Palazzo di Venezia
GEBART S.P.A.
SU CONCESSIONE DEL
MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI
AA.VV.
Palazzo di Venezia
a cura di
Maria Giulia Barberini
Maria Selene Sconci
prefazione
Claudio Strinati
SOPRINTENDENZA SPECIALE PER IL SOMMARIO
PATRIMONIO STORICO, ARTISTICO ED
ETNOANTROPOLOGICO E PER IL
POLO MUSEALE DELLA CITTÀ DI ROMA Prefazione Pag. 5
Introduzione
MUSEO NAZIONALE DEL
PALAZZO DI VENEZIA Il Palazzo di Venezia Pag. 9
La storia del museo Pag. 13
Autori testi (sigle)
Fabrizio Antimi (FA)
Maria Giulia Barberini (MGB)
Lucia Calzona (LC) Museo Nazionale del Palazzo di Venezia
Pietro Cannata (PC)
Maria Letizia Casanova (MLC)
Pierfrancesco Fedi (PF) Scalone monumentale
Gianni Pittiglio (GP) Ingresso museo al piano nobile Pag. 17
Maria Selene Sconci (MSS)
Carolina Vigliarolo (CV)
Appartamento Cybo
Fonti iconografiche
Archivio e laboratorio fotografico della
La pinacoteca (Anticamera e sale 1-10) Pag. 21
Soprintendenza Speciale per il Patrimonio
Artistico, Storico ed Etnoantropologico e Passetto dei Cardinali
per il Polo Museale della Città di Roma
Le porcellane (Sala 11) Pag. 41
Editore
Gebart S.p.A.
Via Prenestina 685 – 00155 Roma
Appartamento Querini
Tel. 06 22582330 Arte medievale e sculture rinascimentali (Sale 12-13) Pag. 51
Fax 06 22754229
www.gebart.it
Palazzetto
Cura editoriale e coordinamento tecnico Le maioliche (Sale 14-15) Pag. 59
Stefania Spirito I bronzetti (Sale 16-17) Pag. 65
Progetto grafico I modelli e i bozzetti in terracotta (Sale 18-26) Pag. 81
Berardi Design L’armeria Odescalchi (Sala 27) Pag. 95
Fotolito
Pageservice, Roma Loggiato superiore del Palazzetto
Il lapidarium: la sezione dei marmi (entrata dalla sala 20) Pag. 109
Stampa
Miligraf, Roma
In copertina
Giorgione, Doppio ritratto, inizi del XVI sec.
Palazzo di Venezia, particolare Bibliografia Pag. 125
(© Foto Berardi Design) Indice delle opere e degli artisti Pag. 127
Si ringrazia Civita per aver contribuito alla
realizzazione del volume
l Museo Nazionale del Palazzo di Venezia ha finalmente una guida
Claudio Strinati
Soprintendente
PALAZZETTO DI VENEZIA
LOGGIA
DELLE BENEDIZIONI
BIBLIOTECA
DI
ARCHEOLOGIA
BASILICA CORTILE
DI SAN MARCO
LOGGIATO
B
CAPPELLA DELLE GRAZIE
“MADONNELLA A C
DI SAN MARCO”
INGRESSO
MUSEO
PIANO TERRA
A Biglietteria e bookshop
B Scalone monumentale
C Ascensori
27
17
D GIARDINO DI PAOLO II
16
15
14
E
LOGGIA
DELLE BENEDIZIONI D 13
12
SALA DEL
PAPPAGALLO
SALA DELLE
FATICHE
D’ERCOLE BASILICA
O DEI DI SAN MARCO
CORTILE
PARAMENTI 11
SALA DEL
MAPPAMONDO
LOGGIATO
D E 10
3 4 9
SALA DEL CONCISTORO
B C 8
SALA REGIA
O DELLE BATTAGLIE
6
1 2 5 7
PIANO NOBILE
B Scalone monumentale
C Ascensori Mostre temporanee
D Depositi Sale non visitabili
E Bagni
Ipotetica ricostruzione del palazzo cardinalizio, poi sviluppato nella mole pontificia.
9
I L PA L A Z Z O D I V E N E Z I A
Il viridarium o giardino di Paolo II. residenza, detto appunto appartamento Cybo. Sede della corte pon-
tificia alternativa al Vaticano, l’edificio paolino ospita, tra gli altri,
Paolo III Farnese (1534-1549) che vi soggiorna per qualche tempo.
È sua l’idea di collegare, attraverso strutture pensili, il palazzo apo-
stolico con una torre-belvedere che fa costruire sul colle capitolino, a
sinistra della chiesa dell’Aracoeli. E suo è anche l’intervento di chiu-
sura di 21 arcate del viridario (1537).
L’edificio rimane residenza papale fino al 1564, anno in cui viene ce-
duto in uso da Pio IV Medici alla Repubblica Veneta come residenza
per i suoi ambasciatori che lo abiteranno in ‘condominio’ con i car-
dinali titolari, sempre veneziani. Le aree in comune – la scala, il cor-
tile e la sala Regia – saranno fonti di continue controversie. L’edificio
viene diviso in due: i cardinali di San Marco useranno d’ora in poi
l’ala prospiciente l’attuale via del Plebiscito (appartamento Cybo); gli
ambasciatori l’ala verso l’attuale piazza di Venezia (appartamento
Barbo e Saloni) Alla fine del Cinquecento, durante il lungo soggiorno
del cardinale Francesco Pisani (1527-1570), viene aggiunta la sala an-
golare, oggi chiamata sala Altoviti, lungo l’attuale via del Plebiscito.
Seguono anni di difficile convivenza tra i due ‘coinquilini’, mentre i
pontefici faranno del palazzo un uso sempre più saltuario. Dopo un
Giovanni Dalmata (?), il portale su XVII secolo di quasi completa decadenza, si rinnova qualche inte-
piazza Venezia. resse per l’edificio a partire dal 1714, anno in cui il balcone è ag-
11
giunto alla finestra centrale della facciata su piazza Venezia. Nel 1730 Vestibolo d’ingresso su piazza Venezia.
l’ambasciatore Niccolò Erizzo porta a termine la chiusura dei loggiati
del viridarium che diventerà da questo momento, di fatto, il palaz-
zetto di Venezia. Nel 1729 lo scultore Carlo Monaldi realizza la fon-
tana che adorna il cortile grande con l’allegoria di Venezia che sposa
il mare. Nel 1733-34 il cardinale Angelo Maria Querini trasforma il
cammino di ronda di via degli Astalli in un passaggio coperto, chia-
mato passetto dei Cardinali.
Con il trattato di Campoformio (1797) l’edificio passa in proprietà
dell’impero austro-ungarico, come residenza dei suoi ambasciatori.
Nel 1909-10 il ‘palazzetto’ viene demolito per ampliare piazza Vene-
zia e rendere visibile il Monumento a Vittorio Emanuele II. Gli archi-
tetti italiani e austriaci lo riscostruiscono nell’area attuale, modificando
all’esterno l’orginaria pianta trapeizoidale, oggi quadrata, e sacrifi-
cando all’interno due archi per ogni lato. Il palazzo rimane all’Austria Il cortile del palazzo in una foto di
fino all’agosto del 1916, anno in cui viene rivendicato dal governo ita- fine Ottocento.
liano che fa intraprendere i lavori di restauro, diretti da una commis-
sione presieduta dal conte Volpi e costituita da un gruppo di specialisti
Luigi Marangoni, Corrado Ricci, Federico Hermanin, Armando Bra-
sini e Domenico Bartolini. Negli anni 1924-30 viene costruita la
nuova scala su via del Plebiscito, opera del Marangoni. Il Brasini pro-
getta la decorazione delle pareti della sala del Concistoro, che diventa
12
Una foto d’epoca prima dello la sala delle Battaglie; e nella sala del Mappamondo viene rifatto il pa-
spostamento del palazzetto. vimento a mosaico su disegno di Pietro D’Achiardi. Federico Her-
manin, direttore del Museo Nazionale, dirige la ricostruzione delle
decorazioni pittoriche delle grandi sale. Nell’edificio restaurato (pa-
lazzo e palazzetto) vengono allestiti il Museo del Medioevo e del Ri-
nascimento e la Biblioteca dell’Istituto Nazionale di Archeologia e
Storia dell’Arte. Dal 1929 le sale di rappresentanza del palazzo ven-
gono destinate a sede del Capo di Governo e del Gran Consiglio del
Fascismo, che lo utilizza fino alla sua ultima seduta (24 luglio 1943).
