ogni qual volta mi sentivo sorprendere dalla
paura, mi sentivo ripetere la stessa voce nel mio interno, ed io mi sentivo
portare come con mano dal mio angelo, dalla sovrana Regina e dal
dolce Gesù; mi sentivo trionfante in mezzo a loro, in modo che acquistai
tale coraggio che mi allontanò tutta la paura; molto più che i sogni
paurosi cessarono del tutto.
e Gesù mi disse:
Molto più che non sapendone la cagione dei miei grandi disegni su di te,
che dovevano servire alla distruzione del suo regno, si metteva
sull’attenti per indagare la causa, con la speranza di poterti nuocere in
tutti i modi”.
Nostro Signore è stato tanto buono con me, dandomi genitori buoni, e
[in] più stavano attenti a non farci sentire neppure una parola di
bestemmia o meno onesta.
Sono stati larghi coi loro dipendenti: la frode, l’inganno, non tenevano
luogo in casa nostra.
Era tanta la custodia che mai ci affidarono a persone estranee, ma
sempre con loro.
Onde ricordando tutto ciò, che in qualche modo rendeva infelice la mia
fanciullezza, il dolce Gesù mi disse: “Figlia mia, anche la vergogna con
cui ti circondai nella tua tenera età fu una delle più grandi gelosie
d’amore per te; non volevo che in te entrasse nessuno, né il mondo, né
le persone; volevo renderti estranea a tutti.
Ora, dopo, all’età di dodici anni circa, incominciò un altro periodo della
mia vita: incominciai a sentire la voce interna di Gesù, specie nella
comunione.
La prima la feci a nove anni, e nel medesimo giorno ricevetti il
sacramento della santa cresima.
Quindi non di rado [la voce di Gesù] si faceva sentire nel mio interno
quando facevo la santa comunione.
Delle volte rimanevo le ore intere inginocchiata, quasi senza moto, dopo
la comunione, e sentivo la voce interna che diceva: - e ora mi
rimproverava se non ero stata buona – “attenta”; e se nel corso del
giorno ero stata qualche volta distrattella, oh, come mi riprendeva, e
finiva col dirmi: “Eppure mi dici che mi vuoi bene; e dove è questo tuo
bene?”.
In essa accentrai tutti i miei affetti. Ero certa di sentir parlare nostro
Signore; e quanto mi costava l’esserne priva, perché ero costretta dalla
famiglia ad andare insieme con loro alla masseria e dovevo stare lunghi
mesi senza messa e senza comunione.
Dicevo tra me: “Le opere di Gesù sono intorno a me; solo Gesù non è
con me…
Deh, parlami tu fiore, tu sole, tu cielo, tu acqua cristallina che scorri nel
nostro laghetto, parlatemi di Gesù; siete opere delle sue mani, datemi
notizie di lui…!
Fin d’allora mi faceva nel mio interno, l’amabile Gesù, lezioni sulla croce,
sulla mansuetudine, sull’ubbidienza, sulla sua vita nascosta…
tal proposito, della sua vita nascosta, ricordo che mi diceva: “Figlia mia,
la tua vita deve essere in mezzo a noi nella casa di Nazareth.
E lui: “Figlia mia, coraggio, non ti abbattere; se non sai fare domandami
che io ti insegni, ed io subito t’insegnerò; ti dirò il modo come facevamo,
le mie intenzioni, l’amore continuo di tutti e tre, che io come mare e loro
come fiumicelli eravamo sempre gonfi, in modo che uno straripava
nell’altro, tanto che poco tempo tenevamo di parlarci, tanto eravamo
assorbiti nell’amore.
E vedendo che non lo era, restavo afflitta; e Gesù nel mio interno mi
diceva: “Che hai? Non ti affliggere; a poco a poco giungerai. Io ti starò
sopra, e tu seguimi e non temere”.
