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Il crepuscolo del Capitale -


PARLIAMONE! - Ilfattoquotidiano.it
21-29 minuti

Ormai è declinato in tutti gli aspetti della vita dell’uomo il fallimento


dell’attuale modello economico ormai agonizzante: devastazione
ambientale, concentrazione delle ricchezze del 90% della
popolazione nelle mani del 5% per cento di individui del pianeta,
povertà che aumenta sempre di più, distruzione dei diritti (dal
lavoro alla salute in mano ai privati nel nome del profitto). Lo
vediamo anche nella pandemia: fette di mondo in cui l’accesso ai
vaccini è quasi nullo perchè la povertà non permette garanzie di
profitto (non ce n’è mai abbastanza) a chi ha in mano la salute
umana.
L’infondatezza delle basi del sostegno apodittico a questo modello
è, poi, preoccupante.
Anche ai livelli più alti di discussione, il nucleo della difesa
dell’impossibilità di sistemi alternativi al Capitalismo odierno verte
su tre assunti:

1. Il Capitalismo ha vinto,

2. Il Socialismo Reale ha perso

3. Non c’è alternativa al Capitalismo dato che è l’unico modello


esistente.

1 di 16 29/01/2022, 20:06
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Il fatto che questo modello abbia vinto, che è un dato materiale,


non implica che sia un modello ‘adeguato’ a tutte le epoche: la
vittoria non presuppone la sua efficacia eterna, significa solo che
esso, ad un certo punto, ha vinto. La storia, questo principio, ce lo
insegna.
Allo stesso modo, l’innegabile fallimento dei sistemi cosiddetti di
Socialismo Reale, ossia una delle possibili applicazioni del
Marxismo, non significa automaticamente che un sistema
antitetico al capitalismo sia impossibile e non si possa ideare
un’altro concetto di collettività.
E qui si arriva al terzo punto: il fatto che qualcosa non esista,
fortunatamente, per l’uomo non ha mai significato granché,
altrimenti vivremmo ancora nelle grotte e non avremmo nemmeno
inventato i primi rudimentali strumenti per la caccia (compresi
denaro e Capitalismo). L’uomo ha sempre dimostrato in tutta la
sua esistenza di poter creare qualcosa che non esiste.
Einstein, infatti, soleva dire: “Chi pensa che una cosa sia
impossibile, perlomeno eviti di disturbare chi la sta facendo”.
Dato che non si parla di eventi naturali indipendenti dall’uomo
stesso ma di sue creazioni, un nuovo modello economico-sociale
si può ideare e quindi si può tranquillamente iniziare a pensarci,
imparando dai passati errori.
Perché il parlare della crisi del liberismo fa tanta paura anche a chi
il liberismo lo subisce con danno e si ricorre ad argomentazioni
senza alcuna attendibilità materiale e storica per bloccare perfino il
semplice pensiero su possibili alternative?

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2 di 16 29/01/2022, 20:06
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3 di 16 29/01/2022, 20:06
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Il Capitalismo globale dei “prenditori”, affamatore dei popoli, ha


vinto. Al momento non ci sono valide alternative di contrasto.
A lungo andare, però, vedo una sanguinosa rivolta universale
che stabilirà un nuovo ordine. La Rivoluzione francese e quella
Bolscevica al confronto saranno umili premesse.

Non ci sono, è verissimo. E il cambiamento non arriverà


sicuramente da chi controlla il capitale, che voglio ricordare essere
un’esigua minoranza. Tuttavia questo non vuol dire che non sia
possibile un’alternativa. Non entro in merito riguardo il ‘come’, ma
è storicamente chiaro che nessuno ha mai regalato ‘diritti’ sul
Capitale, si è sempre trattato di concessioni che non incidevano
sulla detenzione del potere economico. Perfino le democrazie
sono di fatto solo uno strumento di ‘controllo’ e per giunta
inefficace, come si vede, nei confronti del vero potere che è
economico…
Proporrei, se fosse fattibile, una sezione su ‘stralci’ riguardo al
tema, agli assiomi infondati che lo riguardano e al bestiario delle
risposte in merito…

Studio una sezione-collocazione su Stralci e ti farò sapere.

