Sei sulla pagina 1di 3

CONSEJERÍA DE EDUCACIÓN, CULTURA Y DEPORTES

PRUEBAS ESPECÍFICAS DE CERTIFICACIÓN DE NIVEL IT_B2_CTE_SOL_J_2019


TAREA 1
PERCHÉ L'IMMIGRAZIONE È UN VANTAGGIO E NON UN DANNO

TABELLA DELLE RISPOSTE


DOMANDA 0 1 2 3 4 5 6

RISPOSTA A C A A C A B

TESTO (Perché l’immigrazione è un vantaggio e non un danno)


L'ostilità verso l'immigrazione soffia dagli Stati Uniti di Trump all'Ungheria di Orban fino all'Italia di
Salvini. Gli immigrati sono spesso visti come responsabili della disoccupazione, della
stagnazione economica (0), delle carenze del servizio pubblico. Ma non è così e spetta ai politici
attuare politiche per affrontare questi problemi.

Le difficoltà dovute al declino industriale o alla crisi finanziaria sono erroneamente attribuite agli
immigrati. L'apertura ai nuovi arrivati, oltre a essere moralmente giusta, è anzi
economicamente vantaggiosa e culturalmente arricchente (1).

Ecco perché, secondo Legrain, l'immigrazione non è un danno bensì un guadagno per il Paese che
la accoglie. Oltre che un dovere etico.

LIBERTÀ DI MOVIMENTO, DIRITTO FONDAMENTALE


Non è il talento personale o il duro lavoro il più grande fattore determinante delle possibilità di vita di
qualcuno, ma è dove si nasce. Per questo è importante permettere la libertà di movimento,
che consente a chi nasce in un luogo "svantaggiato" di fuggire da persecuzioni e povertà, di cercare
condizioni di vita migliori, di raggiungere chi ama o semplicemente di allargare i propri orizzonti. Per
questo è fondamentale permettere a un africano di trasferirsi in America o in Europa (2), così
come all'interno dei confini nazionali un cittadino può spostarsi da una regione all'altra, alla ricerca di
possibilità migliori.

LA MIGRAZIONE FAVORISCE L'ECONOMIA


Visto che i migranti sono diversi dai cittadini del posto, le loro differenze tendono a integrare
e colmare le esigenze locali (3). Alcuni migranti sono più disposti a fare lavori che i locali non
vogliono fare, come raccogliere la frutta o prendersi cura degli anziani. Altri migranti hanno abilità
che gli autoctoni non hanno, come la formazione medica o la capacità di parlare mandarino.

Secondo una ricerca del 2016, un aumento dell'1% della quota di immigrati fa aumentare il
reddito pro capite del 2% (4). Anche i Paesi di origine dei migranti ne hanno beneficio: i migranti
spediscono denaro a casa (circa 466 miliardi di dollari nel 2017), che vanno direttamente nelle
tasche dei cittadini, che li usano per una migliore istruzione, per la propria salute o per avviare le
imprese.

I MIGRANTI NON TOLGONO POSTI DI LAVORO


Molte delle persone spaventate dagli immigrati non sono per forza xenofobe, ma semplicemente
sono mosse da convinzioni errate. Secondo Legrain, a questi individui può sembrare che gli
immigrati tolgano posti di lavoro, ma in verità non c'è un numero fisso di posti di lavoro e, anzi, i
migranti creano posti di lavoro quando spendono i loro stipendi (5). È ovvio che, sì, gli
immigrati allungano le liste d'attesa in ospedale, ma è anche vero che spesso si rivolgono al medico
poco frequentemente e comunque pagano le tasse.

