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TURISMO: CONNOTAZIONE INTERDISCIPLINARE “Sono turismo tutte le relazioni e i fenomeni

legati al soggiorno di stranieri in località in cui essi non esercitano un importante, permanente o
temporanea, attività remunerativa” (Burkart and Medlik, 1974);
“Il turismo ha come oggetto di studio sia l’uomo lontano dal suo habitat usuale, sia l’industria
che soddisfa i suoi bisogni,sia gli effetti da entrambi prodotti sull’ambiente socio-culturale,
economico, fisico della comunità di accoglienza” (Jafari, 1977);
“Il turismo include ogni attività connessa al temporaneo movimento di breve periodo di
persone verso destinazioni al di fuori del luogo dove naturalmente vivono o lavorano, e di tutte
le attività durante il tempo di soggiorno in questa destinazione.” (British Tourism Society, 1979)

PRODOTTO TURISTICO: “prodotto complesso”, che si compone di un insieme eterogeneo di


beni e servizi (PANIERE) (PRODOTTO per l’economia politica)
• DESTINAZIONE TURISTICA: la produzione (presenze e arrivi) riguarda le destinazioni turistiche
(non la singola impresa) (IMPRESA per l’economia politica)

CONTENUTI DELL’ECONOMIA DEL TURISMO


• Come per l’economia politica, i temi dell’economia del turismo riguardano sia la
microeconomia sia la macroeconomia.
• Gli aspetti microeconomici studiano la domanda, l’offerta e il mercato turistico. • La
microeconomia studia la condotta degli individui come consumatori e produttori, così come le
loro attività sul mercato, che è l’ambito in cui concretamente operano. L’analisi microeconomia
concerne in via principale la formazione dei prezzi e della efficienza produttiva, della
formazione dei redditi, della struttura dei mercati.
• Gli aspetti macroeconomici del turismo si soffermano sull’analisi delle relazioni fra aggregati
economici. In particolare, cerca di definire in quale misura l’insieme delle operazioni di
produzione e consumo di beni e servizi turistici influisca sulla formazione delle principali
grandezze macroeconomiche (produzione interna, valore aggiunto, reddito nazionale,
occupazione, bilancia dei pagamenti).
• La macroeconomia esamina il modo con cui operano gli aggregati di individui, i risultai della
loro attività, i problemi riguardanti la maggior parte di essi ed il modo di risolverli (questioni
monetarie, scambi internazionali, lo sviluppo economico)

IL CONSUMATORE
Il consumatore è un individuo razionale, che sceglie la quantità di beni da consumare, dati i
prezzi di mercato e il reddito a disposizione, al fine di massimizzare la propria utilità
(benessere/soddisfazione)

3 ASPETTI DELLA TEORIA DEL CONSUMATORE


1. LE PREFERENZE DEL CONSUMATORE (gusti)
2. IL VINCOLO DI BILANCIO (cosa può permettersi di acquistare)
3. SCELTA (OTTIMA) DEL CONSUMATORE (scelta del paniere ottimo)

UTILITA’ ECONOMICA

 “Utilità economica” è il piacere che ci procura la disponibilità di un certo bene o servizio, in


relazione all’appagamento di un nostro bisogno.

 Nella norma, una prima unità (o dose) di quel bene o servizio ci procurerà un certo piacere,
una seconda unità un piacere inferiore, una terza un piacere ancora minore, e così via.

 Il “grado di utilità” di ciascuna unità tende a diminuire, man mano che esse aumentano.
Principio della utilità decrescente.

 L’ UTILITA’ MARGINALE di un bene è l’utilità addizionale che il consumatore ottiene dal


consumo di una unità addizionale di quel bene, quando il consumo di tutti gli altri beni del suo
paniere rimane costante.

PREFERENZE DEL CONSUMATORE – ASSIOMI 


Completezza: confronto e valutazione dei panieri

 Transitività: PANIERE 3> PANIERE 1 e PANIERE 5>PANIERE 3, allora PANIERE 5>PANIERE1

 Non sazietà: una maggiore quantità di beni è sempre preferita ad una quantità minore

Una CURVA D’INDIFFERENZA mostra tutte le combinazioni di due beni o servizi (o “panieri” di
beni e servizi) che assicurano al consumatore lo stesso livello di soddisfazione (utilità)

Una MAPPA O INSIEME DI CURVE DI INDIFFERENZA mostra differenti livelli di soddisfazione in


corrispondenza di diversi panieri di beni (preferenze del consumatore)
ALCUNE PROPRIETA’ DELLE CURVE DI INDIFFERENZA

 Ciascun paniere può giacere su di un’unica curva di indifferenza

 Le curve di indifferenza non si intersecano mai tra di loro

 Le curve di indifferenza hanno pendenza negativa

 L’inclinazione di una curva di indifferenza si riduce man mano che ci si sposta verso destra

SAGGIO MARGINALE DI SOSTITUZIONE (SMS)

 Il saggio marginale di sostituzione (SMS) è il tasso al quale il consumatore è disposto a


sostituire una piccola quantità del bene misurato sull’asse verticale (bene A) in cambio di una
piccola quantità aggiuntiva del bene misurato sull’asse orizzontale (bene B) (|ΔA/ΔB|)

il rapporto fra la quantità di bene A cui si è disposti a rinunciare (ΔA, negativa) e la quantità di
bene B che si vuole accrescere (ΔB, positiva), senza far variare il livello di utilità considerato

 Il saggio marginale di sostituzione corrisponde all’inclinazione (in valore assoluto) della curva
di indifferenza

Beni “PERFETTI SOSTITUTI“. Si tratta di due beni che, dal punto di vista del consumatore, sono
percepiti come assolutamente equivalenti, cioè esattamente identici nel soddisfare un bisogno.
EX. Burro e Margarina
Beni “PERFETTI COMPLEMENTI”. Il consumatore desidera consumare i beni in proporzioni fisse
(non necessariamente 1:1) EX. Scarpa destra e scarpa sinistra

Il VINCOLO DI BILANCIO (o retta di bilancio) definisce l’insieme dei beni o servizi (panieri) che il
consumatore può acquistare, dati i prezzi di mercato, spendendo completamente il proprio
reddito.
pendenza del vincolo di bilancio = - PB/PA (-2.5/5=-1/2). In valore assoluto la pendenza indica
il prezzo relativo dei due beni

SCELTA (OTTIMA) DEL CONSUMATORE


Il consumatore desidera procurarsi la combinazione di beni che garantisce il più alto livello di
soddisfazione (quella che lo colloca sulla curva di indifferenza più alta) – MAPPA DELLE CURVE
DI INDIFFERENZA

Nella scelta il consumatore deve tenere conto del suo vincolo di bilancio – VINCOLO DI
BILANCIO
Scelta ottima del consumatore: il paniere che, tra tutti i panieri ammissibili, genera il maggior
livello di soddisfazione – PUNTO DI TANGENZA
Il consumatore sceglie il paniere di consumo in corrispondenza del quale la curva di indifferenza
è tangente al vincolo di bilancio

 Di conseguenza la condizione di ottimo implica l’eguaglianza tra il saggio marginale di


sostituzione e il prezzo relativo dei beni: SMS= PB/PA

 Il saggio al quale il consumatore è disposto a scambiare i beni tra di loro è lo stesso al quale i
due beni sono scambiati nel mercato
LA DOMANDA

La quantità di un bene che un individuo desidera acquistare dipende da alcune variabili:  Il


prezzo  Il prezzo di altri beni  Il reddito o la ricchezza del consumatore  I gusti del
consumatore  Fattori individuali e ambientali (n. componenti famiglia, periodo dell’anno,
cultura))
COME VARIA LA DOMANDA AL VARIARE DEL PREZZO

Quanto minore è il prezzo di un bene, tanto maggiore è la quantità che ne verrà domandata, a
parità di tutte le altre condizioni. Relazione negative tra il prezzo di un bene e la quantità
domandata (Legge della Domanda).

 Se il prezzo del bene aumenta:  Alcuni consumatori smetteranno di acquistarlo

 Altri acquisteranno una quantità inferiore  Altri terranno invariate le loro abitudini di
consumo (quantità acquistate) L’effetto totale è una riduzione della quantità domandata.

SCHEDA DI DOMANDA E CURVA DI DOMANDA


La scheda di domanda è uno dei modi di rappresentare la relazione tra prezzo e quantità
domandata. E’ una tabulazione numerica che mostra la quantità che viene domandata a dati
prezzi.
Una curva di domanda, con pendenza negativa, mette in relazione la quantità domandata e il
prezzo (dove x rappresenta il numero di capi di abbigliamento e y il prezzo)
Per passare dalla scheda/curva di domanda individuale a quella di mercato (domanda
aggregata) occorre sommare le quantità domandate per ogni livello di prezzo
LA CURVA DI DOMANDA DI MERCATO E’ DATA DALLA SOMMA ORIZZONTALE DELLE CURVE DI
DOMANDA INDIVIDUALI (si sommano le quantità e non i prezzi)

OFFERTA:

La quantità di un bene offerto sul mercato dipende da alcune variabili:  Il prezzo del bene
prodotto: a parità di altre condizioni, tanto più è elevato il prezzo del prodotto tanto maggiore è
la quantità che le imprese desiderano offrire (la ragione di questo comportamento è legata ai
costi di produzione)

 I prezzi dei fattori di produzione

 Lo stato della tecnologia

 La quantità offerta è legata da una relazione positiva al prezzo del bene stesso (Legge
dell’offerta).

