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Alla memoria di William Cheney,

Oliver Sherwood, George Beach,


Marcus Alexander Jordan
e Liwingston Low Baker,
giovani piloti U.S.A.
presso la Scuola di volo
dell’aeroporto Foggia Sud,
deceduti in addestramento
nei pressi di Foggia nell’anno 1918.

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2
Carmine de Leo

The Foggia Group


Brevetto italiano per i piloti U.S.A.
1917-1918 quando l’aviazione ameri-
cana si formò nella
scuola di volo di Foggia

Foggia
1917-2017

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Nel 2017 è stato proiettato nelle sale italiane un in-
teressante film di Leonardo Tiberi sulla prima
guerra mondiale dal titolo “Noi eravamo”, originale
fusione di parti recitate e documenti d’archivio trat-
ti da Film Luce.
Tra i protagonisti, spicca la figura di Fiorello La
Guardia, il futuro Sindaco di New York di origini
foggiane. La nostra città viene citata diverse volte e
spezzoni di film luce si riferiscono alla scuola di
volo di Foggia Sud per l’addestramento di piloti
americani che in quegli anni sorse a Foggia e che fa
da sfondo anche a questa pubblicazione di Carmine
de Leo.
Piena sincronia, quindi, tra cinema e ricerca docu-
mentaria!
Una ricerca che prende spunto proprio da materiale
fotografico facente parte del patrimonio del Museo
Civico di Foggia e da cui de Leo parte per racconta-
re storie di uomini e di eroi.
A racconti di vita quotidiana si intrecciano le vi-
cende.

Gloria Fazia
Direttore Museo Civico Foggia

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Questo volume trova le radici nel Museo Civico,
ove varie fotografie d’epoca hanno stimolato la ri-
cerca, unitamente ad alcune superstiti testimonianze
monumentali, come una lapide murata all’interno
della Cattedrale, con le bandiere degli U.S.A. e
dell’Italia, dedicata ai giovani volontari aviatori
americani caduti in volo di addestramento a Foggia
ed una colonna commemorativa presso l’aeroporto
Gino Lisa.
Attraverso ulteriori ricerche di documenti storici
sono state tracciate le singolari vicende del “The
Foggia Group”, ovvero di quei circa 400 giovani
avieri U.S.A. che presero il loro brevetto di piloti
presso la scuola di volo che ebbe sede a Foggia ne-
gli anni 1917-1918, guidati anche dal capitano e poi
maggiore Fiorello La Guardia, che fu poi più volte
sindaco di New York ed il cui padre Achille era na-
to proprio a Foggia. Una storia poco conosciuta che
rivive in queste pagine per ricostruire le radici sto-
riche della nostra città e far conoscere anche le vi-
cende di questi giovanissimi volontari avieri U.S.A.
che contribuirono alla difesa della nostra nazione.
Si ringraziano infine la prof.ssa Mariolina Rizzi
Salvatori per la traduzione in inglese e la dott.ssa
Gloria Fazia, direttore del Museo Civico di Foggia.

Carmine de Leo
Presidente
Amici Museo Civico Foggia
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Da alcuni anni la sezione di Foggia dell’Istituto per
il Nastro Azzurro, che raccoglie tutti i decorati al
valor militare del nostro territorio, ha iniziato una
collaborazione in campo culturale con
l’Associazione Amici del Museo Civico di Foggia
attraverso la realizzazione di importanti pubblica-
zioni, come “La memoria degli eroi”, oltre alla rea-
lizzazione di vari convegni e conferenze sulla prima
e sulla seconda guerra mondiale.
Il presente volume dello scrittore e giornalista
Carmine de Leo, presidente degli Amici del Museo
Civico, rappresenta un segno di continuità di questa
fattiva collaborazione, che in questa ricerca storica
vede protagonista proprio la fototeca del Museo
Civico di Foggia, ove una raccolta di singolari im-
magini, scattate negli anni 1917-1918, ci fanno co-
noscere la storia di centinaia di giovanissimi aviato-
ri statunitensi che presero il brevetto di piloti presso
la scuola di volo di Foggia durante la grande guer-
ra. Dalle fotografie alla ricerca di documenti storici,
Carmine de Leo ha tracciato le vicende di questo
singolare episodio per onorare il ricordo di questi
giovani volontari.
Lorenzo Brunetti
Consigliere Nazionale
Istituto del Nastro Azzurro