Ciao il liberismo può essere superato e sono d’accordo, ci


mancherebbe, però non è stato solo fallimento.
Grazie alla delocalizzazione delle industrie e investimenti all’estero
molti paesi hanno potuto modernizzarsi e milioni di persone sono
uscite dalla povertà (basta vedere stati come Cina, India che da
soli valgono metà popolazione mondiale). Uno stato con
impostazione statale non l’avrebbe mai permesso, o meglio mai
avrebbe accettato un trasferimento così intenso di know how e
ricchezza.
Inoltre il disappunto verso il sistema capitalistico potrebbe essere

4 di 16 29/01/2022, 20:06
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dato dal fatto che l’Occidente è entrato in crisi è la ricchezza si sta


spostando ad Oriente. Non dimentichiamoci che per secoli
l’Oriente è stato il centro del mondo mentre l’Occidente periferia,
almeno così ho letto da diversi storici tipo Carlo Cipolla,
Alessandro Barbero (per citarne alcuni).
Secondo te perché abbiamo questo tenore di vita in Europa e
USA? Perché il mondo l’abbiamo dominato sia territorialmente che
tecnologicamente adesso tutto questo sta venendo meno e così
ne risente anche il nostro tenore di vita.
Scritto questo concludo: nulla è eterno e tutto ha una fine.
P.s. perdona le banalizzazioni…

Ti ringrazio per l’intervento e per l’educazione che dimostri


nell’affrontare l’argomento.
Fosse sempre così civile, magari si riuscirebbe a ragionare tutti
assieme.
Tutte le tue riflessioni sono degne di nota e concrete. Io non ho
mai amato il gestire la questione del modello economico in termini
di ‘bene’ e ‘male’ assoluti. Siamo in un momento duro in cui il
sistema sta esplodendo e sta facendo esplodere tutto. Siamo
semplicemente in una fase storica in cui è necessario un cambio
di rotta, cui seguirà un altra fase in cui sarà necessario un altro
cambiamento. È una questione materiale, non ideologica, ma il
problema ideologico, oggi, non è in chi afferma che è necessaria
l’alternativa al Capitalismo, ma in chi lo difende a priori come fosse
un “dato divino” senza argomentazioni concrete a sostegno della
tesi che si debba continuare così.

Caro Gianluca sono d’accordo sulla tua analisi per quanto riguarda
i grandi difetti del capitalismo . Ti vorrei segnalare questo link che
ti fa vedere che comunque attualmente nel mondo non esiste un

5 di 16 29/01/2022, 20:06
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paese completamente capitalista …sono tutti con dei sistemi


misti…e l’Italia non è considerata molto capitalista…64a

https://worldpopulationreview.com/country-rankings/capitalist-
countries 2

Secondo me …purtroppo… il paese con il sistema


economico/politico vincente non è mai quello più giusto ed equo
ma quello più competitivo/forte militarmente che può imporre le
sue scelte sui paesi più deboli. Comunque come fanno a
mantenere il potere evitando una rivoluzione, con la popolazione
sempre più povera? Usando la forza come in Kazakhstan, Russia,
Cina ecc. o dichiarando qualche guerra contro qualcuno come
fanno gli USA o mettendo i poveri contro gli altri poveri (destra
contro sinistra, vax contro novax, nord contro sud, bianchi contro
neri, cristiani contro musulmani ecc.) …divide et impera… …ha
sempre funzionato.

Buon giorno Claudio,


Grazie per il tuo contributo.
La prima parte del tuo intervento propone temi complessi, che
coinvolgono l’orizzonte del Capitalismo in fase liberista e tutto
quello che è avvenuto da metà anni ’80 in poi. Da lì si è iniziato a
svincolare il denaro dal controllo degli stati. Con la globalizzazione
i denaro ha ottenuto la libertà di circolare senza limiti (l’uomo non
ancora) segnando un a frattura tra Capitale e lavoro che oggi si
vede con chiarezza. In Europa una certa refrattarietà a cedere
tutto al capitale c’è sempre stata, soprattutto in Italia, paese che
aveva un diritto del lavoro avanzatissimo e una sanità a vocazione
universale invidiata nel mondo. Tuttavia l’orizzonte finale del
Liberismo è l’annullamento del controllo da parte della collettività
(ecco il significato delle tabelle) e in Italia si è visto negli ultimi 30

