Sei sulla pagina 1di 22

RISPOSTE AI QUESITI DI ESAME

nb: edificio mostrato all'inizio, descrivere dicendo:

1. tipologia

2. morfologia

3.sistema costruttivo e materiale ipotetico

4. funzione e funzionamento

5. tutto ciò che ti viene in mente

1. Cos'è una SCA?

L'acronimo sta per Segnalazione Certificata Agibilità (d.lgs. 222/2016), che va effettuata entro 15 giorni dalla fine
lavori, per: nuove costruzioni/ ricostruzioni o sopraelevazioni/ interventi su edifici preesistenti/ singole porzioni
della costruzione o singole unità immobiliari purchè funzionalmente autonome (se sono state collaudate le parti
strutturali connesse e gli impianti comuni).

La SCA attesta le condizione di igiene, sicurezza, risparmio energetico, conformità al progetto presentato.

Allegati alla SCA, che si effettua sul portale comunale (SUE/SUAP):

*asseverazione del direttore lavori

*collaudo statico, effettuato nei 60 gg successivi alla realizzazione dell'opera (obbligatorio per strutture in CA o
metallo, redatto da ignegnere o architetto iscritto da almeno 10 anni all'albo, che non sia intervenuto nella
progettazione nè nella realizzazione dell'opera); A struttura ultimata il direttore dei lavori consegna al
collaudatore in duplice copia, la relazione a struttura ultimata dell’opera, esponendo i certificati delle prove sui
materiali impiegati emessi da laboratori ufficiali e l'esito delle eventuali prove di carico, allegando le copie dei
relativi verbali. Il collaudatore redige, sotto la propria responsabilità, il certificato di collaudo in due copie che
deposita allo sportello.

* o certificato di regolare esecuzione DL (Per gli interventi di riparazione e per gli interventi locali sulle costruzioni
esistenti, il certificato di collaudo è sostituito dalla dichiarazione di regolare esecuzione resa dal direttore dei lavori
con l’attenzione che, non siano prodotte sostanziali modifiche al comportamento delle altre parti della struttura nel
suo insieme e che gli interventi comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza preesistenti.)

*dichiarazione di conformità alla normativa vigente in materia di accessibilità e superamento barriere


architettoniche

*aggiornamento catastale

*dichiarazioni di conformità impianti/ collaudo degli stessi

*APE
2. Conformità impianti

La predisposizione dell'impianto deve avvenire nel rispetto delle norme vigenti e nel rispetto della regola d'arte
(norme ISO internazionali/ EN europee/ UNI italiane/ CEI elettrotecniche). Il progetto deve esser redatto da un
tecnico iscritto ad albo e iscritto agli elenchi ministeriali appositi.

La dichiarazione di conformità, nota anche come DiCo, è un documento obbligatorio nel momento in cui si installa
un nuovo impianto di tipo elettrico, idraulico, riscaldamento (termico e caldaia), radiotelevisivo, cottura o
evacuazione fumi (canna fumaria). Attraverso questo documento, il tecnico certifica che l'impianto è stato
realizzato seguendo le normative in vigore e le prescrizioni di legge.

La dichiarazione deve essere rilasciata da un’impresa abilitata, con allegati:

1.la relazione contenente l'elenco e la tipologia dei materiali impiegati;

2.lo schema planimetrico del progetto;

3.la copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali dell'impresa o il certificato di iscrizione
alla Camera di Commercio. (visura camerale)

(Se si deve dichiarare la conformità su un impianto esistente esiste un altro documento, il certificato di
rispondenza DiRi.)

Per gli impianti in opere pubbliche va effettuato il collaudo tecnico-funzionale = complesso delle verifiche che si
conclude con un verbale di collaudo atto a stabilire se un impianto funzionalmente soddisfa determinate normative
di legge o prescrizioni capitolari.

Il collaudo tecnico-funzionale presuppone quindi l’effettuazione di prove e verifiche di funzionamento con


strumentazioni appropriate e la redazione di verbali di prova. (impianto antincendio, ascensori....)

3. APE cos'è

Si tratta dell' attestato prestazioni energetiche: deve essere redatto da una figura professionaele incaricata dal
Committente, diversa da progettista, DL, CSP, CSE e senza legami con impresa esecutrice (certificatore
energetico). Il certificatore dovrà eseguire almeno 1 sopralluogo

L'APE deve contenere una serie di informazioni:

1. Prestazioni e carattiristiche dei singoli elementi di fabbrica

2. Prestazione energetica globale, espressa in termini di energia primaria totale e primaria non rinnovabile;

3.Indici di prestazione termica utile per la climatizzazione invernale e l’area solare equivalente, e la trasmittanza
termica periodica;

4.Classe energetica, determinata attraverso l’indice di prestazione energetica globale;

5.Requisiti minimi di efficienza energetica;

6.Caratteristiche termo igrometriche;


7.Quantità annua di energia consumata;

8.Indicazioni per il miglioramento dell’efficienza energetica con proposte degli interventi significativi ed
economicamente convenienti.

Dal 2005 vige obbligatorietà della Certificazione energetica degli edifici (APE) per nuove costruzioni e
ristrutturazioni oltre i 1000 mq. APE valido 10 anni.

Nel 2006 viene esteso l'APE gradualmente a tutti gli edifici preesistenti il 2005, legando la necessità di
certificazione all'immissione dell'edificio sul mercato (trasferimento a titolo oneroso dell'immobile)

Dal 2007 l'APE è necessario per accedere a incentivi e agevolazioni di qualsiasi natura finalizzati al miglioramento
delle prestazioni energetiche. Per i nuovi edifici diventa obbligatorio l'uso di fonti rinnovabili (solare o geotermico)
per la produzione di almeno il 50% ACS e di impianti fotovoltaici. E' agevolato l'uso di caldaie ad alta efficienza (es.
a condensazione) per le zone più fredde. Obbligatori inoltre sistemi schermanti esterni

I certificatori in generale devono essere iscritti ad Ordini o Collegi professionali ed abilitati alla progettazione di
edifici e impianti (architetti, ingegneri, geometri, periti meccanici etc.) o anche i laureati di altre discipline se
partecipano a corsi abilitanti con esame finale (SIAPE= database nazionale dei certificatori energetici).

L'APE permette un facile confronto della qualità energetica di unità immbiliari differenzi orientando il mercato
verso edifici con migliore qualità. 10 classi (A4 la migliore, G la peggiore).

4.Cos'è il disciplinare di incarico?

Detto anche lettera di incarico è un contratto divenuto obbligatorio nel 2012, stipulato tra professionista e
committente, che disciplina tutte le fasi del rapporto professionale tra le parti.

Nel caso di committente privato lo preprara il professionista assime al suo legale; con committenza pubblica viene
proposto dall'amministrazione.

Contiene: dati committenza/ dati professionista/ oggetto di incarico/ prestazioni professionali pattuite/ obblighi in
caso di variazioni richieste/ compensi e rimborsi spese/ tempistica pagamenti.

