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Modello Mundell-Fleming (IS-LM-BP in economia aperta con Stato).

Materiale per il corso di Economia


Politica I del Prof. Giulio Guarini

1.La curva IS

La curva IS rappresenta l’insieme delle combinazioni di tasso di interesse e di reddito (𝑖, 𝑌) che
corrispondono a punti di equilibrio nel mercato dei beni (in cui si ha l’uguaglianza 𝑆 + 𝑇 + 𝐹 = 𝐼 + 𝐺 + 𝑋).
La domanda aggregata è composta dalla domanda interna A e dalle esportazioni nette NX.

La domanda interna è pari a 𝐴 = 𝐶 + 𝐼 + 𝐺 .

(i) Consumi = 𝐶 = 𝐶̅ + 𝑐(𝑌 − 𝑇) = 𝐶̅ + 𝑐(𝑌 − 𝑡𝑌) = 𝐶̅ + 𝑌𝑐(1 − 𝑡)

(ii) Investimenti = 𝐼 = 𝐼 ̅ − 𝑏𝑖

(ii) Spesa pubblica = 𝐺 = 𝐺̅

dove 𝑌, è il reddito e 𝑖 il tasso di interesse, 𝑇 le tasse, e 𝑡 l’aliquota fiscale,

Combinando le equazioni (i), (ii), (iii) si ottiene

𝐴 = 𝐶̅ + 𝑌𝑐(1 − 𝑡) + 𝐼 ̅ − 𝑏𝑖 + 𝐺̅
per cui 𝐴(𝑖, 𝑌) è funzione crescente di Y e decrescente di 𝑖 .

La curva IS si ricava dalla seguente condizione di equilibrio

𝑌 = 𝐴(𝑖, 𝑌) + 𝑁𝑋(𝑌)
𝑁𝑋 indica esportazioni nette, ossia la differenza tra esportazioni (𝑋) ed importazioni (𝐹), quindi 𝑁𝑋 = 𝑋 −
𝐹. Le esportazioni sono esogene rispetto allo schema IS-LM perché dipendono in modo crescente dal tasso
di cambio (𝑒) e dal reddito mondiale (𝑌 ∗ ) -variabili esogene in tale schema-. Le importazioni sono endogene
e dipendono positivamente dal livello del reddito e negativamente dal tasso di cambio (𝑒). Nel modello vale
la condizione Marshall-Lerner per cui se aumenta il tasso di cambio (𝑒) si ha un aumento delle esportazioni
nette (NX). Il modello Mundell-Fleming considera solo le combinazioni di tasso di interesse e reddito (𝑖, 𝑌)
per cui le variazioni del tasso di cambio sono esogene e si ha la funzione 𝑁𝑋(𝑌 − ): al crescere del reddito 𝑌,
aumentano le importazioni, ↑ 𝐹, mentre restano costanti le esportazioni X, quindi 𝑁𝑋 si riduce.

La curva IS è decrescente perché se aumenta il reddito ( ↑ 𝑌) si ha un aumento dei risparmi, delle tasse e
delle importazioni (↑ 𝑆, ↑ 𝑇, ↑ 𝐹); quindi per mantenere l’equilibrio nel mercato dei beni (𝑆 + 𝑇 + 𝐹 = 𝐼 +
𝐺 + 𝑋) devono aumentare gli investimenti (↑ 𝐼) tramite una riduzione del tasso di interesse ↓ 𝑖.

Figura 1.1

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1.1.Spostamenti della curva IS dovuti a variazioni del tasso di cambio

Un aumento del tasso di cambio (↑ 𝑒) è detto “deprezzamento della valuta nazionale” in regime di cambi
flessibili o “svalutazione della valuta nazionale” in regime di cambi fissi. Tale aumento implica un aumento
delle esportazioni nette (↑ 𝑁𝑋) per cui si ha uno spostamento in alto a destra della curva IS ( 𝐼𝑆1 → 𝐼𝑆2):
infatti a parità di reddito 𝑌̅, l’aumento delle esportazioni 𝑋 e la riduzione delle importazioni 𝐹 implicano 𝑆 +
𝑇 + 𝐹 < 𝐼 + 𝐺 + 𝑋. Per restare sulla curva IS, tale squilibrio sul mercato dei beni deve essere compensato
con la riduzione degli investimenti (𝐼) tramite l’aumento del tasso di interesse (𝑖).

