Aula 24/02/2021 – introduzione. Le prospettive sociologiche, psicologiche e di genere
nell’analisi della violenza sulle donne • Che cosa è violenza sulle donne? o atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico • La violenza sulle donne è stata sempre presente nel tempo e lo è in vari paesi del mondo, ma è diventata un problema criminale solo di recente • Nel passato, la violenza tra persone in una relazione intima (abitualmente, degli uomini contro le donne) era considerata normale e tollerata. In alcuni paesi e in alcuni contesti, lo è ancora • Nel passato – e ancora oggi in molti paesi – la violenza nelle relazioni intime è considerata un affare privato su cui lo stato non deve intervenire • Nelle società occidentali, a partire dal medioevo, l’evoluzione dei costumi ha portato a una crescente intolleranza verso la risoluzione violenta dei conflitti. • La capacità dei soggetti di resistere e di controllare i loro impulsi violenti e l’uso della forza si è accresciuta • Lo stato interviene sempre di più come unico detentore del monopolio della violenza • Civilizzazione dei costumi e giudizializzazione dei conflitti (Mucchielli 2010) • La violenza di genere è un problema politico (pressioni dei movimenti femministi, consenso elettorato femminile, scelte dei governi ecc.) • Un problema morale (comportamenti accettabili e non; valori da preservare, ecc) • Un problema emotivo (relative alle relazioni tra esseri umani, comporta sofferenza, è molto diffusa e può far parte dell’esperienza di vita di tutti noi) • La violenza domestica comprende una vasta gamma di comportamenti abusivi di tipo fisico, psicologico e /o sessuale tra due persone, tra le quali esiste una relazione (attuale o passata) di carattere intimo. In un concetto ampio di violenza domestica queste relazioni sono: genitori/figli; coniugi/partners; fratelli o sorelle; altre forme di parentela stretta; anziani e persone che li accudiscono • La violenza in famiglia include atti o omissioni di membri della famiglia che risultano in abusi fisici, sessuali, emotivi, trascuratezze e abbandono, o altre forme di maltrattamento che mettono a rischio il benessere della persona • Alcuni distinguono i comportamenti a seconda della gravità della violenza. La categoria generale di «abuso» comprende così: o violenza: «un abuso violento che comporta danni fisici, violenze sessuali o gravi minacce all’incolumità fisica della persona» o maltrattamento: «forme lievi o moderate di abuso, come: schiaffi, strattoni, spinte, ingiurie e insulti» • La violenza in famiglia può essere definita come l’intimidazione intenzionale o l’abuso di bambini, adulti, anziani da parte di un membro della famiglia, un partner, o una persona che ha il compito di accudire, al fine di ottenere una forma di potere e di controllo sulla vittima. L’abuso assume varie forme, compresa l’aggressione fisica e sessuale, il maltrattamento emotivo e psicologico, le minacce e l’intimidazione, l’abuso economico e la violazione di diritti della persona • La prospettiva psicologica: o Basata principalmente sull’analisi della personalità sia della vittima che del maltrattante o E’ la prospettiva più tradizionale per approcciare il problema, e spesso ancora la più diffusa nell’opinione pubblica o E’ collegata all’idea del crimine come patologia individuale e nega le relazioni di genere o L’idea fondamentale della prospettiva psicologica è che i maltrattanti posseggono caratteristiche che li differenziano dalla maggior parte degli uomini che non sono abusivi (o che lo sono occasionalmente) o I caratteri fondamentali di una personalità abusive: ▪ Rabbia e vergogna ▪ Tendenza a colpevolizzare l’altro ▪ Forme ansiose di attaccamento che si manifestano con atteggiamenti aggressivi ▪ Scoppi d’ira, soprattutto nelle relazioni intime • La prospettiva sociologica o La violenza (di genere e domestica) è un fatto sociale, conseguenza dei processi e dinamiche della società, in particolare: o Diseguaglianze economiche e tra i sessi o Caratteristiche delle famiglie o Caratteristiche delle comunità o Pone domande sulle definizioni (costruzione sociale della violenza , compresa quella di genere) o Pone domande sui dati e la ricerca o Cerca di offrire spiegazioni complesse che combinano diversi fattori di rischio, dove però la prevalenza è data ai fattori di tipo sociale (povertà, mancanza di supporto della comunità, scarsa integrazione delle minoranze, ecc.) o NIJ 2004 -> Ricerca empirica che risponde a queste domande: ▪ 1) la VNRI è più comune nei quartieri svantaggiati? ▪ 2) Che influenza hanno la povertà, l’instabilità lavorativa e i problemi economici? ▪ 3) Come interagiscono i fattori individuali, sociali e comunitari nei casi di VNRI? ▪ Focus su fattori sociali e non individuali/psicologici ▪ Analizza: problemi economici, durata delle relazioni, interazioni delle coppie con la comunità e le caratteristiche del quartiere; ▪ Applica il concetto di “disorganizzazione sociale” della Scuola di Chicago (violenza e criminalità risultano dalla disorganizzazione sociale e dalla mancanza di capitale sociale nel quartiere) ▪ I risultati principali di questo studio dimostrano che: ▪ La VNRI è più comune nelle coppie sottoposte a forme di stress economico. ▪ Nei quartieri svantaggiati ▪ Il rischio di VNRI aumenta attraverso la combinazione di fattori soggettivi e oggettivi (come lo stress economico) ▪ La combinazione dei fattori di rischio “stress economico” e “quartiere svantaggiato” è la più significativa per predire la VNRI. ▪ I tassi di VNRI sono gli stessi per Bianchi e Afro-Americani a parità di condizioni economche. o Non è corretto dire: o Che persone che non presentano sintomi di disturbi della personalità non sono mai abusive o Persone a basso reddito e con bassa educazione sono inevitabilmente portate a commettere abusi o I fattori psicologici (non necessariamente patologici) possono spiegare alcune forme di abuso…. Ma la violenza di genere non è sempre ed esclusivamente il risultato di una patologia o I fattori sociologici non spiegano completamente la violenza di genere o Sia i fattori psicologici che quelli sociologici sono