Se io volessi dire tutto ciò che passai nel mio interno nella mia
fanciullezza, andrei troppo per le lunghe; molto più che nel primo volume
da me scritto, senza precisare l’epoca, prima o dopo, quando fui più
piccola o quando fui più grande, sta dato un accenno del lavorio della
grazia nel fondo dell’anima mia, perché così mi fu detto: che non faceva
nulla che non mettessi l’ordine dell’età, né quello che era stato prima, né
quello che era stato dopo, ma purché dicessi quello che in me era
passato; molto più che dopo tanti anni mi riusciva difficile tenere l’ordine
di ciò che era passato nel mio interno.
Ricordo che, ragazza, avevo quasi una smania di volermi far suora, e
siccome andavo dalle suore a scuola, io sentivo un affetto un po’ spinto
per loro, ma però le volevo bene perché volevo essere come una di loro;
ma nel mio interno mi sentivo rimproverarmi di questo affetto, e mentre
promettevo di non amare altro che Gesù, ricadevo di nuovo, e Gesù
ritornava a darmi amari rimproveri.
Unico affetto che ricordo, che ho sentito in vita mia in modo speciale, che
poi non mi son sentita più amore con nessuno.
Capitolo (1)
O cuore del mio cuore, o amore del mio amore, lascia quest’aria di
mestizia e consolati, non mi dà il cuore di vederti afflitto; mentre con le
labbra ti dico addio, ti lascio i miei respiri, i miei affetti, i miei pensieri, i
miei desideri e tutti i miei movimenti, che inanellando tra loro continui atti
d’amore, uniti ai tuoi ti formeranno corona che[1] ti ameranno per tutti;
non sei contento, o Gesù? Pare che mi dici di sì, non è vero?
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Nel pregare
Gesù, Ti amo. Vieni, Divina Volontà, a pregare in me e poi offri questa preghiera a Te
come mia, per soddisfare alle preghiere di tutti e per dare al Padre la gloria che
dovrebbero dargli tutte le creature.
Mi abbandono, o Gesù, nella tua Volontà, e tutto ciò che stai facendo Tu intendo farlo
io; e siccome tutto ciò che Tu facesti in terra è un continuo atto di riparazione, così col
mio volere unito al Tuo intendo riparare tutte le offese che ti stanno facendo le creature
in questo momento, in modo che la mia voce, facendo eco nella Tua e in tutte le offese
delle creature, voglia scorrere in tutte in modo divino e, toccando i cuori delle creature
con la potenza del tuo Volere, voglio portare tutte a Te nelle tue braccia.
Gesù, facciamo tutto insieme, fondiamoci a vicenda nella volontà, nei desideri e
nell’amore, per potermi fondere nei desideri, nella volontà, nell’amore di tutte le
creature, affinché tutte restino rinnovate nel tuo Volere; e poi fondo tutte le mie piccole
particelle nelle tue, per potermi fondere in tutte le particelle delle creature, per darti per
tutte quell’amore, quella gloria e quella soddisfazione che tutti ti negano; e per suggello
ti chiedo, o Gesù, la benedizione per me e per tutti.
Amor mio, nel tuo Volere trovo tutte le generazioni, ed io, a nome di tutta l’umana
famiglia, ti adoro, ti bacio, ti riparo per tutti. Le tue piaghe, il tuo Sangue, li do a tutti,
affinché tutti trovino la loro salvezza; e se le anime perdute non possono più fruire del
tuo SS. Sangue né amarti, lo prendo io per fare ciò che avrebbero dovuto far loro. Il tuo
Amore non voglio che resti defraudato in nulla da parte delle creature; per tutti voglio
supplire, ripararti, amarti, dal primo fino all’ultimo uomo.
In quest’atto, o Gesù, mi nascondo nella tua Volontà, affinché trovi la tua Vita
Sacramentale, ed io preghi, operi e prenda parte a tutto ciò che fai Tu, e i veli
sacramentali siano l’ombra che ci tiene nascosti insieme, da renderci inseparabili.
ALL’ OFFERTORIO
O Gesù, brucia l’olocausto della mia misera volontà e di tutte le volontà umane nel
fuoco d’infinito calore della tua Divina Volontà.