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La diplomazia

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Durante la prima guerra mondiale l’Italia aveva ur-
gente bisogno di materie prime per costruire mate-
riale bellico e, pertanto, venuta a conoscenza che
gli Stati Uniti d’America cercavano invece persona-
le specializzato per istruire i piloti della nascente
aeronautica militare, si offrì di addestrare i giovani
americani presso le neonate scuole della nostra pe-
nisola.
Il merito di questi accordi diplomatici va al genera-
le Giovanni Battista Marieni, discendente di un uf-
ficiale italiano che aveva fatto parte nell’Ottocento
dell’esercito napoleonico.
Proveniente in realtà dal genio militare, il generale
Marieni fu incaricato nel lontano 1915 di organiz-
zare l’aviazione italiana.
La sua azione fu indirizzata alla creazione di vari
campi d’aviazione ed alcune scuole di volo, oltre,
naturalmente, al settore dell’industria aeronautica,
cui fu dato un notevole impulso.
Il generale, come riportano una serie di documenti
pubblicati su un sito web dedicato alla sua famiglia:
http://www.marienisaredo.it/6.2.3%20ADDESTRA
MENTOAMERICANI.htm, venne a conoscenza
dal maggiore Perfetti, che era stato inviato negli
U.S.A. per l’acquisto di materie prime, che una de-
legazione americana si sarebbe recata nel mese di
giugno del 1917 a Londra ed a Parigi.
Durante la visita nella capitale francese gli ameri-
cani furono quindi invitati dalla diplomazia
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italiana a visitare le industrie e le scuole di volo
realizzate nella nostra penisola.
Quest’incontro avviò pertanto una lunga e proficua
collaborazione diplomatica e militare tra l’Italia e
gli Stati Uniti d’America.
Qualche mese dopo, la stessa missione diplomati-
co-militare americana visitò con successo l’Italia
nel mese di luglio del 1917.
In questa occasione, la delegazione statunitense ri-
mase entusiasta dei progressi compiuti
dall’aviazione italiana, sia nel campo della produ-
zione industriale, che in quello della formazione at-
traverso l’istituzione di diverse scuole di volo.
Queste positive impressioni portarono alla sotto-
scrizione di accordi ufficiali tra il governo degli
Stati Uniti d’America e quello dell’Italia, affinché
circa 400 piloti americani fossero addestrati nelle
scuole di volo italiane insieme alla fornitura di
bombardieri Caproni e biplani Ansaldo SVA, il tut-
to in cambio di acciaio, legname pregiato ed altre
materie prime essenziali per l’industria militare ita-
liana.
Una delle scuole di volo prescelte per
l’addestramento dei piloti americani fu quella di
Foggia, ubicata alla periferia della città, presso
l’aeroporto Foggia Sud, pressappoco nei pressi
dell’area dell’attuale scalo aeroportuale del Gino
Lisa.

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Nell’ottobre del 1917 giunse a Foggia un primo
gruppo di allievi piloti della neonata aereonautica
degli Stati Uniti d’America, giovanissimi e quasi
tutti ancora studenti universitari, di cui alcuni di
fresca laurea, che non ebbero neppure il tempo di
ritirarla per la immediata partenza per l’Europa.
Un primo gruppo, guidato da ufficiali americani
aveva raggiunto il nostro continente con due navi
passeggeri, il Mongolia e la Carpathia.
Gli allievi piloti furono sbarcati dapprima nel porto
inglese di Liverpool.
In seguito, attraversato il canale della Manica, il
gruppo raggiunse Le Havre in territorio francese e
quindi Parigi.
Dalla capitale francese, con un lungo viaggio in
treno che durò ben quattro giorni, dopo alcune soste
in diverse città francesi, giunsero finalmente in Ita-
lia.
La prima tappa nella nostra penisola fu la città di
Torino, ove i militari americani furono accolti con
molto entusiasmo dalle autorità e dalla popolazio-
ne.
Questi piloti, infatti, erano le prime truppe degli
Stati Uniti d’America a calpestare il suolo italiano.
Dopo una sosta di pochi giorni a Torino, gli allievi
ripartirono, sempre in treno, per il sud e la città di
Foggia.
In questo centro pugliese era stata ubicata da po-
chissimo tempo dal Governo italiano una delle
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prime scuole di addestramento al volo, operativa
presso l’aeroporto Foggia Sud, situato nella perife-
ria meridionale della città.
Questa scuola di volo era stata appena creata presso
l’aeroporto milanese della Malpensa e trasferita do-
po poco tempo, nel gennaio del 1917, nella città di
Foggia.

