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ROMANTICISMO

ROMANTICISMO

CORSO DI STORIA DELL’ARTE


ROMANTICISMO
DALLA RAGIONE AL SENTIMENTO
Il Congresso di Vienna (1815) aveva riportato i confini degli stati europei
alla situazione precedente alle campagne napoleoniche e rimesso sul
trono le dinastie spodestate (Inghilterra, Prussia, Austria e Russia)
impedendo il sorgere di una nuova superpotenza e riaffermando il
principio di legittimità. È l’inizio del periodo conosciuto come
“Restaurazione”.
Ma gli ideali illuministici di libertà avevano lasciato un segno profondo.
Pochi anni dopo il Congresso di Vienna scoppiano moti d’indipendenza
che coinvolgono tutti i paesi sottomessi a potenze straniere (come l’Italia,
la Grecia e le colonie dell’America latina) o dominati da un governo
autoritario (come la Spagna, il Portogallo e la Russia). Dalle guerre
rivoluzionarie del 1848 e da quelle seguenti nascono i nuovi Stati
nazionali tra i quali il Regno d’Italia e l’Impero tedesco.

Il termine nazione era stato usato già dai rivoluzionari francesi per
indicare la comunità di tutto un popolo. E fu proprio in nome della nazione
che molti popoli si batterono contro il dominio di Napoleone.
L’Europa della RESTAURAZIONE
Il congresso di Vienne aveva mortificato questi ideali di libertà e di autonomia e il termine nazione, inteso come comunità di
sangue, cultura, lingua e religione, diventa la parola simbolo della lotta per la libertà e l’indipendenza in nome della
Costituzione (espressione della sovranità popolare per i democratici o limitazione dei poteri del sovrano per i liberali).

Un altro aspetto importante per capire le grandi trasformazioni di questo periodo è la rivoluzione industriale che nasce in
Inghilterra alla fine del Settecento e che si estende a buona parte dell’Europa nei primi decenni dell’Ottocento. Si assiste ad
una vera e propria rivoluzione della produzione e delle tecniche (carbone, ferro, acciaio), ad un rafforzamento del ruolo della
borghesia e alla nascita di nuovi protagonisti: i lavoratori.
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IL ROMANTICISMO

È un movimento filosofico, letterario e artistico che ha origine


in Germania alla fine del ‘700 con la rivista letteraria
‘Athenaum’ fondata a Berlino nel 1798 dai fratelli August e
Friedrich Schlegel ma che si sviluppa in Europa durante la
prima metà dell’Ottocento e che privilegia l’espressione del
sentimento che vince sulla ragione. All’idea classica del bello
come armonia ed equilibrio, il romanticismo sostituisce il
fascino per il ‘sublime’ ossia ciò che suscita emozioni
grandiose (paura, smarrimento… ).

In tal senso si contrappose al Neoclassicismo e all’Illuminismo:


alla razionalità e ai rigidi modelli del mondo antico i Romantici
contrappongono il sentimento, l’immaginazione e l’emotività. Carl Gustav Carus, Vista di Dresda al tramonto, 1822
Incarnazione dell’uomo romantico è l’artista perchè attraversato
da grandi passioni e perché grazie al suo genio creativo entra in
contatto con l’infinito. E’ un individuo che persegue la propria
libertà e che si ribella alla tradizione e al conformismo borghese.
Il termine deriva dall’inglese ‘romance’ con cui venivano indicati nel Settecento i componimenti letterali di origine
fantastica, fiabesca, irreale. In seguito, l’uso del termine si estende a tutti i generi letterari, e poi alle opere musicali e
figurative, che privilegiano l’inquietudine, l’emotività, la malinconia, l’irrazionalità, la soggettività del sentimento, il senso
d’infinito.
Gli intellettuali romantici rifiutano la ragione e il razionale rigore dell’arte classica e neoclassica. Si definiscono ‘moderni’,
in contrapposizione ai classici considerati freddi e razionalisti.
‘Chi dice romanticismo dice arte moderna, cioè intimità, spiritualità, aspirazione verso l’infinito…’ scrive Boudelaire.

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PITTORESCO E SUBLIME ROMANTICISMO
Tipicamente romantico è il concetto di ‘sublime’ con cui vengono identificate tutte quelle sensazioni di paura,
smarrimento che l’uomo prova nei confronti della natura o di fronte alle manifestazioni del nostro inconscio. Per questo
la pittura romantica privilegia paesaggi sconfinati, in cui sia possibile immergersi in contemplazione abbandonandosi
alla forza creatrice e distruttiva della natura, scene fantastiche, oniriche. L’arte diventa espressione del genio,
dell’interiorità, della fantasia che non ha limiti.
Alla mitologia greca i romantici preferiscono le saghe (leggende) nordiche. Alla fine del Settecento si diffonde la
leggenda del ritrovamento dei canti di Ossian, mitico guerriero e poeta gaelico (irlandese) vissuto nel III sec. d. C. I suoi
poemi, scritti in realtà dal poeta inglese James Mac Pherson nel 1762 descrivevano paesaggi sconfinati, laghi malinconici
e celebravano le gesta di valorosi cavalieri.
Nella seconda metà del Settecento si affermano due nuove categorie del pensiero, due poetiche che si affiancano e si
contrappongono al ‘bello’ neoclassico: il “sublime” e il “pittoresco”. Il bello non è più ‘oggettivo’ ma ‘soggettivo’. Il «bello
romantico», soggettivo e mutevole, si contrappone al «bello classico», oggettivo e universale.
Si tratta di due diversi stati d’animo nei confronti della natura (G.C. Argan).
. Il concetto di ‘sublime’ lo ritroviamo nel filosofo e scrittore irlandese Edmund Burke che nella sua ’Inchiesta sul Bello e sul
Sublime’ (1757) individua nel sublime una componente di terrore, di sgomento, di forte emozione da parte dell’animo umano
nei confronti di un fenomeno che oltrepassa il controllo della ragione. Quando questo fenomeno è solo contemplato e non
vissuto, ne deriva una sorta di ’ dilettoso orrore’.
. Il filosofo tedesco Immanuel Kant, riprende le riflessioni del Burke nella ‘Critica del giudizio’ (1790). Anche per Kant, perché
possa attuarsi un’esperienza del sublime, è necessario che il pericolo percepito sia solo potenziale e non reale. Dopo una
prima sensazione di terrore, l’uomo arriva a comprenderlo e a goderne. Posto di fronte alla vastità e potenza della natura,
l’essere umano avverte il proprio limite ma nello stesso tempo si rende conto di saper cogliere tale grandezza; da qui il
piacere del sublime.
. A teorizzare il ‘pittoresco’ è stato il pittore e trattatista inglese Alexander Cozens. Si presenta come un termine medio tra
‘bello ‘ e ‘sublime’. Tra i soggetti più ricorrenti abbiamo paesaggi sconfinati, rovine di antichi edifici. Lo stato d’animo
dell’uomo in questo caso non è sereno come davanti al ‘bello’, né angosciato come nel sublime. Piuttosto si avverte una
sorta di malinconica riflessione della piccolezza dell’individuo nei confronti dell’immensità della natura che troverà la sua più
alta espressione nella pittura di paesaggio inglese di fine Settecento.
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ROMANTICISMO
LA PITTURA VISIONARIA
HEINRICH FUSSLI (1741-1825)
Artista svizzero, primo vero pittore preromantico, Inizia a
dipingere da autodidatta. Nel 1764 si trasferisce a Londra dove
scopre le opere di William Shakespeare (1564-1616) e John Milton
(1608-1674). Nel 1770 giunge a Roma, entra in contatto con l’arte
classica e reagisce agli studi sull’antico e sul bello ideale.
Per il Fussli, l’arte classica non è fonte di rifllessione sulla
bellezza formale o morale ma ispirazione di emozioni vibranti e
commosse. Davanti alle grandiose rovine, frammenti di un
passato grandioso, l’artista prova una profonda compassione.
Ne è un esempio l’acquerello, uno dei suoi fogli più celebri, dal
titolo ‘L’Artista commosso davanti alle rovine antiche’ (1778-
1780), in cui si nota una minuscola figura che piange sui resti del
colosso di Costantino. L’uomo è sconvolto non solo dalla perdita
del capolavoro ma anche dalla constatazione del divario
incolmabile tra l’età antica e quella contemporanea. In questo
caso, più che i fenomeni naturali, sono le opere del passato a
suscitare il sentimento del sublime. J.H.Fussi. Artista commosso davanti alle grandezze
delle rovine antiche. 1778-1780 Zurigo- Kunsthaus