ALLA CONSACRAZIONE
O dolce mio Redentore Gesù, che in quest’ora transustanziasti Te stesso nel pane e nel
vino, fa che in ogni momento della mia vita si ripeta in me la consacrazione di Tè stesso,
affinché io diventi la tua piccola Ostia vivente.
O mio Gesù, adoro in quest’Ostia il tuo Sacratissimo Corpo, che fu crocifìsso a causa
della nostra volontà umana sul Calvario.
O mio Gesù, adoro in questo Calice il tuo Preziosissimo Sangue: fa che scenda a
purificare le anime nostre, a illuminare le nostre menti, a infiammare i nostri cuori e ad
abbattere il nostro volere umano, affinché possiamo risorgere e vivere solo nella tua
Volontà Divina.
Eterno Padre, nella tua Divina Volontà ti offro, per il Cuore Immacolato di Maria, il
Sangue preziosissimo di Gesù Cristo, in riparazione di tutti gli atti di volontà umana fatti
dalle creature fin dalla creazione del mondo e quelli che si ripetono fino alla
consumazione dei secoli.
ALLA COMUNIONE
Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, in questa Comunione mia con Te; vieni, perché io
intendo non solo donarti all’anima mia, ma a tutte le anime che non ti ricevono, per
riparare i nostri peccati e dare gloria al Padre.
Ringraziamento dopo la Comunione insieme con Gesù
Eccoti, o Gesù, in me: dammi il tuo bacio e stendi le tue divine braccia per stringermi a
Te; e giacché Tu hai trovato tutto in me, dimmi che mi vuoi bene. L’amor mio, o Gesù, e
il tuo formino ondate continue che Ti confortino, e Tu va’ sempre coronando l’anima mia
di nuovo amore. O mio Gesù, la tua Volontà è mia, ed io, per poter corrispondere a tutto
ciò che hai fatto per me, specie che ti sei degnato di scendere nel mio cuore, ti dico tante
grazie nella tua Volontà, onde così poter riempire tutta l’immensità del Cielo e della terra
coi miei “grazie, o Gesù”. Questi “grazie” saranno continue catene che formino tra me e
Te l’unione dei nostri cuori, dei nostri affetti. O mio Gesù, anche nel tuo Volere ti dico: “Ti
adoro”, affine di trarre Cielo e terra intorno a Te, tutti in atto di adorazione.
Ed ora, o Gesù, fa che scorrendo la tua Vita del tutto nella mia, Tu possa trovare in me
tutti i compiacimenti e i contenti che il tuo Amore richiede… Sei venuto, o Gesù, in me e
non ne uscirai più. ti darò vita nella mia mente, nel mio sguardo, nella mia parola, in
tutto me stesso; io sarò la veste che Ti coprirà. Quest’oggi, o Gesù, opereremo insieme
e a bene di tutti ci diffonderemo, occupandoci di formare continue catene d’amore
attorno ai cuori, affinché tutti ti amino e nessuno più ti offenda. Sia questo, o Gesù, il
nostro patto, di lavorare intorno ai cuori, affinché tutti si salvino. Nel tuo Volere, Gesù,
niente sfugge, ed io, avendoti ricevuto nella tua stessa Volontà, starò in guardia, affinché
nessun’anima Ti sfugga.
– Ti do le tue armonie, per rinfrancarti l’udito dagli assordamenti che ricevi con le
bestemmie.
– Ti do la tua bellezza, per rinfrancarti delle bruttezze delle anime nostre quando ci
infanghiamo nella colpa.
– Ti do tutto ciò che sei Tu, per darti soddisfazione infinita, amore eterno, immenso ed
infinito.
