GIURIDICHE SOGGETTIVE
1. La soggettività giuridica; capacità giuridica e capacità di agire; persone fisiche e persone
giuridiche; I diritti senza soggetto.
Lo studio delle fonti del diritto non avrebbe alcun significato se non si tenesse presente che le fonti
producono delle regole istituzionali e organizzative nelle quali sono fissati gli interessi del gruppo
sociale e le procedure per il soddisfacimento di essi. Dovremmo adesso occuparci di ciò che la fonte
dispone in relazione agli interessi del gruppo e ai suoi modelli organizzativi. Quanto al primo punto,
la norma giuridica ha come oggetto un interesse umano, per cui si rivolge agli uomini: le norme
giuridiche considerano ogni uomo centro di imputazione di interessi. L’uomo risulta essere
destinatario della norma giuridica. Questo comporta l’attribuzione di una serie di situazioni attive,
dirette a tutelare e realizzare gli interessi, e passive, dirette a subire che altri tutelino e realizzino i
loro interessi. Queste situazioni costituiscono quella che viene chiamata soggettività giuridica e il
loro titolare diviene soggetto di diritto. La capacità delle persone fisiche di essere destinatari delle
norme che attribuiscono situazioni attive e passive, viene definita capacità giuridica e si acquista (ex
art. 1 cod. civ.) dal momento della nascita. In realtà, la legge riconosce alcuni diritti a favore dei
concepiti (si pensi alla capacità di succedere ex Art 462 cod. civ.).
Capacità e soggettività giuridica possono anche essere disgiunte nel senso che, se le persone fisiche
sono sempre soggetti di diritto, l’ordinamento può escludere alcuni soggetti da destinatari delle sue
norme o prevederli come destinatari in presenza di alcuni presupposti (non possono contrarre
matrimonio i minori di età). In ogni caso la Costituzione prescrive che nessuno per motivi politici
può essere privato della capacità giuridica.
La capacità di essere destinatari delle norme acquista rilievo in diritto pubblico perché è questo il
campo in cui possono avvenire limitazioni o esclusioni della capacità; ma anche perché possono
sorgere dubbi sull’attribuzione di situazioni giuridiche ad alcuni soggetti. Si discute se gli stranieri e
gli apolidi sono titolari di quei diritti che la Costituzione riserverebbe ai soli cittadini (artt. 17 e 18).
È da notare che il riconoscimento formale della capacità può non coincidere con l’effettiva
attribuzione di situazioni giuridiche, quando questo sia impedito da ostacoli di ordine economico e
sociale. Ad esempio, la Repubblica garantisce il diritto al lavoro, ma sul piano formale, perché di
fatto ostacoli di ordine economico e sociale impediscono che la piena occupazione si realizzi.
Va distinta la capacità di agire, cioè l’attitudine del soggetto a porre in essere direttamente atti
produttivi di effetti giuridici e che si acquista con il compimento del 18º anno di età. I minori di età,
se sono titolari di situazioni giuridiche riservate ai maggiorenni, non possono azionare direttamente
dette situazioni ma debbono ricorrere ad un rappresentante agisce in loro nome e per loro conto (i
genitori).
La capacità di agire può cessare in caso di interdizione o inabilitazione, con la nomina di un
rappresentante. In diritto pubblico, l’esclusione della capacità di agire non comporta la nomina di un
rappresentante: si pensi alle cause di limitazione dell’esercizio del diritto elettorale attivo e passivo
(art. 48 Cost: il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di
sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge). L’ordinamento
riconosce la soggettività giuridica anche ad entità composte o ad un’unione di persone costituitasi in
vista del conseguimento di un interesse comune (associazioni ecco o corporazioni) o ad una
struttura organizzativa che soddisfa l’interesse di persone determinate o determinabili (fondazioni o
istituzioni). Queste vengono definite persone giuridiche, per sottolineare che sono solo una
creazione del diritto. Tali persone, sono pubbliche o private, a seconda della natura e dei fini che
perseguono. Tuttavia, può avvenire che interessi pubblici siano perseguiti attraverso enti a struttura
privatistica ed a volte la natura del fine non è sempre determinata o determinabile; pertanto vi sono
criteri che confermano che il fine perseguito è pubblico in quanto se non ci fosse la persona
giuridica, lo Stato lo perseguirebbe direttamente.
Destinatari delle norme sono anche entità a cui l’ordinamento non ricollega necessariamente la
soggettività giuridica. Ad esempio, la comunione legale fra i coniugi, il condominio negli edifici. La
Costituzione contiene norme che si rivolgono ad entità non soggettivizzate o non soggettivizzabili:
il popolo, la famiglia legittima, le comunità di lavoratori, i partiti politici, le popolazioni interessate.
Essi non sono veri e propri soggetti di diritto, ma entità alle quali l’ordinamento attribuisce
situazioni giuridiche. Si capisce che la categoria di soggetto di diritto è relativa.