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LA PITTURA VISIONARIA
HEINRICH FUSSLI (1741-1825)
Nell’opera del Fussli si coglie l’espressione forse più significativa di quella
pittura del sublime, netta antitesi alla pittura del bello ideale. Nel 1778 Fussli si
stabilisce definitivamente a Londra. La sua fantasia cupa si arricchisce di
immagini notturne, oniriche in cui si intrecciano sentimenti contrastanti di
piacere e di terrore.
‘L’incubo’ (1781) è il dipinto più celebre di questo periodo. Una giovane
donna giace come priva di sensi su un letto. La tela raffigura una donna dalle
forme classicheggianti addormentata con il capo fuori dal letto, come di chi si
agita nel sonno. La veste aderente e la posizione rendono l’immagine
estremamente sensuale. Da notare il contrasto tra la figura femminile,
abbagliante di luce e il fondo scuro da cui escono due creature mostruose e J.H.Fussi. L’incubo, . 1781
un’ombra minacciosa. E’ l’inconscio della fanciulla, libero durante il sonno dai Institute of Arte - Detroit -Stati Uniti
freni inibitori della ragione, che sprigiona fantasie inconfessabili e desideri
inquietanti. La parola inglese per incubo, nightmare, letteralmente ‘cavallo
notturno’ motiva la presenza della testa di cavallo dall’aria atterrita, con gli
occhi fosforescenti, che emerge dal fondo e che secondo la credenza portava
gli incubi. Un essere mostruoso grava sul ventre della donna, allegoria
dell’affanno che opprime chi è preda di un incubo (dal latino incubus deriva da
incubare, ‘giacere sopra’).
Nella stanza sembra aleggiare qualcosa di satanico: non a caso Fussli amava
definirsi ‘pittore del diavolo’. Dell’opera esistono varie versioni tra cui quella
che si trova a Francoforte (1791). Fussli si spegne a Londra nel 1825 ma la sua
eco arriverà fino al Surrealismo del Novecento. J.H.Fussi. L’incubo, . 1791
Ghoethe Museum- Francoforte
ROMANTICISMO
LA PITTURA VISIONARIA
WILLIAM BLAKE (1757-1827)
Poeta e pittore inglese, nasce a Londra nel 1757 e studia in
Accademia con Fussli specializzandosi nell’incisione. Come
l’artista svizzero, Blake ha uno spirito visionario e romantico che
lo porta lontano da ogni classicismo. A differenza di Fussli che
predilige ambientazioni cupe Blake sceglie immagini
apocalittiche, manifestazioni divine o luoghi infernali. Poco
apprezzato come artista e considerato dai contemporanei
squilibrato, Blake è autore di testi ispirati alla Bibbia, alle tragedie
di Shakespeare che illustra egli stesso con incisioni acquarellate.
Le sue opere rappresentano esseri mostruosi e sono espressione
delle proprie visioni interiori. Blake riteneva che, in seguito al
peccato originale, l’uomo avesse perduto la propria interiore unità
e che le singole componenti dell’individuo (immaginazione, W. Blake , Elohim crea Adamo. 1795, stampa a china e
ragione, emozione e sensi) fossero tra loro in conflitto. acquerello, Tate Gallery, Londra

Ossessionato dal problema dell’unità, Blake teorizzò il superamento della tradizionale visione tra bene e male,
riconducendo entrambi ad una originaria energia.

In ‘Elohim crea Adamo’ (1795) illustra la creazione dell’uomo da parte di Dio (Elohim in ebraico). La figura alata di Dio
tracina in volo Adamo come per obbligarlo alla vita. E’ il destino tragico che attende ogni essere umano: Adamo è
rappresentato con il serpente già arrotolato a una gamba, simbolo del peccato originale e le braccia aperte come in croce.
La vita dunque sembra ridursi a una serie di sofferenze, sospese tra la nascita e la morte.

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LA PITTURA VISIONARIA ROMANTICISMO

WILLIAM BLAKE (1757-1827)


Per la Divina Commedia esegue una serie di celebri tavole.
Tra queste spicca ‘Il vortice degli amanti’ (1825) ispirata al
tragico amore di Paolo e Francesca narrato nell’Inferno. Il
contrappasso prevede per coloro che in vita si sono fatti
coinvolgere dalle passioni carnali, che siano trascinati da una
‘bufera infernal che mai non resta’ vista dall’artista come una
massa informe fluttuante. Le sue figure presentano delle pose
articolate che si rifanno allo stile energico di Michelangelo. Sulla
destra si riconosce Paolo che tiene tra le mani Francesca, la
quale ha appena narrato la loro sorte a Dante, svenuto per la
forte emozione (‘E caddi come corpo morto cade’, recita Dante).
L’artista redime i due amanti che si riuniscono nell’astro che
brilla sopra la testa di Virgilio. L’artista si spegne a Londra nel
1827 senza aver ottenuto in vita particolari riconoscimenti. Sarà
rivalutato e apprezzato soprattutto nel XX secolo.

W. Blake , Il vortice degli amanti. 1825, penna e


acquerello su carta, City Museun and Art Gallery,
Birmingham

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LA PITTURA VISIONARIA ROMANTICISMO

FRANCISCO GOYA (1746-1828)


Un caso a parte è quello dello spagnolo Goya in quanto le sue opere non
sono inquadrabili in nessuna corrente artistica. E’ sicuramente uno degli
artisti più originali della sua epoca, capace di affrontare temi diversi con
lucidità e spirito critico. Nella pittura di Goya emergono: la forza
dell’inconscio, il rifiuto dei modelli assoluti di bellezza, una passione per
il colore e le ombre e una costante carica dissacrante verso le regole e
gli ideali astratti.
A differenza di David, Goya non cerca nella sua pittura di idealizzare la
realtà, di trarre dal passato l’esempio di nobiltà e bellezza perdute.
F. Goya La mosca cieca , 1788 olio su tela, Madrid,
Acceso sostenitore delle idee illuministiche, votato alla fede nella Prado
ragione contro ogni forma di oscurantismo, egli svela nelle sue opere i
pregiudizi dell’animo umano preda dell’irrazionalità.
Al bello ideale e all’eroismo dei personaggi antichi, sostituisce la condanna dell’ignoranza in tutte le sue manifestazioni. I
suoi inizi sono ancora sulla scia del Rococò. Dipinti come La mosca cieca (1788) raffigurano una società spensierata
avvolta in un’atmosfera luminosa e serena.

Figlio di un modesto artigiano di Saragozza, compie la sua formazione tra Madrid e l’Italia dove soggiorna tra il 1769 e il
1773 alla ricerca di modelli dell’antichità classica.
Al rientro dall’Italia, Goya raggiunge il successo e diventa ‘primo pittore del re’. Si dedica ai ritratti nei quali rivela una
grande capacità di analisi psicologica.

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F. Goya La famiglia di Carlo IV, 1800 olio su tela-
LA PITTURA VISIONARIA ROMANTICISMO Madrid, Prado

FRANCISCO GOYA (1746-1828)


La famiglia di Carlo IV (1800) apparentemente è un normale ritratto
con i personaggi abbigliati in modo solenne. In realtà notiamo una
sottile inquietudine, i corpi pesanti e goffi e i volti deformati fino a
diventare grotteschi. La regina, Maria Luisa di Borbone, famosa per la
sua vita dissoluta, ha un aspetto sgradevole (occhi furbi e bocca aperta
che fa intravedere i denti). Il giovane a sinistra vestito di azzurro è
Ferdinando (sguardo infido) che spodesterà il padre. La luce proviene da
una sorgente in alto a sinistra e si riversa sulla scena facendo scintillare
ogni colore. Come Velàsquez con Las meninas anche Goya si raffigura
Velàzquez, Las meninas, 1656, Museo del
nel : è nella stessa posizione a sinistra, in ombra, intento a dipingere il Prado, Madrid
quadro come se osservasse il gruppo riflesso sopra uno specchio.
Nel 1792 il Goya fu colpito da una misteriosa malattia che lo rese totalmente sordo
accentuando così il suo isolamento e favorendo una osservazione della realtà che spesso si
mutò in trasfigurazioni fantastiche. Questa nuova ispirazione trova espressione nella serie di
acqueforti* ‘Los Caprichos’ (Capricci).