Questa parte del palazzo è oggi sede di mostre temporanee ed eventi
culturali; mentre l’appartamento Cybo è sede permanente del Museo
Nazionale del Palazzo di Venezia le cui collezioni sono allestite lungo
un percorso di 27 sale. [MGB]
L A S TO R I A D E L M U S E O
Nel 1929 il palazzo fu scelto da Benito Mussolini come sede del Capo del
governo e il Museo, che pure conservò formalmente la sua denomina-
zione ed il suo ordinamento, fu praticamente chiuso e divenne visitabile
solo dietro autorizzazione degli organi di pubblica sicurezza.
Dopo la parentesi della Seconda Guerra Mondiale, in seguito a consistenti
lasciti e a numerose donazioni pubbliche e private, l’istituzione culturale
romana ha a poco a poco definito la sua fisionomia museale: il Museo
conserva materiali artistici di varia natura ed epoche storiche che occupano
praticamente tutto il piano nobile dell’edificio, fatta eccezione per i sa-
loni monumentali e l’appartamento Barbo (normalmente utilizzati per
ospitare mostre temporanee): gli ampi locali dell’appartamento Cybo; il
passetto dei Cardinali e tutte le sale storiche che si snodano lungo il peri-
metro del Palazzetto San Marco.
Risalgono alla fine degli anni Ottanta del Novecento i lavori che hanno
definito l’attuale fisionomia del museo: dalla sistemazione museografica
La sala del Concistoro: l’armeria della quadreria (Sale 1-10) a quella del corridoio dei Cardinali, con la
Odescalchi nell’allestimento degli anni lunga galleria che oggi ospita la collezione delle porcellane, a quella delle
Settanta del Novecento. sezioni dei bronzetti rinascimentali, dei bozzetti in terracotta e dell’arme-
15
ria (Sale 11-27). Appartiene invece alla storia recente del Museo l’apertura,
nell’anno 2006, del Lapidarium allestito nel suggestivo loggiato superiore
del Palazzetto di Venezia. Tale intervento ha musealizzato circa 120 marmi
erratici di età romana, medievale e rinascimentale per lo più provenienti
dallo storico sito occupato dalla basilica di San Marco e dallo stesso Pa-
lazzo di Venezia costituenti parte della collezione storica museale.
Sono in corso i lavori per l’allestimento, al piano terra del Palazzo,
della nuova sezione dedicata ai cassoni quattro-cinquecenteschi del
museo. [MSS]
I CAPOLAVORI e prime dieci sale del Museo, che ospitano la sezione dei
Il ritratto del pontefice Paolo II Barbo a Roma già nel 1451 con una bottega sguardo vivo, indirizzato verso sini-
poggia su base ovale dove è inciso il assai ben organizzata. Il pontefice, ri- stra. L’importanza del ruolo viene af-
suo nome, l’origine e la carica. L’opera vestito degli abiti e dei simboli della fidata alla sontuosa sopravveste, alla
rientra nel genere messo a punto a sua autorità sacrale, presenta una grande fibula diamantata e al pre-
Firenze nella seconda metà del Quat- espressione insieme ieratica e volitiva, ziosissimo copricapo ornato con tre
trocento a seguito della lezione natu- ben diversa dal rarefatto distacco del corone (triregno) che ostentano la
ralistica di Donatello. Proprio al ritratto di profilo suggerito dallo stu- passione di Barbo per l’oreficeria di
valore dell’individuo, al rinato amore dio delle medaglie e monete antiche. cui fu collezionista.
per l’arte classica e all’aderenza a sti- Il volto, largo e robusto, solcato al lato Il taglio orizzontale al di sotto delle
lemi di nobile eleganza lineare, si col- della bocca da rughe che increspano spalle ricorda il genere del busto-re-
lega lo scultore Paolo Romano, attivo anche la fronte, è caratterizzato dallo liquiario medievale. [MGB]
3 Stemma ligneo
di Paolo II Barbo
1468-70
Legno di pioppo policromo
200x200 cm
N. inv. 4057
Già nel Palazzo di Venezia
Lo stemma riproduce l’arme ponti-
ficia di Paolo II (1464-71): un leone
rampante in campo azzurro, sor-
montato dalla tiara e dalle chiavi in-
crociate. A incorniciare l’insieme è
una ghirlanda d’alloro intagliata,
cinta da nastri, che in parte con-
serva la doratura originaria. Il
grande pannello costituiva un lacu-
nare del soffitto di uno dei saloni
dell’appartamento papale, verosi- riscoperto durante i lavori di re- torno al 1450. A suo nome risul-
milmente quello della sala del Map- stauro effettuati a partire dal 1916 tano diversi pagamenti per i lavori
pamondo. Venne rimosso nel 1715 (v. Introduzione). nel cantiere paolino, tra cui i soffitti
per lasciare spazio alle profonde L’opera è assegnata a Giovannino della basilica di San Marco, del log-
trasformazioni volute dall’amba- de’ Dolci, architetto e intagliatore giato del giardino e delle sale del
sciatore veneto Niccolò Duodo; fu fiorentino, trasferitosi a Roma in- piano nobile del palazzo. [GP]
24 APPARTAMENTO CYBO - LA PINACOTECA
Paolo Veneziano
(documentato dal 1333-ante 1362)
5 Angeli musicanti
Metà del XIV sec.
Tempera su tavola
61x38 cm
N. inv. 7698
Collezione Tower-Wurts (1933)
7 Cristo e l’adultera
Inizi del XVI sec.
Tempera su tavola
93x121 cm
N. inv. 5815
Dono di Robilant (1930)
8 Doppio ritratto
Inizi del XVI sec.
Olio su tela
80x75 cm
N. inv. 902
Collezione Ruffo di Motta Bagnara
(1919)
Lorenzo Sabbatini
(Bologna 1530 ca.-Roma 1576)
Sabbatini, formatosi a Bologna e ope- a Roma da papa Gregorio XIII Bon- pinto, in sintonia con la vicenda bio-
rante negli anni Sessanta del Cinque- compagni (1572-85), suo concitta- grafica del pittore, fonde componenti
cento in Palazzo Vecchio a Firenze al dino, per dirigere alcuni cicli pittorici veneto-emiliane con quelle della ma-
fianco di Vasari, venne poi chiamato del Palazzo Apostolico Vaticano. Il di- niera tosco-romana. [GP]
Lelio Orsi
(Novellara, Reggio Emilia 1508 ca.-1587)
Maestro dell’Incoronazione
Christ Church
(attivo a Firenze 1360-80 ca.)
15 Sposalizio mistico
di Santa Caterina
Seconda metà del XIV sec.
Tempera su tavola
130x122 cm
N. inv. 10445
Dono Mussolini (1940)
16 Natività di Cristo
Seconda metà del XV sec.
Tempera su tavola
117x75,5 cm
N. inv. 7695
Collezione Tower-Wurts (1933)
La tavola, che rappresenta una Nati-
vità, s’inserisce all’interno di una tipo-
logia iconografica molto diffusa in
ambito fiorentino e conosce molte-
plici varianti compositive. Attorno al
gruppo centrale della Sacra Famiglia –
idealmente incorniciata dalla capanna
con la mangiatoia – sono i Santi Cate-
rina d’Alessandria, Giovanni Evangelista,
Lorenzo e Maddalena. Più in basso due
Angeli e San Giovannino, inginocchiato
accanto a Gesù, adagiato in terra. In
alto, Dio Padre e la Colomba dello Spirito
Santo sono posti in asse con il Bam-
bino secondo una consueta iconogra-
fia trinitaria; ai lati sono angeli
musicanti e l’Annunciazione, bipartita ai
lati del tetto della capanna. La figura
dell’uomo orante sulla destra, ritratto
a mani giunte, è identificabile con Lo-
renzo il Magnifico, autorizzando l’ipo-
tesi di una committenza medicea.
