AMBIENTALE
CAP 1: STORIA DELLA PSICOLOGIA AMBIENTALE
La psicologia ambientale (psicologia architettonica) è una disciplina multidisciplinare da sempre
che studia l’interazione tra l’essere umano e l’ambiente che può essere naturale e costruito. Quindi
da una parte studia come gli esseri umani influenzano l’ambiente quindi i fattori che influenzano il
comportamento verso l’ambiente quindi come promuovere i comportamenti pro-ambientali.
Dall’altra parte si studia come l’ambiente fisico influenza stati d’animo e comportamenti, quindi
come può influenzare le esperienze umane il benessere ecc. Kevin Linch è un urbanista che ha
avuto l’intuizione di proporre che le caratteristiche fisiche dell’ambiente possono avere
un’influenza sulle rappresentazioni umane e ipotizza quindi la relazione tra l’esperienza personale e
l’ambiente fisico. Infatti, per l’autore un ambiente ordinato da all’individuo la possibilità di cogliere
ed è quindi un punto di partenza per l’acquisizione dell’informazione. Un’immagine chiara di ciò
che ci circonda è importante per la crescita umana. La rassegna scritta da Gifford nel 2014 nella
rivista Annual Review of Psichology scriveva la premessa della psicologia ambientale ossia che
ognuno di noi è inserito all’interno di un luogo. La prima volta che questa rivista si è occupata della
psicologia ambientale è stato nel 1978 negli anni si è voluto creare e fare un punto della situazione,
le rassegne sono importanti per osservare le modifiche che sono state effettuate sulla psicologia
ambientale.
Gli argomenti che vengono affrontati sono:
1. Come si percepisce e come si riconosce un ambiente, come ci si orienta e si impara o
1. insegna a trovare una strada; come si descrive un ambiente.
2. Stress ambientali, catastrofi ed emergenze;
3. Estetica del paesaggio;
4. Valutazione estetica dell’ambiente costruito;
5. Qualità urbana;
6. Ambiente e benessere;
7. Effetti positivi della natura sul benessere;
8. Effetti rigenerativi dell’ambiente;
9. Come incoraggiare comportamenti pro-ambientali;
10. Progettazione e benessere.
Tutto quello che riguarda l’ambiente e quindi il suo studio deve necessariamente avere un approccio
interdisciplinare: geografia, biologia, architettura, sociologia, antropologia e scienze ambientali.
Esperimenti
Grazie all’esperimento che viene condotto in un setting estremamente controllato è possibile tener
sotto controllo le possibili fonti di inquinamento dei dati. I soggetti sono assegnati a caso alle
condizioni sperimentali. I tempi e le modalità della variabile indipendente sono determinati dallo
sperimentatore. Misurazione vigorosa della variabile dipendente che permette di stabilire rapporti di
causa-effetto fra VI e VD. Quindi un esperimento vero e proprio porta a delle conclusioni che
dovrebbero non solo di comprendere ma anche prevedere. Il luogo ottimale è quello del laboratorio
perché è l’unica situazione in cui si può avere un massimo controllo; lo svantaggio sta nel fatto che i
dati ottenuti in laboratorio possono essere differenti rispetto a quelli ottenuti in situazioni
ecologiche.
Davis e Ohman hanno condotto uno studio il cui scopo era quello di segnalare un protocollo di
studio che esaminasse l’impatto dell’aggiunta di segnali salienti in una simulazione di realtà virtuale
di un edificio residenziale per anziani sulla ricerca di indicazioni per gli adulti più anziani con e
senza AD. Questo studio aveva un campione di 40 anziani con cognizione normale e con
Alzheimer. Le misure di esito includevano la frequenza e la velocità con cui i partecipanti trovano
la posizione target in ciascuna condizione di segnale. I risultati dello studio hanno dato informazioni
importanti su quali potrebbero essere modi per favorire l’ambiente in pazienti con AD.
Quasi esperimenti
È possibile tener sotto controllo le possibili fonti di inquinamento dei dati. Nei quasi esperimenti
mancano alcune caratteristiche, infatti, i soggetti non sono assegnati a caso alle condizioni
sperimentali; tempi e modalità della variabile indipendente VI non sono determinati dallo
sperimentatore. Quindi il fatto che non ci sia questo controllo non permette di stabilire die rapporti
di causa-effetto tra VI e VD. Un esempio di quasi esperimenti è quello condotto da Mammarella e
Pazzaglia sulla percezione visiva e disturbi della memoria nei bambini a rischio di difficoltà di
apprendimento non verbale.
Sono stati reclutati per lo studio due gruppi di età compresa tra 11 e 13 anni, un gruppo era
composto da bambini che presentavano sintomi di disabilità dell’apprendimento non verbale e
l’altro gruppo, quello di controllo, senza difficoltà di apprendimento. Ai bambini venivano
presentati dei compiti che richiedevano capacità visiva spaziale, illusione visiva classica, una figura
ambigua classica, nonché compiti di percezione visiva ideati appositamente per questo studio. I
risultati hanno rivelato che le prestazioni dei bambini a rischio di NLD erano peggiori del gruppo di
controllo.