5.Punti principali del codice deontologico

In vigore dal 2014. composto da 9 titoli e 44 articoli, contiene le norme di etica professionale ch truti gli iscritti
all'albo devono rispettare (principi generali/ doveri generali/ rapporti con l'ordine e il consiglio di disciplina/
rapporti esterni/ rapporti interni/ esercizio professionale/ podestà disciplinare/ sanzioni)

Punti principali.

*salvaguardia del pubblico interesse e fini sociali: la professione di architetto è espressione di cultura e tecnica e
impone doveri nei confronti della società, del patrimonio culturale architettonico e della sicurezza delle persone...

*l'architetto vigila sull'impatto che le opere avranno su società e ambiente.


*salvaguardia dell'interesse del cliente, con il quale il rapporto si basa sulla fiducia e sulla riservatezza.
L'architetto non deve accettare incarichi che non pu svolgere con adeguata competenza e organizzazione, in tal
caso ha l obbligo di rifiutare.

*autonomia di giudizio, tecnica, intellettuale del professionista

*il professionista è tenuto ad un continuo e costante aggiornamento della propria competenza (mancata aquisizione
CFP triennali minimi= censura/ sospensione)

*se il professionista è nominato in commissioni o giurie pubbliche o pvt deve comunicarlo tempestivamente
all'ordine e deve attenersi al principio di autonomia e indipendenza

*i rapporti tra colleghi si basano su lealtà e correttezza. Se si è incaricati di un progetto già affidato prima ad altro
collega si deve sincerarsi che la sotituzione sia stata comunicata al collega, vanno poi verificate in contradditorio le
prestazioni già svolte dal collega al fine di stabilire le responsabilità e salvaguardare i compensi.

*rapporti con collaboratori/ dipendenti/ tirocinanti massima chiarezza e trasparenza

*incarico professionale= contratto di prestazione d'opera intellettuale, che deve contentere il prevenitvo delcosro
delle opere e degli oneri professionali. Ogni variazione va comunicata x iscritto.

*il professionista deve stipulare idonea assicurazione x danni eventuali derivati dall'esercizio dell'attività
professionale

*ammessa la pubblicità purchè veritiera e corretta

*sanzioni per chi usa mezzi illeciti per farsi assegnare lavori/ per chi fa concorrenza sleale, per procedure errate in
caso di sostituzione di collega/ conflitti di interessi/ mancanza o falsificazione della documentazione necessaria a
permessi vari/ omissione della comunicazione del reddito/ mancato pagamento quota iscrizione albo/ irregolarità
nella dl/ false dichiarazioni/ mancata formazione continua (presso i consigli dell'ordine, sono istituiti i consigli di
disciplina che svolgono compiti di valutazione in via preliminare, istruzione e decisione delle questioni disciplinari
degli iscritti, e stabiliscono sanzioni)

*sanzioni previste: avvertimento/ censura/sospensione/cancellazione.

*violazioni deontologiche: colpose (o senza intenzione ma dovute a negligenze)/ dolosa (con intenzione)

6.Distanze urbanistiche

*Distanze tra proprietà:

Codice civile + Regolamento edilizio locale. In generale variano da 3 a 5 m, salvo quando vi è possibilità di
costruire in aderenza sul confine. (es Milano 3 m nei NAF, 5 altrove)

*Tra fabbricati DM 1444/68 + RE. :

Nei centri storici distanza non inferiore a quella intercorrente tra volumi edificati preesistenti.// Nelle zone
B-D-E-F, distanza minima di 10 m tra pareti finestrate// Zona C con nuovi complessi insediativi distanza minima
pareti finestrate pari ad h del fabbricato più alto x angolo di 45 (o a Milano 60).
NB: la distanza tra fabbricati si calcola in modo lineare e non radiale.

NB2: terrazzi, balconi e sporti consistenti ( > 1,5 m) vanno contati nel calcolo distanze

*Distacchi da strade ( se strada < 7 m, D= 5/ se s tra i 7 e i 15, D= 7,50/ se s > 15, D= 10

*Fasce di rispetto: ferrovie 30 m, aeroporti 300 m dal confine + limiti in h per coni di atterraggio, cimiteri 200 m,
acquedotti, depuratori, elettrodotti, legge Galasso (300 m dalla riva di mari e laghi, 150 dalla riva di fiumi e
torrenti

7.Normative sulla ristrutturazione edilizia

(D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380) TU edilizia, art. 3 + Decreto SCIA 2 + Decreto semplificazioni

RISTRUTTURAZIONE EDILIZIA: gli interventi rivolti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme
sistematico di opere che possono portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali
interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio, l'eliminazione, la
modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti. Nell'ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono
ricompresi altresì gli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici esistenti con diversi sagoma, prospetti,
sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche, con le innovazioni necessarie per l'adeguamento alla
normativa antisismica, per l'applicazione della normativa sull'accessibilità, per l'istallazione di impianti tecnologici
e per l'efficientamento energetico. L'intervento può prevedere altresì, nei soli casi espressamente previsti dalla
legislazione vigente o dagli strumenti urbanistici comunali, incrementi di volumetria anche per promuovere
interventi di rigenerazione urbana. Costituiscono inoltre ristrutturazione edilizia gli interventi volti al ripristino di
edifici, o parti di essi, eventualmente crollati o demoliti, attraverso la loro ricostruzione, purché sia possibile
accertarne la preesistente consistenza. Rimane fermo che, con riferimento agli immobili sottoposti a tutela ai sensi
del Codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, nonché, fatte salve
le previsioni legislative e degli strumenti urbanistici, a quelli ubicati nelle zone omogenee A di cui al decreto del
Ministro per i lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444, o in zone a queste assimilabili in base alla normativa regionale
e ai piani urbanistici comunali, nei centri e nuclei storici consolidati e negli ulteriori ambiti di particolare pregio
storico e architettonico, gli interventi di demolizione e ricostruzione e gli interventi di ripristino di edifici crollati o
demoliti costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia soltanto ove siano mantenuti sagoma, prospetti,
sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell'edificio preesistente e non siano previsti incrementi di
volumetria.

Per ristrutturazioni l'Iva è ridotta al 10%; inoltre lo Stato ha introdotto già da diverso tempo una serie di incentivi
per incoraggiare il recupero del patrimonio edilizio esistente:

1.detrazioni ristrutturazioni al 50%; sono valide solo per gli immobili a destinazione residenziale e si tratta di una
detrazione dall'IRPEF, imposta sul reddito delle persone fisiche

2.detrazioni per ristrutturazione al 65%; (La detrazione ristrutturazione esiste nel momento in cui si attesta una
vera e propria riduzione del fabbisogno energetico complessivo dell'edificio: per riscaldamento; per interventi di
miglioramento del potere isolante dell'involucro; per isolamento del tetto o delle pareti; per sostituzione di porte
esterne e serramenti; per installazione di schermature solari; per installazione di pannelli solari termici; per
sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, caldaie a condensazione, pompe di calore, impianti geotermici
a bassa entalpia, generatori di calore alimentati a biomasse combustibili.
3.bonus mobili al 50 %;

4.conto termico, Il conto termico non è una detrazione fiscale bensì un contributo statale elargito in rate annuali
comprese fra 2 e 5 anni in funzione dell'intervento realizzato.

