Molti vegani affermano che non solo mangiare carne fa male agli esseri umani, ma
che è sempre stato un male per gli esseri umani, che non siamo mai stati destinati a
mangiare prodotti di origine animale e che i nostri denti, la struttura del viso e i
sistemi digestivi ne sono la prova.
Ebbene, non è così. Come chiarisce un nuovo studio su Nature , non solo la
lavorazione e il consumo di carne erano naturali per gli esseri umani già nella
preistoria (infatti da sempre possediamo denti non specializzati che ci consentono di
nutrirci sia di vegetali che di tessuti animali, enzimi digestivi perfettamente atti a
demolire le proteine animali e un apparato digerente di dimensioni intermedie tra
quello lungo degli erbivori e l'intestino corto dei carnivori), ma è del tutto possibile
che senza una dieta precoce che includesse quantità generose di proteine animali
non saremmo arrivati a diventare gli esseri umani verbali e intelligenti che siamo.
Essere un erbivoro, infatti, sarebbe stato facile: frutta e verdura non scappano,
dopotutto, e non sono nemmeno eccessivamente densi di calorie.
A tal proposito numerosi studi ormai dimostrano con chiarezza ed elevata qualità
scientifica che vegani e vegetariani sono più a rischio di depressione, infarto, ictus e
osteoporosi, a causa delle carenze nutrizionali a cui questa dieta così restrittiva è
soggetta, come deficit di vitamina B12, zinco, ferro, calcio, vitamina D, acidi grassi e
omega 3. Questo è preoccupante specialmente quando questo regime alimentare
viene imposto ai bambini e ciò è dimostrato dai recenti fatti di cronaca che vedono
bimbi malnutriti, con rachitismo e problemi cerebrali.
La dieta vegana è quindi molto difficile da bilanciare. Infatti, tra le altre cose, la
carne e, in generale, i prodotti di origine animale sono gli unici a contenere tutti e 8
gli amminoacidi essenziali, cioè quelli che il nostro corpo non è in grado di
sintetizzare che però sono estremamente fondamentali per il coretto
funzionamento del nostro organismo, è quindi necessario il continuo supporto di un
nutrizionista esperto e la dieta deve inevitabilmente ricorrere ad integratori e cibi
fortificati. In caso contrario, il rischio di carenze è molto alto, dato che i vegetali da
soli non sono in grado di fornirci tutto quello di cui abbiamo bisogno. Non siamo
erbivori e il nostro stomaco e i nostri enzimi non sono in grado di digerire la
cellulosa o estrarre con efficienza tutti i nutrimenti dai vegetali. Cosa che invece
avviene con la carne e con i cibi di origine animale, più adatti alla nostra fisiologia e
al nostro metabolismo.
Tra l’ altro, oggi ci sono in commercio prodotti vegani che cercano di imitare in tutto
la carne e gli alimenti di origine animale, ma questi non sono per niente salutari. Si
tratta infatti di prodotti iper-processati a base di proteine isolate dalla soia o dal
pisello, che subiscono profonde trasformazioni industriali con sostanze chimiche.
Per non parlare poi del fatto che sono pieni di additivi, sale, amidi e conservanti.
ALLEVAMENTI INTENSIVI
Esistono leggi per la tutela dello stato di benessere degli animali da allevamento,
presenti nel Decreto Legislativo 146/2001. Esso impone di “adottare misure
adeguate per garantire il benessere dei propri animali affinché non vengano loro
provocati dolore, sofferenze o lesioni inutili.” Tali leggi sottolineano, per esempio,
la necessità di un numero adeguato di addetti idonei e l’obbligo di prestare le cure
necessarie, e precisano che gli animali devono essere liberi di muoversi in modo da
non subire sofferenze o lesioni e che deve essere loro attribuito uno spazio
adeguato alle loro esigenze fisiologiche ed etologiche, determinato dalle attuali
conoscenze scientifiche.
Vi sono leggi specifiche per ogni tipologia di allevamento.
Talvolta, per svariati e ingiustificabili motivi, può accadere che tali norme non
vengano rispettate, ma proprio per questo vengono eseguite ispezioni da parte dei
servizi veterinari delle ASL che informano poi il Ministero della Sanità. Vi sono anche
ispezioni dirette del Ministero e di veterinari della Commissione Europea.
Le norme di riferimento prevedono il pagamento di una multa sino a 300.000 euro o
la reclusione fino a 18 mesi; la detenzione di animali in condizioni tali da provocare
un grave stato di stress e malessere è infatti ritenuta reato.
NB In ogni caso, l’ infrazione di queste norme non dovrebbe essere considerata più
rilevante dell’infrazione di una qualsiasi altra legge e il problema non sta negli
allevamenti intensivi in sé che sono tenuti a seguire la legge, bensì in alcuni soggetti
che non per altro sono chiamati criminali.
Trattato di Amsterdam (1997) riconosce a tutti gli animali lo stato di esseri senzienti
Direttiva 98/58/CE sancisce i principi sulla protezione degli animali negli allevamenti
riguardo il ricovero, l’alimentazione e le cure adeguate alle esigenze di questi
animali.
Direttiva 1999/74/CE stabilisce le norme minime relative alla protezione delle
galline ovaiole.
Regolamento CE n. 589/2008 stabilisce l’obbligo di etichettatura delle uova in guscio
secondo il metodo di allevamento delle galline ovaiole.
Direttiva 2008/119/CE definisce le norme minime a protezione dei vitelli.
Direttiva 2008/120/CE stabilisce le norme minime relative alla protezione dei suini e
disciplina specificatamente lo svolgimento delle operazioni che possono arrecare
dolore.
Direttiva 2007/43/CE stabilisce le norme minime per la protezione di polli allevati
per la produzione di carne.
Regolamento 2005/1/CE stabilisce le norme minime per il trasporto e le operazioni
correlate.
Regolamento CE n. 1099/2009 stabilisce le norme minime comuni per la protezione
degli animali durante la macellazione o l’abbattimento.