Studi correlazionali
In queste condizioni sperimentali si rinuncia a molti constrains. È possibile una misurazione
rigorosa delle variabili. Permette di acquisire informazioni su comportamenti non riproducibile in
condizioni controllate, stabilire che due eventi compaiono insieme con una certa frequenza ma non
permettono di stabilire rapporti di causa effetto. Lo studio fatto da Bonaiuto, Fornara e Bonnes è un
esempio di studio correlazionale. Nella loro ricerca in cui si indagavano gli incidici qualità
percepita dell’ambiente residenziale e attaccamento del quartiere negli ambienti urbani nella città di
Roma, sono stati utilizzati due strumenti che appunto misuravano la qualità del rapporto che gli
abitanti hanno con i loro quartieri urbani. Gli strumenti che sono stati utilizzati erano 11 scale che
misuravano la qualità ambientale percepita dei quartieri urbani e una scala che invece misura
l’attaccamento del quartiere: tre scale riguardavano gli aspetti spaziali, una gli aspetti umani,
quattro gli aspetti funzionali e tre gli aspetti contestuali.
Gli obiettivi dello studio erano: confrontare la struttura e il numero di entrambi gli indici di qualità
ambientale percepita e l’indice di attaccamento del vicinato e migliorare le qualità psicometriche. I
risultati dello studio confermano la struttura fattoriale delle scale, che includono 19 indici di qualità
percepiti e un indice di attaccamento di quartiere. Uno stesso fenomeno può essere studiato con
metodi diversi per identificare una convergenza di risultati attraverso: ricerca d’archivio, quasi-
esperimento o esperimento.
Metodi osservativi
Le mappe comportamentali sono un metodo classico utilizzato dagli anni 70 e partono proprio da
una mappa dell’ambiente e osservano in che modo e verso quale direzione si muovono i soggetti e
interagiscono all’i interno di quell’ambiente. Infatti, è un approccio utilizzato in ambiente
ospedaliero (es. disposizione dei mobili negli spazi comuni che possono favorire la socializzazione).
Questo metodo è in grado di seguire l’evoluzione del comportamento del singolo soggetto, valutare
quanto tempo passa da solo, quanto con gli altri, in quali momenti ha bisogno di maggiore privacy,
verifica quale attività caratterizza i locali in cui il soggetto passa più tempo. Un esempio è quello
riportato dalle osservazioni di mappe comportamentali degli uffici postali negli Stati Uniti. Gli
osservatori hanno rilevato le posizioni dei clienti in un determinato momento su base oraria. La
mappa rilevava le aree e i servizi maggiormente utilizzati e meno utilizzati, questo può essere
utilizzato come base per migliorare il servizio e la circolazione. Il POEs è un metodo utilissimo
poiché permette di controllare quali sono gli eventuali limiti o i punti a favore degli edifici percepiti
tramite persone che sono soliti a far visita a quell’ambiente (es. studenti nella scuola). Questo è
importante perché è possibile che nella progettazione non si tengano conto di alcune particolarità
che invece sono importanti per chi poi sfrutterà quella tipologia di ambiente. La valutazione post
abitativa è stata creata negli Stati Uniti ed è in uso dal 1960. Essa può essere definita come un
processo sistematico di valutazione delle prestazioni degli edifici dopo che sono stati costruiti e
occupati per un periodo di tempo.
La ricerca d’archivio è una raccolta di dati già esistenti che sono stati a loro volta raccolti per altri
scopi. Questo permette di correlare in maniera molto ampia alcune variabili. La ricerca di archivio è
utilizzata per accertare se ci sono quartieri della città in cui avvengono più scippi e aggressioni.
Euristiche
Spesso vengono utilizzate le euristiche per fare delle valutazioni soggettive. Quelle che vengono
utilizzate sono: l’euristica della disponibilità dell’ancoraggio e dell’adattamento. Secondo l’euristica
della disponibilità le persone spesso fanno affidamento sulla facilità con cui è possibile recuperare
dalla memoria istanze rilevanti di un evento. Più è facile ricordare gli esempi di un evento, più è
probabile che sopravvalutino il suo verificarsi L’euristica dell’ancoraggio e aggiustamento si
riferisce al fatto che, quando effettuiamo le stime, le persone spesso iniziando da un valore iniziale
(ancoraggio) e quindi regolano questa prima stima per arrivare a un giudizio finale. Una cosa
importante da sottolineare è che le persone sono soggette a ottimismo irrealisti: la tendenza delle
persone a credere che hanno maggiori probabilità di sperimentare eventi positivi e meno probabilità
di sperimentare eventi negativi. Un fattore che modella le valutazioni è la definizione di un
problema.
