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SIMONE 338 • Concorso Vigili del Fuoco 314 Ispettori sio


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La cinematica

1 I termini della cinematica


Iniziamo ad analizzare alcuni termini della cinematica che utilizzeremo in questo capitolo e
che saranno applicati ai diversi tipi di moto.
— Traiettoria è la linea che unisce le successive posizioni acquisite dal corpo stesso.
— Spazio percorso è la lunghezza della traiettoria.
— Velocità media è il rapporto fra lo spazio ∆s percorso da un corpo in un intervallo di tempo
∆t e questo stesso intervallo di tempo:
v m = Ds
Dt

Dimensionalmente: [v] = [lt–1] = m/s


— Velocità istantanea è la velocità media del punto materiale relativa ad un intervallo di tempo
piccolissimo, al limite tendente a zero:
D vs
v= Dt , 0
Dt
D sv d vs
v = lim =
D t " 0 Dt dt

Da ciò deriva che:


t

vs = vs 0 + y v dt (1.1)
t0

— Accelerazione media è il rapporto fra la variazione di velocità nell’intervallo di tempo ∆t e


questo stesso intervallo di tempo:
Dv
av m =
Dt
5v ? 6 lt @
–1

Dimensionalmente: 5 a ? = = = 6 lt – 2 @ = m s 2
5t ? 5t ?

— Accelerazione istantanea è l’accelerazione media relativa ad un intervallo di tempo picco-


lissimo, al limite tendente a zero:
v Dv
a= Dt , 0
Dt

Dv dv
av = lim =
D t " 0 Dt dt

Da ciò deriva che: t

v = v0 + y av dt (1.2)
t0

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A seconda della traiettoria, il moto può essere:


— rettilineo, ossia la traiettoria del moto è una linea retta;
— circolare, ovvero la traiettoria del moto è una circonferenza;
— curvilineo, cioè la traiettoria del moto è una curva.

2 Il moto rettilineo uniforme


Un corpo si muove di moto rettilineo uniforme quando percorre una linea retta con velocità costante:
v = cost
2.1 Accelerazione media e accelerazione istantanea
Nel moto rettilineo uniforme l’accelerazione è nulla.

Dimostrazione
Nel moto rettilineo uniforme il corpo mantiene sempre la stessa velocità v0 e, quindi, ∆v = 0. Dalla
definizione di accelerazione a = D v segue che, se ∆v = 0, a = 0.
Dt

2.2 Velocità media e velocità istantanea


Nel moto uniforme la velocità media coincide con la velocità istantanea:
x – x0
vm = v =
t – t0

Dimostrazione
Nel moto uniforme la velocità è costante sempre, indipendentemente dall’intervallo di tempo considerato.
Per questo la velocità istantanea, calcolata su un intervallo di tempo piccolissimo, è uguale alla velocità
media calcolata su un intervallo di tempo finito:
x – x0
vm = v = (2.1)
t – t0

2.3 Spazio percorso


Lo spazio percorso nel moto rettilineo uniforme è dato da:
t = t0 t1
x0 x x1
Fig. 1

x = v(t – t0) + x0

Dimostrazione
Dalla (2.1):
x = v(t–t0) + x0 (2.2)
Dalla (1.1), siccome il moto rettilineo avviene in una sola direzione, possiamo far coincidere tale
direzione con l’asse x:
t

vx = vx 0 + y v dt
t0

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Essendo v costante:
t t

x = x0 + y v dt = x 0
+v y dt = x 0
+ v ^ t –t 0 h
t0 t0

Grafico velocità-tempo
v
Il grafico velocità-tempo di un moto rettilineo uniforme è rappresentato
in figura 2.
Nell’intervallo di tempo ∆t lo spazio percorso è dato da:
v0
s = v0∆t = v0(t – t0)
la quale è l’area del rettangolo che ha per base ∆t e per altezza v0 (trat-
teggiata in figura). Δt t
Fig. 2

Grafico spazio‑tempo vt
x x 0+
x=
Il grafico spazio-tempo del moto rettilineo uniforme è rappresentato
Δx
in figura 3.