La bottega di Lippi, alla quale l’opera è
stata riferita, è una delle più rilevanti
nella Firenze dell’epoca: in essa si for-
mano artisti del calibro di Sandro Bot-
ticelli e dello stesso Pesellino. [GP]
Ciro Ferri
(Roma 1634-1689)
Donato Creti
(Cremona 1671-Bologna 1749)
21 Ballo di ninfe
1725
Olio su tela
140x114 cm
N. inv. 872
Collezione Ruffo di Motta Bagnara
(1919)
Tiberio Titi
(Firenze 1578-1637)
Francesco Solimena
(Canale di Serino, Avellino 1657-Barra,
Napoli 1747)
24 Le Nozze di Cana
Prima metà del XVIII sec.
Olio su tela
115x155 cm
N. inv. 877
Collezione Ruffo di Motta Bagnara
(1919)
Carlo Maratti
(Ancona 1625-Roma 1713)
Orazio Borgianni
(Roma 1578 ca.-Roma 1616)
Alessandro Algardi
(Bologna 1598-Roma 1654)
28 Battesimo di Cristo
1646 ca.
Terracotta dorata, con tracce
di patina in argento
58x51 cm
N. inv. 13474
Acquisto Pratesi (2004)
Giorgio Vasari le pitture murali furono ricomposte divinità classiche che reggono i singoli
(Arezzo 1511-Firenze 1574) nell’attuale ambiente nel 1929 a cura mesi. Gli altri mesi si riferiscono fe-
di Federico Hermanin, primo diret- delmente alla tradizione iconografica
29 Affreschi Altoviti tore del Museo Nazionale del Pa- delle attività umane, per lo più legate
1553 lazzo di Venezia. alla coltivazione della terra. In ognuna
Pitture a fresco staccate e riportate Eseguite nel 1553 da Giorgio Vasari, delle dodici raffigurazioni sono rap-
Palazzo Altoviti (1929) le composizioni pittoriche si rag- presentati, anche se non tutti chiara-
gruppano attorno alla rappresenta- mente visibili, i segni zodiacali. I
La sala Altoviti, posta a conclusione zione centrale dell’Omaggio a Cerere, quattro riquadri monocromi illu-
dello storico appartamento Cybo costituita da un gruppo di ben dodici strano il mito di Cerere e Trittolemo,
del Palazzo di Venezia, prende il figure che porgono offerte alla dea il figlio del re d’Eleusi, cui la dea inse-
nome dalla decorazione a fresco e della terra. I due riquadri laterali rap- gna l’arte della coltivazione della terra
stucchi che occupava la volta dello presentano l’Arno incoronato da Fi- affidandogli il compito di diffonderne
studiolo sito al piano terra del pa- renze e il Tevere incoronato da Roma; la pratica e il significato: Cerere allatta
lazzo cinquecentesco del celebre alle estremità una Zuffa di Tritoni e una Trittolemo, Cerere sottopone Trittolemo
banchiere fiorentino Bindo Altoviti, Zuffa di Centauri. Sui peducci della al rituale del fuoco (per dargli vita
situato sulla sponda sinistra del Te- volta sono disposti, due su ogni lato eterna), Cerere affida a Trittolemo la sua
vere all’altezza di Ponte Sant’Angelo. breve, quattro sui lati lunghi, i dodici missione, Cerere riparte alla ricerca di
Staccate nel 1888, quando i lavori di scomparti con le personificazioni dei Proserpina.
arginatura del Tevere avevano impo- Mesi. Marzo e Aprile, rappresentati ri- Nella volta Altoviti sono presenti inol-
sto la distruzione della dimora ro- spettivamente da Marte e Venere, se- tre alcuni ritratti che fanno precisi ri-
mana della grande famiglia fiorentina, guono l’iconografia connessa alle ferimenti al presente di Bindo Altoviti:
ANTICAMERA E SALE 1-10 37
Vasari ha infatti l’abitudine di inserire tente Bindo è presente nella raffigu- tava assiduamente. I tre medaglioni in
ritratti di amici e committenti nei suoi razione sotto le spoglie del sacerdote stucco in opera sulle pareti rappre-
dipinti, magari celati in abiti d’epoca e ammantato di giallo che offre l’anfora sentano altrettante divinità classiche
mescolati ai personaggi della narra- a Cerere; accanto a lui appare il volto simboleggianti gli elementi, poste su
zione. È ravvisabile l’autoritratto di di tre quarti di un altro sacerdote la cocchi trainati dagli animali ad esse
Vasari nelle vesti di un contadino che cui fisionomia è palesemente riferibile sacri: Vulcano e Cerbero (Fuoco), Net-
miete il grano nel riquadro del mese all’immagine di Michelangelo Buonar- tuno e i cavalli marini (Acqua), Giunone
di luglio, anche il volto del commit- roti che Vasari in quegli anni frequen- e i pavoni (Aria). [MSS]
Manifattura napoletana
33 Portantina Ruffo
XVIII sec.
Legno, tempera, velluto
176x88x104 cm
N. inv. 3861
Collezione Ruffo di Motta Bagnara
(1919)
Francia, manifattura Samson loto. Il pezzo per forma (la larga co-
(Parigi) lonna di balaustra), tipo di decoro
(1873-tuttora in funzione) (la coppia di fenici, simbolo di feli-
cità coniugale, in un giardino tra
37 Potiche in smalti policromi sul rocce e grandi peonie) e scelte cro-
tipo della “Famiglia rosa” matiche (gli smalti di tipo “Famiglia
cinese rosa”) potrebbe sembrare cinese.
Seconda metà del XIX sec. Tuttavia, malgrado la presenza di
Porcellana e smalti tutti questi elementi, si nota una in-
56,4 cm congruità nelle soluzioni decorative
N. inv. 7753
adottate, nel timbro dei colori e
Collezione Tower-Wurts (1933)
nella costruzione spaziale. Il vaso ri-
sulta un ottimo esempio di quella
Il vaso, in coppia con un altro non produzione di geniale imitazione,
esposto, è dotato di un coperchio a apertamente ispirata da prototipi
calotta ribassata e tesa obliqua, sor- cinesi, della manifattura Samson
montato da un pomo a bocciolo di père et fils. [MLC]
SALA 11 45
Giappone, manifattura Arita pone nella seconda metà del XVII se-
(prefettura di Saga) colo. Una beltà femminile (bijin) in-
(periodo Meiji: 1868-1912) dossa un ampio kimono foderato
dalle lunghe maniche, fermato all’al-
38 Statuina femminile in smalti tezza della vita dalla cintura (obi) ter-
policromi Imari minante con un ampio fiocco; sotto
Ultimo quarto del XIX sec. s’intravede il sottokimono (juban). La
Porcellana e smalti giovane, leggermente piegata in
44,3 cm avanti, trattiene nella mano sinistra
N. inv. 8554/1
una piccola borsa, mentre con l’altra
Collezione Tower-Wurts (1933)
solleva un lembo della veste, sco-
prendo parte del piede che calza il
La pregevole statuina risale alla prima tabi. La raffinata decorazione floreale
fase del periodo Meiji (1868-1912) ed di abito e accessori testimonia anche
è riconducibile alla produzione delle l’eleganza della tradizione tessile
manifatture di Arita nella tipica tavo- giapponese.Tali statuine erano molto
lozza Imari (blu cobalto sotto co- ricercate sul mercato e non è raro
perta, fissato ad alte temperature e trovarne di simili, caratterizzate,
smalti rosso ferro e oro, cotti quindi però, da differenti decori nelle vesti
a basse temperature) ideata in Giap- o da diverse posture. [PF]
46 PASSETTO DEI CARDINALI - LE PORCELLANE
43 Servizio dell’Ombrellino
1736-38 ca.
Porcellana e smalti
Composto da 270 pezzi
N. inv. 3317-3585 bis
Collezione Ruffo di Motta Bagnara
(1919)
San Pietroburgo, Manifattura cittadine; nel nostro caso la tesa po- fronti di tutti i generi e di tutti gli stili.