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La scuola di volo di Foggia

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L’aeroporto Foggia Sud, istituito con Regio Decre-
to del 7 gennaio 1915, era stato costruito dal Corpo
aeronautico militare del Regio Esercito Italiano in
pochi mesi, dall’agosto all’ottobre del 1915 e già
due anni dopo, era diventato sede di addestramento
al volo. Vari fattori contribuivano a fare di Foggia
un sito ideale per la nascente aereonautica militare
e l’addestramento degli allievi piloti: la vasta pia-
nura Dauna, l’ottimo clima temperato ed anche la
lontananza dal fronte di guerra, allora attestato al
nord, sul fiume Piave.
A Foggia esistevano anche altre piste di volo a nord
della città, ma quelle a sud erano state dotate di
maggiori strutture, quali palazzine ed hangar per il
ricovero dei veicoli utilizzati nell’addestramento
dei piloti.
Il comando del campo di Foggia Sud risulta affida-
to al capitano Poggi nell’anno 1917 e l’anno suc-
cessivo al capitano Albertoni, mentre a capo degli
istruttori dei piloti risulta un altro ufficiale italiano,
tale L. Hermann di Tartaglia.
Un giornale locale dell’epoca: Il Foglietto, licenziò
l’arrivo dei giovani allievi americani, per motivi in
quel tempo legati sicuramente alla censura di guer-
ra, con poche righe di benvenuto da parte della cit-
tadinanza foggiana e delle sue autorità locali: Note
Foggiane – Gli aviatori americani – Salutati dalla
cittadinanza festante e dai rappresentanti
dell’Amministrazione Comunale sono giunti i
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soldati Americani che devono seguire il corso delle
Scuole d’Aviazione. Ai brillanti soldati un saluto
cordiale.
Gli allievi furono ospitati presso i nuovi alloggia-
menti dell’aeroporto militare, chiamato allora Fog-
gia Sud, nel luogo ove oggi esiste il Villaggio Az-
zurro, attiguo al moderno scalo aeroportuale dedi-
cato poi a Gino Lisa, aviatore torinese, caduto du-
rante la prima guerra mondiale con il suo aereo e
decorato con medaglia d’oro al valor militare.
Già nella seconda metà del 1917 era quindi una
realtà la presenza a Foggia di questi allievi piloti
d’oltre oceano, frutto di un accordo, come si è già
detto, tra il governo italiano e quello degli Stati
Uniti d’America affinché, sotto la guida di istruttori
italiani, fossero formati i primi piloti della nascente
aeronautica militare degli U.S.A.
I giovani allievi americani utilizzarono per il loro
giornaliero addestramento soprattutto aerei italiani
forniti dalla ditta dell’ing. Caproni, che visitò in
quegli anni anche la scuola di volo di Foggia ed è
ritratto in una foto insieme al maggiore italoameri-
cano dell’aereonautica U.S.A. Fiorello La Guardia,
con sullo sfondo uno dei veicoli utilizzati per
l’addestramento.
Altri aerei utilizzati per l’addestramento dei piloti
americani furono, oltre ai pesanti bombardieri della
Caproni, anche i Farman Fiat, aerei costruiti da

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quest’ultima azienda italiana su licenza della ditta
francese Société des avions Henri & Maurice Far-
man.
Guidò il gruppo di giovanissimi allievi piloti, oltre
al maggiore William Ryan, che sarà poi generale
durante la seconda guerra mondiale, anche un uffi-
ciale italo-americano, il capitano e poi maggiore
Fiorello La Guardia, nato nell’allora villaggio di
Greenwich a Manhattan, New York, il giorno11 di-
cembre del 1882, da Achille, un musicista e diretto-
re di bande militari nato a Foggia ed emigrato negli
Stati Uniti d’America nel 1878, sposato con una
triestina di religione ebraica, Cohen Luzzatto.
Il maggiore La Guardia, già impiegato nel corpo
diplomatico degli Stati Uniti d’America soprattutto
presso i consolati di Fiume e Trieste, allora in terri-
torio austriaco, tornerà nel 1906 a New York e sarà
assegnato come interprete presso l’ufficio immigra-
zione di Ellis Island.
Avvicinatosi negli anni successivi alla politica, sarà
eletto in seguito più volte membro del congresso
degli Stati Uniti d’America.
Dopo gli anni della prima guerra mondiale, in cui
sarà impegnato come maggiore della nascente ae-
ronautica U.S.A., sarà eletto anche sindaco di New
York per ben tre mandati consecutivi, dal 1934 al
1945, unico caso nella storia americana, tanto da
meritarsi l’appellativo di “imperatore di New
York”.
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Proprio all’italoamericano Fiorello La Guardia sarà
dedicato uno degli aeroporti civili della metropoli
di New York.
Presso la scuola di volo di Foggia i piloti americani
che prenderanno il brevetto nel biennio 1917-1918
saranno alla fine ei corsi alcune centinaia.
A ben 400 unità ammontava il numero dei piloti
americani che avrebbero dovuto frequentare la
scuola di volo di Foggia.
Effettivamente, però, è probabile che circa 300 fu-
rono infine i brevetti concessi ed a questa cifra si
avvicina un elenco dei piloti riportato in una vec-
chia pubblicazione ufficiale del Ministero
dell’Aereonautica.
Durante la prima guerra mondiale pochi di questi
nuovi piloti americani opereranno anche in territo-
rio francese, ma la maggior parte verrà impegnata
sul fronte del Piave.
Proprio su quest’ultimo fronte della prima guerra
mondiale, per il valore dimostrato in azioni belli-
che, ai piloti americani Coleman De Witt Fenalfy e
James Bahl saranno assegnate rispettivamente una
medaglia d’oro ed una d’argento al valor militare.
Recentemente, nel 2006, la Stanza degli Eroi del
Museo della Battaglia di Vittorio Veneto è stata de-
dicata alla medaglia d’oro Coleman De Witt Fe-
nalfy.