≠0
vt
x=

x0
La pendenza della retta è data dal rapporto Tx , che è proprio la defini- x0
Tt
zione di velocità.
Δx
Quindi la velocità coincide con la pendenza della retta del grafico
spazio-tempo.
0 Δt t
Fig. 3

3 Il moto rettilineo uniformemente accelerato


Un corpo si muove di moto uniformemente accelerato/decelerato se la sua accelerazione
a è costante.
Se:
— a > 0, il moto è uniformemente accelerato;
— a < 0, il moto è uniformemente decelerato.
3.1 Accelerazione media e accelerazione istantanea
Nel moto uniformemente accelerato, l’accelerazione media coincide con l’accelerazione
istantanea:
v1 – v0
am = a =
t1 – t0

Dimostrazione
Essendo l’accelerazione costante, essa avrà lo stesso valore sia in ogni istante (accelerazione istan-
tanea) che in un intervallo di tempo ∆t (accelerazione media).
Quindi:
v1 – v0
am = a =
t1 – t0

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3.2 Velocità media e velocità istantanea


Nel moto uniformemente accelerato la velocità media non coincide con la velocità istantanea:
x – x0
vm = e v = v0 + a^t – t0 h
t – t0

Dimostrazione
Velocità media
Per il moto uniformemente accelerato continuerà a valere la definizione di velocità media:
Dx x – x0
vm = = 1
Dt t1 – t0

Velocità istantanea
v –v
Dalla definizione di accelerazione a = t – t , segue che v = v0 + a(t – t0).
0

Dalla (1.2) ed essendo a costante:


t t

v = v0 + y adt = v 0
+a y dt = v 0
+ a ^t – t0h
t0 t0

3.3 Spazio percorso


Nel moto uniformemente accelerato, si ha:

x = x0 + v0 ^t – t0h + ^t – t0h
at
2

Dimostrazione
Per calcolare lo spazio percorso nel moto uniformemente accelerato possiamo partire dalla formula:
x = x0 + vm(t – t0)
che vale per qualunque tipo di moto e calcolare la velocità media vm.
La velocità media può essere considerata come la media aritmetica fra la velocità iniziale e la velocità
finale del corpo:
v1 + v0
vm =
2
Nel moto uniformemente accelerato v1 = v0 + at, quindi:

v 0 + ^ v 0 + at h at
vm = = v0 +
2 2
Sostituendo otteniamo:

x = x0 + bv0 +
at l
^t – t0h = x0 + v 0 ^t – t0h + ^t – t0h
at
2 2
Se t0 = 0, allora:
1 2
x = x0 + v0 t + at
2

Se il moto è uniformemente decelerato (a < 0):


1 2
s = v1t – at
2

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Dalla (1.1) ed essendo v = v0 + at:


t t t t

x = x0 + y vdt = x 0
+ y ^v 0
+ at h dt = x 0 + v 0 y dt + a y tdt = v 0 ^t – t0h +
1 2
2
at t
t0 =
t0 t0 t0 t0

= v ^t – t0h + a ^ t 2 – t 02 h
1
2

Grafico accelerazione-tempo
In figura 4 è rappresentato il grafico accelerazione-tempo per un moto a
uniformemente accelerato.
a(t) = a0
Se il corpo parte all’istante t0, la velocità all’istante t è rappresentata a0
dall’area tratteggiata di lati a0 e (t – tO).
v – v0
Infatti dalla formula a = ed essendo v0 = 0:
t – t0 0 t0 t t

v = a0(t – t0) Fig. 4

v quindi è l’area del rettangolo di base t – t0 e altezza a0.

Grafico velocità-tempo v(m/s)


In figura 5 è visualizzato il grafico velocità-tempo nel moto uni- at
formemente accelerato. v=
v = at C
v(t) = at
B
La pendenza della retta coincide con l’accelerazione del corpo. v0 = at0
H K
La pendenza della retta è data da Tv . 0 A t0 t t
Tt
Tale valore coincide con la definizione stessa di accelerazione.
La funzione v(t) = at, che definisce in ogni istante la velocità del Fig. 5
corpo, è una retta di coefficiente angolare a.
Lo spazio percorso tra gli istanti t e t0 è definito dalla sezione di area sottesa dalla retta tra gli istanti
t e t0 (area tratteggiata in figura).
L’area tratteggiata è data cioè dalla differenza fra l’area del triangolo ACK e l’area del triangolo ABH:
1 1 2
Area ACK = 2 ^ t # at h = 2 at 2   e  Area ABH = 2 ^ t 0 # at 0 h = 2 at 0
1 1

Sottraendo tra loro le due aree:


a ^ t 2 – t 20 h
1
x=
2

che è proprio la formula che definisce lo spazio percorso.


