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UNIVERSO STELLARE

Per millenni, dalle civiltà antiche a pochi secoli fa, il cielo e i fenomeni celesti sono stati
associati al Divino, a entità e potenze sovrannaturali... Nelle civiltà antiche astronomia e
astrologia erano interconnesse:
-misura del tempo
-predizione del futuro

COS’E’ L’ASTROLOGIA?
L’ astrologia è un complesso di credenze e tradizioni,
prive di fondamento scientifico, secondo cui le posizioni e
i movimenti dei corpi celesti rispetto alla Terra influiscono
il destino dell’uomo. L’astrologia si può dividere in due
grandi branche: quella caratteriale e quella previsionale.
La prima definisce i tratti della personalità del soggetto a
partire dalla sua data di nascita, la seconda prevede il
futuro, più o meno prossimo.

Chi pratica l’astrologia si chiama astrologo e la sua divinazione è chiamata oroscopo. Il


termine “oroscopo” deriva dalla lingua greca “horoscopos” e significa: osservare l’ora.
Anche in latino la parola conserva il medesimo significato: “horoscopus” significa infatti:
“ciò che indica il tempo”. L’invenzione dei dodici segni dello Zodiaco risale al 600 a.C.
Sono stati i Babilonesi ad inventare questi simboli corrispondenti ai dodici mesi dell’anno,
utilizzati ancora dalla moderna astrologia.
Dall'antichità fino al XVII secolo, tuttavia, col termine astrologia si indicava tutta
l'astronomia, di cui le previsioni astrologiche erano considerate una branca. Con la
rivoluzione scientifica, l'astrologia cessò di essere considerata parte dell'astronomia e
venne identificata come una pratica dell'occulto e una pseudoscienza.
Alcune civiltà antiche si sono dedicate all'osservazione dei fenomeni celesti e svilupparono
una propria astrologia come ad esempio quella babilonese, quella indiana, quella cinese e
quella maya. Si può dedurre che i principali punti di riferimento astrali fossero il Sole, la
Luna, Venere e la stella Sirio e alcune costellazioni (i due Carri, Orione).
Presso le corti mesopotamiche essa aveva l'obiettivo di prevedere eventi futuri nefasti
come guerre, carestie o politici. Nel periodo ellenistico l'astrologia cominciò a essere usata
anche per il riscontro di caratteristiche comportamentali delle persone, in base alla loro
data, ora e località di nascita. I primi manuali astrologici furono scritti in Mesopotamia ed
erano basati sulla convinzione che gli eventi terrestri fossero speculari a quelli celesti per
via della loro connessione.
La natura del cielo e la paura per fenomeni che non si spiegavano portò gli uomini a
creare miti e leggende basate sulla posizione «apparente» delle stelle. E’ per questo che i
nomi dei personaggi di quelle leggende hanno preso posto in alcune costellazioni del
cielo.
Aumentava così la conoscenza riguardante le
costellazioni, le cui apparizioni nel cielo con il
passare delle stagioni, permettevano di fare certi
collegamenti: il sorgere di un particolare gruppo di
stelle era ad esempio indice dell'avvicinarsi delle
inondazioni annuali o di una variazione delle attività
stagionali.
Una costellazione è un gruppo di stelle che formano
una linea o una figura immaginaria sulla sfera
celeste. Le costellazioni sono inoltre il fondamento
dell’astrologia, arte divinatoria secondo cui il
carattere e il destino degli uomini sono influenzati
dalle stelle come annunciato precedentemente.
L'Unione Astronomica Internazionale (UAI) divide il cielo in 88 costellazioni dai confini
precisi in modo tale che ciascun punto del cielo appartenga a una sola costellazione. Le
costellazioni visibili dalle latitudini settentrionali sono basate principalmente su quelle della
tradizione dell'Antica Grecia, e i loro nomi richiamano figure mitologiche come Pegaso o
Ercole; quelle visibili dall'emisfero australe sono state invece battezzate in età illuministica
e i loro nomi sono spesso legati a invenzioni del tempo, come l'Orologio o il Microscopio.
Le costellazioni che intersecano l'eclittica sono dette zodiacali. Esse sono
tradizionalmente 12, ma osservando bene la disposizione delle costellazioni nel cielo se
ne deve contare una in più, quella dell'Ofiuco, che porta il numero delle costellazioni
zodiacali a 13.
La moderna astronomia suddivide la volta celeste in 88 costellazioni, divise in tre gruppi a
seconda della loro posizione. Si chiamano equatoriali le 34 costellazioni poste in
prossimità dell’equatore celeste, la linea immaginaria che divide in due emisferi la volta del
cielo. A Nord dell’equatore si trovano invece le 18 costellazioni boreali e a Sud le 36
costellazioni australi. La porzione di cielo visibile è diversa nelle varie zone della Terra: a
luoghi di osservazione differenti corrispondono quindi costellazioni differenti. Inoltre, a
causa del movimento della Terra intorno al Sole, nel corso dell’anno le costellazioni visibili
non sono sempre le stesse: per questo motivo le mappe celesti variano a seconda del
punto di osservazione e della stagione. Nei secoli le costellazioni sono state un prezioso
punto di riferimento per navigatori ed esploratori: prolungando per esempio la linea che
unisce le prime due stelle dell’Orsa Maggiore si può individuare facilmente la Stella Polare,
che indica sempre il Nord. L’astronomo di origine greca Tolomeo compone l’Almagesto,
trattato in cui vengono descritte 48 costellazioni, oggi definite “classiche”. In seguito alle
esplorazioni geografiche dell’età moderna vengono aggiunte nuove costellazioni, che
portano il nome di animali esotici e strumenti scientifici. Oggi le costellazioni sono uno
strumento utile agli astronomi per fornire indicazioni sulla posizione nel cielo di corpi
celesti come galassie o comete.

