- Il secondo punto è il criterio di verità: qualcosa è vero, solo se l’ho verificato empiricamente.
Filosofia come Hume escludono dal loro pensiero filosofico la metafisica perché la ragione non è
in grado di conoscere ciò di cui non possiamo fare esperienza diretta. L’empirismo da vita ad una
" filosofia che analizza il mondo umano, le sue esperienze nei vari ambiti della vita.Dice che il
fondamento della realtà e della scienza non esistono.
Hume
Afferma che il fondamento della scienza non esiste. Secondo lui l’uomo è razionale, ma anche
emotivo ed istintivo; la natura umana è fatta di ragione, ma anche di sentimento e di istinto .
Uomo= animale sociale che vive in una comunità; la natura umana dovrà anche comprendere
morale e politica. L’obbiettivo di Hume è studiare in modo sperimentale scienza, natura umana,
perché la natura umana è la capitale del regno del sapere. Ma l’uomo non può conoscerla tutta in
maniera completa con l’esperienza, è guidato dal sentimento, abitudine e non dalla ragione.
Hume dice che la scienza si basa sui fenomeni che si ripetono e non sull’esperienza che è
mutevole e può crollare da un momento all’altro.
Kant
Si trovava in disaccordo con gli empiristi e razionalisti ( cartesio e spinoza); non riteneva che la
loro filosofia fosse sufficiente per elaborare una risposta soddisfacente alla domande che si era
posto per continuare la ricerca del fondamento: Quale è il fondamento della scienza? E possibile
una metafisica come scienza ?
Da un lato i razionalisti dicevano che tutto ciò che si conosce è innato nel soggetto e che poi
viene dedotto, capito, scoperto…
Dall’altro, gli empiristi dicevano che si può arrivare a conoscere SOLO tramite l’esperienza.
Quindi, dalla parte dei razionalisti, si giungeva ad un sapere universale, mentre per gli empiristi, ad
un sapere comunicativo ( cha aumenta nel corso della vita ). Kant arrivò a trarre dei caratteri da
entrambe le correnti filosofiche, servendosi dei “ giudizi scientifici”.
La metafisica andava vanti producendo tante tesi contrastanti e viene vista come un sapere molto
incerto. Kant vorrebbe trovare il modo di dimostrare che la metafisica è scienza e fare un riordino
di tipo scientifico, a per farlo deve trovare il fondo della scienza. Non è possibile trovarlo perché
l’esperienza è mutevole. Si pone la domanda da se questo fondamento si trovasse da un’altra
parte. Kant si dichiara l’inventore di una sua rivoluzione copernicana : consiste nello spostamento
della visione della filosofia che la scienza compie dal soggetto e non più dall’oggetto.
OPERE DI KANT
La sua opera più famosa è ‘ CRITICA ALLA RAGION PURA” pubblicata nel 1781 solo che ,
siccome era troppo difficile da comprendere per la società del 700, Kant pubblico un’edizione
divulgativa con delle spiegazioni e dei chiarimenti sulla sua teoria. Negli anni successivi, tra le
molte opere da lui scritte, furono pubblicate le due opere che compongono la triade: CRITICA
ALLA RAGION PRATICA e CRITICA DEL GIUDIZIO.
Tre giudizi di Kant. Kant analizza i vari tipi di giudizio che abbiamo, possiamo rintracciare la parte
pura del soggetto. Analizza tre tipi di giudizio:
- ANALITICO: il passaggio dal predicato del soggetto non aggiunge nulla in più al soggetto. Non
aggiunge nessuna conoscenza.
- SINTETICO A POSTERIORI: ciò che si predica del soggetto aggiunge qualcosa al soggetto,
ma per farlo c’è bisogno dell’esperienza.
La parte pura del soggetto userà il giudizio sintetico a priori, per trovare il fondamento , che farà
arrivare ad una conoscenza prova di esperienza.
Kant dice: ‘ noi non possiamo conoscere l’oggetto in se’. L’oggetto in se lui lo chiama la cosa in
se. Qualsiasi cosa che io voglio valutare o conoscere , io non posso né valutarla ne conoscerla
perché dovrei entrare nella cosa per sapere cos’è in se stessa.
Hume dice che la mente, l’io non ha certezze. La scienza studia i fenomeni, non la realtà, non
cerca la verità.