 Aumentando il numero (la quantità) di beni venduti, dimiuisce il numero (quantità) di beni
che rimangono a disposizione dell’offerente e quindi aumenta la loro utilità marginale (l’offerta
cresce se i prezzi crescono)
SCHEDA DI OFFERTA E CURVA DI OFFERTA
La scheda di offerta è uno dei modi di rappresentare la relazione tra prezzo e quantità offerta.
E’ una tabulazione numerica che mostra la quantità che viene offerta a dati prezzi.
Una curva di offerta con pendenza positiva mette in relazione la quantità offerta e il prezzo
(dove x rappresenta il numero di capi di abbigliamento e y il prezzo)

L’offerta di mercato è data alla somma orizzontale della quantità offerta da ciascuna impresa
per ogni livello di prezzo.

SPOSTAMENTI LUNGO LA CURVA DI DOMANDA La curva di domanda indica la quantità


domandata per ogni dato livello di prezzo
La VARIAZIONE DEL PREZZO DEL BENE comporta uno SPOSTAMENTO LUNGO la curva di
domanda
SPOSTAMENTI DELLA CURVA DI DOMANDA
1. VARIAZIONE DEL REDDITO
• BENI NORMALI: REDDITO QUANTITA’ DOMANDATA (la curva si sposta verso destra)
• BENI INFERIORI: REDDITO QUANTITA’ DOMANDATA (la curva si sposta verso sinistra)
2- VARIAZIONE DEL PREZZO DI ALTRI BENI • BENI SOSTITUTI: PREZZO DEL BENE B
QUANTITA’ DOMANDATA DI BENE A (la curva si sposta verso destra) • BENI
COMPLEMENTI: PREZZO DEL BENE B QUANTITA’ DOMANDATA DI BENE A (la curva si
sposta verso sinistra)
3 . VARIAZIONE DELLE PREFERENZE: Una variazione favorevole dei gusti rispetto ad un bene,
determina un aumento della domanda del bene (la curva si sposta verso destra). Una variazione
sfavorevole determina una riduzione della domanda (spostamento verso sinistra)
4. VARIAZIONE DELLE ASPETTATIVE: Se i consumatori si aspettano una riduzione del prezzo di
un bene, nel periodo corrente la domanda del bene potrebbe diminuire (la curva si sposta verso
sinistra). Al contrario, se si aspettano un aumento del prezzo del bene, la quantità domandata
nel periodo corrente potrebbe aumentare (spostamento verso destra).
5. VARIAZIONE DEL NUMERO DI COMPRATORI NUMERO DI COMPRATORI QUANTITA’
DOMANDATA (la curva si sposta verso destra) NUMERO DI COMPRATORI QUANTITA’
DOMANDATA (la curva si sposta verso sinistra)
SPOSTAMENTO LUNGO LA CURVA DI OFFERTA O SPOSTAMENTO DELLA CURVA
La VARIAZIONE DEL PREZZO DEL BENE comporta uno SPOSTAMENTO LUNGO la curva di offerta
SPOSTAMENTO DELLA CURVA OFFERTA
VARIAZIONE DEL PREZZO DEI FATTORI (L,K): PREZZO DEL L QUANTITA’ OFFERTA DEL BENE (la
curva si sposta verso sinistra)
PREZZO DEL L QUANTITA’ OFFERTA DEL BENE (la curva si sposta verso destra)
2. VARIAZIONE DELLA TECNOLOGIA: Un’innovazione tecnologica, che porta alla riduzione dei
costi di produzione, determina un aumento dell’offerta del bene (la curva di offerta si sposta
verso destra)
3. VARIAZIONE DELLE ASPETTATIVE: Se i venditori si aspettano un aumento del prezzo del bene,
nel periodo corrente l’offerta del bene può diminuire (la curva di offerta si sposta verso sinistra)
4. VARIAZIONE DEL NUMERO DI VENDITORI: NUMERO VENDITORI QUANTITA’ OFFERTA (la
curva si sposta verso destra)
ELASTICITA’ DELLA DOMANDA
1. ELASTICITA’ DELLA DOMANDA AL PREZZO (ε) Indica come la quantità domandata di un
bene reagisce alla variazione del prezzo del bene
2. VARIAZIONE PERCENTUALEDELLA QUANTITA
DOMANDARA/VARIAZIONEPERCENTUALEDELPREZZO
3. E sempre negativa

ε : CASI POSSIBILI  DOMANDA ELASTICA: la variazione percentuale del prezzo causa una
variazione percentuale della quantità acquistata PIU’ che proporzionale (ε>1)  DOMANDA
ANELASTICA (RIGIDA): la variazione percentuale del prezzo causa una variazione
percentuale della quantità acquistata MENO che proporzionale (ε
DOMANDA A ELASTICITA’ UNITARIA: la variazione percentuale del prezzo causa una
UGUALE variazione percentuale della quantità acquistata (ε=1)

I costi della produzione:

MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO  I costi sono un fattore determinante delle scelte di


produzione e di prezzo  OBBIETTIVO DELL’IMPRESA: massimizzazione del profitto (profitto
economico)

 PROFITTO = RICAVO TOTALE-COSTO TOTALE

 la categoria di costo economico di riferimento è il costo opportunità

 COSTO OPPORTUNITA’ : COSTI ESPLICITI e COSTI IMPLICITI

 Funzione di produzione: relazione tra la quantità di fattori produttivi utilizzata per produrre
un bene/servizio e la quantità prodotta di quel bene/servizio

 Prodotto marginale di un fattore di produzione: aumento della quantità prodotta che si


ottiene aumentando di una unità il fattore stesso

  Prodotto marginale del lavoro


  Prodotto marginale del capitale MISURE DI COSTO
 Il costo di produzione dipende dai prezzi dei fattori produttivi e dalle quantità di
fattori produttivi impiegati

 COSTO TOTALE: CT= wL+rK,


 dove w è il prezzo del lavoro, r il prezzo del capitale, L la quantità di lavoro utilizzata e
K la quantità di capitale.

 Il costo totale può essere suddiviso i COSTI FISSI e COSTI VARIABILI


 COSTI FISSI non variano al variare della quantità prodotta (es. canone di locazione)
 COSTI VARIABILI variano in funzione della quantità prodotta (es. retribuzione degli
addetti alla produzione)

 COSTO MEDIO TOTALE è il costo della tipica unità di prodotto CT/ Q


COSTO MEDIO TOTALE = COSTO MEDIO FISSO + COSTO MEDIO VARIABILE
 COSTO MARGINALE indica di quanto aumenta il costo totale derivante dalla
produzione di una unità aggiuntiva di prodotto CM= ∆CT/ ∆Q
 Distinzione tra il breve ed il lungo periodo.
Nel breve periodo l’impresa può variare la quantità di lavoro impiegato mentre è fissa la
quantità di capitale.
Nel lungo periodo l’impresa può variare entrambi i fattori (i costi fissi sono variabili nel
lungo periodo)
 Prod. marg. dei fattori tende ad essere decrescente. Tipicamente, dopo un certo
livello produttivo, i CM sono crescenti.
 Curva di costo medio totale a U
 La curva di costo marginale interseca la curva di costo medio totale nel suo puto di
minimo
 Dimensione efficiente = la quantità di prodotto che minimizza il costo medio totale

 Lungo periodo:

 Economie di scala: il costo medio totale di lungo periodo diminuisce all’aumentare


della quantità prodotta (curva di costo medio decrescente)
 Diseconomie di scala: il costo medi totale di lungo periodo aumenta all’aumentare
della quantità prodotta
 Rendimenti di scala costanti: il costo medio totale di lungo periodo resta invariato
a variare della quantità prodotta
FORME DI MERCATO:

CONCORRENZA PERFETTA

CATTERISTICHE DEL MERCATO: CONCORRENZA PERFETTA  Sul mercato è presente una


moltitudine di venditori e compratori. Il prezzo per venditori e compratori è dato
 Le imprese producono beni indifferenziati (identici/perfetti sostituti)
 Le imprese possono entrare ed uscire liberamente dal mercato
 Le imprese e i consumatori dispongono di informazione perfetta
 I fattori produttivi sono perfettamente mobili nel lungo periodo

MASSIMIZAZIONE DEL PROFITTO IN CONCORRENZA PERFETTA


 RICAVO TOTALE: RT=Q*P
 RICAVO MEDIO indica quato incassa in media l’impresa per unità di prodotto venduta
RT/ Q = (Q*P)/Q = P

 RICAVO MARGINALE indica l’aumento di ricavo totale generato da un aumento


unitario della quantità venduta. Per le impresse in concorrenza perfetta il RICAVO
MARGINALE è uguale al prezzo RM=P
 L’impresa massimizza il profitto producendo la quantità in corrispondenza della quale
P=CM

 Se l’impresa produce Q1: RM > CM 1


 Se l’impresa produce Q2: RM < CM 2
 L’impresa massimizza il profitto producendo Q* : RM = CM

