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DAL SOGNO ALL’ARTE

Cosa accade quando ci addormentiamo? Cosa sono quei ricordi di immagini,

colori, suoni e movimenti che abbiamo al risveglio e che chiamiamo sogni? I

pensatori di tutte le epoche hanno provato a dare una risposta a tale

interrogativo, senza arrivare mai a darne una definizione univoca e condivisa

da tutti. Personalmente, mi sento di dire: “Non potevamo che aspettarcelo!”.

Del resto stiamo parlando di una delle cose più impalpabili che la nostra

esperienza di “viventi” ci abbia riservato, e allo stesso tempo, uno di quei

misteri che ci ha sempre affascinati e che continuerà ad affascinarci nei

tempi a venire, finché l’ultimo uomo riempirà di immagini il suo ultimo

sonno. Al di là del valore poetico, c’è una sottile intuizione nei versi

shakespeariani: non solo trascorriamo parte della nostra vita nel sonno, ma i

sogni che ne derivano, influenzano anche la nostra vita di veglia e si

presentano a tutti gli effetti come vivide manifestazioni di attività psichica. Il

corpo non si spegne durante il sonno, anzi è possibile tracciare una linea di

continuità con la veglia sia riguardo alle sue disposizioni biologiche sia

riguardo all‘attività cerebrale. Il sogno è dunque un fenomeno fondamentale

per lo studio della mente, e la filosofia, la psicanalisi e altre discipline non

possono esimersi dal considerarlo il perno, e spesso la chiave di volta per

provare a dare alcune delle risposte che inevitabilmente la nostra condizione

di umani ci pone. Qual è dunque la strada migliore per farlo? Qual è


l’approccio ideale per comprendere questi fenomeni? Storicamente, i

tentativi sono stati molteplici, dall‘interpretazione divinatoria degli antichi

agli spunti letterari. I filosofi e gli psicologi hanno provato a darne

spiegazioni convincenti ‒ in particolare Freud con il suo concetto di

inconscio e manifestazione di esso. Ma se per Freud il sogno non è altro che

una manifestazione dell‘inconscio, esso non è forse, anche una

manifestazione di espressione? Come dice Ferenczi, di un “Qualcosa che

non si stia dicendo o si è impossibilitati a dire?”. Non è anche un mezzo di

comunicazione, e quindi l’Arte e in particolare l’Astrattismo non è una

manifestazione interiore dell‘artista? Una manifestazione della propria

anima? 

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