*Acuaforte: incisione su lastra di metallo (rame) ricoperta da uno strato di cera sul quale
venivano incise le figure. La lastra veniva poi messa in una soluzione di acido citrico che
penetrava nei solchi della cera e corrodeva il rame. Tolta la cera e colato l’inchiostro sui
solchi incisi, il disegno veniva stampato sulla carta.

CORSO DI STORIA DELL’ARTE F. Goya Il sonno della ragione genera mostri


1799- acquaforte- Collezione privata
F. Goya Il sonno della ragione genera
LA PITTURA VISIONARIA ROMANTICISMO mostri 1799- acquaforte-della serie di
incisioni ‘ Los Caprichos’

FRANCISCO GOYA (1746-1828)

Una delle più celebri incisioni dei ‘Los Caprichos’


‘Il sonno della ragione genera mostri’ l’artista mette in evidenza come la
perdita di controllo dell’intelletto possa portare ad una serie di impulsi
irrazionali che generano violenza e abusi.
Nella celebre opera vediamo un uomo con la testa abbandonata su uno
scrittoio, come schiacciato dal peso dei pensieri terribili della sua mente.
Dietro di lui volteggiano un enorme pipistrello e alcuni uccelli notturni,
simbolo della follia della mente umana schiava dell’irrazionalità.
Particolarmente coinvolgenti sono le incisioni della serie
‘I disastri della Guerra’.

Dal 1808 al 1812 la Spagna passa sotto il governo di Giuseppe Bonaparte,


fratello maggiore dell’imperatore Napoleone Bonaparte. Nello stesso anno
scoppia la resistenza nazionale antifrancese. Goya denuncia le atrocità
compiute durante la guerra in questa serie di acqueforti. F. Goya Non c’è rimedio 1808- acquaforte-
della serie di incisioni ‘I disastri della guerra

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ROMANTICISMO LA PITTURA VISIONARIA

F. Goya La Maya desnuda, 1795-1800


FRANCISCO GOYA (1746-1828)
Madrid, Prado A questi anni risalgono due delle opere più celebri di
Goya: La Maya desnuda e La Maya vestida (1800).
Realizzate su commissione del primo ministro
spagnolo Manuel Godoy, dovevano funzionare come
un gioco: il quadro della donna vestita avrebbe
coperto il nudo la cui rivelazione sarebbe stata
una sorpresa per gli ospiti.
Alcuni studiosi ritengono che la modella
rappresentata sia la contessa d’Alba ma
probabilmente si tratta dell’amante di Godoy, Pepita
F. Goya La Maya vestida, 1800-1808 Tudò.
Madrid, Prado
Nonostante la tela fosse stata dipinta su
commissione, l’opera causa molti problemi all’artista
che viene interrogato dal Tribunale dell’Inquisizione.
Goya riuscì ad evitare una condanna ma l’opera
viene sequestrata.
Per la prima volta ad essere rappresentata non era
una Venere, ma una donna contemporanea che
mostrava con compiacimento le proprie nudità.
Nessun artificio pittorico, come un lembo di lenzuolo
o una mano, è posto a coprire il pube o i seni.

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ROMANTICISMO LA PITTURA VISIONARIA

F. Goya La Maya desnuda, 1795-1800 FRANCISCO GOYA (1746-1828)


Madrid, Prado
La pelle luminosa della Maja desnuda spicca sul
fondo scuro come l’abito bianco della versione
vestita. I dettagli sono ottenuti con grosse
pennellate.

Le modelle scelte probabilmente sono diverse,


quella della Maya vestita è più alta e slanciata;
quella della Maya desnuda è di statura inferiore
e di corporatura più minuta.

Mollemente adagiate su dei grandi cuscini,


presentano i volti intensamente profondi e
F. Goya La Maya vestida, 1800-1808
Madrid, Prado maliziosi, nei quali i vividi occhi sono puntati
con decisione, quasi con sfrontatezza, verso chi
osserva il dipinto.

Il capolavoro fu ritrovato insieme al suo


gemello solo cento anni dopo all’Accademia di
San Fernando in una stanza mai aperta al
pubblico.

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LA PITTURA VISIONARIA ROMANTICISMO
FRANCISCO GOYA (1746-1828)
Nel 1814 dopo la sconfitta dei francesi, Goya dipinge
uno degli episodi più tragici della resistenza
spagnola, il suo maggiore capolavoro, il 3 maggio
1808. Il 2 maggio del 1808, Gioacchino Murat,
generale di Napoleone diede l’ordine di catturare
tutti i popolani e i contadini che si trovavano nelle
strade di Madrid per essersi ribellati all’invasione
francese. La fucilazione ebbe luogo all’alba del
giorno dopo, il 3 maggio 1808.
Anche se l’opera testimonia l’eroismo del popolo
spagnolo di fronte all’invasore, i motivi che spingono
Goya a dipingerla non sono poi così nobili: il pittore
vuole, infatti, ingraziarsi i favori del sovrano,
Ferdinando VII, e garantirsi una posizione di prestigio
a corte.
Il dipinto coglie, come un’istantanea, un momento di
grande drammaticità: l’attimo prima dell’esecuzione.
E’ notte, contro il cielo azzurro si staglia il profilo di F. Goya 3 maggio 1814 Madrid, Prado
una cattedrale.
Dietro una collinetta, un plotone di soldati, senza volto sta per fucilare un uomo impaurito, con le braccia aperte come un
Cristo crocifisso.
Una grande lanterna cubica, appoggiata a terra, illumina i condannati addossati a un colle; l’uomo con le braccia
spalancate è inginocchiato, in un gesto che esprime contemporaneamente terrore, sfida e rassegnazione. La sua figura
spicca per la camicia bianca e i pantaloni gialli fortemente illuminati.
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LA PITTURA VISIONARIA ROMANTICISMO
FRANCISCO GOYA (1746-1828)
Alla sua destra un frate recita una preghiera. Neppure la religione può fare nulla di fronte alla cieca
violenza. Alla sua sinistra, in secondo piano, un folto gruppo di uomini attende di essere giustiziato. Per
il terrore, uno di loro si copre il viso con le mani. A terra, il cadavere di un uomo è immerso nel fango e
nel sangue: i tratti del volto sono deformati.
Il 3 Maggio 1808 è un’opera lontana dalla retorica patriottica neoclassica, dove gli eroi non mostrano
dubbi o cedimenti. Goya vuole rappresentare la paura che sempre coglie gli uomini di fronte alla
morte, anche quando scelgono di lottare per la libertà della patria.
L’immagine di semplici popolani rappresentati come eroi non piacque a Ferdinando VII, che
abbandona l’opera in un deposito.

Nel 1951 Pablo Picasso rende omaggio a Goya e si


ispira al 3 Maggio 1808 nel suo dipinto ‘Massacro
in Corea’. Il 3 Maggio 1808 è esposto al Museo del
Prado a Madrid.

