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Nanni Balestrini - da Come si agisce, 1962-1963

Arriviamo all'avanguardia verbo-visiva degli anni Sessanta. Si prelevano segmenti di testo di


periodici e giornali ricombinate in opere altre. Come in questa, in cui si rinnova il linguaggio e
si creano letture diverse, non preconfezionate.
Ketty La Rocca - Noi due, 1968
Qui il cartello stradale viene associato ad una storia d'amore dove le direzioni divergono, si
prende un simbolo e si trasforma in un significato completamente nuovo.
Testi
Vi sono alcuni testi importanti per questo tema. Una rivista è Linea Sud, l’altra è Lotta Poetica.
L'obiettivo dei poeti verbo-visivi era quello di trovare falle del linguaggio umano, imponendo
il loro nuovo con volontà di incidere sulla società.
La rivista Lotta Poetica
Tra le poche riviste militanti ad avere una durata consistente (molti numeri tra il 1971 e il
1987), Lotta Poetica è un periodico fondamentale, non solo per capire il movimento verbo-
visivo, ma soprattutto perché consente al lettore di entrare nel vivo delle polemiche storico-
artistiche del tempo: dal rifiuto da parte del gruppo verbo-visivo di partecipare alla Biennale
del 1972 alla denuncia di plagio rivolta alla conceptual art. Da quando successivamente la
rivista diventa monografica (1974), è possibile incontrare, oltre ai poeti verbo-visivi (Sarenco,
Misson, ecc.), artisti Fluxus (Joseph Beuys che fa pubblicare un’opera-azione
appositamente realizzata per la rivista), costruttivisti-concretisti e personalità di varia
estrazione. Era quindi un importante periodico della “esoeditoria”, termine con cui si
intendeva definire tutta quella produzione editoriale esterna ai canali commerciali usuali e
quindi nn condizionata dal mercato e non controllabile dai detentori del potere economico e
politico. Si tratta quindi di una rivista prodotta fino ai giorni nostri, quando è morto il suo
fondatore, Sarenco. Dalle sue parole, nel primo numero, si possono capire le caratteristiche
primarie di questa rivista: “Il titolo Lotta Poetica è l’affermazione del nostro impegno, come
poeti ed artisti in generale, ad impostare una battaglia continua a due livelli: a livello
linguistico per la distruzione delle strutture culturali della società borghese; a livello politico a
fianco dell’avanguardia della classe operaia e del movimento degli studenti”. La rivista
poteva essere pubblicata in due diversi formati: priva di opere uniche al suo interno (con un
costo più basso) o una versione che poteva contenere anche opere firmate dai singoli artisti
(con un costo più elevato, denaro che serviva a finanziare la rivista). Sarenco si esprime
anche in una giustificazione del lavoro dell’artista e del poeta in una contestazione più ampia
del sistema, riconducendo il tutto all’interno della fede marxista e leninista.
Mirella Bentivoglio - Ti amo, 1970
Qui vediamo l’unione di un’immagine della bocca con le parole “ti amo”.
Mirella Bentivoglio - Il cuore della consumatrice ubbidiente, 1975
Abbiamo temi che circolano internazionalmente. In questo caso abbiamo segni del
consumismo.
Ugo Mulas - La didascalia. A Man Ray, 1972
Si tratta di una fotografia di Ugo Mulas, il quale ritrae una cornice all’interno della quale c’è
scritto: “Questa è una cornice senza l’opera dentro”, ovvero la frase che Man Ray dice
passando di fronte a uno spazio vuoto. Mula fotografa la frase e fotografa anche cosa
teoricamente non è possibile fotografare.
Piero Manzoni - Senza titolo (Alfabeto), 1959
Manzoni compie una verifica sull’alfabeto, su come andare a sondare i mezzi del linguaggio
allo stesso modo di come si fa con quelli della pittura.
Joseph Kosuth - One and three Chairs, 1965-1967
Quest’opera trova una sua diretta anticipazione nelle tavole di Magritte. Essa consiste
chiaramente nella visualizzazione dell’opera come: definizione dal dizionario, fotografia e
oggetto reale.
Giulio Paolini - Lo spazio, 1967
Paoloini è difficile da identificare con una corrente. Quest’opera è un disegno che fa
riferimento ad un’installazione che l’artista aveva realizzato in precedenza (ai lati delle pareti
si avevano rilievi in legno che formavano la parola spazio), giocando sull’equivalenza
tautologica tra lo spazio e la sua traduzione.
Eugenio Miccini - L’uragano, 1973
L’uragano non piace ai turisti mette insieme l’immagine del mare in tempesta con un
immagine di rivolta studentesca. L’uragano è quello legato al moto della rivoluzione
studentesca con i turisti che non si vogliono trovare all’interno di un uragano.