In concorrenza perfetta P=RM

 In concorrenza perfetta, le imprese decidono di produrre la quantità di bene o servizio


che massimizza i propri profitti, dato il prezzo P determinato dall’incontro di domanda e
offerta di mercato.
 La quantità che massimizza il profitto è quella in corrispondenza della quale vale al
regola P=CM.
 La curva di domanda che l’impresa individuale fronteggia è infinitamente elastica.
 La curva di offerta dell’impresa di breve periodo corrisponde al tratto crescente della
curva del costo marginale al di sopra della curva del costo medio variabile Nel breve
termine le imprese possono avere un profitto economico, ma la libertà di entrata fa si
che nel lungo periodo nuove imprese entrino nel mercato attirate da questi profitti: è
possibile mostrare che in questo caso i profitti delle imprese tendono a zero.
• Nel lungo periodo il processo di entrata/uscita delle imprese ha termine solo quando il
prezzo è uguale al costo medio totale
• Il prezzo di equilibrio è uguale al valore minimo della curva di costo medio di lungo
periodo (il profitto economico delle imprese è nullo).
• La curva di offerta di lungo periodo dell’impresa corrisponde alla curva di costo
marginale che si trova al di sopra del costo medio totale.
• L’equilibrio di lungo periodo di un mercato in concorrenza perfetta, con libertà di
entrata e di uscita, si ottiene quando tutte le imprese operano alla propria dimensione
efficiente (ovvero, producono la quantità di prodotto che minimizza il costo medio
totale).
 Il modello di concorrenza perfetto è efficiente
 Un mercato è efficiente quando non è possibile migliorare il benessere di un
partecipante al mercato senza contemporaneamente ridurre il benessere di almeno un
altro partecipante.
 In concorrenza perfetta il surplus totale (surplus dei consumatori + surplus dei
produttori) è massimo

IL MONOPOLIO

 Il monopolio è una forma di mercato in cui un unico venditore offre un bene che non ha
stretti sostituti, ad una moltitudine di consumatori

 Il monopolista può far variare il prezzo di ciò che produce adeguando la quantità che offre sul
mercato

 Il monopolista essendo l’unico produttore ha una curva di domanda che corrisponde alla
curva di domanda di mercato
Le cause del monopolio:
controllo esclusivo di input fondamentali una sola impresa detiene una risorsa chiave
economia di scala il monopolista sostiene costi inferiori rispetto alle altre imprese del mercato
brevetti che fruiscono il diritto del monopolio al monopolista
economia di rete maggior il prodotto con maggior acquisti acquista piu valore
licenze governative e appalto lo stato conferisce il monopolio ad una certa azienda

Differenza concorrenza perfetta e monopolio


Tutte 2 massimizzare il profitto
nell’impresa perfetta l’azienda subisce il prezzo e il monopolista può determinare e può variare
il prezzo, se decide una azienda di concorrenza perfetta di variare il prezzo c’è l’informazione
perfetta vuole dire che i consumatori sanno il produttore alza il prezzo allora comprano dalle
altre aziende che offrono al prezzo di mercato,
invece il monopolista ha la curva di domanda che coincide con la curva di mercato quindi la
curva è inclinata negativamente se aumenta la quantità offerta diminuisce il prezzo, e se
diminuisce la quantità aumenta il prezzo perché fronteggia la curva di mercato, curva di
domanda tutte le combinazioni di prezzo e quantità che il monopolista ha a disposizione
invece concorrenza perfetta fronteggia una curva di domanda infinitamente elastica un reta
parallele all’asso degli ascessi

Chart Title
12

10

0
1 2 3 4 5 6 7 8 9
-2

-4

-6

-8

D=ricavo medio r marg

Descrizione del grafico monopolio: La curva di domanda e curva del costo marginale coincidono
nel punto di origine perche il ricavo della prima unità coincide con il prezzo
Il ricavo marginale è inferiore al prezzo, e èuo essere anche negativo
La curva di domanda è sopra la curva di Ricavo marginale, la curva del ricavo marginale è una
retta che sta al di sotto della curva di domanda che coincide con il ricavo medio
Ricavo totale=quantità x prezzo
Ricavo medio= ricavo totale/quantità=Prezzo graficamente la curva del ricavo medio e la curva
di domanda coincidono
Ricavo marginale è l’aumento del ricavo totale dovuto alla vendita di unità aggiuntiva di
prodotto

Perché RM<P Monopolio


SI confrontiamo il prezzo è superiore al ricavo marginale perché il monopolista fronteggia una
curva di domanda che corrisponde a una curva di mercato inclinata negativamente, vuole dire
se decide di aumenta la quantità il prezzo diminuisce, una riduzione che viene applicata a tutte
le unità
Invece concorrenza perfetta RM=P

GRAFICO MONOPOLIO

Dobbiamo mettere insieme la curva di domanda, curva ricavo marginale, e curva di costo medio
e costo marginale, per determinare il punto dove il monopolista massimizza il profitto, e per
determinare la scelta del monopolista

- L’andamento della curva di costo medio è a U, vuole dire che il costo medio diminuisce
raggiunge un suo punto di minimo poi ricresce
- Le curva di Ricavo marginale interseca la curva del costo medio
- In monopolio RM=CM
- PREZZO>RICAVO MARGINALE
- SE IL RICAVO MARGINALE SUPERIORE Al costo marginale l’impresa potrebbe,
aumentando di una unità la quantità prodotta, aumentare il profitto. Se il ricavo
marginale è inferiore al costo marginale diminuendo la quantità aumenta il profitto
- Dunque la massimizzazione del profitto si ottiene al punto in quale RM=CM punto
intersezione tra ricavo marginale e costo marginale
- Profitto= ricavo totale-costo totale vuole dire p x q –(costo medio totale x quantita)
- Il prezzo a cui l’impresa monopolista vende il suo prodotto è piu alto del suo ricavo
marginale, sceglie la quantita al quale rm=cm e il prezzo >ricavo marginale
EFFICIENZA
Concorrenza perfetta è efficiente e il monopolio è inefficiente
Perché il prezzo che applica il monopolista è superiore al ricavo marginale, ed sé superiore al
costo marginale, i consumatori acquistano pagano un prezzo piu alto allora perde il benessere,
e il monopolista acquisisce più benessere

Effetto sul surplus


Il surplus del consumatore è la differenza il prezzo che il consommatore è disposto a pagare e il
prezzo che paga realmente

Il surplus del produttore è la differenza tra il prezzo cui riceve e il prezzo minimo che sarebbe
disposto ad accettare vuole dire il costo della produzione

In concorrenza perfetta il surplus totale è massimo

Il surplus totale= surplus consumatore + surplus produttore


= (disponibilita a pagare-prezzo )+ (prezzo-costo totale)= disponibilità a paga-costo
Il monopolista produce in corrispondenza aL RM=CM, IN MONOPOLIO il prezzo aumenta e la
quantità diminuisce
L’inefficienza è dovuta allo scambiamento di una quantità che è inferiere rispetto a quella
efficiente , questo che causa la perdita secca, molti venditori vorrebbero comprare ma non
hanno disponibilità a comprarlo
I consumatori acquistano meno ad un prezzo alto
DESCRIMINAZIONE PREZZO
Il monopolista in grado di discriminare il prezzo, applica prezzi diversi a consumatori diversi se
conosciamo la disponibiltà a pagare, non devono essere possibiltà di arbitraggio

Quando è possibile fare descriminazione del prezzo?


Quando il monopolista conosce la disponibilità a pagare di diversi consumatori o non devono
essere possibilità di arbitraggio
Tipi di descrima
In grado di capire di capire possibilità a pagare di ciascun consumatore
Il prezzo pagato dal consumatore varia all’aumentare della quantità
I consumatori vengono divisi in gruppi, il prezzo varia tra i gruppi ma fisso dentro lo stesso
gruppo

Nella realità i mercati possiedono caratteristiche da entrambi modelli concorrenza perfetta e


monopolio
Tipo oligopolio quando sono presenti sul mercato pochi venditori che vendono prodotti
omogenei tra di loro
Concorrenza monopolistica quando sono presenti sul mercato venditori che vendono prodotti
simili ma non identici

Macroeconomia: macroeconomia consiste nello studio dei fenomeni che guardano il sistema
economico
Sistema economico interagiscono diversi soggetti imprese consumatori lo stato e vari
Consumatori e famiglie che offrono i fattori produttivi e consumano beni e servizi delle imprese
Imprese produccono beni e i servizi utilizzando fattori produttivi
Stato offrono beni e servizi (scuole ospedali)
Operatori esteri che svolgono la loro attività all’estero
L’insieme di tali relazioni costituisce il sistema economico
Il sistema economico è l’insieme dei soggetti che svolgono attività economica e che
interagiscono tra di loro, tali soggetti sono famiglie imprese lo stato e gli operatori esteri, ed
costituito dalle relazioni che intercorrono tra i diversi soggetti economici, questi ultimi
interagiscono tra di loro su due tipi di mercati mercato di beni e servizi e mercto di fattori
produttivi

Interagiscono su due tipi di mercati: mercato di beni e servizi e mercato di fattori produttivi
Economia chiusa senza lo stato composto da due soggetti famiglie che offrono i fattori
produttivi e imprese che comprano fattori produttivi e vendono beni e servi alle famiglie che
costituira il ricavo delle imprese che una parte usata verrà per comprare i fattori produttivi
Nel sistema economico reddito uguale alla spesa

