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I GERMANI
I Romani entrano in contatto con i popoli germanici
La Scandinavia e l'Europa centro-orientale sono abitate da popolazioni che i Romani
chiamano in modo dispregiativo barbari, considerandoli inferiori dal punto di vista culturale,
oppure Germani.Tra questi popoli in realtà ce ne sono, per esempio, anche di origine slava,
ma quelli germanici sono molti. Tra essi ci sono i Goti (che
si divideranno poi in Visigoti e Ostrogoti), i Quadi, i Marcomanni, Vandali, i Franchi e i
Sassoni.
I Germani hanno uno stile di vita semplice
Quella dei Germani è una società guerriera organizzata in modo semplice:
● hanno clan familiari che si autogovernano;
● il re viene eletto solo in caso di necessità, come per esempio in caso di guerra o di
migrazioni, ed è scelto per il suo valore come guerriero;
● sono seminomadi: si stabiliscono in un territorio in cui costruiscono i propri villaggi,
talvolta fortificati; si spostano poi quando il terreno diventa improduttivo o c'è la
possibilità di trasferirsi in regioni più fertili;
● oltre all'allevamento praticano anche l'agricoltura a un livello piuttosto avanzato;
● la loro cultura è prevalentemente orale, ma conoscono la scrittura che usano a scopo
religioso.
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L'impero romano è minacciato
Alla crisi politica si aggiunge la minaccia di popoli stranieri che premono ai confini
dell'impero. A metà del II secolo i Quadi e i Marcomanni entrano in territorio romano e sono
sconfitti da Marco Aurelio solo dopo anni di campagne militari.
Dal III secolo le incursioni di popoli germanici all'interno dell'impero si fanno sempre più
frequenti: arrivano in Pianura Padana, in Grecia
e in Asia Minore in cerca di bottino.
Anche a Oriente i Sasanidi, a capo del regno dei Parti, attaccano l'impero romano per
riprendersi zone come la Siria e l'Egitto, un tempo appartenute all'antico impero persiano.
Anche a Oriente i Sasanidi, a capo del regno dei Parti, attaccano l'impero romano per
riprendersi zone come la Siria e l'Egitto, un tempo appartenute all'antico impero persiano.
Le mura aureliane servono a difendere Roma
Nonostante le difficoltà, l'impero riesce a mantenersi unito anche grazie al suo efficiente
apparato burocratico e alla forza dei suoi
eserciti:
● i funzionari imperiali sono in grado di far funzionare l'impero anche senza essere
coordinati da un imperatore.
● i comandanti degli eserciti hanno l'esperienza per difendere l'impero anche in questa
situazione di emergenza militare.
Sotto gli imperatori illirici, sempre provenienti dall'esercito, la crisi dell'impero si avvia alla
fine. Claudio II e Aureliano sconfiggono più volte i Germani, riprendono il controllo dei
territori orientali e riorganizzano la difesa dei confini. Aureliano (270-275) ordina anche la
costruzione di una cinta di mura difensive - dette appunto mura aureliane - intorno a Roma.
Con l'elezione dell'imperatore Diocleziano nel 284 termina il periodo dell'anarchia militare.
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LEZIONE 6
Diocleziano e la tetrarchia
Uno splendore ritrovato
Finita l'anarchia militare, con il regno di Diocleziano l'impero romano ritrova un periodo di
pace
Diocleziano crea la tetrarchia
Per rendere di nuovo regolare la successione al potere e per amministrare meglio un
territorio così vasto, Diocleziano mette a punto una nuova forma di governo, la tetrarchia
(parola che significa "governo di quattro persone"). Il potere è suddiviso fra due augusti, con
più potere, e due cesari, destinati a succedere agli augusti quando questi abdicheranno.
Ognuno dei quattro tetrarchi amministra un'area dell'impero. Durante il regno di Diocleziano
la tetrarchia è organizzata così:
Le riforme di Diocleziano
Le riforme di Diocleziano non risolvono i problemi dell'impero
● Riforma amministrativa. Oltre alla suddivisione del territorio imperiale in quattro aree
d'influenza guidate dai tetrarchi, si aumenta il numero delle province, che così
diventano meno estese e meglio governabili,
● Riforma dell'esercito.L'esercito viene ampliato e riorganizzato. Le legioni di fanteria
pesante restano all'interno dell'impero a disposizione dei quattro tetrarchi. A
controllare il confine c'è invece la fanteria leggera, con soldati-coloni che devono
resistere a eventuali attacchi fino all'arrivo delle truppe imperiali. Tuttavia, poiché
sempre meno cittadini volontari entrano nell'esercito romano, si iniziano ad arruolare
guerrieri barbari.
● Riforme economiche. Per risanare le casse dello Stato, impoverite da anni di guerre
e dalle spese per il mantenimento degli eserciti si impongono tasse su tutti gli
appezzamenti di terra coltivabile. I contadini sono obbligati a rimanere nelle loro terre
per garantire il pagamento dei tributi e, quando un contadino muore, deve essere
rimpiazzato dai figli, costretti dunque a continuare la stessa attività paterna. Tutti
questi provvedimenti non portano alcun beneficio all'economia dell'impero ma, al
contrario, peggiorano le condizioni di vita della popolazione.