Attualizzazione temporale
L’attualizzazione temporale dei rischi ambientali si riferisce al fenomeno psicologico secondo cui
gli esiti nel lontano futuro sono soggettivamente meno significativi degli esiti immediati. Questa
percezione implica il fatto che i rischi ambientali sono percepiti meno gravi.
Paradigma psicometrico
Uno approccio consolidato allo studio della percezione del rischio è il paradigma psicometrico. Il
suo scopo è quello di identificare la mappa cognitiva di diversi pericoli, attività o tecnologie e le sue
dimensioni psicologiche sottostanti che portano gli individui a percepire qualcosa come più o meno
rischiosa. Due dimensioni sono state trovate: il rischio terrore rischio sconosciuto. Il rischio terrore
descrive la misura in cui un rischio è vissuto come terribile, con conseguenze gravi, catastrofiche
incontrollabili e involontarie Il rischio sconosciuto si riferisce alla misura in cui un rischio è
percepito come nuovo.
Emozioni
Le emozioni influenzano la percezione del rischio. Giudichiamo i rischi come più alti quando ci
sentiamo negativi riguardo un’attività, ma giudichiamo i rischi più bassi quando ci sentiamo positivi
al riguardo. Emozioni specifiche diverse possono avere un impatto differenziale sui rischi percepiti
anche se condividono la stessa valenza. La paura è associata alla valutazione delle situazioni come
incerte e incontrollabili, portando gli individui a valutare gli eventi come altamente sicuri e
controllabili, portandoli a percepire gli eventi come meno rischiosi. Al contrario, la abbia
predispone gli individui a valutare figli eventi come altamente sicuri e controllabili, portandoli a
percepire gli eventi come meno rischiosi. Le emozioni non solo influenzano la percezione ma sono
anche razioni ai rischi stessi.
Stressori ambientali
Gli stressori ambientali sono molto frequenti nella vita quotidiana in particolare per le persone che
vivono in determinati contesti di vita urbana. Tra gli stressori: rumore, affollamento, condizioni
abitative scarse, scarsa qualità del vicinato e traffico. Questi elementi possono portare a
conseguenze negative, sfavorevoli per il nostro organismo.
Stress ambientale
Quello che contraddistingue lo stress ambientale è che questo è dettato da elementi cronici (es.
vivere in città il rumore, inquinamento e traffico). Oltre alla cronicità c’è la percepibilità degli
elementi stressogeni. L’aspetto motivazionale è importante. Un altro aspetto è che non hanno mai
quella caratteristica d’urgenza quindi è possibile andare avanti ignorando questi aspetti, anche
perché spesso è impossibile fare trattamenti. Alla luce di quello che è stato detto gli effetti vanno
interpretati alla luce di tre fattori:
1. Lo stressore, temperatura, rumore, affollamento…
2. Valutazione dello stressore
3. L’impatto che questo ha sull’organismo, a livello fisiologico, psicologico e
comportamentale.
Purtroppo, è difficile creare una situazione oggettiva di comfort che sia quindi la stessa per tutto,
quello che si potrebbe fare è dare la possibilità di controllo.
Alcuni esempi:
CAP 4 STEG: PERCEZIONE E VALUTAZIONE DEL
PAESSAGGIO
In questa Convenzione si da atto che il paesaggio svolge importanti funzioni di interesse generale,
sul piano culturale, ecologico e sociale e quindi tutto ciò può costituire una risorsa favorevole anche
sul piano economico. Quindi se salvaguardato gesti to e pianificato in modo adeguato può
contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro. Infatti, il paesaggio contribuisce al benessere e
alla soddisfazione degli esseri umani e al consolidamento dell’identità europea. Contribuisce alla
qualità di vita, considerando non solo a zone eccezionali (monumenti e resti archeologici) ma anche
a quello ordinario della vita quotidiana. Un paesaggio di qualità è in grado di svolgere un ruolo
attivo. Sempre secondo la Convenzione Europea del paesaggio la sua definizione è che il paesaggio
designa una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere
deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e delle loro interrelazioni. Un altro aspetto. Rilevante
è che la Convenzione si applica a tutto il territorio, cioè riguarda agli spazi naturali, rurali, urbani e
periurbani (periferie). Essa comprende i paesaggi terrestri, le acque interne e marine. Concerne sia i
paesaggi che possono essere considerati eccezionali, che i paesaggi della vita quotidiana e i
paesaggi degradati. Quindi è possibile dire che la percezione umana è centrale nella definizione di
paesaggio laConvenzione Europea non descrive il paesaggio di per sé ma è in interazione con il
soggetto stesso
che opera sul paesaggio.