correlazioni, non fattori causali (a meno che non vi siano chiari evidenze di una patologia) Aula 25/02/2021 – prospettiva di genere e definizioni internazionali di violenza di genere. Fattori di rischio e ipotese causali • Potere e controllo: concetti chiave • La diseguaglianza nelle relazioni di genere è il retroterra della violenza tra partners e di altre forme di violenza domestica • Il concetto di “continuum” della violenza • L’” unicità” della violenza contro le donne • La soggettività della definizione di violenza: violenza è ciò che le donne definiscono come violenza • La mascolinità • L’intersezionalità di genere, razza e classe • La prospettiva femminista o di genere o È interpretata come violenza degli uomini sulle donne, e quindi un risultato del conflitto di genere e della ineguaglianza di genere o La violenza degli uomini contro le donne è una tattica di controllo coercitivo o Fattori sociologici e psicologici possono contribuire a capire meglio la violenza di genere o alcuni suoi aspetti, ma il nodo fondamentale è il conflitto di genere • La definizione di violenza nella prospettiva di genere o È ciò che una donna definisce essere violenza. Questo assunto fondamentale delle teorie di genere nasce con gli studi sull’esibizionismo in Inghilterra negli anni Ottanta o L’esibizionismo ha effetti sulla percezione delle vittime in termini di senso di insicurezza e umiliazione. L’esposizione ad atti di esibizionismo fa aumentare la percezione di insicurezza complessiva della persona che lo subisce o La componente maschile della società ha ancora il potere nella maggior parte delle relazioni sociali. Questo si riflette anche nelle relazioni intime: ▪ «Thus, all domestic violence is a result of men operating within a global patriarchial system that denies equal rights to women and legitimizes violence against them» (Dobash and Dobash, 1979). • Stratificazione di genere, potere e controllo o Sottolinea la relazione di potere ineguale tra uomini e donne nella sfera privata e in quella pubblica o Gli uomini utilizzano “meccanismi di dominazione” per mantenere e riprodurre il controllo (es. uso delle minacce). o La categoria di genere è più importante di quella di classe per comprendere queste forme di violenza • Come opera il controllo nella violenza di genere o Usano violenza con l’obiettivo di ottenere comportamenti accondiscendenti e più in generale de influenzare il comportamento delle loro vittime nel presente e nel futuro o Si riproduce attraverso la socializzazione dei maschi o La comunicazione della minaccia -> mantiene le vittime in uno stato de perenne attesa della punizione o L’approccio femminista enfatizza l’uso della minaccia anche in asseza di esplicita violenza fisica • Felson e Messner (1995): una verifica empirica del controllo o Gli uomini che sono violenti con le donne loro partner sono guidati dal control motive più di quanto lo siano uomini che sono violenti in altre relazioni o in altre combinazioni di genere o Di conseguenza, c’è qualcosa speciale nella violenza commessa da un uomo contro la sua partner (unicità della violenza di genere rispetto ad altre relazioni violente) • Questa prospettiva assume che la violenza di genere sia unica nel suo genere. Un partner maltrattante è un criminale specializzato in una forma di violenza • Forme di volenza o Fisica, sessuale e psicologica o Stupri e violenze sessuali o Stupri etnici, violenze sessuali di guerra o Traffico di donne a scopi sessuali o Ina alcuni paesi anche la prostituzione è una forma di violenza di genere o Violenze legate a tradizioni e religioni o Femicidio o Forme emergenti: ▪ Stalking ▪ Dating violence: stupri in occasione di feste o Altre forme: ▪ Esibizionismo ▪ Molestie fisiche e verbali, comprese le molestie sul lavoro ▪ Violenza istituzionale sulle donne ▪ Telefonate oscene • Il continuum della violenza o Tutte le forme di violenza maschile contro le donne tendono a riguardare le donne nel corso della vita (dalla vittimizzazione sessuale o Il continuum si manifesta anche nello spazio: dal privato al pubblico o Tutte le forme di violenza contro le donne sono strumenti di controllo sulla loro vita. o Si parla anche di «ciclo della violenza» nell’arco della vita: la tipologia di comportamenti che sono considerati violenza si amplia, soprattutto quanto si guarda al fenomeno in una prospettiva globale • Il modello Duluth: o Attiviste e femministe della città creano questo programma, coinvolgendo anche la polizia e i giudici. Il principio è quella della condivisione comunitaria. La violenza è un problema di tutti, non solo delle vittime o Il modello prevede lo sviluppo della ruota di Duluth, e l’avvio di programmi quali: assistenza alle vittime (rifugi); counselling per le vittime e programmi per gli autori violenti; collaborazione con la polizia e i tribunali o La polizia viene sollecitata a procedere all’arresto immediato del sospettato o Dopo 40 anni, il modello di Duluth viene applicato in tutto il mondo o Il modello si è evoluto molto e prende la considerazione altri comportamenti o Questo modello è il Domestic Abuse Intervention Programs (DAIP): 1980, Duluth (Minnesota) o Tre pilastri fondamentali: ▪ Un programma cognitivo/comportamentale di counselling per I maltrattaneti ▪ Arresto e sottoposizione al programma di trattamento ▪ La ruota del potere e del controllo o I comportamenti inclusi nella ruota: ▪ Tutti i comportamenti sono collegati tra di loro perchè tutti tendono a massimizzare il controllo ed esercitare il potere ▪ Le donne che sperimentano violenza hanno spesso sofferto di molti di quei comportamenti. ▪ La ruota viene utilizzata in incontri collettivi con le donne che hanno sofferto violenza ed è considerate uno strumento per acquisire autoconsapevolezza del problema. ▪ Oggi è tradotta in tante lingue e utilizzata a livello mondiale. ▪ Esistono versioni specifiche per specifiche tipologie di violenza e per gruppi di donne diverse. o I punti principali del Modello Duluth: ▪ E’ un approccio di genere. La paura delle donne non è una “esagerazione” e le donne hanno seri motivi per essere preoccupate. Le loro richieste vanno prese