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La cinematica
vs = vs 0 + y v dt (1.1)
t0
Dimensionalmente: 5 a ? = = = 6 lt – 2 @ = m s 2
5t ? 5t ?
Dv dv
av = lim =
D t " 0 Dt dt
v = v0 + y av dt (1.2)
t0
1
ne
Dimostrazione
Nel moto rettilineo uniforme il corpo mantiene sempre la stessa velocità v0 e, quindi, ∆v = 0. Dalla
definizione di accelerazione a = D v segue che, se ∆v = 0, a = 0.
Dt
Dimostrazione
Nel moto uniforme la velocità è costante sempre, indipendentemente dall’intervallo di tempo considerato.
Per questo la velocità istantanea, calcolata su un intervallo di tempo piccolissimo, è uguale alla velocità
media calcolata su un intervallo di tempo finito:
x – x0
vm = v = (2.1)
t – t0
x = v(t – t0) + x0
Dimostrazione
Dalla (2.1):
x = v(t–t0) + x0 (2.2)
Dalla (1.1), siccome il moto rettilineo avviene in una sola direzione, possiamo far coincidere tale
direzione con l’asse x:
t
vx = vx 0 + y v dt
t0
2
ne
Essendo v costante:
t t
x = x0 + y v dt = x 0
+v y dt = x 0
+ v ^ t –t 0 h
t0 t0
Grafico velocità-tempo
v
Il grafico velocità-tempo di un moto rettilineo uniforme è rappresentato
in figura 2.
Nell’intervallo di tempo ∆t lo spazio percorso è dato da:
v0
s = v0∆t = v0(t – t0)
la quale è l’area del rettangolo che ha per base ∆t e per altezza v0 (trat-
teggiata in figura). Δt t
Fig. 2
Grafico spazio‑tempo vt
x x 0+
x=
Il grafico spazio-tempo del moto rettilineo uniforme è rappresentato
Δx
in figura 3.
≠0
vt
x=
x0
La pendenza della retta è data dal rapporto Tx , che è proprio la defini- x0
Tt
zione di velocità.
Δx
Quindi la velocità coincide con la pendenza della retta del grafico
spazio-tempo.
0 Δt t
Fig. 3
Dimostrazione
Essendo l’accelerazione costante, essa avrà lo stesso valore sia in ogni istante (accelerazione istan-
tanea) che in un intervallo di tempo ∆t (accelerazione media).
Quindi:
v1 – v0
am = a =
t1 – t0
3
ne
Dimostrazione
Velocità media
Per il moto uniformemente accelerato continuerà a valere la definizione di velocità media:
Dx x – x0
vm = = 1
Dt t1 – t0
Velocità istantanea
v –v
Dalla definizione di accelerazione a = t – t , segue che v = v0 + a(t – t0).
0
v = v0 + y adt = v 0
+a y dt = v 0
+ a ^t – t0h
t0 t0
x = x0 + v0 ^t – t0h + ^t – t0h
at
2
Dimostrazione
Per calcolare lo spazio percorso nel moto uniformemente accelerato possiamo partire dalla formula:
x = x0 + vm(t – t0)
che vale per qualunque tipo di moto e calcolare la velocità media vm.
La velocità media può essere considerata come la media aritmetica fra la velocità iniziale e la velocità
finale del corpo:
v1 + v0
vm =
2
Nel moto uniformemente accelerato v1 = v0 + at, quindi:
v 0 + ^ v 0 + at h at
vm = = v0 +
2 2
Sostituendo otteniamo:
x = x0 + bv0 +
at l
^t – t0h = x0 + v 0 ^t – t0h + ^t – t0h
at
2 2
Se t0 = 0, allora:
1 2
x = x0 + v0 t + at
2
4
ne
x = x0 + y vdt = x 0
+ y ^v 0
+ at h dt = x 0 + v 0 y dt + a y tdt = v 0 ^t – t0h +
1 2
2
at t
t0 =
t0 t0 t0 t0
= v ^t – t0h + a ^ t 2 – t 02 h
1
2
Grafico accelerazione-tempo
In figura 4 è rappresentato il grafico accelerazione-tempo per un moto a
uniformemente accelerato.
a(t) = a0
Se il corpo parte all’istante t0, la velocità all’istante t è rappresentata a0
dall’area tratteggiata di lati a0 e (t – tO).
v – v0
Infatti dalla formula a = ed essendo v0 = 0:
t – t0 0 t0 t t
Grafico spazio-tempo
In figura 6 è visualizzato il grafico spazio-tempo nel moto uniformemente accelerato nel caso in cui
v0 = 0, t0 = 0, x0 = 0.
x^ t h =
1 2
at
2
5
ne
vm
t2 – t1 dx
x1 P1
coincide con la pendenza della secante P1P2 alla curva.
0 t1 dt t2 t
Diminuendo l’intervallo di tempo ∆t = t2 – t1 si vede che tale secante
tende a coincidere con la tangente alla curva e la velocità media tende Fig. 6
alla velocità istantanea. Quindi la pendenza della tangente ad una
curva in un punto coincide con la velocità del corpo in quel punto.