La sezione di area della funzione v = at tra gli istanti t e t0 è definita dall’integrale definito tra i sud-
detti istanti:
t t t

x= y vdt = y atdt = a y tdt = 12 at 2 t


t0 =
1
2 ^
a t 2 – t 20 h
t0 t0 t0

Grafico spazio-tempo
In figura 6 è visualizzato il grafico spazio-tempo nel moto uniformemente accelerato nel caso in cui
v0 = 0,  t0 = 0,  x0 = 0.
x^ t h =
1 2
at
2

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La pendenza della curva coincide con la velocità del corpo. x 1 2


S = at
Consideriamo gli istanti t1 e t2. All’istante t1 il corpo si trova in x1 e 2
x2 P2
all’istante t2 il corpo si trova in x2. La velocità media tra tali istanti:
x2 – x1
vm =

vm
t2 – t1 dx
x1 P1
coincide con la pendenza della secante P1P2 alla curva.
0 t1 dt t2 t
Diminuendo l’intervallo di tempo ∆t = t2 – t1 si vede che tale secante
tende a coincidere con la tangente alla curva e la velocità media tende Fig. 6
alla velocità istantanea. Quindi la pendenza della tangente ad una
curva in un punto coincide con la velocità del corpo in quel punto.
La derivata ad una curva in un punto indica la tangente alla curva in quel punto.
Derivando la funzione:
d b 1 2l 1
x^ t h =
d
at = 2at = at
dt dt 2 2
che definisce la velocità nel moto rettilineo uniforme.

• Riassumendo
Tipo di
Caratteristica Spazio Velocità Accelerazione
moto rettilineo
Uniforme v = costante x = x0 + v(t – t0) costante 0
x = x0 + v(t – t0) + v = v0 + a(t – t0)
Uniformemente
a = costante   + at (t − t ) costante
accelerato 0
2
Tab. 1

4 La caduta dei gravi


Tutti i corpi soggetti al campo gravitazionale terrestre cadono con accelerazione costante g,
detta accelerazione di gravità.
Alla nostra latitudine, g ≅ 9,8m/s2.
Quindi il moto di un corpo in caduta libera è uniformemente accelerato con accelerazione g.
Se introduciamo un sistema di assi cartesiani con l’asse y diretto verso il basso, le sue equazioni
del moto sono:
gt
y = y0 + v0 ^t – t0h + ^t – t0h
2
v = v0 + g(t – t0)
— Se il corpo è lasciato cadere all’istante t0 = 0, esse diventano:
gt 2
y = y0 + v0 t +
2
v = v0 + gt
— Se si fa coincidere l’origine della caduta con l’origine degli assi cartesiani (y0 = 0):
gt 2
y = v0 t +
2
v = v0 + gt

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— Se la velocità iniziale del corpo è nulla (v0 = 0):


gt 2
y=
2
v = gt

5 Il moto curvilineo
Lo spostamento, la velocità e l’accelerazione di un corpo sono dei vettori e quindi definiti da
una lunghezza, da una direzione e da un verso.
Nel moto rettilineo non ci siamo preoccupati dell’aspetto vettoriale di queste grandezze in
quanto il moto avveniva in una sola direzione.
Nel moto curvilineo si deve invece tener conto di questo aspetto perché il moto avviene su
una traiettoria curvilinea in cui lo spostamento, la velocità e l’accelerazione variano sia in modulo
sia in direzione.
Consideriamo una particella che percorre una traiettoria curvilinea. In ogni istante la sua
posizione è definita dal vettore posizione rv .
5.1 Velocità
Supponiamo che il corpo si trovi all’istante t1 nel punto A, definito dal vettore rv , e all’istante t2
1

nel punto B, definito dal vettore rv . 2

La variazione di posizione è definita dal vettore T rv = rv – rv . 2 1


B C
La velocità media è rappresentata dal vettore: A
→ →
r1 r2 →
T rv r3
vm =
Tt
0
parallelo al vettore posizione. Fig. 7
La velocità istantanea è data da:

→ → –r 1
T rv d rv Δr = r 2 B
v = lim v m = lim
T t " 0 Tt
=
Tt " 0 dt A

r2
Quando Dt → 0, il punto A si avvicina sempre di più al punto B, il →
r1
vettore rv si avvicina sempre di più al vettore rv (Fig. 9.a) e D rv tende
2 1

ad assumere la direzione della tangente alla curva nel punto A. 0


Fig. 8

B1 B
Δr" B2
A →
r
Δr' Δ v2


→ r2

r2 v1
r1 → →
r1 v3

r3
0
Figg. 9.a e 9.b

Quindi, in ogni istante, la velocità nel moto curvilineo è un vettore tangente la curva in
quell’istante (Fig. 9.b).

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5.2 Vettore spostamento e velocità in funzione delle componenti


Nel capitolo sui vettori abbiamo visto che è sempre possibile esprimere un vettore come
somma dei suoi vettori componenti.
Possiamo quindi scomporre i vettori rv e v (Fig. 10) in funzione →
v
delle loro componenti ( rv = r vi + r vj; v = v vi + v vj ) e calcolarne i
"
P
x y x y
vy
moduli: vx
ry
r = vr = r 2x + r 2y ; v = vv = v 2x + v 2y


r

Tra le componenti del vettore velocità e del vettore posizione j
dr dr y →
vale la relazione: v x = x ; vy = i rx
dt dt
Fig. 10

Dimostrazione
Infatti, scomponendo il vettore v nelle sue componenti, si ha che:
v = v x vi + v yvj ma:
dr x v dr y v
_ r vi + r yvj i =
d rv d
v= = i+ j
dt dt x dt dt
Confrontando i secondi membri, si ha che:
dr x dr y
vx = ; vy = .
dt dt

5.3 Moto curvilineo e accelerazione


Il vettore velocità è, in ogni istante, tangente alla traiettoria, quindi, da istante a istante, esso
varierà sia in modulo sia in direzione.
L’accelerazione è definita come la variazione del vettore velocità nel tempo.
Nel moto rettilineo, l’accelerazione è legata soltanto alla variazione di velocità in modulo, in
quanto il moto avviene su una traiettoria rettilinea.
Nel moto curvilineo, invece, la velocità può variare sia in direzione sia in modulo e quindi l’ac-
celerazione dovrà tener conto di entrambe queste variazioni. Quindi sarà del tipo av = av + av , dove: 1 2

— av è l’accelerazione legata alla variazione di velocità in modulo, detta accelerazione


1

tangenziale;
— av 2 è l’accelerazione legata alla variazione di velocità in direzione, chiamata accelerazione
normale.
Supponiamo, dunque, che una particella si trovi all’i- →
stante t1 nel punto P1 con velocità v , e all’istante t2 nel v2 →v 1
1 →v 2–
punto P2 con velocità v2 (Fig. 11). →
v1 P2 → →v =
Δ
v1
P1 Δv→
La differenza di velocità T v = v – v è un vettore diretto
2 1 →

v2

sempre verso la concavità della curva. r1 →


r2
L’accelerazione media è definita da:
Tv 0
av m =
Tt Fig. 11
ed è un vettore parallelo a D v .

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L’accelerazione istantanea è definita da:


dv Tv
av = = lim
dt T t " 0 Tt

5.4 Vettore accelerazione in funzione delle componenti


Possiamo scomporre il vettore av in av = a vi + a vj : x y

a = av = a 2x + a 2y

dv x v dv y v
_ v vi + v yvj i =
dv d
av = = i+ j = a x vi + a yvj
dt dt x dt dt

Quindi:
dv x dv y
= a x; = ay
dt dt

5.5 Moto piano con accelerazione costante (moto uniformemente accelerato)


Un moto piano con accelerazione costante è ancora detto «uniformemente accelerato».
In questo caso, le equazioni del moto ricavate per il moto rettilineo continuano a valere per le
componenti del moto.
Componente x Componente y
v = v 0 + av t vx = v0 + axt vy = v0 + ayt

vs = vs 0 + v t + 1 av t 2 x = x 0 + v 0x t +
1
a t2 y = y 0 + v 0y t +
1
a t2
2 2 x 2 y
Tab. 2