Il documento fa riferimento a quello che viene chiamato il patrimonio culturale immateriale. È per
questo che nel 2003 ha adottato un’altra convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale
immateriale, ratificata dall’Italia nel 2007.
Metodi
I metodi psicologici e psicofisici sono quelli che hanno un maggior valore e consistono nella
presentazione e valutazione di diversi materiali come:
1. Foto;
2. Ambienti reali. Valutati con l’uso di smartphone;
3. Ambienti in realtà virtuale;
4. Riprese satellitari;
5. Uso dei movimenti oculari (movimenti/fissazioni e dilatazione della pupilla).
Psicologia positiva
La psicologia positiva è una disciplina molto in voga. La caratteristica è quella di porre l’attenzione
sulle risorse e potenzialità anziché su carenze e deficit. Quindi che si occupa di come potenziare al
massimo le caratteristiche degli individui. La rassegna del 2015 del World Happiness Report ha
sottolineato quali fossero i principali costituenti del benessere che comprende anche gli aspetti di
interazione dell’individuo con l’ambiente. Le persone infatti, hanno dichiarato di percepire
benessere quando si sentono positive, quando si riprendono velocemente dalle esperienze negative,
quando si rimettono in gioco con azioni altruistiche e di comportamento prosociale e quando
esprimono alti livelli di mindfullness. Queste caratteristiche sono riconducibili alla rigenerabilità
ambientale che a sua volta è molto legata all’ambiente naturale.
Definizione di natura
La natura è un termine utilizzato per definire un’ampia gamma di ambienti naturali e loro
caratteristiche (animali, alberi, ecc.) quindi l’ambiente naturale nella sua interezza con i suoi
elementi.
Quando si parla di ambiente naturale quando c’è una prevalenza di presenza di verde. Ma ci sono
ulteriori distinzioni: paesaggio in cui c’è l’intervento dell’uomo, Area naturale in cui la presenza
della mano umana è meno evidente, spazio verde dove in una città c’è la presenza di natura. Gli
studi empirici hanno trovato una relazione tra natura e salute. Il precursore è stato Hurrich che ha
condotto in ambito ospedaliero una ricerca; soltanto la vista del verde rispetto a un’altra vista
portava a una diminuzione significativa del periodo di ospedalizzazione e minor bisogno di
antidolorifici con minor percezione di dolore. Un altro settore di ricerche si è occupato di osservare
l’efficacia di programmi terapeutici centrati sul contatto con la natura. Questi programmi possono
essere rivolti a diverse problematiche. I programmi che sono utilizzati sono:
1. Wilderness;
2. Orticultura;
3. Attività fisica nel verde.
Il problema che li accumuna è di tipo pratico. Non si ha un gruppo di controllo. Un altro aspetto è
quello degli spazi verdi e salute pubblica. È importante per la salute pubblica l’accesso a aree verdi
urbane? Quello che è possibile concludere dall’insieme degli studi, è che c’è un legame tra quantità
di verde e benessere; particolarmente per persone anziane e livello socioculturale basso,
probabilmente le persone anziane hanno una minor possibilità di spostarsi e quindi risente ancora di
più della mancanza di verde nella propria abitazione, quindi la presenza di verde va a compensare le
vulnerabilità. La presenza di verde riduce le differenze in salute a fattori socioeconomici: differenze
di mortalità tra poveri e ricchi si riducono quando c’è maggiore disponibilità di verde.
Ci sono degli studi che suggeriscono che anche
la qualità di verde influisce. È necessario quindi
che vengano effettuati degli interventi su quelle
aree che magari si presentavano verde ma non
erano spazi curati. Ci sono stati in passato
interventi effettuati da associazioni che hanno
cercato di rinsanare gli spazi utilizzando meno
costi possibili e producendo un miglioramento
della salute pubblica. Rigenerare le aree
degradate ha degli effetti sulla percezione verso
i crimini e non solo. Alcuni studi hanno chiesto quali fossero le sensazioni di depressione, scarso
valore personale e sensazione di avere una scarsa salute mentale. Questi indici migliorano dopo gli
interventi. Dal punto di vista teorico è difficile capire se la variabile sia stata proprio il verde oppure
semplicemente l’intervento anche s egli studi suggeriscono che gli effetti marcati siano dati proprio
dalle aree verdi rinsanate. La relazione tra natura e salute è diretta ma sicuramente mediata da altri
meccanismi. Come la qualità dell’aria, attività fisica, una maggiore coesione sociale e una riduzione
dello stress. La conclusione che si trae è che la vera mediazione è quella della riduzione dello stress.
In tutti gli altri meccanismi non è sempre chiaro ad esempio nel sostenere un effetto della natura
sulla qualità dell’aria, sull’attività fisica e sulla coesione sociale.