Imperiale lilobata di un blu profondo, percorsa Ciò è tanto più vero nel caso della
(1750-1918) da fronde e motivi in oro a leggero porcellana russa e della fabbrica im-
rilievo, incornicia una veduta dell’Ac- periale. Operante dal 1750 sotto
44 Piatto ornamentale cademia delle Scienze di San Pietro- l’egida della zarina Elisabetta, figlia di
1830-40 burgo. Il vedutismo su porcellana, che Pietro il Grande, e portata da Cate-
Porcellana policroma realizza una sorta di contaminazione rina II al massimo del suo splendore,
D. 23,5 cm tra l’oggetto di lusso e il quadro, ebbe essa soffrì di una cronica mancanza di
N. inv. 8606/1
la sua massima voga nella prima metà identità subendo dapprima l’influsso
Collezione Tower-Wurts (1933)
del XIX secolo, testimonianza signifi- della manifattura di Meissen e suc-
cativa di una globalizzazione ante lit- cessivamente di Sèvres. Il pezzo qui
Il piatto fa parte di una serie di quat- teram delle arti figurative, praticata dal esaminato appartiene all’epoca di Ni-
tro, illustranti altrettante architetture positivismo ottocentesco nei con- cola I (1825-55). [MLC]
Spagna, Manifattura del Buen Laterano, appartenente alla grandiosa barocca e tardobarocca romana te-
Retiro serie degli Apostoli, eseguiti su com- stimonia altresì l’impegno a riscattare
(1759-1812) missione del cardinale Benedetto un’attività pur sempre artigianale,
Pamphilj a partire dal 1706. Esem- qual è la porcellana, dai limiti angusti
45 L’apostolo Andrea plata sull’originale omonimo realiz- del ‘mestiere’, elevandola al rango di
1765 ca. zato da Camillo Rusconi (1709), arte.
Porcellana policroma l’opera costituisce una testimonianza La manifattura del Buen Retiro, filia-
47 cm del filone ‘colto’ della fabbrica, fon- zione di Capodimonte in Spagna,
N. inv. 7950
data a Capodimonte per volontà di dopo la designazione del sovrano
Collezione Tower-Wurts (1933)
Carlo III di Borbone (1743). Essa si borbonico a re di quel Paese (1759),
rifà a soggetti letterari, mitologici e potenziò la produzione plastica a ca-
Il personaggio, il cui pendant, presente religiosi sulla scorta di testi e figura- rattere sacro nei suoi esiti di teatra-
ugualmente in esposizione, raffigura zioni legati alle più qualificate espres- lità, di enfasi, di calda e preziosa
l’apostolo Pietro, riproduce libera- sioni della cultura italiana e europea. policromia, entro la quale può ragio-
mente la scultura dello stesso sog- Nel nostro caso, l’adeguamento a nevolmente collocarsi il nostro
getto collocata in San Giovanni in modelli della scultura monumentale pezzo. [MLC]
SALA 11 49
APPARTAMENTO QUERINI
ARTE MEDIEVALE E SCULTURE RINASCIMENTALI
Sale 12-13
52 APPARTAMENTO QUERINI – ARTE MEDIEVALE E SCULTURE RINASCIMENTALI
51 52
Gregorio VII (1073-85) e finanziata dal ricco mercante amalfitano Pan-
taleone. La porta, ancora oggi in situ, venne gravemente danneggiata
dall’incendio del 1823 che distrusse la basilica, riedificata in forma me-
dievale da Pasquale Belli e Luigi Poletti (1823-28).
La sala successiva, da cui si accede a un’area oggi destinata a mostre tem-
poranee dedicate alla maiolica, ospita opere di differente tipologia e da-
54 a 54 b
tazione: i marmi con le Storie di san Girolamo (Fig. 54); tre mobili
53 rinascimentali decorati a intarsio, tra cui la Credenza con edifici merlati
e turriti; un Orciolo biansato da farmacia con versatoio (XVI sec.), della
manifattura di Montelupo, con lo stemma della famiglia fiorentina Ros-
selli; due statue lignee, una Santa di ambito padovano e una Puerpera,
54 c 54 d
in origine parte di un gruppo più articolato raffigurante una nascita,
(non sappiamo se di Maria, Giovanni Battista o Gesù). Dalla sala se-
guente si accede al palazzetto di Venezia, l’antico viridarium di Paolo
I capolavori sono contrassegnati da
un quadratino. II, spostato tra il 1910 e il 1913 (v. Introduzione). [GP]
SALE 12-13 53
Manifattura campano-laziale
Manifattura dell’Europa centrale confessione della basilica di San Pie- tere episcopale, la mitra e il faldistorio
(mosana?) tro in Vaticano. La nicchia, situata sotto (sedile ecclesiastico).Tutt’intorno, nel-
l’altare papale, contiene l’urna di l’arco e alla base, sono rappresentati
49 Lunetta della Nicchia dei Palli bronzo in cui sono riposte le sottili gli Apostoli e i Profeti: i primi tengono le
1215 ca. stole bianche (palli) consegnate dai Sacre Scritture, fatta eccezione per
Bronzo dorato pontefici agli arcivescovi secondo un Pietro che stringe le chiavi con la
30x66 cm rito che risale al VI secolo. mano sinistra e benedice con la de-
Deposito Santuario di Santa Maria La decorazione della lunetta sul recto stra; i secondi recano cartigli.
delle Grazie in Vulturella è concentrata sul concetto di Cristo- Sul verso è incisa la scena della con-
(Mentorella), Capranica Prenestina
(1955)
Agnus Dei e Porta della Salvezza, le due segna dei palli, con il pontefice al
raffigurazioni sono poste in asse nel centro e i ventiquattro arcivescovi
La lunetta venne realizzata all’epoca di tondo centrale, circondate dai simboli neoeletti attorno a lui. È quasi del
Innocenzo III (1198-1215) come co- degli Evangelisti e sormontate da un tutto perduta l’originaria decora-
ronamento della Nicchia dei Palli nella secondo clipeo con i simboli del po- zione in smalto. [GP]
SALE 12-13 55
Manifattura bizantina
50 Trittico Casanatense
Prima metà del X sec.
Avorio
23,5x14,3 cm (centrale),
21x7,5 cm (laterali)
N. inv. 1490
Castel Sant’Angelo (1920),
già coll. Barberini (1748),
poi Biblioteca Casanatense (1907)
Manifattura bizantina
51 Cofanetto nuziale
con Storie di David
Seconda metà del IX sec.
Avorio
12x6,2x11,7 cm
N. inv. 1491
Castel Sant’Angelo (1920),
già Museo Kircheriano (1874)
SALE 12-13 57
Mino da Fiesole
(Mino di Giovanni, detto)
(Papiano, Perugia 1429-Firenze 1484)
PALAZZETTO LE MAIOLICHE
Sale 14-15
60 PALAZZETTO - LE MAIOLICHE
Manifattura di Bagnoregio
55 Brocca da farmacia
con emblema di San Benedetto
1652
Maiolica a smalto berettino
con decorazione policroma
19,5x15 cm; 9,7 cm (orlo)
N. inv. 4990
Farmacia del monastero
di San Pietro di Montefiascone
(1919)
Manifattura romana
Maestro di Pio II
(attivo nel settimo decennio del XV sec.)
63
antiquario, colto ed esperto: nel periodo di maggiore fortuna agiva in un
62 proprio palazzo, fra i più aristocratici della via Sistina. Nel suo studio,
confortato da un’ampia biblioteca, transitavano opere d’alto valore, solo
i bronzetti rimanevano a costituire la sua collezione privata, non com-
merciabile; gli intenditori e la buona società romana erano ammessi ad
ammirarla nelle ampie vetrine, celate da pesanti tende di velluto che
72 76
Barsanti di volta in volta scostava lentamente con calcolata liturgia. L’im-
magine dell’antiquario-collezionista acquistò un diverso spessore
quando, nel 1922, editò il monumentale ed elegante catalogo della col-
81 lezione, redatto da un esperto come Ludwig Pollak e presentato dal
77 grande Wilhelm Bode: nello stesso anno Barsanti era ricevuto affabil-
mente nelle due corti romane.