Due flussi: flussi di beni e servizi e flussi monetari


Economia aperta con lo stato: includiamo lo stato e gli operatori esteri
Parte di beni e servizi finali viene comprata dallo stato, applica tributi e le imposte per
procurarsi risore con cui finanziarsi, lo stato a sua volta produce beni e servizi per le famiglie e
le imprese (beni e servizi publici) a fronte di quale le famigli e imprese pagano le tassi
Invece il ruolo degli operatori esteri consistono negli operatori esteri che comprano beni e
servizi dal interno dal interno sistema economi per il quale dia un esborso di denaroche va dal
resto del mondo verso l’ interno e composto anche dagli operatori che offrono bene e servizi in
confronto di un esborso di denaro che andrà verso il resto del mondo

La contabilità la misurazione degli agregati economici di un paese


In italia l’ISTAT CHE CONFRUISCE I CONTI NAZIONALI

PIL

IL VALORE DI MERCATO DI TUTTI I BENI E SERVIZI FINALI PRODOTTI IN ECONOMIA IN UN DATO


TEMPO, IN GENERE REFIRITO ALLO STATO
Beni e servizi finali tangibili e intangibili, e beni intermediari non va usato nel calcolo perché
incorporato gia nel bene finale
CALCOLO
METODO PRODUZIONE: I PIL è DATO DALLA SOMMATORIA DEI BENI E SERVIZI PRODOTTO
DALLE IMPRESI MENO DEL VALORE DEI BENI INTERMEDI PIU IMPOSTE INDIRETTI AL NETTO DEI
CONTRIBUTI STATALI
METODO REDITTO Y=W+R+INT+PROFITTI
Il pil e dato dalla somma dei redditi percepiti da tutti gli operatori economici che operano in
Italia
LA SOMMA DI TUTTI REDITTI PRECEPITTI DAGLI OPERATORI ECONOMICI
METODO DELLA SPESA LA SOMMA DELLA SPESE DI ACQUISTO DI BENI E SERVIZI FINALI SUL
MERCATO, la spesa di un paese è divisa in:
Consumi
Investimenti
Spesa pubblica
Esportazioni netti esport-import

PIL NOMINALE
PIL NOMINALE somma della quantità dei beni e servizi finali valutati al loro prezzo corrente, la
crescita del pil nominale dipende da 2 fatturi:
Aumento della produzione dei beni e servizi
Aumento dei prezzi dei beni e servizi
PIL REALE
La somma delle quantità dei beni e servizi valutati a prezzi costanti cioè ai prezzi di un anno
base
Si utilizzano i prezzi dell’anno base per valutare la produzione di beni e servizi in tutti gli anni.
Deflatore del Pil nel anno T:
(Pil Nominale t/PIL REALE t)/100
Misura i cambiamenti del pil nominale rispetto all’anno base, che non possono essere attribuiti
al PIL reale

Crescita del pil reale: (Yt-Yt-1)/Yt-1

IL PIL è una misura di calcolo imperfetta perché per esempio non include prestazioni non
scambiate sul mercato e attività intenzionalmente occultate e non considera la qualità di ciò
che viene prodotto
Occupati comprende persone con almeno 15 anni e piu nella settimana di riferimento hanno
svolto almeno un’ora di lavoro in qualsiasi attività che prevede un corrispettivo monetario o in
natura
Hanno svolto almeno un ora di lavoro non retribuita, nella ditta di un familiare dove collabora
abitualmente
I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi,
oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50 per cento della retribuzione.
Gli indipendenti assenti dal lavoro, ad eccezione dei coadiuvanti familiari, sono considerati
occupati se, durante il periodo di assenza, mantengono l’attività.
I coadiuvanti familiari sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.

DISOCCUPATI: comprendono le persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che:  hanno


effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la
settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro
le due settimane successive;  oppure, inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di
riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due
settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro.
INATTIVI comprendono le persone di 15 anni o più che non fanno parte delle forze di lavoro,
ovvero quelle non classificate come occupate o in cerca di occupazione(disoccupate)
FORZA LAVORO = OCCUPATI + DISOCCUPATI

TASSO DI OCCUPAZIONE: rapporto tra gli occupati e la popolazione di 15 anni o più.

 TASSO DI DISOCCUPAZIONE: rapporto tra i disoccupati e le forze di lavoro.

 TASSO DI ATTIVITA’ (di partecipazione): rapporto tra le persone appartenenti alle forze di
lavoro e la popolazione di 15 anni o più.

TASSO DI DISOCCUPAZIONE NATURALE: il tasso di disoccupazione medio attorno a cui


l’economia fluttua  In una recessione tipicamente, il tasso disoccupazione corrente va al di
sopra del tasso naturale  In una fase espansiva invece succede il contrario
Tassi di crescita del PIL ridotti sono associati ad aumenti del tasso di disoccupazione e tassi di
crescita del PIL elevati si accompagnano a riduzioni del tasso di disoccupazione
Le statistiche sulla disoccupazione sono di difficile interpretazione: Veloce entrata/uscita
dalle forze lavoro Poca determinazione nella ricerca del lavoro Lavoratori scoraggiati

INFLAZIONE:
INFLAZIONE: Inflazione: un aumento generalizzato e persistente dei prezzi di beni e servizi, che
determina una perdita di potere d’acquisto della moneta

 Deflazione: situazione opposta all’inflazione (tasso di inflazione negativo) (Disinflazione è una


diminuzione del tasso di inflazione)

 Stabilita dei prezzi: il livello dei prezzi resta mediamente invariato nel tempo

Il tasso di variazione del deflatore del PIL coincide con il tasso di inflazione, il tasso di inflazione
è la variazione percentuale del livello generale dei prezzo da un anno all’altro

DEFLATORE DEL PIL (anno t) (PIL nominale t / PIL reale t)*100 Numero indice (pari a 100
nell’anno base) Il tasso di variazione del deflatore del Pil rappresenta il tasso di inflazione
(Def pil t-Defpilt-1)/*100
IPC

INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO (IPC): misura il costo complessivo dei beni e dei servizi
acquistati dal consumatore tipo.

Procedura per il calcolo del IPC (anno t):  Determinazione del paniere di beni e servizi
consumato dal consumatore medio e della struttura dello stesso  Rilevazione del prezzo di
ciascun bene che compone il paniere  Calcolo del costo del paniere  Scelta dell’anno base e
calcolo dell’IPC
(COSTO DEL PANIEREt/COSTO DEL PAMIERE b)*100
(t indica l’anno corrente e b l’anno base cui si riferiscono i prezzi)
Numero indice (pari a 100 nell’anno base) Se l’IPC aumenta significa che il consumatore medio
deve spendere una somma maggiore per acquistare gli stessi
Il tasso di variazione dell’IPC rappresenta il tasso di inflazione
((IPCt-IPCt-1)/IPCt-1)*100
3 diversi IPC, ciascuno con una propria finalità:
Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale (NIC) è utilizzato
come misura dell’inflazione a livello dell’intero sistema economico. Considera la collettività
nazionale come se fosse un’unica grande famiglia di consumatori.
Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) si riferisce ai consumi
dell’insieme delle famiglie che fanno capo a un lavoratore dipendente. E’ l’indice generalmente
usato per adeguare periodicamente i valori monetari, ad esempio gli affitti.
Indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’Unione europea (IPCA) è stato
sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo. Infatti, viene
assunto come indicatore per verificare la convergenza delle economie dei paesi membri
dell’Unione Europea.
NIC e FOI vengono calcolati sulla base dello stesso paniere, quello che cambia sono i pesi che
vengono attribuiti ai beni nei panieri

IPC VS DEFLATORE DEL PIL


Il tasso di inflazione misurato sulla base dell’IPC e del deflatore del PIL spesso diversi, perché?

 Il deflatore del PIL considera tutti i beni e servizi finali PRODOTTI INTERNAMENTE

 IPC considera i beni e servizi ACQUISTATI DAI CONSUMATORI (prodotti in Italia o all’estero)
Un aumento del prezzo del petrolio nei Paesi importatori netti aumenta l’IPC più del deflatore:
la quota di spesa del consumatore finale in petrolio e suoi derivati è maggiore di quella
corrispondente al contributo dato alla formazione del PIL

Confrontare lo stpendio del 2005 e del 2009 possiamo calcolare il valore monetario corrente
ovvero il valore dello stipendio del 2005 esporesso nei prezzi 2009
Stpendio 2005* ipc 2009/ipc2005

COSTI DELL’INFLAZIONE
Costo delle suole: Costi legati alla riduzione della quantità di moneta detenuta in forma liquida.
L’inflazione riduce il valore reale del circolante ed induce alla detenzione di attività illiquide.

