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IL NEGOZIATO SUI TRATTATI DI PACE

Dopo la guerra il clima Usa Urss cambia: i Sovietici si sentono legittimati dalla vittoria e conseguire
il massimo profitto possibile in termini territoriali e politici dopo aver conseguito pesantissime
perdite. Erano comunque intenzionati ad evitare un nuovo conflitto. Mosca sosterrà i partiti
comunisti in tutto l’est europeo, ma in questa prima fase saranno comunque presenti coalizioni
pluripartitiche.
Il fallimento della politica di collaborazione interalleata in Germania è dovuto alla Francia, che
puntava al boicottaggio degli accordi di Potsdam e allo smembramento della Germania, ma anche
alla difficile amministrazione congiunta.
Nei dieci mesi successivi a Potsdam l’idea di collaborazione tra le superpotenze che aveva
immaginato Roosvelt viene scossa, le posizione sovietiche sono rigide e badano ai loro interessi, ciò
provocherà negli americani frustrazione.
Il negoziato sui trattati di pace doveva confermare l’irrigidimento dei rapporti Est-Ovest: il primo
appuntamento fu la conferenza di Londra (11 settembre-2 ottobre) tra i paesi ex alleati della
Germania e si vide il pieno dissenso tra le due parti che non riuscirono ad accordarsi.
Con la conferenza di Mosca (16- 26 dicembre) si fece qualche passo avanti. Ma a parte queste
limitate concessioni, le posizioni delle due parti rimasero rigide e i successivi incontri non ebbero
sviluppi.
Il negoziati sui trattati di pace continuerà per tutto il 1946, solo dopo 3 sessioni a Parigi si arriverà
ad un accordo. L’ultima conferenza si terrà a New York tra il novembre e dicembre 1946 e
permetterà di superare gli ostacoli residui.
I trattati di pace verranno firmati il 10 febbraio 1947. i sovietici dovettero rinunciare alle richieste
jugoslave per Trieste che veniva assegnata temporaneamente al controllo delle nazioni unite, alle
rivendicazioni sulle colonie italiane e a una parte delle riparazioni; mantenevano le loro posizioni e
accentuarono il controllo sulle nazioni dell’est europeo.
I rapporti tra le due superpotenze si irrigidirono e tra la fine del 46 e inizio 47 una serie di nuovi
conflitti nell’area mediorientale e mediterranea alteravano ulteriormente i rapporti dando inizio alla
guerra fredda.

AVVISAGLIE DI GUERRA FREDDA: DAL MEDIO ALL’ESTREMO ORIENTE


Tra gli episodi di conflittualità nel 46 quello che contribuì di più al mutamento di opinione a
proposito dell’unione sovietica fu la crisi iraniana. Che durò fino alla primavera del 46.
secondo gli accordi del 1942 tra Urss Gran Bretagna e Iran, l’occupazione militare necessaria per
far passare gli aiuti militari americani all’unione sovietica qavrebbe dovuto concludersi sei mesi
dopo la fine della guerra (marzo 1946).
il tentativo sovietico di ritardare il ritiro delle truppe e l’aperto appoggio all’autonomia della
repubblica dell’Azerbaijan (comunista) sembravano voler costruire una zona d’influenza nel
territorio attraverso stati satelliti.
Il 2 marzo, l’ultimo giorno utile per evacuare le truppe sopraggiunse e inglesi e americani ritirarono
i soldati, rimaneva solo l’armata rossa.
I sovietici che stavano giungendo ad un accordo per lo sfruttamento delle risorse petrolifere
chiesero lo spostamento di qualche giorno della riunione del consiglio di sicurezza, ma il segretario
di stato Byrnes respingeva la richiesta. Il 27 marzo il rappresentante sovietico abbandonò la seduta
del consiglio e l’accordo tra Mosca e Tehran venne annunciato il 5 aprile e prevedeva il ritiro delle
truppe sovietiche entro 6 settimane e la costituzione di una compagnia petrolifera a capitale misto
per il quale era necessaria l’approvazione del governo di tehran. Era una battuta d’arresto nella crisi
iraniana, ma si incrinavano i rapporti est-ovest, gli americani lo consideravano come un tentativo
egemonico ed espansionistico, dall’altra parte i comportamenti americani durante la crisi
innervosirono Mosca. Il sostegno antisovietico che gli americani avevano assicurato all’iran si fece
sempre più aperto. Nell’arco di pochi mesi gli sforzi fatti dai sovietici per ottenere la propria zona
d’influenza vennero vanificati: cadeva il governo dell’Azerbaijan per mano dell’esercito iraniano e
nel 47 il parlamento iraniano, sostenuto dall’opposizione dei nazionalisti di Mossadegh respingeva
la ratifica del trattato istitutivo della compagnia petrolifera. All’influenza sovietica si sostituiva
quella americana.