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A questo stesso pilota, pioniere dell’aereonautica
militare americana, sono intestate anche due strade
all'interno dell'aeroporto di Aviano.
Nella memoria di questi giovani americani il ricor-
do della scuola di Foggia resterà sempre vivo.
Questi giovanissimi studenti venuti dalla lontana
America, infatti, furono i primi a pilotare aerei mili-
tari e qualcuno di loro, col grado di generale, torne-
rà a Foggia nel 1943, durante il corso della seconda
guerra mondiale; altri, come Walter Wanger diver-
ranno noti registi cinematografici di Hollywood.
Notizie della presenza di questi piloti americani si
ritrovano in diverse pubblicazioni, come un opu-
scolo bilingue in italiano ed in inglese, pubblicato
nel 1956 dall’ufficio studi del Ministero
dell’Aereonautica.
Intitolata: Training of American student-pilots in
Italy during the first world war, questa interessante
pubblicazione contiene i nomi degli allievi, la data
della loro ammissione alla scuola, la data del bre-
vetto, i velivoli utilizzati per l’addestramento e le
ore di volo.
Altre informazioni è possibile ricavare da vari vo-
lumi pubblicati soprattutto dagli eredi di questi gio-
vani piloti.
Infatti, vari sono i testi che raccolgono le lettere da
loro inviate ai propri familiari, come quelle
dell’allievo pilota George Lewis alla propria fidan-
zata: Dear Bert, cara Bert.
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Altre raccolte epistolari sono quelle del pilota Paul
Mimms Potts alla propria moglie: Letters to Shir-
ley, lettere a Shirley ed altre ancora ritroviamo
nel volume: Letters from a World War I Aviator Jo-
siah P. Rowe Jr.
Ancora molte altre emozionanti lettere sono state
pubblicate in un volume di memorie degli ex allievi
dell’Università di Harvard, missive scritte per la
propria madre dal pilota William Halsall Cheney di
Colorado Spings, prima di perdere la vita a Foggia
in un tragico incidente di volo.
Tra le lettere alla madre del pilota Cheney ci piace
riportare un passo di quella scritta il 26 ottobre del
1917, quando in uno dei suoi voli di addestramento,
nello scendere di quota scrive: It takes from 10 to
13 minutes to get down, and over the sea the blue
sky and the ocean merge into each other, ci voglio-
no dai 10 ai 13 minuti per scendere, e sopra il mare
il cielo blu e l'oceano si fondono l'uno nell'altro, in-
tendendo come oceano il mare Adriatico!
Le missive pubblicate in questi volumi, quasi tutte
scritte e spedite da Foggia, sono ricche di citazioni
di luoghi, di descrizioni, di ristoranti e pietanze,
impressioni ed altro sul campo di addestramento e
sulla città di Foggia ed i suoi dintorni.

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Ecco alcuni passi tradotti dalle lettere che l’allievo
pilota George Lewis di Philadelphia scrisse alla
sua fidanzata Beth: Dalla stazione, ci hanno fatto
marciare circa due miglia al Campo Scuola Avia-
zione, Foggia Sud. Siamo stati ben accolti e asse-
gnati ai quartieri in caserme permanenti. Abbiamo
anche il lusso di letti a molle, lenzuola e
anche coperte di lana. Gli alloggi hanno pavimenti
in piastrelle. Ci sono docce e latrine... Il campo è
disposto in un regime completo con edifici che si
irradiano dal cancello principale e il campo di volo
è oltre. Ci sono circa 150 studenti degli Stati Uniti
qui ora. Tutti parlano bene degli ufficiali italiani.
Un’ottima impressione, quindi, della scuola di volo
di Foggia, dal punto di vista degli alloggi e servizi e
per quanto riguarda anche i militari italiani.
Durante i mesi di addestramento, esattamente nel
dicembre del 1917, una delegazione della scuola di
volo di Foggia si recò in treno a Roma, ove, parte-
cipò ad una cena offerta dalla Croce Rossa presso
l’ambasciata degli Stati Uniti d’America.
Terminata la guerra e tornati in patria, i giovani pi-
loti americani non dimenticheranno mai questi mesi
di permanenza in Italia, nella scuola di volo della
città di Foggia e daranno vita tra loro ad
un’associazione che si chiamerà appunto: The Fog-
gia group.
Nelle riunioni periodiche di questo sodalizio, ricor-
deranno con piacere l’esperienza foggiana e, ormai
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avanti negli anni, saranno ricevuti anche alla Casa
Bianca dal Presidente degli U.S.A. nel 1967.
Peraltro, proprio nella capitale degli Stati Uniti
d’America, a Washington, nel National Air and
Space Museum si conservano alcune testimonianze
dei piloti della scuola di volo di Foggia, come :
divise, brevetti, ecc. in un settore dedicato esclusi-
vamente ai: Foggia group .
Sempre negli Stati Uniti, altre testimonianze della
scuola di volo di Foggia sono conservate presso il
National Museum of the U.S. Air Force di Dayton,
nello stato dell’Ohio, come l’uniforme del tenente
pilota George M. D. Lewis.
La vita di questi giovani piloti a Foggia fu però
contrassegnata anche da alcuni gravi incidenti di
volo, come il 20 gennaio del 1918, quando alcuni di
loro persero la vita nel corso di un addestramento a
causa di una forte nebbia che aveva avvolto l’area
sede dell’aeroporto a sud di Foggia, come si è già
accennato, pressappoco il territorio oggi occupato
dall’ex Villaggio Azzurro e dal più moderno scalo
aeroportuale Gino Lisa.
La mancanza di visibilità provocò lo scontro in vo-
lo di due aerei, quello dei tenenti William Cheney e
Oliver Sherwood, che volavano insieme con altro
velivolo guidato da George A. Beach, purtroppo
tutti e tre questi giovani piloti persero la vita!