6 di 16 29/01/2022, 20:06
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anni con i tagli alla sanità e alla scuola pubblica in favore delle
rispettive private e con l’erosione senza se e senza ma del diritto
del e al lavoro. Non parlo delle gare europee per i servizi e tutte le
altre questioni legate a questo ‘orizzonte’ ideale.
Per la seconda parte, ci sono anche mezzi meno truculenti che
contribuiscono ad impedire la libertà di coscienza collettiva: la
mancanza ad esempio, di tempo (la vera ricchezza oggi) per
pensare. “Tutti a correre per non arrivare tardi all’appuntamento
con il becchino” diceva mio nonno.

Caro Claudio Trevisan, sempre interessante il ranking della libertà


economica che da solo fa crollare miseramente tutte le critiche al
capitalismo, perché tale ranking corrisponde anche (in modo
direttamente proporzionale) al ranking del benessere della
popolazione (non dei feroci capitalisti sfruttatori), al ranking della
democrazia e della libertà, al ranking del livello di istruzione, al
ranking dei brevetti e delle innovazioni scientifiche, etc., potrei
continuare per 20 righe …
Infatti Hong Kong è scomparsa, fagocitata dal partito comunista
cinese.
Il capitalismo è l’unico sistema che arricchisce tutti chi più chi
meno, anche l’ultimo dei barboni, a patto che accetti di lavorare.
Se è un “no job” sono cavoli suoi …
Ovviamente in nessun paese c’è la totale libertà di mercato, ci
mancherebbe, sarebbe il far west, vincerebbe la legge del più
forte, del più mafioso, il sogno di Berlusconi e della mafia.
Si conferma che l’Italia è un paese socialista che sta scivolando
sempre di più verso la povertà, la bassa scolarizzazione,
l’ignoranza della popolazione, saremo sempre più ai margini dei
paesi sviluppati.

7 di 16 29/01/2022, 20:06
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Invito i critici verso il capitalismo a descrivere come dovrebbe


funzionare l’economia nella società che sognano.
L’economia è SEMPRE la cosa fondamentale perché questi
“signori” sono pronti a criticare il capitalismo ma spendono un po’
di euro per mangiare, curarsi, vestirsi, studiare, comunicare e
vogliono anche continuare a farlo.
Io ho letto e riletto i loro contributi ma, a parte le critiche al
capitalismo, che ha l’unico difetto di fare ricco chi lavora e povero
chi non lavora, non ho mai letto una sola piccola frase (una sola)
che contenga una idea di questa loro utopia, di questa isola che
non c’è.
Deve essere stampato denaro da consegnare ai “no job” ?
Bisogna aumentare le tasse ai lavoratori e destinare il ricavato ai
“no job” ?
Se pure loro non riescono a descriverla, siamo autorizzati a
pensare che non esisterà mai.

Inviata la mia mail e risposto al messaggio

Benvenuto Fzani 64,


La ringrazio per la sua sempre cortese educazione e per il
consueto rispetto nel condurre le sue argomentazioni.

Guardi che anche il Marxismo è economia, non solo, è addirittura


lettura economica della storia. Se qualcuno ha spiegato che la
storia non sono le grandi gesta di eroi ma la dialettica delle classi
sociali in funzione dell’economia quello è Marx. Guardi un po’!
Infatti i capitalisti la lettura materialista della storia la conoscono
molto ma molto bene.
Non comprendo assolutamente l’obiezione in quanto non è
un’obiezione.

8 di 16 29/01/2022, 20:06
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Detto questo: idee alternative allo scempio attuale? Per come


siamo messi basterebbe addirittura ripristinare alcune regole
fondamentali, se non si vuole correre rischi di rivoluzioni o di
ritorno a dittature di destra cui seguono guerre civili. Intanto, tutto
ciò che riguarda salute, istruzione, servizi pubblici in mano alla
collettività, ossia gli stati o le federazioni con reale potere di
controllo, ivi compresa la tassazione pesante dei multimilionari e
dei colossi del web. Redistribuzione del reddito tramite la fiscalità
progressiva di fatto, non di nome, senza il giochino intollerabile
sulla ‘proporzionalità’. Impedire il movimento libero del Capitale
svincolato dai controlli degli Stati o delle Federazioni. Nelle
Federazioni politica Fiscale unica e politiche del lavoro e dei diritti
unici.
Banca pubblica per le Federazioni e/o gli Stati, non banca privata
(vedi ‘spread’ e affini).
Capitale libero di andare, ma non ovunque e comunque.
Già questo creerebbe equilibrio sociale mantenendo l’elasticità e
la possibilità individuale di avanzare nel segno del rispetto per
l’uomo e non dell’idolatria del consumo e dei soldi.

