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Alessandro Magno è un personaggio storico, un condottiero validissimo,

(il suo impero si spinse fino all'India) un modello di perfetto cavaliere e


uomo di lettere.
E' un cavaliere cristiano che viene dopo un destino glorioso punito: il
suo peccato è stato di hýbris, termine che denota la superbia, l'avidità,
la cupidigia.
Alessandro si è spinto oltre i limiti del possibile, del desiderabile.
Ciò lo ha portato ad essere tradito da parte dei suoi vassalli.
Ci troviamo nella 1° metà del 13esimo secolo (1200) - Il libro di
Alexandre è un'opera profondamente medievale, è anonimo, non si
conosce l'autore.

Parte della critica è stata attribuita a Gonzalo De Berceo


Quest'opera ci è pervenuta tramite 2 manoscritti:
- O (fine del 13esimo secolo) attribuito a Gonzalo De Berceo
- P (copiato nel 15esimo secolo) attribuito a Juan Lorenzo
Nessuno dei due fornisce una soddisfacente versione dell'opera; la
differenza è l'utilizzo di un termine importante in cui nel 1° (O) è Hizo
(fare,comporre), nel secondo (P) Escribiò da <<escribir>> che fa
alludere ad un'operazione di copia.

Alessandro Magno ha avuto nella letteratura tardo-antica, medievale,


medio-latina e romanza molta fortuna;
L'autore del libro di Alexandre mentre la compone, fa una selezione
delle fonti dirette che sono state materiale da cui egli stesso ha attinto:
- L'Alexandreis (di Gualtiero di Châtillon) in latino (tradizione
medio-latina)
- Roman de Alexandre - opera francese
Il concetto di originalità nel medioevo è molto relativo: L'originalità non
risiedeva nella nudità nei contenuti, nell'aver trattato contenuti che
prima di quel momento non erano stati ancora sondati.
L'originalità è un'originalità formale, risiede nel come una materia
già autorevole, viene rimodellata dall'autore.
Il mester de clerecía possiede questa cifra di originalità nella forma
metrica, cioè la quartina di Alessandrini monorimi, la cuaderna via.
Era quella la chiave formale estremamente innovativa che assicurava
originalità, e applicata ad una materia Alessandrina assicurava all'autore
la certezza di star producendo un'opera degna.

Caratteristiche:
C'è una chiave nuova che è quella di proporre un personaggio come
Alessandro Magno in qualità di figura di lettere, formato ai valori di
clerecìa, un uomo sapiente, colto.
Alessandro si forma sotto la guida del filosofo Aristotele, figura centrale.

L'opera è tripartita:
1° parte: Dedicata alla formazione di Alessandro, apprendistato
2° parte: Dedicata alle sue conquiste, alle imprese sue militari, alla
costruzione del suo impero
3° parte : Dedicata alla caduta, al declino, alla cattiva sorte alla quale
andrà incontro per aver voluto troppo.

Tenta la scalata al cielo e alle profondità degli abissi, non è mai


appagato, ha sempre sete di conquista.
L'obiettivo principale a cui avrebbe dovuto tendere era la salvezza
spirituale; lui puntò alla gloria.
La struttura tripartita è fortemente ricercata e non opera solo su un
piano macrotestuale ma anche su un piano a scala più ridotta: ogni
evento, ogni episodio è strutturato secondo una tripartizione.
E' un bestiario, è un gemmario, accoglie trattazioni scientifiche, favole
mitologiche; è un enorme contenitore.
La casella che meglio definisce quest'opera è quella dello Speculum
Principis, quel genere che attraverso degli ammaestramenti intende
forgiare i sovrani e i nobili che si porranno alla guida dei rispettivi regni.
Un'altra fonte è il Cid, perché la materia è anch'essa epica, cavalleresca.
Si vengono a creare anche dei parallelismi tra le due opere.