Come studiare il moto piano uniformemente accelerato di un corpo


Per lo studio del moto di un corpo si deve procedere come indicato a seguire.
1. Definire la velocità del corpo all’istante iniziale e scomporla lungo gli assi cartesiani.
2. Definire le forze che agiscono sul corpo, e quindi le accelerazioni, e scomporle lungo gli assi
cartesiani.
3. Definire il tipo di moto lungo ogni asse e scriverne le equazioni. Si ricordi che i moti lungo i due
assi sono indipendenti fra loro.
4. Ricomporre le equazioni del moto.

5.6 Moto di un proiettile


Il moto di un proiettile è un esempio di moto curvilineo uniformemente accelerato. Esso
è infatti caratterizzato da un’accelerazione gv costante. Studieremo due situazioni particolari:
— il proiettile ha velocità iniziale parallela all’asse x;
— il proiettile ha velocità iniziale incidente l’asse x.
In entrambi i casi applicheremo i punti individuati nel sottoparagrafo precedente.

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• Moto di un proiettile con velocità iniziale parallela all’asse x


Analizziamo questo moto sviluppando i 4 punti già evidenziati. y

1. Definizione della velocità del corpo all’istante iniziale e


scomposizione lungo gli assi →
v0
All’istante iniziale, il proiettile ha velocità parallela all’asse x : 0

x
v v –g
v0 = v0 i

Pertanto: v0x = v0 v0y = 0.


Fig. 12
2. Definizione delle forze che agiscono sul corpo, e quindi
delle accelerazioni, e scomposizione lungo gli assi cartesiani
L’unica forza agente è quella di gravità, che è rivolta verso il basso e provoca la caduta del
proiettile con accelerazione g:
v v
g = –g j
Dunque: ax = 0  e  ay = –g.

3. Definizione del tipo di moto lungo ogni asse e relative equazioni


Lungo l’asse x non esiste accelerazione e, quindi, il moto è uniforme con velocità v0:
vx(t) = v0

x(t) = v0t
Lungo l’asse y il moto è uniformemente decelerato (g negativa) con accelerazione –g:
vy(t) = –gt
y^ t h = –
1 2
gt
2

4. Ricomposizione dei risultati


v ^ t h = v x ^ t h vi + v y ^ t hvj = v 0 vi – gtvj
vs ^ t h = x ^ t h vi + y ^ t hvj = v 0 t vi – 1 gt 2 vj
2

• Moto di un proiettile con velocità iniziale incidente l’asse x


Studiamo questo moto sviluppando i 4 punti soliti. →
v0
1. Definizione della velocità del corpo all’istante iniziale e y
scomposizione lungo gli assi v0y
All’istante iniziale, il proiettile ha velocità: → x
g v0x
v = v vi + v vj
0 0x 0y

Quindi: vx = v0x  e  vy = v0y .


Fig. 13

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2. Definizione delle forze che agiscono sul corpo, e dunque delle accelerazioni, e scompo-
sizione lungo gli assi cartesiani
L’unica forza agente è quella di gravità, che è rivolta verso il basso e provoca la caduta del
proiet­tile con accelerazione g:
gv = –gvj

Quindi: ax = 0  e  ay = –g.
3. Definizione del tipo di moto lungo ogni asse e relative equazioni
Lungo l’asse x non esiste accelerazione e, pertanto, il moto è uniforme con velocità v0x:
vx(t) = v0x e x(t)= v0xt.
Lungo l’asse y esiste l’accelerazione g. Il moto è uniformemente accelerato, con accelerazione g:
vy(t) = v0y – gt e  y ^ t h = v oy t – 1 gt 2 .
2
4. Ricomposizione dei risultati →
v0
v ^ t h = v x ^ t h vi + v y ^ t hvj = v 0 x vi + ^ v 0 y – gt hvj y
v0y
vs ^ t h = x ^ t h vi + y ^ t hvj = v 0 x t vi + b v 0 y t – 1 gt 2 l vj α
2 → x
g v0x

 Fig. 14
5.7 Studio delle componenti di  v 0

Indicando con α l’angolo di incidenza della velocità iniziale, consideriamo i seguenti casi
particolari.