Caro Gianluca Pinto, il ruolo dello stato è fondamentale per noi


ordo-liberisti ma deve limitarsi a fare l’arbitro e a garantire la libertà
di mercato e la concorrenza tra privati.
I giocatori devono essere tutti e solo privati altrimenti il sistema
crolla per inefficienza e bassissima competitività.
Io investo i miei soldi solo in azioni di aziende di paesi dei primi
posti in classifica.
Paesi liberi e con tasse basse.
Non investo un euro in aziende italiane perché in Italia non c’è
libero mercato e le tasse sono le più alte del mondo.

9 di 16 29/01/2022, 20:06
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Non acquisto titoli di stato emessi dallo stato italiano per pagare gli
interessi sui debiti perché non mi fido.
Dovrei investire solo in Italia ?
Con le sue idee l’Italia passerebbe dal 64° posto al 150° posto,
rubando la posizione al Venezuela.
Nessuno investirebbe più un cent in un simile paese.
Io preferisco vivere nei paesi ricchi e liberi che sono nei primi 10
posti.

fzani64, lei sta dicendo che vive all’estero? Mi risulta strana, allora,
la sua partecipazione al dibattito. Lei paga le tasse all’estero? Se
così è, le auguro davvero buona vita. Se invece, come temo, lei
specula e investe in altri Paesi, fruendo però della sanità pubblica
gratuita, magari sottrendosi al pagamento delle tasse nello Stato
Italia, allora la sua situazione sarebbe quella di un evasore al pari
di molti capitalisti che fruiscono delle comodità nel nostro Paese,
facendo riciclaggio nei paradisi fiscali. Che è poi la prassi dei
“capitalisti”, mai perseguiti seriamente dalla nostra GdF e dai
nostri Governi, loro “compagni di merenda”.
Essere favorevoli all’attuale sistema economico, in questi termini,
è certamente comodo. Sostenerlo è comprensibile, senonché le
ripropongo il tema della sua assenza di eticità.
Ciò si tramuta in “disonestà” intellettuale prima ancora che
economico-finanziaria. Se l’esito è che tutti dobbiamo adeguarci
ad un simile comportamento per integrarci, è evidente la stortura
mentale e l’improponibilità del modello.
Quale modello, dunque?
Le ho già scritto in proposito.
Il modello dovrebbe essere quello di un salario minimo obbligatorio
a chi lavora. Una partecipazione agli utili, in cambio di una definita

10 di 16 29/01/2022, 20:06
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produttività e profitto aziendali, di chiunque vi concorra (operai,


impiegati, dirigenti, proprietari). Un’equa tassazione, commisurata
ai servizi ricevuti, a favore dello Stato. Una legislazione
intransigente (pena certa) per chiunque si renda responsabile di
azioni illecite, nella fattispecie economico-finanziaria con appalti
truccati, corruzione, evasione, riciclaggio, ecc…
Infine, obbligo di piani industriali modulabili e condivisi dalla base
di chi ci lavora e dagli organismi istituzionali per le grandi aziende
che ricevono facilitazioni e/o sovvenzioni pubbliche, legate però ad
un impegno a non delocalizzare per un periodo stabilito, altrimenti
confisca di strutture (macchinari e immobilizzazioni) a favore dei
dipendenti che vi lavorano. (segue)