Stelio Maria Martini - Una tavola della serie “L’impossibile naufragio”, in Schemi, 1962
Qui si abbinano le parole alle immagini.
Lamberto Pignotti - La rivoluzione toglie il dolore, 1965
Qui si abbinano le parole alle immagini.
Berman - Free Sacco and Vanzetti, 1927-1965
Qui si abbinano le parole alle immagini, si accostano i contrari destrutturando i codici di
massa.
Berman - Cyrk III, 1928
Qui si abbinano le parole alle immagini.
Lucia Marcucci - I classici dell’amore, 1971
Qui si abbinano le parole alle immagini e si accostano i contrari.
Paul de Vree - Pacem in terris, 1973
Qui si abbinano le parole alle immagini e si accostano i contrari.
Licenza poetica
In Lotta Poetica ad un certo punto viene aperta la strada a numeri più politicizzati, nel quale
Sarenco rientrò con i suoi Political poem Sarenco riflette sul rapporto tra didascalia e
immagine, come diceva Benjamin una “ricezione nella distrazione”: ovvero, noi siamo
abituati a interpretare automaticamente ciò che ci viene comunicato attraverso la didascalia,
accogliendola pertanto così come ci viene proposta. Sarenco parte da questa osservazione
di Benjamin e ribalta il rapporto tra didascalia e immagine. Qui i manifestanti picchiano un
poliziotto ribaltando i termini canonici.
Mission - Public poem, 1970
Mission attua un insieme di varie performance, o, come lui le chiama, public poem, svoltesi
all’interno delle città, andando a conciliare il significato della parola con il tessuto urbano. La
volontà di cambiamento passa dai public poem.
Lamberto Pignotti - Foto ricordo, 1975
In questa foto abbiamo la volontà di criticare pesantemente la cultura occidentale. Così
l'immagine del soldato viene associata a gradi nomi di arte occidentale con un atto di accusa
sullo stato dell'arte. Tutta questa cultura ci ha portato ad una degradazione politica. Può
essere anche letta come una volontà di ritorno alla vera cultura.
Paul De Vree - Belf(e)ast, 1971
Nella sua poesia visiva De Vree incorpora generalmente materiale fotografico sotto forma di
collage, accompagnato a volte da un commento ironico o satirico, che significa rivolgersi alla
coscienza e alla consapevolezza dello spettatore innescando ogni tipo di associazione. De
Vree qui sovrappone due fotografie: l'immagine in alto mostra due soldati britannici di
pattuglia con i fucili pronti, mentre l'immagine in basso mostra una fila di detenuti con le
mani contro un muro. Tra le due fotografie, la parola "Belfast" è stata ironicamente distorta in
"Belfast (e) ast".
La famiglia della vittima è stata avvertita, 1971
Questa foto ritrae un rivoltoso che è stato preso dalle forze dell’ordine. L’utilizzo di questa
frase come titolo si spiega col fatto che essa era la tipica frase che si accompagnava su
giornali e media in generale per far sapere che la famiglia di colui del quale si stava parlando
era stata messa al corrente prima dell’uscita della stampa. In questo caso però si ha una
falsa rassicurazione perché si sta attuando una tortura.
Sarenco - Transfert, 1974
Sarenco - Avanti popolo, 1974
Mario Diacono - It’s not creative unless it sells, 1974
Ketty La Rocca - Trazione anteriore, 1965
Un settore importante riguarda l'impegno di artiste che prelevano immagini dai periodici di
moda del tempo e vanno a denunciare la comunicazione mercificata della donna in una
società maschilista. Qui Ketty La Rocca ha una visione propone una visione della donna
nella società contemporanea
Lucia Marcucci - Una questione di principio, 1965
Lo stesso fa Lucia Marcucci. Queste due artiste ricompongono immagini prese da periodici,
creando un nuovo significato con l’accento spesso posto sul tema della donna ridotta a
stereotipo sessuale oppure a casalinga, come vediamo anche dall’opera precisamente nella
seguente opera.
Ketty La Rocca - Elettro… addomesticati, 1965
Eugenio Miccini - Il volto, 1965
Qui Miccini crea un collage di prototipi femminili.
Eugenio Miccini - Fiamme sulla città, 1971
Miccini arriva a delineare un Piano insurrezionale per la città di Firenze nel 1971 (pubblicato su
Lotta Poetica), dove sono cerchiate le diverse stazioni dei carabinieri e della polizia. Miccini
realizzerà varie composizioni di questo genere: in un altro lavoro traccerà ad esempio i
distributori della città, oppure le multinazionali. Va ad etichettare le zone sensibili della città
da cui iniziare la rivolta.
Ketty La Rocca - Segnaletiche, 1968-1969
La Rocca utilizza ancora segnaletiche stradali per segnalare un messaggio, per riflettere sul
rapporto di coppia.

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