Il 25 ottobre 1963 una collezione di 113 bronzetti e placchette fu ge-
nerosamente donata al museo dall’ambasciatore Giacinto Auriti (1883-
1969), che aveva svolto la sua carriera negli Stati Uniti, in Spagna, in
Romania e, dal 1921 al 1933, in Austria: in quel tempo Vienna era il
principale centro di studio e commercio dei bronzetti, e in questa città
Auriti frequentò lo storico Leo Planiscig, al quale fu legato da sincera
amicizia e che, tra il 1922 e il 1933, fu suo consigliere nell’acquisto dei
bronzetti. Trasferitosi a Tokio, Auriti si appassionò della cultura orien-
tale divenendo collezionista di bronzi asiatici: anche questa raccolta fu
donata in vita e ora è esposta nel Museo Nazionale di Arte Orientale a
I capolavori sono contrassegnati da
un quadratino. Palazzo Brancaccio. [PC]
SALE 16-17 67
Severo da Ravenna
(Severo Calzetta, detto)
(Ferrara o Ravenna 1465/1475 - Ravenna
ante 1538)
62 Satiro inginocchiato
con conchiglia
1500-30
Bronzo, patina bruna rosso scura,
tracce di lacca nera
31x23,3x14x14 cm
N. inv. 9236
Collezione Barsanti (1934)
63 Caprone
1510-20 ca.
Bronzo, patina bruna, lacca nera
21x22,5x9 cm
N. inv. 9235
Collezione Barsanti (1934)
Il mondo della natura è tra i soggetti
frequentemente raffigurati dagli arti-
sti attivi a Padova nel Quattrocento. Il
Caprone proposto dal Riccio sottin-
tende un significato recondito: l’ani-
male, emblema di vitalità e di
sensualità nel mondo classico, è la vit-
tima sacrificata alle divinità pagane,
sempre presente nei miti dionisiaci
(Erodoto, Euripide, Orazio). Qui ha il anche nelle raffigurazioni cristiane. dell’artista, raffiguri il caprone che, se-
corpo tosato, solo alcune ciocche del Caratteristica ricorrente in alcune condo un rito annuale prescritto a
vello sono state risparmiate secondo opere del Riccio è la commistione di Mosè, veniva approntato per essere
un ordine preciso, tra le corna reca elementi del mondo classico con altri immolato a Dio, per ripristinare l’ar-
una corona d’alloro, pianta simbolica desunti dalla Bibbia: è da presumere monia turbata e interrotta dal pec-
assunta dai pagani, ma adoperata che il bronzetto, uno dei capolavori cato degli israeliti (Lv., 16). [PC]
66 Satiro seduto
Metà XVI sec.
Bronzo, patina bruna chiara,
tracce di lacca
6x9x3 cm
N. inv. 10771
Collezione Auriti (1963)
67 Cavallo al passo
1606-1616
Bronzo, patina bruna
20,4x19x5,5 cm (senza base)
N. inv. 9294
Collezione Barsanti (1934)
Ferdinando Tacca
(Firenze 1619 – 1686)
70 Cavallo in posata
1650 ca.
Bronzo, vernice traslucida rossastra
e tracce di lacca nera
22x25x9 cm (senza base)
N. inv. 9292
Collezione Barsanti (1934)
71 Nettuno
1545 ca.
Bronzo, patina bruna,
lacca nera lucida
29,6x16x15,5 cm (senza base)
N. inv. 10782
Collezione Auriti (1963)
Padovano (Giammaria Mosca, natale da Enea: lo sguardo è volto pa- anche se è chiara la derivazione da
detto il) teticamente lontano, dove ormai una incisione di Marcantonio Rai-
(Padova 1495/99-Cracovia 1574) deve trovarsi la nave dell’amato in mondi: la regina, il cui corpo affuso-
fuga da Cartagine. Lo scultore evoca lato è avvolto dalle pieghe impetuose
72 Didone lo sconforto della regina seguendo il della veste ed emerge completa-
1525-1535 racconto di Virgilio nell’Eneide, brano mente dal fondo, si approssima alle
Bronzo, altorilievo notissimo ed esaltato dagli scrittori fiamme che alte si levano dalla pira,
15,1x9,8 cm pagani, ma che sollecita la pietà anche abbandonando presso l’albero le
N. inv. 10824
di quelli cristiani, come Tertulliano, armi dell’infedele troiano. Mosca raf-
Collezione Auriti (1963)
Girolamo, Agostino (che confessa di figura la passione e il dolore di Di-
aver pianto sulle vicende della regina done per l’abbandono secondo i
Nel rilievo è raffigurata Didone che suicida). Di rara bellezza è la raffigu- moduli neoclassicisti dei Lombardo,
si appresta a uccidersi con l’arma do- razione di Didone nel piccolo rilievo, in particolare di Tullio. [PC]
74 PALAZZETTO - I BRONZETTI
Alessandro Vittoria
(Trento 1525-Venezia 1608)
76 Suonatore di cornamusa
1580-1600
Bronzo, patina bruna
con trasparenza rossiccia
10,5x6,8x5,2 cm (senza base)
N. inv. 10810
Collezione Auriti (1963)
Riccio (Andrea Briosco, detto il) nelle ali della figura femminile. La
(Trento 1470-Padova 1532) complessità dell’allegoria manifesta
il mondo erudito frequentato dal
79 Allegoria della Giustizia Riccio, costituito da committenti
1510-15 aristocratici, umanisti e dotti neo-
Bronzo dorato platonici, docenti dell’università di
D. 4,9 cm Padova: l’artista fu un uomo colto,
N. inv. 10589/6
dotato di una fantasia che elaborò
Acquisto Finaly (1958)
raffigurazioni d’estrema eleganza
formale, dove personaggi drappeg-
La Fama incorona con l’alloro un fan- giati classicamente agiscono o sono
ciullo alato, forse emblema della Virtù presentati in una immobilità non
umanistica; l’iscrizione “ISA”, incisa sfiorata dal tempo. I fori nel piccolo
sulla tavoletta presso la palma al cen- rilievo lasciano intendere una delle
tro, è da intendere come l’abbrevia- frequenti utilizzazioni della plac-
zione di IVSTITIA. chetta: cucita sul berretto o sul-
Se il significato della composizione l’abito di un gentiluomo, è un
rimane in parte oscuro, palese è emblema di raffinata eleganza as-
l’armonia della raffigurazione: così i sunto quale manifestazione del suo
rami della palma si trasformano pensiero. [PC]
Anonimo
(attivo a Roma nel XV sec.)
Alessandro Algardi
(Bologna 1598-Roma 1654)
81 Cristo portacroce
1650 ca.
Bronzo, patina naturale bruno scura
18x25x15 cm (senza base)
N. inv. 51
Acquisto Fallani (1919)
Alessandro Algardi
(Bologna 1595-Roma 1654)
84 Ritratto di Clemente X
1670
Bronzo
D. 28,5 cm
N. inv. 1637
Castel Sant’Angelo (1920)
Andrea Guardi
(attivo nel quinto decennio del XV sec.)
Guido Reni
(Bologna 1575-1642)
Alessandro Algardi
(Bologna 1598-Roma 1654)
Alessandro Algardi
(Bologna 1598-Roma 1654)
Melchiorre Caffà
(Vittoriosa, Malta 1638-Roma 1667)
Michel Maille
(documentato 1668-1703)
96 Re David
1682-84
Terracotta
36x29x8,5 cm
N. inv. 13265
Collezione Gorga (1948)
La terracotta raffigura re David con cole Ferrata, furono affidati alcuni la-
la cetra suonata dall’angelo ed è il vori in stucco e successivamente i
modello per la figura in stucco posta monumenti funebri di Ercole e Luigi
sul cornicione della controfacciata Bolognetti.
nella chiesa romana di Gesù e Maria Nel modello è apprezzabile l’ele-
al Corso. L’opera, realizzata tra il ganza e la forza plastica con cui i
1682 e il 1684, faceva parte degli in- corpi di David e dell’angelo si stac-
terventi di restauro e rinnovo della cano dal piano di fondo. Di grande
chiesa voluti da monsignor Giorgio interesse, infine, sono i segni metrici
Bolognetti a partire dal 1678 e di- tracciati sulla sinistra della terra-
retti da Carlo Rainaldi. Allo scultore cotta necessari per il riporto in
francese Michel Maille, allievo di Er- scala dell’opera. [CV]
SALE 18-26 89
Pierre Le Gros
(Parigi 1666-Roma 1719)
97 Monumento funebre
di Innocenzo XI
1697
Terracotta
56x41x28 cm
N. inv. 10656
Ufficio Esportazione (1960)
Nel bozzetto, eseguito per il sepolcro
di Innocenzo XI Odescalchi (1676-
89), il ritratto del pontefice è rac-
chiuso in un medaglione sorretto da
un angelo e da una figura femminile
panneggiata rappresentante l’Allego-
ria della Fede. Tale schema, ripreso
dalla scultura funebre classica, costi-
tuisce un netto sovvertimento della
tradizione barocca del sepolcro pa-
pale, che prevedeva il pontefice pro-
tagonista centrale del monumento.