Analisi:
Quiero leer: implica la presenza di una fonte a cui si sta rivolgendo
l'autore che sta consultando la fonte.
Leer può avere un'altra implicazione -> cioè lo sta leggendo ad un
pubblico, sta rendendo l'opera fruibile.
Desidero leggere un libro di un re nobile, pagano, che fu di gran valore,
conquistò tutto il mondo, lo dominò, lo pose sotto la sua mano.
Ritenetemi, se esaudisco questo desiderio, un non cattivo scrivano.
Sapienza e fortitudo sono le due componenti.
Qui la sapienza ha un'implicazione differente: ha una solida base
culturale, sono i saperi di Alessandro che lo rendono SAGGIO.
E mai che un uomo maschino ebbe accordi, rapporti, entrò in relazione.
Alessandro sin da piccolo già mostra tutta la sua straordinarietà, la sua
natura di eletto.
Non volle mai succhiare il latte da donna umile ma appunto sempre da
donne che fossero d'alto lignaggio.
Grandi segnali d'eccezione ci furono quando quest'infante nacque: l'aria
si mutò, il sole si oscurò, il mare si agitò, la terra tremò.
Altri segnali d'eccezione sono di portata generale: caddero dalle nubi
alcune pietre appuntite, combatterono tra loro per un giorno intero due
aquile reali.

Riferimento alle fonti: 1) quartina - Alexandreis


2) quartina - Roman de Alexandre
Trovar: trovatori provenzali - comporre un testo letterario, non trovare.
Alla nascita di Alessandro nacquero anche coloro che sarebbero stati i
suoi sudditi.

Quartina 37 : Modulo chiave della letteratura sapienzale: il dialogo che


avviene tra maestro e allievo, tra un re e suo figlio.
Confronto tra i due: Alessandro prega il suo maestro di aiutarlo.
Egli riconosce tutti gli insegnamenti ricevuti da Aristotele, è grato per la
sapienza che gli ha messo a disposizione.
Il maestro non fornisce insegnamenti relativi alle arti del trivio
(grammatica, retorica, logica) e del quadrivio (matematica,
geometria,musica,astronomia) - in quanto Alessandro già le possiede- ,
bensì insegnamenti che lo aiutino a domare questo fuoco che
sente dentro.
Alessandro: Maestro tu mi hai allevato, grazie a te ho appreso i
saperi clericali, el mester de clerecia, mi ha giovato molto, non
saprei come ringraziarti. A te mi affidò mio padre quando
avevo 7 anni perchè dai maestri io traessi giovamento,
miglioramento.
Conosco molto di clerecia, quanto basta; al di fuori di te non
c'è uomo che possa essermi superiore.
Riconosco che ti devo ringraziare per tutto questo.
Conosco le figure retoriche, conosco l'arte della dialettica,
non c'è libro che mi crei preoccupazione, ansia, ma dimentico
tutto a causa del rancore che provo.
Conosco gli argomenti della logica, li so manipolare, so
confutare i doppi sillogismi.
Conosco l'arte della medicina, sono medico naturale; non c'è
nessuno oltre te che mi vinca; io tutto questo però non lo
apprezzo, per me non vale un soldo.
So molto anche della musica; so delle sette arti in ogni loro
argomento, conosco le qualità di ciascun elemento, i segni del
sole, i segni degli abissi, non mi si potrebbe nascondere un
tono.
Non temo ricchezze né alcuna défaillance ma vivrò con
rancore, morirò con rimorso se non libero la Grecia
dall'oppressione di Dario re Persiano.