 Costo dei menu: Costi sostenuti per determinare il nuovo livello dei prezzi

 L’inflazione determina variazioni dei prezzi relativi (non tutti i prezzi crescono allo stesso
modo e simultaneamente) distorsione delle decisioni economiche degli agenti

 Drenaggio fiscale: l’inflazione, aumentando i redditi nominali dei contribuenti, fa crescere il


carico fiscale (sistema fiscale non indicizzato). Es. tassazione dei guadagni in conto capitale
(plusvalenze ). L’inflazione tende a scoraggiare il risparmio

 Redistribuzione arbitraria della ricchezza: tassi di inflazione inaspettatamente elevati (non


considerati nell’indicizzazione del debito) favoriscono i debitori a danno dei creditori
(diminuendo il valore reale del debito, il debitore rimborsa il prestito con una moneta che ha un
valore inferiore a quello previsto )

 Interferenza nella pianificazione di lungo periodo di famiglie e imprese: l’inflazione alimenta


l’incertezza

EQUILIBRIO SUL MERCATO DEI BENI E DEI SERVIZI


Economia chiusa
Economia aperta -tassi si cambio nominali e reali -bilancia dei pagamenti

Determinanti della Domanda


Z=C+I+G+X-M

DETERMINANTI DELLA DOMANDA Z  C I  G  X  IM


Per analizzare le determinanti della domanda di beni e servizi, occorre scomporre il PIL in
funzione di cosa viene prodotto e di chi lo acquista La domanda totale di beni e sevizi nazionali ,
Z, può essere scritta come (identità):
C (Consumo): acquisti dei consumatori di beni non durevoli, durevoli e servizi
I (Investimento): acquisti di beni durevoli fatti dalle imprese (prescindendo dalle scorte di
magazzino)
G (spesa pubblica): acquisti di beni e servizi dello Stato ed Enti pubblici
IM (importazioni): acquisti di beni e servizi prodotti all’estero da parte dei residenti
(consumatori, imprese, PA)
X (esportazioni): acquisti di beni e servizi nazionali da parte di non residenti ovvero valore dei
beni e servizi prodotti internamenti ma acquistati dal esterno

Economia chiusa Z=c+i+g


In economia chiusa La domanda nazionale dei beni coincuide con la domanda dei beni
nazionale è data C+I+G
La Domanda dei beni nazionali C+I+G+NX
CONSUMO

 Il consumo (C) è una variabile endogena (cioè spiegata all’interno del modello)  Il consumo
è una funzione del reddito disponibile (Yd ≡ Y-T): C = C(Yd) se aumento il reddito aumenta il
consumo, una relazione positiva
Assumendo una relazione lineare :
C = c0 + c1 Yd = c0 + c1 (Y-T) dove c0 rappresenta il consumo in corrispondenza di un reddito
disponibile nullo e c1 , chiamato propensione marginale al consumo, indica l’effetto sul
consumo di un euro aggiuntivo di reddito disponibile (0< c1<1
Gli individui desiderano consumare solo una parte del loro incremento di reddito e risparmiare il
resto
Graficamente se aumento il reddito aumenta il consumo, una relazione positiva meno che
proporzionalmente
INVESTIMENTO E SPESA PUBBLICA

 L’investimento (Ῑ): è una variabile esogena, cioè assunta come dato rispetto al reddito I= Ῑ

 La spesa pubblica (G): La spesa pubblica (G) insieme alle imposte (T) descrive la politica fiscale
del governo (scelte del governo relative ad entrate ed uscite del settore pubblico) Sia la spesa
pubblica (G) che le imposte (T) sono variabili esogene del modello - il governo non presenta
regolarità di comportamento, dunque non esiste un’unica funzione per G e T; - il compito dei
macroeconomisti è quello di consigliare il governo circa decisioni di spesa e di gettito
DETERMINAZIONE DELLA PRODUZIONE DI EQUILIBRIO
L’equilibrio sul mercato dei beni è dato dalla condizione di eguaglianza tra domanda (Z) ed
offerta (Y) dei beni

Y=Z
Possiamo riscrivere l’equazione di equilibrio sostituendo la domanda (Z) con la sua espressione
Y= c0+ c1 ( Y- T) + I+ G
In equilibrio: la produzione (Y) deve essere uguale alla domanda (Z), che a sua volta dipende da
reddito (Y). Con Y si rappresenta sia il reddito che la produzione (reddito e produzione sono
identicamente identici: si vedano la misurazione del PIL dal lato della produzione del reddito)
L’aumento iniziale della domanda è pari a 1 mld di euro (distanza AB)  Per soddisfare la
maggior domanda le imprese aumentano la produzione di 1 mld di euro (distanza AB). 
Questo aumento della produzione genera un aumento di reddito pari ad 1 mld di euro (distanza
BC)  L’incremento di reddito genera un secondo aumento della domanda di 1 mld di euro (il
primo aumento di reddito) moltiplicato per la propensione al consumo, c1 (c1 *1mld di euro
=c1 mld di euro, distanza CD)  Questo secondo aumento della domanda porta a un aumento
di pari ammontare della produzione, rappresentato anch’esso da CD, e quindi a un aumento di
pari ammontare del reddito, indicato dalla distanza DE.  Il terzo aumento della domanda
(generato dal secondo aumento del reddito) è uguale a c1 miliardi di euro (il secondo aumento
di reddito) moltiplicato per c1 ed è uguale a c1xc1 miliardi di euro, vale a dire c1 2 miliardi di
euro, e così via fino al raggiungimento dell’equilibrio nel punto A
EQUILIBRIO SU ECONOMIA APERTA:
ECONOMIA APERTA:

 MERCATI DEI BENI: i consumatori possono scegliere tra beni nazionali e beni esteri

 MERCATI FINANZIARI: gli investitori possono scegliere tra attività finanziarie ed estere

 MERCATI DEI FATTORI: le imprese possono scegliere dove localizzare la propria attività
(sfruttando vantaggi di costo) e i consumatori possono scegliere dove lavorare

TASSO DI CAMBIO
TASSO DI CAMBIO NOMINALE tra due valute può essere espresso in due modi :

 prezzo della valuta nazionale in termini di valuta estera: il numero di unità monetarie estere
che si possono ottenere per una unità nazionale (Es. per l’Italia: quanti US$ occorrono per avere
un euro ?) Definiamo il tasso di cambio nominale come il prezzo della valuta nazionale in
termini di valuta estera ( E)

 prezzo della valuta estera in termini di valuta nazionale: il numero di unità monetarie
nazionali che si possono ottenere per una unità estera (Es per l’Italia: quanti euro per un US$?)

VARIAZIONI DEL TASSO DI CAMBIO NOMINALE (E) I tassi di cambio nominale cambiano in
continuazione.
APPREZZAMENTO DELLA MONETA NAZIONALE Aumenta il tasso di cambio ( E) : occorre un
ammontare maggiore di valuta estera (es. US$) per avere un’unità monetaria nazionale (es.
Euro)
DEPREZZAMENTO DELLA MONETA NAZIONALE Diminuisce il tasso di cambio ( E): occorre un
ammontare minore di valuta estera per avere un’unità monetaria nazional

Il tasso di cambio reale


indica il rapporto al quale è possibile scambiare i beni e servizi prodotti in un paese con i beni e
servizi prodotti in un altro paese (unità di beni esteri per unità di beni nazionali)

 Il tasso di cambio reale considera, non i singoli prezzi dei beni, ma gli indici di prezzo (ex.
Indice dei prezzi al consumo).

 Variazioni del tasso di cambio reale:


APPREZZAMENTO REALE: aumenta il tasso di cambio reale ( ε=EP/P*) tasso di cambio reale
aumenta: a) quando i prezzi interni aumentano in misura maggiore di quelli esteri (o quando i
prezzi interni diminuiscono meno di quelli esteri), b) quando il cambio nominale si apprezza,
cioè sale.
DEPREZZAMENTO REALE: diminuisce il tasso di cambio reale ( ε) Se l’Italia è il paese domestico:
un deprezzamento reale significa che i beni e servizi Italiani sono diventati meno costosi
rispetto ai beni e servizi esteri. Questa variazione incoraggia i consumatori nazionali e stranieri
ad acquistare più beni di produzione italiana. Quindi, aumentano le esportazioni italiane e
diminuiscono le importazioni italiane (aumentano le esportazioni nette)

TASSO DI CAMBIO REALE MULTILATERALE

 Se vogliamo considerare il prezzo medio dei beni di una nazione rispetto a quello di tutti i
suoi partner commerciali dobbiamo considerare il tasso di cambio reale multilaterale

Per misurare il tasso di cambio reale multilaterale è necessario usare come pesi le quote dei
flussi commerciali di questa nazione (es. Italia) con gli altri paesi:  usando le quote delle
esportazioni si calcola il tasso di cambio reale all’esportazione;  usando quote delle
importazioni si calcola il tasso di cambio reale all’importazione;  usando la media delle quote
di esportazioni e importazioni si calcola il tasso di cambio reale multilaterale

BILANCIA DEI PAGAMENTI:


CONTO CORRENTE: registra tutti i pagamenti da e verso il resto del mondo
Conto capitale: registra tutti gli investimenti in attività finanziare da e verso il mondo.
CONTO CORRENTE

 importazioni ed esportazioni di beni e servizi: comportano pagamenti verso il resto del


mondo e pagamento da parte del resto del mondo, rispettivamente

Le esportazioni nette sono identificate come: Valore delle esportazioni – valore delle
importazioni . (Bilancia commerciale)