1. Catechesi nella D.V.
2. [1] Antologia di Meditazioni sulla Divina Volontà
3. Solitudine di Gesù nella SS. Eucaristia
http://www.casadellasperanza.it/wp-content/uploads/2015/02/prato1.pdf
https://www.abbapadre.it/luisa-piccarreta-scritti-pdf/
https://ladivinavolonta.org/
https://divinavolonta.it/index.php/2019/12/08/nuovo-sito-divinavolonta-it/
https://www.daslebenimgoettlichenwillen.com/blog/
https://www.daslebenimgoettlichenwillen.com/la-legge-della-mia-volonta/
https://www.luisapiccarretaofficial.org/
https://ladivinavolonta.org/come-si-alimenta-la-vita-della-divina-volonta/
http://www.fiat-totustuus.org/files/Antologia-di-meditazione.pdf
https://docplayer.it/88148745-Il-manuale-per-i-sacerdoti-che-istruisce-i-laici-sul-
dono-di-vivere-nella-divina-volonta.html
https://www.abbapadre.it/wp-content/uploads/2018/01/Manuale-per-i-Sacerdoti-di-
p.-Joseph-Iannuzzi-A5-verticale-italiano.pdf
Avendomi detto il confessore che io gli spiegassi come veggo la divinità di Nostro
Signore qualche volta, io gli risposi che era impossibile sapergli dir nulla;
Col primo compresi nel mio intelletto che la fede è Dio e Dio è la fede;
mi son provata a dire qualche cosa sulla fede, proverò [ora] a dire come veggo Iddio,
e questo fu il secondo raggio.
Ora, mentre mi trovo fuori di me stessa e trovandomi nell’alto dei Cieli, mi è parso di
vedere Dio dentro a una luce, ed Egli stesso pareva anche luce;
sicché pure nell’aria che respiriamo vi è Dio, è Dio stesso che si respira;
Questa luce pare che sia tutta voce, senza che parla;
Ti veggo, ti sento, sei la mia vita, ti restringi in me, mentre resti sempre immenso e
niente perdi di Te; eppure mi sento balbuziente e mi pare di non saperne dire nulla.
Per potermi spiegare meglio, secondo il nostro umano linguaggio, dirò che veggo
un’ombra di Dio in tutto il creato;
perché in tutto il creato, dove ha gettato l’ombra della sua bellezza, dove i suoi
profumi, dove la sua luce, come nel sole, [nel quale] io veggo un’ombra speciale di Dio.
Lo veggo come adombrato in questo pianeta, come re di tutti gli altri pianeti.
e come non si può dividere il fuoco dalla luce e dal calore, così una è la potenza del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, che fra loro non si possono realmente separare.
Come il fuoco nello stesso istante produce la luce ed il calore, sicché non si può
concepire il fuoco senza concepirsi anche la luce ed il calore, così non si può concepire il
Padre prima del Figlio e dello Spirito Santo, e così, vicendevolmente hanno tutti e Tre lo
stesso principio eterno.
però ricordiamoci che questo non è che un’ombra, perché il sole non giunge dove non
può penetrare con la sua luce, ma Dio penetra dovunque.
È spirito purissimo Iddio, e noi lo possiamo raffigurare nel sole che fa penetrare i suoi
raggi dovunque, e senza che nessuno li possa prendere fra le mani;
di più: Dio guarda tutto, le iniquità, le nefandezze degli uomini, e Lui resta sempre
quello che è, puro, santo, immacolato.
Ombra di Dio è il sole, che manda la sua luce sulle immondezze e resta immacolato;
nel fuoco, spande la sua luce e non si arde; nel mare, nei fiumi, e non si affoga;
dà vita a tutto col suo calore e non si ammiserisce di luce, né niente perde del suo
calore;
e molto più, fa tanto bene a tutti e lui di nessuno fa bisogno, e resta sempre quello che
è: maestoso, risplendente, senza mai mutarsi.
Il sole, investendo il mondo con la sua luce, non si affatica; così Iddio, dando vita a
tutti, aiutando e reggendo il mondo non si affatica.
Per non godere più, l’uomo, la luce del sole ed i suoi benefici influssi, può nascondersi,
può mettere ripari, ma al sole nulla fa, [il sole] rimane quello che è; il male cadrà tutto
sopra dell’uomo.
Così, col peccato può allontanarsi da Dio e non godere più i suoi benefici influssi, ma a
Dio nulla gli fa, il male è tutto suo.