La derivata ad una curva in un punto indica la tangente alla curva in quel punto.
Derivando la funzione:
d b 1 2l 1
x^ t h =
d
at = 2at = at
dt dt 2 2
che definisce la velocità nel moto rettilineo uniforme.
• Riassumendo
Tipo di
Caratteristica Spazio Velocità Accelerazione
moto rettilineo
Uniforme v = costante x = x0 + v(t – t0) costante 0
x = x0 + v(t – t0) + v = v0 + a(t – t0)
Uniformemente
a = costante + at (t − t ) costante
accelerato 0
2
Tab. 1
6
ne
5 Il moto curvilineo
Lo spostamento, la velocità e l’accelerazione di un corpo sono dei vettori e quindi definiti da
una lunghezza, da una direzione e da un verso.
Nel moto rettilineo non ci siamo preoccupati dell’aspetto vettoriale di queste grandezze in
quanto il moto avveniva in una sola direzione.
Nel moto curvilineo si deve invece tener conto di questo aspetto perché il moto avviene su
una traiettoria curvilinea in cui lo spostamento, la velocità e l’accelerazione variano sia in modulo
sia in direzione.
Consideriamo una particella che percorre una traiettoria curvilinea. In ogni istante la sua
posizione è definita dal vettore posizione rv .
5.1 Velocità
Supponiamo che il corpo si trovi all’istante t1 nel punto A, definito dal vettore rv , e all’istante t2
1
B1 B
Δr" B2
A →
r
Δr' Δ v2
→
→
→ r2
→
r2 v1
r1 → →
r1 v3
→
r3
0
Figg. 9.a e 9.b
Quindi, in ogni istante, la velocità nel moto curvilineo è un vettore tangente la curva in
quell’istante (Fig. 9.b).
7
ne
→
r
→
Tra le componenti del vettore velocità e del vettore posizione j
dr dr y →
vale la relazione: v x = x ; vy = i rx
dt dt
Fig. 10
Dimostrazione
Infatti, scomponendo il vettore v nelle sue componenti, si ha che:
v = v x vi + v yvj ma:
dr x v dr y v
_ r vi + r yvj i =
d rv d
v= = i+ j
dt dt x dt dt
Confrontando i secondi membri, si ha che:
dr x dr y
vx = ; vy = .
dt dt
tangenziale;
— av 2 è l’accelerazione legata alla variazione di velocità in direzione, chiamata accelerazione
normale.
Supponiamo, dunque, che una particella si trovi all’i- →
stante t1 nel punto P1 con velocità v , e all’istante t2 nel v2 →v 1
1 →v 2–
punto P2 con velocità v2 (Fig. 11). →
v1 P2 → →v =
Δ
v1
P1 Δv→
La differenza di velocità T v = v – v è un vettore diretto
2 1 →
→
v2
8
ne
a = av = a 2x + a 2y
dv x v dv y v
_ v vi + v yvj i =
dv d
av = = i+ j = a x vi + a yvj
dt dt x dt dt
Quindi:
dv x dv y
= a x; = ay
dt dt
vs = vs 0 + v t + 1 av t 2 x = x 0 + v 0x t +
1
a t2 y = y 0 + v 0y t +
1
a t2
2 2 x 2 y
Tab. 2
9
ne
10
ne
2. Definizione delle forze che agiscono sul corpo, e dunque delle accelerazioni, e scompo-
sizione lungo gli assi cartesiani
L’unica forza agente è quella di gravità, che è rivolta verso il basso e provoca la caduta del
proiettile con accelerazione g:
gv = –gvj
Quindi: ax = 0 e ay = –g.
3. Definizione del tipo di moto lungo ogni asse e relative equazioni
Lungo l’asse x non esiste accelerazione e, pertanto, il moto è uniforme con velocità v0x:
vx(t) = v0x e x(t)= v0xt.
Lungo l’asse y esiste l’accelerazione g. Il moto è uniformemente accelerato, con accelerazione g:
vy(t) = v0y – gt e y ^ t h = v oy t – 1 gt 2 .
2
4. Ricomposizione dei risultati →
v0
v ^ t h = v x ^ t h vi + v y ^ t hvj = v 0 x vi + ^ v 0 y – gt hvj y
v0y
vs ^ t h = x ^ t h vi + y ^ t hvj = v 0 x t vi + b v 0 y t – 1 gt 2 l vj α
2 → x
g v0x
Fig. 14
5.7 Studio delle componenti di v 0
Indicando con α l’angolo di incidenza della velocità iniziale, consideriamo i seguenti casi
particolari.