seriamente. ▪ E’ un modello “pro-arrest” basato però sul trattamento e il sosteno comunitario ▪ Il metodo di counselling è stato validato scientificamente ed è applicato in buona parte del mondo occidentale. o Critiche al Modello Duluth: ▪ Vengono soprattutto dalle associazioni maschili ▪ Non è “scientifico”, ma politico/ideologico. ▪ Il trattamento cognitivo/comportamentale è basato sulla riprovazione del comportamento maschile. Si contesta la sua efficacia terapeutica ▪ Non prevede interventi per uomini violenti affetti da specifiche patologie. ▪ E’ tagliato solo sui bisogni delle donne ▪ Non considera la violenza “bilaterale”. ▪ La ruota” non considera le differenze tra le donne (Intersezionalità)- critica del mondo femminista Aula 02/03/2021 • Una sfida alle teorie dell’eguaglianza di genere: l’effetto blacklash: o I sostenitori dell’eguaglianza di genere ritengono che il miglioramento delle condizioni delle donne nella società porterà a una riduzione della violenza di genere o Questo è vero, ma solo in parte ▪ Le ricerche dimostrano che anche in paesi dove le donne hanno raggiunto livelli elevate di eguaglianza nella sfera pubblica, la violenza contro di loro è ancora presente ▪ In certe circostanze, i tassi di violenza contro le donne possono essere anche più alti che in società più arretrate ▪ Come possiamo spiegare questo paradosso? o Teoria del conflitto: quando il potere delle donne in una società data aumenta, la percezione di sfida all’ordine maschile è più alta e la tendenza da parte degli uomini a usare violenza può esse incentivata, perché la ‘mascolinità’ è minacciata. L’effetto blacklash è stato testato negli USA. o L’effetto blacklash in una prospettiva temporale: empowerment femminile ▪ Cambiamenti negli status e nei ruoli: i cambiamenti nei primi sono più lenti dei cambiamenti nei secondi ▪ Quando cambiano i ruoli, il conflitto di genere può diventare piÚ aspro e l’esposizione al rischio di violenza più significative ▪ Quando aumenta la percentuale di donne in ruoli di potere (status) ed esse sono in grado di influenzare norme, culture e politiche, la violenza può diminuire • Sviluppi recenti della prospettiva femminista sulla violenza di genere: o La violenza sulle donne può essere compresa solo attraverso una prospettiva di genere. o Tuttavia, altri fattori integrano la spiegazione di genere o Modello “ecologico”: combina le teorie femministe con fattori sociali, ecomunitari e culturali che possono influenzare il comportamento degli autori e spiegare perchè non tutti gli uomini commettono violenze (Wall 2014, 14) • Evoluzioni recenti della prospettiva di genere: l’intersezionalità: o E’ sufficiente la categoria del genere per spiegare la violenza domestica? o Le donne vittime di violenza sono una categoria indistinta? o Quali altri aspetti possono incidere? o L’intersezionalità prende in considerazione il genere nelle sue connessioni con i concetti di classe e razza o Subire una violenza rappresenta la stessa esperienza per una donna ricca e una povera? Per una bianca e una Afro-Americana? Per una cittadina e un’immigrata? • Intersezionalità: o Tiene in considerazione le identità multiple degli individui o L’ oppressione non è solo un prodotto del conflitto di genere o La violenza non è la stessa per tutte le donne e in tutti I luoghi • Esempi di intersezionalità nella violenza sulle donne immigrate: o Barriere linguistiche o Isolamento sociale o Norme di genere e concetti di mascolinità o Barriere socio-economiche o Il comportamento delle forze dell’ordine e dei tribunali o La paura della deportazione • La prospettiva di genere nella normativa internazionale: rimane quella prevalente, soprattutto a livello internazionale. Gli organismi internazionali (ONU, OCSE, ecc.) hanno adottato spesso il linguaggio e i concetti della prospettiva di genere. Tuttavia, è una prospettiva ancora molto spesso screditata e sotto attacco. • La violenza non deriva da una propensione interna all’individuo, ma è appresa nelle interazioni sociali, attraverso alcuni meccanismi: o modeling/imitazione o educazione (soft) o imposizione e rinforzo dei modelli educativi (hard) • La trasmissione intergenerazionale e il ciclo della violenza: o Esistono numerose evidenze empiriche che l’esposizione alla violenza da bambini comporta il rischio di diventare autori (e vittime) di violenza nell’età adulta. o Vale sia per la violenza sulle donne che sui bambini o Per gli uomini l’apprendimento del comportamento violento e della sua accettabilità è più forte di quanto sia per le donne l’apprendimento al ruolo di vittima. • sono considerati fattori di rischio più importanti: o L’età o La condizione di coniuge o ex congiuge o Entrambi sono più importanti del basso status socio economico e quest’ultimo è più importante dell’appartenenza a un gruppo etnico. L’appartenenza etnica e la condizione delle donne immigrate (soprattutto se irregolari) possono però rendere l’esperienza della violenza più seria e più prolungata nel tempo. • La condizione dell’immigrazione e il processo di acculturazione come fattori di rischio: o L’acculturazione al paese di accoglienza può comportare la rottura dei tradizionali sistemi di supporto del proprio gruppo etnico. o L’acculturazione in alcuni gruppi (per esempio gli ispanici negli Usa) produce maggiore violenza. Conflitto culturale. • Quali effetti ha la condizione di immigrata nell’esperienza della violenza? Il caso delle donne immigrate portoghesi studiato da Barata P. et al. (2005) “Portuguese Immigrant Women’s Perspectives on Wife Abuse. A Cross- Generational Comparison”. In Journal of Interpersonal Violence 20: 1132-1150. o L’integrazione nei paesi di accoglienza è in genere più veloce per le donne che per gli uomini. Può portare a conflitti (incoerenza dello status) o I ruoli di genere e il valore della famiglia sono più tradizionali nella cultura portoghese o La religione cattolica enfatizza i valori della purezza sessuale, della non promoscuità, della maternità, del sacrificio femminile o L’esperienza della vita in uno stato dittatoriale può incrinare il rapporto di fiducia nelle istituzioni (polizia) o La condizione