Corso di Laurea: Lingue e culture europee e del resto del mondo
Insegnamento: Letteratura Inglese 1
Lezione 2 esercitazione 2: L'estetismo è un movimento sviluppatosi nella metà del XIX circa, e tratta dell'opposizione alla "bruttezza" del mondo industrializzato e del progresso con l'esperienza estetica del bello, considerando l'arte libera da vincoli didascalici ed etici. Il suo principio fondamentale è "art for art's sake", letteralmente tradotto "arte per l'arte". Questo presupposto, si oppone alla considerazione dell'arte come mezzo funzionale ad uno scopo, da una parte e dall'altra fa da contraltare alla mimesi e al realismo di molta della produzione tardo-vittoriana; perché la sincerità dell'artista non si trova principalmente nel rappresentare la realtà esterna in modo mimetico e fedele, sta più nel rendere in modo autentico l'impressione, che da questa egli riceve, e il senso soggettivo che vi attribuisce. Uno dei suoi maggiori esponenti fu Walter Pater, uno scrittore esteta, lo si ricorda come un'esteta molto influente e fine critico d'arte. Nel 1873 scrisse "Studies in the History of the Renaissance", considerata la sua opera più famosa, fungente da manifesto dell'estetismo. Essa è un'indagine sulla vita e l'arte del Rinascimento, di cui Pater era massimo studioso, e che egli idealizzava in quanto esempio di un'epoca in cui vita e arte sono unite al di là di scopi meramente utilitaristici. Per Pater una vita degna di essere vissuta è quella di chi sa cogliere ed essere consapevole di momenti unici di eccezionalità estetica; sono i momenti di intensa esperienza estetica che danno senso all'esistenza e che hanno valore di per sé, senza bisogno di avere qualche funzionalità. Un'altra opera importante che illustra la teoria di Pater è "Marius the Epicurean. His Sensations and Ideas" del 1885, considerato come una sorta di romanzo biografico. Per Pater l'esteta è una sorta di asceta solitario che rifugge la volgarità e contrasta il passare del tempo dedicandosi al culto dell'esperienza soggettiva del bello.