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Il culto dell'imperatore causa nuove persecuzioni
Con Diocleziano la figura dell'imperatore diventa sacra e viene adorata come una divinità: è
un sovrano assoluto e i cittadini sono veri e propri sudditi. Insieme al culto divino
dell'imperatore, per rafforzare l'unità religiosa dell'impero Diocleziano riprende le
persecuzioni contro i cristiani. Anche in questo caso, però, non si ottiene il risultato sperato:
il cristianesimo è ormai troppo diffuso per essere eliminato.
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Nel 380 il cristianesimo diventa infine la sola religione ufficiale dell'impero con l'editto di
Tessalonica, emanato dall'imperatore Teodosio.
L'impero cristiano
La società diventa cristiana
Grazie agli editti di Milano e di Tessalonica, la Chiesa diffonde nella società i propri riti (per
esempio la messa, il battesimo, il matrimonio, le festività) definiti con più chiarezza.
Il riconoscimento ufficiale del cristianesimo rafforza anche la Chiesa come istituzione. Verso
la fine del IV secolo, nelle città i vescovi hanno sempre più spesso anche un ruolo di guida
politica oltre che religiosa. I rapporti tra potere religioso e politico hanno però anche
conseguenze negative: gli imperatori, per esempio, iniziano a intromettersi nell'elezione dei
vescovi per sostenere persone di loro gradimento.
LEZIONE 7
Arrivano gli Unni
Nel IV secolo alcuni cambiamenti climatici causano la diminuzione dei pascoli delle steppe
asiatiche, dove vivono popolazioni seminomadi come gli Unni, abilissimi guerrieri conosciuti
per la loro aggressività. Gli Unni si spostano verso l'Europa in cerca di territori migliori e di
bottino. Ciò provoca lo spostamento di altre popolazioni germaniche che finiscono per
superare il confine dell'impero romano. Nel II e nel III secolo i Germani si limitavano a fare
rapide incursioni in territorio romano: saccheggiavano e poi tornavano da dove erano venuti.
Ora intere popolazioni migrano per sfuggire alla minaccia
unna e per cercare nuove terre in cui stabilirsi.
6
La rottura del limes e sacco di Roma
L'impero d'Occidente affronta i barbari
Poiché Onorio è ancora un bambino, la guida dell'impero è nelle mani del generale Stilicone.
Inizialmente batte i Visigoti guidati dal re Alarico poi, nel 406, prova anche a fronteggiare
una massiccia invasione di popolazioni germaniche:
Burgundi, Alamanni, Franchi e Vandali attraversano il fiume Reno, che quell'inverno si è
completamente ghiacciato, e si espandono in Europa occidentale conquistando ben presto
Gallia e Spagna. Quando Onorio fa uccidere il generale Stilicone accusandolo di tradimento,
l'Italia resta senza una valida difesa e viene invasa dai Visigoti che, nel 410, arrivano a
saccheggiare Roma.
La caduta dell'impero romano d'Occidente
Attila arriva in Italia
A metà del V secolo gli Unni, guidati da Attila, lasciano la Pannonia (l'attuale Ungheria) dove
si erano stabiliti e arrivano in Gallia e in nord Italia in cerca di bottino. Vengono fermati prima
dal comandante dell'esercito imperiale Ezio nella
battaglia dei Campi Catalaunici, poi da papa Leone I che evita un nuovo saccheggio di
Roma.
Cade l'impero 'romano d'Occidente
L'impero romano d'Occidente è ormai ridotto al
territorio della sola Italia. Nel 476 il generale Odoacre depone l'ultimo imperatore, il
giovanissimo Romolo Augustolo. Odoacre prende il titolo di re dei popoli d'Italia e, inviando
le insegne imperiali all'imperatore d'Oriente, lo riconosce come solo e unico imperatore
legittimo. La caduta dell'impero d'Occidente segna la fine dell'età antica e l'inizio del
Medioevo.
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● Solo a causa dell'arrivo dei barbari? Gli storici dei secoli scorsi hanno considerato le
invasioni dei popoli germanici e la debolezza degli ultimi imperatori le cause
fondamentali del crollo. No, perché è vero che quelle del V secolo non sono semplici
incursioni ma vere migrazioni di popoli; tuttavia si tratta di popolazioni poco
numerose, in cui i guerrieri sono la minoranza.
● Più cause socio-economiche legate fra loro? Da tempo gli eserciti non compiono più
campagne militari di conquista che diano ricchezze e bottino ma, per difendere i
confini imperiali, devono essere mantenuti lo stesso con spese ingenti a carico delle
casse dello Stato. Inoltre l'economia è in crisi poiché la popolazione, faticando a
pagare tasse sempre più alte, si rifugia nelle campagne tornando a forme di
autoconsumo e di baratto. Sì, perché si tratta di trasformazioni in corso già dal II
secolo che danneggiano in modo lento ma inarrestabile la parte occidentale
dell'impero.