di immigrata (soprattutto se irregolare) comporta maggiore difficoltà a denunciare o La dipendenza economica di una donna immigrata è solitamente più diffusa e comporta difficoltà a interrompere una relazione violenta o a denunciare la violenza • Fattori di rischio macro a livello globale– (OMS, 2005)- Prospettiva di genere o Fattori economici: ▪ La dipendenza economica femminile ▪ Il limitato accesso al credito e al denaro ▪ La presenza di leggi discriminatorie per le donne sul piano economico ▪ Limitate opportunità di accesso al lavoro formale e informale ▪ Limitato accesso all’istruzione e alla formazione professionale per le donne o Fattori culturali ▪ Socializzazione basata su stereotipi di genere ▪ Aspettative sui ruoli maschili e femminili nelle relazioni ▪ Riconoscimento della superiorità maschile ▪ Enfasi sulla famiglia come spazio privato e sul controllo maschile ▪ Tradizioni culturali relative al ruolo delle donne ▪ Accettazione culturale della violenza come metodo per risolvere i conflitti o Fattori giuridici ▪ Leggi civili sfavorevoli alle donne ▪ Leggi sul matrimonio e il divorzio sfavorevoli alle donne ▪ Definizioni legali della violenza ▪ Scarsa competenza femminile in materia giuridica ▪ Comportamenti discriminatori della polizia e del sistema giudiziario o Fattori politici ▪ Sottorappresentazione femminile nella politica, nei media, nelle professioni mediche e legali ▪ Sottovalutazione politica della violenza sulle donne ▪ Culture politiche autoritarie ▪ Limitata auto-organizzazione femminile ▪ Limitata partecipazione femminile nelle organizzazioni politiche • Sintesi: o L’importanza dei diversi fattori di rischio è controversa e i risultati di ricerca non sono univoci o Tuttavia: età, condizione di coniuge e separazione, basso status sociale, personalità “controllanti” sono i fattori di rischio più importanti per la violenza nelle relazioni intime o Malattie mentali, disturbi della personalità, uso di sostanze e alcol e altri fattori strettamente individuali possono essere associati alla violenza ma non ne sono le cause e hanno minore significato di altri fattori di rischio. o Esistono fattori di rischio specifici per alcuni gruppi sociali (immigrate in particolare) Aula 03/03/2021 – Femminicidi, femicidi e omicidi di donne. Analisi dei concetti e delle tendenze • Evoluzioni recenti della prospettiva di genere: l’intersezionalità o E’ sufficiente la categoria del genere per spiegare la violenza domestica? o Le donne vittime di violenza sono una categoria indistinta? o Quali altri aspetti possono incidere? o L’intersezionalità prende in considerazione il genere nelle sue connessioni con i concetti di classe e razza o Subire una violenza rappresenta la stessa esperienza per una donna ricca e una povera? Per una bianca e una Afro-Americana? Per una cittadina e un’immigrata? • Intersezionalità o Tiene in considerazione le identità multiple degli individui o L’ oppressione non è solo un prodotto del conflitto di genere o La violenza non è la stessa per tutte le donne e in tutti I luoghi • Esempi di intersezionalità nella violenza sulle donne immigrate (O’Neal and Beckman, 2017) o Barriere linguistiche o Isolamento sociale o Norme di genere e concetti di mascolinità o Barriere socio-economiche o Il comportamento delle forze dell’ordine e dei tribunali o La paura della deportazione • Il “femminicidio” rappresenta una categoria generale che racchiude “ogni pratica sociale violenta fisicamente o psicologicamente, che attenta all’integrità, allo sviluppo psicofisico, alla salute, alla libertà o alla vita delle donne, col fine di annientare l’identità attraverso l’assoggettamento fisico e/o psicologico.” (Casa delle donne per non subire violenza, rapporto sui femminicidi, 2011, RER). • Comportamenti che rientrano nella violenza di genere a livello internazionale: o Violenze fisiche, sessuali, psicologiche, omicidi o Atti persecutori o Molestie sessuali e sul lavoro o In una prospettiva internazionale vanno considerate anche: mutilazioni genitali, matrimoni forzati, esecuzioni di donne che violano leggi patriarcali, sfruttamento della prostituzione, traffico di persone per motivi sessuali…. • Il concetto di Femicidio: o Diana Russell, ha utilizzato per prima questo termine in riferimento ai “misogynist murders”. o Dopo alcune variazioni, D. Russell ha definito il femicidio, come “l’uccisione delle donne perchè sono donne”. o Il “femicidio” è diventata una nuova categoria criminologica e penalistica, basata sulla natura “di genere” degli omicidi femminili. • Definizione ristrette e ampie di Femicidio: o In un senso più ampio, il femicidio include l’uccisione di una donna per ragioni di genere, nelle relazioni intime e in altri contesti (prostituzione, traffico a scopo sessuale), o l’uccisione di una donna da parte di estranei. o Anche il suicidio dell’autore è considerato un femicidio, come l’omicidio di altri soggetti legati al contesto e all’omicidio primario (bambini, parenti, amici) o Una definizione più stretta di omicidio fa riferimento solo agli omicidi intenzionali di donne in una relazione intima. • Tipi di femicidio in una prospettiva globale (WHO, 2012) o Femicidio intimo:commesso da un partner attuale o ex partner o L’OMS riporta un tasso globale del 35% , rispetto a un 5% di uomini uccisi in relazioni intime da donne. o Omicidi collegati all’onore: commessi per una “trasgressione sessuale”. Sono quasi scomparsi in alcune società occidentali, ma sopravvivono in altri contesti o Omicidi legati alla dote: ancora diffusi in alcune zone dell’India o Femicidi non legati a relazioni intime: commessi da estranei per ragioni di genere • Il femicidio nelle pratiche tradizionali di alcuni paesi o nei contesti di conflitti armati: o Uccisione di neonate: mentre l’infanticio femminile sembra essere superato, permane la pratica del “fetocidio femminile” in India e in Cina, praticato dopo la scoperta del sesso del nascituro o Donne che muoiono in conflitti armati come conseguenza di violenze fisiche e stupri. Gli stupri di massa sono una pratica diffusa nei conflitti o Femicidio è anche la morte dovuta alle complicazioni di