α v0x v0 y
0 Fig.15.a v0 0

vy = 0 α = 0
v0x = v0
30° Fig. 15.b 3 1
v v
2 0 2 0

v0
v0y = v0
2 30°
v0x = √3v0
2
45° Fig. 15.c → 2 2
v0 v v
2 0 2 0

v0y = √2v0
2 45°

v0x = √2v0
2
(Segue)

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60° Fig. 15.d 1 3


v v
→ 2 0 2 0
v0
v0
v0y= √3
2 60°
v0
v0x = 2

90° Fig. 15.e 0 v0 y

v0y = v0
90ϒ

0 v0x = 0

Tab. 3

v0x = v0cosα e v0y = v0senα.

5.8 Componente tangenziale e normale dell’accelerazione


Consideriamo una particella che descrive una traiettoria cur- y
vilinea. →
a
Supponiamo che la particella all’istante t abbia velocità v e


accelerazione av sempre diretta verso la concavità della curva.

v

Il vettore av è sempre scomponibile in una componente av N
j
normale alla curva e in una componente av tangente alla curva:
T

i x

av = av N + av T = a T uv T + a N uv N

In tale uguaglianza: Fig. 16

— av è l’accelerazione dovuta alla variazione di velocità in direzione;


N

— av è l’accelerazione dovuta alla variazione di velocità in modulo.


T

Dimostrazione
C
→ →
ρ

dϕ v=
' v u T'

→ dϕ
y u T'

u N' A'
→ →
du T aN
→ →
aN → u T'
a → →
v = vu T dϕ →
ds → uT
aT

uN →
uT
A


j
→ x
i

Fig. 17

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In figura 17 tracciamo in A il versore tangente alla curva uv T :


v = v uv T
d v d dv d uv T
dt ^ T h
av = = v uv = uv T +v (5.1)
dt dt dt

Il primo termine è legato alla variazione di velocità in modulo.


Il secondo termine è legato alla variazione di velocità in direzione.
— Se la velocità variasse in modulo, ma non in direzione (moto rettilineo):
d uv T dv
=0 & av = uv T = a uv T
dt dt
e l’accelerazione sarebbe tangente alla curva.
— Se la velocità variasse in direzione, ma non in modulo (moto uniforme):
dv d uv T
=0 & av = v
dt dt
d uv T
Per calcolare tracciamo un vettore uv N perpendicolare alla curva nel punto A.
dt
Supponiamo che la particella si trovi nel punto Aʹ all’istante tʹ.
Tracciamo il versore tangente uv lT e il versore uv lN normale alla curva in Aʹ.
Le normali in A e Aʹ si intersecano nel punto C (centro di curvatura).
Indicando con dϕ l’angolo al centro, si ha:
ds = ρdϕ
dove ρ è il raggio di curvatura.
Il vettore d uv T = uv lT – uv T è parallelo al versore uv N e ha modulo uguale a dϕ:
d uv T = uv N d{

= uv N c m
d uv T d{ d{ ds
= uv N $
dt dt ds dt
ds d{ 1
Essendo = v (infatti è lo spazio realmente percorso dalla particella diviso per il tempo) e = , si ha:
dt ds t
d uv T v v
= u
dt t N
Sostituendo nella (5.1):
dv d dv d uv T v2 v
av = = ^ v uv T h = uv T +v = a T uv T + u
dt dt dt dt t N
Quindi av = a T uv T + a N uv N , dove:
dv v2
aT = e aN =
dt t
Questa è la formula più generale dell’accelerazione.

Nel caso del moto rettilineo, si ha variazione della velocità in modulo e non in direzione:
av = a T uv T
Si tratta di un vettore avente la stessa direzione dello spostamento.
Nel caso del moto circolare uniforme, si ha variazione della velocità in direzione e non in modulo,
e ρ coincide con il raggio R della circonferenza:
v2 v
av = u
R N
Quest’ultima è la formula dell’accelerazione centripeta, che vedremo nel paragrafo successivo.
Nel caso più generale, l’accelerazione avrà entrambe le componenti.