Anche la rotondità del sole mi simboleggia l’eternità di Dio, che non ha né principio né
fine. La stessa luce penetrante del sole, che nessuno può restringere nel suo occhio, che
se alcuno volesse fissarlo nel suo pieno meriggio resterebbe abbagliato, e se il sole si
volesse avvicinare all’uomo, l’uomo ne resterebbe incenerito, così del sol Divino: nessuna
mente creata può restringerlo nella sua piccola mente, per comprenderlo in tutto quello
che è; e se volesse sforzarsi, ne resterebbe abbagliato e confuso; e se questo sole Divino
volesse sfoggiare tutto il suo amore, facendolo sentire [all’uomo] mentre è in carne
mortale, l’uomo ne resterebbe incenerito.
Onde [Dio] ha gettato un’ombra di Sé e delle sue perfezioni su tutto il creato, sicché pare
[che] lo vediamo e tocchiamo e ne restiamo toccati continuamente.
Oltre di ciò, dopo che il Signore disse quelle parole: “La fede è Dio”, io gli dissi: “Gesù, mi
vuoi bene?”. E Lui ha soggiunto: “E tu mi vuoi bene?”.
Io subito ho detto: “Sì, Signore e Voi lo sapete che senza di Voi mi sento mancare la
vita”.
“Ebbene ha ripreso Gesù tu mi vuoi bene, Io pure; quindi amiamoci e stiamoci sempre
insieme”. Così è finito per questa mattina.
Ora, chi può dire quanto la mia mente ha compreso di questo sole divino?
“Figlia mia, la mia giustizia si è troppo appesantita, e son tante le offese che mi fanno
gli uomini, che non posso più sostenerle.
Quindi la falce della morte sta per mietere molti, e all’improvviso, e di malattie; e poi
sono tanti i castighi che verserò sul mondo, che saranno una specie di giudizio”.
Chi può dire i tanti castighi che mi ha fatto vedere, ed il modo con cui io sono stata
atterrita e spaventata?
L’ animo mio, è tanta la pena che sente, che credo meglio passarlo in silenzio; riprendo a
dire, ché l’ubbidienza non vuole.
Quindi mi pareva di vedere le strade piene di carni umane ed il sangue che inondava il
terreno; città assediate da nemici, che non risparmiavano neppure i bambini; [i nemici]
mi parevano come tante furie uscite dall’inferno, non rispettando né chiese né sacerdoti.
Il Signore pareva che mandava un castigo dal cielo; qual sia non so dire; solo mi pareva
che tutti ricevevano un colpo mortale, e chi resterà vittima della morte e chi si rimetterà.
Mi pareva pur di vedere le piante disseccate e tanti altri mali che devono venire sui
raccolti. Oh Dio, che pena, vedere queste cose ed essere costretta a manifestarle!
Ah! Signore, placatevi; io spero che il tuo sangue e le tue piaghe saranno il nostro
rimedio; oppure versateli sopra di questa peccatrice, che ne son meritevole, altrimenti
prendetemi, che allora sarete libero di fare ciò che volete; ma finché vivrò, farò quanto
posso per oppormi”.
Questa mattina il diletto Gesù non si faceva vedere, secondo il solito, tutto affabilità e
dolcezza, ma severo.
ci guardavamo, ma in silenzio.
la carità non è altro che uno sbocco dell’Essere Divino, e questo sbocco l’ho diffuso in
tutto il creato, di modo che tutto il creato parla dell’amore che porto all’uomo, e tutto il
creato insegna il modo come deve amarmi, cominciando dall’essere più grande fino al più
piccolo fiorellino del campo”. “Vedi — dice all’uomo [il piccolo fiorellino del campo] — col
mio soave odore e collo starmi sempre rivolto al cielo, cerco di mandare un omaggio al
Creatore; anche tu fa che tutte le tue azioni siano odorose, sante, pure; non fare che col
cattivo odore delle tue azioni [tu] offenda il Creatore.