una mutilazione genitale o Si comprendono tra i femicidi le pratiche di sati, l’ auto-immolazione delle vedove nel rogo funerario del marito (widows burning) e il ferimento grave e la morte di donne nelle pratiche di dowry, in India, Pakistan e Bangladesh. o Queste morti sono la conseguenza di violenze perpetrate brutalmente da mariti contro le nuove spose, per ragioni legate alla dote. Anche il suicidio di donne ferite (bruciate con il fuoco o con l’acido) è considerato un femicidio. o Queste pratiche sono illegali e proibite, ma secondo numerose fonti sono ancora diffuse. • Il femicidio come violazione dei diritti umani: o Le femministe latino-americane sono state le prime ad adottare i termini “femicidio/femminicidio o Campagne per la definizione giuridica di una nuova tipologia di omicidio o Esempio: riforma del codice penale cileno: o "Si la víctima del delito descrito en el inciso precedente es o ha sido la cónyuge o la conviviente de su autor, el delito tendrá el nombre de femicidio.". (Chile, Ley 20.480.2010) o Esiste una campagna internazionale per far includere il femicidio tra i reati previsti dal codice penale. Finora, questo è avvenuto però soltanto in alcuni paesi dell’America centrale e latina. • Gli omicidi di donne nel mondo: i risultati della ricerca UN di Small Arms Survey (SAS) o Difficoltà metodologica nel raccogliere dati sull’uccisione delle donne. o La fonte informativa più utilizzata è quella sui dati delle cause di morte dell’OMS o Small Arms Survey (SAS) ha creato un data-base sugli omicidi femminili che copre 111 paesi (pari al 56% della popolazione femminile mondiale) nel periodo 2004-2009. o La ricerca non è stata aggiornata o I tassi di femicidio più alti vengono riscontrati in America centrale e latina (coerente con tassi di violenza letale generale) o I tassi di femicidio in alcuni paesi dell’Est e in Russia sono sproporzionatamente più alti in comparazione con i tassi generali di omicidio o Risultati da 54 paesi dimostrano che in paesi con alti tassi di violenza generale, i partner o ex partner sono una percentuale più bassa di autori o L’opposto succede in paesi con tassi bassi di violenza generale. o Cosa ci dicono questi risultati? • Conclusioni: o Gli omicidi – di maschi e di femmine – diminuiscono pressoché ovunque negli ultimi decenni. o Gli omicidi di femmine diminuiscono in maniera meno evidente e più lenta. o In alcuni paesi europei si assiste più ad una certa stabilità che a una diminuzione. o Confermata da dati più recenti (vedi anche, per l’Italia, la ricerca Istat 2018) • «Breaking the silence» (Paula Rodriquez Sickart, 2014): o Racconta tre storie di violenza di genere in alcuni paesi dell’America Latina (Ecuador, Bolivia e Brasile) o In due casi si tratta di femicidi, nell’altro la donna è sopravvissuta. o In un caso la vittima è anche un’attivista e membro del consiglio comunale o In un altro si tratta di un femicidio «d’onore» dove giocano un ruolo importante i mass media o Nell’altro, si tratta di una violenza in una relazione intima. Aula 09/03/2021 - La ricerca sulla violenza e le indagini di vittimizzazione in Europa e in altri paesi • Come si fa ricerca sulla violenza alle donne? o Esistono varie metodologie di ricerca quantitativa e qualitativa. o La ricerca qualitativa è privilegiata quando si vuole approfondire un fenomeno, coglierne le motivazioni, i significati, capire il contesto e la dimensione soggettiva. La ricerca non deve essere solo «descrittiva» ma anche interpretativa e quindi essere in grado di cogliere i significati culturali e sociali associati ai comportamenti. o La ricerca quantitativa dà importanti informazioni aggregate sulla diffusione dei fenomeni, sul loro andamento nel tempo nel tempo e nello spazio. Permette la comparazione. Trattandosi in genere di campioni rappresentativi di popolazione, i risultati sono generalizzabili • Problemi specifici delle ricerche sulla violenza o La natura del problema investigato o Il coinvolgimento emotivo della vittima o La formulazione e la somministrazione delle domande o L’empatia che riesce a stabilire l’intervistatore/trice o Questi problemi diminuiscono se si opta per inchieste DEDICATE alla sola violenza sulle donne, invece di inserire un modulo specifico all’interno di una inchiesta generale sulla vittimizzazione. o Quanto spesso possono essere replicate? • Rischi delle inchieste di vittimizzazione generali con un modulo dedicato o Meno affidabile delle inchieste dedicate perchè: o Maggiori rischi di underreporting o Maggiore probabilità di rifiuto a rispondere o Rischi per la sicurezza della donna o Indagano solitamente solo la violenza da estranei e non quella nelle relazioni intime o Le inchieste dedicate sono lo strumento migliore per cogliere la complessità della violenza sulle donne • Il problema delle denunce o Le indagini di vittimizzazione dell’Istat hanno rilevato che, nel 2006 solo il 6, 7% delle donne italiane che hanno subito uno stupro o un tentato stupro nel corso della vita lo hanno denunciato (quando a commetterlo è stato un familiare le donne che lo denunciano sono addirittura il 3-4%) e quasi nessuna ha denunciato i ricatti sessuali subiti sul lavoro da parte di colleghi o datori di lavoro; o Nella ricerca Istat 2014 questo dato però migliora e sale all’11,8%. o Le indagini internazionali di vittimizzazione (p.e. l’International Crime Victims Survey) ci dicono che il fenomeno viene denunciato poco anche in altri paesi e non solo nel nostro. In media, poco più del 10% delle donne che subiscono un reato sessuale lo denunciano. o Perché si denuncia così poco? • Rapporto Eures, 25 novembre 2020 o Chi sono le vittime - Osservando i diversi ruoli familiari delle donne vittime di femminicidio si rileva una significativa crescita delle coniugi e conviventi (+13,5%), cui corrisponde una parallela flessione delle donne uccise da partner/amanti (-20%) e da ex coniugi/ex partner (-33,3%), a conferma di come la convivenza abbia costituito, nel corso dei primi dieci mesi del 2020, un consistente acceleratore del rischio omicidiario. o A subire le tragiche conseguenze della convivenza forzata sono state anche