Avanzo commerciale: eccesso di esportazioni rispetto alle importazioni Disavanzo


commerciale: eccesso di importazioni rispetto alle esportazioni

Equilibrio commerciale: importazioni ed esportazioni si equivalgono

reddito di investimento ricevuto: reddito ricevuto dai residenti che possiedono attività
finanziarie estere (pagamento da parte del resto del mondo)
 reddito d’investimento pagato: reddito pagato ai cittadini residenti all’estero da attività
finanziarie nazionali (pagamento verso il resto del mondo) Reddito di investimento ricevuto –
reddito da investimento pagato = Reddito netto da investimento

 trasferimenti netti ricevuti: il valore netto degli aiuti dati e ricevuti dall’estero

Bilancia commerciale + Redditi netti da investimenti + Trasferimenti netti ricevuti = saldo di


conto corrente
Saldo di conto corrente positivo: avanzo di conto corrente
Saldo di conto corrente negativo: disavanzo di conto corrente

CONTO CAPITALE
Il conto capitale indica come viene finanziato il saldo di conto corrente

Acquisto delle attività finanziarie interne detenute dal resto del mondo

Acquisto delle attività finanziarie estere detenute di residenti nel paese


Es: In presenza di una disavanzo di conto corrente (pagamenti vs resto del mondo > pagamenti
d resto del mondo), il paese prende a prestito un ammontare pari al disavanzo di conto
corrente dal resto del mondo. Ovvero aumentano le attività finanziarie del paese detenute dal
resto del mondo relativamente alle attività finanziarie estere detenute dai residenti nel paese
In teoria, il saldo del conto capitale dovrebbe essere uguale al saldo del conto corrente (con
segno opposto). Invece, i due saldi non coincidono: vi è una discrepanza statistica

IL MERCATO DEI BENI IN ECONOMIA APERTA

 Domanda nazionale di beni e domanda di beni nazionali

 Domanda di beni nazionali Z  C  I  G IM/  X


Domanda nazionale di beni = (C+I+G)

In economia aperta alla domanda nazionale di beni bisogna: Sottrarre le importazioni (ovvero
la domanda nazionale rivolta a beni esteri). Il valore delle importazioni IM è diviso per il tasso di
cambio reale per esprimerne il valore in termini di beni Nazionali.
Aggiungere le esportazioni (ovvero la domanda di beni nazionali da parte del resto del
mondo)

DOMANDA NAZIONALE DI BENI


Il consumo (C) dipende dal reddito disponibile (Yd), l’investimento (I) dipende dal reddito (Y) e
dal tasso di interesse reale (r). La spesa pubblica (G) è esogena

C  I G  C (Y T)  I( Y r) G
N.B. r = tasso interesse reale=i-tasso inflazione

AUMENTO DELLA SPESA PUBBLICA (G)


Corrisponde UNA AUMENTO DELLA DOMANDA nazionale dei beni e quindi ad un aumento della
domanda dei beni nazionali
-Un aumento di G provoca una aumento della domanda (ZZ si sposta verso l’alto, ZZ’) e quindi
di Y (la produzione aumenta da Y Y’)
–Ad ogni livello delle produzione, la domanda aumenta di ΔG (ZZ e ZZ’ sono parallele) SI
AUMENTANO DELLO STESSO AMMONTARE
-incremento della produzione > aumento di G (effetto de moltiplicatore) un aumento della
spesa pubblica determina u
L aumento della produzione per effetto moltiplicatore l’aumento della produzione è superiore
al aumento della spesa pubblica
-comunque L’incremento della produzione è inferiore à quello che si registrerebbe in economia
chiusa (moltiplicatore è più basso perché parte dell’incremento della domanda viene
soddisfatta dalle importazioni)
- L’incremento di produzione da Y a Y’ genera disavanzo commerciali pari a BC.
-Le esportazioni non variano ma le importazioni aumentano a causa dell’aumento del reddito

In economia aperta, un aumento della domanda interna: incide sulla produzione


(aumentandola) in misura inferiore rispetto al caso dell’economia chiusa

ha un effetto negativo sulla bilancia commerciale

AUMENTO DELLA DOMANDA ESTERA


Zz presenta che rappresenta domanda di beni nazionale
PRODUZIONE RETTA INCLINATA DI 45°
A equilibrio iniziale
Consideriamo un aumento del reddito estero, vuole dire se aumento il reddito estero
aumentano le esportazioni nette
Non variano le importazioni quidi la retta che rappresenta le esportazioni si sposta verso l’alto
-un aumento della produzione estera (ΔY*, generato per esempio da un aumento di G*)
provoca un aumento delle esportazioni (ΔX), quindi la retta che rappresenta la domanda di beni
nazionali in funzione della produzione si sposta verso l’alto (ZZ diventa ZZ’) ed il nuovo
equilibrio è il punto A’:
-Ad ogni livello delle produzione, la domanda aumenta di ΔX (ZZ e ZZ’ sono parallele)
-Dato il livello di produzione, all’aumentare delle esportazioni (ΔX), la retta che rappresenta e
esportazioni nette si sposta verso l’alto di ΔX (NX diventa NX’)
- L’aumento della produzione estera genera maggiori esportazioni che fanno aumentare la
produzione nazionale e la domanda nazionale di beni attraverso il moltiplicatore.
- All’aumentare della produzione le importazioni aumentano ma non in maniera da compensare
l’aumento delle esportazioni. Al nuovo livello di equilibrio del reddito Y’ la domanda nazionale
di beni è pari al segmento DC, la domanda di beni nazionali è pari al segmento DA’ e quindi il
segmento CA’ rappresenta NX.
Visto che DD e necessariamente sotto ZZ’, le NX>0.

Aumento della domanda estera implica l’aumento delle esportazioni che implica l’aumento
del reddito nazionale che a sua volta implica a traverso l’effetto del moltiplicatore l’aumento
della domanda nazionale dei beni e allora porta anche l’aumento delle importazioni ma
questo ultimo è inferiore rispetto al aumento delle esportazioni

In economia aperta, un aumento della domanda estera: Induce un aumento della produzione
nazioanle

ha un effetto positivo sulla bilancia commerciale


DEPREZZAMENO REALE
Una riduzione di ε influenza la bilancia commerciale attraverso tre canali:
1) le esportazioni X aumentano: i beni nazionali diventano relativamente meno costosi rispetto
a quelli esteri;
2) le importazioni IM diminuiscono: i beni esteri diventano relativamente più costosi rispetto a
quelli europei;
3) Il prezzo relativo delle importazioni aumenta: il valore delle importazioni aumenta. Affinché
un deprezzamento generi un aumento delle esportazioni nette, le esportazioni devono
aumentare in misura sufficiente e le importazioni devono diminuire abbastanza da compensare
l’aumento del prezzo dei beni importati. (Condizione di MarshallLerner).
Tale condizione sembra essere rispettata, per cui si può dire che generalmente una politica di
deprezzamento del cambio reale tende a migliorare il saldo della bilancia commerciale.

 Il deprezzamento provoca una variazione della domanda, sia estera che interna, a favore dei
beni nazionali. Questo genera a sua volta un aumento della produzione interna
In economia aperta, un DEPREZZAMENTO:

 induce un aumento della produzione

 ha un effetto positivo sulla bilancia commerciale (condizione Marshall-Lerner)


A livello grafico sia la curva ZZ che la curva NX si spostano verso l’alto. Stesso effetto
dell’aumento del reddito estero. La differenza è che nel caso del deprezzamento i beni esteri
sono diventati più cari e, dato il reddito, le persone vedono ridotto il loro potere di acquisto Gli
effetti del deprezzamento sul importazioni ed esportazioni non avvengono in modo istantaneo.
L’effetto si riflette prima sui prezzi e successivamente sulle quantità (la quantità di esportazioni
e importazioni si aggiusta lentamente).
E’possibile che: -inizialmente il deprezzamento determini un peggioramento della bilancia
commerciale (le quantità di importazioni ed esportazioni non variano)
-con il passare del tempo le esportazioni aumentano e le importazioni diminuiscono.
La variazione delle esportazioni e delle importazioni diventa più forte dell’effetto negativo dei
prezzi . L’effetto finale è un miglioramento della bilancia commerciale. (processo di
aggiustamento- CURVA J- le esportazioni netta prima diminuiscono e poi aumentano)
ECONOMIA DEL TURISMO
Il Turismo: Le attività delle persone che viaggiano verso, e si trovano in luoghi diversi dal
proprio ambiente abituale, per un periodo complessivo non superiore ad un anno consecutivo a
scopo di svago, affari, o per motivi diversi dall’esecuzione di un’attività remunerata all’interno
di un ambiente visitato

E secondo british tourism il tourismo include ogni attività connessa al temporaneo movimento
di breve periodo di persone verso destinazioni al di fuori del luogo dove normalmente vivono o
lavorano, e di tutte le attività durante il tempo di soggiorno in questa nuova destinazione.

