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LEZIONE PATOLOGIA CLINICA 13/01/22

Sbobinatori: Eleonora Bernardini, Chiara Scialabba, Sara Messa


Data: 13 gennaio 2022

Vi accennavo ieri che c’era un dibattito circa l’efficacia di questo plasma a scopo terapeutico.
Qui sono riportate le metodiche fondamentali per inattivare il plasma per impiego trasfusionale e uso
topico.

I dati sono tranquilli, in tutti e due i casi 10/ 25% di diluizione quindi ci dobbiamo aspettare
un’efficacia minore.
Il plasma SD è la metodica effettuata dalle industrie, le altre metodiche possono essere effettuate nei
centri trasfusionali.
Soltanto il plasma SD come vediamo nel grafico ha tutti “yes”, è importante che non ci siano
frammenti cellulari altrimenti si potrebbe incorrere in reazioni allergiche.

Il plasma inattivato dall’industria è


quindi quello più utilizzabile, efficace
e conosciuto per una sicurezza
trasfusionale.
Qui vengono paragonate altre metodiche di inattivazione.
TRAPIANTO ALLOGENICO DI
CELLULE STAMINALI
EMAPOIETICHE

Andiamo ad un argomento importante il trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche:


infusione di cellule staminali ematopoietiche, una sacca di sangue midollare (ci sono plasma,
piastrine, granulociti, linfociti ecc.) da un donatore sano per ricostituire il sistema linfo ematopoietico
del paziente.

I linfociti T riconoscono i tessuti, gli antigeni diversi del ricevente dal donatore, infatti, la
compatibilità non è mai assoluta, la probabilità di sviluppare una malattia, infatti, aumenta man mano
che aumentano le differenze se ci sono almeno 3 antigeni incompatibili la probabilità è del 90 %.
I linfociti t del donatore aggrediscono i tessuti del ricevente perché li considera diversi.
Vediamo cosa avviene iniziamo dalla Cute:
(legge la slide)

Ferite aperte, bolle sulla cute in un immunodepresso come il trapiantato à porta a infezioni
Nel fegato e nel tratto gastrointestinale à necrosi
C’è differenza però tra una graft al livello cutaneo e al livello gastrointestinale o nel fegato, nel tratto
gastrointestinale interi pezzi di mucosa si staccano, interi pezzi d’intestino sanguinano e questi
pazienti muoiono. Nel fegato abbiamo eccessi di bilirubina e si può fare ben poco.
Qui vediamo che tutte queste
interazioni portano alla morte cellulare,
inoltre capiamo che è un meccanismo
estremamente complesso che noi
conosciamo al momento soltanto in
parte.

Questa è una graft dovuta a lesione cutanea.


Un trattamento che si usa da diversi anni che in qualche modo funziona ma non sappiamo ancora
bene come è la fotoaferesi, lo strumento UVAR XTS leva una sacca di sangue dal paziente si mette
il sangue con metoxsalene e vengono esposti a raggi UV, i globuli bianchi fotoattivati vengono rinfusi
al paziente, tutto può essere fatto da una stessa macchina quindi una cosa continu oppure in due step
in laboratorio.
Quindi importo dei linfociti in pre-apoptosi nel paziente e questo contrasta a quanto pare il
danneggiamento da parte dei linfociti t del donatore e di queste graft.
Sappiamo che funziona ma non sappiamo perché.

In molti pazienti abbiamo un miglioramento della sintomatologia ma non la scomparsa totale.

CSA sono ciclosporine

PSE sono prednisone

ATG sono antithymocite globuline

Questa è una classificazione grossolana in gradi che si può fare riguardo la graft cutanea, epatica e
gastrointestinale.
La fotoferesi, assieme a farmaci, è una via utile ma che non porta ad
una soluzione chiara, nonostante i tanti anni di studio non abbiamo
compreso il percorso della sua complicanza mortale.