le madri, con 14 vittime nei primi 10 mesi del 2020 rispetto ai 9 casi censiti nello stesso periodo del 2019 (+55,6%), uccise per mano di figli spesso affetti da disturbi psichici che, con la pandemia di coronavirus, hanno visto allentarsi il sostegno psicologico di cui godevano o sono dovuti comunque rientrare in famiglia • Vittime di omicidio volontario per genere – Anni 2002 a 2018 – piccola diminuzione degli omicidii di donne • Codice Rosso -> legge che contiene vari contenuti sulla violenza contro le donne. Legge 19 luglio 2019, n. 60 o Tra il 1° agosto 2019 e il 31 luglio 2020, per i 4 nuovi reati introdotti dal Codice Rosso (violazione misure di protezione per le vittime, costrizione al matrimonio, revenge porn, sfregi permanenti) sono state aperte in tutto 3.932 indagini. Dal 1° gennaio 2020 al 31 maggio 2020 si è verificato un aumento dell'11%, rispetto allo stesso periodo del 2019, dei procedimenti iscritti per maltrattamenti contro familiari e conviventi catalogabili come violenza di genere. Il "trend può essere imputato alle misure di contenimento da lockdown che hanno portato a situazioni di convivenza forzata", si legge nel rapporto. Per quanto riguarda il revenge porn, sono oltre mille le indagini aperte in tutta Italia. • La ricerca a livello internazionale o Esistono anche ricerche a livello internazionale, i cui dati sono però considerati poco affidabili per la scarsa numerosità del campione o Dati di UNODC, UNICRI, European Soucebook, Eurostat (NON sono inchieste di vittimizzazione) o Dati di organizzazioni internazionali, basate su rapporti dai vari paesi o Prima inchiesta di vittimizzazione dedicata: Canada 1993 o USA: 1995-1996 • Dati dalla NISVS 2010: due nuove forme di violenza di genere: expressive aggression e coercive control • Dal 1994 al 2010, il tasso generale di IPV (intimate partner violence) diminuisce del 64%. 4 vittime di 5 sono donne. (in USA) • L’inchiesta europea sulla violenza alle donne (FRA 2014) – La diffusione in Europa o Realizzata in 28 paesi europei; 42.000 donne intervistate sulle loro esperienze di violenza fisica, sessuale, psicologica, stalking, molestie sessuali o 11% delle donne europee hanno subito una forma di violenza sessuale dopo 9 15 anni. Queste violenze includono: ▪ Stupri ▪ Tentati stupri ▪ Altre forme di coinvolgimento forzato in attività sessuali o 22% di donne hanno subito violenza fisica o sessuale da partner e 22% da conoscenti o sconosciuti o Il 31% ha suito una forma di violenza fisica da partner o ex partner o 1 donna su tre ha subito una violenza fisica o sessuale dai 15 anni -> sembra indicare una leggera diminuzione nelle generazioni più giovani • Conclusioni o In Europa, il quadro è molto più variegato che negli Stati Uniti o Negli Stati Uniti, gli stupri sono diminuiti sensibilmente negli ultimi decenni. Diminuiscono sia le denunce che la violenza auto- denunciata. o In Canada, diminuiscono le denunce, ma il reato sembra restare stabile nelle inchieste di vittimizzazione. o A differenza che nel Nord America, le denunce tendono ad aumentare in molti paesi, soprattutto al Nord e al Sud dell’Europa. Solo nell’Est europeo diminuiscono o Le inchieste di vittimizzazione, dove disponibili, indicano che le violenze sessuali sembrano restare constanti più a lungo e a diminuire leggermente solo negli ultimi anni (vedi inchiesta Istat 2014 e altri dati nazionali) o Gli omicidi di donne non diminuiscono allo stesso ritmo di quelli maschili: la violenza sulle donne è un fenomeno più resistente e sotterraneo o Le denunce di stupro aumentano in Europa, in coincidenza con la maggiore criminalizzazione della violenza di genere ▪ “giuridificazione” della violenza (Mucchielli 2010) ▪ Aumento della sensibilità verso la violenza (Kivivuori 2014) ▪ Le denunce hanno cominciato a diminuire ora anche in numerosi paesi europei. Cosa significa? • Cosa funziona? Ipotesi o Aumento istruzione, salari e eguaglianza di genere sono fattori protettivi (attenzione però al «backlash effect»). o Paesi che hanno messo la violenza di genere in agenda come priorità da molti anni e che garantiscono migliore uguaglianza di genere e programmi preventivi hanno diminuzioni più accentuate. o Crescente intolleranza sociale (effetto aumento denunce?) o Nessuna evidenza dell’impatto degli strumenti penali Aula 11/03/2021: Discussione del film. Introduzione alle risposte del sistema penale • Discussione del film “Ti dò i miei occhi” o Quale prospettiva di analisi viene adottata? o Quali fattori di rischio si possono individuare (siaper l’ autorecheper la vittima)? o Status inconsistency? o Apprendimento della violenza? Il tema del controllo e della minaccia o Riflessioni sul contesto in cui avviene la violenza (tipo di famiglia, condizioni socioeconomiche della coppia, la cultura della comunità, degli amici...) o Ci sono peculiarità locali o questa storia potrebbe essere raccontata anche in altri paesi? o Quali fattori aiutano Pilar a uscire dalla relazione? • Perché le donne tendono a restare in relazioni abusive? o Le risposte della ricerca: ▪ Dipendenza emotiva ▪ Paura di rappresaglie ▪ Paura di perdere i figli ▪ Dipendenza economica ▪ Mancanza di supporto dalla famiglia o dagli amici ▪ L’illusione “lui può cambiare” • La criminalizzazione e il ricorso al sistema penale o Uno degli obiettivi principali del movimento contro la violenza alle donne negli anni Settanta e Ottanta (v. modello Duluth). Oggi questo approccio è più controverso o Il ricorso al sistema penale era considerato importante prima di tutto per proteggere la sicurezza della donna. o Tuttavia, nella prospettiva di genere si mette una forte enfasi anche sulla prevenzione e sulla necessità di modificare gli equilibri nella società • Le misure tradizionali della risposta penale: o Politiche per l’arresto (coinvolgono soprattutto polizia) o Politiche per la prosecuzione dell’azione penale (coinvolgono soprattutto la magistratura) o Le politiche “pro-arrest” e “no-drop” si sono sviluppate molto negli Stati Uniti negli anni ‘80 • Il problema nel riscorso al penale o Le vittime di violenza hanno interessi in conflitto tra di loro e i loro interessi