 Le tre dimensioni fondamentali che caratterizzano il turismo sono:


spostamento fisico (spazio), durata del viaggio (tempo) e scopo del viaggio (motivo)

 Spazio/Spostamento: al di fuori del luogo di residenza e dei luoghi abitualmente frequentati


(no pendolarismo, trasferimento quotidiano di studenti e rappresentati di commercio, visita
della propria città in giorno festivo)

 Tempo/Durata: permanenza inferiore all’anno

 Scopo : motivazione di svago o di lavoro, al di fuori dell’attività remunerata direttamente nel


luogo del soggiorno (si viaggio di lavoro, no lavoratori migranti)

Classificazione del Turismo:


in base allo spostamento:
Turismo Domestico turismo effettuato all’interno della regione dai residenti della regione
stessa
Turismo in entrata: Turismo effettuato alla regione dai non residenti
Turismo in uscita: il turismo effettuato dai residenti di una regione verso il resto del mondo
Turismo di Transito: è il turismo in quale la regione è solo attraversata dal turista che ha origine
e destinazione in regioni differenti.
Tursimo nazionale: turismo domestico +turismo in uscita: rappresenta l’insieme del turismo
effettuato dai residenti di una regione
Turismo interno: l’insieme del turismo effettuato all’interno della regione dai residenti o dai
non residenti consiste al turismo domestico + turismo in entrata
Il turismo internazione rappresenta l’insieme del turismo effettuato attraversando i confini
della regione ,il turismo verso l’estro e dal estero, quindi la somma del turismo in entrata ed il
turismo in uscita

Viaggiatori= turisti + escursionsti


Turisti: coloro che trascorrono almeno 24 ore nel luogo di destinazione
Escursionisti coloro che trascorrono meno di 24 ore nel luogo di destinazione
Turismo di vacanza e di breve vacanza
Turismo di vacanza: Almeno 4 consecutivi nel luogo di destinazione
Turismo di breve vacanza: Da 1 a 3 notti massimo

MOTIVI DEL VIAGGIO

 Motivazioni di piacere: tempo libero e svago con spese carico del turista

 Motivi professionali: spese di norma a carico di imprese o enti (congressi e conferenze/viaggi


di lavoro e riunioni/fiere)

 Altri motivi: es. turismo per ragioni di salute, pellegrinaggi religiosi


ALTRI METODI PER LA CLASSIFICAZIONE DEL TURISTI

 secondo VARIABILI SOCIO-ECONOMICHE: es. sesso, età, reddito, composizione del gruppo …

Secondo la NATURA DEL VIAGGIO: stagione, distanza percorsa, mezzo di trasporto

Secondo la TIPOLOGIA DELLE SPESE SOSTENUTE: trasporto, cibi e bevande, spese per la
partecipazione a eventi di svago …

Secondo la TIPOLOGIA DI ALLOGGIO: alberghi, B&B, campeggi….

VISITATORI INTERNAZIONALI E DOMESTICI


VISITATORI INTERNAZINALI: chiunque visita un paese diverso da quello di residenza abituale
Includono:
1) TURISTI INTERNAZIONALI: la durata della visita è superiore alle 24 h (almeno un
pernottamento) e inferiore all’anno
2) ESCURSIONISTI INTERNAZIONALI: la durata della visita è inferiore alle 24 h (gli escursioni
internazionali si distinguono in giornalieri, crocieristi (notte trascorsa a bordo) ed equipaggi
(notte trascorsa a bordo))
• Non inclusi tra i visitatori internazionali :

 Coloro che entrano nel paese per un periodo superiore all’anno

 Chi è in cerca di lavoro (e famigliari)

 Diplomatici e forze armate (e famigliari)

 Rifugiati  Nomadi  Lavoratori frontalieri

VISITATORI DOMESTICI: chiunque risieda in un paese , indipendamente dalla propria


nazionalità, e si sposti in un luogo all’interno del paese stesso ma diverso da quello di
residenza
Includono:
1) TURISTI DOMESTICI: la durata della visita è superiore alle 24 h (almeno un pernottamento) e
inferiore a 6 mesi
2) ESCURSIONISTI DOMESTICI: la durata della visita è inferiore alle 24 h

Il turismo è un paniere complesso di beni e servizi domandati dal visitatore durante l’esperienza
della sua vacanza e accumunati dal tipo di bisogno soddisfatto o meglio dalla circonstanza di
essere acquistati durante o per la vacanza: trasporto, prenottamento, ristorazione, servizi di
spiaggia, divertimento, e infine acquisti di beni presso la distribuzione commerciale del luogo di
vacanza

L’attività economica si manifesta con una domanda di beni e servizi nella regione di
destinazione, non tutto la spesa del turista avviene nella regione della vacanza in quanto una
una parte puo essere effettuata nella regione di partenza prima del viaggio, questa un
un’interessante complicazione del fenomeno turistico,in questo caso la spesa entrs
nell’ordinario consumo

Il prodotto turistico può essere studiato rispetto a due dimensioni:


l’eterogeneità e la pluralità dove per eterogeneità intendiamola lista dei beni e servizi diversi
che lo compongono e per pluralità intendiamola diversità delle liste che connotano
(caratterizzano) forme varie di turismo
paniere turistico: 4 classi fonadamentali:
trasporti alloggi attività shopping
si fonda su una base di risorse naturali e di risorse culturali che costituiscono il territorio
Matrice del prodotto turistico

X1 X2 X3 eterogeneità xj
T1
T2
T3
Ti pluralità

XIJ rappresenta la quantità di prodotto, bene o servizio di tipo j presente nel paniere del
turismo i in un giorno di vacanza
Es:
X21 La quantità del servizio spiaggia richiesta del turismo baleneare

 la matrice presenta le unità di beni e servizi domandati in un singolo giorno 


l’eterogeneità è rappresentata sulle colonne La pluralità è rappresentata sulle righe  la
matrice del prodotto turistico non include il consumo ordinario (consumo di bene e servizi
non strettamente legati all’attività turistica);  il prodotto turistico include: trasporto,
pernottamento, pasti, attrazioni, shopping
Flussi
alcune grandezze fondamentali per la rilevazione del turismo si identificano considerando i
MOVIMENTI DEL TURISTA:
– Arrivi (A) – il numero di visitatori che raggiungono un destinazione, indipendentemente dal
tempo di permanenza
– Permanenza/Presenze (P) – il numero totali di notti trascorse dai turisti in una destinazione
– Permanenza media (d) – il numero medio di notti trascorse dai turisti in una destinazione;
d=P/A
Come considerare gli escursionisti (A>0 e P=0 vs A=P)?
– Indice di saturazione (B) – il rapporto tra il numero di presenze e la popolazione locale
residente (L), moltiplicata per il numero di giorni su cui sono rilevate le presenze (G) B = P / (LG)
Indica quanti turisti per residente sono mediamente presenti nella destinazione (ogni giorno)

SPESA TURISTICA
La somma delle spese effettuate dai visitatori (o da altri per loro conto) per l’acquisto di beni e
servizi utilizzati per e durante la vacanza (nel viaggio e nel soggiorno turistico) Non sono incluse
le spese sostenute prima e dopo il viaggio

 Problemi legati alla misurazione della spesa turistica: commistione tra consumi dei visitatori e
altri consumi è pressoché totale (es. prodotti alimentari, servizi di trasposto ….)
Sono necessarie altre specificazioni: -BENI E SERVIZI ACQUISTATI IN OCCASIONE DEL VIAGGIO E
DEL SOGGIORNO SI
-Beni di consumo durevoli acquistati per fini turistici, che possono essere utilizzati in diverse
esperienze di viaggio (es. casa per le vacanze, tenda da a campeggio, camper….) NO

La spesa turistica totale (S) è calcolata sommando la spesa associata a ciascuna quantità di bene
e servizio inclusa nel prodotto turistico (escludendo i beni di consumo durevoli)
-Spesa giornaliera (pro-die): SP=S/P
-Spesa individuale (pro-capite): SA=S/A
TUTI GLI INDICATORI VISTI FINO AD ORA MISURANO IL FENOMENO TURISTICO DAL PUNTO DI
VISTA DELLA REGIONE DI DESTINAZIONE

PROPENSIONE AL VIAGGIO
IL FENOMENO TURISTICO DAL PUTO DI VISTA DELLA REGIONE DI ORIGINE DEI VISITATORI
– Propensione al viaggio (X) : numero di turisti T (PROPENSIONE NETTA) o di viaggi V
(PROPENSIONE LORDA) in rapporto alla popolazione complessiva della regione di origine (N)
XN = T / N; XL = V / N
– frequenza di viaggio (F) – numero medio di viaggi intrapreso dai turisti F = XL / XN=V / T
Classificazione del turismo
Difficolta a classificare il turisme come settore
Due criteri permettono di per identificare un settore:

 Criterio tecnologico: basato sulle caratteristiche del processo produttivo. Imprese che
realizzano un prodotto con tecnologie simili sono nello stesso settore.

 Criterio di mercato: basato sul tipo di output. Imprese che producono beni o servizi che i
consumatori percepiscono come sostituti sono nello stesso settore. Entrambi i criteri non sono
applicabili in relazione all’attività turistica.

Per sistema di rilevazione e monitoraggio volto a misurare le grandezze economiche legate al


turismo si possono considerare due approcci:

 L’approccio dell’offerta

 L’approccio della domanda

L’approccio dell’offerta:
L’approccio dell’offerta si basa sulla definizione a priori del industria turistica definendola dal
lato dell’offerta:
A livello teorico si possono definire come attività turistiche caratteristiche quelle per le quali i
turisti destinano una quota rilevante della propria spesa (es: bar e ristoranti) oppure il prodotto
turistico costituisce una quota rilevante dell’output totale di questa attività (es. parchi tematici
vendono quasi esclusivamente ai turisti, ma per i turisti la spesa destinata ai parchi tematici non
è molto rilevante).
Distinzione delle attività in:

 Servizi di base (trasporto, attrazioni, ricettività, ristorazione) ,

 Servizi accessori (pubblici o privati) completano la gamma di prodotti e possono essere


utilizzati dal turismo (infrastrutture, attività assicurativa, attività bancaria,…).