Le costellazioni sono formate dalle stelle. Le stelle sono corpi celesti in grado di generare
luce e calore. Hanno forma sferica e dimensioni molto varie. Un gruppo di stelle legate
dalla forza di gravità fa parte di una galassia. Nell’Universo ci sono circa cento miliardi di
galassie,
ognuna delle
quali può
contenere
centinaia di
miliardi di stelle.
La galassia in
cui si trovano il
Sole, e la Terra,
è chiamata Via
Lattea: secondo
le ultime stime
contiene almeno
200 miliardi di
stelle.
Le distanze
all’interno di una galassia possono essere brevi in termini astronomici, ma sono enormi in
senso assoluto. Le stelle sono composte di gas: principalmente elio e idrogeno, le due
sostanze più comuni nell’Universo. Le enormi pressioni e temperature, nel nucleo di una
stella, provocano innumerevoli reazioni di fusione nucleare, che trasformano l’idrogeno in
elio. La vita di una stella attraversa varie fasi. Quando una stella delle dimensioni del Sole
esaurisce la sua scorta di idrogeno inizia ad espandersi, inghiottendo tutto ciò che la
circonda. In questa fase, diventa una gigante rossa. Dopo aver raggiunto il massimo
dell’espansione, l'interno della stella si contrae fino a trasformarsi in una nana bianca: un
corpo celeste destinato a diventare sempre più freddo e meno luminoso. Le stelle più
grandi sfuggono a questo ciclo. Quando una stella almeno 8 volte più grande del Sole
esaurisce l’idrogeno, collassa generando un’esplosione molto luminosa, chiamata
supernova. Al centro della supernova rimane un oggetto estremamente denso: una stella
di neutroni. In alcuni casi, il collasso si arresta solo in un corpo di densità talmente elevata,
che nemmeno la luce può sfuggire alla sua gravità: la stella diventa un buco nero e
scompare alla vista.

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