8. Invarianza idraulica / superfici filtranti

L’invarianza idraulica è il principio in base al quale le portate massime di deflusso meteorico scaricate dalle aree
urbanizzate nei ricettori naturali o artificiali di valle non sono maggiori di quelle preesistenti all’urbanizzazione.

L’invarianza idrologica è il principio in base al quale non solo le portate, ma anche i volumi di deflusso meteorico
non debbano essere maggiori di quelli preesistenti.

Se infatti una superficie naturale viene urbanizzata e se, in tutto o in parte, il terreno viene impermeabilizzato, se
ne riduce la superficie permeabile e di conseguenza si viene a ridurre la quantità d’acqua che viene assorbita dal
terreno, si riducono i volumi naturali d’invaso e si riduce il tempo di corrivazione, ovvero il tempo che impiega
l’acqua a ruscellare verso il recapito finale. Tutto questo genera un aumento importante delle portate defluenti e
può portare all’esondazione dei ricettori finali (ruscelli, torrenti, fiumi), non essendo più in grado di far defluire
correttamente la portata.

Per evitare questi fenomeni, la Legislazione impone di perseguire l’invarianza idraulica e idrologica delle
trasformazioni d’uso del suolo, tramite la separazione e gestione locale delle acque meteoriche a monte dei ricettori,
la riduzione quantitativa dei deflussi, il progressivo riequilibrio del regime idrogeologico e idraulico e la
conseguente attenuazione del rischio idraulico, nonché la riduzione dell’impatto inquinante sui corpi idrici ricettori
tramite la separazione e la gestione locale delle acque meteoriche non esposte a emissioni e scarichi inquinanti.

9.Sono consentiti balconi in aggetto su strada?

Dipende dal Regolamento edilizio comunale. In generale i balconi in aggetto e le pensiline sulle strade pubbliche o
private sono ammessi solamente quando dette strade abbiano una certa larghezza, ed a partire da una certa quota
dal marciapiede o piano stradale (es 3.5/ 4.5 m/ il comune di Milano dice solo 'ad un h sicura').

10. Chi è e da chi è eletto il presidente dell'ordine degli architetti di Milano

Ogni provincia sede di corte d'appello può costituire un ordine quando siano presenti minimo 25 iscritti, i quali,
attraverso elezioni, designano il Consiglio dell'Ordine formato da minimo 7 max 15 persone (andando dai 100 ai
1500 iscritti).

Il Consiglio resta in carica 4 anni e designa gli incaricati: tra cui il presidente

( oltre a segretario (riceve le domande di iscrizione/ stende le deliberazioni consiliari/ cura la corrispondenza) /
tesoriere economo)

Federico Aldini è il nuovo presidente dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della
Provincia di Milano. (2021/2025)
Il presidente rappresenta legalmente l'Ordine e il Consiglio/ convoca il consiglio e presiede le sedute/ è responsabile
dell'osservanza delle scadenze di legge reltive ad atti di sua competenza/ organizza gli uffici di segreteria etc.

11. Modalità di intervento sull'esistente secondo il TU edilizia

Ai fini del presente testo unico si intendono per:

a) "interventi di manutenzione ordinaria", gli interventi edilizi che riguardano le opere di riparazione,
rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare o mantenere in efficienza gli
impianti tecnologici esistenti;

b) "interventi di manutenzione straordinaria", le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti
anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre
che non alterino la volumetria complessiva degli edifici e non comportino modifiche delle destinazioni di uso.
Nell'ambito degli interventi di manutenzione straordinaria sono ricompresi anche quelli consistenti nel
frazionamento o accorpamento delle unità immobiliari con esecuzione di opere anche se comportanti la variazione
delle superfici delle singole unità immobiliari nonché del carico urbanistico purché non sia modificata la
volumetria complessiva degli edifici e si mantenga l'originaria destinazione d' uso. Nell'ambito degli interventi di
manutenzione straordinaria sono comprese anche le modifiche ai prospetti degli edifici legittimamente realizzati
necessarie per mantenere o acquisire l'agibilità dell'edificio ovvero per l'accesso allo stesso, che non pregiudichino il
decoro architettonico dell'edificio, purché l'intervento risulti conforme alla vigente disciplina urbanistica ed edilizia
e non abbia ad oggetto immobili sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio di cui al
decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42(1);

c) "interventi di restauro e di risanamento conservativo", gli interventi edilizi rivolti a conservare l'organismo
edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi
tipologici, formali e strutturali dell'organismo stesso, ne consentano anche il mutamento delle destinazioni d'uso
purché con tali elementi compatibili, nonché conformi a quelle previste dallo strumento urbanistico generale e dai
relativi piani attuativi. Tali interventi comprendono il consolidamento, il ripristino e il rinnovo degli elementi
costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso,
l'eliminazione degli elementi estranei all'organismo edilizio;

d) ristrutturazione edilizia vedi risposta sopra

(Altre categorie di intervento:

e) "interventi di nuova costruzione", quelli di trasformazione edilizia e urbanistica del territorio non rientranti
nelle categorie definite alle lettere precedenti. Sono comunque da considerarsi tali:

e.1) la costruzione di manufatti edilizi fuori terra o interrati, ovvero l'ampliamento di quelli esistenti all'esterno
della sagoma esistente, fermo restando, per gli interventi pertinenziali, quanto previsto alla lettera e.6);

e.2) gli interventi di urbanizzazione primaria e secondaria realizzati da soggetti diversi dal comune;

e.3) la realizzazione di infrastrutture e di impianti, anche per pubblici servizi, che comporti la trasformazione in
via permanente di suolo inedificato;

e.4) l'installazione di torri e tralicci per impianti radio-ricetrasmittenti e di ripetitori per i servizi di
telecomunicazione;

e.5) l'installazione di manufatti leggeri, anche prefabbricati, e di strutture di qualsiasi genere, quali roulotte,
camper, case mobili, imbarcazioni, che siano utilizzati come abitazioni, ambienti di lavoro, oppure come depositi,
magazzini e simili, ad eccezione di quelli che siano diretti a soddisfare esigenze meramente temporanee o delle
tende e delle unità abitative mobili con meccanismi di rotazione in funzione, e loro pertinenze e accessori, che siano
collocate, anche in via continuativa, in strutture ricettive all'aperto per la sosta e il soggiorno dei turisti
previamente autorizzate sotto il profilo urbanistico, edilizio e, ove previsto, paesaggistico, che non posseggano
alcun collegamento di natura permanente al terreno e presentino le caratteristiche dimensionali e
tecnico-costruttive previste dalle normative regionali di settore ove esistenti(2);

e.6) gli interventi pertinenziali che le norme tecniche degli strumenti urbanistici, in relazione alla zonizzazione e al
pregio ambientale e paesaggistico delle aree, qualifichino come interventi di nuova costruzione, ovvero che
comportino la realizzazione di un volume superiore al 20% del volume dell'edificio principale;

e.7) la realizzazione di depositi di merci o di materiali, la realizzazione di impianti per attività produttive all'aperto
ove comportino l'esecuzione di lavori cui consegua la trasformazione permanente del suolo inedificato;

f) gli "interventi di ristrutturazione urbanistica", quelli rivolti a sostituire l'esistente tessuto urbanistico-edilizio
con altro diverso, mediante un insieme sistematico di interventi edilizi, anche con la modificazione del disegno dei
lotti, degli isolati e della rete stradale.)

