Caratteristiche:
C'è una chiave nuova che è quella di proporre un personaggio come
Alessandro Magno in qualità di figura di lettere, formato ai valori di
clerecìa, un uomo sapiente, colto.
Alessandro si forma sotto la guida del filosofo Aristotele, figura centrale.
L'opera è tripartita:
1° parte: Dedicata alla formazione di Alessandro, apprendistato
2° parte: Dedicata alle sue conquiste, alle imprese sue militari, alla
costruzione del suo impero
3° parte : Dedicata alla caduta, al declino, alla cattiva sorte alla quale
andrà incontro per aver voluto troppo.
Analisi:
Quiero leer: implica la presenza di una fonte a cui si sta rivolgendo
l'autore che sta consultando la fonte.
Leer può avere un'altra implicazione -> cioè lo sta leggendo ad un
pubblico, sta rendendo l'opera fruibile.
Desidero leggere un libro di un re nobile, pagano, che fu di gran valore,
conquistò tutto il mondo, lo dominò, lo pose sotto la sua mano.
Ritenetemi, se esaudisco questo desiderio, un non cattivo scrivano.
Sapienza e fortitudo sono le due componenti.
Qui la sapienza ha un'implicazione differente: ha una solida base
culturale, sono i saperi di Alessandro che lo rendono SAGGIO.
E mai che un uomo maschino ebbe accordi, rapporti, entrò in relazione.
Alessandro sin da piccolo già mostra tutta la sua straordinarietà, la sua
natura di eletto.
Non volle mai succhiare il latte da donna umile ma appunto sempre da
donne che fossero d'alto lignaggio.
Grandi segnali d'eccezione ci furono quando quest'infante nacque: l'aria
si mutò, il sole si oscurò, il mare si agitò, la terra tremò.
Altri segnali d'eccezione sono di portata generale: caddero dalle nubi
alcune pietre appuntite, combatterono tra loro per un giorno intero due
aquile reali.
Questi due frammenti letti sono stati scelti per esemplificare queste due
anime, queste due componenti (Alessandro Magno ed Aristotele)
Sono esemplificativi di questo modulo che caratterizza la Letteratura
Sapienziale che in Spagna ebbe un'enorme diffusione.
E' il genere in cui si forgia la prosa didattica -> genere che pone le basi
per la futura nascita della prosa letteraria
La Letteratura Sapienziale ha questo valore e contrae un enorme debito
con la tradizione narrativa orientale.
Questo debito può essere contratto per un motivo preciso: La Spagna
vive una condizione privilegiata in seguito alla convivenza tra ebrei,
arabi e cristiani.
Nacquero così scuole di traduttori, una delle più importanti "Scuola di
Toledo" la quale svolse un ruolo nel recupero delle opere della narrativa
orientale, nei trattati filosofici, scientifici.
Fu così concesso di recuperare la letteratura araba e la filosofia
aristotelica.
L'opera araba veniva tradotta al volgare ibero-romanzo parola per
parola, dal volgare veniva tradotta al latino lingua che avrebbe
consentito la diffusione in Occidente.
L'ibero romanzo tra fine 12esimo e inizio 13esimo secolo è una lingua
già capace di esprimere concetti filosofici, scientifici e astratti.
L'opera che citiamo è la disciplina clericalis in lingua latina che attinge
a piene mani dalla narrativa orientale e costituisce il veicolo attraverso
cui quest'ultima approda in Occidente.
La D.C si colloca agli inizi del 12esimo secolo, il suo autore è Pedro
Alfonso (maestro).
Quest'opera era composta da una collezione di racconti anch'essi
impregnati sul dialogo tra un padre ed un figlio che somministravano
massime, proverbi, aneddoti.
I referenti più prossimi sono i seguenti:
- El ....
- El Kalila e Dimna - collezione di favole che hanno come protagonisti
degli animali umanizzati. Anch'essa è impregnata sul dialogo tra un re e
un filosofo e gli insegnamenti ricevuti da quest'ultimo sono impartiti
sottoforma di racconto, di narrazione breve.
Sono racconti inseriti in una cornice unitaria (elemento dedotto da Juan
Manuel nel Conde Lucanor e anche dal nostro Boccaccio per quanto
riguarda il Decameron) - opera tradotta da Giovanni di Capua (in lingua
latina - metà del 13esimo secolo) ma era stata già tradotta da Alfonso el
Sabio che aveva voluto contestualmente tradurla quando ancora non
era asceso al trono.