La composizione dello scultore fran-
cese non solo fa sue, ma radicalizza le sepolcro del cardinale Lelio Falco- San Pietro. Non a caso, infatti, il pro-
innovazioni che Bernini aveva appor- nieri (1669) in San Giovanni dei getto di Le Gros non venne scelto e
tato alla metà del secolo in monu- Fiorentini, il cui modello è esposto il cardinal nipote, Livio Odescalchi,
menti funebri, come quello di suor nella sala precedente. È ancor più committente dell’opera, gli preferì la
Maria Raggi in Santa Maria sopra Mi- evidente la portata rivoluzionaria versione proposta da Carlo Maratta
nerva (1647-53; vedi n. 93). Esso fu ri- di questo modello se si pensa che ed eseguita da Pierre Etienne Mon-
preso anche da Ercole Ferrata nel l’opera era destinata alla basilica di not. [GP]
Pietro Bracci
(Roma 1700-73)
101 Oceano
1758 ca
Terracotta
40x26x17 cm
N. inv. 1190
Castel Sant’Angelo (1920)
Italia
106 Mazza
1300-50
Ferro
75x5,5 cm (impugnatura 13 cm);
1.350 g
N. inv. 11959
Collezione Odescalchi (1959)
Germania
Germania
Italia settentrionale
111 Brigantina
1490-1500
Farsetto in tela, lamelle in acciaio
con punzone, maglia di ferro
60x40 cm; 6.600 g
N. inv. 12103
Collezione Odescalchi (1959)
Italia
113 Spadona
XVI sec.
Ferro acciaioso
124,3 cm (lama 95,7 cm; elsa 28,6
cm); 1.966 g
N. inv. 11829
Collezione Odescalchi (1959)
Germania
Germania meridionale
Venezia
Francia
Italia
Giovanni Stradano
(Jan van der Straet)
(Bruges 1523-Firenze 1605)
stemma imperiale d’oro con l’aquila con finti opali, mentre sul margine in- delle grandi vittorie militari del padre
bicipite caricata dello stemma Medici; feriore del verso è la firma dell’artista Cosimo I, da cui ereditò il granducato
più avanti lo stendardo bianco con la fiammingo, attivo alla corte dei Me- proprio nel 1574. Alcuni decenni più
croce rossa di Sant’Andrea della ca- dici: IO. STRADENSIS FLANS. tardi i Medici entrarono in possesso
valleria di Carlo V; sul fondo è l’inse- La rotella venne commissionata da di un’altra splendida rotella: la celebre
gna francese rossa con la croce Francesco I per il ventennale della Medusa di Caravaggio (Firenze, Gal-
bianca. Incornicia la scena un bordo battaglia, come celebrazione di una leria degli Uffizi). [GP]
Italia
Austria o Germania
Johan Pichler truppe francesi di cavalleria leggera, cia, che ne denotano l’uso venatorio,
(documentato a Monaco nel 1596-1625) armate di pistola, attive alla fine del figure mitologiche, allegorie con iscri-
XVI secolo. La carabina ha una canna zioni in latino, la lupa con i gemelli, e
124 Carabina a ruota da caccia quadra, liscia e brunita; marcata, ai lati la cena di Damocle con il tiranno
1600 della culatta (estremità posteriore Dioniso (episodio legato alla nota
Fornimenti in ferro, cassa in noce della canna), con un orso ritto tra le metafora della spada di Damocle, nar-
con intarsi in corno iniziali “IP”, riferite a Johan Pichler. Il rato da Cicerone, Tuscolanae Disputa-
123,4x17,5x9,5 cm; 3.700 g
meccanismo di sparo (piastra, ruota, tiones, v. 61-62). Un cartiglio, con le
N. inv. 11298
Collezione Odescalchi (1959) briglia, cane) presenta parti in bronzo iniziali “IP”, è presente anche sull’im-
dorato e cesellato, con due arpie ad- pugnatura con la data “1600”; sul sot-
dossate e una scimmietta rovesciata. tocalcio è inciso lo stemma di
Il nome di questo tipo di fucile, corto La cassa in noce è decorata con in- Ernesto di Baviera, principe elettore
e leggero, deriva dai carabins, le tarsi in corno inciso con scene di cac- di Colonia (1583-1613). [FA]
LOGGIATO SUPERIORE DEL PALAZZETTO
IL LAPIDARIUM: LA SEZIONE DEI MARMI
Entrata dalla sala 20
110 LOGGIATO SUPERIORE DEL PALAZZETTO - IL LAPIDARIUM: LA SEZIONE DEI MARMI
I CAPOLAVORI ornando indietro, verso l’uscita del Museo, ci si fermi alla sala
Giovanni di Stefano da Siena guito della decisione di edificare il alle estremità due figure inginoc-
(notizie dal 1366-91) Monumento a Vittorio Emanuele II. chiate e oranti, identificabili, grazie
Sotto il piccone del nuovo piano ur- alla soprastante iscrizione, con Fran-
125 Transenna con due donatori banistico finì anche il chiostro dei cesco dè Felici e sua moglie Cate-
1372 padri francescani della chiesa di rina, appartenenti a una nobile
Marmo bianco Santa Maria in Aracoeli. Qui, sopra famiglia romana titolare di una cap-
70x236,7x15 la porta di ingresso al convento, era pella collocata nell’antica chiesa ma-
N. inv. 1159
stata murata fin dal 1565 la tran- riana. L’attribuzione allo scultore
Santa Maria in Aracoeli; Tabularium
(1888); Castel Sant’Angelo (1911) senna marmorea del tabernacolo senese Giovanni di Stefano, una
trecentesco, che recingeva nell’area delle poche figure note, attive a
presbiteriale l’immagine della Ma- Roma nel tardo XIV secolo, è stata
Tra il 1885 e il 1888 furono attuate donna di San Luca. avanzata per affinità stilistiche con i
tutte le demolizioni previste sulla Caratterizzata da tre rosoni circo- rilievi del tabernacolo di San Gio-
sommità del colle capitolino a se- lari tutti diversi, la lastra raffigura vanni in Laterano (1367). [MGB]
Drudo da Trivio lancata è ricavato il foro di uscita del- a fianco di maestranze che attende-
(notizie dal secondo quarto del XIII sec.) l’acqua e collegato con festoni vege- vano a decorazioni marmoree d’or-
tali alle due protomi di leone e nato, ispirati dalle fonti classiche, per
126 Lavabo con protomi e festoni d’ariete posizionate ai margini destro oggetti con funzione liturgica (altari,
1230-40 e sinistro. Lungo il bordo superiore cibori, amboni).