12. Quando è possibile la demolizione di un edificio esistente per ristrutturazione

L’articolo 10 del Decreto Semplificazioni (decreto-legge n. 76 del 16 luglio 2020, convertito, con modificazioni, dalla
legge n. 120 dell’11 settembre 2020) ha modificato il Dpr. n. 380/2001 (Testo unico dell’edilizia, Tue),

E' prevista tra le opere di ristrutturazione, la demolizione e la ricostruzione di edifici esistenti con diversi sagoma,
prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche, con le innovazioni necessarie per:
l’adeguamento alla normativa antisismica, l’applicazione della normativa sull’accessibilità, l’istallazione di
impianti tecnologici,l’efficientamento energetico.
Nei casi in cui siano
oggetto di demolizione e ricostruzione edifici preesistenti che risultino “legittimamente” ubicati rispetto ad altri
immobili in posizione tale da non rispettare specifiche norme in materia di distanze (comprese quelle contenute nel
dm n. 1444/1968), sicché non ne sarebbe consentita l’edificazione ex novo, la ricostruzione è possibile “in sostanza“
in deroga alle norme generali.

Per edifici vincolati, o in zone vincolati la demolizione e ricostruzione non è chiaramente sempre possibile. In
questi casi inoltre gli interventi di demolizione e ricostruzione e gli interventi di ripristino di edifici crollati o
demoliti costituiscono interventi di ristrutturazione edilizia soltanto ove siano mantenuti sagoma, prospetti,
sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche dell'edificio preesistente e non siano previsti incrementi di
volumetria.

13. Cos'è una ristrutturazione fuori sagoma

Sagoma= conformazione planivolumetrica della costruzione fuori terra nel suo perimetro considerato in senso
verticale ed orizzontale, ovvero il contorno che viene ad assumere l’edificio, ivi comprese le strutture perimetrali,
nonché gli aggetti e gli sporti superiori a 1,50

Modifica della sagoma, ossia della volumetria o dei prospetti= ristrutturazione pesante

14. Titolo abilitativo per manutenzioni ordinarie/ straordinarie/ ristrutturazioni/restauri

*Manutenzione ordinaria= edilizia libera= non serve titolo abilitativo

*Manutenzione straordinaria leggera (no interventi strutturali) / Restauro leggero : sufficiente una CILA (
Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata), corredata da elaborati progettuali, relazioni e comunicazione imprese

*Manutenzione straordinaria pesante/ Restauro e risanamento conservativo pesante/ Ristrutturazione edilizia


leggera senza aumento di volume (anche con modificazioni di sagoma, se non soggetto a vincolo) : serve una SCIA
gratuita (scia art. 22 TU edilizia). Quando l’attività soggetta a SCIA è condizionata all’acquisizione di atti di
assenso comunque denominati, l’interessato presenta le relative istanze allo Sportello unico, contestualmente alla
SCIA. E' comunque possibile richiedere il PDC gratuito.

La SCIA gratuita prevede che gli interventi possano essere iniziati, contestualmente alla presentazione, con
silenzio assenso immediato, a meno che servano specifici atti di assenso (che possono essere richiesti dallo SU o
direttamente dall'interessato), se questi non vengono acquisiti entro 60 gg il responsabile indice conferenza dei
servizi

Comunque nelle zone storiche gli interventi cui è applicabile la SCIA non possono avere inizio prima di 30 gg dalla
presentazione della domanda.

* Ristrutturazione edilizia pesante con variazioni volumetria/ cambi d'uso: Permesso di Costruire o SCIA art 23

Può essere oneroso (nuova costruzione o ristrutturazione con aumento di volumetria. Per interventi di
ristrutturazione recupero e riuso il contributo può esser diminuito almeno del 20%, se si tratta di attività turistiche
o commerciali il contributo è una quota non superiore al 10% del costo di costruzione), ridotto (edilizia
convenzionata) o gratuito (interventi di ristrutturazione e ampliamento non superiori al 20%).

L'inizio lavori deve essere comunicato obbligatoriamente dal DL entro un anno dal rilascio, la fine lavori non può
superari e 3 anni dall'inizio e deve esser anch'essa comunicata dal DL (con annessi certificati di regolare
esecuzione ed eventualmente variazioni catastali o accatastamenti). Se le opere non sono state ultimate serve un
nuovo pdc o scia.

Per il rilascio del PDC si deve far richiesta allo sportello unico, allegando titolo di proprietà, elaborati progettuali,
relazioni, asseverazioni di conformità agli strumenti urbanistici ed ai regolamenti edilizi. Entro 60 giorni dalla
presentazione della domanda viene curata l'istruttoria e formulata una proposta di provvedimento. A questo punto
possono essere richieste modifiche di lieve entità e l'interessato ha tempo 15 giorni per integrare la
documentazione e viene sospeso il termine dei 60 giorni fino all'integrazione. L'integrazione può essere richiesta
anche in caso di documentazione mancante, comunque solo una volta. Può inoltre essere indetta una conferenza
dei servizi in caso sia necessario acquisire atti di assenso ulteriori. Il provvedimento finale è adottato entro 30
giorni dal rilascio della proposta di provvedimento, oppure regime di silenzio assenso. In caso di diniego il termine
per la comunicazione è di 40 giorni. (60+30 oppure 60+40, + eventuali integrazioni).

(Per il cambio di destinazione d’uso che incide sul carico urbanistico, si rende necessario quale titolo autorizzatorio
il permesso di costruire, solo il cambio di destinazione d’uso fra categorie edilizie omogenee non necessita di
permesso di costruire (in quanto non incide sul carico urbanistico).

NB: Per interventi di ristrutturazione edilizia, variazioni destinazioni d'uso il PDC può esser sostituito con una
SCIA onerosa (art. 23; introdotta con dlgs 222/2016).

La SCIA onerosa è da presentare almeno 30 giorni prima dell'inizio lavori con: una relazione che asseveri la
conformità/ gli elaborati progettuali/ verifiche volumetriche di slp/ calcolo su e snr per oneri./ indicazione impresa
esecutrice e DL.

Se entro 30 giorni si riscontra l'assenza di una o più delle condizioni stabilite, si notifica all'interessato ordine
motivato di non effettuare l intervento, caso contrario si può dar inizio ai lavori.

Se si tratta di immobile vincolato, ai sensi del flgs 42/2004 , l'interessato può chiedere allo sportello unico di
acquisire gli atti di assenso o presentare istanza personalmente. Lo SU deve comunicare all'interessato l'avvenuta
acquisizione entro 60 gg (altrimenti indetta conferenza dei servizi)
15. E per nuove costruzioni?