F. Goya 3 maggio 1814


Madrid, Prado
P. Picasso, Massacro in Corea- 1951
Musée National - Parigi CORSO DI STORIA DELL’ARTE
LA PITTURA VISIONARIA
ROMANTICISMO
FRANCISCO GOYA (1746-1828)
Con il ritorno della monarchia di Ferdinando VII, il Goya gode di una serie di benefici.
Tuttavia il sovrano deluse ben presto le aspettative dell’artista, abolendo la Costituzione
nel 1814 e ristabilendo l’Inquisizione. Erano tornati quei ‘mostri’ che Goya aveva sempre
combattuto. L’artista si ritira in una casetta alla periferia di Madrid, nota come Quinta del
Sordo. Qui, in preda a un profondo pessimismo tra il 1819 e il 1823 dipinge alle pareti le
scene più cupe di tutta la sua produzione. Si tratta di 14 scene (definite dalla critica ‘le
pitture nere’) che segnano il punto di arrivo della sua cupa visionarietà.
In una delle scene più terribili, Saturno che divora i suoi figli, Goya esprime la cieca
brutalità del potere che teme l’usurpazione. Il mito ci racconta che Saturno, signore
dell’Olimpo, divorasse i suoi figli appena nati per scongiurare un’antica profezia,
secondo la quale uno di essi lo avrebbe detronizzato. Ma la moglie Rea riesce a mettere
in salvo il piccolo Zeus che, una volta cresciuto, affronterà il padre prendendone il
posto.
Il dio del tempo è ormai un mostro deforme, ha i capelli lunghi e incolti e stringe
violentemente il corpo senza testa di uno dei suoi figli. Esso è in realtà una grande
metafora della situazione politica spagnola, in cui il monarca, temendo l’usurpazione,
ricorre a metodi repressivi. Nel 1824 il Goya lascia la Spagna e trascorre i suoi ultimi
anni in Francia, tra Bordeaux e Parigi, rinnovando il proprio linguaggio pittorico,
accostandosi ai giovani esponenti del romanticismo francese. Muore a Bordeaux nel
1882, all’età di 82 anni ma la sua influenza sarà enorme, soprattutto nel Novecento.

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LA NATURA FONTE DI SUGGESTIONI ROMANTICISMO

CASPAR DAVID FRIEDRICH ( Greifswald, 1774-


Dresda, 1840)
La natura diventa nelle opere del Friedrich fonte di richiami e suggestioni.
Pittore tedesco tra i più importanti del Romanticismo, nasce a Greifswald, una
piccola città tedesca sul mar Baltico. L’artista sarà influenzato per tutta la vita
dai vasti paesaggi marini dell’infanzia ma anche dalla precoce perdita della
madre, di due sorelle e di un fratello, eventi che veleranno di malinconia ogni
suo dipinto. Si trasferisce nel 1798 a Dresda, città nella quale risiede fino alla
sua morte; entra a far parte del circolo romantico e diventa amico del filosofo
Schelling e dei fratelli Schlegel. Viene nominato professore dell’Accademia di
Dresda ma non verrà mai in Italia perchè per Friedrich non è il passato
classico la fonte d’ispirazione ma la natura intesa come manifestazione del
divino. Compito dell’artista è ‘riconoscere lo spirito della natura’.
Rovine di Oybin, 1835

Nelle sue opere raffigura soprattutto paesaggi grandiosi che sovrastano


l’uomo. La natura è definita sublime, cioè potente e spaventosa.

Alla natura grandiosa e ostile si aggiunge il gusto per i ruderi


gotici, carichi di mistero.

CORSO DI STORIA DELL’ARTE Naufragio della Speranza tra i ghiacci, 1824


LA NATURA FONTE DI SUGGESTIONI ROMANTICISMO

CASPAR DAVID FRIEDRICH (1774-1840)


Il suo quadro più celebre è 'Viandante sul mare di nebbia' del 1818. La
scena mostra un uomo di spalle, vestito con abiti del tempo, che
osserva un paesaggio smisurato dalla cima di una vetta.
L’uomo contempla in solitudine l’infinito, la potenza della natura
attraverso la quale è possibile avvicinarsi a Dio. L’uso di un punto di
vista rialzato favorisce il coinvolgimento dello spettatore che prova la
stessa emozione davanto allo spettacolo della natura. Ammirando la
maestosità e la vastità del paesaggio, l’uomo riflette sulla propria
fragilità ma nello stesso tempo acquista consapevolezza della propria
capacità a cogliere la grandezza della natura. In questo consiste il
sentimento del sublime. Il quadro ha una straordinaria affinità con le
atmosfere descritte nell’Infinito di Leopardi, scritto nello stesso anno.
Il poeta no ha mai conosciuto il pittore, eppure i suoi ‘interminati spazi’,
i ‘sovrumani silenzi’ e la ‘profondissima quiete’ sembrano l’esatta
descrizione del dipinto.
Dal 1820 inizia per Friedrich un periodo sempre più buio. Sono anni
solitari segnati dalla povertà e dalla salute malferma. Dal 1835 l’artista
comincia a sviluppare una forma di demenza causata da un probabile
ictus che lo porta alla morte nel 1840, all’età di 66 anni.

C. D. Friedrich , Viandante sul mare di nebbia. 1818,


CORSO DI STORIA DELL’ARTE olio su tela, Kunsthalle, Amburgo.
ROMANTICISMO
LA NATURA FONTE DI SUGGESTIONI
CASPAR DAVID FRIEDRICH (1774-1840)

Le atmosfere nebbiose e gli alberi spogli e contorti sono un altro dei suoi temi preferiti.

Abbazia nel querceto, 1810 Albero dei corvi, 1822

Le stesse atmosfere cupe e solitarie si possono trovare nella “letteratura gotica” che si sviluppò in epoca
romantica. Uno dei romanzi più significativi è “Frankenstein, o il moderno Prometeo” di Mary Shelley (1816),
uno dei miti della letteratura proprio perché affonda le sue radici nelle paure umane. La “creatura” è
l’esempio del sublime, del “diverso” che in quanto tale causa terrore. Il suo creatore vuole sfidare la natura
dando vita ad un essere umano da lui assemblato ma sarà punito dalla sua stessa creatura che gli
sterminerà la famiglia e lui sarà condannato a rincorrerla fino alla fine dei suoi giorni.

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UNA NATURA SERENA E PACATA ROMANTICISMO

JOHN CONSTABLE (East Berhoit, 1776-


Londra, 1837)
Accanto alla pittura visionaria e fantastica di William
Blake, in INGHILERRA si sviluppa una tendenza più
naturalistica che vede la natura come fonte di ispirazione
e che privilegia ora il pittoresco, ora il sublime. Tra i più
importanti esponenti del PITTORESCO abbiamo il pittore
inglese John Constable. Il pittore cresce in campagna e i
paesaggi familiari rimangono sempre il soggetto dei suoi
quadri. Ben presto si trasferisce a Londra e diventa
membro della Royal Academy. Constable vede ciò che di
“pittoresco” c’è nella natura, vista come rifugio
incontaminato, fuga dalla realtà. Egli trasferisce sulla tela
quello che coglie della realtà, nella maniera più naturale
possibile. Per questo usava fare una serie di schizzi
all’aria aperta (studi dal vivo) per descrivere gli effetti di
luce, il movimento delle foglie, i cambiamenti
dell’atmosfera.

Più di un centinaio sono i suoi Studi sulle nuvole che lui ama studiare e
ritrarre nei minimi dettagli e nelle diverse condizioni metereologiche.

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UNA NATURA SERENA E PACATA ROMANTICISMO

JOHN CONSTABLE (1776-1837)


Nei suoi schizzi Constable utilizzava colori ad
olio, tecnica inconsueta per il periodo. Gli schizzi
poi servivano per realizzare l’opera all’interno
dello studio. La pittura di Constable sarà un
punto di riferimento per la scuola successiva di
paesaggio francese (Scuola di Barbizon) e anche
per la pittura en plein air degli impressionisti.

John Constable, Il carro di fieno 1821, oliosu tela, National Gallery, Londra

Il carro di fieno (1821) è un dipinto che chiarisce bene questa ricerca di spontaneità. Quando fu esposto
per la prima volta alla Royal Academy aveva come titolo: Paesaggio, mezzogiorno. In effetti, ogni
particolare del dipinto è l’immagine di un momento preciso: il cielo, le nubi , la luce che rimanda ad una
nuvolosa giornata, il fumo che esce dal camino, il sole che brilla attraverso le foglie, i riflessi sull’acqua.
Al centro vediamo il carro del contadino e un cagnolino sulla sinistra. Da notare il movimento delle nubi,
soggetto molto caro a Constable. La rappresentazione è ricca di particolari ma sempre soggettiva. Si
tratta di un paesaggio realistico e sentimentale al tempo stesso. Si tratta di paesaggi a lui familiari che
l’artista rievoca con la memoria.