Marmo bianco e inferiore corrono due iscrizioni, la Il repertorio decorativo della vasca
23x120x36,3 cm seconda delle quali particolarmente – il mascherone, le protomi, e le ghir-
N. inv. 1809
importante perché dà notizia del lande – dichiara immediatamente una
Scavi (1870); Museo Nazionale
Romano (1907); maestro: il marmoraro romano ripresa di questo linguaggio antico,
Castel Sant’Angelo (1919-20) Drudo da Trivio, attivo a Roma (Santa avvicinando la produzione dell’autore
Maria Nova) e nel Lazio (duomo di agli intenti suggeriti dalla bottega dei
Civita Castellana e cattedrale di Fe- Vassalletto nei chiostri di San Gio-
Il lavabo è decorato sulla fronte con rentino) tra il 1210 e il 1240. Lo scul- vanni in Laterano e di San Paolo fuori
un mascherone dalla cui bocca spa- tore lavora nei cantieri dei Cosmati, le mura. [MGB]
112 LOGGIATO SUPERIORE DEL PALAZZETTO - IL LAPIDARIUM: LA SEZIONE DEI MARMI
Arte romana di età imperiale due Vittorie alate, il busto togato l’Inverno, rimane solo un’ala; segue
(epoca di Alessandro Severo: 222-235 d.C.) del giovane defunto ritratto con l’Autunno con la cacciagione in
una corta capigliatura, grandi occhi mano; mentre, sulla destra, compa-
129 Sarcofago con Vittorie alate incisi, bocca minuta. Sotto, è scol- iono il genio dell’Estate con la falce
e mito di Ganimede pita la scena centrale con il pastore e le spighe e quello della Primavera
230 d.C. Ganimede, “il più bello dei mortali”, con il cesto dei fiori. Nell’angolo
Marmo lunense rapito dall’aquila di Zeus. Ai lati del estremo è raffigurato Oceano che
54x138x9,5 cm rilievo sono collocate le figure dei trattiene un mostro marino. I temi
N. inv. 8952
Geni di stagione, simboli dell’eterno delle Vittorie e delle Stagioni, molto
Collezione Mattei (1933)
rinnovamento della vita e che, ori- diffusi nel III e IV secolo d.C., cele-
La fronte del sarcofago raffigura al ginariamente, dovevano essere brano l’apoteosi dell’adolescente
centro, dentro il clipeo sorretto da quattro. Attualmente del primo, rapito alla vita. [MGB]
Arte romana di età imperiale pertinente, raffigura, a sinistra, l’erma Dioniso di cui Priapo era figlio. Il co-
(epoca di Antonino Pio: 138-161 d.C.) di Priapo, il dio preposto alla fertilità perchio cuspidato è ornato da ma-
e alla custodia delle vigne e dei giar- schere di giovani satiri, eroti volanti
130 Sarcofago
con eroti dini, con la tunica sollevata e ripiena con ghirlande, aquile e volto di Me-
vendemmianti di melograni e uva. Seguono due dusa, resi con grande attenzione al
150 d.C. ca. eroti con grani di incenso e frutti; dettaglio.
Marmo lunense mentre un terzo putto trascina un L’intera figurazione del sarcofago è
26,6x143,5x39 cm; capro destinato al sacrificio. La se- legata al culto dionisiaco collegato
coperchio: 9,9x143x38 cm
conda scena raffigura la vendemmia al concetto di trasformazione e al
N. inv. 8785
Collezione Mattei (1933) con cinque eroti, molto simili tra superamento della morte: tema pre-
loro, intenti alle diverse fasi della rac- diletto nell’ambiente alessandrino di
colta, fino alla pigiatura dell’uva. Sui età ellenistica e utilizzato nella pro-
Il sarcofago infantile con eroti ven- lati del sarcofago sono raffigurati duzione funeraria di età imperiale
demmianti, integro e con coperchio grandi grifi, animali sacri ad Apollo e romana. [MGB]
114 LOGGIATO SUPERIORE DEL PALAZZETTO - IL LAPIDARIUM: LA SEZIONE DEI MARMI
Bottega di Andrea Bregno della Carità è confermata dal motivo e attiva bottega, raggiungendo una
(Osteno, Como 1418-Roma 1503) della torre che san Pietro affida alla meritata fortuna tanto da essere raf-
Vergine, identificata con la celebre figurato dal Perugino nell’affresco
132 Madonna con Bambino tra i torre già dei Frangipane (chiamata della cappella Sistina in Vaticano nel
santi Pietro e Paolo anche della Scimmia), ancora visibile riquadro della Consegna delle chiavi
Fine XV sec. sul palazzo di via dei Portoghesi. Il (1481-82). Da notare la inconsueta
Marmo di Carrara marmo, frammento di un ignoto conformazione concava della nicchia
80x155x18,5 cm complesso scultoreo smembrato, è di fondo sulla quale si stagliano i per-
N. inv. 10412
avvicinato alla produzione dello sonaggi: modulo ripreso forse dal
Palazzo Scapucci;
Castel Sant’Angelo (1911) scultore lombardo Andrea Bregno. monumento funebre del cardinale
L’artista aveva svolto un ruolo fon- Roverella (†1476), eretto dal Bregno
L’appartenenza del rilievo all’edificio damentale nella Roma di fine Quat- nella basilica di San Clemente.
di proprietà della Congregazione trocento grazie anche a una grande [MGB]
ENTRATA DALLA SALA 20 115
Manifattura medio-orientale
Firenze
Venezia
La piccola cassa è caratterizzata dai materiale costoso sui lati maggior- cassoni che fungevano tanto da con-
delicati decori floreali in pastiglia do- mente destinati al degrado. tenitori che da sedili.Anch’esso ha su-
rata, la cui finezza attesta tanto la de- Il recente restauro ha evidenziato un bito dei rimaneggiamenti, sia nella
stinazione ornamentale del prezioso precedente intervento riferibile al- doratura che nel cuscino. Questo in-
oggetto quanto la provenienza da una l’inizio del XX secolo, che ha com- fatti è costituito da una tavola di legno
bottega di ambito veneziano tra fine portato alcuni rimaneggiamenti. Il di abete ricoperto da due strati di
Quattrocento e inizio Cinquecento. In fronte è composto da tre tavole stoffa, la prima un velluto dello stesso
tale ambito infatti le produzioni erano originali, riassemblate dopo il No- tipo presente nel fronte, mentre
caratterizzate dal rilievo poco ag- vecento. Nella parte inferiore è at- quella sottostante è invece una tela in
gettante e delicato della pastiglia con tualmente visibile una tavola più lino e seta lanciata in seta, con un mo-
disegno minuto, a corredo di un og- stretta dipinta in azzurro e al di sotto tivo geometrico risalente al secolo
getto dalla forma squadrata, scandita nello zoccolo un’altra dorata e lavo- XVI a sua volta cucito su una tela di
da cornici che inquadrano motivi geo- rata in pastiglia, ma in origine la di- lino. I lati corti sono ricoperti di una
metrici. Le facce laterali sono deco- sposizione era invertita. Il coperchio tela rossa dipinta con tempera ocra,
rate con una imitazione dipinta di un piano è decorato con un cuscino bor- materiale di recupero ricavato da vec-
ricco broccato di seta, soluzione uti- dato da una cornice dorata, a confer- chi dipinti applicati con il colore verso
lizzata probabilmente per risparmiare mare la destinazione comune a molti il legno. (LC)
124 CASSONI DEL XV E XVI SECOLO
Italia settentrionale
Questo originale cassone si caratte- verarsi a una fonte presumibilmente lavorazione del cuoio) di tutta la
rizza per la particolare finitura in pa- dell’amore. Infatti, il motivo generale superficie, che trova perfetta cor-
stiglia trattata a finto cuoio e dipinta della decorazione sembra essere rispondenza nelle tematiche icono-
in alcune parti applicata sui tre lati chiaramente legato al tema nuziale, grafiche del primo Quattrocento,
della struttura. Il fronte di questo come confermano sia la comparsa ma anche in alcuni dettagli esecu-
originale cassone è scompartito da della scritta “amore”, ancora leggi- tivi, come la tipologia degli incastri
cornici decorate con volute e mo- bile sopra una delle volute della cor- a coda di rondine tipica dei manu-
tivi floreali in tre riquadri, all’interno nice dipinte in blu, sia la presenza fatti provenienti dalle aree del
dei quali sono raffigurati motivi aral- speculare della coppia di stemmi. Sui Nord Italia di questo periodo.