Una riduzione del tasso di cambio ( ↓ 𝑒) è detto “apprezzamento della valuta nazionale” in regime di cambi
flessibili o “rivalutazione della valuta nazionale” in regime di cambi fissi. Tale riduzione implica una
diminuzione delle esportazioni nette (↓ 𝑁𝑋) e quindi uno spostamento della curva IS in basso a sinistra (𝐼𝑆1 →
𝐼𝑆3 ): infatti a parità di reddito 𝑌̅, la riduzione delle esportazioni 𝑋 e l’aumento delle importazioni 𝐹 implicano
𝑆 + 𝑇 + 𝐹 > 𝐼 + 𝐺 + 𝑋. Per restare sulla curva IS, tale squilibrio sul mercato dei beni deve essere
compensato dall’aumento degli investimenti (𝐼) tramite la riduzione del tasso di interesse (𝑖).

Figura 1.2

2.La curva LM

La curva LM non presenta alcuna modifica rispetto al caso di economia chiusa senza Stato e al caso di
economia chiusa con Stato.

La curva 𝐿𝑀 rappresenta l’insieme delle combinazioni di tasso di interesse e reddito (𝑖, 𝑌) che sono punti di
equilibrio nel mercato della moneta in cui si ha l’uguaglianza tra l’offerta di moneta 𝑀 ̅ , e la domanda di
moneta (𝐿). Quest’ultima è composta dalla domanda di moneta a scopo di transazione 𝐿𝑦 e dalla domanda
di moneta a scopo speculativo 𝐿𝑖 . Poiché 𝐿𝑦 = 𝑘𝑌 è funzione crescente di 𝑌 e 𝐿𝑖 = −ℎ𝑖 è funzione
decrescente di 𝑖, otteniamo una funzione della domanda di moneta 𝐿 (𝑖, 𝑌) che è funzione decrescente di 𝑖
e crescente di 𝑌.

La curva LM quindi deriva dalla seguente condizione di equilibrio


̅ = 𝐿 (𝑖, 𝑌)
𝑀
3. La curva BP

BP è la curva che individua le combinazioni (𝑖, 𝑌) che corrispondono a punti di equilibrio della bilancia dei
pagamenti (𝐵𝑃 = 0). La condizione di equilibrio della bilancia dei pagamenti può essere rappresentata nel
seguente modo

(3.1) 𝑁𝑋(𝑌) + 𝑀𝐾(𝑖) = 0.

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La variabile NX indica le esportazioni nette (saldo della bilancia commerciale) e MK indica il saldo dei
movimenti di capitale. Quest’ultima variabile è così rappresentata

(3.2) 𝑀𝐾 = 𝑞(𝑖 − 𝑖 ∗ )

con 𝑞 > 0.

MK è funzione crescente della differenza (spread) tra il tasso di interesse nazionale (𝑖) e il tasso di interesse
internazionale (𝑖 ∗ ). Se lo spread è positivo si avrà un afflusso di capitali (𝑀𝐾 > 0), gli operatori
domanderanno attività finanziarie in valuta nazionale perché più redditizie di quelle denominate in valuta
straniera, e viceversa. Il parametro q è positivo ed indica la reattività del conto dei movimenti di capitale
rispetto al differenziale dei tassi: più è elevato q e maggiore sarà la variazione dei capitali per una piccola
variazione nel differenziale. Tale variabile indica il grado di apertura dell’economia nazionale nei confronti
del mercato internazionale dei capitali: tanto più la nostra economia sarà integrata con il mercato
internazionale dei capitali, tanto maggiore sarà q. Viceversa, un basso valore di q è indice di un’economia
scarsamente aperta agli scambi internazionali.

