Sei sulla pagina 1di 3

Neuroscienze cognitive 17.11.

2021

LA MEMORIA
La neuropsicologia è arrivata prima in certi campi attraverso lo studio di zone cerebrali compromesse, e
infatti essa ha dato l'input anche per lo studio della memoria con la storia del paziente H.M. che aveva una
compromissione agli ippocampi a causa di un’epilessia grave, con origine nel lobo temporale. Dopo
l’intervento neurochirurgico per l’epilessia iniziò a presentare disturbi di memoria a lungo termine, non
ricordava nulla della sua vita. Studi hanno suggerito quindi che la memoria a lungo termine è indipendente
da quella breve termine e da quella di lavoro, infatti, ci possono essere delle compromissioni selettive della
memoria (come questo paziente). La memoria è collegata agli ippocampi e regioni correlate del lobo
temporale. Si riteneva erroneamente che la memoria a breve termine facesse da passaggio per
memorizzare le informazioni a lungo termine (secondo il modello di organizzazione seriale), ma non è così,
perché abbiamo visto come ci possono difatti essere compromissioni selettive della memoria.

Esistono diversi sistemi di memoria.

Memoria a lungo termine: memorizzazione dell’informazione per tempo superiori ad un minuto.

Memoria a breve termine: al di sotto di un minuto, della memoria breve termine fa parte la memoria
sensoriale e la memoria di lavoro (working memory), una sorta di memoria a breve termine attiva.

MEMORIA A LUNGO TERMINE


La memoria a lungo termine, si divide in:

-MEMORIA DICHIARATIVA. Esplicita, ne abbiamo consapevolezza.

La memoria dichiarativa si divide a sua volta in ‘’memoria EPISODICA’’ che riguarda esperienze personali
specifiche, e ‘’memoria SEMANTICA’’, quest'ultima invece è rappresentata dai fatti generali, conoscenze
semantico lessicali, cultura generale e componenti semantico lessicali. Memoria episodica e memoria
semantica hanno correlati neurali differenti, come vedremo.

-MEMORIA NON DICHIARATIVA. Implicita, non ne abbiamo consapevolezza.

La memoria non dichiarativa si divide a sua volta in

-Memoria procedurale: Ovvero ricordarsi di procedure automatiche, come per esempio l'abilità di
camminare, eccetera.

-Priming o facilitazione: Lo vediamo quando il soggetto, per esempio, è più pronto a rispondere allo stimolo,
se gli è stato già presentato prima. Priming può essere percettivo (disegni) o semantico (parole).

-Abituazione e sensibilizzazione.

-Condizionamento classico

MEMORIA A BREVE TERMINE E WORKING MEMORY (o memoria di lavoro)


Anche in questo caso i primi dati dell'indipendenza dalla memoria a lungo termine, provengono dalla
neuropsicologia. Con precisione da pazienti che mostravano deficit della memoria a breve termine (nel loro
caso la lesione era nel giro angolare che è parte del lobo parietale posteriore di sinistra) con il risparmio di
quella lungo termine. Nel lobo parietale posteriore c’è un solco detto solco intraparietale, esso divide il
lobo parietale inferiore in due regioni: giro angolare e giro sopramarginale, queste sono due regioni
cruciali per il nostro funzionamento cognitivo. Il giro angolare, nel lobo parietale ma al confine col lobo
temporale, è una zona per la memoria a breve termine. Pazienti con lesioni in queste regioni solitamente
non riescono a memorizzare informazioni a breve termine, ma se le studiano con tempo allora si.

Della memoria a breve termine fa parte anche la Working memory: Memoria di lavoro. Lavora
sull'informazione memorizzata a breve termine ripassandola, aggiornandola, manipolandola, eccetera, cioè
mantiene attive queste informazioni, anche per esempio nel caso del linguaggio si attiva la working
memory.

La working memory ha due circuiti, uno fonologico e uno visuospaziale (detto anche taccuino visuo
spaziale.) Questi due circuiti sono coordinati de un sistema esecutivo centrale.

-Circuito fonologico: Circuito dell’informazione verbale, per parole, lettere, numeri, come per esempio nel
caso del linguaggio.

-Taccuino visuospaziale: Per la memorizzazione delle configurazioni visive o spaziali. Per esempio
memorizzare una strada.

Entrambi i circuiti hanno bisogno di un ripasso. Cioè, l'informazione memorizzata a breve termine deve
essere ripassata.

-Il circuito fonologico: si occupa di un ripasso articolatorio, come per esempio nel caso del movimento
della bocca, ripetere ad alta voce oppure pensare. Persone con disturbi al circuito fonologico, difatti, hanno
anche problemi del linguaggio. Il circuito fonologico utilizza un codice acustico.