La seconda teoria quella di Kaplan parte dalla distinzione tra attenzione diretta e attenzione
spontanea. Kaplan quando parla di ambienti rigenerativi fa riferimento principalmente agli ambienti
naturali, senza escludere gli altri ambienti. Questo perché qualunque ambiente ha delle proprietà
rigenerative se rispondono a 4 caratteristiche come:
1. Being-away, ossia una sorta di ambiente che mi permettere di evadere dalla vita quotidiana;
2. Fascination, un aspetto molto importante che si riferisce alla capacità di attrarre in maniera
spontanea l’attenzione;
3. Extent (coherence and scope), un ambiente rigenerativo è un ambiente coerente;
4. Compatibility, quando è compatibile con le esigenze.
È interessante una distinzione tra Hard Fascination e Soft Fascination. La prima cattura i sensi ma
non permette di pensare ad altro; la seconda è suscitata da stimoli di moderata intensità, lascia
spazio alla riflessione personale. Entrambe comunque riportano a una rigenerazione.
Le fasi di rigenerazione avvengono:
1. Liberando la mente da pensieri intrusivi;
2. Quiete cognitiva;
3. Considerazione di problematiche inizialmente non disponibili;
4. Riflessione sui propri obiettivi, priorità e progetti.
Quindi individuare degli ambienti rigenerativi non ha delle ripercussioni solo in fase momentanea
ma anche in un lungo periodo. L’effetto rigenerativo si può ritrovare anche negli ambienti ricostruiti
come nei musei, musei all’aperto, monasteri, luoghi di culto e centri storici con luoghi naturali.
Dalla teoria di Ulrich e da quella di Kaplan deriva la progettazione biofilica che porta proprio al
benessere perché:
1. Asseconda i bisogni estetici dell’individuo;
2. Evita il sovraccarico cognitivo e l’eccessiva stimolazione fisiologica;
3. Favorisce la rigenerazione dell’attenzione.
Panoramica storica
Tuttavia, è stato registrato un atteggiamento ambivalente. Quando si parla di ambivalenza nei
confronti della natura, l’attenzione si concentra spesso sulla natura selvaggia. Sebbene la natura
selvaggia sia stata definita in tanti modi, il termine generalmente viene utilizzato in riferimento a
quelle aree naturali non toccate dall’uomo. Per la maggior parte della storia, la natura selvaggia era
associata a luoghi da temere ed evitare, ma negli anni ha anche assunto un’accezione di orgoglio
nazionale. Nel mondo occidentale tali luoghi sono stati spesso associati a paura e evitamento fino al
Medioevo e oltre. Durante l’illuminismo l’interesse scientifico e conoscitivo verso la natura
selvaggia ha preso il sopravvento da parte delle classi agiate. Durante il romanticismo i luoghi
selvaggi hanno assunto un’immagine di sacralità. Dalla fine del XX secolo nasce il concetto di
biofilia. Tuttavia, le percezioni negative della natura selvaggia come luogo inutile, insicuro e
disordinato non sono svanite.
La Wilderness evoca significati ambivalenti come: morte e libertà. Ma non solo, vengono evocate
risposte emotive ambivalenti: paura (veicolata dalla biofobia) e altre emozioni negative, energia
psicologica positiva, autostima ammirazione e meraviglia.
Studi
Uno studio condotto tra studenti olandesi fornisce alcune prove empiriche dei significati
ambivalenti della natura selvaggia. Ai partecipanti è stato chiesto di riferire quanto spesso erano
inclini a pensare a vari argomenti specifici, tra cui morte e libertà, quando si trovavano in un
ambiente selvaggio, rispetto a quando si trovavano in un ambiente naturale gestito o in città. Circa il
76,5% ha indicato di essere più propenso a pensare alla morte in natura selvaggia che in natura
gestita, e il 68,9% ha dichiarato di essere più propenso a pensare alla morte in natura che in città.
Non solo, la natura selvaggia era associata anche a pensieri di libertà; l’81,1% dei partecipanti ha
riferito di essere più propenso a pensare alla libertà nella natura selvaggia che in quella gestita, e il
77,8% era più incline a pensare alla libertà nel deserto che in città. Questa doppia associazione tra
natura selvaggia e pensieri sulla morte e libertà si adatta all’idea che la natura selvaggia assuma
significati ambivalenti ma non solo anche a emozioni negative e forti emozioni positive. Sulla base
di analisi quantitative degli incontri personali delle persone con minacce naturali, hanno identificato
quattro gruppi di situazioni che tendono a evocare sia la paura che il fascino nelle persone:
Incontri ravvicinati con animali selvatici;
Scontri con le forze della natura (es. terremoto);
Situazioni travolgenti (es. grandezza di una foresta);
Situazioni disorientanti (perdersi nei boschi).
Cause dell’ambivalenza
Tra le cause di questa ambivalenza, una possibilità è stata individuata dal fatto che alcune persone
potrebbero non avere conoscenze sufficienti per poter godere appieno dei benefici della natura.