Combinando la (3.1) con la (3.2) otteniamo la curva BP


1
[BP] 𝑖 = 𝑖 ∗ − 𝑁𝑋
𝑞

Il caso standard tipico dell’epoca della globalizzazione è quello di perfetta mobilità dei capitali ossia massimo
1
grado di apertura. Quindi ponendo 𝑞 ≅ ∞ si ottiene ∞ ≅ 0, per cui si ha una curva BP pari a 𝑖 = 𝑖 ∗ , parallela
all’asse orizzontale.

3.1 Grado di apertura del mercato dei capitali: infinita, perfetta mobilità dei capitali

Con perfetta mobilità dei capitali, il tasso di interesse interno non può differire in alcun modo da quello
estero, altrimenti si ha un massiccio afflusso (se i > i*) o deflusso (se i < i*) di capitali che proseguirà finché
non sarà raggiunta l’eguaglianza tra i due. Quindi si ha sempre i = i∗. In alto di BP si ha un saldo positivo della
bilancia dei pagamenti (𝐵𝑃 > 0), perché a parità di reddito 𝑌, un aumento del tasso di interesse 𝑖 provoca
un saldo positivo del movimento di capitali (MK>0) a parità di NX. In basso di BP si ha un saldo negativo della
bilancia dei pagamenti (𝐵𝑃 < 0), perché a parità di reddito 𝑌, un decremento del tasso di interesse (𝑖)
provoca un saldo negativo del movimento dei capitali (MK<0) a parità di NX.

Figura 3.1.1

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4. Regimi dei cambi e bilancia dei pagamenti in pareggio

Si definisce “equilibrio interno” l’equilibrio nel mercato monetario e nel mercato dei beni, ossia il punto
d’incontro tra la curva IS e la curva LM. Si definisce “equilibrio esterno” ogni punto lungo la curva BP, in cui
si ha il pareggio della bilancia dei pagamenti (BP =0).

4.1 Regime di cambi flessibili e bilancia dei pagamenti in pareggio

La condizione di equilibrio esterno è mantenuta grazie agli aggiustamenti del tasso di cambio. L’equilibrio
della bilancia dei pagamenti ( 𝐵𝑃 = 0) corrisponde all’equilibrio del mercato delle valute. Vediamo cosa
accade nelle situazioni di squilibrio esterno.

Se vi è un saldo positivo della bilancia dei pagamenti (𝐵𝑃 > 0) vi è un eccesso di offerta di valuta estera (degli
esportatori e/o di chi vuole acquistare attività finanziarie in valuta nazionale). Ciò comporta una riduzione
del prezzo della valuta estera (e il corrispondente apprezzamento della valuta nazionale) ossia una riduzione
del tasso di cambio che genera una riduzione delle esportazioni nette (↓ 𝑁𝑋) fino a che si ritorna all’equilibrio
𝐵𝑃 = 0.

Se vi è un saldo negativo della bilancia dei pagamenti (𝐵𝑃 < 0) vi è un eccesso di domanda di valuta estera
(degli importatori e/o di chi vuole acquistare attività finanziarie in valuta straniera). Ciò comporta un
apprezzamento della valuta estera (e un corrispondente deprezzamento della valuta nazionale) ossia un
aumento del tasso di cambio che genera un aumento delle esportazioni nette (↑ 𝑁𝑋) fino a che si ritorna
all’equilibrio 𝐵𝑃 = 0.

4.2 Regime di cambi fissi e bilancia dei pagamenti in pareggio

La condizione di equilibrio esterno è mantenuta attraverso le variazioni delle riserve ufficiali ∆𝑅𝑈 (ossia
riserve di valuta estera) da parte della Banca Centrale.

Se vi è un saldo positivo della bilancia dei pagamenti (𝐵𝑃 > 0) vi è un eccesso di offerta di valuta estera con
la tendenza ad una riduzione del tasso di cambio. Ma siamo in regime di cambi fissi per cui tale eccesso viene
bilanciato (sterilizzato) dagli acquisti di valuta estera da parte della Banca centrale con il conseguente
aumento delle riserve ufficiali e il corrispondente aumento dell’offerta della moneta (la Banca centrale
compra valuta estera dando in cambio valuta nazionale nel sistema). In tal modo il tasso di cambio resta
costante.