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Il prestigioso giornale americano New York Times
dedicò, nel numero pubblicato il 29 gennaio 1918,
in seconda pagina, un lungo articolo all’incidente
occorso agli allievi piloti americani: 3 OF OUR
AVIATORS KILLED IN ITALY - William Cheney,
Oliver Sherwood, and George Beach Fell While
Training - IMPOSING ITALIAN FUNERAL - Deep
Sympathy Shown for First Americans to Give Their
Lives for Italy's Cause,
3 DEI NOSTRI AVIATORI UCCISI IN ITALIA -
William Cheney, Oliver Sherwood e George Beach
sono caduti durante l'allenamento - IMPONENTE
FUNERALE ITALIANO - profonda simpatia mo-
strata per i primi americani a dare la vita per la cau-
sa Italiana.
L’articolo descrisse i sontuosi funerali svoltisi a
Foggia, con la partecipazione anche di delegazioni
militari degli altri paesi alleati dell’Italia durante la
prima guerra mondiale, come Francia ed Inghilter-
ra.
La camera mortuaria con i corpi dei tre piloti ame-
ricani fu sistemata nell’ospedale militare, allora
ubicato presso l’ex Palazzo di Giustizia di Foggia,
ora sede universitaria.
Da questo luogo centrale della città, come scrive
l’articolista del Times, partì un imponente corteo
funebre con: three hearses, franked by American

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cadets walking in single file. Twenty-six wreaths,
about seven feet diameter, with big black streamers
on which was written: “ To Noble Heroes To our
Alies Sons, Fallen Gloriously”, tre carri funebri, af-
fiancati dai cadetti americani che camminano in fila
indiana. Ventisei corone, circa sette piedi di diame-
tro, con grandi striscioni neri su cui è stato scritto:
- Per i Nobili Eroi - Ai nostri figli delle ali - caduti
gloriosamente -
All the shops the Foggia were closed in sign of
mourning…
Women sobbed alout; men wiped tears from their
eyes…
The feature of the manifestation was its spontanei-
ty, as it took place twenty hours after the accident.
Tutti i negozi di Foggia sono stati chiusi in segno di
lutto…
Le donne singhiozzavano; gli uomini asciugavano
le lacrime dai loro occhi…
La caratteristica della manifestazione fu la sua
spontaneità, che ha avuto luogo venti ore dopo l'in-
cidente.
Il lungo corteo funebre attraversò le principali stra-
de di Foggia e tutta la cittadinanza partecipò silen-
ziosa e commossa alla cerimonia, le salme dei gio-
vani americani furono accompagnate da tutti gli al-
lievi piloti, dagli altri militari e da molti cittadini,
dalle autorità militari e politiche.

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Il sindaco, il prefetto ed i vari comandanti militari,
tennero anche dei brevi discorsi in una sosta effet-
tuata in città, prima di avviarsi verso il cimitero.
Quello del 20 gennaio, purtroppo, non fu l’unico
incidente mortale di volo; altri allievi, come Marcus
Alexander Jordan e Liwingston Low Baker , perse-
ro la vita rispettivamente il 27 marzo ed il 1° giu-
gno del 1918; anche per loro la città di Foggia tri-
butò solenni funerali.
Le salme degli allievi deceduti a Foggia furono tut-
te seppellite momentaneamente presso il cimitero di
questa città e poi traslate nel dopoguerra negli Stati
Uniti d’America a cura del governo americano nei
primi anni venti del secolo scorso.
In seguito, il municipio della città di Foggia, su una
parete all’interno della chiesa Cattedrale, entrando
dall’ingresso principale a destra, fece apporre anche
una lapide in cui è ricordato il sacrificio di questi
eroi dimenticati.
Essa si mostra ancora oggi decorata con due scudi
che incorporano la bandiera italiana e quella statu-
nitense, oltre alla croce araldica dello stemma della
casa regnante dei Savoia e l’aquila simbolo degli
Stati Uniti d’America.
Questo piccolo monumento è arricchito da alcuni
rilievi floreali ed una corda che, partendo dalle due
bandiere, si annoda sotto i due scudi in segno di al-
leanza con il tipico nodo chiamato Savoia, come la

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stessa casa reale allora regnante sulla nostra peniso-
la.
Sotto queste decorazioni la seguente iscrizione
commemora i valorosi piloti caduti: Alla sacra
memoria degli aviatori americani caduti sul campo
scuola di Foggia e nelle audaci lotte di frontiera
viventi eternamente nella pace del signore
MCMXVII – MCMVIII.
Alcuni piloti del Foggia group tornarono anche a
Foggia dopo l’ultimo conflitto bellico a visitare i
luoghi che in gioventù li avevano visti protagonisti
come giovani allievi e nel 1956, presso il Villaggio
Azzurro, fu eretta, a ricordo della scuola di volo,
una colonna con un’iscrizione commemorativa: In
questo campo di Foggia nido di giovani aquile ne-
gli anni MCMXVII – MCMVIII ebbero le loro ali
di guerra 200 volontari d’oltre oceano. I superstiti
americani ed italiani rievocano e tramandano la
fraternità d’armi e di spirito credenti nella comune
civiltà XXI aprile MCMLVI.
Più recentemente, una strada cittadina è stata anche
dedicata al maggiore Fiorello La Guardia.
Presso l’archivio fotografico del Museo Civico di
Foggia si conservano ancora alcune istantanee sulla
vita sociale dei giovani allievi americani del Foggia
group.
In alcune di queste foto si nota un gruppo di militari
statunitensi davanti all’ingresso della scuola di volo
di Foggia, su cui sventolano le bandiere italiane ed
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U.S.A., alcuni allievi accanto agli aerei della Ca-
proni, altri che visitano la città di Foggia su una ti-
pica carrozzella, altri ancora con le mascotte del
gruppo: un piccolo asinello ed un cagnolino ed an-
cora foto con giovani militari impegnati in partite di
baseball ed altri momenti di svago.
La documentazione ufficiale americana sugli allievi
piloti della scuola di volo di Foggia è oggi conser-
vata in microfilm in America, nella capitale degli
U.S.A. a Washington, presso il National Archives
and Records Service.
Oggi di questi eroi dimenticati si è sbiadita la me-
moria, ma sarà sempre un motivo di orgoglio per la
città di Foggia e noi tutti Italiani poter affermare
che l’embrione della più potente arma aeronautica
del mondo, quella degli Stati Uniti d’America, si
formò proprio in Puglia, presso la scuola di volo
denominata Foggia Sud.