Per nuove costruzioni, ma anche ristrutturazioni urbanistiche serve pdc, sostituibile con scia art 23 per interventi
disciplinati da piani attuativi/ interventi di nuova costruzione se in diretta esecuzione di strumenti urbanistici
generali.

16. Condoni/ Accertamenti di conformità, come funzionano e quando si possono applicare

In Italia sono stati fatti, per ora, 3 grandi condoni, sanando tutta una serie di opere molte volte abusive o con
irregolarità anche a causa di complessità amministrative

1985: Primo condono edilizio

abusi classificati a seconda del regime urbanistico vigente al momento dell'abuso. Più l'abuso era recente maggiore
era la somma da versare x l'Accertamento di conformità: fino al 1967 gratis/ dal 67 al 77/ dal 77 all'83

Opere divise in : in totale difformità o assenza di concessione/ senza concessione ma conformi alle norme
urbanistiche attualmente vigenti/ senza concessione ma conformi alle norme del momento dell'abuso (discorso a
parte per le ristrutturazioni i restauri e le manutenzioni straordinarie)

1994: Secondo condono edilizio

Ha stabilito la sanabilità di opere illegittime non eccedenti il 30% dell'opera legittima

2003: Terzo condono edilizio

limite volumetria sanabile per nuove costruzioni 750 mc x domanda e 3000 mc per edificio

30% volumetria originaria o 750 mc per gli ampliamenti

per le aree pubbliche esclusi demanio marittimo lacuale e fluviale, se alienabili, unitamente alla sanatoria va
acquistata l'area, se inalienabili si otterrà concessione x sfruttamento

***

La normativa edilizia attualmente in vigore (il DPR n. 380/2001, c.d. Testo Unico Edilizia) ha previsto modalità di
sanare opere realizzate in assenza di titolo abilitativo oppure con difformità rispetto a quanto autorizzato superiori
al 2%. L’art. 36 del Testo Unico Edilizia prevede l’accertamento di conformità se l’intervento risulti conforme alla
disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della
presentazione della domanda (c.d. doppia conformità). Vi sono due casi:

* il permesso di costruire in sanatoria per gli interventi realizzati in assenza o in difformità dal permesso di
costruire (o dalla scia art. 23). Il rilascio del permesso in sanatoria è subordinato al pagamento, a titolo di
oblazione, di 516 euro per opere interne difformi + l'80% del costo delle opere esterne difformi calcolato secondo i
prezziari attuali ????? + del contributo di costruzione in misura doppia. Nei casi di parziale difformità l’oblazione è
calcolata con riferimento alla parte dell’opera differente dal titolo abilitativo.
*oppure la SCIA art 22 in sanatoria per interventi di manutenzione straordinaria pesante, gli interventi di
risanamento conservativo pesante, versando una somma pari ad euro 516,00 al momento della presentazione della
SCIA.

Dopo l’istruttoria in relazione all’aumento di valore dell’immobile valutato dall’Agenzia del Territorio, verrà
comunicata d’ufficio la quota residua da corrispondere.

Oltre a tale somma calcolata in base all’aumento del valore venale dell’immobile, andrà corrisposta una somma
derivante dalle spese di istruttoria eseguita dall’Agenzia del Territorio.

La sanzione prevede la corresponsione di una somma compresa tra € 516,00 e € 5.164,00

*********

Non è sempre possibile l'accertamento di conformità, non può essere svolto quando:

1_ assenza o totale difformità del titolo o con variazioni essenziali (variazione destinazioni d'suo, aumento cubatura
o superficie, variazione parametri..). Le opere devono essere demolite dal proprietario; se ciò non avviene il bene
entra in possesso del Comune che ne disporrà la demolizione + sanzione tra i 2000 ed i 20.000

2_ opere di ristrutturazione in assenza o difformità di titolo, interventi rimossi o demoliti; se è impossibile


eseguire il ripristino, viene comminata una sanzione pari al doppio dell'incremento di valore. Se l'immobile è
vincolato spetta alla Soprintendenza fissare sanzioni e interventi

17. Cos'è un cappotto termico

Il cappotto termico, o cappotto isolante, è un tipo di intervento di coibentazione termica di un edificio. La


coibentazione a cappotto consiste nell’applicazione di una serie di pannelli isolanti che isolano l’edificio
dall’esterno, o dall'interno (meno efficace, ma utile nei centri urbani ove non si può agire sull'esterno dei
fabbricati). Questa soluzione permette di proteggere l’edificio sia dal freddo che dal caldo. Il cappotto ha un duplice
vantaggio: migliora il risparmio energetico dell’edificio e il suo valore sul mercato.

La realizzazione di cappotti termici rientra tra gli interventi considerati trainanti ai fini del superbonus 110
(Agevolazione prevista dal decreto Rilancio che eleva al 110 l'aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1
luglio 2020 al 31 dicembre 21 (prorogato al 23) per specifici interventi in ambito di efficienza energetica,
antisismica.)

18. Normativa recupero sottotetti, cosa prevede

Le normative variano in base agli enti territoriali competenti; la Regione Lombardia con la Legge Regionale
12/2005 ha promosso il recupero a fini abitativi dei sottotetti esistenti con l'obiettivo di contenere il consumo di
nuovo territorio e di favorire la messa in opera di interventi tecnologici per il contenimento dei consumi energetici.
Il recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti è classificato come ristrutturazione edilizia ai sensi dell’art. 3
comma 1, lettera d) del D.P.R. 380/2001.

Il recupero del sottotetto è fattibile solo a fini abitativi e per edifici con almeno il 25% della sup. lorda a uso
residenziale; solo se l'h media ponderale è di almeno 240 cm (se in Comune ad h maggiore di 600 m, valore ridotto
a 210, con h minima abitabile di 150 cm.

Gli interventi edilizi finalizzati al recupero volumetrico dei sottotetti possono comportare l’apertura di finestre,
lucernari, abbaini e terrazzi per assicurare l’osservanza dei requisiti di aeroilluminazione e per garantire il
benessere degli abitanti, nonché, per gli edifici di altezza pari o inferiore al limite di altezza massima posto dallo
strumento urbanistico, modificazioni di altezze di colmo e di gronda e delle linee di pendenza delle falde,
unicamente al fine di assicurare i parametri.

I lavori possono usufruire di appositi incentivi. ( rimborso irpef del 50%).