È una eresi di linfociti che entrano a contatto con il farmaco, sotto


raggi ultravioletti, così da venire danneggiati.
GvHD e HLAà la possibilità di sviluppare GvHD aumenta con il
grado di incompatibilità HLA.
GvHD muco-cutanea acuta

La graft cutanea sono dei rash (arrossamenti) e poi delle lesioni che possono essere bollose, rossastre.
Maculo-papulare fugaci e pruriginose di colore rosso-violaceo a livello palmo-plantare.
Con la confluenza dei rash compaiono papule a livello di guance, orecchie, collo e tronco.
Seguono poi lesioni bollose e desquamate con necrosi epidermiche, eritrodermie e ulcerazioni, le
quali, se cutanee, vanno incontro a delle complicanze infettive.

Con un’ulcera nel cavo orale teniamo pulita la zona e disinfettiamo per poi usare una crema come
rimedio locale: preparato di emocomponenti (seguendo la legislatura italiana emocomponenti locali
e non trasfusionali).

Gel Piastrinico nel trattamento delle ulcere

Il gel piastrinico (o colla di fibrina se si ottiene dal plasma) è un gel piastrinico, costituito anche da
fibrina, che si posiziona direttamente sulle lesioni con una frequenza di due volte alla settimana, con
applicazione di medicazioni occlusive non rimosse prima di 72 ore ad eccezione delle lesioni della
mucosa orale per cui non si usa nessuna medicazione.

Per la produzione del gel piastrinico e colla di fibrina si usa il sistema Vivostat: utilizzo di plasma
fresco congelato (60 mL) e concentrato piastrinico irradiato (60 mL) da donatore per ottenere GP
omologo, utilizzo di plasma fresco congelato da donatore (120 mL) per ottenere CF omologa.
È un sistema abbastanza costoso ma vantaggioso.
Possiamo spruzzare il gel piastrinico nella ferita, negli
interventi chirurgici, per velocizzare il processo di
cicatrizzazione (l’impiego è possibile però a un elevato costo).
In casi d’eccezione, con la difficoltà del paziente di produrre
piastrine, si possono utilizzare quelle di un donatore.
La validità dipende dalle condizioni della lesione, ciò
presuppone un continuo studio nella formulazione del gel al
fine di renderlo il più performante possibile.

Ci sono varie tipologie di ulcere classificabili, si trovano di varie dimensioni e in varie sedi: ascelle,
addome, torace ecc...
Un’ulcera per essere trattata non deve essere infetta, ma pretrattata (pulita e sterilizzata e trattata con
terapia antibiotica), infatti in sede ambulatoriale si segue un protocollo ben preciso.

Cistite emorragica

Esiste un tipo di ulcera correlata alla cistite emorragica, uno stato drammatico poiché mortale.
Su un campione di 4 pazienti:
- 3 con ematuria macroscopica (trattati in cistoscopia con CF -1 applicazione)
- 1 con ematuria macroscopica e presenza di coaguli (trattato in citoscopia con CF e GP-1
applicazione)
Il danno alla mucosa vescicale è da agenti infettivi.
L’emorragia può essere efficacemente bloccata spruzzando all’interno della vescica proprio il gel
piastrinico, mediante la cistoscopia.
Le piastrine del gel, in un tempo di 72 ore, si degradano e liberano dei fattori di crescita che
aumentano di concentrazione, interagiscono a stimolare la riproduzione di cellule staminali,
mesenchimali, fibroblasti e cellule endoteliali, accelerano pertanto i processi rigenerativi favorendo
la rivascolarizzazione.
In aumento sono le ulcere da decubito nei pazienti allettati nelle strutture ospedaliere.

Per alcune ulcere si è ricorso all’utilizzo del siero autologo, presente sotto forma di collirio, prodotto
nei centri trasfusionali. I fattori di crescita presenti nel PRP accelerano la rigenerazione del tessuto,
utilizzando proprio una piccola quantità di sangue del paziente stesso.

N.B
La differenza tra gli anticorpi del sistema AB0 e RH è che tutti e due avvengono a seguito di
immunizzazione: l’antigene viene a contatto col sistema immunitario che lo riconosce come non self,
elabora la risposta immunitaria e sintetizza anticorpi, la differenza è che gli antigeni del AB0 sono
diffusi in natura, non serve il contatto col globulo rosso.

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