dici: ai lati, con due leopardi affron- lati brevi compare invece un motivo Come spesso accade in questo tipo
tati con elmo con cimiero a forma a rosone. di manufatti, nei successivi passaggi
di uccello e lambrecchini (orna- La cifra stilistica della decorazione di proprietà sono stati abrasi gli
mento araldico) che sostengono rimanda chiaramente a un ambito stemmi, in particolare quello di si-
due stemmi e, al centro, i medesimi tardogotico, anche nel grafismo nistra, ma anche quello di destra è
animali, raffigurati nell’atto di abbe- della fine punzonatura (tecnica di scarsamente leggibile. (LC)
Firenze
ALLEVI P., Museo d’Arti Applicate. Armi lain. Famille Verte, Famille Rose, Londra, CHECA CREMADES F. (a cura di), Velazquez,
bianche, Milano, 1998 1987 Bernini, Luca Giordano. Le corti del Ba-
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INDICE DEGLI ARTISTI E DELLE OPERE 127
Sono elencati soltanto gli artisti le cui opere Della Porta, Guglielmo Danza di ninfe nel Maestro di Staffolo Madonna della Miseri-
vengono riprodotte nel volume. bosco 76 cordia 28
I capolavori sono segnalati in grassetto. Di Nuto (?), Nicola Madonna col Bambino 29 Maestro ispiratore dello Zoppo Laocoonte 68
Di Stefano, Francesco vedi Pesellino Maille, Michael Re David 88
Drudo da Trivio Lavabo con protomi e festoni Manifattura Arita (prefettura di Saga, Cina)
A 111 Statuina femminile in smalti policromi
Algardi, Alessandro Battesimo di Cristo 36; Imari 45
Busto di Innocenzo Pamphilj X 33; Cristo F Manifattura bizantina Cofanetto nuziale con
portacroce 78; Riposo durante la fuga in Ferrata, Ercole Tritone 87 Storie di David 55; Trittico Casanatense 55
Egitto 79; San Filippo Neri e l’angelo 85; Ferri, Ciro Sposalizio di santa Caterina 31 Manifattura campano-laziale Cassa detta “di
San Nicola da Tolentino 85; Santi e beati Ferrucci del Tadda, Romolo (attribuito a) Terracina” 53
della Compagnia di Gesù 84 Contadino cacciatore di uccelli 70 Manifattura del Buen Retiro (Spagna) L’apo-
Ambito romano Croce dipinta 28; Quattro Firenze Cassone con le quattro Virtù cardinali stolo Andrea 48
mensoloni figurati 115 e coppie di centauri in legno dorato e pasti- Manifattura dell’Europa centrale (mosana?)
Anonimo Cinque amorini che giocano 77 glia 123; Cassone con putti reggifestone, Lunetta nella Nicchia dei Palli 54
Anonimo francese Coppia di coniugi 39 stemma e candelabre 124 Manifattura dell’Italia centro-meridionale
Arte romana Pontefice sul fadistorio 54 Francia Corazza da bambino con croce di Cristo Pantocrator 56
Arte romana di età imperiale Ara funeraria Malta 103 Manifattura di Bagnoregio Brocca da farma-
di Iulia Iusta 112; Rilievo egizio 114; Sar- cia con emblema di san Benedetto 61
cofago con eroti vendemmianti 113; Sarco- G Manifattura di Castelli Vaso da farmacia serie
fago con leoni che azzannano una preda 19; Germania Armatura “alla massimiliana” 99; Orsini-Colonna 63
Sarcofago con Vittorie alate e mito di Gani- Daghetta da duello 101; Guarnitura da cac- Manifattura di Doccia (Sesto Fiorentino, Fi-
mede 113; Testa femminile 37 cia 106; Pellegrina da maglia 99 renze) Ganimede e l’aquila 46
Aspetti, Tiziano Figura Allegorica (La Fede?) Germania meridionale Celata 98; Elmetto da Manifattura di Jingdezhen (Jiangxi, Cina)
74 cavallo 102 Piatto in smalti policromi della Famiglia
Aspetti, Tiziano vedi Minio Tiziano Giambologna Contadino con bastone (Vian- verde 43; Potiche in smalti policromi della
Austria (o Germania) Balestra a martinetto dante) 76; Suonatore di cornamusa 75 Famiglia rosa 44; Servizio dell’ombrellino
da caccia 106 Giammaria Mosca vedi Padovano 47; Vaso rouleau con decoro bianco e blu 43
Giorgione (Giorgio o Zorzi da Castelfranco, Manifattura imperiale (San Pietroburgo)
B detto) Doppio ritratto 26 Piatto ornamentale 48
Barbieri, Giovan Francesco vedi Guercino Giovanni di Stefano da Siena Transenna con Manifattura Kyō-Satsuma (Kyōto, Giap-
Beato Angelico Volto di Cristo 30 due donatori 111 pone) Vaso a sagoma di bottiglia 45
Bernini, Gian Lorenzo Angelo con il titolo 86; Grandi, Girolamo e Francesco Satiro seduto Manifattura medio-orientale Stendardo otto-
Memoria a Suor Maria Raggi 87; Ritratto 69 mano della battaglia di Lepanto 119
di Clemente X 79; Testa del Moro 86 Guardi, Andrea Croce figurata a doppia Manifattura napoletana Portantina Ruffo 39
Bernini, Gian Lorenzo (bottega di) Croce faccia 83 Manifattura romana Bacino con stemma del
d’altare e figure di santi 38 Guercino, San Pietro piangente 35 cardinale Marco Barbo 62; Brocca della Spe-
Borgianni, Orazio Cristo morto con tre do- zieria di Santo Spirito in Saxia 61; Mar-
lenti 35 I gella da pozzo 112
Boulogne, Jean vedi Giambologna Isaia da Pisa (bottega di) Lastra tombale del Manifattura romano-laziale (?) Madonna col
Bracci, Pietro Oceano 91 cardinale Giovanni Berardi 115 Bambino 53
Bregno, Andrea (bottega di) Madonna con Italia Cappuccio da falcone con manichino Manifattura Samson (Parigi, Francia) Potiche
Bambino tra i santi Pietro e Paolo 114 105; Mazza 97; Morione a cresta 104; Ro- in smalti policromi sul tipo della Famiglia
Briosco, Andrea vedi Riccio tella “da carosello” o da parata 103; Spadona rosa cinese 44
101 Maratti, Carlo Cleopatra che scioglie la perla
C Italia settentrionale Bacinetto a visiera 98; in una coppa di vino 34
Caffà, Melchiorre Sant’Eustachio tra i leoni Brigantina 100; Cassone nuziale con motivi Mazzuoli, Bartolomeo Benedetto XIII Orsini
88 araldici con leopardi 124; Elmetto “alla sa- 90
Calzetta, Severo vedi Severo da Ravenna voiarda” 100 Minio, Tiziano Nettuno 72
Cavaceppi, Bartolomeo Marco Aurelio 92 Mino da Fiesole, Storie di San Girolamo 57
Cavallini Pietro (cerchia di) Testa di Cristo L Mino di Giovanni vedi Mino da Fiesole
27 Le Gros, Pierre Monumento funebre di Inno- Mochi, Francesco (attribuito a) Angelo 71
Cobaert, Jacob Cornelisz Croce d’altare e fi- cenzo XI 89 Mosca, Giammaria vedi Padovano
gure di santi 38 Lippi, Filippo Natività di Cristo 30
Crespi, Maria Giuseppe Mosè salvato dalle Ludovisi, Bernardino Allegoria della Carità O
acque 32 90 Orsi, Lelio Compianto sul Cristo 27
Creti, Donato Ballo di ninfe 32
M P
D Maestro del Dittico Sterbini Dittico Sterbini Pacetti, Vincenzo Pio VI Braschi 93
Dal Moro, Giulio Il Redentore 74 24 Pacher, Michael (cerchia di) San Michele
De’ Barbari, Niccolò Cristo e l’adultera 25 Maestro dell’Incoronazione Christ Church sconfigge il demonio 31
De’ Dolci, Giovannino Stemma ligneo di Sposalizio mistico di santa Caterina 29 Padovano (Giammaria Mosca, detto il)
Paolo II Barbo 23 Maestro di Pio II Madonna col Bambino 63 Didone 72
128 INDICE DEGLI ARTISTI E DELLE OPERE