Secondo i sostenitori dell’estetica ecologica, il valore intrinseco e la bellezza della natura possono
essere pienamente apprezzati solo se le persone hanno una conoscenza sufficiente e una
comprensione più profonda degli ecosistemi intatti. Questa spiegazione suggerisce che
l’ambivalenza delle persone verso la natura può essere risolta attraverso l’educazione e mettendo le
persone in contatto con la natura selvaggia. Un problema però è che questa prospettiva non si adatta
alle differenze individuali
Un'altra possibilità è che l’ambivalenza nei confronti della natura sia radicata nelle motivazioni
umane fondamentali (la natura selvaggia è intrinsecamente associata all’incontrollabilità e alla
morte). Il resoconto motivazionale si adatta bene a quelle che sono le differenze individuali. Si
vedano punti a favore, criticità e meccanismi. Queste riflessioni teoriche hanno ricadute in:
- Educazione ambientale
- Interventi pubblici sulle aree naturali.
Possono inoltre porre le basi per una progettazione partecipata dei paesaggi naturali.
Teorie
Kellert ha presentato una teoria partendo da una serie di interviste e sondaggi su larga scala, ha
distinto nove atteggiamenti di base nei confronti della fauna selvatica.
La gerarchia cognitiva sottolinea che i valori appartengono a una gerarchia di cognizioni che
formano la base per il comportamento umani e includono valori, orientamenti di valore,
atteggiamenti e norme e intenzioni comportamentali. In questa gerarchia i valori sono le cognizioni
più astratte, mentre le intenzioni comportamentali sono le cognizioni più specifiche e gli antecedenti
immediati del comportamento reale. Nel contesto della fauna selvatica, una persona può proiettare
questo valore solo sugli umani e trovare la caccia accettabile, mentre un’altra persona può proiettare
la libertà sia sull’uomo che sulla fauna selvatica e trovare la caccia inaccettabile. Il valore
fondamentale quindi non spiega direttamente il pensiero e il comportamento specifici.
Emozioni
La ricerca sulle emozioni nei confronti della fauna selvatica è molto meno ampia della ricerca sulle
cognizioni. Tuttavia, le emozioni possono svolgere un ruolo chiave nelle nostre esperienze,
percezione e ricordi. Le componenti emotive possono essere influenzate da fattori biologici e
dall’apprendimento culturale e individuale. Diversi fattori possono influenzare le reazioni emotive.
In primo luogo, gli umani hanno preferenze innate per guardare i movimenti biologici rispetto ai
movimenti non biologici di conseguenza le persone sono geneticamente non inclini a occuparsi e
rispondere agli animali. In secondo luogo, alcune risposte emotive alle specie selvatiche rilevanti
per la sopravvivenza vengono apprese rapidamente e disimparate lentamente a causa di innati
programmi di apprendimento. In terzo luogo, le persone hanno predisposizioni mentali per
rispondere emotivamente alla fauna selvatica. In quarto luogo tendiamo a reagire emotivamente alle
espressioni emotive della fauna selvatica (gli animali calmi ci fanno sentire calmai). In quinto
luogo, la conoscenza degli animali può rafforzare o trasformare il modo in cui una reazione emotiva
corporea ad un animale viene interpretata in un0esperienza cosciente. Diverse risposte emotive
possono essere causate da varie combinazioni di questi meccanismi.
Gli aspetti importanti e rilevanti della qualità della vita possono essere esaminati attraverso quella
che è l’importanza di chiedere il parere delle persone (attraverso la scala Likert che va da un
importante a un non importante). Ciò che merge è una presenza di differenze di tipo culturale,
sociale, anagrafico ecc. Gruppi diversi possono avere esigenze diverse, questo permette di
armonizzare le esigenze. L’altro aspetto è quello di valutare la soddisfazione rispetto a fattori
specifici legati alla QoL. È possibile incrociare le due dimensioni dell’importanza e soddisfazioni.
Da un punto di vista pratico può portare a dei suggerimenti che sono fondamentali per la
programmazione che può essere a più livelli. Il terzo quesito che ci si può porre è “come varia la
QoL con il variare delle situazioni ambientali. Si possono confrontare situazioni ambientali diverse
e andare a vedere come queste correlano con gli indici di QoL. Questi studi offrono dei
suggerimenti ma presentano importanti problemi metodologici. Studi maggiormente attendibili
derivano dal confronto di situazioni di pre vs postintervento, inserendo anche un gruppo di
controllo. È possibile anche chiedere di anticipare la soddisfazione rispetto a determinati
cambiamenti. Situazioni come quella dell’alta velocità, il costruire la linea ferroviaria ha un impatto
non solo visivo e quindi questo spiega le reazioni negative dal punto di vista della popolazione. in
questi casi sarebbe stato plausibile chiedere alla popolazione per poi cercare di arrivare a delle
mediazioni e il perché di determinati cambiamenti. Quando si chiede di anticipare la soddisfazione
o un mal contento rispetto ai cambiamenti si hanno tipicamente dei bias cognitivi. Uno tra questi è
l’affective forecasting (previsione affettiva) quindi immaginarsi una situazione come più positiva di
quello che sarà. L’hedonic tradmill (adattamento edonico) riporta a un ritornare dopo un
cambiamento alla situazione molto più simile a quella di prima del cambiamento. Interrogare e
testare la QoL è importante ma da un punto di vista applicativo permette di capire cosa si può
modificare per migliorare il benessere della popolazione.