Deh! O uomo — ci ripete il fiorellino — non essere così insensato da tener l’occhio fisso
alla terra, ma alzalo al cielo;
vedi, lassù è il tuo destino, la tua patria, lassù è il mio e tuo Creatore che ti aspetta”.
L’acqua che continuamente scorre sotto dei nostri occhi, ci dice ancora:
“Vedi, dalle tenebre sono uscita, e tanto devo scorrere e correre, fin quando che
giungerò a seppellirmi nel luogo donde uscii.
Anche tu, o uomo, corri, ma corri nel seno di Dio, da dove uscisti. Deh!
Ti prego, non correre le vie storte, le vie che menano al precipizio, altrimenti guai a
te”.
Anche le bestie più selvatiche ci ripetono: “Vedi, o uomo, come devi essere selvatico per
tutto ciò che non è Dio;
vedi, quando noi vediamo che qualcuno si avvicina a noi, coi nostri ruggiti mettiamo
tanto spavento che nessuno ardisce d’avvicinarsi più e disturbare la nostra solitudine.
Anche tu, quando il lezzo delle cose terrene, ossia le tue passioni violente, stanno per
farti infangare e farti cadere nel precipizio delle colpe, coi ruggiti della tua preghiera e col
ritirarti dalle occasioni in cui ti trovi, sarai salvo da ogni pericolo”.
Così di tutti gli altri esseri, che dirli tutti sarebbe troppo lungo.
“Vedi, o uomo, per amor tuo ci ha creato il nostro Creatore e tutti a tuo servizio
stiamo, e tu non essere tanto ingrato; ama, ti prego , ama, ti ripeto, ama il nostro
Creatore”.
Dopo di ciò, il mio amabile Gesù mi disse: “Questo è il tutto che voglio: amar Dio ed il
prossimo per amor mio.
Vedi quanto ho amato l’uomo, ed esso è tanto ingrato; come vuoi tu che non lo
castighi?”.
Nell’atto stesso mi parve di vedere una grandine terribile ed un terremoto che deve fare
notabile danno, fino a distruggere le piante e gli uomini.
Oh, se vi conoscessero un poco, oh, come starebbero umili e palpitanti! Perciò placatevi.
Almeno vi raccomando Corato e quelli che a me appartengono”.
Nell’atto di dire così, mi pareva che anche a Corato doveva succedere qualche cosa; a
confronto di quello che succederà negli altri paesi, sarà niente.
Questa mattina il dolcissimo mio Gesù, trasportandomi insieme con Lui, mi faceva vedere
la molteplicità dei peccati che si commettono, ed erano tali e tanti, che è impossibile
descriverli.
Vedevo pure nell’aria una stella di smisurata grandezza, e nella sua rotondità conteneva
fuoco nero e sangue; incuteva tale timore e spavento nel guardarla, che pareva che fosse
minor male la morte, che vivere in tempi sì tristi.
In altri luoghi si vedevano i vulcani, che aprendo altre bocche dovevano inondare anche i
paesi vicini;
Io mi ritiro dall’uomo”.
E mentre ciò diceva, ci ritirammo tutti e due nel letto, e vedevo che in questo ritiramento
di Gesù, gli uomini si davano a fare più brutte azioni, più omicidi;
Quando ci fummo ritirati, Gesù pareva che si metteva nel mio cuore ed incominciò a
piangere e singhiozzare, dicendo: “Oh uomo, quanto ti ho amato!
Oh uomo!
Chi può dire la pena, la paura, lo strazio che si faceva nell’animo, specialmente nel
vedere Gesù così afflitto e piangente?
Facevo quanto più potevo a nascondere il mio dolore per consolarlo, e gli dicevo: “Oh
Signore, non sarà mai che castighiate gli uomini!
Forse non sono stata pronta a soffrire le altre volte per far risparmiare le creature?
Perché adesso non volete darmi retta?”.
Ma con tutto il mio povero dire, Gesù non s’acquietava dal piangere.
