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Si è detto che l’art. 186 Codice della strada attribuisce agli organi
di polizia il potere di sottoporre il conducente ad accertamenti
qualitativi preliminari o a prove (comma 3); di sottoporlo ad accer-
tamento mediante etilometro (comma 4); di richiedere alle strutture
sanitarie di effettuare l’accertamento del tasso alcolemico nei con-
fronti del conducente coinvolto in incidente stradale e sottoposto
a cure mediche (comma 5).
Si è anche detto che né gli organi di polizia, né le strutture sani
tarie potrebbero procedere coattivamente a tali accertamenti, che
postulano sempre il consenso del conducente e, talvolta, addirittura
la sua fattiva collaborazione.
Il rifiuto dell’interessato di sottoporsi agli accertamenti qualitativi
preliminari, alla prova con etilometro (sul posto o presso il più vicino
ufficio o comando dotato dell’apparecchiatura), e agli accertamenti
presso le strutture sanitarie integra l’autonoma fattispecie di reato
prevista dall’art. 186, comma 7: “salvo che il fatto costituisca più
grave reato, in caso di rifiuto dell’accertamento di cui ai commi
3, 4 o 5, il conducente è punito con le pene di cui al comma 2,
lettera c)”.
Si applicano quindi le pene previste per la più grave delle vio
lazioni relative alla guida in stato di ebbrezza, che prevede l’am-
menda da Euro 1.500,00 a Euro 6.000,00 e l’arresto da tre mesi
ad un anno.
In aggiunta alle sanzioni penali, “La condanna per il reato di cui
al periodo che precede comporta la sanzione amministrativa acces
soria della sospensione della patente di guida per un periodo da sei
mesi a due anni e della confisca del veicolo con le stesse modalità
e procedure previste dal comma 2, lettera c), salvo che il veicolo
appartenga a persona estranea alla violazione”.
Rifiuto per fatti Il rifiuto non deve essere necessariamente espresso; esso può
concludenti anche venire manifestato per facta concludentia, semplicemente non
[111] corrispondendo all’invito degli organi di polizia di compiere quanto
richiesto, o comunque allontanandosi. È stato considerato corretto
il ragionamento del giudice di merito, che aveva qualificato come
rifiuto di sottoporsi all’esame l’atteggiamento tenuto dall’imputato,
allontanatosi, barcollando, dal luogo dell’incidente e rimasto sordo
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il rifiuto di sottoporsi all’accertamento
agli inviti rivoltigli; così come deve ritenersi che il rifiuto di salire
in auto per sottoporsi all’esame rappresenti null’altro un rifiuto ad
eseguirlo (Cass., sez. 4, sentenza n. 14161 del 2006).
Potrebbe sorgere il dubbio che, trovandosi il conducente in stato
di ebbrezza, e quindi non in grado di rendersi conto di quanto avviene
intorno a lui, egli potrebbe non comprendere l’invito rivoltogli di
sottoporsi ad accertamenti, così facendo venire meno l’elemento
soggettivo del reato.
In questo caso, va ricordato che, ai sensi dell’art. 92 c.p. (Ubria
chezza volontaria o colposa ovvero preordinata), l’ubriachezza non
derivata da caso fortuito o da forza maggiore non esclude né dimi-
nuisce la imputabilità: il conducente “non potrebbe non rispondere
della propria condotta, posto che, ove anche esistente, lo stato di
totale compromissione della coscienza sarebbe stato determinato dal
consapevole e cosciente abuso di alcol” (Cass., sez. 4, sentenza n.
2587 del 2007) .
Non costituisce poi un’esimente, dopo essere stati richiesti
di sottoporsi agli accertamenti qualitativi preliminari o all’esame
con etilometro, offrire di sottoporsi all’esame del tasso alcolemico
mediante prelievo ematico.
Esaminando questo caso, la Corte di Cassazione ha osservato
come la circostanza non valga ad escludere l’esistenza oggettiva del
rifiuto. Essendo esclusa l’esistenza di una prova legale – prosegue
la Corte – è infatti evidente che la persona indiziata di aver guidato
in stato di ebbrezza può contrastare il risultato dell’etilometro con
altri mezzi (in particolare con i risultati del prelievo ematico); ma è
altrettanto evidente che, con la previsione della fattispecie del rifiuto
penalmente sanzionata dal codice della strada, si è inteso evitare
che, con la richiesta di una diversa procedura, eseguibile con mag
giori difficoltà e in tempi certamente più lunghi, si potessero eludere
gli accertamenti che, solo se svolti nell’immediatezza e con mezzi
prontamente disponibili, possono garantire l’attendibilità dei risultati.
Ritenere che sia sufficiente optare per il prelievo ematico in ambito
ospedaliero, per escludere la fattispecie contravvenzionale in esame,
varrebbe sostanzialmente a porre nel nulla la disciplina sulla guida
in stato di ebbrezza (Cass., sez. 4, sentenza n. 38848 del 2005).
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La guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti
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il rifiuto di sottoporsi all’accertamento
Si è detto che gli accertamenti previsti dall’art. 186 Codice della Accertamenti
strada non hanno carattere coattivo, in quanto non sono fisicamente obbligatori
coercibili; essi sono tuttavia obbligatori, poiché il rifiuto è sanzionato non coattivi
penalmente. [114]
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La guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti
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il rifiuto di sottoporsi all’accertamento
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La guida in stato di ebbrezza e sotto l’effetto di stupefacenti
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