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6 Il moto circolare uniforme


Consideriamo il caso particolare in cui una particella percorre una circonferenza con velocità
costante.
Supponiamo che il corpo occupi, all’istante t = 0, la posizione P0. Dopo aver percorso un giro
completo il corpo si troverà di nuovo in P0.
6.1 Periodo T
Il periodo T è l’intervallo di tempo impiegato dalla particella per compiere un giro completo.
L’unità di misura, essendo un tempo, è il secondo:
[T] = [t]
6.2 Frequenza ν
La frequenza ν è il numero di giri compiuti dalla particella nell’unità di tempo. L’unità di
misura è l’hertz (simbolo Hz).
Dimensionalmente, si ha che:
[ν] = [t –1]
Dalle due definizioni segue che:
1
T=
o

6.3 Velocità tangenziale e velocità angolare


Un corpo che percorre una circonferenza di raggio R con periodo T possiede sia una velocità
tangenziale che una velocità angolare.

• Velocità tangenziale
La velocità tangenziale è la velocità con cui il corpo percorre la circonferenza. Essa è pari a:
2rR
v= = 2rRo (6.1)
T
Dimostrazione

Se all’istante iniziale la particella si trova nel punto P0 (Fig. 18), dopo un perio- v
R
do T la particella avrà percorso l’intera circonferenza di perimetro P = 2πR, φ P0
ritornando nel punto P0. 0
La velocità con cui ha percorso l’intera circonferenza è data da:
spazio percorso 2rR Fig. 18
v= = = 2rRo
tem po im piegato T

• Velocità angolare
La velocità angolare è la velocità con cui viene «spazzato» l’angolo al centro della circon-
ferenza.
Essa è data dal rapporto fra l’angolo al centro spazzato dalla circonferenza e il tempo im-
piegato a spazzarlo:
Tz
~=
TT

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Per il moto circolare uniforme di periodo T:


2r (6.2)
~=
T
Dimostrazione
Se all’istante iniziale la particella si trova nel punto P0 (Fig. 18), dopo un periodo T la particella avrà
spazzato l’intero angolo giro φ = 2π, ritornando nel punto P0.
La velocità angolare sarà:
angolo spazzato 2r
~= = = 2ro
tem po im piegato T
Dalla (6.1) e (6.2) segue che:
v = ωR

6.4 Accelerazione centripeta


v v 2

Nel moto circolare uniforme, si ha av = u .


R N

Dimostrazione

È già stato notato che l’accelerazione di un corpo è scindibile in due componenti:


av T  e  av N
Nel moto circolare uniforme la velocità in modulo si mantiene costante e, quindi, av = av N . L’accelera-
zione sarà dunque normale alla tangente alla curva.
Per ricavare il modulo di av N , suddividiamo la circonferenza in 6 spicchi e tracciamo i rispettivi vettori
velocità.

v1 Q1 Δv
P1 Q
→ φ
v Δt →
φ v1 →
v

o v
P
O
Figg. 19.a e 19.b

Supponiamo che all’istante t = 0 la particella si trovi in P e all’istante t = t1 la particella si trovi in P1.


In figura 19.b sono ridisegnati i vettori v e v 1 .
Nella figura 19.a i triangoli POP1 e QOQ1 sono simili, essendo isosceli e avendo lo stesso angolo al
vertice (i due angoli al vertice sono uguali, in quanto v e v 1 sono perpendicolari a OP e OP1).
Per Δt → 0 possiamo considerare gli archi PP1 e vv1 coincidenti con le corde PP1 e vv1.
Quindi:
PP1 QQ 1
=
OP OQ
dv vdt
=
v R
dv v2
=
dt R
dv v2
a= =
dt R
Vedi quanto trattato in precedenza.

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7 Il moto circolare uniformemente accelerato


Il moto circolare è detto uniformemente accelerato quando la particella percorre la circon-
ferenza con accelerazione costante.
In questo caso né la velocità tangenziale né quella angolare della particella sono costanti.
È quindi necessario introdurre una nuova accelerazione α, detta accelerazione angolare,
definita come la variazione della velocità angolare nel tempo:
T~
a=
Tt

In tabella è stato schematizzato un parallelo fra il moto «tangenziale» e il moto «angolare»


nel moto circolare uniformemente accelerato.