Effetto di somiglianza fonologica: Ricordiamo meglio le parole fonologicamente dissimili, se tutte le parole
sono simili tra di loro, facciamo fatica a ricordarle.

Per quanto riguarda le parole scritte: Si fa sempre una codifica visiva fonologica, i grafemi sono convertiti in
suoni dalla nostra mente, anche se non leggiamo ad alta voce.

Per quanto riguarda la lunghezza delle parole: sono ricordate invece meglio le parole brevi. Più sono lunghe
le parole, più tempo ci mettono a transitare nel circuito fonologico.

Nella memoria a breve termine non ci basiamo sul significato, ma sul suono fonologico. Mentre invece nella
memoria a lungo termine non è così, ma utilizziamo un criterio semantico basato sul significato.

-Taccuino Visuospaziale: si basa su un codice motorio. L'informazione e il loro ripasso, attiva circuiti motori
(area motoria, nuclei della base, cervelletto). Il movimento difatti non interferisce in modo negativo con la
capacità di ricordare. Alcuni soggetti fanno così in modo esplicito, per esempio quando parlano o ricordano,
gesticolano, si muovono con la testa, ecc. Come se dovessero ripercorre una specie di mappa.

La corteccia premotoria ventrale, ovvero corrispondente all'area 44 di Brodmann a sinistra, si attiva


quando ripassiamo.

Esecutivo centrale: coordina i due circuiti.

-il sistema esecutivo centrale ha come correlato neurale la corteccia prefrontale e si connette infatti con il
circuito fonologico, visuospaziale ecc

Badley ha concettualizzato la working memory. Ha proposto l'esistenza di un altro circuito, quello


episodico, che recupera le informazioni a lungo termine per metterle a disposizione delle altre funzioni
cognitive. Si chiama buffer episodico o circuito episodico (buffer vuol dire circuito). Immagazzina qualcosa
per renderlo disponibile alle altre funzioni, e questo si attiva solo esplicitamente, in maniera cosciente (il
buffer episodico).
Working memory and fluid intelligence (intelligenza fluida) sono correlate. Prove di working memory sono
gli span, verbale o visuospaziale, specialmente gli span al contrario dove il paziente deve riprodurre la
seguenza al contrario. Gli span è correlano con altre funzioni cognitive di linguaggio, di fluidità del
linguaggio ecc. Ciò è evidente con soggetti con DSA.

Dobbiamo ricordare che la corteccia prefrontale che è il correlato neurale del sistema esecutivo centrale è
organizzata in due regioni:

- corteccia prefrontale dorsolaterale che è connessa sinapticamente con regione motorie, premotorie
premotorie e parietali e visive, anche con l’ippocampo.

- corteccia prefrontale ventrale, più bassa. Di questa fa parte anche quella orbitofrontale che è connessa
con le regioni limbiche profonde (fornice, ippocampo ecc).

La corteccia prefrontale dorsale è più fredda. Quella ventrale più emozionale.

Sono stati condotti studi sui macachi riguardo la working memory, deficit di quest’ultima si manifestano con
lesioni di corteccia prefrontale. Quando attiviamo la working memory, infatti attiviamo la corteccia
prefrontale.

Regioni posteriori della working memory (lobo parietale) che sono abbiamo detto il circuito fonologico e
quello visuospaziale, funzionano in modo materiale specifico, a seconda del tipo materiale memorizzato.

Circuito fonologico: sinistra. Circuito visuospaziale: destra. C’è dunque una certa segregazione.

Per la corteccia prefrontale (forse, ancora c’è dibattito) invece non c’è specializzazione, è amodale,
processo specifica. Non ci sono localizzazioni a destra o a sinistra ma da entrambe le parti.

Alla fine degli anni ’90 si sono posti una domanda: l’informazione in working memory è domain general o
domain specific? Ovvero si attivano regioni specifiche a seconda del materiale o a seconda di cosa
dobbiamo fare con quel materiale?

Compromissione selettiva del buffer visuospaziale. Grazie ad un paziente con una compromissione
selettiva del buffer visuospaziale, con una lesione della corteccia parietale destra, e tramite esperimenti
che prevedevano compiti sia visivi che spaziali, si scopre che anche quest’area è correlata alla working
memory. Aveva problemi quindi sui compiti visuospaziale ma non visivo. Vennero fatti studi anche su
soggetti sani. Sulle regioni frontali invece non c’è segregazione delle due componenti. La corteccia
prefrontale è amodale, indipendentemente da ciò che dobbiamo memorizzare. Tutto ciò è stato anche
dimostato da studi di neuroimaging funzionale. Per oggi ci fermiamo alla working memory.

Potrebbero piacerti anche