Ad Aristotele piacque molto il suo discorso e credette che i suoi


insegnamenti fossero serviti e la sua missione fosse stata compiuta.
Ascoltami, disse all'infante. Ti vorrò fare un discorso di cui
potrai avvalerti in ogni momento.
Alessandro si predispone agli insegnamenti del maestro, si professa suo
discepolo (Yo só tu escolar) e aspetta i tuoi insegnamenti come quelli
del Salvatore.
Aristotele prende la parola e inizia a lodare il suo discepolo:
48: (quartina quadripartita - i primi 2 versi sono inerenti alla Clerecía)
Aristotele: Comprendo che Alessandro fin da bambino aveva
mostrato segni di bontà eccelse, adesso però desidera
qualcosa di più.
Riconosco che Alessandro è padrone dei saperi e che ha un
forte acume.
Di tutti i viventi, tu sei quello superiore.
49: Insegnamento di Aristotele - Sii sempre leale e tutto ciò che
devi fare fallo condividendolo con i tuoi vassalli; Ti saranno
leali se così ti comporterai.
Stai alla larga dall'amare le donne, stai ben in guardia. (La
misoginia era molto diffusa, la donna era un essere dal quale bisognava
essere a debita distanza)
Questi primi insegnamenti sono tratti da un libro dell'antico testamento,
dall'ecclesiastico, che è uno dei volumi dedicati alla poesia didattica,
alla letteratura sapenziale, in quanto ricco di sentenze, precetti morali.
50: Qualsiasi uomo che si lascia irretire da una donna,
regredirà, può perdere la sua anima, Dio lo condannerà.
Potrà incorrere in condizioni di grave pericolo.
51 Non affidare i tuoi averi, affari, nelle mani di un uomo vile
che se ti affidi ad un cattivo elemento, non riuscirai a trovare
scampo.
Ti abbandonerà nel momento più complicato, nella sofferenza,
ti condurrà in luoghi dove Dio non potrà difenderti.
L'uomo vile quando spinge per ottenere successo, non sa
moderarsi, controllarsi, e siccome ha paura di tutti, intende e
desidera schiacciare, opprimere tutti.
Chi non ha pudore non dubita mai di fallire e lo vediamo molte
volte accadere.
Però se tu lo vedi che spinge in maniera positiva, non mostrare
il tuo apprezzamento, sarebbe sleale, perché gli uomini hanno il
giudizio, è Dio che glielo dona.
Non essere ebbro, ubriaco né ingordo, ma nelle tue parole sii
sempre fermo, sincero, non amare né ascoltare l'uomo
lusinghiero; Se ciò non farai non varrai un soldo.
Quando sarai giudice fallo sempre in maniera equa, moderato.
Non elogiarti per il tuo operato, non porta alcun profitto.
Non mostrarti arrabbiato con i tuoi vassalli, non mangiare
separandoti da loro, non mostrarti impetuoso verso loro. Se
così ti comporterai, sarai da loro amato.
62: Se vorrai con la tua forza tutto il mondo sottomettere,
non lasciarti possedere dalla cupidigia né dalla brama di avere,
ciò che Dio ti vorrà donare dividilo volentieri, quello che non
potrai dare non smettere di prometterlo.
Il principe avaro non sa che contare, né armi né forza lo
proteggono dalla morte.
Il dare,il condividere è ciò che più vale.
Il dare fende le rocce e innalza il pregio di un sovrano.

Questi due frammenti letti sono stati scelti per esemplificare queste due
anime, queste due componenti (Alessandro Magno ed Aristotele)
Sono esemplificativi di questo modulo che caratterizza la Letteratura
Sapienziale che in Spagna ebbe un'enorme diffusione.
E' il genere in cui si forgia la prosa didattica -> genere che pone le basi
per la futura nascita della prosa letteraria
La Letteratura Sapienziale ha questo valore e contrae un enorme debito
con la tradizione narrativa orientale.
Questo debito può essere contratto per un motivo preciso: La Spagna
vive una condizione privilegiata in seguito alla convivenza tra ebrei,
arabi e cristiani.
Nacquero così scuole di traduttori, una delle più importanti "Scuola di
Toledo" la quale svolse un ruolo nel recupero delle opere della narrativa
orientale, nei trattati filosofici, scientifici.
Fu così concesso di recuperare la letteratura araba e la filosofia
aristotelica.
L'opera araba veniva tradotta al volgare ibero-romanzo parola per
parola, dal volgare veniva tradotta al latino lingua che avrebbe
consentito la diffusione in Occidente.
L'ibero romanzo tra fine 12esimo e inizio 13esimo secolo è una lingua
già capace di esprimere concetti filosofici, scientifici e astratti.
L'opera che citiamo è la disciplina clericalis in lingua latina che attinge
a piene mani dalla narrativa orientale e costituisce il veicolo attraverso
cui quest'ultima approda in Occidente.
La D.C si colloca agli inizi del 12esimo secolo, il suo autore è Pedro
Alfonso (maestro).
Quest'opera era composta da una collezione di racconti anch'essi
impregnati sul dialogo tra un padre ed un figlio che somministravano
massime, proverbi, aneddoti.
I referenti più prossimi sono i seguenti:
- El ....
- El Kalila e Dimna - collezione di favole che hanno come protagonisti
degli animali umanizzati. Anch'essa è impregnata sul dialogo tra un re e
un filosofo e gli insegnamenti ricevuti da quest'ultimo sono impartiti
sottoforma di racconto, di narrazione breve.
Sono racconti inseriti in una cornice unitaria (elemento dedotto da Juan
Manuel nel Conde Lucanor e anche dal nostro Boccaccio per quanto
riguarda il Decameron) - opera tradotta da Giovanni di Capua (in lingua
latina - metà del 13esimo secolo) ma era stata già tradotta da Alfonso el
Sabio che aveva voluto contestualmente tradurla quando ancora non
era asceso al trono.

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