a volte confliggono con quelli del sistema penale o La ricerca dimostra che le donne chiedono soprattutto “di essere lasciate in pace”, che il maltrattante sia allontanato dalla loro vita o Solo in alcune circostanze chiedono il carcere • Argomenti a favore dell’intervento del sistema penale o Fiducia nell’effetto deterrente e necessità di protezione delle vittime o Aspetto simbolico della condanna penale o Dimostra che lo Stato prende sul serio il problema o Spesso non ci sono alternative o Si protegge non solo la donna, ma l’intera società • Tuttavia, nei casi di violenza sulle donne, la risposta penale è più complessa o La violenza sulle donne, si è detto, non è comparabile ad altri comportamenti violenti (e il sistema penale è modellato su altre forme di violenza) o I legami emotivi tra vittima e autore sono più forti o La vittima può essere dipendente economicamente dall’autore o L’effetto deterrente della legge penale è mitigato per persone che hanno relazioni strette o La deterrenza è modellata su attori razionali, mentre la minaccia della pena può non avere lo stesso effetto su questa tipologia di autori. • Il sistema penale riesce effettivamente a tener conto dei bisogni della vittima? o Il sistema non è abbastanza flessibile per venire incontro ai diversi bisogni delle vittime. Le donne spesso non cercano la punizione del partner, vogliono che la violenza termini o Alcuni attori del sistema penale, es. polizia, sono poco motivati a rinforzare la legge in questi casi o Non ci sono evidenze chiare di risultati efficaci o Il problema della doppia vittimizzazione (in particolare per stupro) o La fiducia nelle potenzialità del sistema penale nel trattare questa materia è diminuita rispetto al passato • Perché spesso le donne sono poco motivate a chiedere una risposta penale o Temono ritorsioni o Le interazioni con gli attori del sistema penale sono insoddisfacenti o La mancanza di una protezione adeguata quando inizia una causa penale contro un maltrattante è preoccupante o Molte vittime non cercano una soluzione penale al loro problema o Nel caso di figli, questi problemi aumentano o I problemi economici mantengono la vittima nella relazione o I servizi alternativi e le forme di protezione (case rifugio) sono insufficienti • Il successo delle politiche “pro-arrest” negli USA o Nonostante questo, le politiche “pro-arrest” sono state ampiamente utilizzate negli USA (assai meno in Europa) o Si è diffusa l’idea che questa sia una strategia che protegge la vittima o Altri paesi l’hanno adottata (UK) o La ricerca di Sherman and Berk è il supporto scientifico alle politiche «pro-arrest» o La ricerca suggerisce che: o L’arresto non riduce necessariamente la violenza o L’arresto può avere anche conseguenze sfavorevoli per le vittime o Provoca un aumento dei casi da trattare nelle corti o I procuratori spesso archiviano i casi o ridimensinano le imputazioni o E’ aumentato il “dual arrest” (entrambe le parti vengono arrestate) • La ricercadi Hirschel&Hutchison, 2003: Cosa vogliono le vittime o Lo studio mostra che: o 30% delle vittime vuole l’arresto o 70% vuole un’altra soluzione: ▪ Che il maltrattante sia portato via da casa ▪ chela polizia si limiti a un avvertimento orale ▪ essere lasciate sole ▪ avere la possibilità di decidere se e quando lasciare il partner o Le vittime sono più preoccupate per la loro sicurezza economica e per la sicurezza dei figli • Le politiche «no-drop» o Sono la conseguenza delle politiche “pro-arrest” o Limitano la discrezionalità sia dei pubblici ministeri che delle vittime o Se la vittima vuole continuare con l’accusa, il pm è vincolato alla richiesta o I pm devono persistere nell’imputazione fino a che sia dimostrata in maniera irrefutabile l’inesistenza del reato o Tuttavia, anche le politiche “no-drop” hanno mostrato gli stessi limiti delle “pro-arrest”: dal 60 all’80 % delle vittime decide di abbandonare la causa nello stadio iniziale o rifiuta di apparire in tribunale • Critiche verso le politiche “no-drop” o Simili a quelle mosse alle politiche “pro-arrest”. o Diminuiscono la possibilità della vittima di operare scelte autonome o Le vittime tendono spesso a non-cooperare o Il periodo prima del giudizio mette a rischio le donne o Anche la condanna non protegge le donne nel medio-lungo termine o Creano differenze tra autori di reato nel sistema penale, con il rischio di comprometterne alcune garanzie • Il dibattito su questi temi evidenzia che: o La risposta penale è insufficiente o Sono necessarie misure diverse (o ANCHE) misure diverse (giustizia riparativa, programmi di trattamento per uomini violenti, altre forme di supporto sociale e di welfare) o E’ necessario mettere le donne in condizione di fare le scelte migliori per loro • Gli ordinidi protezione o Finalizzati a impedire il contatto con la vittima, allontanando il maltrattante dai luoghi in cui potrebbe incontrarla (e in genere dalla casa comune) o L’obiettivo qui è proteggere la vittima, non punire il maltrattante o Oltre all’allontanamento, gli ordini possono prevedere altre misure integrative o Sono diffuse ovunque, con caratteristiche diverse in ogni sistema giuridico • Vantaggi degli ordini di protezione o Misure flessibili o Rassicurano la vittima e le danno maggior controllo della situazione o Offrono sollievo immediate alla vittima o La violazione dell’ordine può costituire elemento importante per procedere con una causa penale (arresto e eventuale condanna) • Problemi degli ordini o Richiedono un certo attivismo della vitima o La vittima può aver paura di ritorsioni o Il tasso di violazione è abbastanza alto o Sono soprattutto i maltrattanti più violenti che violano l’ordine • Gli ordini di protezione sono efficaci? o I dati delle ricerche sono contrastanti (con tassi di violazione che arrivano fino al 40,50%), tutta via la maggior parte delle ricerche suggerisce che questo strumento ha una certa efficacia nel prevenire aggressioni ulteriori e aiuta le donne ad avere maggiore controllo della loro situazione. o Le vittime in genere preferiscono gli ordini protettivi all’arresto del partner o ex partner o Se non viene garantita