Sulla base delle caratteristiche tecnologiche dei beni servizi prodotti, si identificano i comparti
turistici: ricettivo, ristorazione, trasporto persone, organizzazione e gestione convegni, catering,
organizzazione tempo libero, commercio, intermediazione finanziaria, vendita e affitto
immobili, gestione delle infrastrutture, beni culturali e paesaggistici, agenzie di viaggio,
progettazione ed organizzazione di viaggi, servizi pubblici di supporto
Problema legato all’identificazione del settore turistico secondo l’approccio dell’offerta:

 attività destinate esclusivamente ai turisti: tutte le imprese che non esisterebbero in assenza
di turismo (es. agenzie di viaggio)

 attività soddisfano prevalentemente la domanda turistica (es. hotel)

 Attività destinate a turisti e residenti locali (ristoranti, bar, taxi …) L’analisi della domanda
diventa fondamentale per l’identificazione del settore turistico

APPROCCIO DELLA DOMANDA:

L’approccio della domanda definisce il settore turistico attraverso l’osservazione della spesa
turistica, per risalire alla produzione necessaria alla sua soddisfazione
Osservando la spesa turistica, è possibile determinare indirettamente l’ammontare di
produzione (e la distribuzione della stessa tra settori) necessaria per soddisfare a domanda
turistica.
Ricorso a modello input-output:

 Permette la determinazione endogena del settore turistico, inteso non come una branca di
produzione ma come un sistema di prodotti di branche diverse (eterogeneità del prodotto
turistico)

 Il metodo input-output descrive la struttura economica di un paese registrando gli scambi che
uniscono ogni settore con tutti gli altri settori, e consiste nella costruzione di una tabella a
doppia entrata nella quale i settori sono rappresentati sulle righe e sulle colonne

- Si devono identificare i settori (branche) che caratterizzano il sistema economico


- I settori si distinguono i due categorie:
 Settori produttivi: rappresentano le imprese (produttori)
 Settori finali: rappresentano i consumatori (i consumatori ricevono il
reddito pagato dalle imprese e spendono il reddito per l’acquisto)

 In Italia le tavole input-output sono pubblicate dall’ISTAT


Approccio domanda costruisco e ricstruico la produzione partendo dalla spesa utilisando la
Tavola input output che mi permette per ogni settore di determinare la produzione che è
generata direttamente o indirettamente dalla domanda turistica, mi permette di individuare l
aumento della produzione agricoltura dovuto alla domanda turistica, ma anche all’aumento
della domanda turistica che è dovuto al fatto che sia l’industria che l’agricoltura devono
aumentare la loro produzione, mi permette come la domanda turistica impatta indirettamente
sulla produzione industriale e sul settore industria , la produzione industria generata
indirettamente dalla domanda turistica

Tavola input-output Il valore aggiunto di un settore produttivo è la differenza tra il totale delle
vendite del settore e il totale dei beni e servizi acquistati dal settore presso gli altri settori
produttivi.
Il valore aggiunto rappresenta i redditi che si sono realizzati in un settore.
La somma del valore aggiunto generato dai settori produttivi rappresenta il redito aggregato del
sistema economico (150 miliardi nell’esempio)
Utilizzando la tavola input-output e la spesa de turisti si possono calcolare gli effetti, diretti ed
indiretti di una variazione della domanda turistica su tutti i settori che compongono l’economia

APPROCCIO DELL’OFFERTA
• Monitora l’offerta di un aggregato di imprese (comparti)
• -punto debole: definizione esogena (a priori) del settore turistico. Molti comparti offrono
beni e servizi a turisti e a residenti locali
APPROCCIO DELLA DOMANDA
• Monitora la domanda turistica e risale alla produzione necessaria per soddisfarla
• -punto debole. richiede una continua osservazione della domanda turistica
Entrambi gli approcci vengono considerati per raggiungere un osservazione sufficientemente
approssimata e dinamica della produzione turistica

La contabilità satellite fornisce la metodologia con cui i dati sono raccolti dal lato della domanda
e combinati (secondo una matrice input-output) con le informazioni dal lato dell’offerta
provenienti dalla contabilità nazionale
CONTABILITA’ NAZIONALE E TURISMO
• CONSUMO FINALE: identificazione della spesa turistica mediante il ricorso ad alcune voci
della contabilità nazionale. Ovvero, la spesa espressa nella categoria “hotel, cafés, restaurants”
e nelle sottocategorie “Gross rent” (abitazioni), “transport services” (servizi di trasporto) e
“ricreation and cultural sevices” (spese per divertimento e cultura)
• CAPITALE FISSO DEL TURISMO: Nel sistema di Eurostat si identificano le voci del capitale
rilevanti per il turismo (es. “Hotel and restaurants”, “transport, storage and communications” e
“other community, social and personal service activities”)
• Si tratta di voci generali (non riferite al turismo esclusivamente)
• PRODUZIONE DEL TURISMO: teoricamente la produzione del turismo è data dalla produzione
delle imprese turistiche caratteristiche e dalla produzione per il turismo delle imprese non
turistiche. Da tali produzioni va sottratta la produzione delle imprese turistiche non indirizzata
al turismo

CONTABILITA SATELLITE:
La contabilità satellite integra la contabilità nazionale con informazioni monetarie e non
monetarie (es. fisiche e geografiche), provenienti da fonti statistiche differenti e altre rilevazioni
(es. le rilevazioni campionarie sulla spesa dei turisti)
La contabilità satellite del turismo è indirizzata all’introduzione di elementi complementari di
contabilità che non distorcano il sistema centrale a lo completino

COSTRUZIONE DELLA CONTABILITA’ SATELLITE


Complessa attività statistica che consiste nel :

 Calcolare il valore della produzione dalla contabilità nazionale

 Identificare i settori che nella contabilità nazionale sono coinvolti nell’attività turistica →
approccio dell’offerta

 Effettuare rilevazioni campionarie considerando un campione rappresentativo di turisti

 Stimare la struttura della spesa turistica → approccio della domanda  Combinare le


informazioni provenienti dalle due fonti nella contabilità satellite del turismo
LA BILANCIA TURISTICA
La bilancia turistica è il conto di contabilità nazionale da cui traspare direttamente l’importanza
dell’attività turistica.
La bilancia turistica è una posta della bilancia dei pagamenti La bilancia dei pagamenti registra
le transazioni di un paese con il resto del mondo. Si compone di conto corrente e conto capitale
(vedi appunti della settimana 3).
La bilancia turistica è inserita nell’ambito dei servizi nel conto corrente Bilancia turistica =
pagamenti da parte del resto del mondo (esportazioni) - pagamenti verso il resto del mondo
(importazioni)

• La bilancia turistica si compone principalmente delle voci:

 Trasporti: transazioni (movimentazione persone) internazionali relative al servizio di


trasporto, servizi ausiliari e assistenza al trasporto:
-si registrano a credito le spese che non residenti fanno per aziende di trasporto residenti in
Italia (esportazioni)
-a debito le spese che residenti fanno per i vettori di proprietà estera (importazioni)
-in “altri servizi” si tiene conto delle spese di commissione pagate alle agenzie di viaggio.

 Viaggi all’estero: spese sostenute dai viaggiatori in economie diverse da quelle di residenza.
Questa voce è quindi la più importante della bilancia turistica. A questa si aggiunge la spesa per
i trasporti (vista sopra) e altre poste minori dei servizi

Grafico arrivi e presenze grafico matrice blu e verde: sono rappresenti alcuni dati publicati da
UNWTO TURISM DEL 2019, QUESTO GRAFICO Rappresenta vediamo rappresenti le arrivai e le
entrati derivati dal turismo internazione sono rapresentati idati che partono dal 2006 al 2018 e
mostrano una costante sostenuta crescita del turismo entrati genertai dal turismo generato
dagli arrivi blu tasso crescita arrivi verdi tasso crescita entrati derivatid al turismo internazionale
Tasso di crescita medio dal 2006 al 2018 si attesta intorno al 4.4%, un tasso di crescita
notevolke considerando che il periodo incluso la crisi finanziaria del 2007 2008 si nota che nel
2009 si sono risultati dei tassi di crescita negativi, ma si nota che il turismo in grado di
recuperare
Nella figura relativa 2020 viene riportato l’impatto che ha avuto il turismo dall’emergenza
sanitari sugli arrivi mostra come gli arrivi internazionali si sono diminuiti del 65% rispetto allo
stesso periodo del 2019, perdita relativa al numero degli arrivi internazionali e in termine delle
entrati

Nel grafico 2 rotondi reppresenta la distribuzione dei flussi dei turisti internazionali per 2018
Tassi di crescita piu relivanti asia europa pacifia Africa
Regioni piu frequentati sono europa america e asia
Europa 59% seguita di
In termine di entrati 39% delle entrati seguita di

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