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LA FURIA DELLA NATURA
ROMANTICISMO

WILLIAM TURNER
(Londra,1775-Londra,1851)
La rappresentazione del sublime nella natura si trova
anche nelle opere dell’inglese William Turner. Nato a
Londra da una famiglia di umili origini, Turner a
ventiquattro anni è già membro della prestigiosa Royal
Academy. Si forma come acquarellista e diventa un
esperto in questa tecnica capace con la sua fluidità di
catturare le sensazioni in modo immediato. Si dedica
poi alla pittura ad olio diventando un paesaggista
Pioggia vapore velocità, 1844
straordinario. Fin dall’inizio della sua carriera egli è
attratto dal rapporto drammatico tra uomo e natura,
dal senso di energia misto a terrore che proviamo di
fronte allo spettacolo dello scatenarsi degli elementi
naturali (sentimento del sublime). I soggetti delle sue
opere sono mari in tempesta, navi sbattute dalle onde
contro gli scogli, bufere, naufragi, incendi. Si tratta di
una natura potentissima, capace di provocare
catastrofi e di sterminare morte.

CORSO DI STORIA DELL’ARTE Vapore durante una tempesta di mare, 1842


ROMANTICISMO
LA FURIA DELLA NATURA

WILLIAM TURNER (1775-1851)

‘Incendio nella Camera dei Lord e dei Comuni il 16


ottobre 1834’
E’ una delle più celebri opere della maturità del pittore
in cui si nota il suo progressivo allontanamento dalla
riconoscibilità del soggetto grazie a un modo più
libero di rappresentare il paesaggio, basato sulla
contrapposizione di grandi masse di colore che danno
al quadro una maggiore potenzialità espressiva. Il 16
ottobre del 1834, un vasto incendio distrusse quasi
completamente il Palazzo del Parlamento inglese che
poi venne ricostruito in forme gotiche da Barry e Pugin.
Protagonista del dipinto sono le alte lingue di fuoco
che si riflettono nel Tamigi. Turner riproduce l’istante in William Turner, Incendio della Camera dei Lords e dei Comuni il 16
cui l’alta colonna di fumo e fiamme cambia direzione, ottobre 1834, oliosu tela, Cleveland (Ohio)
Cleveland Museum of Art , 1835
spostandosi verso sinistra.

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LA FURIA DELLA NATURA ROMANTICISMO

WILLIAM TURNER (1775-1851)


Incendio nella Camera dei Lord e dei Comuni il 16
ottobre 1834
Turner utilizza macchie di colori puri e complementari,
abbandonando il chiaroscuro. In questo modo si
accentua l’intensità cromatica e la drammaticità della
scena. Le tonalità calde come il rosso e giallo suscitano
calore ed energia; quelle fredde come il blu e il viola,
traducono inquietudine.
Turner aveva letto il saggio di Goethe La Teoria dei colori
nel quale si sosteneva che i colori hanno un effetto
‘emotivo’.
Le architetture e la folla di persone lungo la riva che
assistono al dramma, sono descritte con rapidi cenni.
William Turner, Incendio della Camera dei Lords e dei Comuni il 16
Negli ultimi anni Turner mette in pratica questi principi ottobre 1834, oliosu tela, Cleveland (Ohio)
utilizzando i colori per comunicare stati d’animo, Cleveland Museum of Art , 1835
indipendentemente dalle forme, sempre più indefinite e
prive di contorno. In questo consiste la sua modernità.
L’ossessione di Turner per i mutevoli effetti della luce lo pone tra gli artisti che hanno dato un
contributo fondamentale alla ricerca impressionista (Monet).

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ROMANTICISMO
LA PITTURA FRANCESE

THEODORE GÉRICAULT (Rouen,1791-Parigi,1824)


Rappresenta un’altra faccia del romanticismo, non l’amore per il paesaggio,
sublime o pittoresco, ma l’interesse verso le emozioni umane, soprattutto
quelle più irrazionali. E’ uno dei primi artisti a fornire un’immagine di sé
destinata a diventare tipica dell’Ottocento e del Novecento: quella dell’artista
maledetto, che rifiuta le regole dell’accademia, vive in solitudine, crea capolavori
apprezzati solo dai posteri e muore giovanissimo. Figlio di un agiato avvocato di
provincia, carattere malinconico, messo in evidenza in un dipinto anonimo
(ritenuto a lungo un autoritratto), a vent’anni entra all’ Ecole de Beaux Arts,
allievo del noto pittore accademico di scene storiche Guérin che criticherà le sue
figure come troppo energiche e poco composte e dal quale apprenderà a
costruire le composizioni monumentali.
Non essendo riuscito ad ottenere il Prix de Rome all’Ecole, decide comunque di
partire per Roma, a proprie spese. Nella capitale si esercita a copiare i grandi Anonimo, Giovane artista nel suo studio
maestri del Rinascimento ma il suo modello indiscusso è Michelangelo per Parigi, Louvre 1818-1819
l’energia che riesce a infondere ai corpi. Anche Caravaggio, per il suo uso
teatrale della luce, lascia una forte impronta nella sua pittura.

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LA PITTURA FRANCESE ROMANTICISMO
THEODORE GÉRICAULT (1791-1824)
LA ZATTERA DELLA MEDUSA
Tra il 1818 e il 1819, Géricault lavora a una grande tela
raffigurante un drammatico evento di cronaca successo il
2 luglio del 1816: il Naufragio della ‘Medusa’ , una nave
francese che trasportava soldati e civili nella colonia del
Senegal.

Per mancanza di scialuppe di salvataggio viene


costruita una zattera su cui si ammassano 150 persone.
Per due settimane l’imbarcazione va alla deriva tra
scene apocalittiche: per sopravvivere si mangiano i
cadaveri ed i malati vengono gettati in mare. Alla fine la Théodore Géricault, La zattera della Medusa-
nave della salvezza l’ ‘Argus’ riesce a recuperare solo 4,91 x7,16 cm Parigi, Louvre 1818-1819
una quindicina di superstiti. Il governo cerca di mettere
a tacere le critiche sull’inadeguatezza dei soccorsi ma
due sopravvissuti scrivono un resoconto dell’evento
che fece scalpore in tutta Europa.
Géricault sceglie uno dei momenti più drammatici: il primo avvistamento dei superstiti della nave Argus. I
naufraghi avvistano una nave all’orizzonte e cercano di attirane l’attenzione. Ma la nave scompare e
subentra la disperazione profonda.

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LA PITTURA FRANCESE ROMANTICISMO

THEODORE GÉRICAULT (1791-1824)


Per realizzare l’opera Géricault si documentò
leggendo vari resoconti e interrogò i
sopravvissuti. Frequentò anche gli obitori per
ritrarre le membra contratte dei cadaveri.
Il dipinto è impostato su due piramidi che si
intersecano. La prima, più grande, ha il vertice
superiore nell’albero retto dalle due funi e come base lo
spazio occupato dai cadaveri in primo piano e dalla
figura rassegnata del vecchio che sorregge il corpo del
figlio morto. La seconda, più piccola, comprende i
naufraghi ancora vivi che guardano l’orizzonte ed ha per
vertice la camicia bianca sventolata dall’uomo di colore
in piedi su un barile. Alle due piramidi corrispondono
due spinte contrapposte: quella dei naufraghi che si
protendono verso destra e quella del mare e del vento
che spinge verso sinistra e fa gonfiare le vele e
allontana l’imbarcazione dalla salvezza.

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LA PITTURA FRANCESE ROMANTICISMO
THEODORE GÉRICAULT (1791-1824)
Géricault mostra di conoscere bene l’arte di Michelangelo
per lo studio della muscolatura e la torsione delle figure.
La luce è quella di Caravaggio. Il vecchio, con un manto
rosso sul capo, sorregge il corpo del figlio morto verso il
quale non ha il coraggio di volgere gli occhi. Appare
rassegnato e incurante della speranza che stanno
provando gli altri naufraghi alla vista della nave in
lontananza. Per la prima volta lo stile classico e le grandi
dimensioni della tela venivano usati per rappresentare la
sofferenza di gente comune, protagonista di un dramma
dal valore universale.