la custodia esclusiva dei figli l’ordine può essere violato “legalmente” • Programmi di tratamento o Sono misure a finalità preventiva che cercano di modificare l’atteggiamento violento del maltrattante e di aiutare gli uomini ad assumersi la responsabilità degli eventi, a gestire la rabbia, ecc. o I più diffusi sono basati sul modello sviluppato a Duluth o Esiste una grande varietà di programmi, basati su tecniche di counselling diverse. o Possono essere offerti su base volontaria (fuori e dentro il carcere) o imposti come accessori a una sentenza di condanna • I programmi di tratamento funzionano? o Molti studi confermano una efficacia relativamente limitata di questi programmi nella prevenzione della recidiva (eccetto per alcuni gruppi specifici) • I programmi funzionano soprattutto per: o Autori con una forte tendenza alla conformità o Che siano al primo arresto o Residenzialmente stabili o Con più alto livello di istruzione o Quando il programma viene completato o Quando l’adesione al programma è su base volontaria Aula 16/03/2021 – Donne vittime di violenza e risposte della giustizia penale • Obiettivi della ricerca o Analisi della DOMANDA DI PROTEZIONE e della DOMANDA DI GIUSTIZIA delle donne vittime di violenza o analisi delle RISPOSTE DEL SISTEMA PENALE • Premesse: o Il GENERE è rilevante per gli autori (uomini) e le vittime (donne) o Asimmetria tra uomini e donne: VIOLENZA MASCHILE CONTRO LE DONNE (invece di “Violenza di genere” e “Violenza contro le donne” o “Violenza nelle relazioni di intimità”) o VIOLENZA= tattiche e strategie di controllo e potere con atti di violenza fisica, psicologica, economica e sessuale che si ripetono nel tempo versus o CONFLITTO = comportamenti violenti, anche reciproci, utilizzati per risolvere situazioni conflittuali, non ripetuti nel tempo • Perché la donna non denuncia? o IL PUNTO DI VISTA DELLE DONNE... ▪ Bisogno di riconoscimento e sostegno / Credibilità della donna ▪ Bisogno di “riprendere in mano la vita” / Regole del processo oltre il controllo ▪ Bisogno di raccontare / Esigenze della “verità e dei fatti” del processo ▪ Bisogno di allontanarsi dall’autore / Contatti con l’autore legati al processo e in aula ▪ Bisogno di “chiudere” con la storia di violenza / Durata del processo (3 anni) • Perché la donna denuncia? o DOMANDA DI PROTEZIONE ▪ Fine della violenza ▪ Sicurezza donna e figli ▪ Evitare il ripetersi della violenza o DOMANDA DI GIUSTIZIA ▪ Punizione dell’autore ▪ Emersione della violenza ▪ Sicurezza donna e figli ▪ “Vendetta” della donna o Procedibilità a querela o d’ufficio? ▪ Es. Maltrattamenti in famiglia (art. 572 c.p.) è procedibile d’ufficio ▪ Es. Violenza sessuale (art. 609 septies c.p.) è procedibile a querela entro 6 mesi • Risposte del sistema penale o Il sistema penale risponde alle domande delle donne perché svolge la funzione materiale di tutela delle vittime e punizione dell’autore v+ funzione simbolica di affermazione disvalore, sociale e giuridico, della violenza o LIMITI: ▪ LE INTERVISTE AI TESTIMONI PRIVILEGIATI: • La violenza non viene identificata come violenza, ma prevale il conflitto • Attendibilità / Credibilità della donna: • a) i servizi sociali considerano la denuncia un indice di veridicità e assunzione di responsabilità • b) gli operatori del diritto sono diffidenti, ritengono la denuncia un espediente nelle relazioni conflittuali + non intervengono in questioni private + descrivono la “vittima ideale” • Solo i servizi dedicati riconoscono centralità alla donna e alle sue esigenze • Analisi dei fascicoli giudiziari (Bologna) o Obiettivi della ricerca: analisi delle risposte del sistema penale alle richieste delle donne vittime di violenza che presentano denuncia, in relazione ai comportamenti della vittima e degli operatori del diritto • FRAMMENTAZIONE DEGLI ATTI DI VIOLENZA • Articolo 612 bis Codice penale Atti persecutori (Stalking) o Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita. La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa ovvero se il fatto è commesso attraverso strumenti informatici o telematici. o Il 36% delle coniugate è separata di fatto o Il 25% delle nubili è convivente o Il 53% delle relazioni erano finite al momento della denuncia o Il 73% delle donne ha un lavoro (uomo-padrone e uomo-antagonista) [Droga, Alcol, Precedenti penali: trasversalità della violenza] o Il racconto della donna al momento della denuncia determina i fatti di violenza che vengono tradotti in termini giuridici (verità nel processo) • Ritiro querela: 61% - Perché la donna ritira le querele? o “Causalità circolare” che dipende dalle risposte del sistema penale” • Indagini di Polizia Giudiziaria: 84% o Identificazione indagato/Informativa sul reato: 50% o Sommarie informazioni/Altre attività: 34% o Nessuna indagine: 16% • Indagini del Pubblico Ministero: 35% o Audizione persona offesa: 23% o Testimonianze: 8%- o Interrogatorio indagato: 4% o Nessuna indagine: 65% • Alla fine delle indagini preliminari, il solo racconto della violenza è quello della donna contenuto nella denuncia/querela
• Archiviazione: [Citazioni p. 309]
o “I fatti denunciati dalla persona offesa non possono valutarsi in considerazione dell’appartenenza di entrambi [i coniugi] alla cultura islamica” o “Gli episodi denunciati si ascrivono in un clima assai pregiudicato dal conflitto in essere nella coppia, conflitto che tende ad esasperare i momenti di contatto” o “I fatti esposti dalla persona offesa appaiono riconducibili a un difficile rapporto e consistono in occasionali episodi” • Conclusione: o Centralità della donna vittima di violenza da cui rischio di responsabilizzazione e vittimizzazione secondaria o Frammentazione atti di violenza da cui rischio di mancata ricostruzione della realtà della violenza in termini giuridici o “Incapacità addestrata” per cui i modelli di azione e di comportamento che possono essere utili ed efficaci per altri tipi di reato non sono utili né efficaci per la violenza maschile contro le donne da cui necessità modificare le “abilità professionali” o Causalità circolare: interazione tra sistema della giustizia penale e donne vittime di violenza