GLI IMMIGRATI NON PESANO SUL WELFARE


Molti credono che gli immigrati siano un fardello sul welfare. Alcuni potrebbero esserlo, così come lo
sono alcuni cittadini autoctoni. Nel complesso però, secondo studi dell'Ocse, i migranti di solito
soprattutto contribuiscono alle finanze pubbliche (6). I giovani immigrati sono inoltre vantaggiosi
per i Paesi con bassi tassi di natalità e soggetti all'invecchiamento della popolazione.
(Tratto e adattato da www.panorama.it,, 05/06/2018,501 parole)
CONSEJERÍA DE EDUCACIÓN, CULTURA Y DEPORTES
PRUEBAS ESPECÍFICAS DE CERTIFICACIÓN DE NIVEL IT_B2_CTE_SOL_J_2019
TAREA 2
CAPUA, AL VIA IL CORSO DI PRIMO SOCCORSO PER BAMBINI DELLA SCUOLA PRIMARIA

TABELLA DELLE RISPOSTE


SPAZIO ESPRESSIONE

0 MESSA SU

1 SOPRAFFARE DALLA PAURA

2 L’OCCORRENTE

3 CHIUNQUE

4 SISTEMI DI RITENUTA

5 ERRONEAMENTE CONVINTI

6 TENUTI LONTANI

7 PRENDERE PARTE

8 IN MODO SALTUARIO

TESTO (Capua, al via il corso di primo soccorso per bambini della scuola primaria)

CAPUA – Un corso di primo soccorso per bambini della scuola primaria. Questa la bellissima e
particolare iniziativa (0) messa su dalla Croce Rossa Italiana, Unità Territoriale di Capua con
l’Istituto Paritario “Paideia” di S.Angelo in Formis – Capua e l’azienda Amica- Gruppo Palmesano.

Sabato 10 novembre alle ore 10.00 si terrà infatti un corso per primo soccorso dedicato ai bambini,
così da spiegare ai piccoli come chiamare l’118, trasmettere loro l’idea di non farsi (1) sopraffare
dalla paura in caso di pericolo per un proprio parente o un estraneo, spiegando che contattare i
soccorsi per chiedere aiuto è la cosa fondamentale da fare in una situazione di emergenza e
soprattutto diffondere la cultura della solidarietà e del senso civico. Con l’assistenza di
un’ambulanza saranno dunque illustrate le nozioni di primo soccorso, sarà mostrata una borsa con
equipaggiamento fatta di bendaggi, cerotti, forbici e (2) l’occorrente per fronteggiare ferite e tagli,
spiegando altresì la funzione dei singoli pezzi e lasciando che gli stessi familiarizzino ed
interagiscano con gli oggetti del kit. All’evento parteciperanno anche gli adulti, non solo i genitori ed i
parenti dei bambini ma anche (3) chiunque decidesse di assistere alla manifestazione. Una
seconda parte della giornata sarà dedicata infatti ai più grandi, ai quali sarà mostrata la manovra di
disostruzione pediatrica ma anche la divulgazione sul corretto uso dei (4) sistemi di ritenuta in
auto.
“Un’occasione importante – dice Maria Pia Siciliano, direttrice dell’Istituto Paideia – per alimentare la
cultura della sicurezza ma anche per trasmettere semplici comportamenti che in tanti casi possono
salvare una vita. Un ringraziamento doveroso alla Croce Rossa Italiana per aver fatto propria questa
iniziativa”. Un momento quindi per alimentare nei bambini ma anche nei genitori, spesso (5)
erroneamente convinti che i più piccoli non saprebbero fronteggiare una situazione di pericolo, e
che essi devono essere (6) tenuti lontani dalla conoscenza delle situazioni di emergenza. Nel
contempo saranno anche illustrate le norme che individuano il giusto comportamento in materia di
cinture di sicurezza per i più piccoli.