Esposta al Salon del 1819 la grande tela suscitò scandalo tra gli accademici offesi dal realismo dei
particolari.
L’opera può essere letta in chiave politica come un accusa contro il governo francese per aver taciuto la
vicenda della ‘Medusa’.
Il tema del naufragio potrebbe anche essere un’allegoria della Francia dopo il crollo napoleonico. ‘E’ la
nostra società intera che Géricault imbarca su quella zattera’ scrive lo storico J. Michelet.

CORSO DI STORIA DELL’ARTE


LA PITTURA FRANCESE ROMANTICISMO
THEODORE GÉRICAULT (1791-1824)
Scoraggiato e deluso, Géricault si trasferisce a Londra per alcuni mesi, attratto dai
bassifondi, dalla povertà, dall’emarginazione, dal lato meno esaltante della
metropoli moderna. Una serie di litografie* (tecnica moderna in cui l’artista si
specializza) hanno per oggetto gli emarginati nelle grandi città.
Tornato a Parigi, stimolato dalle ricerche di un amico psichiatra, Etienne-Jean
Georget, primario dell’ospedale psichiatrico della Salpetrière di Parigi, impegnato a
dimostrare che la follia è una malattia, non una colpa da punire con gli orrori dei
manicomi dell’epoca, dipinge DIECI RITRATTI (cinque sono andati perduti) di
ALIENATI: uomini e donne affetti da alterazioni psichiche, monomanie (ossessione
patologica verso qualcosa): invidia, furto, pedofilia, gioco d’azzardo, comando
militare. Gli alienati di Gericault appaiono chiusi nel loro mondo, concentrati sulla
loro mania tanto da non volgere mai gli occhi allo spettatore. Nell’ ‘Alienata con
monomania dell’invidia’ l’artista riesce a cogliere i sintomi del delirio nello sguardo
arrossato, diffidente, severo e indagatrice della donna che guarda con malignità
coloro che invidia. Da notare il realismo con cui il pittore rappresenta il volto
sfiorito della donna, la pelle cascante e segnata da macchie.
Si tratta di opere rivoluzionarie: mai prima di allora la bruttezza e la follia avevano
trovato posto nell’arte, se non in forma ironica. Solo uno spirito romantico come
quello di G. poteva nobilitare questi emarginati, trasformandoli in opere d’arte

* Procedimento di stampa il cui disegno viene tracciato con una matita grassa su una lastra di
pietra (lithos, in greco) che viene poi bagnata e ricoperta di inchiostro grasso, idrorepellente, che
aderisce solo alla parte disegnata. Pressando un foglio sulla superficie si ottiene la stampa. Théodore Géricault, Alienata con monomania
dell’invidia – Lione, Musée des Beaux Arts
CORSO DI STORIA DELL’ARTE 1822-1823
LA PITTURA FRANCESE ROMANTICISMO
THEODORE GÉRICAULT (1791-1824)

Alienata con monomania Alienato con monomania Alienato con monomania Alienata con monomania Alienato con monomania
dell’invidia del furto del comando del gioco della pedofifia

Negli stessi anni l’artista continua a dipingere i cavalli, tema particolarmente amato
che ha accompagnato la sua carriera artistica fin dagli esordi. Di questi animali
cerca di cogliere la potenza e la fierezza del portamento con una pittura fotemente
realista e ambientazioni cupe. Questa passione gli sarà fatale: Géricault muore nel
1824, a soli 33 anni, per i postumi di una caduta da cavallo. Non farà in tempo a
scoprire che il Louvre ha acquistato la sua Zattera della Medusa, né saprà mai che
la sua opera sarebbe diventata un simbolo del Romanticismo e un capolavoro
dell’arte di tutti i tempi.
Géricault, Cavallo spaventato da un fulmine,
CORSO DI STORIA DELL’ARTE 1813-1814Lo ndra, National Gallery
LA PITTURA FRANCESE
EUGÈNE DELACROIX (Charenton, 1798-
ROMANTICISMO
Parigi, 1863)
Delacroix è insieme a Géricault l’altro grande protagonista
del romanticismo francese. I due pittori si conoscono a
Parigi nel 1817 quando Delacroix si iscrive all’Accademia
delle Belle Arti. L’artista ebbe durante la sua vita un grande
successo e aspre critiche. Baudelaire fu un suo grande
ammiratore. I suoi dipinti sono animati da passionalità,
grandi ideali di libertà, colori accesi, pastosi, stesi con
pennellate veloci (anticipa le scelte stilistiche degli
impressionisti). Per queste qualità viene considerato il
capofila dei romantici anche se lui non disdegna la grande
pittura del rinascimento italiano e del Seicento.

Figlio di un ministro napoleonico, Delacroix segue studi


regolari e nel 1815 entra nell’atelier di Guérin, lo stesso
maestro di Gericault che insegna ai suoi allievi il metodo per
Eugène Delacroix, La libertà guida il popolo – Parigi, Louvre, 1830
creare composizioni monumentali.

La sua opera più famosa è sicuramente ‘La Libertà che guida il popolo’. Il 25 luglio 1830 Carlo X firmò le ordinanze che
sospendevano la libertà di stampa e scioglievano la Camera dei deputati: immediatamente si scatenò a Parigi l’insurrezione
popolare. Pur non partecipando ai moti, Delacroix girò per le strade durante i combattimenti raccogliendo materiale in vista di
una tela che celebrasse le gloriose tre giornate di luglio, dal 27 al 29.

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LA PITTURA FRANCESE ROMANTICISMO
EUGENE DELACROIX (1798-1863)

Si tratta dell’immagine più nota della rivoluzione parigina,


definita da C. G.Argan ‘Il primo quadro politico della storia
della pittura moderna’. La tela fu esposta al Salon del 1831 e
acquistata dallo Stato nonostante le accuse della critica (era
stata considerata ‘brutta, ignobile e plebea’ ).
Vediamo un gruppo di insorti che avanza su una barricata,
guidato dalla figura simbolica della Patria-Libertà. Il gruppo
centrale è organizzato all’interno di un triangolo con al
vertice la figura della Libertà armata che regge con la mano
destra una bandiera tricolore gonfiata dal vento. Sebbene
ispirata alla Venere di Milo (scoperta nel 1820 ed esposta al
Louvre l’anno dopo), la figura presenta le fattezze di una
popolana (addirittura con i peli sotto le ascelle ) con il petto
nudo, berretto frigio*, inquadrata tra un bambino, armato di
due pistole, e un insorto il cui volto è forse quello dello
stesso Delacroix. I due uomini alla destra della Libertà, Eugène Delacroix, La libertà guida il popolo – Parigi, Louvre, 1830
sono seguiti da una schiera armata che si dissolve verso il
fondo.

* Copricapo indossato dai sacerdoti della Frigia, regione dell’ Asia minore. In epoca
romana era portato dagli schiavi che si liberavano della loro condizione di servitù.
Durante la rivoluzione francese diventa la ‘divisa dei giacobini.

CORSO DI STORIA DELL’ARTE Afrodite di Milo, II sec. a.C. - Parigi, Louvre


CORSO DI STORIA DELL’ARTE
ROMANTICISMO
LA PITTURA FRANCESE
EUGENE DELACROIX (1798-1863)

Dal lato opposto, confuse tra polvere e cielo, si


intravedono le torri di Notre Dame. Alla base del triangolo
abbiamo i cadaveri stesi al suolo. Il lato sinistro è
costituito dal fucile tenuto dall’uomo con il cilindro (il
presunto Delacroix) e dall’asta della bandiera. Il lato destro
è costituito dalla fascia bianca di cuoio del bambino e dal
braccio destro della libertà. Da notare il crescendo che
parte dai cadaveri in primo piano, passa poi al ferito che
tenta di rialzarsi e finisce nella bandiera svolazzante.
Anche i colori presentano un’evoluzione: alla base sono
opachi, freddi e man mano diventano più caldi fino
all’esplosione del tricolore. Rispetto alla ‘Zattera della
Medusa’, caratterizzata da colori spenti, qui le tinte si
accendono con una serie di richiami cromatici che
rafforzano l’unità compositiva dell’immagine. Il rosso della
bandiera francese è ripreso dalla fascia della donna ai
Eugène Delacroix, La libertà guida il popolo – Parigi, Louvre, 1830
piedi della Libertà. Il blu dalla camicia della donna, dalla
calza del cadavere sulla sinistra e dalla giacca del soldato
morto sulla destra.
La luce proviene da sinistra e crea effetti vibranti resi dai colori stesi in pennellate veloci che danno al dipinto una grande
carica innovativa. Nello stesso tempo, la monumentalità della scena, la composizione piramidale, l’anatomia del nudo
femminile rivelano una preparazione classica e modelli antichi mai dimenticati.
Delacroix si spegne nel 1863, nella sua casa di campagna, nei pressi di Parigi, ma la sua pittura fa subito scuola. Sarà
particolarmente apprezzata dagli impressionisti e dai postimpressionisti.
IL ROMANTICISMO STORICO IN ITALIA ROMANTICISMO

