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È del tutto opportuno che i figli , già in giovanissima età,

ricevano la paghetta dai genitori.


PRO :
- Gestione autonoma del denaro.
- Conoscenza delle proprie risorse.
- Limite alle richieste dei giovani.
CONTRO :
- Denaro speso per acquisti da limitare.
- Denaro non guadagnato.
- Attività non consone al modello educativo.

SCALETTA :
È del tutto opportuno che i figli , già in giovanissima età,
ricevano la paghetta dai genitori?
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No, perché fa perdere ogni valenza educativa e
induce a un comportamento poco responsabile.
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- Mariateresa Zattoni e Orsola Vestri pedagogiste;
- Dati statistici istat : i bambini italiani guadagnano di più di
tutti, a discapito delle famiglie => crisi economica.
- Esperienza di vita.
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Dare un compenso ai giovani è utile perché
sensibilizza in loro la gestione del denaro.
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- Esperienze personali.
- Dati statistici.
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Confutazione argomentazioni antitesi.
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Da ciò si deduce che è inutile elargire compensi
sistematicamente ai giovani.
TESTO
Ad oggi, il denaro ha assunto un ruolo fondamentale per la
società, soprattutto per i giovani che ne hanno un enorme
bisogno, anche a fronte a quelli che sono i nuovi standard della
comunità adolescenziale, per non sentirsi poi esclusi o
allontanati, ma in particolare per sentirsi in pace con se stessi.
Per questo spesso, ci si ritrova a discutere sul tema paghetta
per i ragazzi, particolarmente il problema riguarda il dare o non
dare ma più frequentemente anche la quantità di denaro da
elargire. Tuttavia può capitare che ci siano ragazzi che non
fanno un'esplicita richiesta della paghetta, bensì preferiscono
domandare il danaro di volta in volta ai propri genitori.
Certamente si contraddistingue tra le note positive di questo
compenso, una possibile acquisizione di senso di
responsabilità da parte dei giovani, anzi giovanissimi; ma in
contrapposizione a ciò nel tempo sono state evidenziate
caratteristiche ben negative, anche dai dati statistici Istat, dove
si può evincere che questi compensi abbiamo portato i giovani
a trovarsi in diverse situazioni scomode, anche per il benessere
familiare; infatti molti ragazzi si ritrovano o ad esaurire le loro
risorse in poco tempo o ad accumulare un bene enorme, che
poi spenderanno per acquisti molto probabilmente non
necessari, e che sono proprio le spese che inizialmente
sarebbero dovute essere limitate.
E’ abbastanza illogico dedurre che un bambino di 8-9 anni
possa riuscire a comprendere come gestire i propri fondi, a
maggior ragione nel momento in cui terminati questi, vengono
elargiti degli altri dai propri genitori, solo di fronte ad un paio di
occhi dolci, cosa che nel mondo reale non avviene.
Andrebbe in realtà sollecitato nei bambini sin da subito il
concetto di meritocrazia, e quindi nel momento in cui essi
adempiono ad un certo tipo di obiettivi, vengono giustamente
ricompensati, come dovrebbe accadere nella vita di tutti i giorni.
Inoltre il più delle volte questa paghetta rappresenta
un’importante spesa per il bilancio familiare, soprattutto per
quelle famiglie che non sono in grado di sostenere un’uscita
sistematica di risparmi, purtroppo però i genitori non vogliono
privare i propri figli da un tale privilegio e si accontentano di
limitare le spese per agevolare i figli; ed è così che aumenta il
desiderio di danaro nei bambini, con i genitori che si vedono
sempre più al margine. E’ noto, infatti che in un paese come
l’Italia dove la crisi economica è ormai un tasto dolente e un
problema sempre più grave, c’è l’aumento di compensi, come
la paghetta verso i propri figli, che al giorno d’oggi sono anche
più “ricchi” dei bambini appartenenti ad uno Stato importante e
solido come la Germania, acquisendo addirittura il 40% in più di
introiti.
Pertanto più che una paghetta bisognerebbe riservare ai figli
una mancia, nel momento in cui contribuiscono al bilancio
familiare, a sostenerlo è l’esperta pedagogista Mariateresa
Zattoni : “ Paghetta no dunque, ma mancia sì! Non è solo una
questione linguistica, è chiarezza di interazione reciproca.Un
segno di sovrabbondanza, un partecipare alla festa: la paghetta
settimanale trasformata in mancia dice qualcosa della vita;
come a dire: "Siamo così fortunati che oltre il pane quotidiano ci
avanza qualcosa, vogliamo che ne partecipi anche tu".
Tutto questo può portare solo benefici al bambino, che inoltre
può sviluppare una propria idea dove il lavoro è direttamente
proporzionale ai compensi. Inoltre può indurlo a riflettere anche
sui costi di determinati articoli, nel momento in cui si ritrova a
gestire i propri risparmi.
Inoltre, bisognerebbe anche effettuare un confronto con la
società odierna e quella di un paio di decenni fa, dove sono
cresciuti i genitori dei ragazzi di oggi, nel farlo la testimonianza
di un uomo comune, Mario afferma che : “Oggi i ragazzi sono
più concentrati su Internet e sulle apparecchiature telematiche;
un tempo durante il tempo libero ci si ritrovava per discutere su
molte cose tra cui come avere una, seppur minima,
indipendenza economica”, infatti anche i dati statistici dell’Istat
affermano che negli 80’ circa, i ragazzi che percepivano una
paghetta era maggiore, ma quello che si percepiva aveva un
valore molto più basso rispetto a quello odierno.
All’epoca gli adolescenti si cimentavano in lavori e lavoretti che
portavano loro un piccolo introito, tramite attività qualunque,
come consegnare la spesa.
“Tutto ciò solo per raggiungere un grado di soddisfazione
personale e come si dice in gergo, togliersi qualche sassolino
dalla scarpa”, commenta ancora Mario.
Naturalmente non tutti sono d’accordo, bensì c’è chi sostiene
che una paga sistematica, possa rivelarsi utile e benevola
affinché insorga nei ragazzi il senso di responsabilità e di
gestione delle proprie risorse. Dunque a sostegno di ciò si
basano su esperienze di vita che sono poi decontestualizzate e
utilizzate solamente per affermare la propria tesi, senza avere
delle reali basi solide che dimostrino che affidando questi
compensi a dei ragazzi, quest'ultimi maturano un maggiore
senso di responsabilità. (riferimenti ad argomentazioni tesi)
Dunque da ciò si deduce che un compenso sistematico da
parte dei genitori per i ragazzi, non è benevolo, bensì accentua
solo il desiderio di danaro in quest’ultimi senza indurli però ad
una reale soluzione. Quindi bisogna ricompensare i ragazzi
tramite il principio della meritocrazia, che indurrà questi a fare
sempre meglio e a migliorarsi.

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