PRESSIONI SOVIETICHE SULLA TURCHIA


nel frattempo c’erano contrasti fra turchi e sovietici per il controllo dei Dardanelli, che si
prolungavano dal 1945 dagli accordi di Yalta. I sovietici volevano modificare il trattato di Montreux
che prevedeva la libera circolazione delle navi mercantili se la Turchia fosse rimasta neutrale. Con
la richiesta della modifica i sovietici volevano anche la rivendicazione delle provincie armene di
Kahrs e Ardahan appartenenti alla Russia. Nel novembre 1945 gli americani rispondevano
proponendo un controllo internazionale sullo stretto (onu) ma i sovietici respinsero la proposta.
I turchi resistevano ai Sovietici supportati dagli stati uniti, fino all’agosto 1946 quando i sovietici
proposero che la difesa degli stretti fosse assicurata da turchi e sovietici in collaborazione. Il
dipartimento di stato interpretò la proposta come un tentativo di ridurre la Turchia a unno stato
satellite.
Il memorandum preparato da Acheson accusava i sovietici di intenzioni aggressive e prospettava
che se la Turchia fosse entrata nel controllo sovietico sarebbe stato difficile impedire all’Urss il
controllo sulla Grecia e il medio oriente, e una volta conseguito sarebbe stato molto più facile per
loro raggiungere india e Cina. Dovevano quindi opporsi a ogni tentativo di pressione contro la
Turchia senza lasciare margini diplomatici.
Truman decise di inviare nel Mediterraneo una forza navale per verificare se i russi avessero già
iniziato i loro piani di dominazione mondiale. Questo ebbe effetto e dopo un ulteriore scambio di
note Mosca decise di abbandonare ogni richiesta. Gli episodi turco e iraniano ponevano le premesse
per una duratura permanenza degli stati uniti nell’area mediterranea e mediorientale, mentre in
estremo oriente le sorti degli stati uniti erano molto più sfavorevoli.
In seguito all’attacco sovietico al Giappone l’armata rossa aveva occupato la Manciuria.
Nei mesi successivi si seguirono gli accordi presi a Yalta: cinesi e sovietici si accordarono per la
gestione delle ferrovie, sull’autodeterminazione della Mongolia e stipulavano un trattato di amicizia
contro un ipotetico ritorno del Giappone.
Fin dall’autunno 1945 le truppe comuniste cinesi si erano infiltrate in manciuria e si impadronivano
delle armi lasciate dai giapponesi, quando i sovietici si ritirarono in Manciuria ad aprile i comunisti
cinesi entrarono nelle provincie settentrionali e costituirono uno stato comunista. Iniziava una
nuova fase del conflitto tra i comunisti di Mao Tze Tung e i nazionalisti di Chiang Kai Shek che si
sarebbe concluso tre anni dopo con la vittoria di comunisti.

LA PSICOSI DELLA CORTINA DI FERRO


I contrasti tra sovietici e americani creavano dubbi sulla rapidità dello smantellamento della
macchina bellica e sulle conseguenze che avrebbe avuto sulla capacità di mantenere le posizioni
politiche e militari acquisite.
Churchill con un discorso dei primi di marzo del 1946 tenuto davanti al presidente Truman mise in
guardia sulla pericolosità della situazione internazionale, era il discorso sulla cortina di ferro che
sarebbe scesa da Stettino a Trieste a dividere l’Europa tra democratica e comunista. Con questo
discorso riuscirà a comunicare il senso della minaccia sovietica.
Lo scopo del discorso era richiamare l’attenzione sulla situazione potenzialmente pericolosa,
iniziava quindi una campagna di informazione e propaganda politica.
Uno dei maggiori problemi dell’amministrazione truman era di risvegliare l’attenzione del pubblico.
Venivano infatti fatti circolare studi sulla politica estera sovietica. Uno dei più famosi è il
telegramma di Kennan (maggior esperto di affari sovietici) inviato dall’ambasciata di Mosca, che
riassumeva i principi fondamentali dell’ideologia comunista e tracciava un confronto delle due
superpotenze.
Dalla seconda metà del 46 però l’attenzione dell’America viene rivolta alla Germania, destinata a
diventare il fulcro della politica europea degli stati uniti. Le direttive di occupazione erano state
fissate in un documento nel settembre 1944 (JCS/1067) prescrivevano alle autorità militari
americane di non prendere alcuna misura diretta né alla ripresa economica della Germania né al
rafforzamento della sua economia, vennero in seguito interpretate più liberamente da Lucius Clay
rendendosi conto delle responsabilità economiche che l’occupazione comportava per le potenze
vincitrici.
Durante il 1946 ci si rese conto che la ripresa della Germania fosse necessaria alla ricostruzione del
resto d’Europa. L’annuncio della svolta venne dato il 6 settembre con il discorso di Stoccarda
pronunciato da Byrnes che riconfermava il sostegno americano al principio dell’unità economica
della Germania adottando una politica nuova. Bisognava smantellare il regime di occupazione e
restituire ai tedeschi la gestione dei loro affari. Byrnes ribadiva la provvisorietà del confine Oder-
Neisse con la Polonia e respingeva le richieste francesi di separazione della Renania dalla Ruhr per
conquistare le simpatie dei Tedeschi.

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