α v0x v0 y
0 Fig.15.a v0 0
vy = 0 α = 0
v0x = v0
30° Fig. 15.b 3 1
v v
2 0 2 0
→
v0
v0y = v0
2 30°
v0x = √3v0
2
45° Fig. 15.c → 2 2
v0 v v
2 0 2 0
v0y = √2v0
2 45°
v0x = √2v0
2
(Segue)
11
ne
v0y = v0
90ϒ
0 v0x = 0
Tab. 3
→
accelerazione av sempre diretta verso la concavità della curva.
v
→
Il vettore av è sempre scomponibile in una componente av N
j
normale alla curva e in una componente av tangente alla curva:
T
→
i x
av = av N + av T = a T uv T + a N uv N
Dimostrazione
C
→ →
ρ
dϕ v=
' v u T'
→ dϕ
y u T'
→
u N' A'
→ →
du T aN
→ →
aN → u T'
a → →
v = vu T dϕ →
ds → uT
aT
→
uN →
uT
A
→
j
→ x
i
Fig. 17
12
ne
= uv N c m
d uv T d{ d{ ds
= uv N $
dt dt ds dt
ds d{ 1
Essendo = v (infatti è lo spazio realmente percorso dalla particella diviso per il tempo) e = , si ha:
dt ds t
d uv T v v
= u
dt t N
Sostituendo nella (5.1):
dv d dv d uv T v2 v
av = = ^ v uv T h = uv T +v = a T uv T + u
dt dt dt dt t N
Quindi av = a T uv T + a N uv N , dove:
dv v2
aT = e aN =
dt t
Questa è la formula più generale dell’accelerazione.
Nel caso del moto rettilineo, si ha variazione della velocità in modulo e non in direzione:
av = a T uv T
Si tratta di un vettore avente la stessa direzione dello spostamento.
Nel caso del moto circolare uniforme, si ha variazione della velocità in direzione e non in modulo,
e ρ coincide con il raggio R della circonferenza:
v2 v
av = u
R N
Quest’ultima è la formula dell’accelerazione centripeta, che vedremo nel paragrafo successivo.
Nel caso più generale, l’accelerazione avrà entrambe le componenti.
13
ne
• Velocità tangenziale
La velocità tangenziale è la velocità con cui il corpo percorre la circonferenza. Essa è pari a:
2rR
v= = 2rRo (6.1)
T
Dimostrazione
→
Se all’istante iniziale la particella si trova nel punto P0 (Fig. 18), dopo un perio- v
R
do T la particella avrà percorso l’intera circonferenza di perimetro P = 2πR, φ P0
ritornando nel punto P0. 0
La velocità con cui ha percorso l’intera circonferenza è data da:
spazio percorso 2rR Fig. 18
v= = = 2rRo
tem po im piegato T
• Velocità angolare
La velocità angolare è la velocità con cui viene «spazzato» l’angolo al centro della circon-
ferenza.
Essa è data dal rapporto fra l’angolo al centro spazzato dalla circonferenza e il tempo im-
piegato a spazzarlo:
Tz
~=
TT
14
ne
Dimostrazione
15
ne
Dimostrazione
Supponiamo che all’istante iniziale (t = 0) i due sistemi di
y = y1
riferimento coincidano (Fig. 20) e che il viaggiatore inizi a t=0
camminare lungo il corridoio del treno.
v
Supponiamo che, dopo un intervallo di tempo ∆t, il viag-
giatore abbia percorso una distanza SViaggiatore e il treno, una
distanza STreno.
c x = x1
Per il casellante a terra, il viaggiatore avrebbe percorso la z
distanza:
Fig. 20
SCasellante = SViaggiatore + STreno (8.1)
16
ne
c x = x1
z
z1
Fig. 21
In termini vettoriali, la (8.1) e la (8.2) diventano:
y y1
Sv Casellante = Sv Viaggiatore + Sv Treno (8.3)
Sv
La (8.3) continua a valere se il viaggiatore si muove in St
una qualsiasi direzione e non necessariamente in quella
del treno. x = x1
z c
È consuetudine chiamare: z1
SViaggiatore → spostamento relativo (SR), ovvero lo spo-
Fig. 22
stamento del corpo rispetto al Sistema di
Riferimento (S.R.) in movimento;
STreno → spostamento di trascinamento (ST), ossia lo spostamento del S.R. in moto rispetto al S.R.
fermo;
SCasellante → spostamento assoluto (S), cioè lo spostamento del S.R. in moto rispetto al S.R. fermo.
E la (8.3) diventa:
Sv = Sv R + Sv T (8.4)
rv = rv + v t
R 0
(8.5)
Dimostrazione
Dividendo la (8.5) per l’intervallo di tempo ∆t in cui sono avvenuti tali spostamenti, si ottiene:
rv rv rv
= R + T (9.1)
Dt Dt Dt
Al limite per Dt → 0, la (9.1) diventa:
v = vR + vT
17
ne
Dimostrazione
Supponiamo che all’istante iniziale (t = 0) i due sistemi di riferimento coincidano e che il viaggiatore
inizi a correre lungo il corridoio del treno.
Supponiamo che all’istante t = t1 il viaggiatore abbia raggiunto una velocità v1 e all’istante t = t2 una
velocità v2. Il treno si muove con velocità costante v0. All’istante t1 la velocità assoluta v A 1 del viag-
giatore (rispetto al casellante fermo ai binari) è v A 1 = v 0 + v 1 e all’istante t2 è v A 2 = v 0 + v 2 . Sottraendo
membro a membro:
v – v A1 = v2 − v1
A2
Per Dt → 0: av A = av R
18