35
Bibliografia di riferimento

Testi

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United States. National Archives and Records Ser-


vice. General Services Administration, Gorrell's
History ( E. S. Gorrell) of the American Expedi-
tionary Forces Air Service, 1917-1919, National
Archives microfilm publications - Records of the
American Expeditionary Forces (World War I),
1917-1918 Record Group 120, in particolare: Se-
ries J: Training n. 8th (Foggia, Italy) Aviation In-
struction Centers.

Siti web
http://www.marieni-saredo.it/6.2.3%20ADDESTRAMENTOAMERICANI.htm

38
Carmine de Leo

The Foggia Group 1917-1918:


The Formation of North American Aviation Amer-
ican student pilots earn their wings at
Foggia Flight School

Appendix

Translated by Mariolina Rizzi Salvatori

In Memory of

William Cheney, Oliver Sherwood,


George Beach, Marcus Alexander Jordan,
and Liwingston Low Baker

the young U.S. pilots trained at


Foggia South Flight School
killed in 1918
while training near Foggia

39
Diplomacy
During WWI, Italy was in dire need of raw materi-
als for war machinery. When it became known that
the United States of America needed specialized
personnel to instruct the pilots of its rising military
aviation, Italy offered to train them in its newly es-
tablished flight schools.
Full credit for establishing the necessary dip-
lomatic agreements goes to General Giovanni Bat-
tista Marieni, a descendant of an Italian officer who
in the 1800s had fought in Napoleon’s army. In
1915 General Marieni was charged with the task of
organizing Italian aviation. He created several air-
fields and flight schools, and advanced the aircraft
industry, giving it in the process a considerable
boost. According to documents published on a
website dedicated to his family, Major Perfetti, who
had been sent to the United States to purchase raw
materials, informed general Marieni that an Ameri-
can delegation would travel to London and Paris in
June 1917. During the meeting in the French capi-
tal, Italian diplomats invited their American coun-
terparts to visit Italian industries and flight schools
(http://www.marienisaredo.it/6.2.3%20ADDESTR
AMENTOAMERICANI.htm). The meeting was
the beginning of a long and profitable diplomatic
and military collaboration between Italy and the
United States. A few months later, in July 1917, the
American diplomatic-military delegation visited It-
40
aly. Its enthusiastic assessment of Italian aviation’s
progress, both in its industrial production and flight
training, led to the establishment of official agree-
ments between the United States and Italy: Italy
would train 400 American pilots and provide
Caproni bombardiers and Ansaldo SVA biplanes,
in exchange for steel, high quality wood, and other
raw materials essential for its military industry.
One of the first sites chosen to train Ameri-
can pilots was Foggia’s Flight School, located at
the periphery of the town, close to Foggia South
Airport, in the vicinity of what is currently known
as Gino Lisa Airport. The first group of American
trainees arrived in October 1917. They were all
very young. Most of them were college students.
Some had left for Europe before even receiving
their diplomas.
One of the first groups, led by American of-
ficers, reached our continent on board of the Mon-
golia and Carpathia ships. The students first landed
in Liverpool. Then, through the La Manica Chan-
nel, they reached Le Havre, and then Paris, from
where, after a long four-day train trip, they finally
arrived in Italy. Their first stop was in Turin, where
the authorities and the population greeted them
with great enthusiasm: they were the first American
troops to have ever set foot on Italian soil. After a
few days in Turin they left, by train, for Foggia,
where in January 1917 the Italian Government had
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relocated the training school first been established
at Malpensa Airport, Milan.