Moto tangenziale Moto angolare


Spostamento x φ
Velocità dx dz
v= ~=
dt dt
Accelerazione dv d~
a= a=
dt dt
Moto uniforme v = cost ω = cost
x = x0 + vt φ = φ0 + ωt
Moto uniformemente a = cost α = cost
accelerato 1 1
x = x 0 + v 0 t + at 2 z = z0 + ~ 0 t + at 2
2 2
v = v0 + at ω = ω0 + αt
Tab. 4

8 La composizione degli spostamenti


Lo spostamento assoluto è dato dalla somma vettoriale dello spostamento relativo e dello
spostamento di trascinamento:
Sv = Sv R + Sv T

Dimostrazione
Supponiamo che all’istante iniziale (t = 0) i due sistemi di
y = y1
riferimento coincidano (Fig. 20) e che il viaggiatore inizi a t=0
camminare lungo il corridoio del treno.
v
Supponiamo che, dopo un intervallo di tempo ∆t, il viag-
giatore abbia percorso una distanza SViaggiatore e il treno, una
distanza STreno.
c x = x1
Per il casellante a terra, il viaggiatore avrebbe percorso la z
distanza:
Fig. 20
SCasellante = SViaggiatore + STreno (8.1)

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Se il viaggiatore si fosse mosso in direzione opposta a y y1


quella del treno per il casellante, egli avrebbe percorso la
St Sv v
distanza: x
SCasellante = –SViaggiatore + STreno (8.2)

c x = x1
z
z1
Fig. 21
In termini vettoriali, la (8.1) e la (8.2) diventano:

y y1
Sv Casellante = Sv Viaggiatore + Sv Treno (8.3)
Sv
La (8.3) continua a valere se il viaggiatore si muove in St
una qualsiasi direzione e non necessariamente in quella
del treno. x = x1
z c
È consuetudine chiamare: z1
SViaggiatore → spostamento relativo (SR), ovvero lo spo-
Fig. 22
stamento del corpo rispetto al Sistema di
Riferimento (S.R.) in movimento;
STreno → spostamento di trascinamento (ST), ossia lo spostamento del S.R. in moto rispetto al S.R.
fermo;
SCasellante → spostamento assoluto (S), cioè lo spostamento del S.R. in moto rispetto al S.R. fermo.
E la (8.3) diventa:
Sv = Sv R + Sv T (8.4)

Indicando con v 0 la velocità costante del treno Sv T = v 0 D t = v 0 t e introducendo i vettori posizione rv , la


(8.4) diventa:

rv = rv + v t
R 0
(8.5)

9 La composizione delle velocità


La velocità assoluta è data dalla somma vettoriale della velocità relativa e della velocità
di trascinamento:
v = vR + vT

Dimostrazione
Dividendo la (8.5) per l’intervallo di tempo ∆t in cui sono avvenuti tali spostamenti, si ottiene:

rv rv rv
= R + T (9.1)
Dt Dt Dt
Al limite per Dt → 0, la (9.1) diventa:
v = vR + vT

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10 La composizione delle accelerazioni


Un punto materiale in moto ha uguale accelerazione rispetto a due sistemi di riferimento in
moto rettilineo uniforme l’uno rispetto all’altro:
av A = av R

Dimostrazione
Supponiamo che all’istante iniziale (t = 0) i due sistemi di riferimento coincidano e che il viaggiatore
inizi a correre lungo il corridoio del treno.
Supponiamo che all’istante t = t1 il viaggiatore abbia raggiunto una velocità v1 e all’istante t = t2 una

velocità v2. Il treno si muove con velocità costante v0. All’istante t1 la velocità assoluta v A 1 del viag-
     
giatore (rispetto al casellante fermo ai binari) è v A 1 = v 0 + v 1 e all’istante t2 è v A 2 = v 0 + v 2 . Sottraendo
 
membro a membro:
   
v – v A1 = v2 − v1
 A2

Dividendo per l’intervallo di tempo ∆t = t2 – t1, si ha:


   
v A2 – v A1 v2 − v1
=
 ∆t ∆t

Per Dt → 0: av A = av R

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