Prevengo la sua possibile eccezione sull’effetto che tale modello


impedirebbe qualsiasi investimento di capitali privati esteri, come
pure un’assenza di competitività sui mercati. Al riguardo vorrei
ricordarle che la capacità manufatturiera e innovativa italiane sono
storicamente in grado di superare la sua prevedibile eccezione e
che la qualità dei prodotti sarebbe ampiamente vincente, in termini
di competizione con sottoprodotti fabbricati con materiali scadenti
a favore di maggior profitto (come fatalmente avviene oggi).
In ogni caso la mia potrebbe essere un’idea di diversa economia
sperimentale da studiare e perfezionare, se solo ci fosse un reale
coinvolgimento (anche in termini di comunicazione) dei cittadini e
della propria rappresentanza politica.
Mi rendo conto che tale ultima indicazione può sembrare al
momento irrealizzabile, essendo l’attuale contesto partitico e
sindacale legato a forme di utilitarismo - talvolta collegato proprio a
poteri economico-finanziari, quando non malavitosi - che
costringono molta parte della popolazione a rendersi succuba e/o

11 di 16 29/01/2022, 20:06
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complice al momento del voto elettorale.

Caro Fzami64 ,

Grazie per i tuoi interessanti commenti.

Quando dichiari che :

1. “Il capitalismo è l’unico sistema che arricchisce tutti chi più chi
meno, anche l’ultimo dei barboni, a patto che accetti di lavorare.”
e’ molto chiaro che non hai mai frequentato i barboni e non sei mai
stato disoccupato in un momento di crisi dove i disoccupati sono
piu’ dei posti disponibili.

2. “Se è un “no job” sono cavoli suoi …” non sei un madre lingua
inglese e non hai nessuna empatia per chi ha perso il lavoro
perche la sua ditta ha ristrutturato oppure e’ fallita oppure si e’
trasferita in Polonia ecc. e non riesce piu’ a trovare un lavoro
perché i posti mancano, perché sei troppo vecchio, perché sei
troppo qualificato ecc

3. “Ovviamente in nessun paese c’è la totale libertà di mercato, ci


mancherebbe, sarebbe il far west, vincerebbe la legge del più
forte, del più mafioso, il sogno di Berlusconi e della mafia.
Si conferma che l’Italia è un paese socialista che sta scivolando
sempre di più verso la povertà, la bassa scolarizzazione,
l’ignoranza della popolazione, saremo sempre più ai margini dei
paesi sviluppati.” Secondo me se l’Italia sta scivolando in basso e’
proprio perche’ il Caimano and his mafia friends stanno
vincendo…sono piu’ forti perche hanno i miliardi dalla droga e
dalle altre attivita’ illecite, dalle tasse evase… e puliscono questo
denaro sporco comprando, tramite fondi esteri, societa’ , media,
politici, giornalisti, squadre di calcio, palazzi ecc. Un paese che
non riesce a mettere in galera i grandi evasori e criminali perche’

12 di 16 29/01/2022, 20:06
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sono troppo potenti non e’ debole perche’ troppo socialista ma e’


debole perche’ troppo corrotto.

Secondo me il sistema ideale e’ un capitalismo, che premia le ditte


piu’ innovative, efficienti ecc. che sponsorizza quelli veramente
bravi dal punto di vista scientifico, business e academico (e non
premia quelli raccomandati o piu’ ricchi o che sono di un certo
partito), in un sistema sociale che prottege i piu’ deboli ed aiuta
quelli in difficolta a rialzarsi…controllato da una magistratura
indipendente che blocca sul nascere i tentativi di corruzione,
disastri ambientali ecc. Tutto questo poi osservato e commentato
da giornalisti indipendenti e non schiavi dei potenti di turno. Lo so
che e’ leggermente utopistico… :))

Caro Empireo ma dove avrei detto che vivo all’estero, di grazia? Io


vivo in Emilia Romagna.
Ma lei non ha mai acquistato un fondo di investimento in vita sua?
Quando lei acquista un fondo può verificare dove investe il fondo;
io verifico che investa nei primi 10 paesi della classifica sulla
libertà di mercato che ci ha molto gentilmente fornito Caudio
Trevisan.
Se mi accorgo che investe in Italia io non compro quote di quel
fondo perché non voglio investire in un paese socialista, so già
che perderei i miei soldi.
Ho sempre fatto il lavoratore dipendente con busta paga quindi ho
pagato le tasse fino all’ultimo centesimo e da sempre sostengo
l’abolizione del contante per abbattere l’evasione fiscale.
Non commento le sue proposte perché sono frutto di sfrenata
fantasia che ignora completamente il vero grande attore
protagonista dell’economia capitalista in un paese dove vige la
libertà di mercato, l’IMPRENDITORE.