Il quarto aspetto è quello di fornire dei prompting e dei feedback. Il prompting richiede di dare un
breve messaggio scritto o un disegno che ricordi che suggerisca un determinato comportamento (es.
su una porta prima di uscire c’è scritto di spegnere le luci). Per cui lo scopo del promting è quello di
ricordare di fare delle azioni. Perciò il promt si basa su quella che è la memoria prospettica e avrà
un effetto positivo se nella persona ha un’attitudine positiva. Un altro problema è che l’effetto può
essere debole e transitorio. Oltretutto è efficace se si ha a che fare con comportamenti semplici, non
si può pensare di promuovere comportamenti complessi.
Quando parliamo di promting è meglio se vengono formulati come incentivo piuttosto che come
sanzione, ovviamente per le sue caratteristiche diventa importante anche la posizione che deve
essere vicina al luogo in cui ci si aspetta l’azione (es. disegni della raccolta differenziata sul
cestino). Il feedback dal punto di vista teorico si basano sul concetto sull’apprendimento
associativo un comportamento viene riprodotto se ha un effetto positivo. L’effetto è più efficace se
il feedback è frequente e associato ad altre strategie.
Premi o punizioni?
Gia Skinner aveva suggerito che incentivare e dare premi era più efficace delle punizioni. Questo
per una serie di motivi, io posso disincentivare i comportamenti scorretti ma le persone non possono
capire e quindi non possono mettere mettere in atto il comportamento corretto. La punizione può
portare a quella che viene chiamata la Psychological Reactance cioè la sensazione delle persone di
non poter più scegliere quello che si vuole fare e quindi aumenta a causa di questa mancanza di
autonomia e autodeterminazione possono addirittura aumentare il comportamento desiderabile.
Questo si può leggere anche facendo riferimento ad altre teorie motivazionali come quella di Ryan e
l’importanza dell’autodeterminazione, le persone agiscono non soltanto quando i comportamenti
sono incentivanti ma quando i comportamenti vengono scelti e autodeterminati. Se le penalità e
quindi le punizioni sono meno efficaci perché vengono utilizzate di più? Una prima osservazione è
che gli incentivi costano molto di più mentre dall’altro lato c’è un certo rinforzo ad utilizzare le
punizioni come guadagni (es. le multe). In altri casi non è questo l’aspetto principale ma consiste
nelle caratteristiche del comportamento stesso che si vuole eliminare (es. determinati
comportamenti come non superare un determinato limite di velocità non è semplicemente un
comportamento desiderabile ma un comportamento dovuto) ciò non toglie che anche per
comportamenti di questo tipo si potrebbero affiancare sia punizioni ma anche incentivi e premi.
Terzo aspetto, talvolta accade che gli incentivi anche se sono molto costosi non sono sufficienti
perché non sono sufficientemente positivi per la persona.
L’altro fattore positivo è che la tecnologia sta facendo grandi passi, dall’utilizzo dei computer agli
smartphone, smarthome (che regolano la luce e la temperatura dell’abitazione). Tutti questi sistemi
che stanno diventano sempre più di moda potrebbero essere utilizzati anche in chiave di
miglioramento dei comportamenti pro-ambientali e quindi rendere le nostre abitazioni più
sostenibili.
Gli ambienti persuasivi (es. di strumento) sono così chiamati perché al loro interno sono inseriti
degli stimoli o dei feedback che vengono forniti al singolo individuo ma anche ai gruppi. Questi
stimoli possono avere il problema che diventano troppo intrusivi o addirittura distogliere la persona
dal proprio obiettivo. Una proposta che è stata fatta è quella di utilizzare degli stimoli subliminali
cioè che non raggiungano coscienza. Questi hanno la stessa efficacia di quelli che vengono
percepiti, naturalmente il loro utilizzo presentano dei problemi etici. Individuare degli stimoli che
pur essendo efficaci e percepiti non siano fattori di distrazione. Nelle culture collettive un feedback
di gruppo è più efficace, mentre nelle culture individualistiche il feedback individuale è
maggiormente produttivo.