Foggia’s Flight Training School


Foggia South Airport, established by Royal Decree
on January 7, 1915, was built in a few months,
from August to October 1915, by the aeronautical
military division of the Royal Italian Army. Within
two years it was a training site. Various factors con-
tributed to Foggia being designated as the ideal site
for the new and developing military aeronautics
and for student pilot training: the expansive plains
of the Daunia region, its excellent temperate cli-
mate, and its distance from the war front at the Pia-
ve river, in Northern Italy.
Foggia North already had runaways, but
those at Foggia South had better structures--
buildings and hangars--to house the vehicles uti-
lized for the training of pilots. In 1017, Captain
Poggi was appointed commander of Foggia South,
followed next year by Captain Albertoni. Another
Italian officer, L. Hermann di Tartaglia, was in
charge of the instruction of pilots. Possibly be-
cause of war censorship, Il Foglietto, a local news-
paper, covered the arrival of the young American
trainees only in a few lines: “Foggia’s Briefs—
American aviators—Exultant citizens and repre-
sentatives of the city administration greeted the
American soldiers enrolled in the “Scuole
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d’Aviazione” course. A warm welcome to the bril-
liant soldiers.” The trainees were housed in the
new structures at the military airport, called at the
time, “Foggia Sud,” where today “Villaggio Azzur-
ro” is located, next to “Gino Lisa” (the airport
named for the aviator from Turin who crashed dur-
ing WWI and was awarded a gold medal for mili-
tary valor.)
In the second half of the year 1917, the pres-
ence in Foggia of these pilot students from across
the ocean--the result of an agreement between the
Italian and U.S. government--demonstrates that the
then nascent U.S. military aviation owes its for-
mation to Italian instructors. For their daily train-
ing, the young American students mostly utilized
the Italian aircrafts provided by the Caproni ship-
yard. Caproni, who visited Foggia’s Flight Training
Center, can be seen in a photo with Major Fiorello
La Guardia, of U.S. aeronautics. Vehicles used for
training can be seen in the background. Beside
Caproni’s heavy bombardiers, other airplanes uti-
lized to train American pilots were the Farman Fi-
ats, built by Farman Fiat and licensed by Societe’
des avions Henry & Maurice Farman.
Major William Ryan, a general during
WWII, was in charge of the young American train-
ees. Alongside him, an Italian-American officer:
Captain (and subsequently Major) Fiorello La
Guardia, born in Greenwich, Manhattan, NY on
43
December 1st 1882, to Achille La Guardia, a musi-
cian and military band director who was born in
Foggia, emigrated to USA in 1878, and married
Cohen Luzzato, a Jewish woman from Trieste. Ma-
jor La Guardia, a member of the U.S. Diplomatic
Corps in Fiume and Trieste Consulates (at the time
Austrian territories), returned to New York, and
was assigned as interpreter at the Ellis Island Im-
migration Office. In the following years, he entered
the political arena and was several times elected to
the United States congress. After WWI, on three
consecutive terms, from 1934 to 1945, he was
elected Mayor of New York, earning the title of
“Emperor of New York.” La Guardia Airport, one
of New York major airports, bears his name.
Between 1917 and 1918, several hundred
American pilots received their pilot licenses. Alt-
hough 400 trainees were supposed to have attended
the school in Foggia, according to records from the
Ministry of Aviation, only about 300 received their
license. During WWI, a few of these pilots were
engaged in the French territory, but most of them
were assigned to the Piave front. American pilots
Coleman De Witt Fenalfy and James Bahl were
awarded the gold and silver medal, respectively. In
2006, the “Stanza degli Eroi del Museo della Batta-
glia di Vittorio Veneto” (the Heroes’ Room in the
Vittorio Veneto Battle Museum) was dedicated to