(Dall'altro lato vi è il tema del recupero dei seminterrati, lr 10 marzo 2017, Il recupero dei vani e locali
seminterrati è consentito a condizione che siano stati legittimamente realizzati e siano collocati in edifici serviti
dalle opere di urbanizzazione primaria. Le opere di recupero dei vani e locali seminterrati devono conseguire il
rispetto di tutte le prescrizioni igienico-sanitarie vigenti. L'altezza interna dei locali destinati alla permanenza di
persone non può essere inferiore a metri 2,40. Qualora i locali presentino altezze interne irregolari, si considera
l’altezza media, calcolata dividendo il volume della parte di vano seminterrato la cui altezza superi metri 1,50 per
la superficie relativa. Il rispetto delle prescrizioni igienico-sanitarie vigenti e, in particolare, quello dei parametri
di aeroilluminazione può sempre essere assicurato sia con opere edilizie sia mediante l'installazione di impianti e
attrezzature tecnologiche, in particolare relativamente ai requisiti di aerazione e illuminazione. Gli interventi di
recupero dei seminterrati sono classificabili come “ristrutturazione edilizia”, i lavori beneficiano quindi del bonus
fiscale per le ristrutturazioni edilizie previsto al 50%, confermato anche al 2022. )

In entrambi i casi (sottotetti e seminterrati), qualora gli interventi comportino l'incremento del carico urbanistico
esistente, sono assoggettati al reperimento di aree per servizi e attrezzature pubblici e di interesse pubblico o
generale, secondo quanto disposto dai Piani di Governo del Territorio (PGT). Qualora sia dimostrata, per
mancanza di spazi adeguati, l'impossibilità a ottemperare agli obblighi di cui al presente comma è consentita la
monetizzazione.

19. Standard Urbanistici, quali sono

Il dm 1444 del 2 Aprile 1968 fissa alcuni limiti e parametri per garantire a tutta la popolazione una dotazione
minima di standard urbanistici:

*limiti di densità edilizia, di altezza degli edifici, di distanze tra i fabbricati

*rapporti massimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle
attività collettive, al verde pubblico o a parcheggi

*quantità minime di spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi da osservare in
rapporto agli insediamenti residenziali.

Per gli insediamenti residenziali x ogni abitante è prevista una dotazione minima prevista di mq 18, nei Comuni
con popolazione prevista inferiore ai 10.000 mq 12.50 di cui 4.5 per istruzione, 2 per attrezzature di interesse
comune, 9 per aree a verde 2.5 di parcheggi.

nb: si presuppone che ad abitante corrispondano circa mq 25 di superficie lorda abitabile

Possibile una deroga nelle zone A; per le zone B (residenziali) quando sia dimostrata l’impossibilità di raggiungere
la predetta quantità di spazi su aree idonee, gli spazi stessi vanno reperiti entro i limiti delle disponibilità esistenti
nelle adiacenze immediate

In tutti i comuni, ai fini della formazione di nuovi strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, devono
essere osservati tali limiti. Tali valori sono inderogabili e le Regioni possono prevedere adeguamenti solo in
aumento, mai in diminuzione.

Secondo alcune norme regionali (es Lombardia), in funzione di analisi urbanistiche svolte si prevede la
realizzazione solo di alcune destinazioni d'uso secondo le reali necessità (standard usati come parametri
qualitativi).

20. Cos'è un piano attuativo?

I piani attuativi, o piani regolatori esecutivi, sviluppano le previsioni degli strumenti urbanistici generali
attraverso la progettazione di specifici comparti edificatori in cui i terreni sono divisi in unità fabbricabili, ossia
ambiti spaziali limitati (similmente ai programmi complessi, che però partono da un accordo di programma
pubblico pvt).

Trattasi di strumenti di attuazione dettagliati (stabiliscono obblighi formali, funzionali, normativi), e con durata
limitata.

Tra di essi:

1. PP o piani particolareggiati (comparti formati dal comune o dai proprietari riuniti in consorzio), durata
decennale

2. PL o piano di lottizzazione, di iniziativa privata, attua previsioni prg, permette la realizzazione di opere di
urbanizzazione in anticipo rispetto agli altri interventi; si realizza con uno schema di convenzione tra comune e
lottizzanti, che si impegnano a cedere cedere gratis aree per servizi primari, da realizzare a proprie spese, e parte
delle aree per servizi secondari.

3. PIP piano di insediamenti produttivi, di iniziativa pubblica, durata decennale. per realizzazione impianti
produttivi mediante cessione in proprietà o concessione del diritto di superficie per aree precedentemente
espropriate.

4. PR piani di recupero, di iniziativa sia pubblica che privata (privati riuniti in Consorzio che richiede
autorizzazione al comune). presume un'analisi molto accurata dei singoli edifici e dell'area nel suo insieme,
distinguendo tra parti recuperabili e non (da sottoporre a ristrutturazione urbanistica). L'area può essere divisa in
comparti edilizi e dovranno essere salvaguardati interessi di carattere storico artistico ambientale etc., dovrà avere
sempre il parere preventivo di competenza della Soprintendenza ai beni culturali. Validi 10 anni.

5. PEEP Piani per le zone di Edizilia Economica Popolare (poi divenuti PERP Piani Edilizia Residenziale Pubblica)
E' di iniziativa pubblica, finalizzato a acquisizione aree per edificazione complessi di edilizia economica
agevolata/convenzionata/sovvenzionata...E' anche detto Piano di Zona. Obbligatorio per i comuni con più di 50.000
abitanti, per i capoluoghi di provincia e per i comuni con elevato indica di affollamento o incremento demografico. Il
comune non può vendere tutti i lotti ma solo una parte compresa tra il 20 ed il 40 percento della volumetria (diritto
di proprietà), mentre per il resto può cedere il diritto di superficie per 60/100 anni
6. Piano Regolatore Cimiteriale

21. Superficie utile cosa include/ e la lorda?

Trattasi di parametri urbanistici.

Si definisce «superficie utile » (SU) la superficie effettivamente calpestabile dei locali di abitazione, ivi
compresi i sottotetti recuperati a fini abitativi oppure dei locali o ambienti di lavoro, comprensiva di
servizi igienici, corridoi, disimpegni, ripostigli ed eventuali scale interne all'unita' immobiliare, e con esclusione
di: murature/ sguinci, vani di porte e finestre/ porzioni con h inferiore a 1.80 (E fin qui sarebbe la definizione di SU,
da cui, se togliamo le superfici accessorie SNR superfici non residenziali, otteniamo la SUAbitabile o agibile)

(nb: La superficie utile abitabile o agibile (Sua) delle eventuali scale interne alle singole unita'
immobiliari e' computata con esclusivo riferimento al piano abitabile o agibile piu' basso da esse collegato.)

SU - SNR = SUA

Dove SNR include:

1.logge, portici,

2. balconi, terrazze e verande

3. tettoie con profondità > di 150 cm

4. cantine, soffitte non residenziali (per la porzione > 1.80 m), ed altri locali accessori consimili

5. autorimesse

6. vani di ingresso e vani condominiali comuni

7.locali tecnici

SC, superficie complessiva= 60% SNR + SU, serve a stabilire la classe dell'edificio, parametro di riferimento per il
calcolo del contributo per costo di costruzione

****

Invece la superficie lorda di calcola facendo ST superficie totale meno SNR (o SA).

Dove ST è la somma delle superfici di tutti i piani comprese nel profilo perimetrale esterno.