FRANCESCO HAYEZ (Venezia,1791-Milano,1882)


La pittura romantica in Italia si sviluppa in stretto rapporto con i moti
risorgimentali. È lontana sia dal sentimento del paesaggio sia dalla
rappresentazione della cronaca. Il suo interesse va soprattutto ai temi
politici e patriottici. Gli artisti rappresentano per lo più episodi storici che
possano essere esempio per la situazione contemporanea dell’Italia. Come
in letteratura, si accende una vera e propria passione per il Medioevo,
periodo in cui i diversi popoli europei lottano per l’indipendenza. Il capofila
della pittura romantica in Italia è il veneziano Francesco Hayez. Nato a
Venezia da padre francese, si forma a Roma dove entra nel circolo dei
neoclassici e conosce il Canova. Ritorna a Venezia nel 1817 e poi si
trasferisce a Milano per insegnare all’Accademia di Brera. Diventa amico di
personaggi di punta della classe intellettuale riformatrice e liberale, come
Alessandro Manzoni e Massimo D’Azeglio e discute con loro di questioni
politiche riguardanti l’indipendenza e l’unificazione d’Italia.

Francesco Hayez, Ritratto di Alessandro Manzoni,


Milano, Pinacoteca di Brera, 1841
Hayez fu anche un abilissimo ritrattista. I suoi ritratti ne evidenziano l’abilità introspettiva. Nel famoso ‘Ritratto di
Alessandro Manzoni’ si può notare la grande abilità di indagine psicologica del personaggio, colto in un atteggiamento
pensoso che lascia intravede tutta la forza interiore e la rettitudine morale. Seduto su una sedia semplicissima, con le
gambe accavallate, la mano appoggiata sulla scatola del tabacco, vestito sobriamente, risalta non per gli elementi esteriori
ma per lo sguardo pensieroso. La figura emerge dall’ombra con una posa disinvolta che conferisce una grande
naturalezza all’insieme.
CORSO DI STORIA DELL’ARTE
ROMANTICISMO
LA PITTURA IN ITALIA
.FRANCESCO
, HAYEZ (1791-1882)
L’opera più celebre di Hayez, ‘Il bacio’ (1859) è uno dei dipinti
più noti della pittura dell’Ottocento italiano. Esposto nel 1859 a
Milano, il dipinto viene interpretato come l’addio di un giovane
patriota all’amata. A tre mesi dall’ingresso a Milano di Vittorio
Emanuele II, futuro re d’Italia, e dell’imperatore Napoleone III che
come alleati avevano vinto la seconda guerra di indipendenza,
veniva allestita nell’Accademia di Brera una grande mostra per
celebrare la liberazione della Lombardia dal dominio austriaco.
In quell’occasione Hayez presenta il suo dipinto che diventa il
simbolo del romanticismo di stampo patriottico.

Il soggetto è semplice: si tratta di un bacio furtivo tra due


giovani vestiti in costumi medioevali. La scena è ambientata
sulle scale di un antico palazzo. Potrebbe sembrare una scena
d’amore tra una giovane coppia ma alcuni dettagli rivelano un
contenuto politico e patriottico. Il ragazzo, coperto dal mantello,
con il berretto calato sugli occhi e il viso in ombra porta sul
fianco un pugnale nella cintura. Ciò ci suggerisce l’idea di un
cospiratore o di un rivoluzionario. Quel bacio dunque è un addio
all’amata prima di unirsi alla rivolta. Lo attende un altro
cospiratore, di cui si vede l’ombra sul fondo della stanza a
sinistra. Il piede appoggiato al gradino lascia intendere la
fugacità di quel gesto.
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ROMANTICISMO
LA PITTURA IN ITALIA
FRANCESCO HAYEZ (1791-1882)
Il senso di fuga e di addio è ribadito anche dall’ombra sulla sinistra
che sta avanzando dalle scale e che lascia intendere che stia
arrivando qualcuno. La fanciulla è completamente abbandonata al
bacio in una posa flessuosa evidenziata dal contrasto tra il celeste
cangiante, quasi metallico, della seta dell’abito e i colori caldi degli
abiti dell’uomo come il rosso acceso della calzamaglia. La scelta
cromatica è altamente simbolica. Accostando infatti l’azzurro, il rosso
e il bianco, Hayez allude alla bandiera della Francia, nazione alleata
dell’Italia nella conquista dell’Unità.

Il perfetto accordo dei colori, la sapiente resa delle luci e delle


ombre, l’atmosfera di mistero e la vaga ambientazione medievale,
hanno reso questo dipinto uno dei soggetti più sfruttati per la
pubblicità e per molte famose scene del cinema.
Fotogramma del film Senso di Luchino Visconti (1954)

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LA PITTURA IN ITALIA: FRANCESCO HAYEZ (1791-1882) ROMANTICISMO
Hayez realizza altre tre versioni dell’opera in cui gli Il bacio, prima versione- Il bacio, terza versione- 1861,
elementi cromatici diventano ancora più espliciti. La 1859, Pinacoteca di Brera Collezione privata
seconda versione del Bacio (acquerello su carta di formato Milano
ovoidale) si trova oggi alla Pinacoteca Ambrosiana di
Milano (1859). Nella terza versione del 1861, anno
dell’Unificazione, Hayez sostituisce l’azzurro della veste
con il neutro bianco, (dichiarazione di amore patriottico per
l’ Unità d’Italia). Quest’opera nel 2008 viene stata battuta
all’asta da una delle case d’asta più famose del Regno
unito ed acquistata. La quarta e ultima versione era stata
inviata all’Esposizione universale di Parigi del 1867. Qui il
mantello del giovane ha un risvolto di un verde brillante e
quindi quello che nelle altre versioni era appena accennato
(l’alleanza tra l’Italia e la Francia), qui è ribadito con
chiarezza. Il Bacio nasconde un significato di sincero Il bacio, quarta versione-
patriottismo: è il bacio simbolico tra due nazioni 1867, Collezione privata,
Parigi
rappresentate dai colori delle rispettive bandiere. La fodera
verde del mantello, la calzamaglia rossa indossata
dall’uomo e il velo bianco posato sui gradini formano il
tricolore italiano. La federa verde, la calzamaglia rossa e il
blu dell’abito della donna formano la bandiera francese.
Hayez si spegne nel 1882 a Venezia a 91 anni dopo aver
insegnato per quasi trent’anni all’Accademia di Brera. Il
suo apporto alla storia dell’arte, oltre ai meriti artistici, è
anche di tipo ideologico: è lui che insieme ad Alessandro Il bacio, seconda versione- 1859,
acquerello su carta, Pinacoteca
Manzoni e Giuseppe Verdi, ha creato l’immaginario e la Ambrosiana Milano,
cultura dell’Italia unita.
L’ARCHITETTURA
ROMANTICISMO

La ricerca dei valori nazionali porta alla riscoperta


dei modelli romanici, gotici e rinascimentali.
Nasce l’ECLETTISMO, uno stile che comincia a
delinearsi a partire dal terzo decennio del secolo
risultante dall’unione di stili diversi ripresi dalle
epoche precedenti. È un tipo di architettura che,
in tutta Europa, si sviluppa di pari passo con
l’affermarsi della classe borghese, che sempre
più acquista importanza non solo dal punto di vista
economico ma anche sotto il profilo politico.