13 di 16 29/01/2022, 20:06
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Cioè colui che inizia una attività imprenditoriale, rischiando il suo


capitale, lavorando 20 ore al giorno per 7 giorni alla settimana per
creare una impresa di successo nel rispetto delle regole (non
come il mafioso di Arcore).
In ogni città ci dovrebbe essere un monumento all’”imprenditore” e
la scuola dovrebbe educare ed ispirare i ns. figli a diventare
imprenditori.
Lei mette sullo stesso piano lavoratori dipendenti che fanno 8 ore
al giorno e poi vanno in bar o in palestra con gli imprenditori che
non sanno neppure se la prossima settimana l’azienda è ancora in
piedi.
Ma sta scherzando ?
Gli imprenditori sono gli eroi del nostro tempo, in particolare in un
paese socialista come l’Italia che fa di tutto per distruggerli a
cominciare dalle tasse al 60%.

Caro Claudio Trevisan, il modello capitalista è vincente proprio


perché sa adeguarsi alla realtà ogni giorno.
Il capitalismo pensa anche ai poveri e ai disoccupati.
La Danimarca è al decimo posto della classifica della libertà di
mercato e ovviamente i lavoratori non sono protetti dall’articolo 18.
Un diritto che in Italia si è trasformato in un privilegio da paese
socialista.

14 di 16 29/01/2022, 20:06
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In Danimarca una azienda è libera di licenziare il qualsiasi


momento il lavoratore senza spiegare il motivo ad un giudice del
lavoro ma il lavoratore viene preso in carico dallo stato per un
sussidio e per corsi di formazione (max 24 mesi).
Nessuno viene abbandonato.
Un “no job” è uno che rifiuta di essere aiutato a trovare un lavoro.
Si mette fuori dal sistema, dal meraviglioso ingranaggio del
capitalismo.
I Caritas e i servizi sociali si occuperanno di questi casi.
Se non fai nulla per aumentare la ricchezza del paese, non puoi
pretendere nulla.
La libertà di mercato aiuta gli IMPRENDITORI a creare ricchezza
per tutti.

Tenendo presente che ho semplicemente illustrato una possibilità


intermedia da ‘socialdemocrazia’, invece che l’abolizione della
proprietà privata dei mezzi di produzione, le faccio notare alcune
‘piccole’ quisquilie.
1, Intanto mi riferivo all’Europa, non all’Italia e basta, perché
altrimenti non avrebbe senso. Infatti i sovranismi sbagliano perché
quando di matrice di destra pensano di poter vendere l’idea di un
ritorno allo stato sovrano mantenendo l’attuale predominio del
Capitale.
2. Non vedo come il fatto che la Sanità, la Scuola e i servizi siano
pubblici possa impedire gli investimenti. A meno che gli
investimenti, data ormai la difficoltà di espansione orizzontale del
Capitale e si consideri appetibile solo l’affondo verticale definitivo,
dipendano solo dal fatto di poter mettere le mani su tutto ciò che è
pubblico (dalla Sanità, fino a ciò che serve per vivere come l’acqua
…poi arriveremo all’aria se ci sarà ancora).

15 di 16 29/01/2022, 20:06
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3. È proprio il fatto che la sopravvivenza di una collettività dipenda


dal denaro dei più ricchi che deve essere cambiato. È proprio qui il
problema. È proprio questo che deve essere eliminato. Il suo
discorso lascia abbastanza interdetti. È come se, dopo che lei ha
parcheggiato in doppia fila, una persona le dicesse: “Sposti la
macchina perchè devo uscire dal parcheggio” e lei rispondesse:
“Guardi che è impossibile che lei esca, perché c’è la mia macchina
davanti.”
Ovviamente non prendo nemmeno in considerazione le disgustose
affermazioni sui ‘no job’ (questa cosa di usare termini inglesi,
quando non serve e magari quando abbiamo dei vocaboli italiani
più efficaci ed anche esteticamente più belli, proprio non si può
sentire) e affini, perché sarebbe svilente.

16 di 16 29/01/2022, 20:06

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