22. Cosa sono gli oneri di urbanizzazione?

Gli oneri di urbanizzazione sono i corrispettivi dovuti per interventi di nuova costruzione, ampliamento di edifici
esistenti e ristrutturazioni edilizie. Si distinguono in:

*oneri di urbanizzazione primaria, ovvero relativi a realizzazione di strade, spazi di sosta o parcheggio, fognature,
reti di distribuzione (elettricità, acqua, gas), cavidotti per telecomunicazioni, illuminazione pubblica, spazi di verde
attrezzato;

*oneri di urbanizzazione secondaria, cioè finalizzati alla realizzazione di asili e scuole, delegazioni comunali,
impianti sportivi di quartiere, aree verdi di quartiere, centri sociali e culturali.

Gli oneri di urbanizzazione dipendono da tabelle parametriche regionali e dall'ampiezza e andamento demografico
del comune, dal tipo di intervento, e vanno pagati a rilascio del titolo abilitativo.

Il contributo può essere scomputato parzialmente o totalmente autorizzando gli interessati alla realizzazione
diretta di una o più opere di urbanizzazione.

23. A cosa corrisponde il costo di costruzione?

Il costo di costruzione per nuovi edifici è determinato periodicamente dalle regioni con riferimento ai costi max per
edilizia agevolata e a classi di edifici con caratteristiche superiori cui corrisponde una maggiorazione percentuale
in misura non superiore al 50%; oppure si seguono i dati ISTAT relativi ai costi di costruzione. Il contributo
comprende una quota del costo di costruzione dal 5 al 20%. Per interventi di risttruturazione recupero e riuso il
contributo può esser diminuito almeno del 20%, se si tratta di attività turistiche o commerciali il contributo è una
quota non superiore al 10% del costo di costruzione. Va pagato al rilascio del titolo abilitativo.

24. Pianificazione ed edilizia residenziale pubblica

Tipologie edilizia residenziale pubblica:

1) agevolata: lo Stato interviene al fine di favorire la costruzione di alloggi a prima casa, con concessione di mutui
agevolati- (requisiti: cittadinanza it, residenza o domicilio nel comune, non avere altri alloggi, certa fascia di
reddito)

2) convenzionata: attivata da imprese di costruzione o cooperative che stipulano convenzione con il comune
(requisiti: residente o domiciliato nel comune, italiano europeo o con permesso di soggiorno valido, non poter
affittare o vendere per 5 anni)

3)sovvenzionata: enti territoriali/stato che si fanno totalmente carico delle costruzioni (case popolari con canoni di
locazione in base alle condizioni economiche della famiglia e al n di componenti)

4)residenziale sociale: ampia offerta di alloggi di qualità a canone convenzionato, integrando le iniziative pubbliche
con l'attivazione del partenariato (accordo di natura economica sociale politica tra due o più enti o imprese x
obiettivi comuni) pubblico privato. obiettivo: favorire un mix sociale

Piani attuativi:

PEEP Piani per le zone di Edizilia Economica Popolare (poi divenuti PERP Piani Edilizia Residenziale Pubblica

E' di iniziativa pubblica, finalizzato a acquisizione aree per edificiazione complessi di edilizia economica
agevolata/convenzionata/sovvenzionata...E' anche detto Piano di Zona. Obbligatorio per i comuni con più di 50.000
abitanti, per i capoluoghi di provincia e per i comuni con elevato indica di affollamento o incremento demografico.

Fasi:

1. esproprio

2, realizzazione opere urbanizzazione

3. lottizzazione (ed il Comune cede porzioni di terreno a terzi)

4. Cessione: il comune non può vendere tutti i lotti ma solo una parte compresa tra il 20 ed il 40 percento della
volumetria (diritto di proprietà), mentre per il resto può cedere il diritto di superficie per 60/100 anni

Cessione: avviene con Convenzione tra Comune e concessionario (con indicati costo/ caratteristiche terreno/termini
temporali/canone di locazione

Vendita: prezzo= indennità esproprio + opere di urbanizzazione/ impegno a rispettare caratteri tipologici e tempi di
realizzazione. (non si può rivendere per 10 anni)

Programmi complessi connessi con edilizia residenziale pubblica:

1. PROGRAMMA DI RECUPERO URBANO P.R.U.

promulgato nel 93. dopo aver constatato la pessima condizione di manutenzione degli insediamenti dell'edilizia
residenziale pubblica, la necessità do collegarli con il resto della città e il necessario concorso dei privati per far ciò.

finalità:

*ammodernamento urbanizzazione primaria e secondaria

*edilizia di completamento

*risanamento fabbricati esistenti

*arredo urbano

2. PROGRAMMA DI RIQUALIFICAZIONE URBANA PRiU

riqualificazione nelle grandi aree urbane: si occupa dell'edilizia residenziale, con miglioramento della qualità
insediativa/ di aree soggette a abbandono degrado quali insediamenti industriali dismessi/ delle zone periferiche
sottodotate di infrastrutture

sono ammessi a finaziamento del PRiU, i comuni con 300.000 + abitanti e contermini, i capoluoghi di provincia, i
comuni con vaste aree industriali dismesse

3. CONTRATTI DI QUARTIERE C.d.Q

recupero edilizio e funzionale di quartieri caratterizzati da degrado di costruzioni e ambiente e scarsa coesione e
disagio abitativo, per ottenere maggiori standard di vivibilità.

NB: poichè il CdQ contiene tra i suoi documenti il prg, non ha facoltà di variare il piano regolatore generale, a
differenza dei programmi complessi precedenti

4. PIANO CITTA'

nasce su iniziativa del Ministero delle infrastrutture (con collaborazione dell'Associazione Nazionale Comuni
Italiani, delle regioni e di ministeri vari): 224 milioni di euro da investire in progetti specifici in 6 anni (social
housing/ edilizia scolastica/ programmi per sedi di amministrazioni o forse dell'ordine)

Da realizzare in aree dismesse e quartieri degradati con miglioramento di infrastrutture, verde e scuole, ciò senza
consumare suolo ma recuperando al contrario territorio.

25.Appalti di opere pubbliche: cosa deve includere il progetto esecutivo a base di gara?

Il progetto esecutivo, redatto in conformita’ al progetto definitivo, determina in ogni dettaglio i lavori da realizzare,
il relativo costo previsto, il cronoprogramma coerente con quello del progetto definitivo, e deve essere sviluppato ad
un livello di definizione tale che ogni elemento sia identificato in forma, tipologia, qualita’, dimensione e prezzo. Il
progetto esecutivo deve essere, altresi’, corredato da apposito piano di manutenzione dell’opera e delle sue parti in
relazione al ciclo di vita.

Progetto definitivo ed esecutivo deveno preferibilmente esser svolti dall stesso progettista, molte volte è richiesto
l'uso del BIM.

(La progettazione può esser svolta da:

*uffici tecnici delle stazioni appaltanti

*uffici consortili di progettazione e direzione lavori che Comuni, Comunità Montante, aziende sanitarie, enti di
industrializzazione e enti di bonifica possono costituire

* liberi professionisti singoli o associati (abilitati all'esercizio della professione e iscritti all'Albo). Le società devono
comunicare all'ANAC organigramma, fatturato

*consorzi stabili di società di professionisti.

