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“Ah, ecco una parola molto importante. Musuko vuol dire figlio, o figlio mio, musuko-san letteralmente
significa onorabile figlio oppure signor figlio, ma nel gergo comune sta a significare cazzo o mio onorabile
cazzo. Le ragazze si chiamano musume. La parola significa figlia o figlia mia, ma nel Mondo dei Salici vuol
dire vagina. Quando dite alla vostra ragazza konbanwa, musume-san, le state dicendo Buonasera, chérie. “Bene.
Allora procediamo verso la Legazione.” “Sonno-joi!” gridò all'improvviso scagliandosi contro il samurai sul
ponte. Gli altri mossero un passo all'indietro per lasciar loro spazio mentre Ori colpiva con tutta la sua forza, si
riprendeva dal colpo mancato, attaccava un'altra volta e dopo una finta metteva a segno il colpo. L'uomo
giaceva morto ai suoi piedi. Poi ripeté l'esercizio partendo dal termine inglese e pronunciando a voce alta la
traduzione in giapponese e con grande soddisfazione scoprì di non aver fatto errori. Alcuni dei loro artisti sono
straordinari; Hokusai per esempio, e Masanobu, Utamaro e dozzine d'altri.” Temo che i giapponesi non siano
generosi con la verità nemmeno con se stessi.” “Era protetto dal mandato imperiale” precisò Anjo. “Non ci
entreremo mai di notte, Ori” sussurrò. “Né di giorno. “Oh, ma il vostro francese è ottimo, monsieur.”
Al di là dello steccato intravide la sagoma incerta di un tempio buddista. Al tramonto, quando le cornamuse
avevano terminato di suonare la ritirata e la bandiera era stata ammainata come di rito, il pesante cancello
sbarrato e suonate le loro campane, i monaci avevano riempito la notte con uno strano canto che non aveva mai
fine: “Ommm mahnee padmeee hummmmm...”. Mio Dio, quanto si beve da queste parti! Cominciano a bere al
mattino e sono tutti ubriachi entro l'ora di pranzo. Il reverendo non mi sarà di nessuna utilità e per di più puzza
da far girar la testa. Che colpo di fortuna invece aver incontrato André Poncin! “Staremo a vedere.” Da lontano
giunse il suono stridulo delle cornamuse. “Qui nel nostro Yoshiwara abbiamo più di cinquanta case da tè, come
le chiamano, o locande, tra cui puoi scegliere, e tutte sono fornite di licenza pubblica e vengono controllate dalle
autorità. State attento però a non andare mai nella Città Ubriaca. “Voi, dunque, consigliate questo?” “Pronto?”
Nel suo francese più fiorito e mellifluo disse: “Considererei un onore se voleste avere la bontà di continuare il
racconto, lo dico davvero, è così importante imparare quanto più possibile e io... io temo che le persone che
frequento e con cui parlo siano... ahimè, tutt'altro che parigini, piuttosto barbosi anzi, e all'oscuro delle
Povero papà, pensò concentrandosi sulle parole di Poncin mentre percorrevano High Street, accarezzati dal
sole e tonificati dall'aria fresca. Probabilmente anche l'indomani, il giorno della spedizione a Edo, sarebbe stata
una bella giornata. Non fu necessario. La carrozza si fermò un'altra volta. “Ma monsieur, posso domandarvi
come avete fatto a imparare il giapponese... lo parlate correntemente.” Aveva avuto un effetto benefico sui
nervi di Tyrer, altri nella Legazione avevano invece fischiato e gridato ai monaci di tacere. “Non ci entreremo
mai di notte, Ori” sussurrò. “Né di giorno. Seguì un profondo silenzio. Aveva avuto un effetto benefico sui
nervi di Tyrer, altri nella Legazione avevano invece fischiato e gridato ai monaci di tacere. “Prendete nota del
numero di soldati, dei loro andirivieni, quali stanze sono occupate e da chi.” I due samurai aspettarono e
spiarono tutto il giorno. Al tramonto indossarono gli abiti ninja e per due volte Hiraga cercò di avvicinarsi alla
Legazione. Durante uno dei due tentativi arrivò persino a scalare il recinto per una ricognizione ma dovette
ritirarsi in gran fretta quando una sentinella rischiò di scontrarsi con lui.
Per ricambiare la vostra cortesia sarei felice d'offrirvi un tè o dello champagne alla Casa da Tè inglese, o
magari qualcosa di più forte all'Hotel Yokohama. Mi dispiace, non sono ancora membro del circolo e quindi non
vi posso invitare”. “Faccio issare la bandiera, signore? Occupiamo la Legazione?” “Dichiaratevi!” ripeté senza
scomporsi un giovane samurai. “Io sono Hiro Watanabe e non voglio uccidere né essere ucciso da un samurai
sconosciuto.” Poi ripeté l'esercizio partendo dal termine inglese e pronunciando a voce alta la traduzione in
giapponese e con grande soddisfazione scoprì di non aver fatto errori. “Chi sei tu per sfidarci?” “Chi è stato il
tuo maestro?” qualcuno gli chiese. Poi Hironaga rivolse la sua attenzione ai buddisti; accettò con grazia il
cosiddetto dono delle loro terre e li rese innocui. “Come fai a essere così cieco? Se le nostre posizioni fossero
capovolte e tu comandassi quell'invincibile flotta, esiteresti forse un solo istante ad annientarci?” E così Tyrer
aveva fatto.