Se vi è un saldo negativo della bilancia dei pagamenti (𝐵𝑃 < 0) vi è un eccesso di domanda di valuta estera
con la tendenza ad un aumento del tasso di cambio. Ma siamo in regime dei cambi fissi per cui tale eccesso
viene bilanciato (sterilizzato) dalle vendite di valuta estera da parte della Banca Centrale con il conseguente
decremento delle riserve di valuta estera e il corrispondente decremento dell’offerta di moneta (la Banca
Centrale compra valuta nazionale dando in cambio valuta estera), in tal modo il tasso di cambio resta
costante.

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5. Politiche economiche con perfetta mobilità dei capitali in diversi regimi dei cambi.

5.1 Politica monetaria espansiva

Nel Punto 1: vi è un equilibrio interno ed esterno. La Banca centrale aumenta l’offerta di moneta per cui la
curva LM si sposta in basso a destra (𝐿𝑀1 → 𝐿𝑀2 ). Nel Punto 2 si ha un saldo negativo della bilancia dei
pagamenti (BP < 0). Ciò implica un eccesso di domanda di valuta estera.

Regime di cambi fissi (Grafico A). Si ha una tendenza all’aumento del tasso di cambio. Per mantenere fisso il
tasso di cambio, la Banca centrale sterilizza l’eccesso di domanda di valuta estera offrendo valuta estera e
domandando valuta nazionale per cui si riduce l’offerta di moneta. Tale riduzione dell’offerta di moneta
comporta uno spostamento in alto a sinistra della curva LM (𝐿𝑀2 → 𝐿𝑀1) per cui si ritorna al punto di
partenza 1. La politica monetaria in questo caso è inefficace.

Regime di cambi flessibili (Grafico B). Si ha un aumento del tasso di cambio e ciò stimola le esportazioni nette
(NX) migliorando la bilancia dei pagamenti fino al raggiungimento del pareggio (BP =0). La curva IS si sposta
in alto a destra (𝐼𝑆1 → 𝐼𝑆2 ) e si arriva ad un nuovo punto di equilibrio interno ed esterno (Punto 3) in cui si
ha un livello di reddito maggiore rispetto a quello iniziale del punto 1. In questo caso la politica monetaria è
efficace.

Figura 5.1.1

A) Cambi Fissi B) Cambi flessibili

5.2. Politica fiscale espansiva

Nel Punto 1 vi è sia l’equilibrio interno che esterno. Il governo aumenta la spesa pubblica indebitandosi, per
cui si ha lo spostamento della curva IS in alto a destra (𝐼𝑆1 → 𝐼𝑆2 ). Nel Punto 2 si ha un saldo positivo della
bilancia dei pagamenti (BP>0) ciò comporta un eccesso di offerta di valuta estera.

Regime di cambi fissi (Grafico A). Si ha una tendenza alla riduzione del tasso di cambio. Per mantenere fisso
il tasso di cambio, la Banca centrale sterilizza l’eccesso di offerta di valuta estera domandando valuta estera
e offrendo in cambio valuta nazionale per cui aumenta l’offerta di moneta, e si ha quindi uno spostamento
della curva LM in basso a destra 𝐿𝑀1 → 𝐿𝑀2. Nel nuovo Punto 3 vi è un equilibrio sia interno che esterno e
si ha un reddito più alto rispetto al punto 1. In questo caso la politica fiscale è efficace.

Regime di cambi flessibili (Grafico B). Si ha una riduzione del tasso di cambio. Tale riduzione deprime le
esportazioni nette (NX) con un conseguente spostamento in basso a sinistra della curva IS (𝐼𝑆2 → 𝐼𝑆1 ) e si
ritorna al Punto 1: la riduzione di NX ha un impatto negativo sulla bilancia dei pagamenti per cui si riduce il
saldo fino a raggiungere il pareggio (BP=0). In questo caso la politica fiscale è inefficace.

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Figura 5.2.1

A)Cambi fissi B)Cambi flessibili

6.Tabella di sintesi

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