Popper diceva che la scienza è una reta di pescatori calata sulla realtà.
Dice Kant che il limite è la cos in se, possiamo cercare il fondamento nelle strutture interiori nostre
che ci permettono parzialmente di conoscere le cose, dovremmo entrare dentro il soggetto ,
diventare essa stessa. Il fondamento non è nel fenomeno, ma è dentro me stesso che mi
approccio si fenomeni. Il limite è la cosa in se, dobbiamo attenerci solo alla sfera fenomenica.
Kant i dice che l’oggetto deve essere dato, non è sicuro che l’oggetto esista veramente perché
per lui non si può provare l’ oggettività della realtà .
I giudici sintetici a priori sono rappresentati da due principi: spazio e tempo , sono due intuizioni
pure a priori che rendono possibile la visone è la conoscenza delle cose, fanno parte della sfera
della nostra sensibilità. Mentre gli altri principi che fanno parte della sfera dell' intelletto sono:
sensibilità e conoscenza.
La sensibilità è la facoltà con cui gli oggetti ci sono dati attraverso i sensi e le forme di spazio e
tempo.
La ragione è la facoltà attraverso cui cerchiamo di spiegare la realtà mediante le idee di anima,
mondo e dio.
La “ critica della ragion pura” si suddivide in due parti: la dottrina degli elementi e dottrina del
metodo
La dottrina degli elementi si propone di scoprire quegli elementi della conoscenza che lui chiama
puri.
La dottrina del metodo consiste nel determinare l’uso possibile degli elementi a priori della
conoscenza.
L’estetica trascendentale studia la sensibilità e le sue forme a priori dello spazio e del tempo.
Oltre il fenomeno c’è la cosa in se che viene chiamata anche numero. Da una parte segna il limite
che è una parte del fenomeno che non vediamo e non possiamo conoscere . Oltre al limite
abbiamo anche la possibilità. Ogni volta che ci spingiamo oltre trattiamo la metafisica , scienze
che attraverso la dialettica parla di un oggetto che presumo di conoscere ma che secondo Kant
non si può conoscere.
La deduzione trascendentale si occupa di giustificare l’esistenza delle categorie . Kant dice che
l’uso delle categorie deve essere dedotto perché la deduzione in tribunale vuol dire dimostrare la
legittimità di una questione di fatto. Quindi le categorie sono dei concetti a priori attraverso i quali
l’uomo è capace di conoscere, e la loro appartenenza alla sfera del pensiero va giustificata. Qui
introduce un concetto importantissimo, l’io penso. L’ io penso è un luogo in cui tutti i processi
conoscitivi avvengono, ovvero è una condizione necessaria per la conoscenza. La condizione
necessaria del conoscere è possedere un luogo dove le informazioni vengono ordinate: processo
chiamato sintesi della conoscenza. La seconda condizione è che ci sia un soggetto in grado di
pensare per conoscere chiamato soggetto pensatore. L’ io penso quindi è identificato come
autocoscienza.
Il problema da chiarire è in che modo possono cooperare sensibilità e intelletto. Kant pensa che
esista una sorte di ponte rappresentato da ciò che egli chiama schema trascendentale. Questi
ponti vengono realizzati da una sorte di facoltà intermedia che Kant chiama immaginazione
produttiva. Questa immaginazione a partire da ciascuna categoria da vita ad una precisa struttura
temporale dentro la quale andranno ad inserirsi le intuizioni empiriche che ci provengono dalla
sensibilità. Per creare ciascuno schema, l’immaginazione produttiva parte da un concetto che
funziona come una regola.
Gli schemi trascendentali. Sono infatti delle regole attraverso cui l’intelletto condiziona il tempo in
conformità ai propri concetti a priori. Ciascuno schema rende possibile l’esperienza. Kant ci dice
che i concetti senza le intuizioni sono vuoti e le intuizioni senza i concetti sono ceche, pertanto se
non esiste il ponte restiamo con oggetti vuoti e intuizioni ceche. Potremmo dire che gli schemi
trascendentali sono le categorie calate nel tempo: abbiamo le categorie di relazione dove lo
schema è la permanenza , la successione e la simultaneità. Le categorie di modalità dove dove lo
schema è l’esistenza in un tempo qualsiasi, l’esistenza in un determinato tempo , l’esistenza in
ogni tempo. Le categorie di quantità dove