Nelle case migliori la mama-san sottopone il cliente a un vero e proprio esame, considera se abbia i titoli per
onorare la sua casa e tutto ciò che contiene, in sostanza vuole scoprire se lui può permetterselo o se poi non avrà
il denaro per pagare il conto. In Giappone un buon cliente ottiene un enorme credito, monsieur Tyrer, ma peste
lo colga se non paga o se paga in ritardo quando con discrezione gli verrà presentato il conto. Era un uomo
piccolo e sottile con gli occhi dolci e il volto scarno. “Anch'io penso che andandocene perderemmo la faccia per
sempre.” Yoshi gli sorrise. Utani gli piaceva; i daimyo del feudo di Watasa erano alleati con i Toranaga fin da
prima di Sekigahara. Tre giorni prima, quand'erano giunte in città voci sullo sfortunato incidente e sulla
reazione degli stranieri, i mercanti più prudenti avevano assoldato in gran segreto i portatori più robusti e si
erano messi in salvo insieme alle famiglie e ai loro beni. “E io non vedo perchè aspettare. Andarsene è
prudente, cominceranno a bombardarci da un momento all'altro” disse Anjo. “Questi primi colpi sono stati un
avvertimento.” “Dichiaratevi!” ripeté senza scomporsi un giovane samurai. “Io sono Hiro Watanabe e non
voglio uccidere né essere ucciso da un samurai sconosciuto.” Se volete conservare il portafoglio e le vostre parti
intime in buona salute non tirateli mai fuori nella Città Ubriaca. Musuko-san merita di meglio”. “Eccetto le
famiglie Toranaga non c'era daimyo che non volesse l'abrogazione! Erano d'accordo, anche la Bakufu e il Roju,
e perciò sembrava più prudente accettare la “richiesta” dell'Imperatore piuttosto che spingere tutti i daimyo dalla
parte dell'opposizione, riunita intorno a Sanjiro, ai tosa e ai choshu. Saremmo stati completamente isolati. Non è
forse vero?” chiese rivolto agli altri. “Non è vero, dunque?” Esasperato Anjo si rivolse agli altri tre membri del
Consiglio. Per esempio le ragazze non sono in mostra tutte insieme se non nei postriboli d'infimo ordine, ma
anche in questi nessun uomo può entrare, puntare un dito e dire: voglio quella”. “Non siete shishi, siete due
balordi.”
“Bene. Allora procediamo verso la Legazione.” “Morte ai gai-jin!” Dev'essere meraviglioso, anche se soltanto
la metà di quello che dice è vero. “Sfortunatamente no, sono stato a Parigi soltanto per due settimane, monsieur,
in vacanza. Questo è il mio primo incarico. “Sì, signore?” Tyrer stava appunto curiosando in uno scaffale di
libri giapponesi fatti con carta di ottima qualità e molto spesso corredati di belle stampe e incisioni in rilievo, e
cercava disperatamente di comunicare i propri desideri al sorridente proprietario. “Pronto?” Nel suo francese
più fiorito e mellifluo disse: “Considererei un onore se voleste avere la bontà di continuare il racconto, lo dico
davvero, è così importante imparare quanto più possibile e io... io temo che le persone che frequento e con cui
parlo siano... ahimè, tutt'altro che parigini, piuttosto barbosi anzi, e all'oscuro delle raffinatezze in cui i francesi
sono maestri. “Non credo, penso che fosse soltanto una maniera arrogante di annunciare il loro arrivo. “Lo
ripeto: non credo che ci attaccheranno in forza né che ci...” “Ovviamente libri del genere non esistono da queste
parti, anche se con un'ottima imitazione della sincerità questo tizio vi risponderà: Ah so desu ka, gomen nasai,
eccetera cioè: Oh, molto spiacente, oggi non ne ho ma se tornate domani... Ovviamente non dice il vero, o
meglio vi dice ciò che secondo lui voi volete sentire, una consuetudine giapponese dalla quale è impossibile
prescindere.
Soltanto i samurai del castello e quelli incaricati della difesa esterna e delle roccaforti erano al loro posto. E
come sempre succede in questi casi, gli sciacalli s'aggiravano cauti tra le case abbandonate cercando qualcosa da
rubare e rivendere. Nel giro di pochi anni il numero di daimyo convertiti al cattolicesimo insieme ai loro sudditi
era cresciuto a tal punto da permettere al dittatore Goroda di farsene schermo per massacrare migliaia di monaci
buddisti che all'epoca gli erano apertamente ostili e avevano un certo seguito nella popolazione. “D'accordo. E
appena il mio promemoria arriverà a Parigi l'accordo diventerà ufficiale pur restando, beninteso, segreto.”
Sorrise. Aveva una trentina d'anni, gli occhi marroni e i capelli castani e ondulati, un bel naso gallico e vestiti
eleganti. “Si, senz'altro.” Bevvero una tazza di tè, poi dello champagne al circolo di cui André era un socio ben
conosciuto e apprezzato. Prima che si separassero André aggiunse: “Il Mondo dei Salici merita cura e
attenzione. Sarei onorato di diventare la vostra guida”. Da abile uomo d'armi Hiraga usò la forza dell'assalitore
per fargli perdere l'equilibrio, si scostò e lo infilò nel lato scoperto, poi si ritrasse e in un unico movimento posò
la lama sul collo dell'uomo decapitandolo, mentre con una giravolta si rimetteva perfettamente in guardia. “Ma
sono poche parole e non so nemmeno se le pronuncio correttamente, c'è così poco tempo per studiare e non ho
ancora incominciato a scrivere.” A Kanagawa aveva chiesto a Babcott qualche consiglio su come scovare un
buon insegnante. “Perché non chiedere al padre?” gli aveva risposto il dottore.