“Troppo spesso si omette di rispettare le norme che regolano il trasporto dei piccoli nelle auto.
Così Francesco Palmesano, amministratore della società Amica, gruppo storico che lega il proprio
nome ai marchi Fiat, Alfa, Lancia, Abarth che ha voluto (7) prendere parte all’iniziativa dell’Istituto
“Paideia”. Ancora molti piccoli utilizzano le cinture (8) in modo saltuario o errato o non le usano
affatto”.
(Tratto e adattato da www.news24oresu24.it, 04/11/2018, 406 parole)
CONSEJERÍA DE EDUCACIÓN, CULTURA Y DEPORTES
PRUEBAS ESPECÍFICAS DE CERTIFICACIÓN DE NIVEL IT_B2_CTE_SOL_J_2019

TAREA 3
GIORGIO LOCATELLI: "PORTO A MASTERCHEF LA MIA IDEA DI CUCINA”

TABELLA DELLE RISPOSTE


DOMANDA 0 1 2 3 4 5 6

RISPOSTA B D F I A J G

TESTO (Giorgio Locatelli: "Porto a MasterChef la mia idea di cucina”)


È il simbolo della cucina italiana in Inghilterra. Locanda Locatelli, ristorante che Giorgio Locatelli ha
aperto nel 2002 a Londra, già stellato un anno dopo, ha cambiato la percezione degli inglesi sulla nostra
ristorazione di qualità, sia rispetto a un “italian sounding” che troppo spesso dilaga all’estero, sia per una
concezione di cucina da osteria, ma non di "fine dining".

B. Chef Locatelli, cosa pensa di aver portato di suo a MasterChef?


TESTO 0: Il mio obiettivo è stato soprattutto far capire la potenzialità della cucina italiana nel mondo.
Mentre la moda la vediamo come un “prodotto Italia”, il cibo no e sbagliamo perché ha una potenza
enorme. La nostra è una cucina duttile, arriva in un territorio e ci puoi aggiungere ingredienti locali. Mi
piace la fusion.

D. Com’è stato il debutto come ospite nella versione All Stars?


TESTO 1: Come un battesimo del fuoco. Il team era coeso ed è stato difficile giudicare i piatti: il nodo
vero è riconoscere il talento e farlo crescere. È questo il bello di MasterChef.

F: Il brutto invece?
TESTO 2: Le eliminazioni. Le prime volte mi sono messo a piangere e gli altri giudici mi hanno preso
in giro. Il processo di eliminazione è parte dello show, ne sono consapevole, ma tendo sempre ad
aggregare nella mia cucina, non a eliminare.

I. L’hanno corteggiata a lungo per convincerla?


TESTO 3: Mi hanno chiesto diverse volte di fare la versione inglese e ho sempre detto no. Poi è
arrivata la proposta per quella italiana ma era impossibile perché stavo girando un altro programma
con la Bbc. Il dialogo è proseguito e quest’anno sono riuscito a trovare il tempo: uno sforzo enorme
stare tre mesi lontano dal ristorante.

A. Che cosa l’ha colpita di più dei concorrenti? La gara è stata in linea con le sue aspettative?
TESTO 4: La qualità e le capacità mi hanno soddisfatto. Ho amato che i partecipanti abbiano messo
la propria vita in gioco per il programma. C’è chi ha mollato tutto per inseguire il sogno. Come me
quando ho lasciato la trattoria di famiglia in Italia e sono andato a Londra a lavorare al Savoy.

J. Pensa che i programmi gastronomici in tv stiano cambiando la percezione della cucina e, se


sì, in che modo?
TESTO 5: In Gran Bretagna tantissimo perché comunque lo standard di ciò che la gente cucina a
casa è meno alto che in Italia. Per questo Masterchef ha fatto molto bene. E poi, in generale, sono
importanti i concetti che passano attraverso la trasmissione. Ad esempio, meno carne e di maggior
qualità. No allo spreco. Meno uso di plastica.

G. Il suo ristorante, Locanda Locatelli, è un indirizzo cult a Londra. Come ha conquistato e


mantenuto la Stella Michelin dal ’95 a oggi?
TESTO 6: Puntando sulla cucina italiana che propongo in una versione più moderna, perché le ricette
seguono il mondo e sono in continua evoluzione. Ma se faccio la polenta, deve rappresentare quella
italiana, non una brutta copia.
(Tratto e adattato da www.panorama.it, 20/12/2018, 486 parole)

Potrebbero piacerti anche