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SURREALISMO
METAFISICA
• Nella filosofia, la Metafisica è quella disciplina che studia i principi primi della realtà non afferrabili con l’esperienza empirica
(fondato sulla esperienza, sulla pratica) del mondo. Una forma di conoscenza che va oltre il mondo fisico ( Meta: oltre). Nella
storia dell’arte indica quella pittura che cerca di rappresentare una realtà NON PERCEPIBILE CON I SENSI.
• Non si tratta del mondo interiore dell’artista (Espressionismo) nè dell’inconscio (Surrealismo) ma di una realtà parallela, che si
traduce nella rappresentazione di spazi enigmatici ed inquietanti.
• La Metafisica si sviluppa in Italia, dalle idee di un unico fondatore, Giorgio De Chirico, i cui primi quadri risalgono al 1910,
consacra il nuovo linguaggio a Parigi, ma diventa un vero e proprio movimento nel 1917, quando De Chirico incontra a Ferrara
Carlo Carrà che da futurista si converte a questa nuova poetica.
• Le differenze con il Futurismo sono evidenti: Al posto del movimento troviamo IMMOBILITA’, CLASSICITA’ e SILENZIO. I
dipinti metafisici raffigurano spazi urbani o interni con una prospettiva anomala, una luce irreale, ombre lunghe, elementi
classici e l’assenza quasi totale di vita.
• Gli edifici dipinti da De Chirico mostrano archi classicheggianti, ritagliati nella muratura, di ispirazione per l’architettura
fascista, un linguaggio monumentale ma moderno con un richiamo all’antico Impero Romano. Es: PALAZZO DELLA
CIVILTA’ ITALIANA, ovvero il COLOSSEO QUADRATO A Roma.
LE MUSE INQUIETANTI
• A Ferrara che De Chirico definisce come la più metafisica
delle città, concepisce LE MUSE INQUIETANTI. Il dipinto
raffigura le muse, divinità greche protettrici delle arti, in
forma di manichini. In posizione stante, una è vista di
schiena mentre un’altra è seduta su una scatola blu. Le
pieghe dell’abito sono simili alle scanalature della colonna
dorica/ionica, busto muscoloso e testa di manichino (quella
a sinistra), linee tratteggiate simili ai modelli degli abiti di
sartoria (quella a destra). Entrambe evocano le KORAI
greche, intorno a loro oggetti di forma geometrica. Una
terza figura, una statua completa è nascosta nell’ombra a
destra.
• Le Muse sono immobili sculture, colpite dalla luce del sole
al tramonto, producono lunghe ombre sul pavimento,
rappresentato con una prospettiva VOLUTAMENTE
ERRATA, che fa apparire la piazza, ampia e profonda,
come piano instabile e inclinato, fatto di assi di legno che
ricordano il palcoscenico di teatro.
• Sul fondo un castello e ciminiere in disuso, simboli del
passato perduto e della modernità.
• Le muse sono INQUIETANTI perché suggeriscono di
andare OLTRE l’apparenza e di riflettere sul mistero, sul
segreto che esse nascondono e che non possono rivelare.
• L’ambiente rappresentato non è realmente vivibile, così
sospeso, illogico, solo un manichino può abitarvi, esso
evoca l’aspetto umano ma non possiede vita o anima.
• Il dipinto fu realizzato nel 1931, Dalì trasse ispirazione da una sera a cena, da
una forma di formaggio francese, il Camembert, che riscaldandosi aveva
cominciato a divenire molle e ad allungarsi, lo stesso autore dice di essere
andato nello studio e aver guardato l’ultimo dipinto che ritraeva un paesaggio
che doveva servire come sfondo, poi vide la soluzione: due orologi molli uno
dei quali pendeva dal ramo d’ulivo.
• Dalì intendeva dimostrare che il passare del tempo è misurabile dal punto di
vista scientifico ma variabile per la percezione umana, segue la logica degli
stati d’animo. Il tempo non è rigido ma è fluido. Le regole del tempo
PERCEPITO non sono rigide ma elastiche. Esiste un tempo oggettivo ed
assoluto ed un tempo soggettivo e relativo. I tre orologi molli rappresentano
l’aspetto psicologico del tempo, La figura antropomorfa, biomorfa , come un
occhio addormentato simboleggia lo sguardo del sogno, generato
dall’inconscio.
Salvador Dalì, La persistenza del tempo, 1931, olio su tela, New York, MOMA.