Sommario
CAP 1: STORIA DELLA PSICOLOGIA AMBIENTALE..............................................................................................................................................................1
Cosa contraddistingue il punto di vista psicologico?.....................................................................................................................................................1
Nascita della psicologia ambientale..................................................................................................................................................................................1
Principali metodi utilizzati in psicologia ambientale.....................................................................................................................................................2
Esperimenti........................................................................................................................................................................................................................................2
Quasi esperimenti...........................................................................................................................................................................................................................2
Studi correlazionali.........................................................................................................................................................................................................................3
Metodi di raccolta dati utilizzati in psicologia ambientale..........................................................................................................................................3
Metodi osservativi...........................................................................................................................................................................................................................4
Studio sul campo..............................................................................................................................................................................................................................4
CAP 2: PERCEZIONE DEI RISCHI AMBIENTALI......................................................................................................................................................................4
Giudizio soggettivo del rischio..................................................................................................................................................................................................5
Euristiche.............................................................................................................................................................................................................................................5
Attualizzazione temporale..........................................................................................................................................................................................................5
Paradigma psicometrico..............................................................................................................................................................................................................5
Rischio, valori ed etica morale..................................................................................................................................................................................................5
Emozioni..............................................................................................................................................................................................................................................5
CAP 3 STEG: STRESS AMBIENTALE.............................................................................................................................................................................................6
Stressori ambientali.......................................................................................................................................................................................................................6
Effetti degli agenti stressanti.....................................................................................................................................................................................................6
Fattori che determinano l’influenza dell’evento stressogeno....................................................................................................................................6
Conseguenze psicologiche dello stress.................................................................................................................................................................................7
Stress ambientale............................................................................................................................................................................................................................7
CAP 4 STEG: PERCEZIONE E VALUTAZIONE DEL PAESSAGGIO....................................................................................................................................8
Cosa rende attraente un paesaggio?.......................................................................................................................................................................................9
Teoria della matrice di preferenza di Kaplan e Kaplan..............................................................................................................................................11
Metodi.................................................................................................................................................................................................................................................11
CAP 5: EFFETTI BENEFICI DELLA NATURA SULLA NOSTRA SALUTE.....................................................................................................................11
Psicologia positiva........................................................................................................................................................................................................................12
Definizione di natura...................................................................................................................................................................................................................12
CAP 6: AMBIENTI RIGENERATIVI..............................................................................................................................................................................................13
CAP 7: AMBIVALENZA VERSO NATURA E PAESAGGI NATURALI..............................................................................................................................14
Panoramica storica......................................................................................................................................................................................................................15
Studi.....................................................................................................................................................................................................................................................15
Visioni del mondo.........................................................................................................................................................................................................................15
Cause dell’ambivalenza..............................................................................................................................................................................................................15
CAP 8: DIMENSIONI UMANE NELLA FAUNA SELVATICA...............................................................................................................................................16
Teorie..................................................................................................................................................................................................................................................16
Orientamenti sul valore.............................................................................................................................................................................................................16
Prevedere le norme e gli atteggiamenti verso la salute.............................................................................................................................................17
Emozioni...........................................................................................................................................................................................................................................17
CAP 9: APPRAISAL DEGLI AMBIENTI COSTRUITI..............................................................................................................................................................17
Caratteristiche generali che rendono piacevole un edificio.....................................................................................................................................18
Caratteristiche che contribuiscono all’appraisal...........................................................................................................................................................18
Approcci al design che promuovono il benessere e comportamenti salutari.................................................................................................19
CAP 10: QUALITA’ AMBIENTALE URBANA...........................................................................................................................................................................19
Valutazione multidimensionale delle aree urbane.......................................................................................................................................................20
Indicatori di qualità residenziale percepita (IQURP)..................................................................................................................................................21
CAP 11: AMBIENTE E QUALITA’ DI VITA................................................................................................................................................................................22
CAP 12: IN CHE MODO GLI SPUNTI O INDIZI DELL’AMBIENTE INFLUENZANO IL COMPORTAMENTO NORMATIVO...................24
Obiettivi generali e la loro forza............................................................................................................................................................................................24
CAP 21: COME PROMUOVERE UN COMPORTAMENTO PRO-AMBIENTALE: STRATEGIE BASATE SULL’INFORMAZIONI............25
Approccio psicologico e il ruolo della PA..........................................................................................................................................................................25
Quattro questioni generali.......................................................................................................................................................................................................27
CAP 22: COME PROMUOVERE UN COMPORTAMENTO PRO AMBIENTALE CON PREMI, PUNIZIONI......................................................27
Quando aggiungere una conseguenza extra?..................................................................................................................................................................28
Premi o punizioni?........................................................................................................................................................................................................................28
Tangibili o non tangibili?...........................................................................................................................................................................................................28
CAP 23 L’USO DELLA TECNOLOGIA PERSUASIVA PER LA PROMOZIONE DI COMPORTAMENTI PRO AMBIENTALI.....................29
Tre approcci di uso.......................................................................................................................................................................................................................29