Il Caffè Pedrocchi (1831-1839) a Padova di


Giuseppe Jappelli (ingegnere e architetto) è un
esempio di ecclettismo italiano. Si tratta di una
struttura in forme neoclassiche costituita da due
corpi laterali in stile dorico che si innestano su un
elegante corpo centrale corinzio. Dotato della
moderna illuminazione a gas, il caffè fu arricchito
dall’aggiunta della pasticceria, Il Pedrocchino, in
stile neogotico con guglie e archi acuti trilobati.

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OTTOCENTO

Opéra di Parigi
L’ARCHITETTURA

Si tratta soprattutto di edifici civili,


pubblici e privati, come l’Opéra di
Parigi (1861-1875) e il palazzo di
Giustizia di Roma (1889-1911) in stile
neorinascimentale, ma anche
religiosi come la facciata della
cattedrale di Santa Maria del Fiore, Palazzo di Giustizia a Roma
a Firenze, in stile neoro-manico.
La facciata principale del teatro
dell’Opéra di Parigi (1861-1875),
progettato dall’architetto Garnier,
presenta nella parte bassa possenti
archi rinascimentali, nella fascia
intermedia una scansione di doppie
colonne giganti, un attico ricco di
fregi (stile barocco) e una cupola
schiacciata in rame. Duomo di Firenze

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Palazzo del Parlamento- Charles Barry e A. W. N.
ROMANTICISMO Pugin- 1840-1868, Londra

IL ‘GOTHIC REVIVAL’ IN INGHILTERRA


Per i romantici il Medioevo non è solo un periodo ricco di
fascino e mistero. E’ il tempo delle origini nazionali, l’epoca
in cui si è formata l’anima di ogni popolo europeo. Per i
romantici riscoprire il medioevo significa ritrovare le proprie
radici nazionali. L’architettura gotica costituisce l’esempio
più evidente della creatività di quel periodo storico.
Il ‘Gothic Revival’ è un fenomeno che interessa non solo
l’architettura ma anche le arti decorative (mobili, gioielli).

Nel 1834 nel bando di concorso per la costruzione del nuovo Palazzo del Parlamento di LONDRA distrutto da
un incendio, viene richiesto l’utilizzo di stili nazionali, il gotico o l’elisabettiano*. L’edificio, progettato da
Charles Barry, consisteva in una mescolanza dei due stili. La pianta e la struttura hanno la grandiosità degli
edifici cinquecenteschi inglesi, mentre il rivestimento esterno e la decorazione dell’interno, affidata ad
Augustus Welby Northmore Pugin, rigoroso sostenitore del revival medioevale, è in puro stile gotico.

Elisabettiano: stile architettonico che si sviluppa in Inghilterra durante il regno di Elisabetta I (1533-1603) caratterizzato da un
linguaggio tipicamente rinascimentale.

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EUGÈNE VIOLLET-LE-DUC: ROMANTICISMO
IL ‘RESTAURO STILISTICO o INTEGRATIVO’
Con la riscoperta dell’architettura gotica cresce anche
l’attenzione nei confronti degli edifici del passato,
spesso rovinati dall’incuria. In Francia l’attività
dell’architetto-ingegnere Eugène Viollet-le Duc si
concentra soprattutto sul restauro di grandi monumenti
medioevali. Il suo progetto di riportare questi edifici
all’antico splendore è lontano dai principi moderni del
restauro. Per Viollet-le-Duc restaurare significa
ripristinare l’originaria struttura medioevale, eliminando
ogni aggiunta successiva e ricostruendo le parti
mancanti secondo i modelli originari o in mancanza di
documenti, secondo deduzioni e confronti. Eugène Viollet-le-Duc Mura di Carcassonne
dopo il restauro 1852-1879

Un esempio di questo tipo di restauro che ai nostri occhi può apparire arbitrario è la ricostruzione delle Mura
di Carcassonne, cittadella fortificata del sud della Francia, in cui vengono completamente inventati i merli
della cinta muraria, le coperture coniche delle torri e le porte della città. Oggi si cerca di rispettare ogni singola
testimonianza delle varie epoche (stratificazioni storiche) rendendo visibile al fruitore il cambiamento subito
dall’edificio.
La stessa tendenza vale anche in campo pittorico e scultoreo. Non si possono ‘integrare’ le parti mancanti
arrivando in molti casi a inventare alcuni elementi.

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OTTOCENTO L’ARCHITETTURA DEGLI INGEGNERI

Intanto con l’avvento della Rivoluzione industriale si


sviluppa un nuovo modo di fare architettura con
materiali innovativi e tecnologie all’avanguardia: in
questo caso si parla di “architettura degli ingegneri”.
Le scoperte tecniche forniscono nuovi materiali
come il ferro e la ghisa che consentono di costruire
ambienti grandiosi in cui le strutture anziché essere
la risultante di una fusione “eclettica” di tanti stili
diversi, si rivelano nella loro forma essenziale,
portante, realizzate con elementi metallici
prefabbricati, modulari,montati in cantiere.
La figura dell’ingegnere assume sempre più
importanza e cresce sempre più il divario con la
figura dell’architetto. Le occasioni che rendono
necessaria la costruzione di strutture razionali e
moderne sono soprattutto le esposizioni universali
che si tengono nelle maggiori capitali nella seconda
metà dell’Ottocento.

Si tratta di imponenti esposizioni delle ultime novità della tecnica, dell’arte, dell’artigianato. In pratica sono
la vetrina attraverso cui le maggiori potenze mondiali mostrano lo sviluppo e la potenza raggiunta.

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OTTOCENTO L’ARCHITETTURA DEGLI INGEGNERI

Alla prima esposizione universale organizzata


a Londra nel 1851,ne succedono molte altre a
New York, Parigi, Vienna, Philadelphia,
Amsterdam.
Una delle prime realizzazioni in ferro e vetro è
il Crystal Palace, realizzato a Londra in
occasione dell’Esposizione Universale da
Joseph Paxton, un costruttore di serre. Si
tratta di una gigantesca serra in ferro e vetro
che copre un’area di più di 70.000 metri
quadrati. La struttura è costituita da cinque
navate su cui si innesta una sorta di transetto
a volta che consente di non abbattere gli
alberi secolari del parco dove viene elevato
l’edificio. La struttura offre il vantaggio della
rapida edificabilità e del rapido smontaggio.
Infatti, l’edificio fu ricostruito nella periferia di
Londra e nel 1936 fu distrutto da un incendio.
Il Cristal Palace è un edificio moderno in cui
gli elementi di separazione tra interno e
esterno sono ridotti al minimo. I vuoti
prevalgono sui pieni rendendo lo spazio
quasi completamente trasparente, come nelle
cattedrali gotiche dalle grandi vetrate che
sostituivano le pareti murarie romaniche.

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OTTOCENTO L’ARCHITETTURA DEGLI INGEGNERI

L’esempio più famoso di “architettura degli ingegneri” è


comunque la Torre Eiffel edificata tra il 1887 e il 1889 per
Esposizione Universale di Parigi del 1889 dall’ingegnere Gustav
Eiffell. La costruzione fu concepita come ingresso monumentale
temporaneo all’area espositiva e con cui si celebrava il
centanario della Rivoluzione Francese. E’ alta 324 m e composta
da più di 18.000 pezzi. Doveva essere smontata dopo 20 anni ma,
servendo da antenna radio, non fu più demolita.

L’ingegnere Gustave Eiffel, è anche


l’autore della struttura della Statua
della Libertà di New York, alta 46 m
(quanto un palazzo di 15 piani), e
completata nel 1884.

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OTTOCENTO
L’ARCHITETTURA DEGLI INGEGNERI
In Italia il ferro e il vetro vengono
impiegati per le gallerie urbane (e per i
mercati) ambienti coperti da volte
trasparenti sotto cui si trovano negozi e
ristoranti. Sono famose la Galleria
Vittorio Emanuele II a Milano e la
Umberto I a Napoli sebbene se ne
possano trovare in tutte le maggiori città
italiane(Genova, Roma, Torino etc.).
Le strutture si sviluppano in quattro
bracci che terminano in altrettanti archi
di accesso in stile neorinascimentale.
Galleria Sordi, Roma

Galleria Umberto I, Napoli Galleria Mazzini, Genova Galleria Vittorio Emanuele II, Milano

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