Allora, non potendo più resistere, anch’io ruppi il freno al pianto, dicendogli: “Signore, se
la vostra intenzione è di castigare gli uomini, anche a me non mi regge l’animo di vedere
tanto soffrire le creature;
perciò, se veramente volete mandare i flagelli, ed i miei peccati non mi fanno più
meritare di soffrire, io invece degli altri, me ne voglio venire, non voglio più stare in
questa terra”.
La seguente mattina, continuavo a vedere Gesù nel mio cuore, ritirato, e vedevo che le
persone fin dentro il mio cuore venivano e lo calpestavano, lo mettevano sotto i piedi.
E tu, mia cara, dopo che hai visto Me tanto soffrire, ti siano più care le croci e delizie le
pene”.
Questa mattina seguitava ancora il mio diletto Gesù a farsi vedere dentro il cuore mio
e, vedendolo un poco più carino, fecimi coraggio e incominciai a pregarlo, che non
mandasse tanti castighi.
E Gesù mi disse:
Io subito risposi: “Perché sono tue immagini e, dovendo le creature soffrire, verresti
Tu stesso a soffrire”.
Allora Gesù, mandando un sospiro, mi disse: “Mi è tanto cara la carità, che tu non puoi
comprenderlo.
La carità è semplice come l’Essere mio che, sebbene è immenso, è pure semplicissimo,
tanto che non c’è parte in cui non vi penetri.
Questa mattina, Gesù, mentre si faceva vedere, io temevo ancora non fosse
veramente Gesù, ma il demonio che mi volesse illudere.
e poi, quello, se parla delle virtù, è una virtù scolorita, non vera virtù, né ha virtù
d’infonderla nell’anima, ma di solamente di parlarne;
e se qualche volta mostra di voler far praticare qualche poco di bene, non è [un bene]
perseverante, e nell’atto stesso che l’anima fa quel poco di bene, l’anima è fiacca ed
agitata.
Solo Io ho la potenza d’infondermi nel cuore e di far praticare le virtù e di far soffrire con
coraggio e tranquillità e con perseveranza;
Oh, quanta pena faceva a Gesù! Io, vedendolo molto soffrire, l’ho pregato che
versasse in me, ma siccome continuava ancora che voleva castigare il mondo, Gesù non
voleva versare in me; ma dopo averlo pregato e ripregato, per contentarmi, ha versato
un poco.
“La causa che il mondo si è ridotto in questo triste stato, è d’aver perduta la
subordinazione ai capi; e siccome il primo capo è Dio, a cui [gli uomini] si sono ribellati,
di conseguenza è avvenuto che hanno perduta ogni soggezione e dipendenza alla Chiesa,
alle leggi ed a tutti gli altri che si dicono capi.
Ah! Figlia mia, che sarà di tanti membri infetti da questo malo esempio, dato da quegli
stessi che si dicono capi, cioè da superiori, da genitori e da tanti altri?
Ah, giungeranno a tanto che non si conosceranno più, né genitori, né fratelli, né re, né
principi;
Perciò, vedi quanto sono necessari i castighi in questi tempi, e che la morte quasi
distrugga questa razza di gente, affinché quei pochi che rimarranno imparino a spese
altrui ad essere umili ed obbedienti; onde lasciami fare, non volerti opporre a farmi
castigare le genti”.
Questa mattina il mio adorabile Gesù si faceva vedere crocifisso, e dopo d’avermi
comunicato le sue pene mi ha detto: “Molte sono le piaghe che mi fecero soffrire nella
mia Passione, ma una fu la croce;
ciò significa che molte sono le strade con cui attiro le anime alla perfezione, ma uno è
il cielo, in cui queste anime devono unirsi, sicché, sbagliato quel cielo, non c’è alcun altro
che possa renderle beate per sempre”.
ciò vuol dire che uno è il cielo, ma vari posti che questo cielo contiene, più o meno
gloriosi, ed a misura delle sofferenze sofferte quaggiù, più o meno pesanti, saranno
distribuiti i posti.
Oh! Se tutti conoscessero la preziosità del patire, farebbero a gara a chi più volesse
patire, ma questa scienza, dal mondo, non viene conosciuta;