*vincitori di un eventuale precedente concorso per idee

*in caso di appalto integrato la progettazione esecutiva è eseguita dal vincitore della gara di appalto per
affidamento dei lavori. Oggi ciò è possibile in un range limitato di casi.)

26. Regole di igiene bagni e cucine

(Regolamenti edilizi e regolamenti di igiene)

Bagni:

1. h minima 240 cm

2. servizio igienico (con lato minimo di m 1,70 per alloggi con s.l.p. maggiore di mq. 70) mq 3,50. Per il secondo
servizio igienico è richiesta una superficie minima di mq. 2,00 e un lato minimo di m. 1,20. (Milano)

3. Nel Regolamento Edilizio di Milano per un alloggio di 70 mq (prima erano 60 ) è necessario che almeno un bagno
abbia aria e luce naturale, quindi da una finestra aperta verso l'esterno (che rispetti 1/10 rai). Tuttavia possono
esserci delle eccezioni , es. vecchio appartamento già nato così prima del vigente regolamento edilizio o di un
alloggio condonato. Per bagni ciechi necessaria aspirazione forzata, che deve assicurare un coefficiente di ricambio
minimo di sei volumi/ora.

3. L'ambiente contenente il vaso igienico deve essere disimpegnato dagli altri locali mediante apposito vano
(antibagno, corridoio, atrio), delimitato da serramenti. Il lavabo può essere ubicato nell'antibagno.

3. Le cucine, gli spazi di cottura, i servizi igienici, oltre ai requisiti generali e specifici, devono avere le seguenti
caratteristiche: pavimenti e pareti sino ad un'altezza di cm. 180 con superficie di materiale impermeabile, liscio,
lavabile e resistente; soffitto di materiale traspirante;.

Cucine:

1. h 2.70 (tranne in comuni alpini 2.55)

2. area minima 5 mq (se invece si tratta di soggiorno con angolo cottura deve essere minimo 17)

2. da rispettare rai 1/10

4. Le cucine devono essere munite di cappa aspirante, sopra l’apparecchio di cottura, atta ad assicurare la
captazione e l’allontanamento di vapori, odori e fumi; sono vietati tutti gli accorgimenti tecnici che non prevedono
l’allontanamento all’esterno di tali prodotti; solo in presenza di piani di cottura elettrici è ammessa l’installazione
di cappe filtranti non collegate a canne diesalazione negli interventi di entità non superiori alla manutenzione
straordinaria; La parete ove sono ubicati il lavello ed il punto di cottura rivestiti in materiale impermeabile, liscio,
lavabile e resistente realizzato anche mediante elementi di arredo.

27. CFP e aggiornamenti

Da gennaio 2014 per gli architetti vi è l'obbligo di formazione continua, dunque di aggiornarsi continuamente,
dall'anno successivo all'iscrizione all'albo sino ai 70 anni.

Oggi i Crediti Formativi Professionali da ottenere sono stabiliti nel num. di 60 ogni triennio, di cui 4 annui per
discipline ordinistiche ordinistiche (deontologia e compensi professionali), con un minimo di 10 cfp annui.

I CFP si ottengono con

*corsi di formazione e corsi abilitanti (sicurezza, VVFF, acustica, certificazione energetica, insegnamento discipline
affini all'architettura)

*master

*convegni, giornate di studio


*seminari conferenze workshop

1 CFP= 1 ora di formazione (max 20 cfp per attività)

Esoneri:

*maternità/paternità/adozione 20 CFP a triennio richiesti

*malattie gravi, infortuni

*docenti universitari a tempo pieno

28. Resistenza REI cosa significa?

La classe REI rappresenta i minuti di resistenza al fuoco dei materiali (R= capcità portante del materiale al fuoco,
E= tenuta a fumo e gas, I= isolamento termico).

Le strutture portanti, le frontiere dei compartimenti antincendio, dei luoghi sicuri, delle scale di sicurezza, devono
avere specifica classificazione di resistenza al fuoco, anche in relazione ad h, tipologia e destinazione d'uso
dell'edificio.

29. Cosa stabilisce la legge Tognoli?

La legge Tognoli (122/89) stabilisce il piano dei parcheggi, che costituisce automaticamente variante al prg.

Nelle nuove costruzioni e nelle aree di pertinenza delle stesse costruzioni devono essere riservati degli spazi per
parcheggi. Questi spazi devono essere non inferiori ad un metro quadrato ogni dieci metri cubi di costruzione. In
altre parole, ogni 10 metri cubi di volume di costruzione, un metro quadrato deve essere destinato allo spazio
parcheggio.

I proprietari di immobili possono realizzare nel sottosuolo degli stessi ovvero nei locali siti al piano terreno dei
fabbricati parcheggi da destinare a pertinenza delle singole unità immobiliari, anche in deroga agli strumenti
urbanistici ed ai regolamenti edilizi vigenti (ma non alle norme di tutela del paesaggio). Tali parcheggi possono
essere realizzati, ad uso esclusivo dei residenti, anche nel sottosuolo di aree pertinenziali esterne al fabbricato,
purché‚ non in contrasto con i piani urbani del traffico, tenuto conto dell’uso della superficie sovrastante e
compatibilmente con la tutela dei corpi idrici.

NB: i parcheggi realizzati con la Tognoli possono essere solo pertinenziali di unità residenziali: non è possibile
quindi applicarla per reperire spazi a parcheggio per destinazioni non abitative (dagli uffici ai locali commerciali); I
parcheggi realizzati ai sensi del presente articolo non possono essere ceduti separatamente dall’unità immobiliare
alla quale sono legati da vincolo pertinenziale

30. Cos'è il PGT? Come si compone?

Il PGT (Piano di Governo del Territorio), è stato introdotto in Lombardia in sostituzione del PRG con la LR
12/2005, che ha rinnovato in maniera sostanziale la disciplina urbanistica.

Il PGT è articolato dai seguenti atti:

*Documento di Piano che contiene gli elementi conoscitivi del territorio e le linee di sviluppo che l'amministrazione
comunale intende perseguire nonché definisce l’assetto geologico, idrogeologico e sismico, ai sensi dell’articolo 57

*Piano dei Servizi che riguarda le modalità di inserimento delle attrezzature di interesse pubblico o generale nel
quadro insediativo

*Piano delle Regole nel quale sono contenuti gli aspetti regolamentativi e gli elementi di qualità della città
costruita.

31. POS e PSC cosa sono e chi li redige?

32. DPI quali sono i principali?

33.Posso usare i disegni di un tecnico incaricato precedentemente a me per lo stesso progetto?

34.Cosa si indica in una sezione bioclimatica

35. NZEB cosa significa?

36. Interventi a titolo oneroso/ gratuito

37. Politiche di rigenerazione urbana e questione del consumo di suolo

38. Piani Particolareggiati cosa sono?

39. Come funzionano i concorsi per idee?

40. Da chi e come è redatta la variante del PGT?

Potrebbero piacerti anche