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Coleman De Witt Fenalfly. Two roads at the Avi-
ano Airport memorialize his name.
The memory of these young American pilots
is inextricably tied to the memory of the Foggia
Training Center. These young students from fara-
way America were the first to pilot military air-
planes. Some of them, in 1943, during WWII, came
back to Foggia as Generals. Others, like film pro-
ducer Walter Wanger, became famous in Holly-
wood. Several publications memorialize their pres-
ence in Italian life. In 1956, the Ministry of Avia-
tion published “Training of American Student-
Pilots in Italy during WWI,” a bilingual booklet
with important information about students’ names,
dates of their matriculation and license, as well as
the aircrafts they used to train, and numbers of
flight hours. Descendants of these young men gath-
ered additional pertinent information in several
publications. Letters to their families have also
been published. Dear Bert is a collection of letters
George Lewis wrote to his fiancée, Bert. Letters to
Shirley is a collection of the letters Paul Mimms
Potts sent to his first wife. More letters are collect-
ed in Letters from a World War I Aviator, Josiah P.
Rowe Jr. Additional ones were published in a vol-
ume of memoirs by University of Harvard alumni.
The letters William Halsall Cheney of Colorado
Springs wrote to his Mother are also in print. On
October 16, 1917, describing his descent during a
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training flight, Cheney writes: “It takes 10 to 13
minutes to get down; over the sea the bleu sky and
the ocean (i.e., the Adriatic Sea) merge into each
other.”
These letters, most of them written at and
sent from Foggia, provide a wealth of citations
which identify localities, restaurants and foods, and
record impressions of the training field, the town of
Foggia, and its surroundings. George Lewis, of
Philadelphia, writing to Beth, his fiancée, pens a
most favorable assessment of Foggia Flight
School’s quarters, services, and officers:
They made us march for almost two miles,
from the railroad station to Campo Scuola
Aviazione, Foggia Sud. They welcomed us
and assigned us to our quarters in permanent
barracks. We have the luxury of spring beds,
sheets and wool blankets. The quarters have
tile floors. We have showers and latrines . . .
Buildings spread out from the front gate. The
flying field lies beyond. There are about 150
students from the United States. Everybody
speaks well of the Italian officers.
During the training period, in December
1917, a Foggia Flight School delegation traveled to
Rome, by train, to participate in a dinner offered by
the Red Cross at the American Embassy.
Once WWI was over, and the young Ameri-
can pilots went back home, they did not forget their
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Italian experience. In fact, they established an asso-
ciation called The Foggia Group. In their periodic
gatherings, they exchanged fond memories of their
experience in Foggia. In 1967, some of them, now
much older, were received at the White House by
President Johnson. The National Air and Space
Museum, at Washington, D.C., displays several ob-
jects from the school—uniforms, diplomas, and
more, in a section exclusively dedicated to The
Foggia Group. The National Museum of the U.S.
Air Force at Dayton, Ohio, exhibits Lieutenant
George M. D. Lewis’s uniform.
On January 20, 1918, a tragic flight accident
took the lives of co-pilots William Cheney and Oli-
ver Sherwood, and George A. Beach, when their
airplanes crashed into each other in heavy fog near
what is now Gino Lisa Airport. On January 29,
1918, the New York Times commemorated their
deaths in a long article: “3 of Our Aviators Killed
in Italy. Lieutenants William Cheney, Oliver Sher-
wood, and George Beach Fell While Training. Im-
posing Italian Funeral. Italians Express Deep Sym-
pathy for First Americans Who Gave their Lives for
Italy’s Cause.” The article details the lavish funeral
at Foggia. France and England, Italy’s allies during
WWI, sent delegations. The death chamber, where
the bodies of the three airmen were placed, was set
up in the military hospital, next to what used to be
the Foggia’s Palazzo di Giustizia. From there, says
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the New York Times a long, imposing funeral pro-
cession wound through the streets of Foggia:
Three hearses, flanked by American
cadets walking in single file. Twenty-six
wreathes, about seven feet in diameter, with
big black banners bearing the inscription: To
Our Noble Heroes. To Our Gloriously Fallen
Winged Sons. . . All shops were closed in
sign of mourning. Women sobbed aloud.
Men wiped tears from their eyes. The com-
memoration, which took place twenty hours
after the accident, was marked by a sponta-
neous outpour of grief.
A long funeral cortege slowly advanced
through Foggia’s main streets. Citizens participated
in sorrowful silence. The young Americans’ bodies
were escorted by student pilots and other militaries,
by citizens, as well as by military and political dig-
nitaries. The Mayor, the Prefect, and various mili-
tary commanders gave short speeches during a stop
in the city, before proceeding toward the cemetery.
Unfortunately, this was not the only fatal flight ac-
cident. Marcus Alexander Jordan died on March
27, and Liwingston Low Baker on June 1st, 1918.
Foggia honored them as well with an imposing fu-
neral. The bodies of the dead young pilots were
temporarily buried in Foggia Cemetery until the
American Government, at the beginning of the

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twentieth century, translated them to the United
States.
In the Cathedral of Foggia, on the right wall
as you enter, a memorial plaque commemorates
these young heroes’ sacrifices. Two shields bear the
Italian and American flags, as well as the heraldic
cross, symbol of the then reigning Kingdom of Sa-
voia , and the eagle, the American symbol. The
plaque is embellished with floral decorations and
with a rope that, from the two flags, coils under the
two shields in the shape of a “Savoia Knot.” Un-
derneath, the following inscription: “To the sacred
memory of the American aviators who died at the
Foggia Training School fighting to save the fron-
tier. May they rest in God’s eternal peace,
MCMXVII-MCMVIII.” After WWII, a few sur-
viving pilots of the Foggia Group returned to Fog-
gia to revisit the places that had launched their ca-
reers, and in 1956, at the Villaggio Azzurro, a col-
umn was erected to honor them and to commemo-
rate their training school. The inscription on it
reads:
In this field, at Foggia, in the years
MCMXVII-MCMVIII, 200 volunteers from
across the ocean, a young eagles’ nest,
earned its wings. American and Italian survi-
vors remember and immortalize their friend-
ship, and their belief in a shareable civiliza-
tion. April XXI, MCMLVI
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Recently, a street in Foggia has been dedicat-
ed to Major Fiorello La Guardia. Photographs of
the social life of some of the Foggia Group young
American students are part of the archive at the
Foggia Museo Civico. Some of these photographs
capture a group of U.S. militaries at the entrance of
the Flight School, under the flags of the United
States and Italy. Other photos capture students next
to Caproni aircraft; others as they visit the town of
Foggia on a horse buggy. And there are photos of
the young Americans posing with the Group’s mas-
cot--a small donkey and a small dog--or playing
baseball, and other games.
Official American documentation on the
Foggia Flight School student pilots is now on mi-
crofilm, at the National Archives and Records Ser-
vice, in Washington, D.C. The memory of these
young heroes may have faded. But the town of
Foggia, and Italians in general, will always remem-
ber with pride that the military aeronautics of the
U.S., the most powerful in the world, began in Pu-
glia, at the Foggia South Flight School.

50
C. de Leo, The Foggia Group, in Gazzetta del
Mezzogiorno del 24 novembre 2013.
51
Indice

Presentazioni pag. 4

La diplomazia pag. 7

La scuola di volo di Foggia pag.15

Bibliografia di riferimento pag.36

Appendice con traduzione in Inglese pag.39

Editore: Associazione culturale Mitico Channel


miticochannel@gmail.com
Foggia 2017

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